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La divina commedia

Inizialmente chiamata comedia, poi Boccaccio la definì divina. Nel 1555 venne fatta uscire in un'edizione a
stampa veneziana con il nome Divina Commedia, da lì venne definitivamente chiamata così.
Si chiama Divina Commedia in base a due ordini di ragioni:
● Una contenutistica= il poema conduce da un inizio orribile (l'inferno) ad un lieto fine (il paradiso);
● Una ragione formale= dove lo stile è umile e affidato alla lingua volgare;
Tra i due ordini di ragione prevale la seconda:
poiché nell'inferno si avverte la contrapposizione della tragedia per antonomasia.
Si identificano con lo stile alto e lo stile umile.

Composizione:
Ai due poli estremi troviamo DIO e LUCIFERO, luce e buio, spirito e materia, bene e male.
● Lucifero è al centro della terra, al centro dell'universo;
● Dio è nell'empireo: il più esterno dei cieli e sede dei beati, che consiste di “luce intellettual piena
d'amore” ovvero che DIO si manifesta come forza fisica ed etica a base di luce e amore [claritas e
caritas].

Il sistema del contrappasso


Alle pene punite nell'inferno ed espiare in Purgatorio sono associate le pene secondo la legge del
contrappasso.
= è un principio che regola la pena che colpisce i rei mediante il contrario della loro colpa o per
analogia a essa;
La lingua
Uno studio condotto dal linguista Tullio de Mauro ha rilevato che il 15% dei vocaboli del lessico italiano di più
alta frequenza è stato nell'uso da Dante Alighieri.
Nella Divina Commedia è usato il volgare, non quello illustre ma quello fiorentino. Presenti arcaismi, latinismi,
provenzalismi, neologismi e parole prese dal linguaggio familiare.

Lo stile e il metro
Lo stile varia, oscillando tra linguaggio quotidiano e il tecnicismo filosofico, la satira e la solenne preghiera.
Il metro usato è la terzina incatenata, un'invenzione dantesca per cui il secondo verso della terzina precedente
rima col primo e col terzo della successiva. Una rima incatenata (inventata ABA, BCB, CDC….
● Il numero 3 è il simbolo della trinità;
● 3 cantiche, inferno, purgatorio e paradiso
● 100 canti, di cui il primo funge da proemio (introduzione)

Il purgatorio è collocato agli antipodi di Gerusalemme sulle pendici di una montagna altissima alla cui sommità
si trova l'Eden.
Questa montagna è divisa in due parti: antipurgatorio e purgatorio;

1. L'antipurgatorio
Formato da due balze nelle quali si trovano coloro che devono aspettare un
certo numero di anni prima di iniziare ad espiare e sono morti scomunicati
e quelli che morirono di morte violenta. (Manfredi, canto III)
Oltre alle balze c'è una valletta in cui attendono, il proprio turno di penitenza,
i principi che per seguire il proprio dovere terreno trascurano i sudditi o se stessi.
Es. (Carlo d'Angiò e Corrado Malaspina)

2. Il purgatorio
Diviso in 7 cornici successive, ciascuna più in alto della precedente. Nel IX canto Dante varcherà la porta del
purgatorio e un angelo gli incide sulla fronte 7 P, che verranno cancellate man mano che supererà le varie
balze per innalzarsi al paradiso.
I cornice
Qui Dante e Virgilio incontrano le schiere dei superbi, coloro che amarono il male
degli altri, le cui anime camminano rannicchiate sotto macigni che le schiacciano.
Iniziano con X-XII canti, e qui la prima P viene cancellata dalla fronte di Dante.

IV cornice
Arriva alla quarta cornice che è sera e qui viene spiegata da Virgilio che è una
cornice destinata agli accidiosi, che espiano la propria colpa correndo e incitando i propri compagni a non essere
pigri.
Partono dal canto XVII - XIX, anche qui la seconda P viene cancellata.

