Sei sulla pagina 1di 37

TEATRO

• Teatro→ dal latino “teatrum” che deriva dal greco thetron” derivante dal verbo greco “thestai”,
significa guardare, essere spettatori, puntano l’attenzione sulla componente dello sguardo, la
parola si riferisce soltanto al gruppo di spettatori riguardanti prima ancora di riferirsi al luogo o tutti
gli altri significati.
Sono teatro tutte le attività che promuovono le rappresentazioni teatrali.

• Rappresentare→ deriva dal latino “representare”, al suo interno vi è la nozione del rendere visibile
la realtà mediante la rappresentazione di strumenti non reali (pittura, musica) un sinonimo è
simboleggiare.
Dal punto di vista giuridico significa proteggere ideali o interessi di un soggetto.
In senso filosofico è una rappresentazione (recupera).
Il giudizio universale di Michelangelo rappresenta la trinità, questi non sono la realtà di essi, ma solo una
rappresentazione non reale.

• Il teatro rappresenta un intreccio di vicende delle persone dentro queste vicende mediante una
precisa struttura organizzativa che è quella del teatro.
Ciò che si rappresenta è frutto dell’invenzione di uno più soggetti, ciò lo consideriamo qualcosa che
sta a monte dell’azione rappresentata.

• ATTORE→ dal latino “actorem”, deriva dal verbo ”agere”, che vuol dire fare, colui che fa, è attore
colui che interpreta una parte dello spettacolo.

• RECITARE→ parola tipicamente italiana, composta dal suffisso re-citare, rifare l’appello di nomi,
implica nel suo significato etiologico di farlo ad alta voce ed a memoria, in assenza di un testo o
lettura.
DANTE lo usa come sinonimo di ripetere.
La parola recitare, in italiano ha un significato unico.

• DRAMMA→ proviene da drao, che significa l’intreccio, l’azione, la vicenda che viene rappresentat
• IMITARE→ dal latino imitari, fare come altri, proviene dal greco mimeistai, dove mimos significa
imitatore, usato anche da Aristotele che usa la parola mimesi, può assumere anche un significato
negativo, es contraffare.

1_TEATRO GRECO
• L’origine del teatro possiamo ricondurla alla Grecia classica, durante le cerimonie religiose in onore del Dio
Dionisio veniva cantato il DITIRAMBO (inno cantato e ballato da satiri); successivamente divenne una forma
letteraria in cui venivano narrate le storie degli dei e le parti parlate erano intramezzate dalla musica. Fu
l’attore Tespi, interpretando un personaggio a iniziare a dialogare con il coro trasformandolo in
rappresentazione teatrale.
• Il teatro divenne essenziale e di grande aggregazione collettiva durante le feste in onore degli dei, Le Grandi
Dionisie di fine marzo.
• Queste rappresentazioni erano svolti in agoni drammatici in cui gli attori si sfidarono proponendo una
tetralogia, una dramma satirico e tre tragedie.
• Il Coro -> aveva una funzione molto importante ovvero opinione collettiva della società, solitamente
esponeva l’antefatto, descriveva azioni fuori scena e commentava la situazione dialogando con i personaggi.
• Nella Grecia classica si svilupparono: TRAGEDIA, COMMEDIA & DRAMMA SATIRESCO -> trattavano lo stesso
tema ovvero le vicende mitologiche di Dei e Eroi ma in maniera differente
• ESCHILO -> dava molta importanza al coro e questo rappresenta l’importanza che lui dava alla comunità;
introdusse un elemento fino ad ora assente il secondo attore cambiando dinamiche allo spettacolo e
creando interazione tra i personaggi. Trilogia completa ispirati al mito degli Atridi
• SOFOCLE -> uno dei tragediografi più acclamato dei suoi tempi, ed è con lui che si afferma la misura della
tragedia così come la intendiamo noi oggi; introdusse il terzo personaggio rendendo ancora più complessa
l’interazione con i personaggi. Tragedia più famosa l’Edipo Re
• EURIPIDE -> è il tragediografo meno apprezzato poiché iniziò a scrivere in un momento in cui si iniziava a
intravedere una minor fiducia dei valori che avevano fatto la gloria delle polis, meno fiducia nella mitologia li
rielaborava concentrandosi sui personaggi e sul loro lato umano, rappresentava gli dei nella parte più
umana. Tragedia più famose Ippolito e Medea.
• ARISTOTELE -> diventato famoso per lo scritto Poetica nel quale cercò di definire le caratteristiche della
tragedia Greca. Doveva rispettare 3 unità essenziali ( 3 unità aristoteliche) ovvero un solo luogo, un solo
tempo, una sola azione. Bisognava differenziare Tragedia e Commedia.
• TRAGEDIA -> composta da Prologo, Parodos (entrata del coro), Episodi, Sitasimi (danza del coro che
intercalano gli episodi) e Exodos (uscita del coro). La tragedia era scritta nel dialetto della regione ateniese,
attraverso il trimetro giambico, sistema di versi che è simile al parlato quotidiano.
• DRAMMA SATIRICO -> componimento comico grottesco in cui i satiri parodizzavano gli episodi mitologici
solitamente tragici, veniva proposto dopo la tragedia con l’intento di abbassare i toni e allentare la tensione
emotiva
• COMMEDIA -> Anche la commedia è legata al rituale dionisiaco. non c’è un’origini certa ma alcuni la legano
ai canti fallici delle processioni dionisiache
strutturata in 5 parti: Prologo, Parodos, Agone (introduzione al fulcro della narrazione) Parabasi (il coro si
rivolge agli spettatori) e Esodo.
Tratta temi politici e sociali volti verso la satira e l’attacco personale utilizzando però elementi fantastici e
autoptici. Si afferma dopo la tragedia ed è stata introdotta nel 486 durante “le grandi Dionisie”, anche per la
commedia ci troviamo davanti ad una competizione, tre comici che presentano una sola commedia; così
come la tragedia la commedia è attiva negli ascoltatori, suscitando le risate, che rappresentano la libertà
delle idee.
L’autore è Aristofane che nelle sue commedie critica la società ma una sottile linea di ironia
• EDIFICI TEATRALI -> costruiti sul declivio di una collina a forma semicircolare, erano composti da Thèatron
(spazio per pubblico), Orchestra a forma circolare con al centro un altare simbolo di sacralità e vicino si
sedevano i cittadini più facoltosi. Skenè baracca in legno dove gli spettatori si cambiavano e parte anteriore
la sceneggiatura, successivamente furono aggiunte due parti Paraskenia. Gli attori recitavano su una
piattaforma in legno Loghèon. Palco e Orchestra erano sullo stesso piano così in grado di dialogare.
La piu' antica struttura teatrale conosciuta e' quella di Poliochni, nell'isola di Lemno, antica di circa tremila
anni. Essa era di forma rettangolare allungata, dove gli attori recitavano su un palchetto di pietra. Con il
passare del tempo le strutture mobili e in legno acquistano carattere più solido e definitivo a partire dal V
secolo. Ma soltanto nel corso del IV secolo a.C. l’edificio teatrale acquista una rilevanza non solo per la
propria funzione, ma anche dal punto di vista architettonico e viene ad assumere una struttura
compiutamente definita e stabilmente ripresa in Asia Minore e nella Magna Grecia
• SCENEGGIATURA -> solo una con un paesaggio generico. C’erano alcuni effetti speciali come il Mecanè
ovvero una gru di legno che faceva calare il Deus la divinità risolutrice del problema posto in scena e
Ekkyklema piattaforma che usciva dalla Skenè con il corpo morto del personaggio (nella tragedia no scene
crudeli o violenti ma venivano narrate fuori scena)ù
• COSTUMI -> ogni attore una maschera. Gli attori della tragedia indossavano un chitone (tunica), mantello e
stivaletti.
Gli attori della commedia invece utilizzavano costumi più semplici ma caricaturali utilizzando imbottiture,
sederi imbottite e pancere. Le maschere erano costruite in modo da ampliare la voce.
Il teatro greco è già una forma matura di teatro, i testi sono di tipo tragico-comico, quindi tragedie e commedie sono
alla base di questo tipo di teatro, ciò che viene prima di queste è sconosciuto ma ci sono due ipotesi:

• Erodoto -> fornisce una cultura di ciò che sta a monte della tragedia, ovvero una forma di culto destinata al
dio Dionisio il quale potere viene rappresentato dalla fertilità, la produzione della terra, e questo dio è ben
presente nel teatro, queste forme di culto dedicate a lui erano delle forme corali definite come DITIRAMBI,
ovvero canti religiosi della tradizione greca che venivano cantati e ballati, quasi sempre in
maschera(elemento fondamentale nel teatro greco.) affidandosi a delle figure che esprimono fertilità.
TRAGOIDA→ canto del capro, al dio veniva sacrificato anche un caprone all’altare (posizionato vicino al
teatro) ed il migliore della rappresentazione teatrale veniva premiato con un caprone.
I satiri invece sono delle figure mezze umane e mezze caprine che appartengono al circolo del dio Dioniso.
• Aristotele -> nel testo della cultura teatrale occidentale, tratta la tragedia e ne fornisce le caratteristiche che
dovrebbe avere, seguendo il modello di Sofocle. Aristotele parla del DITIRAMBO, andamento circolare, da
questo coro si stacca un individuo chiamata Exarchon, che possiamo identificar come il solista che canta una
monodia improvvisata sulle gesta dell’eroe, ciò favorisce un importante passaggio alla dimensione
drammatica dalla dimensione epica, e dalla narrazione in terza persona si passa alla prima formando un
dialogo diretto dall’Exarchon al coro.

La poetica individua e fornisce come caratteri-norma una serie di elementi. La tragedia è un movimento drammatico
che parla di eroi, che possiede un andamento d’azione verso una conclusione funesta che ha a che fare con la morte
di alcuni personaggi.

• MIMESI→ concetto di imitazione, l’artista che scrive il testo compie un percorso parallelo alla realtà
naturale, secondo Aristotele ciò che conosciamo mediante la tragedia è la reincarnazione di ciò che la
tragedia osserva dal suo punto di vista.
• UNITA’→ l’unità d’azione deve essere unitaria e l’intreccio deve essere perfettamente unitario e costante.
• SATIRA→ forma drammatica che tratta delle vicende che lega i satiri a figure mitologiche come le ninfe,
questi tre generi rimangono distinti: satira, commedia, tragedia.

La finalità del drammaturgo per lo spettatore è il CATARSI, purgare il corpo purificandolo moralmente, attraverso dei
sentimenti necessari alla tragedia, ovvero terrore e pietà.

• Nel 5° secolo l’attore protagonista, il regista e lo scrittore dell’opera coincidevano, es. Eschino.
• Tre attori principali: protagonista, deuteragonista, tritagonista. Questa gerarchia corrisponde ad una
situazione professionale in cui ogni attore faceva ruoli diversi. L’attore mantiene una posizione socialmente
secondaria rispetto al drammaturgo, in quanto a volte il drammaturgo coincide con il primo attore.
• All’inizio del 4° secolo si riprende la pratica di riprendere opere importanti del secolo precedente in cui il
protagonista acquista autonomia sociale, diventando sempre più celebre.
• La distinzione vale anche per gli interpreti di tragedia e commedia, questi attori potevano esser anche dotate
di prestigio sociale, tanto da poter esser poi investiti da cariche pubbliche, politiche, diplomatiche.
Professione ereditaria ben pagata, lavoro di un operaio di 6 mesi= 1 spettacolo.
• TEODORO= celebre per la chiarezza della sua dizione, sia per il patetismo per cui interpretasse i personaggi
femminili
Tutti i personaggi erano interpretati dagli uomini, la donna compare per la prima volta nella metà del 16°
secolo, questo ci dice quanto tutti gli attori che interpretassero personaggi femminili dovessero sviluppare
delle doti non indifferenti. Questo riguarda anche la cultura asiatica.
Secondo san Paolo la donna non avrebbe dovuto prendere parola in riunioni o discussioni di stampo
pubblico

Orchestra circolare come il ditirambo.


Il Proscemio, assomiglia ad una facciata di un palazzo.
COMMEDIA
COMMEDIA ANTICA→ rappresentata dalle opere di Aristofane (345-380 a.C.), risale all’epoca della polis, il periodo
classico dell’affermazione dei tre più grandi tragediografi, e della fioritura di Atene. Dopo la guerra del Peloponneso
la vita pubblica teatrale subisce un calo.

Commedia (3°\4° secolo) nuova→

• SOFISMO→ filosofia o modo di concepire l’esistenza che Aristofane ritiene inaccettabile, interessato a far si
che le sue commedie siano formative. Durante “I Babilonesi” viene portato in tribunale, poiché tramite le
sue commedie delinea delle prospettive di stampo politico. Rivoluzionario poiché utilizza non solo le persone
nei cori, ma personifica nuvole, foglie, rane, animali ecc. Attinge dalla poesia Giambica, ha una modalità
comica feroce.
“Gli Acarnesi” rappresenta la sua prima vittoria, fornisce una testimonianza su Euripide, Aristofane lo attacca
direttamente, accusandolo di avere abbattuto la gloria dei personaggi mitici riducendo la tragedia ad una
semplice rappresentazione delle vicende umane, annientando così la “gloria” dei personaggi mistici, della
solennità e dei valori religiosi che un tempo erano presenti nella tragedia. Nelle “Nuvole” attacca Socrate
demolendolo moralmente.
Le ultime opere l’abbandono del presente si fa sempre più sentire, inoltre viene meno anche la Parabasi,
come se l’attore si fosse chiuso in se stesso
Aristofane utilizzava dei nomi parlanti per definire i propri personaggi.

• MENANDRO→ vive tra il 4° e il 3° secolo, sempre dopo la sconfitta del 338 ac contro Filippo il macedone, si
esce dalla dialettica surreale dell’età classica di aristofane, la commedia di Menandro perde carica
provocatoria, acquistando umore conciliante rispetto a quella antica (COMMEDIA NUOVA).
Al centro della commedia vi sono individui e non più situazioni, sono individui comuni, ed il nucleo che viene
rappresentato dalla commedia nuova è la famiglia, questa visione positiva della vita faranno della commedia
di Menandro un modello da seguire, noto solo indirettamente dopo aver scoperto dei frammenti di opere

GRECIA ELLENISTICA
• Segnato dalla caduta delle polis e dalla perdita di centralità di Atene
• Cambia funzione, perde la sua sacralità diventando principalmente intrattenimento e divertimento
• Il Coro perde la sua funzione principale e diventa solo elemento accessorio
• Il palco viene rialzano impedendo un’interazione con il coro
• Nascono nuove forme di intrattenimento MIMO & FARSE FILIACICHE (rappresentazioni comiche)
• Drammaturgo più rilevante è Meneandro elabora un nouovo genere la COMMEDIA NUOVA che tratta di
satira politica e sociale
• Fu molto importante per lo sviluppo delle commedia del teatro romano

2_TEATRO ROMANO
• Roma repubblicana fino al 30 a.C. quando Ottavio augusto riprende la monarchia, così viene definita “Roma
Imperiale”. Il patrimonio teatrale romano possiede diverse testimonianze grazie ai due commediografi
Plauto e Terenzio. Ed al drammaturgo Seneca.
• Scompare l’idea di dare al teatro un aspetto sacro ma prelevale invece l’aspetto di intrattenimento e
divertimento
• Il genere che prevalse fu la COMMEDIA ma troviamo comunque autori tragici
• Il teatro romano non nasce da una e vera propria tradizione culturale ma un mix di elementi: dagli Etruschi
ripresero gli aspetti musicali, di danza e canto e porta i “Fescennini”, che sono delle scenette di stampo
popolare, balli, e giochi (lotta con Cladio, corsa della biga); la denominazione degli attori teatrali sono gli
“HISTRIONES”, invece i “LUDOS” o “LUDI” significa “il sistema spettacolare, il momento dello spettacolo”.
• mentre dai Greci di fecero ispirare dalla commedia soprattutto quella di Meneando la commedia nuova che
viene riadattata e trasformata in una forma di intrattenimento più popolare
• PLAUTO -> ebbe molto successo nell’antica Roma, molte sue commedie trattano del tema di due innamorati
ostacolati dalla loro unione da un padre o un padrone che verrà poi sconfitto da un servo ( il servo è la
maschera più importante nel teatro di Plauto). I personaggi sono stereotipati e poco approfonditi. vediamo
una prima abbozza della commedia. Una comicità non strutturata sul tono sarcastico ma una comicità
grottesca ed inverosimile. Plauto attribuisce molta importanza all'abilità interpretativa degli attori (istriones)
codice espressivo corpo, mani. Destrezza fisica degli attori. Danza dei danzatori etc. Scenografia ricca, molti
macchinari, si lavorava sull'inganno dell'occhio. Plauto rispetta il modello ellenistico che gli è pervenuto e
possiamo considerare la sua drammaturgia come il superamento di quella eredità etrusca. Ambientazione
delle opere "alla greca " preleva i suoi intrecci dalle fonti della commedia attica nuova (menandrea) e da
queste fonti trae ispirazione per l'uso delle trame originarie: Sono presenti molte “ lagnizioni “
-Importanti gli equivoci
-Quasi sempre di fronte a un lieto fine
-Presente una sezione presente nella drammaturgia a che possiamo ricondurre all'anabasi
-Intrecci legati ad amori contrastati e sono molto frequenti i raddoppiamenti dei personaggi.
-Personaggi guidati dalla legge dell'inganno che permette a Plauto di usare toni moraleggianti
• TERENZIO -> : commediografo lascia 6 commedie e proviene da una terra lontana di Cartagine.non recitava
e non si occupava direttamente delle compagnie, aveva un suo capocomico di riferimento (turpione).
all’epoca non molto compreso perché all’epoca agli spettacoli partecipava il popolo incolto. Le sue opere
erano molto eleganti, utilizzava un linguaggio colto e raffinato. I personaggi erano descritti molto
accuratamente e avevano una psicologia abbastanza complessa. Viene attaccato per la sua contaminazio
utilizzando varie fonte greche “contaminandole” e non un unica fonte greca.
-Usava il prologo della sua commedia per difendersi dagli attacchi che gli venivano mossi.
-Scopo di fare la commedia come specchio della vita reale in cui lo spettatore può rispecchiarsi, elimina le
allusioni e riferimenti a fatti estranei all’azioni e nemmeno nel prologo offre elementi estranei alla vicenda.
-predilige i dialoghi, modifica spesso i monologhi delle fonti greche in una sequenza di battute, evita tutti i
passaggi di tipo narrativo.
-Da poco spazio ai cantica(canti) perchè infrageva la verosimiglianza dell’azione secondo lui
-la trama viene utilizzata per indagare dentro ai personaggi, tutto è finalizzato capire i personaggi e il loro
sentire, la loro natura
-la ricerca psicologica prevale, le sue non sono trame lineari ed è frequente la contrapposizione dei
personaggi tra ricchi e poveri, maschi e femmine etc ed è forte il tema dell’educazione e il tema dell’amore…
visione di tipo universalistico e il suo scopo (interamente romano) è quello di dilettare e giovare allo
spettatore
• SENECA -> fu un grande tragediografo, con lui possiamo vedere la differenza tra tragedia romane e greche.
Le tragedie romane trattavano tematiche cruenti e violenti che venivano rappresentate sul palco mentre in
quello greco no. 9 tragedie greche tutte pervenute, non sappiamo se queste tragedie sono fatte per essere
rappresentate o lette , un forte scontro nello stesso personaggio di ragione e passione il principio razionale
non riesce a mettere da parte il male. scene atroci e violente, lui di definisce un contrario alla tirannide ma
mette in scena personaggi tirannici tormentati dall’angoscia e spinge in direzione di un forte dibattito etico e
morale. nonostante il legame con i modelii greci si identifica come un tragediografo autonomo rispetto ai
suoi modelli innovando i suoi soggetti trasformandoli in maniera originale, compie studio preciso sugli
elementi umani(es amore, morte)

• LA STRUTTURA DELLE OPERE -> il critico drammatico Orazio nella sua opera “Arte Poetica” descrisse le
caratteristiche della tragedia e commedia romana e doveva essere strutturate in 5 atti, bisognava tenere
distinti i due generi Tragedie e Commedia, gli dei dovevano intervenire solo nel momento del bisogno. La
commedia doveva basarsi sul decorum (è un principio della retorica classica) evitando offese e eccessi
• GLI EDIFICI -> Il primo edificio costruito nel 55 a.c. da Pompeo. Avevano una struttura autoportante e questo
permise la creazione anche di edifici circolari. All’interno erano simili a quelli Greci con una cavea per il
pubblico, orchestra semicircolare, pulpitum cioè un palco rialzato e la facciata su cui era posta la scena.
Palco ed orchestra erano posti su due piani differenti non era più necessario il dialogo tra loro. Introdussero
il sipario mosso da un sistema meccanico o veniva dipinto a mò di scenografia.
4 Edifici: semicircolari come quelli greci e
• ANFITEATRO -> una struttura con gradinate che circondavano completamente la scena
• CIRCO -> un anfiteatro allungato usato per giochi e sport
• ODEON -> un edificio quadrangolare dove venivano recitate le poesie
• SCENOGRAFIA -> erano elaborate e ricche di elementi, il palco ornato da statue e la scena composta da
colonne e porte (ianua regia, hospitalia, versurae). Anche qua si indossavano maschere
• GLI INTRATTENIMENTI POPOLARI -> a Roma ebbero successo diverse forme di intrattenimento: LUDI lotta
dei gladiatori, lotta con animali, naumachie (battaglia navale). E altri intrattenimenti come ESIBIZIONI di
ginnasti, pantomimo e mimo. MIMO è una rappresentazione in cui viene usato il proprio corpo, le proprie
gesta per descrivere una scena, non vengono utilizzate ne voce ne maschere. Qua vediamo recitare per la
prima volta delle donne. Il PANTOMIMO è una rappresentazione in cui una persona mima diversi
personaggi. (ludos= momento di svago, di intrattenimento) Un oratore recitava o raccontava una storia
tragica e i pantomimi la illustravano con azioni di tipo non parlato ma coreografiche e con la maschera in
volto. Forse questo genere di rappresentazione poteva essere il frutto di una contaminazione di pratiche
sud-orientali Nel VI sec. Giustiniano fa chiudere i teatri. Questo avviene con il crollo dell’impero (410 d.C.).
• Negli ultimi della storia romana sopravvissero solo mimo e pantomimo.
• L’influenza della chiesa iniziò a farsi sentire, iniziarono a proibire le rappresentazioni teatrali durante i
periodi di festa e gli attori iniziarono ad essere condannati, non potevano più partecipare alle messe ed
erano definiti Hystrio ovvero eccentrici e falsi

Nel 240 a.C. a Roma arriva Livio Andronico che durante i ludi romani recitò in traduzione latina delle opere greche,
provenienti direttamente dalla Grecia.

• PALLIATA→ “pallio”, abito greco, opere teatrali greche scritte in latino che rappresentavano la quotidianeità
greca
• PRETEXTE-TOGATE→ argomenti di stampo italo-romano, importati dalla campagna
• FABULA ATELLANA→ composizione teatrale di base italliota, recitata in un palcoscenico di tavole, in
Farzesco, ne erano protagoniste 4 maschere: Pappo, Dosseno, Macco, Busso; maschere buffe .

Col tempo i Ludi diventano dei giochi teatrali di cui si faceva carico lo stato, erano delle gare simile a quelle dei
gladiatori, era un sistema spettacolare non solo drammatico, ma tutto ciò che potesse osservare lo spettatore.

• LUDUS→ si opponeva ai “Negotium” (ciò che è serio, paragonabile al “lavoro”), tutto ciò che non è serio,
giocoso, senza un fine specifico, questa attività era attuabile solo grazie alla sospensione dei “negozia”,
apposta per far partecipare tutta la collettività. All’interno dei “ludi” (qualsiasi gioco, cerimonia, spettacoli,
funerali con giochi ed anche la palestra, comprendendo anche la scuola dei gladiatori, questa definizione
rimanda alla nostra definizione di “tempo libero”, i ludi erano il momento di svago dall’attività pratica).
• I LUDI presero il nome dalla divinità che veniva menzionata prima dei ludi affinchè i giochi si…, potevano
durare fino a 102 giorni durante un anno solare.
• I LUDI scenici→ vengono rappresentati nei palchi scenici temporanei all’interno del circo
• I LUDI GLADIATORI→ all’interno dei funerali, si svolgevano i combattimenti fra il gladio, nel 244 durante i
funerali di Bruto vi erano 3 coppie, nel 174 durante i funerali di Flaminio si ritrovano circa 37 coppie di
gladiatori. L’anfiteatro era il luogo dove vi erano questi scontri, potevano contenere anche 45 mila persone,
l’ingresso era generalmente libero.
• GLADIATORI→ prigionieri di guerra, schiavi, carcerati, vengono formati da dei professionisti, e ciascuno era
portatore di una disciplina di combattimento diversa, i base alla sua provenienza. Gli sconfitti potevano
chiedere la grazia a discrezione dell’imperatore, i feriti venivano finiti sul campo, e le VENAZIONI
(combattimento fra uomini e bestie).

i testi vengono scritti a partire dai mezzi scenotecnici. lo spettatore riconosce questo stile, codice recitativo:

• orchestica -> che regola le azioni del corpo compresi quelli che coinvolgono il costume e le azioni che
comportano un andatura del personaggio nella scena che si muove attraverso diverse andature possibili. ciò
che articolava il corpo era il punto della vita e le reni ne erano il perno. il corpo dell’attore ha due andamenti
o aprendosi che esprimeva sicurezza, franchezza e fierezza o si chiude creando posizione chiuse esprimendo
paura, umiliazione oppure astuzia. sappiamo che gambe ed andatura implicano specialità diverse come il
danzatore (ballavano sul posto)ed attore (andatura lenta e rispettabile oppure andatura veloce… il modo in
cui l’attore fa cadere le piegature e drappeggi producono significati diversi
• chironomia -> arte di esprimersi attraverso il volto e le mani. la recitazione del viso come competenza
romana che fa pensare che sia molto probabile che i romani non facessero uso della maschera se non nelle
atellane se ci fosse la maschera non si spiegherebbe una normativa legato alla mimica del volto. soltato la
parte superiore del volto era espressiva (occhi,sopracciglia,fronte,naso etc) il malvagio ad esempio usava
muovere il sopracciglio e tenerlo in posizione circonflessa. i movimenti della testa sono inoltre connessi al
corpo per esempio muovere la testa mentre il corpo è fermo è indice di follia, i furiosi associano un corpo
fermo a una testa in movimento
• ciascun personaggio ha una sequenza di atti codificati(coreografia) scelti dal catalogo generale della
chironomia e dell’orchestica e il pubblico aspetta che l attore dia prova della propria abilità della sua
prestazione (allo spettatore non frega tanto la storia, ma la sua espressività e come recita bene o male )
queste prestazioni dell’attore devono essere esattissime e perfettamente corrispondenti al personaggio e
cacciato dalla scena
• ogni ruolo di scena (tutti uomini gli attori) hanno un repertorio di scene catalogate.
• per gli attori vi era una particolare attenzione per la voce e la pronuncia
• c’è come un sistema melodico che corrisponde alla natura dell’enunciato quindi la modalità di recitare delle
parti. Ciascuna di questi fatti era regolata da norme(?) inoltre questo sistema melodico corrispondeva al
personaggio e al genere teatrale (comico 0 tragico) quintiliano parla di due modi di enunciare il testo… uno
lento e uno rapido
• la voce è collegata al testo, c’è una codificazione molto complessa del teatro latino. l’attore si esprime
attraverso lo’attuazione dei codici
• l’attore non fa mai leva per rendere la qualità recitativa sul proprio vissuto ne la sua esperienza vissuta
interviene mai sull’azione scenica… non interessa all’attore romano

Con la parola “sacco” si parla di quando Roma venne depredata. Chi compie questa azione è il capo delle truppe
visigote, Alarico, proveniente dal nord Europa. L’avvento dei barbari implica l’abbandono completo dei teatri (anche
il loro saccheggio perché ricchi di materiali preziosi). L’abbandono dei teatri e l’avvento dei barbari, insieme alla crisi
dell’Impero, portano alla conclusione definitiva dell’attività teatrale.

Tutti coloro che avevano lavorato nell’ambito del teatro (capo-comici, attori, musicanti…) possiamo immaginare che
si siano dispersi nei territori dell’impero (non ci sono testimonianze a riguardo). Questa diaspora da Roma e dalle
altre città che prevedevano l’attività teatrale è forse all’origine del teatro medievale. Si tratta di un’attività itinerante
dove non si svolge più in edifici, si sciolgono le compagnie e questi professionisti dell’intrattenimento si disseminano
nei territori dell’ex impero. Operano in luoghi di ritrovo, lì dove si rendono conto che ci sono altre attività con molto
pubblico. Operano sempre davanti ad un pubblico occasionale. Questo spiegherebbe (è sempre un’ipotesi)
l’emersione posteriormente al V-VI sec. di quelle figure di intrattenitori che contraddistinguono l’età medioevale, i
GIULLARI. Nel frattempo in oriente, nell’area greca dell’ex impero, vengono conservati e sono materialmente
presenti gli scritti di Aristotele, le opere di Euripide e di Menandro che saranno poi esposti in area occidentale e
svilupperanno poi il fenomeno dell’Umanesimo. In area latina invece si trovano gli scritti di Plauto, Terenzio e Seneca
che saranno poi utilizzati per studiare la lingua latina.

ATTORE ROMANO vs ATTORE GRECO


• quello greco era un professionista che all’inizio della tragedia di eschilo passa da essere uno a essere due e
con sofocle da essere due a essere tre è molto apprezzato dagli spettatori e considerato un rappresentate
importante della società della polis tanto da essere investito di compiti delicati
• L’attore romano è bollato di infamia “infamis”, questa infamia è confermata nella repubblica dell’impero…
forse è di origine etrusca questa considerazione. come mai questa differenza tra gli attori greci e romani?
• altri elementi della rappresentazione romana es i suonatori di flauto non erano in una condizione di infamia.
Si presume che si possa collegare allo statuto dei ludi, uno spettacolo radicalmente distinto dalla vita politica
sociale: il teatro non può interferire con la realtà seria della vita, per loro l’attore non poteva avere dei diritti
e doveri. il primo teatro fu creato nel 55a.c, erano frenati nella costruzione del teatro perchè sappiamo che
cera una legge che lo vietava, un’ostilità nel rendere concretamente parte integrante della vita del foro
anche il teatro. Pompeo lo costruisce con un’escamotage, deve contrabbandare la sua idea di teatro. teatro
e politica hanno una grossa distanza, ne l’una ne l’altra possono slittare nella realtà opposta.Il popolo
romano era influenzato molto dal teatro che si vedeva molto nelle manifestazioni a roma.
• i soli attori che sfuggono all’infamia sono quelli dell’atellana perchè questi attori recitavano con la maschera
che celava il volto dell’attore, inoltre il rapporto tra attore e prostituto sono considerati contigui perchè a
roma l’esibizione del corpo viene connessa con la licenza sessuale. esibire il proprio corpo significava
concedersi licenze sessuali che erano vietate.
• altre questioni che provengono dalla mancanza di accettazione dell’attore come cittadino della cultura
romana ad esempio mimi e pantomimi
• il teatro romano non è espressione di una comunità religiosa a discapito del teatro greco ma di una
spettacolarità di puro intrattenimento.
• gli attori sono spettacolo e sono fatti per piacere, Non hanno niente di religioso, spirituale ….NIENTE DI
NIENTE!

3a_TEATRO MEDIEVALE
L’impero cristiano si centralizza su Roma e la lingua latina si diffonde per tutto l’impero occidentale.
L’arrivo di eserciti pagani mette una forte instabilità politica e sociale fino a che, nel IX sec., il Sacro Romano Impero
va sotto l’Imperatore Carlo Magno. Sorgono i MONASTERI, le residenze dove vivevano i monaci. Ordini religiosi che
prevedevano l’affermarsi di una vita di preghiera e lavoro all’interno di comunità strettamente regolate da
norme e senza alcun scambio di tipo attivo con la società laica. In questi monasteri sorgono anche le biblioteche,
luoghi in cui si conservano e tutelano le opere di tradizione greco-romana letteraria.
Grazie a questo le opere verranno conservate fino ai giorni nostri e, nell’ambito della cultura umanistica, valorizzate.
Nel X sec. d.C. ci troviamo di fronte ad un fenomeno molto interessante, sempre all’interno dei monasteri, in
particolare in quello di FLEURY di Sangallo, si verifica il fenomeno che costruisce una prima indicazione di ciò che
diventerà in seguito il teatro cristiano, è un fenomeno legato a un tempo liturgico (il più importante momento del
calendario liturgico cristiano), la Pasqua.
• Inizia a farsi sentire di più l’influenza della chiesa
• Le rappresentazioni come mimo e pantomimo iniziarono ad essere considerate immorali per il loro aspetto
erotico e fortemente provocatorio anche i ludi (caratterizzati da violenza) venivano messi in cattiva luce
• La chiesa vide nel teatro un modo per poter educare il popolo alla moralità e ai buoni principi
• L’origine del teatro medievale venne rimandata al QUEM QUARETIS un episodio liturgico in cui narrava la
visita delle Tre Marie al sepolcro di Cristo, arrivare al sepolcro non trovano il corpo di Cristo ma trovano un
angelo che gli domanda “Chi Cercate?”(Quem Quaretis?) loro dicono che stanno cercando Cristo ma l’angelo
replica che è risorto. Non dobbiamo pensarlo come una rappresentazione teatrale ma era semplicemente un
episodio cantato all’interno della chiesa dalla comunità monastica. Da quattro monaci (tre madri e l’angelo)
che personificano il dialogo. Ci troviamo quindi di fronte a un nucleo drammatico. Troviamo il diffondersi di
questo canto in diversi luoghi e monasteri e il sorgere di forme analoghe relative ad altri momenti della
liturgia, per esempio dell’Epifania. L’Epifania acquista un valore di segno drammatico e si trovano i cosiddetti
OFFICIUM STELLAE sono attività liturgiche all’interno dell’attività monastica in assenza di fede, all’interno di
un sistema strettamente comunitario. La recitazione avviene per mezzo dei monaci dinanzi ai fedeli per
rendere più efficace e potente questi momenti della liturgia
• Troviamo per la prima volta una forma di teatro nei Misteri

MISTERI -> episodi sacri incentrati sui temi della passione e della resurrezione di Cristo. I Misteri venivano messi in
scena durante la festa del Corpus Cristi. I misteri sono delle azioni rappresentative teatrali che implicano tutte le
coordinate di ciò che chiamiamo teatro. In primo luogo il rapporto tra l’azione scenica e gli spettatori che guardano. I
temi vengono allestiti dai laici all’interno della città. Le fonti dei temi di questi testi sono dell’antico e del nuovo
testamento, Viene rappresentata una storia di tipo universale perchè si colloca all’interno di due luoghi che indicano
il destino degli uomini (inferno e paradiso), cioè la vita eterna accanto a Cristo e la vita eterna accanto al demonio.
Sono una concatenazione di eventi collocata tra questi due poli immutabili. I misteri implicano un allestimento
scenico dell’area destinata all’azione della scena. Questi allestimenti possono essere di varia natura ma hanno una
componente essenziale che li rende omogenei. Vale a dire che sono sempre composti in SIMULTANEA, Quindi la
scena simultanea si configura agli occhi dello spettatore nello stesso tempo. Si intende il fatto che tutte queste scene
dei misteri, quale che sia la loro forma, sono composte da diversi elementi scenografici giustapposti, messi uno
accanto all’altro.
Questo spazio fisico è visibile agli spettatori nella sua interezza, nel suo insieme scenico ed è scena simultanea
proprio perché lo spettatore vede subito diversi elementi scenici differenti ma all’interno di questi elementi si
trovano gli attori che rendono attivo quel singolo elemento scenico in cui si trovano quando prendono la parola
(anche se gli altri sono presenti alla vista).

Una scena dopo l’altra resa attiva dagli attori quando prendono parola. Questo spazio scenico tra inferno e paradiso
è uno spazio universale (il mondo) ma hanno anche un significato concreto (detti LOCUS / LOCI) e successivamente
vengono detti LUOGHI DEPUTATI.

SCENOGRAFIA -> Nei misteri la scenografia consisteva in una serie di luoghi deputati ( una serie di luoghi in cui
veniva rappresentato un determinato momento della rappresentazione, non sono scenografie vere e proprie
rappresentano solo un luogo generico e sono caratterizzati da gesti, azioni e descrizione dei personaggi) tra cui quasi
sempre inferno e paradiso. Queste scene venivano poste lungo una piazza. Questi luoghi deputati erano disposti
linearmente perché gli spettatori dovevano seguire di volta in volta la rappresentazione stando in piedi e quindi i vari
luoghi deputati devono essere facilmente trovabili. Possono essere anche dislocati in un’articolazione di spazi,
organizzati in successione, ad esempio in una piazza , disposti in un certo modo anche non linearmente ma facile da
intendere. Abbiamo testimonianze anche di rappresentazioni nelle quali l’azione si svolge al centro di una corona di
spettatori. In questo caso l’azione si svolge in un unico spazio ma ha sempre uno sviluppo molto ampio della vicenda
umana e allegorica rappresentata. Area temporaneamente allestita.
• Con i misteri si afferma la SECONDA TRADIZIONE DEL DRAMMA OCCIDENTALE ovvero un dramma
composto da una struttura episodica, in cui c’è una molteplicità di azioni e luoghi e non esiste più una
differenza netta tra tragico e comico
• I drammi venivano rappresentati dai cittadini, che erano solitamente dilettanti e non erano considerati
Histryo in quanto il loro era un contributo morale per la società. Venivano scelti in base al Physique du Role
veniva scelta una persona con le stesse o simili caratteristiche fisiche del personaggio. Anche le donne
potevano recitare
• Verso la fine del Medioevo iniziano ad emergere drammi di carattere profano, le più diffuse erano le FARSE
drammi vivaci e volgari rappresentati su palchi allestiti nelle piazze
• Gli unici professionisti dell’epoca erano i GIULLARI non erano considerati dei veri e propri attori ma
utilizzavano il loro corpo per divertire il pubblico (mimi, contorsionisti, danzatori, acrobati). Erano visti male
dalla chiesa che li accusava di essere contro natura ma furono tollerato perché iniziarono ad essere chiamati
a Corte per intrattenere i nobili e inoltre essendo considerati pazzi erano anche considerati impunibili
in Europa il periodo medioevale duri molto di più
(in Italia finisce prima) e per questo si mantiene
questa tradizione dei misteri.
LA PASSIONE DI LUCERNA (CH), Piazza del
mercato - 1583 In alto vediamo il paradiso, in
basso l’inferno (si capisce grazie al disegno della
maschera da demone sulla sinistra).

In basso troviamo ancora l’inferno (prima


sezione), in alto il cielo che rappresenta il
paradiso (terza sezione). Qui è rappresentata
la “Passione di Cristo” in tutti i suoi passaggi
essenziali nei vari luoghi deputati

La fortezza della fede xvi


secolo
un’allegoria del sedicesimo secolo

allegorie come esempio di mistero medioevale.

qui la fede è un allegoria femminile, tre donne stanno nella fortezza del
castello. al di sotto due frati e altre due figure maschili con spada e
contro i personaggi che occupano la fortezza separata da un fossato con
l’acqua vi sono diavoli (rappresentati in forma fantastica, corpi con un
volto che sputa sangue mentre vediamo la testa felina, ali fantastiche
ma spaventose, ali da uccello, coda etc.

portano tra le zampe una sorta di frusta, altri hanno in mano uno
schiocco.

passione di velanciennes di callieu


I diversi luoghi deputati come piccoli edifici uno
accanto all’altro, a sinistra il paradiso e a destra
l’inferno che sputa diavoli.

lo svolgimento del tempo è collegato all’evoluzione


dello spazio nell’azione scenica, quando il luogo
deputato è privo di azione quel luogo torna ad
essere neutro, perde la sua rilevanza di senso e di
luogo specifico .

l’inferno e il paradiso sono dei luoghi eterni…. sono


sempre occupati da personaggi che agiscono.

nell’inferno vi è un lago e una barca dove le anime dei dannati approdano all’inferno e la presenza dei diavoli

Azione svolta luogo per luogo uno alla volta. Ma nell’inferno e nel paradiso si volgono sempre delle azioni, sono sempre
occupati da personaggi, essendo eterni. Anime nude (tessuto color carne che allude alla nudità), demonio dal corpo
ferino. Fuoco realizzato usando mezzi di tipo pirotecnico. La passione di Valenciennes è una testimonianza importante
di questi spettacoli che duravano diversi giorni, ci sono rimasti anche i testi, che prende a riferimento altre passioni
del tempo, per dare origine a questa del 1547.
Anche il paradiso è un meccanismo di tipo scenotecnico. Le coreografie costruite ex novo(?) e poi distrutte o
riutilizzate. Non si svolgevano in spazi teatrali ma urbani es piazze del mercato.

jean foquet- il martirio di sant appollonia (1456)


Azione scenica in un unico luogo
centrale e circondata dagli spettatori,
collocati su palchi con dei posti a
sedere insieme a figure teatrali quali
musicanti e angeli.

la Santa viene legata su una tavola


inclinata mentre le si strappano i denti
con una lunga tenaglia e si prepara il
martirio.

C’è una figura a destra vestita di blu


con un libro in mano quindi fa pensare
a una persona altolocata e poiché
segue un testo scritto è sicuramente
un dotto. Tiene in mano una
bacchetta con la quale dà indicazione
a coloro che svolgono l’azione. Possiamo considerarla come interna all’azione scenica, un personaggio fra gli altri, che
dirige le azioni del martirio della Santa. Dall’altra parte è una figura di confine che guida l’azione scenica senza essere
parte della rappresentazione, non essendo un personaggio occupando l’area della finzione. Spesso i personaggi sono
allegorie, nella miniatura “la fortezza della fede”. I misteri allegorici frequenti nell’area anglo tedesca e francese. In
inglese mansions equivale alla nozione di luogo deputato

castello della perseveranza


proviene dal 16esimo secolo, allegoria abbastanza frequente nell’area
anglotedescasca.

Vediamo un castello circondato da un fossato con 5 luoghi deputati


all’aldilà del castello dove risiede la perseveranza

questi luoghi deputati come il castello e i 5 che abbiamo indicato vengono


detti mancions … questa parola deriva dal latino (manzionis) ed equivale
alla nozione di luogo deputato

un pageant
l pageant come un carro che funge dal luogo deputato… viene trascinato
per la città circondato da questa incisione da una grande e disordinata
folla sul quale si colloca un gruppo di personaggi che agiscono un momento
preciso della passione di cristo “lecce homo” dove cristo viene spogliato e
coperto di spine e dove pilato lo mostra alla folla chiede loro se vuole
liberare barabba o gesù.

Alcuni luoghi deputati erano mobili, su carri nel quale si collocano


personaggi. Un pageant, seguito da altri che rappresentano altre azioni
forma di rappresentazione dove le mansioni sono mobili
LA RECITAZIONE DEL MEDIOEVO
Alla metà del XII sec. si fosse qualificato in maniera chiara una forma di spettacolo cristiana. Si attinge dalle fonti del
vecchio testamento per fare una rappresentazione vera e propria. Si utilizza nel titolo la parola “Jeu” che significa
“gioco”. Questo testo ci dice che se le parti da recitare sono scritte in francese occitano, le didascalie e le note invece
sono scritte in latino.
Questo perchè la rappresentazione volgare è lasciata agli spettatori cristiani perché i laici diventano i diretti destinatari
di questi insegnamenti e quindi deve essere compresa da tutte le persone. In questo caso ci troviamo di fronte ad una
didascalia in latino che ci dà notizie di una prassi di come deve avvenire la recitazione (Ricordiamo che i recitanti erano
i cittadini comuni).

• L’ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO/LA RECIPROCITÀ QUALIFICANTE TRA LUOGO DEPUTATO E


PERSONAGGIO Conversione di San Paolo, Fleury, XIII s. Parla della distanza simbolica che deve esserci tra un
luogo deputato e l’altro. Qui San Paolo viene illuminato dalla grazia durante il viaggio verso Damasco.
• I PROFESSIONISTI (GIULLARI) PER RECITARE I DIAVOLI Francois Rabelais, Gargantua e Pantagruele Per
recitare i diavoli si ricorreva ad attori professionisti, i giullari appunto. Questo perché il personaggio del
diavolo era infamante della personalità dell’attore ma anche perché doveva essere capra cedi svolgere una
serie di azioni specializzate che dovevano appartenere alle sue competenze. I diavoli quindi non sono
riconoscibili solo alla vista ma anche al suono, questo perché emettono un suono infernale con determinati
strumenti.
• ATTORI: MEMBRI DELLA COMUNITÀ Passione allestita dalla Arci-confraternita del Gonfalone al Colosseo,
Roma 1531 Qui possiamo osservare con chiarezza un ceto medio urbano che si presta a rappresentare l’azione
spettacolare. Da questo documento si nota l’appartenenza sociale degli attori che rappresentano la passione.
Abbiamo detto, quando abbiamo introdotto il crollo dell’impero e la sparizione del teatro con le sue funzioni,
che ha talmente perso il suo valore originario da poter essere utilizzato per rappresentare un mistero
cristiano. Si ha anche una dispersione dei professionisti della scena teatrale (grandi intrattenitori dotati di
molte capacità) nei territori dell’ex impero.
• È vero che a un certo punto noi ci troviamo di fronte a delle figure che sembrano gli eredi di questi antichi
attori professionisti. Ne sono probabilmente gli eredi perché su di loro viene formulato un attacco molto
virulento (polemica contro gli spettacoli e coloro che li realizzavano) che viene portata avanti da dei cristiani
in vista, dai Padri della chiesa (delle figure paradigma che hanno definito i canoni della chiesa cristiana).
Questa polemica originariamente attacca gli spettacoli e i suoi rappresentanti ma che si trasferisce poi sui
primi professionisti noti della scena cristiana:
-Polemica contro una realizzazione che predilige la vista più che l’udito;
-Attacco contro una forma di rappresentazione che mira ad emozionare;
-Una realtà che porta questi cristiani a formulare accuse simili a quelle che un tempo erano per i gladiatori e
per gli attori.
• Tutto questo per una forma spettacolare che ha lo scopo di solo passatempo.
• Per questa sua stessa natura viene considerata un’attività anti-cristiana e idolatrica che serve ad onorare le
divinità pagane. Chi sono questi padri? Agostino di Ippona (Sant’Agostino) e Lattanzio.
• Vengono attaccati questi attori perché la pratica scenica porta anche la nudità (meretricio), il denudamento
e gli atti di tipo sessuale che si svolgono in scena (elementi che vengono associati alla prostituzione) ma ciò
che viene condannato è la loro spettacolarizzazione, il fatto che tutto ciò avviene in una forma di spettacolo.
Il teatro però è un luogo di rilevanza sociale, e gli spettatori stessi godono della visibilità di questa occasione
sociale. Questa condizione di integrazione dell’uomo attraverso i sensi (inducendo il vizio) fanno dell’uomo
una preda delle passioni. Vulnerabile al peccato e destinato alla dannazione.
• Almeno fino all XI secolo si hanno poche notizie dirette di queste figure, ma c’è un permanere dei giochi anche
in età barbarica parallelamente alla decadenza degli edifici teatrali, la corsa delle bighe.
• Non c’è nel medioevo una denominazione unitaria per definire queste figure ma ci troviamo di fronte una
molteplicità di definizioni che non da’ una precisa collocazione degli attori nella realtà sociale.
La denominazione più ampia di questi professionisti è “JOCULATOR” con il conio di un nuovo termine
“giocatore” che nella lingua italiana si usa chiamare “giullare”.
• IL GIULLARE È sentito come un mero esecutore ed è attaccato anche dai poeti. Petrarca e Boccaccio che
considerano i giullari come imitatori, meri esecutori di qualcosa che non gli appartiene, mentre i trovatori
come dei veri poeti, dei veri creatori..
• Ci troviamo di fronte al XV - XVI sec. A distanza di tempo, sono degli attori tardo romani che hanno raccolto
l’eredità dei primi attori romani, e con esso hanno raccolto anche il titolo di INFAMUS collocandosi nel gradino
più basso della scala sociale. Molte definizioni degli attori professionisti sembrano distinguere l’uno dall’altro
le competenze degli artisti stessi, forse in realtà erano una serie di sfaccettature. Questa molteplicità esprime
una scarsa definizione dell’attore stesso.
• Solo ad un certo punto, questi attori professionisti che usavano il corpo e la voce vengono definiti
JOCULATORES, parola che proviene dal francese antico poi tradotta in italiano con la denominazione che
conosciamo, il GIULLARE

3b_UMANESIMO
il teatro ha una svolta precisa quando entriamo nell’umanesimo, che guarda con attenzione il mondo antico(greco
romano)
• l’umanesimo vede al centro una serie di intellettuali, che scoprono una serie di testi classici con una
conseguente attività di tipo filologico, i testi vengono studiati e tradotti.
• L’umanesimo è una svolta importante, in cui l’uomo è finalmente al centro della riflessione con nuovi
valori e con nuovi saperi che vengono trovati anche grazie alla scoperta di reperti e manufatto
• Ricompare nel 1414 il “de architectura” di Vitruvio, questo è un ritrovamento molto importante.
• Nel 1486 viene stampato il primo de architectura e a metà del 400 scrive un trattato latino che si chiama de
re-edificatoria nel 1485. mentre i manoscritti erano sempre poche copie e oggetto di studio da un numero
altrettanto limitato di individui nel momento in cui inizia a stampare con la stampa a caratteri mobili molte
più copie, venne garantita un maggior numero di persone che potessero studiare i testi. il testo di alberti “de
re edificatoria” sull’edificazione è una lettura critica, solo nel 500 usciranno due edizioni di de-architectura
dotate di immagini. Vengono anche riscoperti molti testi drammatici, le abbazie con le loro biblioteche, si
reperisce il gruppo delle tragedie di Seneca subito diffuse in un circolo di eruditi e iniziano delle
sperimentazioni drammaturgiche.

1480=primo esemplare stampato di seneca

• Plauto e terenzio erano già noti prima dell’umanesimo ma solo nel 15 esimo secolo diventano dei modelli
per la commedia rinascimentale:
• personaggi misti
• azione si sviluppa in molti anni della narrazione
• no azione divisa in atti
• uso del latino
• forte imitazione stilistica

il dramma satiresco assume in età rinascimentale nome nuovo e caratteristiche nuove →pastorale (prende nome
nel 500). Nel 1483 esce un’edizione “a lione” edizione illustrata. In questo periodo nasce la prospettiva

La poetica di aristotele viene reinterpretata, proviene dall’oriente, non era mai stata studiata in occidente, viene
riscoperta e tradotta in latino, conosce la sua prima edizione in volgare romano (1549)
Gli umanisti guardano al passato classico greco e romano perchè vogliono delle risposte ai problemi dell’epoca.

Abbiamo quella importantissima individuazione del teatro romano che prevede sulla base dei testi antichi recuperati
prevede sulla base dei testi recuperati una serie di norme:
1. suddivisione in generi classico, comico e pastorale
2. divisione in unità dette pseudo-aristoteliche: azione, luogo e tempo… NORME FERREE
3. suddivisione in atti

il teatro umanistico del 15 esimo secolo sembra essere stato sviluppato sulla base di una concezione
che passa attraverso una rilettura dello spazio scenico che risponde alle esigenze dell’epoca, ovvero esigenza
dell’unità di luogo. Nel teatro erudito grazie alla ricostruzione di alberto abbiamo delle testimonianze molto
interessanti presenti dentro le edizioni stampa richiamano il sistema medioevale ma diversamente dal medioevo
questi edifici allineati rappresentano nel loro insieme un’unità urbanistica in modo da ottemperare al bisogno
dell’unità di spazio. Il concetto di teatro erudito fa di questa serie di luoghi uno spazio unico, unitario.
Viene presto del tutto abbandonata e sostituita dalla cosi detta scena prospettica, una grande sperimentazione in
ambito architettonico, teatrale etc

Nel 15 esimo secolo commedie e testi classici venivano rappresentati con abiti moderni, di foggia molto sfarzosa,
nelle commedie le tragedie vengono recitate da intellettuali di corte, allievi di scuole.
Ci troviamo di fronte ad un esigenza che è quella della dizione latina, ancora una volta grazie alla testimonianza delle
edizioni terenziane ci si trova di fronte a una gestualità ampia e composta che corrisponde a quella che era ritenuta
la gestualità a roma ed era caratterizzata da

• una grande vivacità


• uso delle maschere
• chiarezza espositiva
• uso di non professionisti

col teatro erudito del 16 esimo secolo con le tre unità gli attori sono prevalentemente dilettanti,il professionismo
continua ad operare in ambito popolare mentre la cultura del 500 è più aristocratica

Leone di Sommi→ teorico del teatro di quegli anni recitava commedie latina e neo latine, pubblica un
importantissimo trattato sui criteri della rappresentazione che dice che l’esperienza teatrale era solo degli uomini,
perchè in italia in quegli anni fa ingresso una donna nella compagine degli attori.

Secondo lui, gli attori devono essere solo uomini con certi fisicità, bisogna sotrarre la recitazione alla staticità, è
necessario limitarsi ad accentuare il carattere non tenendo conto delle altre esperienze che stavano nel corso
dell’epoca mutando la concezione del teatro.
Nella tragedia ci deve essere splendore, solennità, compostezza del gesto che deve essere fermo mentre gli attori
possono essere seguiti da comparse.
La pastorale deve essere recitata in maniera languida ai confini con la coreografia.

Durante l’umanesimo non si assiste solo a un recupero di una civiltà scomparsa, ma anche a una reinterpretazione
che conferisce significati del tutto nuovi. Fra questi si ha l’importantissima individuazione di norme che si
accompagnerà al teatro italiano ed europeo. Vede come base il recupero dei testi classici, integrata alle norme
aristoteliche che prevedeva la suddivisione in generi e le tre unità pseudo-aristoteliche (non le aveva esplicitamente
descritte, fatto salvo quella di azione) di azione, tempo e luogo.

4a_RINASCIMENTO ITALIANO
• Quest’epoca viene definita come l’epoca della riscoperta del teatro antico. In Italia dopo la caduta di
Costantinopoli vengono trasferite le antiche commedie e tragedie che vennero poi riscritte dai copisti in
lingua volgare
• Tramite lo studio di queste opere si svilupparono le COMMEDIE ERUDITE SENTIMENTALE che presero
spunto da Plauto e Terenzio
• Le opere seguivano una struttura simile a quella elaborata da Aristotele dunque basata su unità aristoteliche
un luogo, un tempo, un’azione in cui tragedia e commedia dovevano rimanere distinte. Queste regole non
furono rispettate da tutti
• Le commedie erano apprezzate dal pubblico nobile e per questo venivano rappresentate spesso nelle corti. I
Principi iniziarono a chiamare gli artisti per animare le corti durante le feste e manifestare la loro
importanza, uno degli intrattenimenti più gettonati erano gli spettacoli teatrali

In Italia nacquero dei generi teatrali:

• LA PASTORALE -> dramma ad ispirazione classica che fonde sentimento comico e tragico che alla fine si
conclude con il lieto fine. Tratta vicende di pastori e di creature mitologiche in un’ambientazione idilliaca
bucolica (tranquillo, sereno, privo di drammi). Una delle più famose è l’Aminta di Torquato Tasso del
1573
• IL MELODRAMMA -> nato nel 1600 con l’intento di far rivivere la tragedia greca. Era caratterizzato
dall’alternarsi di parti cantate (arie) e parti recitate. Gli autori erano dei veri e proprio compositori
• GLI INTERMEZZI -> delle brevi composizioni di natura fantastica che inframezzavano gli atti della
commedia caratterizzati da complesse coreografie e costumi raffinati
• COMMEDIA D’ARTE -> segna la nascita del professionismo attoriale, questo genere veniva messo in
scena da compagnie di attori professionisti nelle quali vengono introdotte per la prima volta anche le
donne (cortigiane o meretrici dalle grandi doti) e rappresentavano la figura delle donne innamorate e
non indossavano una maschera. Gli attori non seguivano un vero e proprio copione ma dei canovacci sui
quali c’erano scritte solo delle direttive, gli attori avevano libertà di improvvisazione
• In questo contesto nascono le maschere dei personaggi stereotipati che venivano attribuiti agli attori,
solitamente recitavano a coppie (due innamorati, due servi uno più astuto l’altro più sciocco, due
anziani)
• MASCHERE -> personaggi caratterizzati e stereotipati, sempre uguali. Ogni maschera aveva un dialetto
Pulcinella dialetto napoletano, Arlecchino dialetto Bergamasco
• Veniva svolto nei luoghi di corte. Inizialmente riadattati degli spazi come cortili e saloni (salone del 500),
successivamente iniziarono a costruire dei veri e proprio teatri stabili all’interno delle corti (Teatro
Estense)
• Nacque una delle innovazioni più importanti per l’arte e il teatro: LA PROSPETTIVA, Sebastiano Serlio
riprese il trattato “De Architettura” di Vitruvio per cercare di studiare un modo per costruire scenografie.
Nel suo libro “Secondo Libro di Perspettiva” 1545 dedica una parte al teatro spiegando come bisognava
strutturare la scenografia: per realizzarla bisognava far uso di quinte angolari sulle quali veniva
disegnata la scenografia in modo prospettico. Le quinte venivano poste in successione ma emerse un
problema l’impossibilità di effettuare cambi scena, così alcuni utilizzarono le guide poste sotto le quinte
altre piattaforme girevoli ma l’invenzione fu quella di Giacomo Torelli 1641-1645 del meccanismo ad
argano ovvero meccanismo basato sull’uso della carrucola.
• Il primo a utilizzare la prospettiva fu Filippo Brunelleschi, che elaborò degli studi sull’applicazione
dell’ottica nelle rappresentazioni, in modo da arrivare alla scientificamente perfetta illusione
prospettica. La condizioni individuate da Brunelleschi sono molteplici: in primis riesce a capire che la
rappresentazione prospettica deve avvalersi di una piramide visiva, i cui punti fondamentali sono l’apice
della piramide, o punto di fuga, dal quale deriva poi il punto di vista dello spettatore. Tutti gli oggetti che
convergono al punto di fuga vanno geometricamente rimpicciolendo

• Palladio si ispira al modello dell’anfiteatro romano di forma ellittica. Ritiene questa forma perfetta;.
L’anfiteatro romano non ha scena, perché non è fatto per il teatro drammatico: Palladio, allora, taglia in
due parti l’ellissi lungo l’asse maggiore, occupando una metà dello spazio con il proscenio e la scena. La
cavea ha una pendenza modesta ed è coronata da una loggia corinzia, ornata di statue.

• Il primo teatro costruito ex novo avvalendosi della prospettiva fu il teatro olimpico di Vicenza, iniziato da
Palladio e portato a termine da Scamozzi, suo collaboratore, nel 1585. Questo teatro aveva una Cavea
semi ellittica, facente riferimento all’anfiteatro completamente ellittico greco-romano. La cava di
Palladio era semi ellittica in quanto costruisce una scena cittadina con 5 strade prospettiche,
apparentemente molto lunghe, dalle quali è possibile individuare il punto di fuga. Palladio lavora su
edifici preesistenti, il teatro olimpico infatti non ha esteriormente un aspetto di teatro, ma l’aspetto
delle costruzioni già esistenti. Si chiama olimpico in quanto fu commissionato dagli accademici olimpici,
che vi recitarono come prima opera un Edipo re tradotto dal greco in italiano dell’epoca.

Il primo teatro costruito interamente fu invece il teatro di Sabbioneta, piccola corte mantovana dove regnavano i
Gonzaga, realizzato proprio da Scamozzi.

IL TEATRO DELLE CORTI RINASCIMENTALI

Le corti diventano veri e propri laboratori di teatro, nella fattispecie la corte di Ferrara (appartenente agli Este,
famiglia degli Estensi) fu portata avanti dallo stesso principe Ercole I, che diede vita ad una vistosa attività teatrale.
Tale attività si fondava sulla nozione di “festa”, in quanto veniva svolta durante occasioni speciali o accadimenti
particolari, come l’arrivo di un importante ospite, un battesimo, delle nozze, o momenti importanti della vita
pubblica di corte. La festa rinascimentale non fu solo un tempo extra quotidiano o una celebrazione semplice, ma è
un momento in cui la corte stessa si rappresentava pubblicamente celebrando, era dunque un evento coordinato. Il
pubblico era sia popolare sia scelto dalla corte stessa, la festa veniva infatti condivisa nella città. Nella festa
convergono gli intellettuali, invitati o già membri di corte, i quali la usano come laboratorio per dar luogo alla
spettacolarità celebrativa.

• LUDOVICO ARIOSTO ->Lavorò nella corte degli Este come funzionario di corte, era dotato di una grande
sapienza letteraria, scrivendo l’Orlando Furioso. Fu tuttavia anche un uomo di teatro a tutto tondo. La
spettacolarità principesca della corte prevedeva l’entrata trionfale, le danze, il banchetto e le
rappresentazioni teatrali. Nel 1486 Ercole I d’Este diede luogo a un ciclo di rappresentazioni classiche, in cui
furono messe in scena opere classiche, soprattutto di Plauto e Terenzio. Ciò fu svolto durante il tempo del
carnevale e nello spazio non propriamente teatrale del cortile del palazzo, poi nella sala grande e infine nel
salone del palazzo della ragione dotato di una serie di apparati scenici sfarzosi. Negli anni dell’adolescenza,
intorno agli anni ’80 del ‘400, Ariosto assiste a queste rappresentazioni e alla loro realizzazione e ne rimane
colpito. Nel 1492 Ariosto compare iscritto nella compagnia teatrale sotto la guida del duca, svolse quindi le
prime esperienze teatrali proprio per gli Estensi.
• Ariosto diede un contributo fondamentale alla tradizione teatrale italiana quando nel 1508 durante il
carnevale ferrarese termina è mette in scena una commedia: la Cassaria. Essa è considerata come la nascita
del teatro italiano e del teatro moderno. Fu una rappresentazione in 5 atti in volgare, scritta in prosa. Ariosto
fa riferimento alla classicità per personaggi, suddivisione, norme rappresentative. Centro della commedia è
la città, il luogo fisico che costituisce la dimensione della rappresentazione. Vede una vicenda portata avanti
da una coppia di giovani innamorati, un servo e un ruffiano. È ambientata in una città greca e l’oggetto
centrale è una cassa piena d’oro. La scena fu dipinta da Pellegrino da Udine, con una prospettiva lineare. Gli
interpreti furono dei famigliari di Ippolito d’Este, figlio di Ercole I. Negli intervalli fra gli atti sono
rappresentati gli intermezzi, un genere teatrale a sé stante fatto per intrattenere lo spettatore. La commedia
fu nuovamente messa in scena anni dopo su un grande palcoscenico, in questo caso Ariosto stesso recitò il
prologo. Tuttavia, un incendio impedì lo svolgimento delle rappresentazioni presso gli Estensi per 20 anni.

Contemporaneamente però il teatro vede uno sviluppo anche in altre corti: i Suppositi di Ariosto viene infatti messa
in scena nel 1519 presso la Roma vaticana, le scene furono dipinte da Raffaello Sanzio sempre in maniera
prospettica.

Le commedie dagli Este riprendono a partire dall’occasione dell’arrivo della promessa sposa di Ercole II, viene messa
in scena la Lena di Ariosto.

Il Papa dell’epoca era Leone X de’Medici, figlio di Lorenzo, che fece di Roma un grande emporio culturale ove
chiunque si occupasse di arti e spettacolo poteva facilmente trovare lavoro, in quanto la città era ricca di famiglie
altolocate che portarono a un diffuso fenomeno di mecenatismo, sia pubblico sia privato. Sotto leone X si sviluppò la
protesta luterana, nel 1517 furono pubblicate e 95 tesi.

Proprio per questa situazione a Roma lavoravano molti artisti, spesso pittori per le scene: le scene della calandra
furono dipinte da Bibbiena Peruzzi, nel 1520 fu rappresentata la Mandragola di Machiavelli, nel 1525 la cortigiana di
Artenio. Nel 1527 i Lanzichenecchi, mercenari, attaccarono e saccheggiarono Roma.

Nel 1530 a Ferrara, Ariosto fu l’ideatore di un grande progetto: la sostituzione di una scena presso il palazzo estense,
dove allestisce una scena fissa di una piazza, inaugurata nel 1531 con una rappresentazione dei Suppositi. Purtroppo
nello stesso anno un incendio distrusse la scena, e pochi anni dopo anche Ariosto morì, nel 1533.

LA COMMEDIA DELL’ARTE

Si deve a dei professionisti, attori di professione, che cominciano a formare vere e proprie compagnie. Essi
mantengono una modalità di lavoro itinerante tipicamente medievale. Avevano caratteristiche molto nuove:
recitano in maschera e rappresentano personaggi fissi. Questo fenomeno viene comunemente definito Commedia
dell’arte, espressione dovuta a Carlo Goldoni. Originariamente veniva identificata come commedia all’improvviso,
commedia delle maschere oppure commedia italiana (se ci si trovava all’estero). L’atto di nascita della commedia
dell’arte si deve ad un documento del 1545, un atto notarile nel quale un gruppo di attori di mestiere si riuniscono
sotto il nome di “Fraternal Compagnia”, lavorando in luoghi diversi e dividendosi i proventi.

Il tutto comprendeva anche una cassa comune per aiutare i comici In caso di malattia o per tornare a casa con mezzi
adeguati.

Ciascuna compagnia di comici dell’arte produceva spettacoli di vari tipi sfruttando le maschere e l’improvvisazione. Il
documento del 1545 attesta una compagnia solo maschile, un documento del 1574 attesta invece l’ingresso di una
donna nella compagnia.

La commedia dell’arte è il primo contesto teatrale in cui compaiono le donne come attrici professioniste.

Questa realtà vive per circa 200 anni, a metà del XVI secolo cominciano a scomparire o a trasformarsi le ultime
compagnie di comici dell’arte. Inoltre nel 1750 Goldoni trasformò la commedia dell’arte in una recitazione di segno
completamente diverso. Fino al ‘600 sarà però un mito resistente.

La commedia dell’arte non aveva testi, si attingeva dai patrimoni di ciascuna maschera fatti da gesti, battute o azioni
fisiche. Questi patrimoni erano stabili e distinti, alcuni esempi erano Arlecchino, Pulcinella…

Anche la commedia dell’arte fu oggetto di critiche: fu criticata in quanto lo scopo era solo divertimento, non era
moralmente utile, inoltre era volta solo al guadagno d aparte di un pubblico pagante e vi partecipavano come attrici
anche le donne. Nonostante tutto riscosse un vastissimo successo, ebbe un’influenza senza paragoni su autori come
Molière e Shakespeare.

Gli elementi del fascino della commedia dell’arte sono sostanzialmente due:

1. La maschera: la presenza fisica della maschera sul volto e/o il costume specifico, ma nei casi dei tipi fissi degli
innamorati non c’è una maschera.

2. L’improvvisazione: è misterioso Perché non si hanno documenti specifici che attestano il funzionamento di questo
sistema recitativo. Non si capiva come facessero a recitare senza testo scritto. In realtà ciascuna maschera aveva una
drammaturgia personale, che si combinava con le altre maschere del gruppo, ciò portava ad un esito scenico quasi
immediato.

Dopo la metà del ‘500 comincia a circolare anche fuori dall’Italia, in quanto cominciarono a circolare in Europa
protetti dai mecenati, che garantivano per in viaggio. Si avvalevano sempre di un pubblico vagante, spazi pubblici sia
all’aperto sia al chiuso, un vasto repertorio di spettacoli pronti ad essere rappresentati o realizzati in brevissimo
tempo. I comici si spostavano in Inghilterra, Spagna e Francia. A Parigi viene edificato il Theatre Des Italiens, a
disposizione proprio dei comici dell’arte. Nel 1627 i comici italiani vengono cacciati da Parigi per atti violenti e
critiche a Luigi XIV, ma nel 1716 tornano senza guadagnarsi però un grande successo.

Verso la fine del ‘500 compaiono anche critiche dal punto di vista moralistico è religioso, questi attacchi oggi
costituiscono fonti di informazione estremamente importanti. Alcuni comici dell’arte letterati o comunque dotati di
una cultura umanistica reagiscono a queste critiche con degli scritti di risposta, in cui spiegano in cosa consista il loro
lavoro e quali siano i suoi fini.

quali sono le origini della commedia dell’arte? no certezze solo ipotesi


le trasformazioni non sono sempre rintracciabili, queste prime trasformazioni sembrano risalire al 1545 con
l’avvento della commedia dell’arte per il carnevale, anche se non parliamo del carnevale normale, ma dello spirito
carnevalesco, ma dell’uso delle maschere di tipo antropologico di travestimento rispetto ad altri fenomeni
strumento che colloca coloro che portano la maschera in una soglia tra la vita e la morte.
Altri hanno collocato le origini della commedia dell’arte nel mondo popolare abitato da figure di diavoli, streghe etc

gli storici sono unanimi nell’attribuire alla commedia dell’arte una stretta relazione con il mondo popolare, altri
elementi che riguardano le origini della commedia dell’arte sono legati all’ambiente delle corti e/o università
si ipotizza avessero potuto formarsi delle personalità da attori e attrici.
si pensa perchè coloro i quali interpretano parti serie come l’innamorato e innamorata si qualificano rispetto ad altre
maschere in un ambiente più colto: uomini per l’università, donne come meretrici nelle corti (prostitute di alto
bordo), capaci di danzare, recitare etc. appartenevano a un ceto molto alto, avevano molti estimatori e le loro
capacità sono state poi usate nella commedia dell’arte. gli attori invece erano più presi dall’ambiente universitario.
l’avvento delle attrici è estremamente importante nella commedia dell’arte.

come facciamo a sapere che estrazioni sono le diverse maschere?


Perché le maschere hanno una parlata teatrale, una lingua che ha assonanze con i rispettivi dialetti, una provenienza
regionale riconoscibile.

4b_RINASCIMENTO INGLESE -GOLDEN AGE


Questi drammi si svolgono in luoghi come nei cortili delle taverne, a volte nelle arene e poi anche palazzi
aristocratici, reali. Fino al 1576 fino a quando Samuel Barbege costruisce ex novo, un edificio teatrale che chiamerà
“the teather” il suo è il primo teatro permanente, autonomo, destinato per lo spettacolo e lo costruisce nei dintorni
della città. Questo era un teatro di legno, dotato di gallerie e palchetti ed entro il 1600 erano già stati edificati 6
teatri di questa foggia, fino al 1642 fino a quando vennero chiusi e distrutti a causa del governo di cromwell. Dopo il
1660 si tornò alla monarchia, si afferma un teatro con caratteristiche all’italiana, con edifici che ci permettono di
seguire un percorso intrapreso dalla cultura teatrale inglese.

• Le prime rappresentazioni vengono organizzate con l’intento di rallegrare le feste e i banchetti svolti a corte,
durante queste feste venivano rappresentate degli INTERLUDI ovvero dei canti e delle danze
• Con l’ascesa al trono di Elisabetta I iniziò a diffondersi maggiormente il teatro, la regina istituì delle
compagnie di fanciulli impegnati a rappresentare le loro opere nelle corti. Molti attori vedendo l’accrescere
dell’importanza del teatro iniziarono a scrivere basandosi su drammi antichi e su quelli medievali
• Il DRAMMA ELISABETTIANO -> seguì la struttura episodica medievale, con molti personaggi, vari luoghi e
vari tempi e molto spesso tragedia e commedia vengono mescolati.
• SHAKESPEARE -> uno dei più grandi drammaturghi dell’epoca, le sue trame erano strutturate in modo
episodico e le sue opere spesso coniugavano elementi tragici e comici, questo visibile soprattutto nelle DARK
COMEDIES presentano un intreccio tipico della commedia ma vengono trattati anche temi tragici. I temi
delle sue opere ritroviamo tematiche della vendetta, della pazzia e del sovrannaturale (Amleto) poiché
influenzato da Seneca. I suoi versi sono carichi di metafore e di musicalità ma a dare maggiore spessore il
BLANK VERSE ovvero il verso potente composto da un sistema giambico a 5 accenti molto difficile da
tradurre. Shakespeare oltre ad autore fu un accorto manager di compagnia e attore e si esibiva al Globe

LE COMPAGNIE ELISABETTIANE -> si mettevano al servizio di un signore nobile che gli garantisse una certa
protezione e questo perché in Inghilterra una legge “vagabond act puniva con l’arresto i vagabondi e quindi gli attori
nomadi. La struttura era societaria gli attori principali tra di loro erano soci e si dividevano spese e guadagni. Lord
chamberleins man dove la parola man non significa uomini ma servitori, i quenn’s man proprio intesi come servitori
del re e della regina. Per il signore di cui erano servitori, gli attori potevano svolgere anche altre attività La scena
elisabettiana è una scena che serve le esigenze di parola gesto e azione degli attori con una probabile distinzione di
piani.
• Le prove degli attori erano ridotte al minimo e per questo nacque la figura del suggeritore che dava loro
aiuto in caso si dimenticavano le battute
• Le compagnie erano in stretto contatto con i drammaturghi ai quali compravano i testi che poi avrebbero
rappresentato. In questo caso i drammaturghi erano più vogliosi a fare denaro piuttosto che ricercare
riconoscimento dato che perdevano completamente ogni diritto sul testo venduto.
• Nacquero delle compagnie che recitavano solamente negli interludi chiamate Players of Interludes
• TEATRI PRIVATI -> spazio al chiuso molto piccoli, era aperto a tutti, ma per accedervi bisognava pagare un
biglietto quindi non accessibile a tutte le classi sociali
• TEATRI PUBBLICI -> costruiti riadattando degli spazi in cui alcuni pensavano che si svolgessero lotte tra
animali e altri che fossero spazi di scuole o collegi
• EDIFICI -> Viene così costruito un teatro dalla forma circolare o poligonale in cui lo spazio al centro era a
cielo aperto mentre le gradinate e la struttura della scena era coperta in questo modo potevano utilizzare la
luce naturale. Il palcoscenico era aggettante verso la platea, nelle gallerie e nelle platee sedevano gli
spettatori collocati in base alla loro classe sociale. La parte più originale era quella scenica caratterizzata
dalla PlayHouse una struttura coperta da un tetto sostenuta da due colonne decorate e divise in due livelli:
Inner Stage e Upper Stage (upper stage era una sorte di balconata, un piano rialzato utile per rappresentare
delle scene esempio Romeo & Giulietta oppure utilizzato per nascondere macchinari scenici. Un altro
elemento erano le botole utile per rappresentare le apparizioni.
• SCENOGRAFIA -> fondo neutro e generico, per rappresentare le scene utilizzavano accessori ed oggetti
scenici. Infatti la sceneggiatura inglese venne definitia “Scenografia Verbale” infatti le scenografie più
rappresentative venivano evocate dalle descrizioni accurate dei luoghi

4c_RINASCIMENTO SPAGNOLO
• Ebbe grande successo durante El Siglo De Oro, ovvero il secolo d’oro
• Emergono due generi: GLI AUTOS SACRAMENTALES e LA COMMEDIA NUEVA
• LA COMMEDIA NUEVA -> fu teorizzata dall’autore Lope de Verga che delineò le caratteristiche di questa
commedia: non seguiva lo schema delle unità aristoteliche, era strutturata in 3 atti e solitamente veniva
rappresentata in almeno 3 giornate in cui venivano portati in scena episodi sia tragici che comici. Queste
commedie venivano strutturate in vista del fatto che dovevano essere rappresentate da delle compagnie e
quindi il sistema dei personaggi riprendeva un po' quello della commedia dell’arte (rappresentati a coppie)
• GLI AUTOS SACRAMENTALES -> erano dei drammi religiosi sviluppati in un unico atto, basati sia su vicende
profane che su vicende sacre e quindi potevano includere personaggi biblici o allegorici. Venivano
rappresentate durante la festa Corpus Cristi
• Una delle caratteristiche del teatro spagnolo era questa duplice realtà in cui venivano rappresentare sia
vicende profane che religiose insieme.
• CALDERON DE LA BARCA -> uno degli autori che si occupò di questi drammi, il più importante è “Il Gran
Teatro Del Mondo” in cui espone la metafora della vita come teatro: la vita dell’uomo può essere vista
come una grande recita svolta sotto gli occhi di Dio
• EDIFICI -> chiamati CORRAL o più precisamente CORRAL DE COMMEDIAS poiché ideato per rappresentare
commedie, avevano ina grande importanza ed erano gettonate. Corral significa recinto, perché si trattava di
uno spazio chiuso su 4 lati di edifici abitati. E questo permetteva di renderlo chiuso al pubblico che doveva
pagare il biglietto per assistere allo spettacolo. All’interno era strutturato in questo modo: da un lato il
palcoscenico difronte al quale si trovava uno spazio riservato al pubblico che era o seduto su della panche o
stava in piedi. C’erano anche le gradinate dedicate ad un pubblico di classe sociale più alta che poteva
permettersi un biglietto dal costo più elevato. Altra divisione la CAZUELA zona riservata alle donne
• SCENOGRAFIA -> anche qui troviamo una struttura a più piani che permetteva di realizzare una scena
multipla e le botole LOPO DE VERGA considera la scena di questi edifici una “Scena a Scacchera” proprio per
la presenza di apparati che permettono la compresenza di più luoghi scenici
• La scenografia spagnola come quella inglese viene definita “Scenografia Verbale”

TEATRO DEL BUEN RITIRO: Scenografia all’italiana, aperto al pubblico pagante,


Dall’ultimo decennio del 500 vi sono anche teatri pubblici, che non fanno riferimento a una proprietà specifica
Fanno riferimento al corral, quelle aree chiuse all’interno di una serie di edifici che contornano la corte di questi
palazzi che affacciano sul corral, un’area propriamente teatrale fissa.
questo spazio è occupato dal palcoscenico dove si colloca una zona tripartita.
Nella parte inferiore le donne, nella parte superiore gli uomini di chiesa
Sui lati si collocano due gradinate dove siede il popolo
Nell’area antistante i soldati della fanteria regia, all’interno dell patio si potevano estendere le azioni sceniche.
Questi teatri spagnoli hanno una particolarità.
Le finestre che vanno sul patio e servono ad assistere alla rappresentazione.
Potevano essere affittate a terzi.
In questi corral la scena è povera, solo verso la metà del 600 si avranno delle scene dipinte e al di sopra del
palcoscenico ci sono due gallerie
sovrapposte dove venivano svolte scene in altezza e dove venivano messe le macchine di scena.
Queste compagnie sono attori capaci di adattarsi ai diversi generi.
4d_RINASCIMENTO FRANCESE
• Ebbe grande successo durante Le Grand Siècle ovvero il grande secolo
• Il teatro francese si mosse verso i principi del rinascimento italiano, quindi una divisione netta di due generi
commedia e tragedia e di una versione della scrittura come esercizio culturale.
• I generi che prevalgono sono: Tragedia, Commedia ed alcune rappresentazioni popolari come farse e la
pastorale
• MOLIERE -> considerato il maestro delle commedie, mettevano in ridicolo i volti della società combinando
umorismo farsesco ad una grande raffinatezza. Fu definito il creatore della commedia francese. Le sue opere
facevano satira verso i difetti degli uomini, mostrando come è l’uomo nella sua realtà più profonda, non
voleva giudicare ma spingere gli spettatori a riflettere. Viene condizionato dalla commedia dell’arte
producendo delle FARSE nelle quali i personaggi erano veri e proprio caratteri in cui prevaleva un tratto della
personalità. Inventò un nuovo genere LA COMEDIE BALLET in cui combinava recitazione, musica, canto e
danza
• PIERRE CORNEILLE -> autore molto criticato in quanto teoricamente la tragedia doveva seguire dei principi
classici, ma lui non aderì creando opere tragicomiche LE CID
• JEAN RACINE -> un grande tragediografo, riuscì contemporaneamente a rispettare le idee classiche ed
mostrare la sua visione poetica. La sua tragedia era incentrata sulla psicologia dei personaggi, sui conflitti
sentimentali dei personaggi. Per questo motivo si iniziò a parlare di Tragedie Sentimentali
• I francesi furono i primi a costruire un teatro permanente dopo i romani, ovvero l’Hotel De Bourgogne.
• EDIFICI -> edificio lungo e stretto, il palco era situato su un lato e di fronte c’era la zona riservata agli
spettatori che stavano in piedi e tutto intorno galleria.
• Il primo teatro all’italiana fu Palais Royale
• SCENOGRAFIA -> la scenografia italiana si affermò in Francia, in cui le rappresentazioni sono circondate da
scenografie prospettiche (quinte angolari)
• Compagnia più importante COMEDIE FRANCAISE

4e_TEATRO TEDESCO
la diffusione del teatro avviene in maniera molto frammentaria, già all’inizio del 15 esimo secolo abbiamo il
contributo del teatro universitario e scolastico, come nella città di Heidelberg con importanti autori neolatini
introducendo elementi comici della tradizione ed elementi riguardante l’attualità
Vi è un trattamento di tipo neoclassico di elementi religiosi, queste rappresentazioni sono anche di tipo pedagogico,
con l’obiettivo di affrontare in maniera pia la vita e allo stesso tempo abbiamo anche opere piacevoli
scopi:
• diventare buoni cittadini
• acquistare principi cristiani scaturiti dalla riforma luterana
• svolgere delle attività nella vita sociale come ad esempio diventare maestri, predicare etc.
Sempre nel 15 esimo secolo vi è una dinamica che mette in campo il rapporto tra esempio ed imitazione, questa
dinamica investe attori che dovranno trarre dalla loro esperienza un’esempio che gli conduca a scegliere un percorso
pio
La Germania deve anche un’importantissima presenza cattolica che si afferma nella seconda metà del 500: I GESUITi:
con l’uso del latino, acquisizione da parte degli attori di un elevato controllo psicofisico e siamo di fronte ad esempi
di cristianità.
Trauerspiels: dramma proveniente dal sud della germania luttuoso e triste che mette in campo la riflessione sulla
sofferenza riguardante il potere, amore e amicizia

Haupt- und Staatsaktion:” azioni principali di stato “provenienti dal sud della germania con temi di tipo politico
legati da uno spirito comico.

teatro di corte presente in germania, questi teatri sono spesso costruiti ed eseguiti da italiane, le forme italiane
influenzano anche altri tipi di teatro ma a loro volta le forme italiane portavano con sè influenze da parte della
Spagna.
Gli attori professionisti sono dei professionisti itineranti, dal nord europa arrivano gli attori inglesi che si stabiliscono
in germania, presentano un repertorio inglese che viene adattato a testi tedeschi e inglesi.
intervengono attori tedeschi e grazie a diverse influenza esercitata alla cultura di altre nazioni risulta aperta ad
ulteriori interpretazioni.

Le compagnie sono una struttura capocomicale, dove c’è un capocomico.


Col 700 le compagnie tedesche si stabilizzano.
Per la germania e altri paesi dobbiamo considerare il 700 come un’epoca di riforme dell’illuminismo

4f_COMMEDIA DELL’ARTE
• La Commedia dell’arte si sviluppa in Italia tra la metà del XVI secolo e la metà del XVIII.
• Esercita una grande influenza sulle vicende del teatro contemporaneo e posteriore, comico e serio, da
Shakespeare a Molière, fino al XX secolo e oltre.
• (Risalire alle origini della CdA ha prodotto tentativi irrisolti, Sebbene sembrino presenti elementi della tradizione, le ricerche hanno
permesso di rintracciare, o di ipotizzare senza poterli provare, solo alcuni antecedenti storici che hanno contribuito a determinarla.)
• ELEMENTI PRINCIPALI -> la presenza delle maschere e l’improvvisazione.
• CARATTERISTICHE SCENICHE -> Pluralità di competenze (recitative, canore, acrobatiche, coreutiche ecc.),
Attori uomini e attrici donne, Nessuna adesione alla realtà: forme e linguaggi puramente scenici, Versatilità,
Forte relazione d’insieme, Scenografia assente o neutra.
• CARATTERISTICHE DEL MESTIERE -> Valore commerciale della rappresentazione, attività professionale e
specializzata, legame costante tra interprete e maschera, Compagnie composte da almeno cinque maschere
principali. Attività itinerante (adeguamento allo spazio in cui si allestisce la commedia), Produzione veloce di
commedie diverse, Repertorio, Relazioni frequenti con mecenati, in Italia, in Germania, in Francia e altrove.
• IMPROVVISAZIONE -> è considerata una caratteristica straordinaria e nuova degli attori delle compagnie
professionali italiane. L’improvvisazione non è un procedimento inteso come capacità di inventare lì per lì
battute, duetti, movenze del corpo. Si avvale del patrimonio personale di ciascun attore e del canovaccio o
scenario, un testo sintetico, che indica principalmente la sequenza delle scene, le entrate e le uscite delle
maschere (cioè i tempi della commedia), e l’occorrente per la scena. L’improvvisazione ha le sue radici in
alcune pratiche oratorie studentesche e nella cosiddetta ‘improvvisazione poetica’, una consuetudine diffusa
nelle corti e nelle accademie. Sulla scena dell’Arte acquista però caratteri del tutto nuovi di comicità e
leggerezza, che la renderà presto insondabile. L’improvvisazione comprende due tipi di prassi scenica: una è
del singolo interprete e l’altra della intera compagnia, e sono entrambe indispensabili per creare l’unità della
rappresentazione.
• L’INTERPRETE -> crea il proprio testo personale, che utilizza sulla scena senza averlo reso noto ai compagni.
È essenziale la capacità di ogni attore di mettersi in sintonia con ogni altro e di assecondare con la propria
improvvisazione quella del compagno.
• IL GRUPPO -> si avvale della improvvisazione per facilitare e rendere più veloce il lavoro collettivo: questa
prassi rappresenta l’abitudine a concertare rapidamente ogni spettacolo senza ricorrere alla stesura del
testo completo e alle conseguenti operazioni di memorizzazione e di affiatamento.
• I tipi fissi sono personaggi dotati di caratteristiche costanti, che ritornano da uno spettacolo all’altro, essi
stabiliscono una continuità e garantiscono l’insieme di battute, lazzi, che costituisce il materiale dell’attore.
Inoltre definiscono la oggettiva riconoscibilità della figura scenica, che da questo insieme è caratterizzata
stabilmente.
• LA MASCHERA -> Nel caso della CdA la maschera non è indossata per nascondere l’identità di chi la porta:
non è un travestimento. Sulla scena dell’Arte la maschera l’identità stessa del personaggio.

Prendono forma così i:

• i Servi, detti genericamente zanni, poi Arlecchino e Brighella bergamaschi, Pulcinella napoletano ecc.
• i Vecchi, padri di famiglia: Pantalone, mercante veneziano; il Dottor Graziano, bolognese, ecc.
• il militare straniero o che arriva da lontano: Capitano Spavento, Capitan Rinoceronte, ecc.
• l’Innamorato: Lelio, Ottavio ecc.
• l’Innamorata: Isabella, Flaminia, Virginia ecc

LE MASCHERE PRINC0IPALI DELLA COMMEDIA DELL’ARTE:

• ARLECCHINO -> Fa parte della famiglia degli zanni. Proviene dall’area bergamasca, è
poverissimo; va in cerca di lavoro a Venezia. La parlata è lombardo-veneta. Porta
sul volto una mezza maschera nera; ha un piccolo beretto, la veste in origine è
grezza e larga, poi a toppe, infine attillata e con eleganti losanghe colorate. Tiene in
mano un randello. È caratterizzato da bisogni primordiali: mangiare, soddisfare il
desiderio sessuale, cercare danaro. È servo sciocco e credulone.

• PULCINELLA -> È uno zanni. Proviene da Napoli. La parlata è napoletana. Porta sul
volto una mezza maschera nera (ma anche bianca); ha camiciotto e brache bianchi,
cappello lungo. Può avere il ventre prominente o la gobba. È servo astuto e risoluto;
irride i potenti. Si oppone ad Arlecchino. Nel tardo XVIII secolo diventerà una
maschera completamente autonoma, famosa fino al pieno Novecento

• PANTALONE -> È uno dei vecchi. È un ricco mercante veneziano. La parlata è veneziana. Porta
sul volto una mezza maschera; ha naso adunco, barbetta da capra, berretta in testa, un
mantello nero sopra la calzabraca rossa e ai piedi babucce all’orientale. Spesso indossa una
cintura a cui tiene appesi una borsa di denaro e un piccolo coltello a doppia lama, con il quale
contrasta i servi o il Capitano. È un vecchio vizioso che insidia le giovani innamorate, le
cortigiane, più spesso le servette. Nel ’700 diventerà un genitore avaro e conservatore

• IL DOTTORE (GRAZIANO O BALANZONE) -> È uno dei vecchi. Viene da Bologna e ha


parlata emiliana. È uomo di scienza. Porta una piccola maschera che ne copre solo
sopracciglia e naso; ha grandi baffi. Veste la divisa nera dei professori dell’Università
di Bologna, con cappellone nero. Ha una grossa pancia

• IL DOTTORE -> blatera e gesticola, pretende di avere conoscenze in ogni campo del
sapere, suffragate dall’uso di latinismi (Si tratta quindi di un particolare tipo di prestito linguistico) e parole
incomprensibili. È bonario e prodigo di consigli.

• CAPITANO -> È maschera di soldato. La parlata è spagnoleggiante. Ha maschera dal


gran naso e baffi importanti. Il costume ricorda le divise militari spagnole del
tempo, ma variopinto e dotato di nappe e nastri. Ha cappello piumato e un enorme
spadone al fianco. I Capitani sono numerosi e di indole diversa: estrosi o
vanagloriosi, sempre legati alla memoria delle loro imprese sul campo e pronti allo
scontro, per suscettibilità o per coraggio. Hanno gli attributi del soldato spagnolo
borioso, così come era visto in Italia al tempo delle guerre con Carlo V.

• CAPITANO SPEZZAFERRO -> incontrò soprattutto il gusto dei Francesi, per la sua
comicità venata di tristezza. Lo presenta per la prima volta a Parigi Giuseppe
Bianchi, giunto nel 1639 con una compagnia di comici improvvisatori.

• GLI INNAMORATI -> sono maschere di giovani, un uomo e una donna, legati da sentimenti d’amore. Parlano
‘fiorentinesco’ e usano un linguaggio di segno letterario. Non portano la maschera sul volto. Vestono
entrambi abiti del loro tempo. L’Innamorata può essere vivace e appassionata, oppure capricciosa o un po’
ingenua. L’Innamorato può essere di animo generoso ma anche piuttosto frivolo. (Flaminia, Isabella, Lidia,
Lucrezia, Florinda...Lelio, Flavio, Cynthio, Leandro, Ottavio, Orazio... )
• ORIGINI DELLA MASCHERA ->Nella CdA si ritrovano elementi tipici del Carnevale. Alcune maschere
somigliano ai personaggi dell’atellana farla latina con maschere: [Maccus (lo sciocco), Pappus (il vecchio
avaro), Bucco (il ghiottone vanaglorioso e maleducato) e Dossennus (il gobbo astuto)]
Alcune figure del mondo popolare (diavoli, streghe, stregoni, spiriti), presenti anche negli spettacoli
popolari, sembrano avere lasciato un segno nella CdA: per es. è probabile che Arlecchino discenda dal
francese Hellequin, protagonista di una leggenda dai tratti demoniaci.

• Da dove provengono queste attrici con le loro abilità? Si tratta quasi certamente delle cosiddette donne
d’arte, prostitute di alto borgo note allora come meretrices honestae, paragonabili alle etere greche
(donne di compagnia greche) o alle mantenute della belle époque, che riunivano il bel mondo nei loro salotti.
Soprattutto presenti a Venezia e a Roma, le donne d’arte si circondavano di poeti, filosofi, ecclesiastici,
aristocratici: sono professioniste dell’intrattenimento di qualità: canto, danza, improvvisazione poetica. I
loro figli e figlie nascono spesso da queste relazioni. Tra questi Vincenza Armani, una delle più celebri
attrici della prima generazione della CdA. Accanto a queste donne compaiono anche dei nuovi attori, di
estrazione studentesca: giovani colti, sfuggiti ai progetti della famiglia che li avrebbero voluti notai,
medici, uomini di Chiesa; approdano nel mondo promiscuo e para familiare delle compagnie teatrali,
dotato di regole molto diverse da quelle comunemente condivise. Con loro si definisce la maschera
dell’Innamorato.

Primo tentativo di recupero della CdA -> (l’esperienza dei Sand al Castello di Nohant 1846-1863), Quello che fra XVI
e XVIII secolo, agli spettatori d’Italia e d’Europa sembrò leggerezza, seduzione ineguagliabile costituiva per i comici
dell’Arte un insieme di tecniche elaborate attraverso una severa attività professionale. A distanza di un secolo dalla
scomparsa della CdA, in Francia, furono fatti i primi tentativi di restaurarla. George Sand e suo figlio Maurice, nel
corso di diciassette anni, tentano di far risorgere la CdA attraverso una ininterrotta attività di ricerca documentaria e
una pratica teatrale diretta (amatoriale), che portano a una trattazione teorica e a un famoso esito editoriale:
Masques et bouffons. Comédie italienne , Paris, Michel Lévy Frères, 1860. Si tratta di una impresa coerente e
sistematica di reinvenzione della CdA, delle sue forme e dei suoi modi, che si conclude con l’ammissione della
sconfitta: i Sand e i loro collaboratori si dichiarano impotenti ad afferrare i segreti della CdA e a farla rivivere, ma la
inventano come genere e per la prima volta ne fanno la storia.

CONCLUSIONI

La commedia dell’arte viene inoltre accusata di essere uno spettacolo superficiale, di essere puro divertimento, che
con le sue impennate e derive comiche e la debolezza delle strutture narrative, l’assenza di fondamenti letterari, cioè
di regole, distrae gli spettatori dal vero centro della loro attenzione: la serietà delle scelte di vita, spirituali e
comportamentali. I comici, però, non ritengono di dover mettere ordine, magari riservando ai momenti ridicoli la
funzione di semplice aggiunta a una solida trama. Hanno scelto, invece, di rafforzare la loro tecnica: la drammaturgia
del frammento. «Stabilito lo scenario, ciascun attore elabora la propria parte (anche se non necessariamente la
scrive) e sceglie nel proprio personale repertorio di battute, monologhi, lazzi, ciò che si adatta a quella specifica
rappresentazione. Il testo completo si determina solo nel momento in cui gli attori vanno in scena; solo di fronte agli
spettatori. È questo modo di utilizzare i frammenti per improvvisare il montaggio dello spettacolo in presenza del
pubblico, che ha consentito ai comici di operare innumerevoli variazioni e di esibire una naturalezza che risultava del
tutto inusuale nella cultura teatrale del tempo, fondando un mito di inestinguibile potenza» (Mirella Schino).


Viene accusata di essere uno spettacolo superficiale, di essere puro divertimento, l’assenza di fondamenti letterari,
cioè di regole, distrae gli spettatori dal vero centro della loro attenzione: la serietà delle scelte di vita, spirituali e
comportamentali. I comici decidono di rafforzare la loro tecnica: la drammaturgia del frammento ovvero: una volta
scelto lo scenario l’attore elabora la sua parte e sceglie dal repertorio persona le battute, monologhi; il testo
completo di determina nel momento in cui gli attori vanno in scena, difronte agli spettatori. Questo ha consentito ai
comici di operare innumerevoli variazioni

5_TEATRO DEL ‘700


• Viene definito il secolo delle RIFORME, in cui si inizia a sentire la necessità di un progresso e rinnovamento
• Viene segnato dall’ILLUMINISMO, dunque, l’idea di ragione che prevale su ogni cosa
• Cambia la funzione del teatro -> non viene più visto come forma di intrattenimento ma assume una funzione
didattica ed educativa soprattutto nella polita e della morale
• Iniziano ad essere trattati temi più realistici che riguardavano la vita delle persone anche nella loro intimità
(iniziò una ricerca verso una maggiore verità e naturalezza)

IN INGHILTERRA
nuove forme drammatiche di teatro popolare:

• LA BALLAD OPERA ->ovvero una pièce (opera teatrale) in cui i dialoghi erano alternato da canzoni, i temi
principali erano sociali e politici. L’opera più famosa è l’opera del mendicante una satira politica sulle
ingiustizie e la corruzione dei borghesi senza alla fine alcun trionfo del bene.
• LA COMMEDIA SENTIMENTALE -> era invece un genere ottimista che riaffermava il principio dei “buoni
vengono premiati e i cattivi puniti”. Successivamente viene rielaborata da Richard Sheridan il quale
rivendicava le commedie “capaci di far ridere il pubblico”, aggiungendo elementi comici ed eccentrici
rivisitandola ironicamente.
• Vi furono diversi tentativi di regolare la produzione teatrale. Venne quindi promulgato lo STAGE LICENSING
ACT che creò un duopolio di due teatri: COVENT GARDEN e DRURY LANE. (nel 1809 ci fu una rivolta Old
Pieces Riot a Londra in seguito al rifacimento di Covent Garden dopo che fu bruciato, e aumentarono i prezzi
d’ingresso del teatro)
• Di conseguenza nacquero degli ESCAMOTAGE per aggirare la leggi: si iniziarono a recitare BURLETTE ovvero
delle pièce composte da canzoni e si iniziò a riadattare in burlette anche diversi drammi famosi come le
commedie di Shakespeare

IN FRANCIA
Prevalgono due generi:

• L’OPERA COMIQUE (operà comic) -> intrattenimento simile alla pantomima in cui gli attori si limitano a
mimare l’azione ed altri reggevano i cartelli con scritte le battute che venivano poi recitate e cantate dagli
spettatori, creando cos’ un coinvolgimento tra attori e spettatori
• COMMEDIA SENTIMENTALE -> incentrata su personaggi virtuosi minacciati dalla sfortuna ma alla fine
ricompensati per le loro doti. L’intento era quello di trasmettere allo spettatore delle forti emozioni e di fare
in modo che si immedesimasse nel personaggio. Un momento che impressionava il pubblico era quello dei
Tableaux (tablò) in cui gli attori nel momento più emozionante si immobilizzavano in un quadro composto
da pose.
• Una variante della commedia è la pièce di Marivò incentrata sui conflitti sentimentali di due giovani
• BEAUMARCHAIS (bomarscè) -> autore molto apprezzato del tempo, si allontanò dalla commedia
sentimentale per focalizzarsi su temi politici e sociali di cui faceva satira. Diventò famoso per il personaggio
di Figaro nel Il Barbiere di Siviglia, qui l’autore ripropone i personaggi della commedia sentimentale che
riprendono temi del dibattito politico ed economico dell’epoca. Crea un’atmosfera in cui c’è tensione e i
personaggi più umili vincono grazie alla loro arguzia
• Il teatro è soggetto a restrizioni ed anche qui si creano escamotage.
• Nascono i Teatri di Boulevard in cui partecipavano le classi popolari e venivano rappresentati melodrammi e
pantomime
• Le Mèlodrame francese (si sviluppò nella prima metà del 800) era diverso da quello italiano, non nasce con
l’intento di far rivivere la tragedia greca ma è un dramma a forti tinte in cui si alternano parti cantate e
recitate. Questi drammi erano ricchi di suspence, colpi di scena, azioni violente e momenti emozionanti. Le
vicende erano ambientate in luoghi esotici e lontani del tempo. I personaggi sono delineati, facilmente
classificabili in tipi: la fanciulla perseguitata, l’eroe, la spalla comica, la donna perduta e il cattivo. Qui la virtù
trionfa sempre, i personaggi buoni premiati e quelli cattivi puniti.

IN GERMANIA
• Fu condizionato dalla cultura italiana e inglese, la sua caratteristica fondamentale è quella di essere molto
vario e ricco di contaminazioni di generi
• Le compagnie erano COMPAGNIE GIROVAGHE con un repertorio molto esteso appunto perché i loro generi
e tematiche erano molteplici

Si affermano diversi generi:

• IL TRAUERSPIEL (trauarspil) -> un dramma in cui venivano sviluppate storie tragiche a partire da eventi
storici o politici. Troviamo anche i drammi a forti tinte che erano drammi incentrati sulle vicende quotidiane
delle classi medie.
• STURM UND DRANG -> un genere letterario che andava contro i principi neoclassici. Si ispirò alla struttura e
i temi elaborati da Shakespeare ovvero struttura ad episodi con un mix di generi e delle tematiche cruenti e
violente rappresentate apertamente sul palco

Troviamo due autori molto famosi:

• LESSING -> cercò di rappresentare nei drammi la vita quotidiana delle classi medie cercando di renderle il più
realistiche possibile, utilizzando un linguaggio medio e concentrandosi sui caratteri dei personaggi.
• GOETHE -> una delle sue opere più famose è il Faust un’opera di carattere epico in cui racchiude riflessioni
sul destino e sulla condizione umana. Può essere definito anche regista perché lui teneva molto all’aspetto
scenico e fu uno dei primi a cercare di costruire una rappresentazione unitaria in cui scenografie e costumi
fossero appropriati. Si focalizzò molto sugli attori, li sottoponeva a lunghe prove e gli impose una dizione
corretta della lingua tedesca e li spingeva a prendere sul serio la loro professione

IL DRAMMA
• Preceduto dalla tragedia borghese che iniziò ad allontanarsi dai principi neoclassici. La tragedia borghese
metteva in scena i personaggi della piccola borghesia e si focalizzava sulle problematiche familiari
prevalendo il versante sentimentale e melodrammatico mostrando alla fine il trionfo della moralità.
L’elemento tragico si sposta all’ambiente domestico e privato. Troviamo anche qui l’idea “buoni
ricompensati e cattivi puniti”.
• Il DRAMMA BORGHESE tratta di tematiche sociali e problemi della classe borghese proponendo soluzioni
morali e filosofiche
• DIDEROT -> importante drammaturgo francese, voleva creare un nuovo genere più vicino alla realtà sia per
situazione che per il linguaggio, trattando temi come l’educazione dei figli o vicende sentimentali. In questi
drammi l’attore doveva essere capace di trasmettere al pubblico le emozioni del personaggio senza però che
le provasse realmente, dunque doveva esserci una sorta di distacco tra lui e il personaggio.

CARLO GOLDONI
• Il maggior commediografo italiano
• Rivoluzionò il teatro, voleva abbandonare la falsità e la non naturalezza della commedia dell’arte per creare
un teatro che rappresentasse la realtà. I personaggi iniziarono ad essere maggiormente caratterizzati e
approfonditi anche psicologicamente.
• Abbandona le modalità della Commedia all’Improvviso prediligendo le commedie interamente scritte
(commedia di carattere)
• La commedia più famosa è “la locandiera” nella quale (come in molte sue commedie) emerge il tema dei
ricchi e laboriosi mercanti che si oppongono ai nobili inetti.

CARLO GOZZI
• Opposto a Goldoni, voleva imprimere alla commedia una connotazione fantastica mescolando prosa e
poesia così da mescolare azioni pianificate con azioni improvvisate. Scrisse 10 commedie fiabesche
caratterizzata dalla ricerca del meraviglioso e del fantastico sia per la scenografia e costumi ma anche il
linguaggio.

GLI EDIFICI:
• Si osserva una grande vicinanza alla struttura italiana
• Elemento importante è la divisione tra spettatori e attori che inizia a farsi definitiva questo grazie
all’aggiunta dell’arco di proscenio che definì un vero distacco tra questi due elementi
• Diderot considerò questo cambiamento essenziale in quanto il pubblico non doveva disturbare lo spettacolo
e gli attori non dovevano accorgersi della loro presenza come se vi fosse una barriera tra platea e palco

SCENOGRAFIA
• Ritroviamo l’influenza italiana come l’uso delle quinte angolari sulle quali venivano dipinte le scenografie
introducendo un nuovo metodo ovvero la prospettiva angolare o multifocale che dava all’ambientazione
una maggiore ampiezza e grandiosità oltre ovviamente alla realisticità
• Le ambientazioni diventavano sempre più storicamente accurate anche grazie all’uso di accessori
tridimensionali. I luoghi rappresentati erano luoghi facilmente riconoscibili per il pubblico.
• Introdotti degli elementi praticabili come la Box Set
• Innovazioni per l’illuminazione, vennero introdotte degli schermi di seta colorati per cambiare i colori alla
luce e vennero sostituite le candele dalle lampade ad olio

IL SISTEMA DI RUOLI
• Ogni attore aveva un ruolo predefinito, questi ruoli erano già preconfezionati ovvero già caratterizzati,
predefiniti, stereotipati
• Gli attori potevano nei limiti, improvvisare e se si fossero dimenticati le battute avrebbero potuto contare sul
suggeritore
• A determinare il ruolo era il Physique Du Role
• Lo stile di recitazione di questo tempo veniva chiamato DECLAMATORIO e si basava sulla ricerca di
realisticità e naturalezza e sull’abilità dell’interprete che doveva rivolgersi al pubblico e non più
all’interlocutore
• Trattato sulla recitazione -> pubblicato nel 1747 che proponeva una teoria contraria a quella di Diderot:
l’attore doveva interpretare il personaggio immedesimandosi in esso, doveva quindi cercare di capire cosa
provasse e trasmetterlo al pubblico.

CRITICA TEATRALE
Queste critiche venivano scritte sottoforma di recensioni sui giornali. Il critico diventò una figura professionale di
grande importanza aveva il potere di condizionare e influenzare il pubblico.

Spesso durante gli spettacoli venivano ingaggiate delle Claque ovvero n gruppo di spettatori che dovevano
applaudire e manifestare la propria approvazione

COMMEDIE METATEATRALI -> rappresentavano la vita quotidiana di una compagnia oppure le vicende di un
autore alle prese con la messa in scena delle sue opere. La più famosa è “La Prova” di Villers, una satira
dell’ambiente teatrale e dell’autore drammatico. Lo spettatore poteva vedere il dietro le quinte di una
rappresentazione teatrale
DAVID GARRICK
• Considerato il precursore della regia, attore e regista.
• La sua intenzione era quella di realizzare uno spettacolo che fosse il più reale possibile. Per fare questo si
basò sull’osservazione della vita reale e sullo studio degli atteggiamenti delle persone.
• Cercò di umanizzare i personaggi mettendo in luce la loro interiorità e mostrando il loro lato umano e
sensibile
• Diede maggiore accuratezza storica ai costumi
• Richiedeva ai suoi attori una disciplina rigorosa ed una preparazione accurata sottoponendoli a lunghe prove
• Vennero eliminati gli spettatori che sedevano sul palco

6_TEATRO PRIMA META’ DEL ‘800


• Diventato intrattenimento di massa e continuava ad evolversi ed espandersi grazie alle nuove innovazioni
di trasporti, così che gli attori iniziando a spostarsi si facevano conoscere e acquistavano maggiore fama.
(Sempre più attori iniziarono a scrivere opere teatrali in modo da farsi conoscere)
• Durante questo periodo i teatri continuavano ad essere controllati e continuò ad esistere il monopolio di
pochi teatri, quelli più importanti e privilegiati, mentre i teatri minori (tipo Boulevard) furono chiusi

IL ROMANTICISMO
• Nasce nel 1770, movimento preannunciato da Sturm Und Drang
• A delinearne le caratteristiche fu Victor Hugo -> non doveva prendere in considerazione le regole
neoclassiche. I generi dovevano essere superati e bisognava abbattere l’idea di una limitazione temporale e
cronologica.
• Uno dei temi più ricorrenti era quello delle aspirazione dell’eroe che vengono però limitate dalla forza della
natura
• Molti autori attinsero alla storia per creare uno sfondo delle proprie opere che narravano di drammi di
passione politica o amorosa
• Il dramma romantico rispecchia lo spirito libertario dell’epoca -> vengono affermati i concetti di
indipendenza e libertà e gli eroi difendono l’individualità
• Uno dei drammi più famosi Hernani (di Victor Hugo) -> il protagonista mostra che nonostante il suo modo di
vivere libero e fuori dagli schemi, si fonda comunque sui valori ideali come l’amore e la fedeltà
• Gli attori divennero famosi per la loro capacità di trasmettere emozioni, utilizzavano gesti incisivi,
appoggiature vocali per sottolineare il contenuto sentimentale. Un attore molto importante è Edmund Kean,
molto bravo a sottolineare le transizioni tra un sentimento e l’altro, lui si preparava accuratamente le parti

Con l’evoluzione del trasporto le compagnie iniziarono a muoversi in gruppo prendendo così il nome di COMPAGNIE
DI FORMAZIONE. Per questo motivo in questi anni iniziarono a costruire delle scuole di teatro

WAGNER -> insieme alla compagnia del duca di Meininger mossero i primi passi nell’800 verso il progresso della
regia, cercarono di creare un quadro scenico unitario, grazie ai dettagli di scena e a tempi di prova più lunghi.

LAURA KEENE -> attrice che si distinse come direttrice teatrale negli Stati Uniti, iniziò come attrice e poi aprì il suo
teatro il “Laura Varieties” teatro molto prestigioso. Ovviamente dovette lottare contro una grande disapprovazione
da parte dei colleghi maschi e delle recensioni diffamatorie. Dopo di lei molte donne iniziarono a cimentarsi nella
professione

EDIFICI -> la struttura interna prevedeva il tradizionale arco di proscenio, (suddivisione tra spettatore e palco). L’uso
di nuovi materiali come l’acciaio permise la costruzione di palchi senza colonne portanti. Si iniziò a pensare
maggiormente al benessere degli spettatori, iniziarono ad introdurre un sistema di ventilazione, sedili individuali con
schienali con tanto di prenotazione del posto

SCENOGRAFIA -> dati i molteplici cambi di scena si iniziò a cercare delle soluzioni per cercare di rappresentare tutte
le scene: viene inventato il PANORAMA o CICLORAMA ovvero una scena dipinta su un lungo drappo di stoffa che
circondava tutto il pubblico, dando l’illusione di un paesaggio che circondava lo spettatore a 360°. Il DIORAMA
invece una piattaforma rotante posta al centro del teatro, su cui era posto lo spettatore che si trovava di fronte a dei
pannelli tutti rappresentanti scene differenti. Cambia l’illuminazione vengono introdotte le lampade a gas e la zona
illuminata era solo quella del palco

INTRATTENIMENTI POPOLARI IN U.S.A -> MINSTREL SHOW ovvero attori bianchi travestiti da neri con costumi vario
dipinti e tratti del volto esagerato. La rappresentazione era mimata sulla musica di canzoni comiche e sentimentali.
Iniziarono a decadere a causa dei loro prezzi elevati e della concorrenza del cinema e anche perché si è sviluppata
una nuova forma di spettacolo musicale LA RIVISTA con un nuovo genere di musica il RAGTIME. La diffusione del
Ragtime contribuì all’affermazione della commedia musicale dei neri. Per la prima volta i neri iniziarono ad essere
rappresentati in modo realistico e non caricaturale. Le compagnie afro-americane iniziarono ad essere
maggiormente considerate

7_TEATRO DAL 1850 AL 1900


• Si affermano REALISMO e NATURALISMO

REALISMO (1840-1880)
• si cerca di riportare nei drammi gli aspetti della vita quotidiana, con personaggi realistici e focalizzando
l’attenzione sui problemi sociali.
• Non venivano formulati giudizi morali ma i problemi venivano posti e risolti questo perché si riteneva che
moralità e immoralità fossero categorie relative e comunque non semplici da distinguere.
• I personaggi complessi e caratterizzati psicologicamente
• Il fondatore fu Henrik Ibsen una delle opere più importanti fu Casa Di Bambola tratta il tema del ruolo della
donna nel matrimonio e della sua diversa considerazione rispetto all’uomo
• Affronta temi scottanti muovendo anche una critica verso la società borghese: il conformismo borghese e
l’ipocrisia impediscono ai persona fi di realizzare se stessi e la loro aspirazione provocando delle tragedie

NATURALISMO (1858)
• Emerge in Francia e vuole rappresentare l’autenticità e la rappresentazione oggettiva della società quasi
come un documentario
• Vengono prese in esame le classi più popolari e disagiate, descrivendo le loro misere condizioni di vita
causare dal condizionamento ambientale.
• Emile Zola -> elaborò la sua teoria del Romanzo Sperimentale: dava una grossa importanza all’ambiente, il
quale veniva analizzato anche negli aspetti più crudi. Bisognava rappresentare la realtà così com’era senza
abbellirla, estrapolando una Trance De Vie (pezzo di vita) ovvero un caso da analizzare (qua sta differenza tra
realismo e naturalismo)
• Il teatro dovette superare molti ostacoli a causa della censura: le loro opere erano spesso soggette a
opinioni contrastanti. Vennero creati dei teatri apposta, liberi da vincoli. Il più famose fu li Theatre Libre
fondato da Antoine a Parigi, lui introdusse la teoria della quarta parte ovvero il teatro doveva mostrare la
scena divisa da una parete (immaginaria) che dividesse spettatori e attori

Già all’inizio del 1800 era diffuso il sistema dei ruoli che portò alla gerarchizzazione delle compagnie.

Tra i ruoli possiamo ricordare: primo attore/attrice o prima donna (protagonista), primo attore giovane/attrice
giovane (eredi degli amorosi delle commedia dell’arte), padre nobile/madre nobile (attori anziani). I ruoli più tipici:

• Tiranno e Servetta nelle tragedie.


• Il Caratterista, personaggi dominati da passione e atteggiamenti ironici, che spesso esponeva della riflessioni
• Brillante, cercava ed esponeva la morale della situazione in cui i trovava
• Il Capocomico si occupava solo dell’organizzazione e del coordinamento degli attori, sottoposti a prove
ridotte al minimo, questo comportava una grande squilibrio all’interno degli spettacoli

Il Grande attore ovvero uno spettacolo incentrato su un solo personaggio (di solito interpretato dal Capocomico).
Questo fenomeno rallentò la nascita della regia in Italia
Gli attori recitavano perseguendo il vero artistico cercando quindi di recitare in modo naturale, sia nel linguaggio sia
per i personaggi (erano caratterizzati e studiati a fondo psicologicamente) come possiamo vedere in attori come:

• Gustavo Modena -> sosteneva idee risorgimentali, mescolava elementi tragici e comici avvicinandosi al
grottesco romantico
• Ernesto Rossi -> passione per lo studio psicologico dei personaggi
• Adelaide Ristori -> cercava di far provare agli spettatori le emozioni del personaggio
• Eleonora Duse -> cercava di esprimere naturalezza e verità allontanandosi dalle convenzioni della retorica.
Cercava di trasmettere dolore creando una sorta di empatia di chi guardava. Prediligeva un linguaggio
mimico in cui cercava di esprimere con gesti nervosi i sentimenti e le emozioni del personaggio

I primi ad essere considerati furono Wagner e la compagnia dei Meiningen

WAGNER
• La rappresentazione doveva essere un’opera d’arte totale* controllata da una persona capace di unificarla,
tutti gli elementi perfettamente integrata tra di loro
• Portò diverse innovazioni come l’illusione della musica che giungeva agli spettatori “come per magia”,
ponendo i musicisti in una fossa sotto la scena. Spense le luci in modo da far concentrare l’attore sulla scena
• Curò la coerenza storica dei costumi e scenografie, con differenti cambi di scena camuffati da getti di vapore

MEININGEN
• Iniziò ad allestire le rappresentazioni fornendo disegni di sua mano di scenografie e costumi
• Sottoponeva gli attori a lunghe prove in costume e con scenografie già montate. Queste scenografie erano
particolarmente accurate storicamente, tanto che decorava il palco con tessuti preziosi e mobili d’epoca
• Introdusse il principio di rotazione dei ruoli, gli attori non erano più legati solamente ad un ruolo

*Opera d’arte totale = una rappresentazione che comprendesse tutte le arti

HENRY IRVING
• Iniziò ad insistere sull’importanza di una concezione unitaria della rappresentazione
• Era un attore dalle notevoli capacità soprattutto nell’espressione dell’emotività, ma anche un grande
scenografo
• Venne spesso criticato per l’eccesso di spettacolarizzazione a causa dell’accumulo di accessori e di ornamenti

Per quanto riguarda la drammaturgia inglese troviamo:

• OSCAR WILDE -> andava contro i principi naturalistici, lui definiva il teatro come arte fine a se stessa
• GEORGE BERNARD SHAW -> al contrario lui cercava di promuovere un teatri più naturalista, in quanto
desiderava esprimere le sue idee politiche e sociali. Le commedie furono rappresentate da piccole
compagnie private al fine di aggirare la censura

In Francia nasce una nuova tipologia drammatica la Pièce Bien Faite una rappresentazione realistica in cui venivano
trattati tematiche contemporanee legate alla borghesia

In questo periodo iniziano ad acquistare grande importanza anche le figure russe tra cui Stanislavskij ebbe successo
nel ‘900

8_TEATRO DEL 900


Nel 1859 esce l’origine della specie di Darwin, la teoria evoluzionistica che vede la battaglia delle singole specie per
sopravvivere mette in questione i principi legati all’ idea creazionista.

Nel 1867 esce il primo volume del”capitale” di Marx.


Nel 1872 esce di Nietzche la “nascita della tragedia greca”

Nel 1895 i fratelli lumiere proiettano a lione i loro film muti, e l’avvento del cinema porta un forte scossone nel
mondo del teatro, ma è estremamente importante e incide in maniera essenziale nello svilupparsi del realismo.

Nel 1900 Freud pubblica l’interpretazione dei sogni e da legittimità scientifica ad un universi che costituisce un punto
di riferimento essenziale nella visione nel mondo.
Molto importante questo testo.

Nel 1905 Eistein presenta i primi risultati della teoria della relatività

• Viene diviso da alcuni storici in due grandi filoni: quello realista e quello anti-realista
• Emergono due tendenze contrapposte: positivismo e simbolismo

STANISLAVSKIJ

• Fondò il teatro d’Arte di Mosca nel 1898 ispirandosi al movimento realista


• Rimase impressionato dalle rappresentazione dei Meninger (accuratezza storica, ambientazione e
rappresentazione della realtà) iniziò a curare l’aspetto della scena e a ricostruire le scene utilizzando mobili e
costumi d’epoca
• Più tardi incontrò Dancenko con cui decise di creare il Teatro d’Arte di Mosca: Stanislavskij si sarebbe
occupato della preparazione artistica, mentre Dancenko avrebbe curato il repertorio
• Il suo intendo era di portare la verità sulla scena sia per l’ambientazione sia per la recitazione, stabilì anche
lui la rotazione dei rotoli, inizialmente era un regista autoritario ma poi iniziò ad accogliere la libera creatività
degli attori (attori dilettanti poiché secondo lui erano più propensi ad imparare), pretendeva da loro una
recitazione spontanea e naturale, come se fossero nella vita reale
• Elabora un vero e proprio SISTEMA DI RECITAZIONE studiando le azioni delle persone nella vita quotidiana,
focalizzandosi sulle proprie emozioni e sentimenti in modo da poterle intrepretare sul palco. L’attore doveva
immedesimarsi a pieno nel personaggio in modo che la recitazione fosse più naturale
Il sistema si basava su:
-esercitazioni sul rilassamento e sulla concentrazione in quanto bisognava eliminare inutili tensioni in modo
da raggiungere anche il rilassamento fisico.
-Bisognava concentrarsi su un oggetto o una persona guardando sempre lo stesso cerchio di attenzione che
serviva per non perdere la concentrazione
-Bisognava tener conto delle circostanze, ovvero della situazione in cui il personaggio si trova ad agire
-Per evitare di rappresentare un’emozione semplicemente generica bisognava far attenzione ai dettagli
ricorrendo in particolare a quelli gestuali
-L’attore doveva tener conto che ogni sua azione sulla scena aveva uno scopo, dunque per conferire
continuità alla parte bisognava conoscere lo scopo principale del personaggio
-Poi bisognerà dividere il dramma in sotto compiti che coincidono con le singole scene, e in ognuna di queste
il personaggio avrà un compito diverso
• Lui sottolinea l’importanza del gioco d’insieme degli attori -> gli attori non dovevano deconcentrarsi quando
un altro attore parla
• TEORIA DELLA RIVIVISCENZA -> l’attore deve immedesimarsi completamente nel personaggio facendo uso
della propria immaginazione. Bisognava ricostruire la vita psicologica ed emotiva del personaggio attingendo
alla propria mediante il “magico se” se mi trovassi in questa situazione cosa farei?
-Bisognava ricorrere alla memoria emotiva, ovvero il bagaglio di esperienze vissute dell’attore, in modo che
rivivendo i propri ricordi venivano a galla anche le emozioni legate ad esso. Questa operazione è detta
REVIVISCENZA.
-L’attore deve seguire la via dell’intuizione e dell’immaginazione senza perdere il dominio delle proprie
emozioni
• Nell’ultima fase della sua carriera rivalutò le azioni fisiche esteriori, considerandole dei punti di partenza dai
quali poter innescare un processo di reviviscenza, invece di imparare il testo a memoria gli attori dovevano
usarlo per ricavare azioni fisiche da cui partire per costruire il personaggio
STRASBERG
• Nel 1947 riprese la tecnica di Stanislavsij
• Rielaborò la tecnica focalizzandosi maggiormente sul lavoro dell’attore piuttosto che sulla costruzione del
personaggio
• Mutò la prospettiva focalizzandosi sulla rimozione di ostacoli psicologici che impedivano la realizzazione
espressiva. Così la preparazione alla parte non è un processo psicofisico ma un’esperienza in cui l’attore si
immerge per rivivere le proprie emozioni, secondo modalità non tanto diverse dalla psicoanalisi
• Gli attori del cinema e quelli del teatro avevano due tecniche differenti:
-gli attori del cinema dovevano prefissarsi degli obiettivi parziali, in modo che fosse più facile interpretare le
emozioni dei personaggi attingendo al proprio vissuto
-gli attori del teatro invece dovevano elaborare una tecnica che gli permettesse di mantenere
l’immedesimazione per tutta la rappresentazione

A partire dalla fine dell’800 e inizi del ‘900 iniziarono a sorgere molti e differenti movimenti volti ad allontanarsi da
Realismo e Naturalismo (1870-80)

SIMBOLISMO
• Primo tentativi di allontanarsi da Realismo e Naturalismo
• Nato in Francia come reazione alla pretesa di voler trasformare la scena in uno specchio della realtà
• I simbolisti erano alla ricerca di un teatro che mostrasse l’essenza delle cose attraverso i simboli e le
evocazioni, senza descrivere la realtà nella sua oggettività
• Gli attori non erano necessari nelle loro rappresentazioni, perché si voleva creare sul palcoscenico
un’atmosfera di idealità e astrazione. L’attore se presente, aveva una recitazione molto stilizzata.
Solitamente gli attori compivano dei gesti, dietro un velo trasparente, che gli conferiva un alone di misticità,
mentre un recitante era posta sul proscenio e pronunciava le battute.
• l’azione tendeva spesso ad una immobilità tragica, non c’è una vera e propria azione
• La mancanza di azione fu il motivo principale per cui non ebbero grande diffusione sulle scene
• Molto spesso gli attori venivano anche sostituiti da marionette e maschere, in quanto impersonali
• Le atmosfere erano angosciate e rarefatte, caratterizzate da interni claustrofobici e cercando di provare gli
attori con sollecitazioni visive e sonore

Successivamente nei primi anni del ‘900 iniziarono sempre di più ad allontanarsi dal movimento naturalista e
realista. Nacquero infatti molte e differenti correnti artistiche e letterarie.

FUTURISMO
• Nasce nel 1909 in Italia, dalla pubblicazione del “Manifesto futurista” di Marinetti
• I futuristi esaltano la guerra e il progresso tecnologico, erano affascinati dalle macchine, dalla velocità e dal
dinamismo
• Volevano togliere il teatro da quello che ormai era diventato un vero e proprio mercato commerciale. Con i
lori spettacoli volevano provocare il pubblico, spingendoli ad una reazione e ad una partecipazione attiva:
volevano spingere le platee a dare un opinione di fronte ad un evento artistico
• Le pièce futuristiche erano molto schematiche, non avevano una vera e propria trama, i personaggi erano
elementari privi di qualsiasi spessore psicologico
• La scenografia era caratterizzata da sollecitazioni visive e sonore, viene abbandonata la scenografia dipinta,
prevalendo elementi tridimensionali geometrici e astratti

ESPRESSIONISMO
• Nasce nel 1912 in Germania
• L’espressionismo voleva esasperare e distorcere la realtà per comunicare i sentimenti conflittuali dell’artista
• I drammi espressionisti contestano la società e la famiglia: impiegati politicamente ma molto pessimisti
perché ambientati durante le guerre
• La struttura è solitamente a stazioni, in quanto il protagonista attraversa una serie di prove e di incidenti, il
linguaggio è spesso telegrafico, con scambi di battute brevi
• La recitazione era molto esasperata, il linguaggio basato su un monologo
• Stindberg creò drammi espressionisti, ricchi di elementi simbolici e di azioni non realistiche. I personaggi
sono personificazioni simboliche e non individui

DADAISMO
• Nasce nel 1916-1920 a Zurigo
• Questo movimento nasce durante la guerra contro la guerra, a differenza dei futuristi che però come loro
avevano intenzione di creare un’arte provocatoria. Anche loro erano contro alla mercificazione dell’arte
• Cercano di creare un’arte che possa esaltare il processo creativo e mescolare più linguaggi artistici
• Organizzavano spettacoli prendendo spunto dalle serate futuriste, rappresentando degli spettacoli di poesia
simultanea e di musica

SURREALISMO
• Nasce nel 1920 a Parigi, è una corrente interna al Dadaismo
• Secondo questi artisti il subconscio è il livello più alto di realtà che i drammi dovrebbero cercare di
rappresentare
• Vuole esprimere una realtà superiore, fatta di irrazionale e di sogno per rivelare gli aspetti più profondi della
psiche
• In molte delle loro pièce possiamo osservare come eventi reali si mescolano con accadimenti fantastici
• Il maggior esponente è Andrè Berton, influenzato dalla letture de “L’interpretazione dei sogni” di Freud,
arrivò alla conclusione che fosse inaccettabile il fatto che il sogno e l’inconscio avesse avuto così poco spazio
nella civiltà moderna
• Antonin Artaud, fondatore del Teatro della Crudeltà: lo spettatore si trovava fisicamente al centro della
rappresentazione (allestita in spazi riadattati a teatro), immerso in un’atmosfera inquietante, in cui l’autore
voleva rappresentare i fantasmi dell’inconscio provocando sussulti e paura. Per lui il teatro doveva essere
un’esperienza estrema per lo spettatore, deve essere in grado di evocare immagini che provocano nello
spettatore una sorta di trance magica, rappresentando mistero e sogno

In questi anni nasce anche un nuovo genere il TEATRO EPICO:

• nella prima metà del 1900 il cui massimo esponente fu Bertol Brecht
• si distaccò dalle concezioni precedenti di dramma: questo non doveva trasmettere emozioni, doveva invece
avere lo scopo di istruire. Per insegnare qualcosa il teatro non doveva coinvolgere emotivamente ma doveva
riferirsi all’intelletto degli spettatori
• elaborò quindi la teoria dello straniamento:
-le scenografie dovevano essere solo indicative dell’ambiente, senza alcun elemento realistico, e prive di
ogni elemento illusorio, gli spettatori dovevano sempre ricordarsi si essere a teatro
-gli attori non dovevano immedesimarsi nei personaggi ma solo mostrarne gli atteggiamenti e i
comportamenti e giudicali. Per rappresentare questo distaccamento veniva utilizzata la terza persona
singolare
-lo spettatore non doveva immedesimarsi in questi personaggi, ma semplicemente osservare un distacco pe
poi poter giudicare costringendolo a prendere delle decisioni. Per questo motivo spesso il racconto veniva
presentato da diversi punti di vista
• importante dramma di Brecht è “Madre Coraggio e i suoi figli”: in questa pièce vuole mostrare che la guerra
ha origine dalla ricerca del profitto, su cui si fonda il sistema capitalistico. Madre Coraggio persegue questo
sistema senza capire che verrà schiacciata dai meccanismi di cui fa parte. Brecht non vuole che gli spettatori
si immedesimino nel dolore materno, ma che loro la giudichino e prendano una posizione contro le sue
scelte scellerate
In RUSSIA troviamo differenti forme di riteatralizzazione delle scene.

• Negli ultimi anni dell’800 vediamo affermarsi un regista teatrale molto importante Mejerchol’d -> anticipò la
teoria di Brecht, l’attore doveva estraniarsi senza immedesimarsi nel personaggio, ma giudicandolo
• La BIOMECCANICA di Mejerchol’d, secondo lui l’attore doveva essere capace di controllare il proprio corpo,
l’attore è come il meccanico che lavora sulla propria macchina e la macchina è il corpo.
• Troviamo anche Vachtangov che invece prese spunto dal realismo psicologico di Stanislavskij, cercando di
esercitare l’immaginazione dell’attore attraverso l’improvvisazione. Per lui il processo creativo dell’attore
doveva essere un percorso gioioso e vitale nella quale si attivavano le energie interiori. Vedeva il teatro
come un gioco, infatti gli attori si vestivano e truccavano sul palco davanti al pubblico, cercando così di
coinvolgerlo

Due scenografi che si distinsero nei primi anni del ‘900 furono Appia e Craig: entrambi si opposero al teatro
tradizionale di stampo realistico, proponendo scenografie non illusionistiche

• APPIA -> rappresentò molti drammi musicali di Wagner, in cui secondo lui, l’attore doveva essere il tramite
tra musica e spazio, non aveva nessuna libertà interpretativa e creativa, doveva solo seguire i movimenti
prescritti dalla partitura. Per quanto riguarda la scenografia, elimina le quinte dipinte, privilegiando elementi
tradizionali e oggetti praticabili, rompendo le convinzioni realistiche della quarta parete, tanto che nel
progetto del suo edificio mancava l’arco di proscenio

CRAIG (scenografo e regista)

• proclama in tono profetico che il teatro per poter vivere deve morire: solo il vero artista saprà costruire
delle opere che saranno frutto della sua sola mente e così potrà ridagli vita.
• Per Craig l’opera d’arte poteva essere realizzata soltanto bandendo tutto ciò che è causale ed empirico.
Questo lo vediamo nella sua visione di attore come “supermarionetta” ovvero un vero e proprio automa,
privato di sentimenti, emozioni e vitalità. Privato delle sue idee che si scontrerebbero con quelle del regista,
regista che è proprio colui che muove l’attore all’interno dello spettacolo.
• La visione di Craig del teatro riprende la visione simbolista del “teatro come rito”, un rito al quale secondo
lui gli spettatori dovevano far parte passivamente, ammirare quel rito, quell’opera d’arte conclusa ed
assoluta da lontano
• Il teatro è visione -> visione del movimento silenzioso, celebrazione del mistero. Craig finisce per eliminare
dal teatro non solo il testo, ma anche le parole, i suoni, e dunque lui diventerebbe colui che crea la pura
visione del movimento, che ne celebra il rito
• Amleto -> realizza una scena composta da altissimi pannelli incernierati che dovevano muoversi nel corpo
dello spettacolo seguendo il mutare della situazione. (non riesce a farlo, avvengono al calare del sipario).
Questi pannelli, screen, mutano colore o oro o grigi, oro momenti di corte grigi quando si trovava solo
Amleto.
• Scena -> purificata, pochi elementi essenziali, priva di tutti gli elementi descrittivi (pittorici), pannelli che
creano uno spazio geometrico.

TEATRO DELL’ASSOLUTO
• Nasce nel 1950, un approccio originale e innovativo del teatro
• In questi drammi vige l’idea di vita irrazionale, in cui le azioni degli uomini sono assurde e insensate
• La struttura è illogica, l’ambientazione irrealistica, i personaggi sono poco caratterizzati ed utilizzano un
linguaggio sconnesso e formulano dialoghi privi di senso compiuto
• Beckett -> attore importante, diventato famoso per la sua pièce “Aspettando Godot”, dramma caratterizzato
da un’azione ciclica, in cui si presentano sempre gli stessi dialoghi e situazioni, sottolineando come anche un
dolore possa diventare elemento di comicità. Prende quasi un ritmo cabarettistico. I personaggi sono
enigmatici, sembrano seguire dei percorsi insensati. Due uomini in attesa di un fantomatico Godot che non
arriverà mai
LIVIN THEATRE
• Nasce tra gli anni 50-60, una compagnia alternativa e sperimentale che metteva in scena drammi politici
degli autori all’avanguardia
• Si ispirò alle teorie di Artuard, infatti le scenografie erano allestite in luoghi riadattati a teatro e in modo tale
da far credere al pubblico di star assistendo ad eventi reali
• Lo spettacolo generava una forte tensione negli spettatori
• La messa in scena seguiva i principi del teatro epico e dello straniamento
• è una forma di teatro nuovo, vivo proprio sulla base del fatto che la soglia tra teatro e vita è una soglia,
molto leggera.
• the connection: vicenda di musicisti jazz che si radunano in un edificio scarsamente connotato e
improvvisano musica in attesta del pusher, quando il pusher arriva e consumano droga lo spettatore non è
più in grado di distinguere tra l’effetto della droga e una finzione scenica.
• Un bassissimo grado di convenzionalità dallo spazio degli spettatori e la mancanza completa di qualunque
struttura.
• the brig: Racconta la giornata di un gruppo di marines, dalle punizioni corporali e così via
• Sono spettacoli che fanno molta impressione, il trasferimento del living teathre dagli USA all’europa, nel 68 il
living rappresenta uno spettacolo chiamato “paradise now”, vi è la componente rituale fondata su una teoria
dei centri di energia che si appoggia riferimento al mondo orientale, dentro una cultura di tipo sincretico
all’interno un ricco materiale simbolico.
• Questo spettacolo rappresentato ad avignon e realizza un ulteriore scarto della cultura teatrale nazionale 7

I REGISTI DEL ‘900


• GROTOWSKI -> fu molto influenzato da Stanislavskij e dai lavori di Mejerchol’d.
-Viene ricordato soprattutto per i suoi esperimenti di Parateatro, ovvero esperimenti volti ad allontanarsi
dal modello tradizionale
-Si focalizzò sulla figura dell’attore, che doveva essere capace di padroneggiare ogni muscolo del suo corpo
in modo da fondersi con la natura
-Per lui la recitazione era un vero e proprio “dono del sé” tanto che parla di attore-martire che sacrifica il
proprio corpo e le proprie energie al pubblico
-Questi esperimenti erano spesso più vicini alla psicoterapia piuttosto che al teatro, cercava di spingere gli
attori in un viaggio ascetico nella propria interiorità, creando dei veri e propri incontri tra attori e
spettatori.Nel 1975 mette in scena quello che è considerato il suo capolavoro chiamato “la classe morta”
una delle opere più rappresentative.Vede al centro una classe scolastica, composta da donne e uomini
vecchi ciascuno dei quali ha con se un suo doppio che è un pupazzo, un manichino.Nella classe morta
ciascuno di questi individui è come se tornasse sempre nel proprio passato.
Una caratteristica è l’uso dell’impianto dadaista delle componenti verbali/vocali, ovvero della sonorità che la
lingua polacca mette in campo.

• BARBA -> allievo di Grotowski, riteneva lo spettacolo sola la punta dell’iceberg, dunque il punto finale di un
lungo processi di preparazione
-Il training era concepito come percorso di maturazione e crescita esistenziale e psicologica dell’attore
-Spesso i suoi spettacoli erano privi di intreccio e basati unicamente su esperienze sensoriali e suggestioni
visive deliranti e violente
-Giocava spesso con mutamenti di illuminazione, gettando gli spettatori nell’oscurità o avvolgendoli in luci
abbaglianti. Qui gli spettatori erano chiamati a partecipare all’evento in modo attivo
• BROOK -> regista inglese, ricerca nel teatro l’estetica dell’essenzialità e duna comunicazione immediata ed
efficace capace di coinvolgere il pubblico oltre le barriere linguistiche e culturali
-Da all’attore una grande importanza, il quale deve sviluppare capacità espressive articolate, che potevano
essere assunte grazie a lunghi training. Voleva far rivivere i classici sottraendoli a tutte quelle convenzioni e
stereotipi che ne avevano fatto una mercificazione del teatro. Predilige uno Shakespeare minore, realizza
rappresentazioni liriche. Negli anni 60 realizza un re lear shakspeariano, che rappresenta per lui un punto di
svolta ,lo “spazio vuoto” (empty space) Questa idea è legata all’essenza del teatro, che non ha bisogno di
altro se non la presenza degli attori e l’essenziale ricerca all’interno del quale i soggetti possono entrare in
relazione . In questi anni lui fa una serie di esperienze cinematografiche di grande valore rimaste punto di
riferimento. Nel 1964 Peter Brook intitola ad artò una stagione del teatro nel quale lavorava e fece degli
spettacoli. Non si limita a rendere omaggio ad Artò ma a fare propri ed elaborare l’indicazione Artodiane
conducendo gli attori in un importante lavoro sul corpo, voce etc. Alla fine degli anni 60 inizio anni 70 si
trasferisce a Parigi dove ha sede tuttora e dove intraprende una strada che lo porterà molto lontano per
approfondire tutta una serie di ricerche sulle lingue antiche e un grande lavoro sulla voce intesa come
elemento fondante aldilà nel lato semantico. Lavora molto sull’improvvisazione. Il lavoro di peter brook si
sviluppa per cicli consecutivi. Tutt’oggi brook si considera un regista e i suoi spettacoli sono di rilevanza
nternazionale.
• Robert bob wilson: un texano che con gli anni 70 mette a punto il così detto teatro immagine. Un teatro
visivo, un teatro che si qualifica per la portata straordinariamente impressionante delle immagini che mette
in scena wilson piegandole in direzione di una singolare ritualità cerimoniale che si fonda sulla lentezza del
movimento, al punto da essere in un certo senso un teatro da meditare tanto si può dire che i suoi spettacoli
siano dotati di incanto. Lavora con giovani anche portatori di handicapp, sviluppa un modo diverso per
pensare alla percezione degli oggetti, attraverso un vocabolario di immagini nei suoi primissimi valori.Il
rapporto con lo spazio è essenziale per Wilson, uno spazio che è come la cassa di risonanza delle immagini
che vengono calate con estrema perizia e potenza visiva.Il legame tra la figurazione e lentezza fisica fa dei
lavori di wilson una marca di identificazione, che rendono il suo lavoro immediatamente riconoscibile. Non
tutte le immagini che Wilson propone sono comprensibili, e non sono mai nemmeno illustrative , ma sono
immagini di difficile decifrazione.Il teatro di wilson ha generato seguaci che hanno trovato una loro strada in
culture diverse, ha collaborato con compagnie teatrali fortemente riconoscibili.
• Ariane Mnouchkine: Regista, animatrice di quel gruppo di lavoro chiamato teatre du soleil, uno spazio che
era un’antica fabbrica di munizioni diventato il centro di lavoro di ariane. Lei, ha creato un gruppo di lavoro
di artisti, una realtà nella quale lei elabora la sua riflessione.La cartoucherie è uno spazio che viene
rivitalizzato alla presenza del theatre du soleil e all’interno della cartoucherie nasce l’idea della creazione
collettiva. Creazione collettiva che si cala in una condivisione di tipo comunitario dell’esperienza di vita e di
teatro. Gli artisti del theatre du soleil vivono nella cartoucherie. Gli artisti fanno delle prove lunghe e
complesse, il training è un allenamento del corpo all’essere attori. In questo caso ci troviamo di fronte a una
pedagogia dello spettatore che deve toccare anche l’approccio pedagogico anche lo spettatore. La
Mnouchkine lavora su alcuni paradigmi molto importanti comeoltre la drammaturgia collettiva il riferimento
all’improvvisazione, pratica frequente nel primo e nel secondo 900. Molti degli spettacoli della
Mnouchkine negli anni 70 sono stati spettacoli politici, che attraverso il lavoro fatto su soggetti come la
rivoluzione francese sono stati motivo di riflessione sia su quei contesti storici sia sul loro legame con la
realtà, raccontare la storia del mondo. Dagli anni 80 in avanti è forte il legame con la cultura giapponese e la
messa in scena di alcune opere squisitamente occidentali. Lei vuole raccontare la storia del mondo. Lei vuole
assolutamente interrogare i destini del presente attraverso uno sguardo del passato.

ITALIA:
• Alla fine degli anni ’60 iniziarono a sorgere nuove avanguardie influenzate dal Living Theatre
• Nacquero le “CANTINE ROMANE” luoghi in cui si svolgevano ardite sperimentazioni sceniche, in cui le
compagnie, diventate ormai strutture comunitarie, praticavano sessioni di training necessarie per la crescita
individuale e professionale
• Una figura importante in quegli anni fu CARMELO BENE: attore, regista, drammaturgo, famoso per i suoi
farneticanti monologhi e per il suo linguaggio disgregato e disarticolato
• Eugenio Barba, un discepolo di grotwosky, ma ha avuto un itinerario molto diverso. Barba è pugliese, aveva
fatto studi umanistici e si era poi trasferito nel nord Europa e si era trasferito in Danimarca con il suo gruppo
teatrale chiamato odin. Odino è una figura della mitologia nordica, si trasferisce in un piccolo centro della
Danimarca dove tutt’oggi l’odi teathre ha sede. Anche il centro di lavoro di Barba diventa un teatro
laboratorio, un serio e fitto programma di ricerca, sperimentazione di nuove ipotesi nell’ambito teatrale. Nel
lavoro di barba ha molta importanza l’allenamento fisico e vocale dove barba fa riferimento alle culture
teatrali, a stanislavsky e dall’improvvisazione. L’Odi teathre è un grande laboratorio teatrale, oltre agli
spettacoli è un importante centro archivistico di tipo seminariale al quale possono partecipare anche altre
persone. Barba conosce anche uno scambio proficuo con le culture teatrali attraverso il baratto, l’odin offre i
spettacoli in cambio del poter godere di pratiche sociali presenti in alcuni comunità o gruppi etnici, come in
sud Italia o America latina. Si può dire che nel suo lavoro lo scambio tra culture sia un perno della loro
creazione e la loro attività complessiva.

die meinininger l’orazione di Antonio


1874.
Per comprendere meglio come
mettere l’opera in atto george si reca
a roma a visitare i fori.
Ciascun elemento che va a formare la
massa ha un comportamento
proprio, individuale, si osservi il
realismo delle posture ed
atteggiamenti, partendo da
marcantonio
Osserviamo che questa immagine ci
dice che molti attori presenti sulla
scena si erano posti di spalle rispetto
al pubblico, intuizione del duca di
meiningen perché voleva essere
realista I meininger dopo la fine degli anni 60 dell’800 in avanti fino allasua chiusura prendono l’abitudine di
fare delle tournè nelle grandi città europee. Questa tendenza al realismo sarà portata avanti anche negli
stati uniti con devid belasco.
• Era un drammaturgo, attore e si concentrava sull’ambiente domestico americano, Belasco dal 1887 in avanti
usa la luce elettrica, che lo aiuta a produrre effetti realistici molto forti, perché in Belasco in realismo scenico
intende un’immagine animata.
• Le sue rappresentazioni ottengono successi clamorosi,due in particolare: La Madama butterfly e la dama
dell’est.
• Il suo tipo di produzione ha costi elevati e richiede risorse elevate e una scelta dei materiali molto sofisticata

Cosa avviene al teatro con l’arrivo del cinema?


L’avvento del cinema fa si che ci sia l’abbattimento del 90% degli spettatori nel teatro.
Questo accade non solo per le emozioni che possono essere provate di fronte al realismo fotografico del cinema, ma
anche perché il costo del cinema era molto basso, ambiente molto informale e anche informale il comportamento
del cinema che è libero di agire, il ridere in maniera plateale molto più di quello che era possibile nel teatro.
Essendo dei film muti il cinema era comprensibile da tutti, pensiamo ad esempio New york , con tantissimi immigrati
pensiamo a cosa potessere essere l’intrattenimento per queste persone senza la preoccupazione di comprendere la
lingua che non era la loro.
Vi era la dimensione emozionante della realtà prodotta in pellicola.
D altra parte dobbiamo dire che questa riduzione del publico teatrale fu la fondazione di piccoli teatri dove vengono
realizzate alcune sperimentazioni.
Ci troviamo di fronte al fatto che il realismo impatta con la sperimentalità di altre avanguardie (storiche) si
definiscono tutti atti di ribellione, d’altra parte queste avanguardie storiche si mettono in una prospettiva teorica

Con il 900 ci troviamo di fronte a una molteplicità di scelte, ed esperienze legate talvolta a luoghi specifici e culture
nazionali ma che hanno come carattere forte l’internazionalità perché molti dei registi di cui abbiamo parlato hanno
dato voce alle loro esperienze e a prassi teatrali

Potrebbero piacerti anche