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Tragedia e classicismo
Un genere politico
Nelle Grandi Dionisie tre tragediografi scelti dal conte eponimo presentavano
una tetralogia composta da tre tragedie e un dramma satiresco. La vittoria
finale era assegnata da cinque giudici. L’assenso o il dissenso del pubblico
durante la rappresentazione doveva condizionare il voto dei giudici.
Lo spettacolo e gli usi del testo tragico
Il coro
L’edificio teatrale era diviso in tre parti: l’orchestra, spazio riservato al coro, la
scena, riservata agli attori, e la cavea, dove sedevano gli spettatori. Il coro
entrava quasi sempre danzando da due passerelle laterali. Nell’orchestra si
trovava anche l’altare di DIoniso. Occasionalmente erano impiegati alcuni
macchinari di scena come l’ekkiùklema, una piattaforma ruotante, la mekanè,
una macchina scenica per far apparire i personaggi dall’alto, e macchine per
produrre fulmini e tuoni.
La struttura
Nella Poetica, Aristotele indicò le parti principali della tragedia: il prologo, gli
episodi e l’esodo, recitate dagli attori, e la parodo, gli stasimi e i kommòi,
proprie del coro. Ogni tragedia presenta però un’elaborazione strutturale
propria.
Il prologo
Il prologo è la prima parte della tragedia, che precede l’ingresso del coro.
Assente nelle tragedie più antiche (Persiani di Eschilo), si trasformò in primo
episodio per divenire, con Euripide, una semplice esposizione dell’antefatto.
La parodo è il primo intervento tutto del coro. Gli stasimi sono canti del coro
senza versi in recitativo. Solitamente quattro, separano gli episodi. I kommòi
sono definiti da Aristotele come lamento comune del coro e degli attori
Lingua e stile
La lingua delle parti dialogate è l’attico, con molte concessioni all’epos e alla
lirica, e quindi distante dall’espressione quotidiana. I cori sono caratterizzati
dall’uso dell’alfa dorico. Trattando di grandi problemi etici, il loro stile doveva
essere piano, finalizzato alla comprensione del pubblico.
La testimonianza di Aristotele
Nella Poetica, Aristotele afferma che da un punto di vista etimologico le forme
teatrali, i drammi, nascono dal verbo drao, fare, agire, di origine dorica.Per la
genesi del genere tragico, Aristotele individua come punto di partenza il
ditirambo, un componimento in onore di DIoniso, che si sarebbe ampliato e
perfezionato gradualmente fino a giungere alla sua forma compiuta, la
tragedia. Tuttavia afferma anche che la tragedia avrebbe assunto il suo
carattere serio dopo aver perso i tratti peculiari del satiresco, da intendere
probabilmente non come dramma stairesco ma come un tipo di ditirambo, il
ditirambo satiresco.
Gli alessandrini
Arìone e il ditirambo
Nelle fonti antiche, il poeta Arìone, nato nell’isola di Lesbo, sarebbe stato il
primo ad aver composto e fatto rappresentare a Corinto un ditirambo
Riti arcaici
Il dionisiaco e l’apollineo
Nella Nascita della Tragedia, Nietzche affronta nel 1872 la questione dell’arte
tragica. Per lui l’arte nasce da due istinti naturali, che i Greci hanno incarnato
nelle figure di Apollo e DIoniso. L’apollineo è il dominio consapevole che
l’uomo esercita sulla materia grazie alla conoscenza individuale e all’ordine. Il
dionisiaco consiste invece nelll’annullamento dell’individualità nella sofferenza
che nasce nell’uomo quando vacilla la sua confidenza con il mondo delle
certezze. La condizione dionisiaca compensa questo dolore con l’ebbrezza
che si genera nell’uomo quando gli si rivela illusorio il fondamento del suo
conoscere. La tragedia è per Nietzche il punto di incontro tra questi due istinti
opposti tra loro, il dionisiaco e l’apollineo.
Nietzche reputa che il colpevole del processo degenerativo dell tragedia sia
Euripide che, con la sua adesione alla dialettica sofistica e al razionalismo
socratico, ne aveva corrotto lo spirito dionisiaco. Il mito, sottoposto all’analisi
intellettualistica, fu snaturato e la tragedia non ebbe più ragion d’essere.
