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L’ETA’ CLASSICA

I fondamenti della societa contemporanea

MOTIVAZIONE
Ho scelto questo argomento perché sin da piccolo ho letto con passione
miti greci e romani, trovandoli molto interessanti per la loro
rappresentazione fantastica di cose ed eventi.
I greci e i latini hanno inventato tutto: la poesia, il teatro, la democrazia, la
matematica ecc… insomma l’intera struttura del sapere, l’intero impianto
della nostra società occidentale ha il suo fondamento nell’età classica.
La parola latina “Classicus” indicava quegli scrittori dell’età augustea
degni di essere presi a modello per la loro importanza e questo dimostra la
centralità del mondo classico come esempio e modello per tutte le epoche

INTRODUZIONE
L’età classica ha raggiunto livelli di conoscenza nella filosofia, nella
matematica, nelle scienze e in tutti i campi del sapere grazie ad una
spiccata capacità di analisi del reale. In questa età sono stati conquistati
valori nuovi, prima sconosciuti e rimasti poi essenziali nella storia
dell'umanità: equilibrio, armonia, ordine e proporzione sono diventati i
canoni che delinearono un ideale di bellezza e di "perfezione formale".
Il sapere era però limitato e con questa consapevolezza gli antichi
rappresentavano le loro conoscenze sotto forma di mito. La capacità del
mito greco è stata quella di contenere e di sprigionare energie
potentissime, aventi la capacità di creare e di distruggere, di conservare e
di trasformare ogni tipo di rappresentazione del mondo. Il mito insieme al
simbolo sono delle forme di conoscenza che investono la totalità della
realtà naturale e umana.
Come affermava William Shakespeare “noi siamo della stessa sostanza di
cui sono fatti i sogni e la nostra breve vita è circondata da un sonno.”
Anche il mito è fatto della stessa sostanza dei sogni e sfida con
disinvoltura le barriere del tempo, dei luoghi e della storia. Laddove la
ragione e la conoscenza non riuscivano a spiegare, interveniva il mito
misto di realtà e sogno.
Fermandoci a riflettere ci accorgiamo che il mito è un momento di
incontro tra la sfera dell’irrazionale e quella del razionale, laddove il
termine “mito” significa anche parola così come il termine “logos”
(termine usato dagli antichi per indicare la parola di Dio o il sapere
razionale per eccellenza).
All’origine di ogni cosa c’è un mito e alle origini del mito ci sta il pensiero
immaginifico impregnato dal razionale che sostituisce il limite della
conoscenza con la favola.
In principio fu il mito proprio perché e stato il più importante strumento di
comunicazione e di elaborazione del pensiero prima della conoscenza. E
non a caso Omero, il “padre” dell’Iliade e dell’Odissea, rende con le sue
opere il mito immortale fondando così la letteratura occidentale moderna.

RELIGIONE
DIFFERENZA FRA DIO BIBLICO E DEI GRECI

Noi usiamo la stessa parola quando parliamo di Dio biblico e di dio greco,
ma sono molto diversi.
La differenza più notevole è il fatto che gli Dei greci si comportano come
umani, hanno emozioni, sono viziati come se fossero "semplice" nobiltà.
Mentre il Dio biblico è unico e indivisibile, superiore a ogni tipo di
emozione umana, una entra nella vita dell’uomo e la trasforma.
Forse la cosa più vicina al Dio biblico nella mitologia sono gli dei
primordiali: "Dunque, per primo fu il Chaos, e poi Gaia dall'ampio petto,
sede sicura per sempre di tutti gli immortali che tengono le vette
dell'Olimpo nevoso, e Tartaro nebbioso nei recessi della terra dalle ampie
strade, e poi Eros, il più bello fra gli Dei immortali, che rompe le membra,
e di tutti gli Dei e di tutti gli uomini doma nel petto il cuore e il saggio
consiglio".

ITALIANO
Quasimodo, Alle fronde dei salici

Edoardo Sanguineti deva di Quasimodo “Il suo più vero contributo


originale alla poesia del nostro secolo non è da riconoscersi nella
produzione creativa, ma nelle traduzioni dai Lirici greci, che sono uno
dei documenti più significativi dell’intera stagione ermetica”