V cornice
Qui si trovano gli avari e i prodighi. Tra questi troviamo papa Adriano V, Ugo Capeto e il poeta latino Stazio
(incontra nel XXI).
Canto XIX - XXII.

VI cornice
Qui si trovano i golosi: anime magre e consunte dalla fame. L'angelo della Temperanza cancella anche la sesta P
che simboleggia i peccati di gola. Canto XXII - XXV.

VII cornice
I lussuriosi espiano le proprie pene - le loro anime camminano sull'orlo di un precipizio a fianco di un enorme rogo.
Qui Dante viene invitato dall'angelo della castità a passare attraverso il fuoco e l'ultima P vien cancellata dalla sua
fronte e sempre qui incontra Beatrice. Canto XXV - XXVII.

Virgilio guida Dante nella visita dell'Eden, e qui in un bosco pieno di fiori incontra una donna che danza e canta un
salmo: Matelda (canto XXVIII).
Dante la segue e gli viene incontro una processione simbolica in cui vi sono raffigurati i sette doni dello spirito
santo, i libri dell'antico testamento, gli evangelisti e la chiesa (canto XXIX)
Poi Virgilio scompare e all'interno di una nuvola fiori compare Beatrice (Canto XXX), Dante si trova immerso nelle
acque del fiume Lete (fiume dell'oblio) che lava via i ricordi dei propri peccati (XXXI) e Beatrice che gli fa bere
l'acqua del fiume Eunoè perché possano ricordare le buone azioni.

I canto spiaggia del purgatorio dove sbarcano le anime


Le prime quattro terzine: prologo con invocazione alle muse. Tra le muse è invocata Calliope, musa dell'epica che
aveva cantato di Proserpina (figlia di Cerere) che era stata rapita e condotta nell'Ade e aveva sconfitto la Pieride
che aveva inneggiato i giganti ribelli contro gli dei.
Le piche sono ragazze che sfidano le muse in una gara di canto, erano figlie di re di Tessaglia che loro sono state
trasformate da Calliope in gazze.
La poesia morta che risorge è la poesia che canta la resurrezione della morte, il ritorno alla speranza dopo il
passaggio nel regno tenebroso della morte spirituale.

Le quattro stelle , che dante vede le rappresenta come una costellazione allegorica e che rappresentano:
le 4 virtù cardinali:
● Prudenza
● Giustizia
● Fortezza
● Temperanza
Contrapposte alle 3 virtù teologali:
● Fede
● Speranza
● Carità

Quando Dante vede Catone si inginocchia (glielo dice Virgilio),


Espressione detta da Virgilio= captatio benevolentiae
CATONE
La sua funzione nel purgatorio è quella del custode. Lo indica come un veglio solo. È un vecchio solitario chiamato
Marco Porcio Catone Uticense, nato nel 95 a.C.
Fu difensore delle libertà repubblicane. Dopo la notizia della disfatta dell'armata anticesariana si uccise ad Utica.
Rappresentato come modello della virtù stoica, Dante ne parla nel convivio e nella monarchia, dove appunto
Catone è un esempio di vera libertà.
II canto
Angelo nocchiero= che trasporta le anime
Nell'inferno l'angelo è Caronte, chiamato Caron Dimonio.
Amico di Dante Casella, musicista fiorentino di difficile identificazione perché era un nome comune in Toscana
all'epoca. Amor che ne la mente mi ragiona è l'incipit, canzone stilnovista collocata in apertura della terza parte del
Convivio e dedicato ad una donna gentile= la filosofia/sapienza
Secondo Virgilio: il filosofo è l'amatore della sapienza

Vittorio Alfieri
Nasce il 16 gennaio del 1749 ad Asti, da una famiglia di nobili e ricca. Il padre è il conte di porta Emilia.
Dopo la morte del padre la madre si risposa con Carlo Giacinto Alfieri.
Scrive la sua autobiografia e racconta degli anni di infanzia descrivendo il suo carattere come i primi sintomi di un
carattere appassionato. Inoltre scrive della lontananza e mancanza della sorella.
Tra il 1758 - 66 viene mandato nella scuola militare di Torino e poi inizia a viaggiare (Francia, Russia, Spagna e i
paesi nordici) tra il 1767 - 72.