ESCHILO
La vita
Le opere
I temi etici
Indagatore delle motivzioni morali e religiose del mito alla luce dell’etica
contemporanea
Rapporto tra il determinismo teologico e la decisione individuale dell’uomo
che può scegliere consapevolmente di affrontare gli eventi riservati dal
destino
Colpa-pena-espiazione-conoscenza
Indagine sulla relazione tra colpa, pena, espiazione e conoscenza
Colpa dell’uomo-punizione divina-pathei mathos, la sofferenza produce
conoscenza
Zeus come equo dispensatore di giustizia
Scaturire forti reazioni nel pubblico
Introduzione del secondo attore
Personaggi statici
Tetralogie legate - tre tragedie e un dramma satiresco
I PERSIANI
Trama
La scena si svolge nel palazzo reale persiano. Il sovrano Serse, partito per la
spedizione contro la Grecia a Salamina, ha lasciato i dignitari di corte a difesa
della capitale Susa. La regina Atossa, madre di Serse, è agitata da lugubri
visioni notturne. In quest’atmosfera di ansia giunge la notizia della disfatta.
Tra i pochi superstiti c’è Serse. Atossa evoca lo spirito del defunto marito
Dario, che attribuisce la colpa della sconfitta alla iubris di Serse e preannuncia
nuove sventure. Mentre il coro rimpiange la gloria dell’impero, giunge Serse
disperato in un frenetico canto funebre.
Nei Persiani si intrecciano due spiegazioni delle cause delle sventure umane:
quella più arcaica dell’invidia degli dèi, la ftònos theòn, in cui Atossa e Serse
attribuiscono la loro rovina a un demone maligno, e la spiegazione offerta da
Dario che, in quanto essere sovrannaturale, corregge la falsa interpretazione
data dagli umani.
Struttura
Trama
Su Eteocle, re di Tebe, e sul fratello Polinice, incombe la maledizione del
padre Edipo, il quale ha predetto loro che si uccideranno in duello. Polinice si
è alleato con Argo e sta per marciare contro Tebe. Eteocle incita i cittadini
tebani alla resistenza, ponendosi lui stesso davanti a una delle sette porte
della città. Proprio lì è piazzato Polinice. I due fratelli si uccidono
reciprocamente come preannunicato, ma Tebe è salva.
Colpa e ghenos
I Sette contro Tebe furono rappresentati nell’agone tragico del 476 a.C. come
terza tragedia dopo Laio ed Edipo. Uno dei motivi centrali è quello legato alla
definizione della colpa umana. Sfruttando la trilogia legata, Eschilo poté
rappresentare nelle due tragedie precedenti l’origine della colpa (Laio aveva
infatti trasgredito le indicazioni dell’oracolo di Apollo secondo cui, per salvare
Tebe, non avrebbe dovuto generare figli) e la sua trasmissione alla
generazione successiva, fino all’espiazione finale dei Sette contro Tebe. COn
questa tragedia Eschilo vuole mostrare come all’interno del ghenos le colpe
dei progenitori si trasmettano alle genrazioni successive finché non vengano
espiate. Nonostante tutto però la città sfugge alla concatenazione delle colpe
familiari e si salva.
SUPPLICI
Trama
Struttura e temi
Le Supplici sono il primo dramma di una tetralogia comprendente gli Egizi, le
Danaidi e il dramma satiresco Amimòne, rappresentata tra il 466 e il 458, più
probabilmente nel 463. Il vero protagonista della tragedia è il coro ed è
probabile che la focalizzazione tematica delle Supplici fosse chiarita dalle
altre tragedie della tetralogia. Alcuni ne hanno proposto un’interpretazione
politica, valorizzando il ruolo dell’assemblea, allusione alla democrazia
ateniese e alle sue competenze in politica estera. L’altra tematica è la
celebrazione della giustizia di Zeus, la minaccia della cui ira contribuisce ad
accresecere la tensione drammatica.
ORESTEA
Datazione
AGAMENNONE
Trama
COEFORE
Trama
EUMENIDI
Trama
Politica ed etica
PROMETEO INCATENATO
Trama
SOFOCLE
Vita
Sofocle nacque da una famiglia benestante a Colono tra il 497 e il 496 a.C. .
Le tragedie
Degli oltre cento drammi che le fonti attribuiscono a Sofocle, ci sono giunte
integre solo sette tragedie: Aiace, Antigone, Trachinie, Edipo re, Elettra,
Filottète e Edipo a Colono. Sappiamo inoltre che Sofocle compose anche
elegie e peani.
AIACE
Trama
La tragedia porta in scena la follia e il suicidio di Aiace, a cui gli Atridi non
avevano assegnato le armi di Achille, preferendo a lui Odisseo. Aiace, reso
folle da Atena, fa strage di bestiame credendo di uccidere invece soldati greci.
Quando torna in sé, temendo lo scherno dei nemici, si uccide in solitudine,
gettandosi sulla spada. Il suo cadavere è scoperto dalla sua concubina
Tecmessa e dai marinai del coro, che lamentano la crudeltà degli dèi. Gli
Atridi si oppongono alla sepoltura di Aiace fin quando arriva Odisseo che, con
la sua riflessione sulla caducità umana, ottiene la concessione della
sepoltura.
La struttura a dittico
Poiché l’eroe principale muore prima della fine della tragedia, l’Aiace è stata
definita negativamente una tragendia a dittico. L’opera presenta comunque
una compattezza drammatica: in un mondo di valori eroici, infatti, dove solo
una degna sepoltura può assicurare il riconoscimento dello stato di eroe,
Aiace resta protagonista anche nella seconda metà della tragedia come
cadavere.
ANTIGONE
Trama
Nell’Antigone Sofocle propone una diversa visione etica del mondo in cui
protagonista e antagonista condividono un destino di sofferenza, né gli dèi
garantiscono sicurezze consolatorie. L’incrollabile fede di Antigone e di
Creonte verso i prori principi etici diventa un paradosso: nessuno dei due
personaggi trae saggezza dall’esperienza del dolore e solo così lasciati
all’autocommiserazione. Dall’esito delle loro vite scaturisce l’immagine di
un’umanità sofferente, il cui destino è quello di compiangere se stessa e la
sua misera condizione.
TRACHINIE
Trama
La struttura a dittico
EDIPO RE
Trama
Sulla città di Tebe incombe una pestilenza. Edipo, divenuto re dopo aver
risolto l’enigma della Sfinge, interroga l’oracolo di Apollo, che rivela che
l’unico modo per debellare la peste è espellere dalla città l’ignoto assassinio
del precedente re, Laio. Edipo convoca Tiresia, che gli rivela che è stato
proprio lui ad uccidere il re, ma non viene creduto. La regina Giocasta mostra
la sua reticenza nel credere agli oracoli portando come esempio la profezia
non avveratasi secondo cui Laio sarebbe stato ucciso da suo figlio, che
invece era stato esposto, e il re era morto per mano di briganti. Edipo si
insospettisce per la coincidenza dell’omicidio del re con un omicidio che
aveva compiuto in precedenza e chiama l’unico testimone della morte di Laio,
un servo che gli rivela che proprio lui ha ucciso Laio. Scoprendo di aver
giaciuto con il figlio, Giocasta si impicca, mentre Edipo si toglie la vista e
chiede vanamente di essere esiliato da Tebe.
Analisi
La struttura del dramma consiste in uno schema di rovesciamento articolato
sull’indagine che porta Edipo a scoprire come colpevole se stesso invece di
un altro. L’indagine sull’assassinio di Laio fa perdere al protagonista tutte le
sue certezze. La conoscenza porta all’esperienza del dolore e alla
consapevolezza che l’uomo non sia in condizione di poter organizzare
razionalmente la propria esistenza. Gli oracoli fungono da chiave di volta della
tragedia: l’inesorabilità dei responsi si scontra con i tentativi che Edipo compie
per scongiurare la volontà degli dèi. Al motivo dell’impotenza dell’uomo dà
risalto anche l’ironia tragica, espediente teatrale per cui il personaggio agisce
con determinate intenzioni, ma i risultati delle sue azioni si risolvono
nell’esatto opposto.
ELETTRA
Trama
Analisi
La tragedia è dominata dal tema del dolore di Elettra, messo in risalto dal
ritardo con cui avviene il riconoscimento rispetto alle Coefore di Eschilo e
l’Elettra di Euripide. Differente dalle altre due tragedie è anche il personaggio
di Oreste, che non appare mosso da un forte legame di sangue con il padre o
un senso di giustizia punitrice ma privo di sicuri riferimenti ideologici.