Salvatore Quasimodo nasce nel 1901 a Modica, figlio di un capostazione


trascorre l’infanzia in vari paesi siciliani per seguire il padre. Dopo essersi
diplomato al geometra (anche se ha studiato greco e latino da un
insegnante privato) trova lavoro al Genio Civile.
Durante un viaggio a Firenze, il cognato Elio Vittorini lo presenta ad un
gruppo di scrittori ed è così che si avvicina ai poeti ermetici, ma durante la
II guerra mondiale assume una posizione per il sociale e si allontana dalla
poesia ermetica e la poesia per lui diventa testimonianza civile.
Negli anni della guerra e del dopoguerra, iniziò l’intensa attività di
traduttore; tradusse dal greco e dal latino, ma anche Teatro francese ed
inglese: la versione dei Lirici Greci è forse la sua opera più letta in Italia.
Nel 1959 riceve il premio Nobel per la letteratura e muore a Napoli nel
1968
Alle fronde dei salici
E
come potevano noi cantare
con
il piede straniero sopra il cuore,
fra
i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba
dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello
dei fanciulli, all’urlo nero
della
madre che andava incontro al figlio
crocifisso
sul palo del telegrafo?
Alle
fronde dei salici, per voto,
anche
le nostre cetre erano appese,
oscillavano
lievi al triste vento.
Il testo è tratto da “Giorno dopo giorno” la raccolta che segna
l’allontanamento di Quasimodo dalla poesia ermetica e si avvicina alla
poesia impegnata nel sociale nella quale si sente partecipe della sofferenza
di tutti gli uomini.

Analisi tematica:
La lirica prende spunto dal salmo 136 della Bibbia che esprime il dolore
degli ebrei durante la schiavitù in Babilonia e come gli ebrei non potevano
suonare il loro canto a Dio la poesia non può che tacere davanti alle
atrocità della guerra che non risparmia nessuno (il lamento d’agnello dei
fanciulli) e separa le famiglie (all’urlo nero della madre che andava
incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo).
Dunque, il silenzio della parola poetica è segno di pietà e di rispetto per
chi soffre, il voto che ha fatto con Dio lo fa rinunciare al canto in segno di
protesta, il gesto di appendere le cetre ai salici simboleggia
l'allontanamento di Quasimodo dalla lirica pura per avvicinarsi alla poesia
corale.
Analisi sintattica:
La lirica è costituita da due periodi: il primo è una lunga
riflessione/domanda sul ruolo della poesia in un mondo oppresso dalla
guerra mentre gli ultimi tre versi sono la risposta alla prima parte ed è una
risposta che sancisce l'inutilità della poesia quando la rabbia prevale sulla
ragione.
La lirica inizia con “E come” che fa capire che la domanda è la
conclusione di una lunga riflessione. Infatti l’uso dell’imperfetto ci fa
capire che la situazione descritta precedentemente è successa nel passato e
quindi ne indica il superamento e la rinascita del canto poetico.
Questa lirica è l’esempio principale del passaggio di Quasimodo dalla
poesia ermetica alla poesia sociale e impegnata e lo prova l'uso del plurale
coreutico, la sintassi è più colloquiale e il lessico è più semplice anche se
si vedono ancora i segni della poesia ermetica dalle figure retoriche piene
di significato come: “l’erba dura di ghiaccio” che indica il raggelare di
tutti i sentimenti grazie alla guerra.
Ancora più drammatico è “l’urlo nero della madre che andava incontro al
figlio crocifisso sul palo del telegrafo” l’esecuzione dell’uomo forse un
partigiano viene paragonata all’uccisione di Cristo e la madre che gli va
incontro rappresenta Maria ai piedi della croce, ma l’espressione più
drammatica è “l’urlo nero della madre” che crea una forte sinestesia dove
nero significa funebre e il lettore si immagina una bocca spalancata nera e
contorta come “L’urlo di Munch”.
E infine dopo tanta tensione negli ultimi tre versi all’urlo si sostituisce il
silenzio e le cetre sui salici rappresentano l'inutilità della poesia.
La lirica è piena di riferimenti religiosi ma anche riferimenti classici.
La cetra è il simbolo della lirica classica greca, l’albero del salice che
rappresenta il dolore perché è legato al mito di Fetonte: la versione di
Ovidio racconta che Fetonte era il figlio di Elio e fu sfidato da Epafo per
poter provare la sua discendenza divina così andò dal padre all’estremo
est per incontrare il padre, e gli fu dato il permesso di guidare il carro del
sole per provare la sua discendenza divina.
Però si dimostrò inesperto nel guidare i cavalli di Elio e così perse il
controllo e avvicinandosi troppo alla Terra ne asciugò i fiumi, bruciò le
foreste e incendiò il suolo, tanto che l’Africa divenne deserta e la pelle
degli etiopi (per etiopi si intendono gli abitanti dell’africa settentrionale) si
colorò di nero.
Zeus sconvolto dalla distruzione, colpì il carro con un fulmine e fece
cadere Fetonte nelle acque del fiume Eridano dove annegò e fu pianto
dalle sorelle Eliadi che dalla disperazione si trasformarono in salici e le
loro lacrime si trasformarono in ambra