Si dedica ad una vita lussuosa e conduce una storia d'amore-odio della donna amata.
Nel 1775 scrive "Antonio e Cleopatra" la sua prima tragedia. Stufo della vita mondana inizia a studiare duramente,
studia i classici e soprattutto le vite parallele di Plutarco.
Nel 1777 incontra Luisa già sposata, contessa di Albani.
Nel 1778 spiemontizzarsi i beni alla sorella in cambio di una pensione vitalizia.

Inizialmente era pro- rivoluzione francese poi però cambia idea, poiché deluso e che la popolazione non riesca a
fare questa rivoluzione.
Gli ultimi anni della sua vita egli vive in solitudine finché nel 1803 muore improvvisamente, all'età di 53 anni.
Opere:
❏ Antonio e Cleopatra
❏ La piramide
❏ Il Saul
❏ Mirra
❏ L'autobiografia

Della tirannide (trattato politico)

Scritta nel 1776 e pubblicato nel 1789. Vi sono riferimenti a Machiavelli, Montesquieu e Plutarco. Divisa in due libri
con due sonetti che fanno da introduzione e conclusione.

● Il primo libro che si apre con la tirannia - tirannide.


La tirannia ha bisogno dell'appoggio della nobiltà, della chiesa e dell'esercito.
● Nel secondo libro analizza il rapporto uomo libero - tirannide.
- Suicidio
- Isolamento volontario
- Tirannicidio (uccidere il tiranno).
Tiranno identifica la legge con il suo arbitrio e la sua volontà, è crudele ma anche furbo, corrotto e sospettoso.
Secondo Alfieri ci sono due vie:
● Il suicidio, viene visto come atto di ribellione estrema contro il tiranno
● Il tirannicidio, gesto estremo.
Titani (titanismo)= giganti nella mitologia greca
Il singolo diventa un gigante studiando, con la conoscenza e diventando sempre più consapevole.

Il libero uomo è l'antagonista del tiranno che ha due soluzioni. Non si deve far corrompere

Del principe e delle lettere (trattato) parla del monarca

Secondo Alfieri monarca e intellettuale saranno sempre e solo nemici, perché il monarca condiziona la libertà
morale di tutti i sudditi.
● Il tiranno vuole i sudditi ciechi, ignoranti, avviliti ecc..

Lui (Alfieri)condanna:
● I letterati di corte definendoli come i "traditor delle lettere", in quanto colui che dovrebbe essere suo
nemico è colui che lo mantiene e lo aiuta.
● Arriva a criticare anche il mecenatismo (parola derivante da mecenate, il circolo di mecenate)
● poeti e scrittori che ne avevano beneficiato invece che difendere la propria libertà morale.
● Condanna anche il nuovo tipo di scrittore che rende la scrittura un mestiere e che diventa quindi schiavo
del gusto pubblico.

La soluzione di Alfieri è che lo scrittore deve essere uno scrittore socialmente ed economicamente indipendente,
inoltre deve scrivere per se stesso e non per piacere al pubblico e quindi per farsi promotore e sostenitore della
verità e della libertà.
Nel testo il poeta inarca l'idea di libertà e di assoluta indipendenza.

Le tragedie
Catarsi= purificazione del corpo ma soprattutto dell'anima.
Scrive 19 tragedie dal 1775, le trame sono tratte dalla storia greca, mitologica, latina ecc..
Le figure del tiranno e dell'eroe sono diverse ma allo stesso tempo simile, a causa del forte impulso di affermarsi -
Chiamato da Alfieri il "forte sentire".
Solitamente l'eroe rischia la vita per risvegliare la conoscenza del popolo.
Il saul tragedia delle cui vicende sono tratte dalla bibbia.

