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DANTE ALIGHIERI

Dante è nato a Firenze nel 1265 da Alaghiero il Giovane e Bella degli Abati. Nonostante la
famiglia di Dante non facesse parte dei “magnati” veniva considerata un membro della
piccola nobiltà urbana decaduta.
Dante durante la giovane età apprende l’arte retorica da Brunetto Latinini e poi nel 1287 si
reca a Bologna e perfeziona la sua formazione retorica e letteraria.
A partire dagli anni Novanta approfondisce gli studi di filosofia e teologia frequentando le
scuole religiose di Firenze.
Riguardo alla vita privata di Dante si conosce l’accordo matrimoniale tra la famiglia Alighieri
e quella dei Donati. Il matrimonio di Dante con Gemma Donati si celebrò tra il 1283 e il 1285.
L’evento più importante della giovinezza di Dante è l’incontro con Beatrice avvenuto nella
primavera del 1274 quando Dante aveva nove anni. Ci fu poi un secondo incontro nel 1283
dopo nove anni dove Beatrice concede il saluto a Dante. L’amore di Dante per Beatrice dura
fino al 1290, anno della morte di Beatrice.
Dante inizia a partecipare alla vita pubblica della sua città tra il 1289 e il 1300.nel 1289
partecipa alla battaglia di Palladino dove i ghibellini di Arezzo vengono sconfitti da Firenze.
Dante nel 1293 si iscrive alla corporazione dei Medici e degli Speziali cominciando così a far
parte del consiglio dei Trenta e poi nel consiglio dei cento.
Durante l’estate del 1300 Dante viene eletto fra i sei priori dove è costretto a esiliare i
cittadini più faziosi tra cui Corso Donati e Guido Cavalcanti. Dante verrà condannato il 10
marzo 1302 quando si trovava lontano da Firenze. Dante allora, costretto ad allontanarsi da
Firenze, cerca ospitalità prima a Verona, da Bartolomeo della Scala, poi a Treviso e poi di
nuovo in Toscana, presso i Malaspina. Tra il 1304 e il 1308, anno in cui viene eletto
imperatore a rigo settimo, Dante compone due trattati, il convivio e il de vulgari eloquentia
(entrambe incompiute).
Nel 1313 Dante ritorna a Verona dove rifiuta l’opportunità offerta dal governo di Firenze di
rientrare in patria. Tra il 1318 e il 1321 si sposta a Ravenna dove completa il Paradiso.
Dante morì tra il 13 e il 14 settembre del 1321 a Ravenna.

LA VITA NOVA

La vita Nova è un racconto autobiografico che parla principalmente dell’amore del


protagonista per Beatrice(Bice Portinari), morta l’8 giugno del 1290. L’opera però non si
conclude con la morte di Beatrice ma continua parlando della reazione e dei sentimenti
dell’autore. La figura di Beatrice inizia a diventare una presenza centrale della scrittura
dantesca. Le vicende della vita Nova possono essere divise in tre nuclei narrativi:
l’innamoramento di Dante, la poesia in lode di Beatrice, la crisi del poeta dopo la morte di lei.

LE RIME

Le rime sono una raccolta di testi disposti secondo l’ordine in cui si trovano nei manoscritti
più autorevoli. Ciò che accomuna i testi è la sperimentazione come se Dante, durante la
stesura di questi testi, si sia messo continuamente alla prova utilizzando o meno i modelli
della tradizione.
Una testimonianza della sperimentazione presente nelle rime sono i sonetti della tensione
poetica con Forese Donati, fratello di Corso Donati (capo dei guelfi neri).in questa tensione
poetica ci sono delle caratteristiche della poesia comico realistica a causa dell’esagerazione
dei toni e dell’aggressività dello stile.

IL CONVIVIO

Il convivio è un trattato che assume l’immagine del banchetto come metafora del desiderio di
conoscere connaturato nell’uomo e della diffusione del sapere. Da ciò nasce anche la scelta
del volgare come lingua in cui discutere tematiche filosofiche e morali. Inizialmente il
progetto di Dante era quello di scrivere quindici trattati (uno introduttivo e gli altri quattordici
di commento ad altre canzoni che trattavano argomenti di tipo filosofico e morale.

DE VULGARI ELOQUENTIA

Il De vulgari eloquentia è un trattato che aveva lo scopo di difendere il volgare dai “litterati”,
Dante infatti lo dovette scrivere nella loro lingua ossia il latino. Il De vulgari eloquentia
doveva essere diviso in quattro libri ma non è mai stato completato e si interrompe al
capitolo XIV del II libro.
Nel primo libro, unico che è riuscito a completare, Dante fa una distinzione tra lingua volgare
e la “gramatica”, descrivendo la prima come lingua naturale e la seconda come una lingua
secondaria appresa grazie allo studio.