FILOTTETE
Trama
Durante il viaggio dei Greci verso Troia, Filottete viene ferito da un serpente e
abbandonato sull’isola di Lemno. Quando un oracolo presagisce che la
battaglia sarà vinta solo grazie a Filottete e al suo arco, Odisseo manda
Neottolemo, figlio di Achille, a prelevare l’arma con un inganno. Neottolemo,
impietosito, rivela la trama e, quando Odisseo gli impone di consegnare l’arco
con la forza, Neottolemo decide di restare con Filottete per cercare di
convincerlo onestamente. Filottete appare irremovibile e solo Eracle, giunto
come deus ex machina, riuscirà a persuaderlo.
Analisi
Edipo viene esiliato a Colono dai figli. I vecchi di Colono non lo vogliono
ospitare per la sua impurità mentre Creonte, re di Tebe, lo vorrebbe far
tornare.Edipo chiede e riceve ospitalità da Teseo, re di Atene, in quanto
secondo un oracolo una volta morto sarebbe stato il salvatore della città.
Creonte tenta di rapire le figlie di Edipo, che però vengono salvate da Teseo.
La tragedia si conclude con la morte di Edipo e la sua apoteosi.
EURIPIDE
ALCESTI
Trama
Analisi
MEDEA
Trama
Medea è stata ripudiata dallo spose Giasone che, con la scusa di poter
garantire un futuro ai figli e al ghenos, ha preferito a lei la figlia di Creonte,
Glauce. Creonte, intimorito dalla possibile vendetta di Medea, la esilia. Dopo
aver ricevuto ospitalità dal re di Atene, Medea mette in atto la sua vendetta:
finge di riappacificarsi con Giasone e invia in dono a Glauce tramite i figli un
peplo e una corona imbevuti di veleno, provocando la morte sia dei fanciulli
che di Glauce.
Analisi
FEDRA
Trama
Afrodite vuole punire Ippolito, figlio del re di Atene Teseo, perché devoto solo
ad Artemide, e fa innamorare di lui la matrigna Fedra, che tenta con un filtro di
conquistare l’anima del giovane. Il tentativo fallisce, Ippolito maledice Fedra e
tutte le donne e a Fedra non resta che il suicidio. Lascia però a Teseo una
tavola in cui scrive che il suo suicidio è stato perpretato in seguito a una
violenza fattale da Ippolito. Teseo invoca sul figlio l’ira di Poseidone. Mentre
Ippolito muore tra le braccia del padre, Artemide gli rivela la verità e Teso
cade nella disperazione.
Analisi
ELENA
Trama
Elena riferisce di non essere stata lei ma una sua immagine ad andare a
Troia, mentre lei è stata portata da Hermes in Egitto presso Proteo per essere
riconsegnata a Menelao, ma ora Proteo è morto e il figlio la vuole in sposa.
Menelao, ignaro della trama, arriva in Egitto in seguito a un naufragio e, dopo
un lento riconoscimento della vera Elena, i due ordiscono un inganno per
fuggire insieme. Nel finale i Dioscuri arrivano ex machina per assicurare che
quanto è avvenuto è volontà divina.
Analisi
L’Elena è una tragedia di intrigo che delinea una realtà refrattaria alle
progettualità umana e soggetta alla tuche. Menelao con i suoi sforzi - la
guerra - raggiunge risultati solo apparenti - ritorna con un’Elena fittizia -
mentre in un momento di disperazione - il naufragio - recupera la vera Elena.
Gioca un ruolo centrale il motivo del doppio, che dà vita al tema del rapporto
tra apparenza e realtà, oltre che ad una condanna dell’ideologia bellicistica: la
guerra è stata scatenata da un nulla di fatto.
ELETTRA
Trama
Analisi
IFIGENIA IN AULIDE
Trama
Analisi
Motivo di fondo è l’incerta volontà dei personaggi, che crea una dissacrante
rappresentazione del mondo eroico, le cui figure più illustri appaiono in balia
di impulsi opposti
BACCANTI
Trama
Analisi
COMMEDIA
ARISTOFANE
Aristofane nacque nel 444 a.C. ad Atene. Fu processato per aver oltraggiato
Atene nella commedia Babilonesi.
Grande varietà di temi trattati tra cui è possibile individuare dei filoni tematici:
commedie della pace, polemica antidemagogica, cultura contemporanea e
commedie dell’utopia.