Armenti= il gregge (popolo)


Satelliti= quelli che stanno attorno al tiranno, nobiltà, religione e esercito

Giuseppe Parini
Più importante interprete del pensiero illuminista nella letteratura italiana.
Nasce a Bosisio (Como) nel 1729 sul lago di Pusiano. Appartenente ad una famiglia modesta, con il padre
mercante di seta.
Nel 1740 (a 10 anni) si trasferisce a Milano per l'eredità di una prozia in fin di vita e in cambio lui doveva studiare
per diventare prete/sacerdote.
Quindi a Milano oltre a studiare per diventare sacerdote, studia i classici e nel frattempo compone delle poesie di
RIPANO EUPILINO.
Viene ammesso all'accademia dei Trasformati nel 1752 (a capo della quale c'è Giuseppe Maria Imbonati legato a
Maria Teresa d'Austria madre di Maria Antonietta sorella di Giuseppe II, a favore della politica illuminista).
Nel 1754 prende parte degli ordini diventando un sacerdote e si impiega presso i duchi Serbelloni per 9
anni, come precettore= insegnante privato.

Opere:
● 1757, Dialogo sopra la nobiltà
Protagonisti: un nobile e un poeta morti che si ritrovano vicini di tomba.
In pratica il nobile vuole portare con se i suoi privilegi anche in tomba ma il poeta gli dice che sono morti e che ciò
che conta è il rispetto degli uni verso gli altri e che non c'è nessuna distinzione.
● 1761, Discorso sopra la poesia - Spiegazione del significato della poesia secondo
lui
1757/ 1766, Le odi politico-civili o "illuministiche"
● 1763, il mattino
● 1765, il mezzogiorno

Continua a lavorare come precettore per la famiglia Imbonati dal 1763-1668, viene nominato professore di
eloquenza nell'accademia delle belle arti nel 1773.
Nel 1799 muore a Milano.

Le odi
Sono 25 componimenti poetici scritti in diversi momenti della sua vita.
Nel 1757 scrive la vita rustica;
Nel 1759 scrive la salubrità dell'aria;
Pubblicate prima singolarmente e poi raccolte in un volume una prima volta nel 1791 e poi 1795.
Affronta temi attuali.

La salubrità dell'aria:
Viene scritta su un tema proposto dall accademia dei Trasformati.
I proprietari terrieri investono soldi nelle risaie (più redditizie) e marcite (campi allagati, per far crescere più erba
da foraggio per gli animali - presenti però zanzare, malattie, cattivo odore ecc..) -> arrivando fino alla città di
Milano.
Le prime quattro strofe presentano degli elogi verso la campagna. Vista come un eden

IL RAPPORTO PARINI - L'ILLUMINISMO


Vive appieno la rivoluzione francese, (morte nel 17999).
Inizialmente accoglie la rivoluzione con speranza ma in seguito all'ultimo periodo denominato "il periodo
del terrore" si allontana a causa degli eccessi del regime del terrore/dittatura.
Nel 1796 i francesi entrano a Milano e lui entra a far parte dell'amministrazione comunale, poi però viene
allontanato e a causa dell'età e delle condizioni di salute si ritira dalla vita pubblica.

Nel 1799 gli austriaci tornano a Milano e scatenano una repressione contro coloro che hanno collaborato
con i francesi.
Parini però viene risparmiato poiché fa parte dell'intellettualità illuministica e riformatrice= quindi lui
collabora con il potere (governo) per il bene comune, migliorare la società e per diffondere nuove idee.

Rapporto con l'illuminismo francese


Ritiene che le teorie libertine dei filosofi francesi siano pericolosi per la convivenza sociale degli uomini
per la salute della loro anima, poiché:
● Da un lato respinge le posizioni antireligiose degli illuministi, nonostante creda nella religione;
● Dall'altro accoglie i loro principi egualitari;

L'illuminismo lombardo
Ruota attorno alla rivista del caffè (fondata dai fratelli Verri) e all'accademia dei pugni.
Parini non condivide molti aspetti:
1. Sul piano culturale non condivide il cosmopolitismo lombardo nei confronti dei francesi illuministi;
poiché ha paura che la cultura francese possa snaturare/cambiare/influenzare i caratteri della
letteratura/cultura italiana. E quindi compromettere la purezza della lingua con l'introduzione di
francesismi.
2. Sul piano linguistico, il classicismo tradizionale viene allontanato dai illuministi. La dichiarazione
più sintetica di Parini su cosa sia la letteratura si trova sulla "La salubrità dell'aria".
Lui è vicino alle teorie della scuola fisiocratica, corrente di pensiero che vedeva l'agricoltura come la vera
fonte di ricchezza delle nazioni e quindi le fondamenta della moralità pubblica.

Il commercio nel mondo classico viene visto come qualcosa di negativo, poiché provoca la corruzione dei
costumi e la decadenza della civiltà.

PARINI E LA NOBILTÀ'
Lui critica la classe aristocratica, la giudica come una classe vuota, improduttiva e oziosa.
1. Sul piano economico: secondo lui i nobili sperperano i soldi che derivano dalle loro rendite, (dal
lavoro altrui). Quindi non lavorano per la ricchezza comune.
2. Sul piano civile impiegano tempo ed energie per la ricerca del piacere e non aspirano invece a
ricoprire cariche che siano utili al bene pubblico.
3. Sul piano intellettuale non si dedicano allo studio che può servire all'avanzamento della cultura e
della conoscenza.

Non è ostile alla nobiltà ma alla sua degenerazione.


Ciò si evince dal dialogo sopra la nobiltà - affermando che l'aristocrazia ha avuto origine dalla violenza e
dalla rapina ma che nelle epoche passate ha avuto una sua funzione.
Perché inizialmente assumeva incarichi pubblici (magistratura) o andava in campo di battaglia, mentre
l'aristocrazia di ora no.
Non auspica all'eliminazione della classe aristocratica ma alla sua rieducazione - perciò lui è un moderato
riformista.

Con la religione
Lui è ostile ad ogni forma di fanatismo religioso (estremismo religioso) = contro l'oscurantismo degli
ecclesiastici.
Infatti lui condanna le guerre di religione e i disumani roghi di ebrei ed eretici.
Parini crede fortemente alla religione, la considera
● Un freno allo scatenarsi delle passioni umane
● Sono importanti per la convivenza civile
● Come religiosità intima

Il giorno
È un poema satirico in endecasillabi sciolti.
Argomento trattato: descrizione della giornata di un "giovin signore" della nobiltà milanese.
Scritto con l'obiettivo dell'insegnamento e la divulgazione di nuove idee e valori e conoscenze, che si
perderà in seguito con l'introduzione della sera.
Rappresenta satiricamente la vita quotidiana dell'aristocrazia milanese settecentesca.

Il poema è più descrittivo che narrativo, ogni azione del signore viene descritta minuziosamente e ciò è
utile poiché dà al lettore l'idea del vuoto della vita del signore.

Il discorso è impostato in chiave ironica e si fonda su l'ANTIFRASI


=figura con cui si afferma il contrario di ciò che si vuole far intendere.
Ciò che vuol far capire Parini è che la vita degli aristocratici è inutile poiché non lavora, è una classe
oziosa e improduttiva. Non si dedicano a nulla che possa essere utile al bene comune.

Lo strumento principale dell'opera è l'IRONIA, ad es il linguaggio epico ed eroico usato per scelte banali.
Nonostante la critica lui spera in una riforma all'interno dell'aristocrazia.

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