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Ungaretti- Veglia
Poesia: “Veglia”
Veglia è una poesia che l'autore 1915 mentre si trovava in trincea. È stata composta, durante
la veglia dell'autore a una salma di un soldato vittima della Prima Guerra Mondiale. È
un’esperienza tanto dura e tragica che gli sembra di esser morto lui stesso. La poesia è
composta da 16 versi liberi. L’autore ci dice che ha passato una notte intera vicino ad un suo
compagno di trincea, ucciso. Il corpo esanime viene descritto con la bocca che fa una
smorfia di dolore, causata da una granata e rivolta verso la luna piena; le mani di questa
persona sono fredde e gonfie e sembrano che penetrano nella sua mente. Mentre descrive
ciò, è riuscito a scrive lettere d’amore. La luna piena sta ad indicare la giovinezza in cui
anche il soldato ucciso faceva parte prima che venisse massacrato.
Tema dell’irrazionale
Verga- Tentazione
Giovanni Verga è uno dei massimi esponenti del Verismo italiano. Nasce il 1840 e muore il
1922. Si trasferisce più volte in varie città italiane come Firenze, Milano; qui ebbe contatti
con gli scrittori della Scapigliatura.
Il verismo è un movimento letterario che ha lo scopo di rappresentare la realtà come appare
veramente e si afferma intorno al 1880.
Verga inizia il suo periodo verista con la pubblicazione della prima opera “Nedda” nel 1874.
Più avanti pubblicherà uno dei suoi capolavori: “I Malavoglia” nel 1881. Durante il periodo
verista, Verga pubblica una serie di novelle:
- Vita dei campi
- Novelle rusticane
- Per le vie
Leopardi vita:
-nasce a Recanati il 1798 → la famiglia è di origine nobile: il padre era il Conte Monaldo e
sua madre Adelaide Antici.
- Volle scappare a Roma, ma suo padre lo rinchiuse nella stanza.
- Successivamente, viene mandato a Roma, a casa degli zii
- ebbe pochi amici → Antonio Ranieri → aiutò Leopardi economicamente
- 1825 → Milano; poi Bologna → Firenze → Pisa → Napoli
- 1837 → muore
Opere:
- Grandi Idilli
- Piccoli idilli
- operette morali → personaggi inventati (in alcuni casi), misti→ “ Dialogo di Torquato
Tasso e il suo genio familiare”; reali → “Dialogo di Colombo e Gutierrez”→ TEMA
PRINCIPALE: ATTESA DEL PIACERE= NOIA
- lo Zibaldone → diario
“La roba” è una novella di Giovanni Verga, che è contenuta nella raccolta “Novelle
rusticane”. Questa novella parla di Mazzarò che è un umile contadino siciliano, il quale per
molti anni ha prestato servizio nei campi per conto del proprio padrone.
Dopo avere subito fatiche immani, l’agricoltore sfrutta la propria furbizia per ottenere un
immenso patrimonio: ben presto Mazzarò possiede “tanta roba”, ovvero “tante terre”.
L’uomo diventa completamente schiavo della propria avarizia e nonostante l’enorme
ricchezza ottenuta dai molteplici possedimenti, non riesce a godere della nuova condizione
di vita in quanto fortemente attaccato alla propria roba. Conduce pertanto un’esistenza senza
vizi né soddisfazioni, lasciandosi stremare dall’ossessione di avere sempre più. Incapace di
gestire la propria dipendenza monetaria e in assenza di un affetto in cui poter trovare
sostegno, Mazzarò in età anziana, ucciderà le proprie bestie affinché la sua roba muoia con
lui.
Matilde Serao:→ Giornalista e narratrice→ 40 volumi divisi tra romanzi e novelle. Alcune
opere sono → “Il ventre di Napoli”, “Dal vero” e “Il Paese di Cuccagna”.
-Donna Paola:
Il paese di Cuccagna: