Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
spiegato e spesso documentato (perché scontato). → i documenti non dicono ciò che è ovvio, ma
spesso cose nuove, eccezionali.
Es. Del teatro rinascimentale pensiamo che avessero sempre scenografie prospettiche (ma in
realtà era probabilmente un aspetto eccezionale).
|
Il documento è un monumento: bisogna capire come è costruito, il contesto, cosa era in realtà una
cosa eccezionale o comune (per imparare a capire che spesso le cose spiegate potrebbero essere cose
in realtà eccezionali).
Teatro e drammaturgia:
-Aristotele, poetica: è un'imitazione di azioni → drammaturgia (etimologicamente significa
composizione delle azioni)
Il festivo si può quindi definire come ciò che non è quotidiano. La logica del quotidiano è ottenere il
massimo risultato con il minimo sforzo → risparmio di energia
La logica del festivo è il minimo risultato con il massimo sforzo → spreco di energia: es. Nel matrimonio
si spendono tanti soldi, tempo, solo per la cerimonia. In tutte le feste la componente fondamentale è
la logica dello spreco (di tempo, di energie)Es. Vedere un concerto che ci piace in presenza che è
lontano e magari è possibile vederlo anche online, ma vogliamo vivere l'esperienza dello spettacolo
dal vivo: spendiamo tanti soldi, tempo, energie, andiamo in posto lontano (massimo sforzo) → logica
della festa Utilizzo extra quotidiano del corpo → lo spreco in questo caso è l'allenamento, la pedagogia
dell'attore (componente che non si vede) e la riproduzione dei punti forza della realtà (componente
che si vede) ≠ non riproduce la realtà perché risulterebbe finto → l'elemento formale segno di
incompetenza è l'utilizzo eccessivo delle estremità (della bocca, delle sopracciglia, delle braccia). Es. Il
mimo se deve spingere qualcosa deve sforzarsi per spingere qualcosa che non c'è per essere
credibile→ con il corpo disegna l'energia che sta utilizzando
IL TEATRO GRECO
-Per teatro greco si intende il TEATRO ATENIESE (teatro di Dioníso) del V secolo a.C. (dal 500 al 401
a.C).
-La caratteristica fondamentale del teatro greco è la struttura semicircolare all'aperto con delle
gradinate che poggiano su un pendio naturale → è importante leggere i testi teatrali considerando lo
spazio in cui venivano rappresentati (es. Se noi leggiamo un testo di Shakespeare e c'è scritto "cala la
notte" nel testo teatrale, non dobbiamo immaginare come in uno spettacolo moderno che cali il buio
in sala, ma veniva spiegato da un personaggio perché non era possibile farlo con i mezzi teatrali
dall'epoca quindi il mezzo era la parola in questo caso). Era fondamentale anche la componente
musicale, di cui non ci è rimasto nulla per via della tradizione orale.
1)Pittura vascolare (che però non ha una finalità documentaria, ma decorativa → quindi ci può dare
delle informazioni solo parzialmente) → es. Il fatto che il teatro derivi dal coro satiresco, dal rituale
dionisiaco e l'importanza dell'utilizzo delle maschere (in generale la maschera era un elemento
fondamentale per il mediatore tra l'umano e il divino per eliminarne la parte umana)
*La tragedia dell'età classica si rappresenta in un momento specifico dell'anno, quello della festa
dionisiaca (che corrisponde al nostro periodo pasquale, la Pasqua o la festa dionisiaca cadono la
domenica successiva alla prima luna piena di primavera → Dioniso è il dio dell'ebbrezza (il vino come
funzione consolatoria, ma anche di perdizione) e della rinascita e quindi della primavera.
-Nella configurazione successiva la skenè sviluppa con altri alimenti architettonici laterali: PARASKENIA.
-Sopra la skenè c'è una macchina di scena simile ad una gru: DEUS EX MACHINA (utilizzata molto nelle
commedie di Aristofane). Non si sà se fosse utilizzato sin da Eschilo.
↓
(Questa ricostruzione della skenè è probabilmente più in età ellenistica-romana o comunque alla fine
del V sec. nel periodo della grande fortuna di Euripide).
-Un'altra macchina, sicuramente presente sin da Eschilo: EKKLYKEMA, piattaforma munita di ruote,
che aveva soprattutto la funzione di mostrare i cadaveri (in quanto lo spettacolo non prevedeva la
morte violenta o la violenza in scena, ma veniva solo raccontata → si vedevano mostrati solo alla fine
i cadaveri finti).
-PERIAKTOI macchina scenica costituita solitamente da due prismi triangolari illustrati girevoli, che
avevano una funzione scenica.
*Teatro di Epidauro (teatro ellenistico, IV sec. a.C) =Notevole riduzione dell'orchestra → in epoca
ellenistica il coro ha una rilevanza minore.
*Gli attori erano tutti uomini, ed erano al massimo 3 (arrivano a 3 con Sofocle → il primo drammaturgo
a non essere anche attore, mentre con Eschilo gli attori erano 2 e il secondo attore era proprio Eschilo).
Questo non vuol dire che i "personaggi" fossero 3 o 2, ma erano molti di più e potevano essere
rappresentati tramite le MASCHERE. Potevano esserci delle comparse (oltre agli attori che prendevano
parola).
*Il tragico è una condizione della coscienza che è legata all'esperienza della:
-NECESSITÀ: è legata alla nozione di ORDINE→ l'uomo non soffre per un peccato originale o per
redimersi, ma perché la natura fluisce secondo necessità, secondo un proprio ordine, che è funzionale
alla felicità della natura stessa. L'ordine della physis è inconoscibile da parte dell'uomo perché esso è
parte della natura.
-FATALITÀ: ciò che non può non essere com'è ed è legata alla concezione del LIMITE INEVITABILE→
l'uomo di base soffre ed è destinato a morire.
↓
(Es. Se erutta un vulcano e la popolazione muore → necessità e fatalità)
Il tragico è quindi la vicenda dello scontro tra due opposte necessità: quella della natura e quella
dell'uomo di comprendere→ l'eroe tragico è colui che non si dà per vinto ma cerca comunque un
senso (anche se non è conoscibile), anche se sarà sconfitto.
*La grande stagione della tragedia greca la collochiamo nel V secolo a.C., in particolare:
-dal 484 a.C.: anno in cui Eschilo vince per la prima volta l'AGONE TRAGICO (gara).
-fino al 405 a.C: anno in cui vengono messe in scena Le Baccanti di Euripide.
*Tra i centinaia di drammaturghi attivi, citiamo i 3 grandi tragici: Eschilo, Sofocle, Euripide (ordine
cronologico, anche se le attività dei tre si sovrappongono)→ soltanto di questi ci sono arrivate tragedie
scritte: 7 di Eschilo, 7 di Sofocle e 18 di Euripide, e in questo numero per ragioni di tradizione
manoscritta del testo:
-Inizialmente questi testi erano orali e il loro obiettivo era la rappresentazione.
-Fissare per iscritto le tragedie risale all'epoca di Aristotele, verso la fine del IV secolo, quando si decide
che i testi dei 3 grandi tragici del secolo precedente dovessero essere conservati negli archivi ateniesi
in una copia ufficiale, dalla quale ne vengono tratte altre copie depositate nelle grandi Biblioteche
dell'antichità:
-Alessandria d'Egitto
-Pergamo
↓
-In queste biblioteche i testi erano sotto forma di rotoli di papiro: un rotolo di papiro, solitamente,
conteneva un'intera tragedia (al contrario dell'epica). La selezione di tragedie e commedie (quelle
meno sconvenienti, esemplificative dal punto di vista tematico e linguistico) circolano fuori dalle
biblioteche per uso scolastico.Perché sono 7 quelle di Eschilo e Sofocle? (Euripide ha una fortuna non
solo scolastica e quindi ne abbiamo di più, in quanto venivano richieste anche all'estero)Il libro
nell'antichità, per distinguerlo dal papiro, si chiamava CODEX (codice) e vince sul rotolo di papiro
affermandosi tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C (e come conseguenza soprattutto del fatto che i cristiani
dovessero spesso fuggire)→ i vantaggi del libro: occupa meno spazio e ci entra più testo, in particolare
in un formato medio di un libro ci stanno mediamente 7 tragedie.
↓
Quando le biblioteche vanno a fuoco e rimangono in circolazione tante copie dei codici ad uso
scolastico.
*Della fortuna anche letteraria di Euripide, ne abbiamo testimonianza ne' Le rane di Aristofane, l'unico
grande autore di commedia che ci è giunto→ nel testo Dioniso, il dio della tragedia, si trova su una
nave con della merce e in una cassa trova alcuni papiri che contenevano le tragedie di Euripide
(testimoniano che erano indirizzate al pubblico estero) e leggendo l'Andromaca di Euripide, gli viene
il desiderio di ritrovare Euripide stesso agli inferi.
↓
Essendo una commedia, quella scena doveva far ridere: il dio della tragedia legge una tragedia (è
un'assurdità già il fatto che si legga una tragedia -non era nei costumi dei greci-, e in più che il dio della
tragedia legga una tragedia).
3)Istituzioni cittadine del teatro: la tragedia è un teatro politico, è un elemento fondamentale della
polis. Nella città erano 3 le istituzioni democratiche fondamentali (accomunate dell'oralità, la parola):
-Assemblea. -Tribunale. -Teatro:
-le rappresentazioni sono pubbliche, organizzate dallo stato nel corso delle feste dionisiache come
AGONE TRAGICO, che si svolge in 3 giorni (in genere dall’alba al tramonto) tra 3 tragediografi. Ogni
tragediografo doveva presentare una TETRALOGIA (una trilogia tragica e un DRAMMA SATIRESCO -
una via di mezzo tra tragedia e commedia, per stemperare dopo 3 tragedie; i protagonisti erano dei
satiri con una componente tragicomica-).
↓
L'unica trilogia tragica che ci è giunta è Orestea di Eschilo.
-I tragediografi per essere selezionati si presentavano all'ARCONTE cantandogli il coro o alcuni cori
della tragedia per ottenere questa componente fondamentale: il coro, composto da 15 o 12 elementi
qualificati. I cori presentati erano giudicati non tanto per la parte estetica, ma soprattutto per il
contenuto (luogo ideologico della tragedia, in cui si esprime il sapere della collettività).
-L'arconte sceglie i 3 tragediografi, gli attribuisce un coro e sceglie per loro un corego.
-Trattandosi di una gara, servivano 10 giudici (ogni tribù sceglieva un giudice) che analizzavano il
contenuto civile, religioso, sociale (non tanto tecnico e estetico). I nomi dei giudici venivano tenuti
segreti e il loro giudizio era espressione della democrazia (essendo scelti da ogni tribù).
-L’attore greco -solo uomo- (≠ di quello romano, considerato come atto di prostituzione e senza diritti
civili) è considerato un cittadino di serie A, riceve incentivi economici e acquisisce prestigio politico.
Con Eschilo sono 2 attori (di cui uno è lui), Sofocle introduce il 3 attore.
-Il pubblico stava a teatro come nella piazza, nell'assemblea, mangiava, non stava zitto, interveniva
animosamente→ il teatro era un luogo di confronto, di dibattito con gli spettatori. In alcuni casi
arrivava addirittura a interrompere la rappresentazione, perché magari gli era stato ricordato un
evento nefasto→ infatti raramente si parlava esplicitamente nella tragedia di fatti politici attuali, ma
del MITO: racconta le origini e fondamenti di una civiltà, e si colloca in un tempo molto remoto, quasi
astratto. Il mito costituisce per i greci però un sapere scontato, perfettamente noto, quindi il pubblico
va a vedere COME verrà raccontato. La tragedia parla attraverso il mito remoto di problemi attuali.
POETICA di Aristotele
● Aristotele non è coevo della grande stagione della tragedia greca, infatti, la Poetica viene scritta
intorno al 320 a.C., quindi oltre un secolo dopo (non ha modo di parlare della tragedia greca con
contemporaneità).
● Quando affrontiamo un testo, abbiamo una prospettiva influenzata dalle novità della corrente di
studi storici delle ANNALES, per lo più francesi che scrivono su l'omonima rivista: la storia non è
soltanto fondata sui grandi eventi, ma bisogna anche studiare i modi di vivere, gli aspetti materiali
degli uomini (→ es. L'invenzione dell'aratro ha una funzione storica più importante di alcune
battaglie). L'approccio fondamentale ai documenti delle Annales è: considerare il documento come
un monumento (bisogna fare la critica dell'opera -monumento-: a chi si rivolge? Che finalità ha?
Perchè raramente si pensava a un oggetto come documente per il futuro):
↓
● Che finalità ha la Poetica e a chi si rivolge Aristotele?
- È un trattato scolastico, rivolto agli allievi, uno strumento per costruire un dibattito a scuola, e in
forte dialettica con le idee di Platone.
↓
Per Platone le immagini, in cui rientra anche la tragedia che è spettacolo, teatro
(THEATRON, luogo in cui si osserva) non sono uno strumento di conoscenza, ma il luogo della DOXA
(opinione fallace).
≠
Aristotele considera la tragedia (il genere sommo), le arti e le immagini come LOGOS (parola), come
strumento di conoscenza di ciò che è universale, che ha valore quanto il pensiero razionale. Infatti,
nella Poetica vuole dimostrare che la
tragedia è efficace anche solo attraverso la lettura.
● La Poetica non si propone come un documento per i posteri, in quanto ci spiega poco delle cose
che vorremmo sapere, non ha interesse a dirci quali sono le origini, lo stile recitativo degli attori,
degli aspetti visivi o materiali della tragedia, perché:
- i suoi obiettivi sono di affermazione dell'autonomia poetica della scrittura tragica;
- la matrice rituale e le questioni materiali del teatro erano un sapere comune del tempo, non era
necessario.
● Quello che consideriamo Poetica, in realtà, sarebbe solo il 1° libro. Infatti, fa un accenno a un 2°
libro in cui avrebbe dovuto parlare della commedia, che però a noi non è giunto (Il nome della rosa di
U. Eco è la storia del 2° libro di Aristotele: chi tocca il libro muore, in quanto era considerato indegno
di Aristotele nel Medioevo, perché il riso abbonda sulla bocca degli stolti).
➢ Da pag 125:
1. L'arte poetica, ovvero la creazione artistica, è un fatto fondamentale nella vita dell'uomo
(antropologico), in quanto:
- è fondata sull’imitazione, che è uno strumento di conoscenza ed è connaturata agli uomini, fin da
bambini (→ es. il bambino apprende per imitazione, soprattutto la lingua, e ne imita inevitabilmente
anche la musicalità e il ritmo);
- da essa si trae piacere ↴
2. Ce lo dimostra il fatto che, anche le immagini -cioè imitazioni- che non ci piacerebbe
vedere (come quelle dei cadaveri), ci provocano un PIACERE OBLIQUO: che ci porta a soffermarci, a
osservare anche le situazioni più macabre, in quanto noi siamo al sicuro, ci limitiamo solo ad
osservare (→ es. Un film horror).
3. Tutti sanno imitare, ma quelli più portati diventano professionisti dell'imitazione e danno vita
all'arte.
Le imitazioni delle azioni e di gente più apprezzabili danno vita alla tragedia, mentre quelle della
gente dappoco alla commedia. Omero aveva definito sia il tragico sia il comico, dal punto di vista dei
versi, dello stile, dei contenuti.
4. Introduce le origini della tragedia:
- ci dice solo che è sorta da un principio d'improvvisazione, che a poco a poco
crebbe e, passando per molti mutamenti, quando raggiunse la sua natura, smise di
mutare → ciò che scrive è autologico;
- con Eschilo il numero degli attori passa a 2 e con Sofocle a 3;
- accenna alla metrica dicendo che all'inizio si usa il tetrametro, perché la poesia era
satiresca e poi, quando si afferma il parlato, si passa al giambico.
5. *I fatti rappresentati nella tragedia cercano di essere condensati in una sola
giornata (≠ epica: arco temporale molto lungo, anche decenni).
➢ Da pag 135 paragrafo 6 (IL PIÙ IMPORTANTE):
DEFINIZIONE D'ESSENZA DELLA TRAGEDIA
● Tragedia è imitazione di un'azione (MIMESIS PRAXEOS) seria e compiuta, la quale imitazione per
mezzo di pietà (ÉLEOS) e paura (PHOBOS) porta alla purificazione (KATHARSIS) di queste due passioni.
↓ AMBIGUITÀ (volute da Aristotele) :
- purificazione di queste due passioni: le passioni che vengono purificate o sono le passioni che
purificano? Faccio esperienza di pietà e paura e quelle passioni mi purificano o quelle passioni sono
dentro di me e il mio corpo le espelle?
- È imitazione di persone che agiscono: le persone che agiscono sono oggetto delle imitazioni o
l'imitazione viene fatta dalle persone che agiscono?
KATHARSIS
● KATHARSIS: ha una matrice medica, procedimento biologico attraverso cui il corpo espelle le
impurità (tremore e pianto ne sono i sintomi → cap 14).
● Aristotele utilizza il termine catarsi anche nell'8° libro della Politica, in cui tratta dell'educazione e
delle arti: si concentra sulla funzione pedagogica, terapeutica (un fatto fisico e mentale) e rituale
della musica.
La funzione di purificazione, di pietà e paura, ha a che fare con il RAPIMENTO ESTATICO legato alla
musica rituale, sacra e per questo deve essere utilizzata nella tragedia.
↓
Capiamo, quindi, perché nel primo elenco degli elementi della tragedia, la musica si
trova al primo posto (anche se poi vuole "negarlo"). ↓
● Affinché si scateni il meccanismo della catarsi è necessario che, tramite il mythos, lo spettatore (o
meglio il lettore secondo Aristotele) si identifichi con l'eroe tragico (il carattere principale). Per far sì
che ci sia l'identificazione, è necessario che l'eroe abbia determinate caratteristiche:
- non contano le caratteristiche dello status sociale.
- conta l'aspetto etico, che ha a che fare con l'azione (ciò che uno fa o non fa)
→ deve avere uno status etico mediano, deve essere non troppo buono e non troppo cattivo affinché
ci si possa identificare e provare pietà o paura per lui (perché simile allo spettatore e potrebbe
succedere la stessa cosa anche a lui): se a uno troppo cattivo capitano cose brutte, lo spettatore non
prova pietà per lui, se uno è troppo buono, un santo, neanche ci si riesce ad identificare.
COMPONENTI QUALITATIVI DELLA TRAGEDIA
1. La prima componente che elenca è la MUSICA: intendo per parola ornata quella fornita di ritmo e
musica (la componente musicale della parola e anche la musica che l'accompagna);
2. VISTA: ordine di ciò che si vede;
3. LINGUAGGIO;
4. RACCONTO (MYTHOS), ovvero la COMPOSIZIONE DEI FATTI, anche se Aristotele
parla di composizione delle azioni (ambiguità: parla di racconto, ma dice
composizione delle azioni, non dei fatti);
5. CARATTERI: le qualità delle persone che agiscono (non parliamo di "personaggio"
nel teatro greco, in quanto non c'è un personaggio con una profondità psicologica → la tragedia è
imitazione di azioni e queste sono quelle che contano, non le motivazioni dell'interiorità che hanno
spinto ad agire);