MUSICA
L’Orfeo di Monteverdi
L'Orfeo è un’opera di Claudio Monteverdi basata sul mito greco di Orfeo.
Parla della discesa del poeta nell'Ade, e del suo tentativo fallito di riportare
la defunta sposa Euridice in vita. Composta nel 1607, per essere eseguita
alla corte di Mantova nel periodo di carnevale, L'Orfeo è uno dei più
antichi Drammi per musica a essere tuttora rappresentati regolarmente.
Personaggi:
La Musica (soprano)
Una Ninfa (soprano)
Orfeo (tenore)
Euridice (soprano)·
La Messaggera (soprano)·
La Speranza (soprano)
Caronte (basso)
Proserpina (soprano)
Plutone (basso)
Apollo (tenore)
Eco (tenore)
Ninfe e pastori (soprani, tenori, bassi)
Spiriti infernali (tenori, bassi)
TRAMA
Prologo: La Musica, tenendo in mano la sua cetra d’oro, saluta i principi
Gonzaga e introduce la storia di Orfeo, chiaro esempio della forza che la
musica sa esercitare su tutte le cose, comprese le bestie feroci e gli spiriti
infernali.
Atto primo: In un ameno scenario bucolico un pastore narra di Orfeo, e di
come abbia finalmente raggiunto la felicità amando, corrisposto, Euridice.
Il pastore invita gli amici a cantare con lui la gioia di Orfeo, chiedendo alle
Muse di unirsi al canto. Si dà poi inizio al balletto “Lasciate i monti”, nel
quale intervengono anche Orfeo ed Euridice; quindi i due amanti si
incamminano verso il tempio per rendere grazie agli dei, mentre il coro
ricorda, nella presente felicità, le passate sofferenze di Orfeo.
Atto secondo:
Orfeo rammenta il dolore di quando la sua passione amorosa non era
corrisposta da Euridice. E quando Orfeo è riuscito con il suo canto ad
ammaliare selve e pastori, compare la Messaggera, che racconta la tragica
ed improvvisa morte di Euridice. Orfeo alza quindi uno straziante lamento,
cui si uniscono ninfe e pastori.
Atto terzo:
Orfeo arriva alle rive del fiume Stige accompagnato da Speranza, che qui
lo abbandona alla sua temeraria impresa. Caronte, malgrado le
implorazioni, non gli concede il passaggio all’altra sponda; Orfeo potrà
attraversare il fiume solo quando l’infernale nocchiero si addormenterà.
Atto quarto:
Proserpina intercede con Plutone perché acconsenta alla restituzione di
Euridice allo sfortunato cantore. Plutone infine cede, ma a patto che Orfeo
conduca Euridice fuori dall’inferno senza guardarla. Il coro inneggia alla
vittoria di amore sulle rigide regole infernali, quando appare Orfeo seguito
da Euridice. Ma Orfeo, spinto dal desiderio e dall’amore e nel timore che
lei non lo segua, si gira a guardare l’amata. I due vengono separati con
grande strazio: Euridice scompare nelle tenebre, Orfeo viene spinto verso
la luce.
Atto quinto: Si ritorna alla scena pastorale dell’inizio. Orfeo vaga per i
boschi lamentando la perdita di Euridice. Al suo dolore partecipano le
selve e la ninfa Eco. Infine, Orfeo scaglia un feroce anatema contro le
donne: più nessuna sarà degna del suo amore. Apollo scende su una nube
per recare conforto al figlio e l’invita a deporre lo sdegno e a seguirlo in
cielo. Apollo e Orfeo salgono al cielo cantando.
.

STORIA e EDUCAZIONE CIVICA


LA NASCITA DELLA REPUBBLICA
Le città greche sono le prime di cui abbiamo notizia ad aver concentrato
l'attenzione sul processo deliberativo. Essi crearono e perfezionarono le
tecniche per l'esercizio del potere decisionale in ambito pubblico,
utilizzando la persuasione ottenuta con argomentazioni razionali. I Greci
inventarono la politica e il pensiero politico. Il loro primato nella storia del
pensiero politico e sociale occidentale si evince dal fatto che tutte le parole
e i concetti più importanti della teoria politica derivano dal linguaggio
greco.
Tuttavia, parole di origine greca come "politica", "democrazia" e
"tirannide" avevano per loro significati assai diversi da quelli attuali: lo
scopo della politica era far emergere la volontà generale dell'azione, non
elaborare una teoria della sovranità. La comunità (koinonia) era tutto, i
sistemi politici greci avevano il compito di subordinare il gruppo alla
comunità. Lo scopo ultimo della politica era di conseguire "il bel vivere",
che aveva a che fare con il riposo o l'attività.
Ad Atene tutti i cittadini al compimento dei 18 anni giuravano sulla
Costituzione, impegnandosi a difendere la patria ed a obbedire alle leggi.
Ma non tutti gli abitanti erano cittadini né ad Atene né nel resto della
Grecia, il godimento dei pieni diritti politici spettava solo ai figli maschi
adulti di status libero che erano considerati politai, ossia in possesso del
diritto di cittadinanza in base a diversi criteri. Dal godimento dei pieni
diritti erano escluse le donne (ma non a Sparta), gli stranieri residenti liberi
e gli schiavi.
Oggi la repubblica è una forma di Stato, in cui la sovranità viene esercitata
dal popolo secondo forme stabilite dal sistema politico che, nei sistemi
repubblicani moderni, prevede una costituzione scritta. La Repubblica
Italiana nacque il 2 giugno 1946 in seguito ai risultati del referendum
istituzionale per decidere la forma di governo tra repubblica o
monarchia dopo la fine della II guerra mondiale, ed è stata la prima
votazione a suffragio universale in Italia. I risultati furono proclamati il 10
giugno 1946 con 12.717.923 cittadini favorevoli alla repubblica e 10.719.
284 per la monarchia.
Quel giorno insieme alla scelta per la forma di governo sono stati scelti i
componenti dell’Assemblea costituente che avrebbe scritto la Costituzione.
I partiti che ne hanno fatto parte erano per lo più i partiti che avevano
preso parte alla resistenza e sono:
Democratico Cristiano, PSI, PCI, Fronte Liberale Democratico dell’Uomo
Qualunque, Unione Democratica Nazionale, Repubblicano, Blocco
Nazionale della Libertà, Autonomista, Democrazia del Lavoro,
Socialdemocratico, Liberale e Unione Nazionale per un totale di 556 seggi.
Nell’Assemblea costituente c’erano tante scuole di pensiero e ideologie
diverse, e il risultato finale ne è una prova, ma tutte erano contro la
creazione e le ideologie del partito fascista, questo si vede nella
disposizione transitoria finale n. XII:” È vietata la riorganizzazione, sotto
qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”.
È stata eletta anche la “Commissione per la Costituzione” composta da 75
membri, presieduta da Meuccio Ruini, incaricata di scrivere il progetto
generale della costituzione.
La Commissione si suddivise a sua volta in tre sottocommissioni:
1. diritti e doveri dei cittadini, presieduta da Umberto Tupini
(DC);
2. organizzazione costituzionale dello Stato, presieduta da
Umberto Terracini (PCI);
3. rapporti economici e sociali, presieduta da Gustavo Ghidini
(PSI).
In seguito, è stato creato il comitato dei diciotto che si occupò di redigere
la Costituzione, coordinando i lavori delle tre commissioni. La
Commissione dei 75 terminò i suoi lavori il 12 gennaio 1947 e il 4 marzo
cominciò il dibattito in aula del testo.
Il testo finale della Costituzione fu definitivamente approvato il 22
Dicembre e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 27 Dicembre 1947 ed è
entrata in vigore il primo Gennaio del 1948.
La Costituzione italiana si compone di:

 139 articoli che contengono le norme della carta costituzionale;


 18 disposizioni transitorie e finali con una numerazione separata e
che hanno avuto lo scopo di regolare il passaggio dal vecchio
ordinamento monarchico al nuovo ordinamento repubblicano.

Ed è così strutturata:

 i primi 12 articoli rappresentano un preambolo e disciplinano i


principi fondamentali, cioè i principi che ispirano la Costituzione
italiana;
 i restanti articoli sono divisi in due parti:
o la prima parte regola i diritti e i doveri dei cittadini. Questa
parte comprende gli articoli dal 13 al 54. Qui vengono
disciplinati i rapporti tra lo Stato e i cittadini;
o la seconda parte regola l'ordinamento della Repubblica.
Questa parte comprende gli articoli dal 55 al 139. Qui viene
disciplinata la composizione degli organi dello Stato ed i loro
compiti;
 infine vi sono le disposizioni transitorie e finali composte da 18
articoli che sono servite a regolare il passaggio dalla monarchia alla
Repubblica e a vietare la riorganizzazione del disciolto Partito
fascista.

Le due parti di cui si compone la Costituzione sono divise in Titoli.


La prima parte, si divide in quattro titoli:

 Titolo I - rapporti civili (articoli da 13 a 28);


 Titolo II - rapporti etico-sociali (articoli da 29 a 34);
 Titolo III - rapporti economici (articoli da 35 a 47);
 Titolo IV - rapporti politici (articoli da 48 a 54).

La seconda parte, si divide in sei titoli:

 Titolo I: il Parlamento (articoli da 55 a 82);


 Titolo II: il Presidente della Repubblica (articoli da 83 a 91);
 Titolo III: il Governo (articoli da 92 a 100);
 Titolo IV: la Magistratura (articoli da 101 a 113);
 Titolo V: le Regioni, le Province, i Comuni (articoli da 114 a 133);
 Titolo VI: le garanzie costituzionali (articoli da 134 a 139).

Matematica
Grafico dei risultati delle elezioni del 2 giugno 1946:
GEOGRAFIA
Africa settentrionale e l’ulivo
La presenza dei Greci nell'Africa settentrionale in età arcaica, documentata
dalle fonti letterarie antiche e dai rinvenimenti archeologici, ha modalità e
caratteristiche differenti a seconda delle aree: sulla costa nord-occidentale
colonizzata dai Fenici, in particolare a Cartagine, si delinea come una
frequentazione commerciale, diretta o tramite intermediari; in Cirenaica è
il risultato di una fondazione coloniale a vocazione agricola.
Nei tempi antichi si conosceva solo l’Africa settentrionale e veniva
chiamata Etiopia il mito che “spiega” il colore della pelle e il clima arido
africano e il mito di Fetonte perché col carro del sole si è avvicinato troppo
La zona di origine dell'olivo va con ogni probabilità ricercata in Asia
Minore. Attraverso i vari popoli mediterranei (Fenici, Cartaginesi, Greci,
Romani), si è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo. Infatti, da
queste regioni l'olivicoltura si sarebbe estesa in principio verso l'Anatolia
e le isole Egee. Creta nel 3000 a.C. esportava olio d'oliva in Egitto.
Alcuni rametti fossilizzati di ulivo sono stati ritrovati in tombe egizie
risalenti a più di 4000 anni fa.

TECNOLOGIA
Archimede e la leva
Archimede di Siracusa è stato un matematico, fisico e inventore Siciliano
Considerato come uno dei più grandi scienziati e matematici della storia,
contribuì ad avanzare la conoscenza in settori che vanno dalla geometria
alla meccanica: fu in grado di calcolare la superficie e il volume della sfera
e intuì le leggi che regolano il galleggiamento dei corpi; ha scoperto e
sfruttato i principi di funzionamento delle leve e il suo stesso nome è
associato a numerose macchine e dispositivi, come la vite di Archimede, a
dimostrazione della sua capacità inventiva; circondate ancora da un alone
di mistero sono invece le macchine da guerra che Archimede avrebbe
preparato per difendere Siracusa dall'assedio romano.
La sua vita è ricordata attraverso numerosi aneddoti, talvolta di origine
incerta, che hanno contribuito a creare la figura dello scienziato
nell'immaginario collettivo. È rimasta celebre nei secoli, ad esempio,
l'esclamazione èureka a lui attribuita dopo la scoperta del principio sul
galleggiamento dei corpi che ancora oggi porta il suo nome

LA LEVA: Nel III secolo a.C. Archimede, uno dei matematici più grandi
di tutti i tempi, fu il primo ad affrontare, nel trattato Sull’Equilibrio dei
Piani, il principio della leva.
Archimede stabilì che il rapporto tra i bracci della resistenza e della
potenza è inversamente proporzionale al rapporto tra le forze, più uno
aumenta più diminuisce l’altro.
Una leva (un oggetto rigido), può ruotare intorno a un fulcro (un punto
fisso rigido); agli estremi della leva, sui bracci (distanza dal fulcro),
agiscono due forze: resistenza (che si deve vincere) e potenza (che viene
applicata).
Se la potenza viene applicata a una distanza maggiore dal fulcro (braccio
più lungo) rispetto alla distanza della resistenza (braccio più corto), si ha
un vantaggio; in caso contrario no: la resistenza infatti avrà un braccio più
lungo e sarà necessaria più potenza per vincere

EDUCAZIONE FISICA
LA STORIA DELLE OLIMPIADI
Le olimpiadi oggi sono una competizione sportiva che avviene ogni
quattro anni fra i migliori atleti da tutto il mondo.
Le prime olimpiadi si svolsero nel 776 a.C. e la sua ultima celebrazione
nel 393 d. C. I giochi olimpici si svolgevano ad Olimpia ed erano
essenzialmente una manifestazione locale.
Inizialmente veniva disputata solo una gara di corsa chiamata Stadion.
Successivamente si aggiunsero discipline come: il pugilato, la lotta e il
pentathlon.
Da quel momento i Giochi divennero sempre più importanti fino a
raggiungere il loro picco nel VI e nel V secolo a.C. Le olimpiadi avevano
anche un'importanza religiosa perché erano fatte in nome di Zeus ed erano
così importanti che anche le guerre si fermavano per farle succedere.
Quando il Cristianesimo divenne la religione ufficiale dell'Impero
Romano, i Giochi Olimpici vennero visti come una festa "pagana", e nel
393, l'imperatore Teodosio I li vietò, ponendo fine a una storia durata 1000
anni.
I primi giochi olimpici della storia moderna sono stati nel 1896 ad Atene e
sono stati organizzati dal “CIO” (Comitato Olimpico Internazionale), sono
stati subito un successo con oltre 250 partecipanti.
Agli inizi del Novecento ci fu un periodo di crisi, tanto che nel 1904 gli
atleti erano diminuiti del 80%. Nel 1906 per il decimo anniversario delle
olimpiadi moderne sono stati organizzati dei Giochi estivi, anche se non
venne riconosciuta come manifestazione ufficiale i Giochi hanno aiutato
molto la popolarità delle olimpiadi.
Dal 1992 in CIO con l’aiuto dell’ONU cerca di far passare in
considerazione alla comunità internazionale la tregua olimpica.
Oggi le olimpiadi sono la competizione sportiva più importante e
conosciuta al mondo.
La corsa ad ostacoli
La corsa ad ostacoli è una specialità dell’atletica leggera, la cui
caratteristica fondamentale è data dal superamento di barriere, poste a
distanze e altezze prestabilite da un regolamento tecnico.
Gli ostacoli alti sono una gara di sprint “disturbata” dalla presenza delle
barriere. La tecnica di passaggio e la capacità di modulare l’ampiezza del
passo combinata con una frequenza elevata dei movimenti, favorisce la
velocità tra gli intervalli.
L’azione di corsa e la ritmica, prevalgono invece sulla tecnica di passaggio
degli ostacoli bassi; il passo tra le barriere è più simile a quello della
corsa sul piano e la distribuzione dello sforzo è determinante ai fini del
risultato.

Il regolamento sugli ostacoli:


1. Ciascun ostacolo deve essere posto sulla pista in modo che le sue basi
siano sul lato da cui arriva il concorrente. L’ostacolo sarà sistemato in
modo tale che il bordo della barra più vicino al concorrente all’attacco
coincida con il segno sulla pista più vicino all’atleta.
2. Costruzione. Gli ostacoli debbono essere costruiti in metallo o qualsiasi
altro materiale adatto, con la sbarra superiore in legno o altro materiale
idoneo e debbono essere 88 composti da due basi e due ritti che
sostengono un telaio rettangolare, rinforzato da una o più barre trasversali;
i ritti sono fissati all’estremità di ciascuna base.
3. L’ostacolo deve essere costruito in modo tale che per capovolgerlo sia
necessaria una forza almeno uguale al peso di 3.6 kg
4. La sbarra superiore deve essere larga 7 cm. Lo spessore di tale sbarra
deve essere fra 1 e 2.5 cm ed i bordi superiori dovrebbero essere
arrotondati. La sbarra deve essere fissata solidamente alle estremità
5. La sbarra superiore deve essere dipinta a strisce bianche e nere, o in
altri colori ben contrastanti, in modo tale che le strisce più chiare siano
all’esterno e siano larghe almeno 22.5 cm

SI VIENE SQUALIFICATI SE L’ATLETA:


· Non salta un ostacolo
· Salta un ostacolo fuori dalla propria corsia o a giudizio dell’arbitro o
abbatte un ostacolo di proposito
· Salvo decisione del giudice l’abbattimento di ostacoli non comporta la
squalifica né impedisce che venga stabilito un primato
· Per il conseguimento di un primato mondiale, tutti gli ostacoli debbono
essere conformi alle caratteristiche fissate da questa Regola.

SCIENZE
LA STORIA DELL’ANATOMIA
L’anatomia è una disciplina biomedica che descrive la forma, l’intima
struttura e la disposizione degli organi, apparati e sistemi sia del corpo
umano sia di quello degli animali.
L'anatomia nel corso dei secoli ha avuto forme diverse; fu dapprima in
rapporti stretti con i riti religiosi e le pratiche magiche.
L'affermazione dell'anatomia come scienza è legata al fiorire delle scuole
filosofiche, per quanto frenate da concezioni religiose, portarono a
scoperte precise e notevoli che anche non potendo dissezionare corpi
umani hanno ottenuto risultati molto validi con solo i corpi degli animali.
Solo verso il 1315, grazie a Mondino de’ Liuzzi, l'anatomia
ritrovò il suo vero volto passando dalla visione medievale più simbolica
alla ricerca di verifica sul tavolo anatomico, si posero così le basi per
il rigoglioso sviluppo di tale scienza nel rinascimento grazie anche ad
artisti come Leonardo da Vinci. Nella Toscana del Quattro e Cinquecento
il corpo umano assume un ruolo di primo piano sia per gli scienziati sia per
gli artisti.
L’anatomia era diventata così importante che addirittura il principe Carlo
di Spagna ha assistito alla dissezione di un cadavere nella facoltà di
Medicina dell’Università di Alcalà e comparava ciò che vedeva nelle
illustrazioni del famoso libro di anatomia di Andrea Vesalio (il primo libro
ad avere illustrazioni in 3 dimensioni), la popolarità dell’anatomia in quel
periodo era frutto della nuova mentalità rinascimentale che vedeva il corpo
come il libro di Dio e l’anatomia il modo per sfogliarlo.