DE MONARCHIA

Il de monarchia è un trattato in tre libri, scritto in latino. Il tema principale principale del
trattato è la necessità dell’impero universale a garanzia della pace e della giustizia. Dante
sostiene la sua tesi attraverso delle dimostrazioni parlate sull’autorità degli antichi e delle
sacre scritture. A queste è sottesa una visione dell’uomo e dell’universo che giustifica
l’esistenza dell’impero nato a causa di un’esigenza dell’essere umano ossia quella di essere
indirizzata da una guida alla conquista della felicità sulla terra e della felicità eterna. Il fine
dell’uomo è la perfezione nella conoscenza e la condizione per il raggiungimento è la pace
sulla terra. La pace presuppone però una sola autorità ossia una monarchia universale
come l’impero.

LA COMMEDIA-L’INFERNO

La commedia fu realizzata nel momento in cui i due poteri universali, papato e impero, erano
in declino. l’opera di Dante rappresenta esattamente questa crisi, il poeta tenta di opporsi al
rinnovamento civile e alla conversione morale e spirituale. Il viaggio mondo è un richiamo ai
valori evangelici per costituire una società più giusta. la Divina Commedia è suddivisa in tre
cantiche: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Le cantiche sono suddivise in canti formati da
terzine e strofe di tre versi endecasillabi. L’Inferno è composto da 34 canti, il Purgatorio e il
Paradiso da 33 canti. il primo canto dell’inferno è una sorta di introduzione all’intera opera
dove Dante presenta la sua situazione di smarrimento morale e fa un viaggio che dal
peccato lo condurrà alla contemplazione di Dio. Proprio perché il primo canto dell’inferno
svolge la funzione di introduzione risulta che è composto da 33 canti. I riferimenti numerici
sono intrecciati con il significato dell’opera infatti al numero tre è collegato un riferimento alla
trinità. Divina Commedia il protagonista svolge la funzione da poeta sia quella da
personaggio infatti il Dante agens è colui che compie il viaggio e il Dante auctor è colui che
ha il compito di fare la missione e di riferirla ai suoi contemporanei.

INFERNO I

nel primo canto dell’inferno viene presentato Dante e il luogo in cui si trovava, ossia la selva,
che rappresentava il peccato. Dante in mezzo a questa selva stava cercando di risalire un
monte dove però la sua strada viene fermata da tre fiere: una lonza, un leone e una lupa,
che rispettivamente rappresentano la lussuria, la superbia e l'avarizia. Mentre il protagonista
stava scendendo dal colle intravede la figura di Virgilio che rappresenterà la sua guida per
gran parte del percorso.

INFERNO II

Nel secondo canto Dante confessa a Virgilio le sue incertezze temendo di non essere
all’altezza di questo viaggio.quest’ultimo viene rimproverato da Virgilio e gli viene raccontato
per quale motivo è stato aiutato, cioè grazie a Beatrice che ha chiesto a Virgilio di andare ad
aiutare Dante. In questo canto inoltre compaiono le tre donne benedette: Beatrice, Santa
Lucia e la vergine Maria. Questi tre rappresentano le tre forme di grazia divina: Maria è la
grazia preveniente, Santa Lucia è la grazia illuminante e Beatrice è la grazia santificante.

INFERNO III

il terzo canto dell’inferno si svolge nell’antinferno popolato dagli ignavi ossia coloro che nella
vita non sono stati in grado di prendere decisioni. Questo è il luogo che precede l’inferno.
Qui canto Dante si imbatte con i dannati sulla riva dell'Acheronte che devono ancora essere
trasportati verso il vero e proprio inferno. A trasportare queste anime è Caronte che, appena
si accorge della presenza di Dante, gli chiede cosa ci facesse lì facendogli capire che
l’inferno non sarà il luogo in cui starà dopo la vita terrena.

INFERNO V

Nel quinto canto dell’inferno Dante e Virgilio si trovano nel secondo cerchio, quello dei
lussuriosi, dove incontrano Minosse che giudica le colpe delle anime e indica con gli
avvolgimenti della sua coda il numero del cerchio in cui ogni anima deve andare. In questo
cerchio Dante incontra Paolo e Francesco morti a causa di un traditore. Dante in questo
canto chiede ai due innamorati di raccontargli la loro storia e alla fine del racconto Dante
sviene sopraffatto dalla pietà e cade a terra.

INFERNO VI

Nel sesto canto Dante si trova nel terzo cerchio, quello dei golosi, qui incontra Cerbero un
mostro con tre teste con la funzione di guardia del girone che si avventa contro Dante, ma
viene fermato in tempo da Virgilio. In questo cerchio i due incontrano Ciacco che profetizza
la guerra civile e l’esilio di uno dei due partiti. Dopo aver parlato con Dante, Ciacco cade a
terra e Virgilio spiega a Dante che Ciacco non si alzerà fino al giorno del giudizio universale.

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