6. PENSIERO.
Dopo aver spiegato le sei parti della tragedia, le rielenca con un ordine diverso:
● Inizialmente Aristotele afferma che la vista domina su ogni cosa, ma poi dice che tuttavia il più
importante degli elementi è la composizione dei fatti (lui dice azioni) → la tragedia è infatti
imitazione non di uomini ma di azioni e di modo di vita (non è un fatto metaforico, ma una forma di
vita) e senza azione non può esserci tragedia, senza caratteri può esserci.
1. RACCONTO. 2. CARATTERI. 3. PENSIERI. 4. LINGUAGGIO
● quelli che nel primo elenco erano all'inizio della lista, ora sono i "rimanenti", in maniera un po'
ambigua, incoerente:
5. MUSICA: ora ridotta da Aristotele a un ornamento, cioè qualcosa di non necessario;
6. VISTA: che poco prima dice dominare su ogni cosa, ora è la più estranea all'arte e la meno propria
della poetica (→ concetto Platonico): Aristotele vuole così affermare che, non è che la tragedia non
sia uno strumento di conoscenza perché ha una componente visiva (come affermava Platone), ma
piuttosto che la componente
visiva è estranea all'arte poetica.
↓
● Infine, Aristotele afferma, quindi, una novità che determinerà anche il nostro modo di
pensare, cioè il primato del logos nella cultura occidentale (l'importanza che noi diamo ora al testo
teatrale):
la tragedia può raggiungere il suo fine, cioè la catarsi, anche senza rappresentazione e attori, è
efficace anche solo con la lettura (non si leggeva prima la tragedia*), ovvero, quando l'imitazione
delle azioni si dispone in un racconto (mythos), inteso come composizione dei fatti.
↓
● *La lettura, fino al 18° sec d.c., era per lo più un fatto pubblico, collettivo: bisogna
presupporre che ci fosse qualcuno che leggesse e qualcuno che ascoltasse (oggi invece è un fatto
quasi sempre individuale e silenzioso), per due ragioni:
1. analfabetismo diffuso;
2. mancanza di una tecnologia in grado di riprodurre e diffondere con semplicità
i testi.
↓
● Capiamo dunque perché sorvola sulla matrice rituale della tragedia, in quanto la
collocherebbe inevitabilmente in un contesto di rappresentazione (nessun rituale è
efficace solo leggendolo).
● Le affermazioni di Aristotele implicano anche la definizione di due momenti separati
nella composizione della tragedia:
1. La composizione poetica (la scrittura) del tragediografo è preliminare alla
rappresentazione;
2. lo spettacolo (la rappresentazione) è un momento secondario, non
necessario.
➢ Pag141,cap7:
● Ci dice come deve essere il MYTHOS per essere efficace anche solo con la lettura
→ astrazione del racconto dalle componenti visive.
- Deve avere un principio, un mezzo e una fine: struttura tripartita delle
sceneggiature attuali (anche quelle multilineari).
EDIPO RE di Sofocle
● Sofocle, secondo la tradizione, nasce nel 496 a.C. (inizio V sec. a.C.) e muore nel 406 a.C. (alla fine
del V sec. a.C.).
● Era una personalità eminente del tempo: a seguito del successo delle sue tragedie, assunse diverse
cariche politiche.
- Nel 443-442: è componente e poi presidente dei 10 ELLENOTAMI, amministratori della cassa della
Lega navale Delio-attica.
- Nel 441-440: è componente del COLLEGIO DEGLI STRATEGHI di Atene, con Pericle a capo, composto
da uomini di cultura, filosofi (es. Anassagora), scultori (es. Fidia), storici (es. Erodoto), che si
impegnano politicamente → anche l'arte (pubblica) è un impegno politico, perché:
- è uno strumento di istruzione ed educazione per i cittadini;
- costituisce un'immagine positiva della città, soprattutto durante le feste dionisiache, momento in
cui arrivava molta gente, stranieri (e momento in cui doveva essere sospesa qualsiasi guerra). ≠
società romana la funzione delle arti e, soprattutto degli attori, è Nella completamente diversa:
vengono percepiti come pericolo. L'uomo di spettacolo che ha successo ed è così vicino all'anime
delle masse, è un grande pericolo dal punto di vista politico, tanto che gli è espressamente vietato
assumere cariche politiche. Da Giustiniano perde anche i diritti civili.
● Molte tragedie di Sofocle ricalcano le idee di Pericle (essendo nella sua cerchia):
es. La figura del tiranno, governo di uno solo, che degenera in forme di autoritarismo → per
dimostrare che è meglio affidarsi al collegio di strateghi: tema centrale nell'Edipo (degenera il potere
di Edipo) e nell'Antigone (degenera il potere di Creonte).
STRUTTURA dell’Edipo re
● PROLOGO (il testo greco è in versi): qui è una parte destinata agli attori.
● PARODO
● alternanza tra EPISODI e STASIMI
● ESODO: lungo e in cui abbiamo sia la componente attorica che quella coreutica
(infatti, c'è il portavoce del coro, il CORIFEO).
- Sofocle introduce il 3° attore: 3 attori devono ricoprire il ruolo di 8 persone del dramma (escluso il
coro).
- Nel caso dell'Edipo si può ipotizzare quali attori facessero quali ruoli, ed è un raro caso in cui un
attore fa solo una parte: l'attore di Edipo fa solo Edipo.
- La tragedia non inizia dall'origine di Edipo, ma in media res, ovvero nel mezzo della vicenda: inizia
con il problema della peste a Tebe, di cui Edipo è il re.
- Edipo non è considerato dai cittadini e dai sacerdoti un dio, ma un mediatore con gli dei, che è
riuscito con l'aiuto di un dio, a salvare Tebe dagli enigmi della Sfinge → è un SOTER salvatore e così
vengono chiamati anche l'oracolo e Tiresia.
TRAMA
● La trama vera e propria (ci sono degli antefatti) inizia quando a Tebe torna la peste, Edipo è un re
amato dal suo popolo ed è marito di Giocasta, con cui ha 4 figli (Eteocle, Polinice, Antigone e
Ismene).
● Edipo incontra Creonte (cognato e zio di Edipo), che era stato mandato a consultare l'oracolo di
Delfi, il quale gli rivela che a Tebe incombe la pestilenza perché c'è un uomo che ha ucciso Laio, il
precedente re di Tebe.
● Edipo va a chiamare l'indovino Tiresia (che è cieco e che a volte è uomo a volte è donna, è un
reietto, che vive fuori dalla città e questo fa sì che possa essere un indovino), che gli dice che colui
che contamina la città, che ha ucciso Laio, e che vive incestuosamente con la sua sposa, è proprio
Edipo. Edipo non gli crede (secondo la sua HYBRIS mette in discussione la parola degli dei, e nel 2°
episodio si scoprirà essere la stessa di Giocasta) e pensa che Creonte e Tiresia stiano complottando
contro di lui (Edipo passerà dopo la rivelazione, dal definire Tiresia un soter a chiamarlo ciarlatano
fraudolento): pensa che la parola dell'oracolo e dell'indovino siano false, per questo inizia
un’indagine razionale, che lo porterà, però, alla stessa verità dell’oracolo e dell’indovino.