ANDREA VESALIO: IL PADRE DELL'ANATOMIA MODERNA


Andrea Vesalio era nato a Bruxelles 31 dicembre 1514 da una famiglia
proveniente dalla località renana di Wesel, nato da una famiglia di medici
Vesalio, fin da bambino Vesalio si divertiva a sezionare piccoli animali e
a creare collezioni di storia naturale. A 16 anni, nel 1530, intraprese a
Lovanio gli studi universitari, che gli consentirono di padroneggiare il
greco e il latino: in quest’ultima lingua avrebbe scritto le sue opere di
anatomia. Nel 1533 Vesalio si trasferì all’università di Parigi, la Sorbona,
nella cui facoltà di medicina si studiava un’anatomia per lo più teorica,
ma veniva incoraggiata anche la pratica delle dissezioni. Vesalio ne
eseguì molte, sia di pubbliche che di private, Nel 1536, attratto dalla fama
dell’anatomia che si studiava a Padova, si trasferì nella locale facoltà di
medicina.
A Padova Vesalio visse i suoi anni di gloria. Divenne uno dei migliori
selezionatori del mondo e diede una straordinaria svolta all’insegnamento
dell’anatomia: il disegno.
Il suo libro più importante è il De humani corporis fabrica con
illustrazioni e descrizioni dettagliate di: vene, ossa, muscoli, cartilagini,
ecc.… al tempo non esisteva niente di simile perché per la prima volta era
possibile osservare i disegni anatomici in tre dimensioni.
Va ricordato anche che Vesalio si inspirò a Galeno. Questo medico greco,
che visse nel II secolo d.C. e fu al servizio di vari imperatori, era il
maggior anatomista dell’antichità. Anche i suoi contributi si basavano
sulla dissezione di animali (soprattutto scimmie, per la loro somiglianza
con l’uomo) da cui trasse osservazioni che poi applicò al corpo umano,
nonostante Vesalio sapesse che il medico greco non aveva mai sezionato
esseri umani ne apprezzò comunque la grande esperienza e la
straordinaria conoscenza acquisita grazie allo studio dell’anatomia
animale.
A partire dal 1543 Vesalio divenne medico di Carlo V, ma il suo lavoro si
limitò al personale fiammingo della corte. Nel 1564 lasciò l’incarico per
recarsi in Terra Santa. Vesalio arrivò a Gerusalemme e si ammalò
durante il viaggio di ritorno.
Morì il 2 ottobre dello stesso anno, al suo arrivo sull’isola greca di Zante.
Qui fu sepolto nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie, che in seguito
fu distrutta da un terremoto.

ARTE
IL FUTURISMO

I futuristi incentrarono la loro poetica sulla velocità, sull’aggressività,


sull’industrializzazione e sulla metropoli.
Il Futurismo fu il primo movimento d’avanguardia italiano, nacque
ufficialmente nel 1909 con la pubblicazione del Manifesto del futurismo
da parte di Marinetti sul giornale parigino “Le Figarò". I Futuristi erano un
gruppo di giovani intellettuali innamorati del progresso che si
proponevano lo scopo di rompere i legami con il passato e attuare una
rivoluzione all’interno della società attraverso opere volutamente
provocatorie.
Marinetti inneggiò alla nascita di un’arte fortemente caratterizzata in
chiave dinamica, espressione di una nuova società urbanizzata e
industrializzata, capace di fornire nuovi miti portatori di una nuova
bellezza: la velocità.

UMBERTO BOCCIONI:
Umberto Boccioni nasce a Reggio Calabria e fin dall’infanzia viaggia per
l’Europa. Nel 1907 arriva a Milano dove si stabilisce definitivamente.
Interessante e importante per la definizione del suo linguaggio, è il
rapporto con la metropoli. La Milano degli inizi del Novecento è in grande
crescita anche da un punto di vista industriale. E ‘la città con i primi
movimenti di ribellione contro l’accademia e il romanticismo ed è forte
l’interesse per le scienze andando contro l’occultismo.
Milano è una città in forte fervore e Boccioni riconosce il luogo adatto in
cui esprimere quel personale bisogno di rompere ogni contatto con le
forme tradizionali. Comincia a lavorare come illustratore pubblicitario e
come pittore ed è proprio durante le sue visite in gallerie e musei che
incontra Filippo Tommaso Marinetti, principale riferimento nella
definizione del suo linguaggio futurista.