ACARNESI
Analisi
Polemica antidemagogica
Trama
Analisi
Il titolo Cavalieri si riferisce alla seconda delle quattro classi in cui gli Ateniesi
erano stati suddivisi da Solone in base al censo. Domina la satira politica
costruita su riferimenti alla realtà come il personaggio di Paflagone con i tratti
di Cleone e la personificazione del popolo. Si porta in scena la voluttibilità e la
corruttibilità del popolo, disposti ad appoggiare individui sempre più sordidi. Il
finale propone un’evasione fantastica con il sopravvento della realtà corporea.
Questo trionfo costituisce un elemento rasserenatore per il pubblico che si era
visto rappresentare come un vecchio stolto.
VESPE
Trama
La scena si svolge davanti alla casa del giudice Filocleone, rinchiuso in casa
dal figlio Bdelicleone. Durante il processo svolto davanti ai compagni di
Filocleone travestiti da vespe, questo deve dimostrare che il ruolo dei suoi
compagni è fondamentale per Atene, mentre Bdelicleone che i vecchi sono
sfruttati dai demagoghi. Bdelicleone ha la meglio ma concede al padre la
giurisdizione di un improvvisato tribunale domestico, in cui Filocleone perde la
prima causa e viene esortato dal figlio ad abbandonarsi ai piaceri. Tuttavia
Filocleone si ubriaca al simposio e insulta tutti i presenti.
Analisi
Cultura contemporanea
NUVOLE
Trama
Analisi
Trama
La scena si svolge davanti alla casa del tragediografo Agatone, poi davanti al
tempio di Demtra Tesmofora, legislatrice. Il coro è composto dalle donne che
partecipavano alle Tesmoforie, feste mistiche in onore di Demetra a cui
partecipavano le donne sposate. Euripide chiede ad Agatone di travestirsi da
donna e scoprire se durante le Tesmoforie esse tramassero contro di lui per
averle offeso nelle sue tragedie. Al suo posto va Mnesiloco che tenta di
difendere Euripide davanti alle donne ma viene smascherato. Mnesiloco
cerca di avvertire Euripide utilizzando espedienti tratti dalle sue tragedie
fallendo ogni volta. Infine Euripide procede alla liberazione di Mnesiloco
promettendo alle donne di non parlar più male di loro.
Analisi
Il vero eroe comico non è Mnesiloco ma Euripide che, con le sue trovate,
salva Mnesiloco, l’eroe designato, dalle donne. Il tragediografo diventa così
oggetto di una satira incalzante in cui è presentato come inaccettabile
misogino che ha svelato agli uomini molti segreti delle donne. La
caratterizzazione comica è quella della parodia tragica di brani tratti dall’Elena
e dall’Andromeda, dal Telefo e dal Palamede, omaggiando così la genialità
teatrale di Euripide. Le Nuvole sembrano segnare un progressivo disimpegno
politico da parte di Aristofane. La struttura della commedia si rivela a sua volta
una parodia delle tragedie di intrigo euripidee
RANE
Trama
La commedia si svolge nell’Ade con due cori, le rane della palude infera e gli
iniziati ai misteri di Eleusi. Dioniso vuole riportare Ade sulla terra e,
scendendo nell’Ade per recuperarlo, trova Eschilo e Euripide impegnati in uno
scontro per contendersi il trono di poeta tragico dell’Ade. Plutone indice una
gara designando proprio Dioniso come giudice. La gara non sembra mai
arrivare a una conclusione finché Dioniso decide che avrebbe scelto come
vincitore chi avesse dato il miglior consiglio alla città. Vince Eschilo, che
consiglia di diffidare dei cittadini di cui gli Ateniesi si fidano e valorizzare
coloro che sono nell’ombra e si dispone che il trono di poeta tragico sia
assegnato a Sofocle.
Analisi
Le commedie dell’utopia
UCCELLI
Trama
La scena si svolge nei boschi dove risiedono l’Upupa e gli uccelli che
costituiscono il coro. Pisetero e Euelpide, due cittadini ateniesi stanchi della
corruzione, chiedono a Upupa di indicar loro un luogo tranquillo e,
insoddisfatti delle opzioni, propongono che gli uccelli costruiscano una città
con cui riconquistare l’antico potere a cui non fanno accedere né gli dèi né gli
altri cittadini. Giungono per patteggiare ambasciatori degli dèi greci e barbari
con cui si arriva alla conclusione che l’armistizio avrà luogo solo se Zeus
restituirà agli uccelli il poetere, e così avviene.
Analisi
LISISTRATA
Trama
Analisi
DONNE ALL’ASSEMBLEA
Trama
Analisi