Boccioni nel 1910 aderisce ufficialmente al Futurismo e legge


pubblicamente il Manifesto dei pittori futuristi a Torino. Accanto alla
redazione teorica, di cui l’artista è uno dei principali esponenti, vi è una
produzione pittorica futurista. Boccioni prima d’incontrare Marinetti, è un
artista figurativo ma incomincia a concepire la realtà in maniera differente.
Strumenti moderni nati in quell’epoca come la fotografia, erano oramai in
grado di riprodurre in maniera mimetica la realtà. Boccioni si rende conto
che si deve compiere un passo in avanti. Quello che sceglie di fare è
rappresentare la realtà nelle sue sfaccettature, non quella che si presenta
all’evidenza ma nei suoi meccanismi più intimi.
Compare nei quadri di Boccioni il concetto di simultaneità in cui numerosi
sono gli elementi che stimolano i sensi con differenti colori suoni parole e
volumi. Riesce a rendere pittoricamente le sensazioni dello spazio del
contesto affinché lo spettatore non sia escluso ma coinvolto in questa
realtà. Umberto Boccioni debutta nel 1912 come scultore con l’opera
Forme
uniche della continuità dello spazio realizzata per una mostra a Parigi
Nome opera: Forme uniche della continuità dello spazio
Autore: Umberto Boccioni
Data: 1913
Altezza: 126.4 cm
Ubicazione: museo d’Arte, San Paolo
(originale in gesso)
Descrizione opera: La scultura rappresenta una figura umana mentre
avanza nell’ambiente. Il modellato, infatti, è trasformato per presentare la
sua aerodinamicità nell’aria. Le parti del corpo diventano spazi concavi e
convessi. Sono comunque, ancora riconoscibili per via della posizione che
ricorda una persona che sta compiendo un ampio passo. Le gambe, infine,
sono trasformate in scie di bronzo lasciate dietro di sé dall’arto in
movimento.
INGLESE
Shakespeare e il Globe
We don’t know much about Shakespeare life we only know that he was
born the 23rd of April 1564 in Stratford, he married Anne Hathaway and
they had 3 children. In 1594 he went to London and started working for
the Chamberlain’s Men and died the same day of is birth April 23rd

Shakespeare’s Canon
Scholars divide Shakespeare’s Canon in:
· English history plays, they cover the English history from the one
hundred years war with France to the war of the roses and they include
Richard II (1595) Richard III (1593) and Henry V (1599)
· Roman plays deal with characters from Roman history the main
theme is power how it’s gained and how it changes people and they
have all the same source i.e. Plutarch’s Parallel Lives and they are Julius
Caesar (1599), Antony and Cleopatra (1606) and Coriolanus (1608)
· Dark Comedies: this group refers to play like Hamlet (1601) Troilus
and Cressida (1602) that are written in the 16th century these plays cannot
be considered proper tragedies but are more like comedies with a
pessimistic side, all these plays revolve around the mind of the characters
who doubt.

Tragedies: Shakespeare wrote is best tragedies Othello (1604), King Lear


(1605) and Macbeth (1606) and they are the apex of English Early Modern
literature and talk’s about themes like the tragic destiny of humankind or
man loneliness in the universe.
There are 2 plays which are not categorized in any of the above the, first is
Andronicus (1593) and is one of Shakespeare early plays and it's a revenge
tragedy a tragedy which is led by a desire of revenge, the second is Romeo
and Juliet (1595) the most iconic of Shakespeare plays.
THE GLOBE
The globe was built in 1599 by Shakespeare company “The Chamberlain’s
Men” and was destroyed by fire in 1613 by a theatrical cannon that
misfired and hit the wood roof; it was reconstructed but in 1644 was
demolished to make space for more homes.
Rebuilding the Globe was an idea of the American actor Sam Wanamaker
and it's located on the bank side about 183 meters away from the original
location, like the original the new Globe has a stage that extends into a
large circular yard which is surrounded by three tiers of very steep seating.
all other are exposed which is why plays can only be held during summer.

FRANCESE
PRESENTAZIONE PERSONALE
1) Je m'appelle Angelo Nicolosi
2) J’ai treize ans, je suis né 2 avril
3) Je suis Italien
4) J'aimerais être chercheur ou quelque chose qui aide les générations
futures
5) Je suis grand et maigre avec les cheveux long et brune, et les yeux gris

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