● Il Messaggero Nunzio, porta a Edipo la notizia della morte di Polibio, e gli dice che per questo sarà
proclamato re di Corinto. Edipo spiega che non vi tornerà in quella terra, perché ha paura che si
avveri la parte della profezia che riguarda sua madre, e a questo punto Nunzio gli rivela che Polibio
non è suo padre: sul Monte Citerone, Nunzio ricevette da un pastore, servo di Laio, Edipo con le
giunture dei piedi perforate e lo consegnò a Polibio. Giocasta, infatti, temendo funesti presagi (cioè
che avrebbe ucciso i genitori) diede Edipo al servo di Laio perché lo uccidesse, ma quest'ultimo per
compassione lo consegnò al Messaggero.
↓
● Nunzio e il servo sono due testimoni oculari e, in particolare, il pastore è anche il
testimone oculare della morte di Laio.
● Nell'esodo, il Messaggero racconta la catastrofe: Giocasta si uccide impiccandosi, mentre Edipo si
toglie la vista e si auto condanna all'esilio (ora il custode di Tebe è Creonte → nell'Edipo re Creonte
non ha le caratteristiche del tiranno, governa dicendo che non spetta a lui la volontà, ma alla parola
degli dèi).
- Su Laio, il padre di Edipo, incombe una maledizione perché ha stuprato il bambino Crisippo (→ che
nel dramma è violazione dell'ospitalità), ma su Tebe c'è una maledizione più grande: la peste → la
storia di Edipo si inserisce nel mito di Tebe: il mito non parla quasi mai della città di Atene, ma di altre
città che sono vicine e in un tempo indefinito. I figli di Cadmo sono i tebani, in quanto egli è il
fondatore di Tebe: Cadmo mentre cercava sua sorella Europa, rapita da Zeus, si ferma a riposare con i
suoi uomini in un territorio agreste e li manda a cercare acqua.
I suoi uomini arrivano alla fonte di Ares (il dio della guerra) custodita dal suo drago, che li uccide tutti.
Cadmo, rimasto solo, li va a cercare e riesce ad ammazzare il drago → maledizione di Ares: da questa
vicenda nascerà una stirpe fratricida (destinata alla guerra civile). Cadmo strappa i denti del drago, li
semina nel terreno e da essi nascono dei guerrieri che si uccidono tra di loro: ne rimangono solo 6,
che con Cadmo, fondano la città di Tebe.
Infatti, i figli di Edipo quando lui non sarà più re, Polinice ed Eteocle decidono di governare un anno
per uno, iniziando con Eteocle. Quest'ultimo non vuole rispettare l'alternanza (interviene anche
Giocasta con un ragionamento razionale), e decidono di sfidarsi a duello, uccidendosi a vicenda →
inizia l'Antigone.
INDAGINE RAZIONALE
● L'indagine di Edipo è terminata, ed è composta da 4 parti di verità:
- La verità della parola degli dei:
1. Mezza verità dell'oracolo di Delfi: a Tebe c'è la peste perché lì vive
l'uomo che ha ucciso Laio.
2. Mezza verità degli dell'indovino Tiresia (non vede con gli occhi ma con
la mente ≠ dei testimoni oculari): l'uomo che ha ucciso Laio è Edipo e vive incestuosamente con sua
madre.
↓
- A cui corrispondono altre due mezze verità dei testimoni oculari:
3. il Messaggero: Edipo non è il figlio di Polibo e di Merope.
4. Il Servo di Laio: rivela che Edipo è il figlio di Laio e Giocasta (ed è
anche testimone oculare della morte di Laio).
● L'indagine razionale di Edipo, anche se è destinata al fallimento, è importante perché è uno
strumento di conoscenza: la parola degli dèi è vera ed è il fondamento della città.
● Il funzionamento di un'indagine giudiziaria e a chi attribuire una parola di verità (il valore del
testimone oculare) riflette anche un problema dell'Atene del tempo.
Lezione di collegamento con l'Umanesimo
Teatro medievale
*Teatro medievale è una categoria di comodo: il teatro medievale non esiste per i contemporanei →
è un problema di pratiche e discorsi (Es. Divina commedia: per noi è un genere teatrale la commedia,
mentre per Dante non sapeva nulla della commedia classica perché quei testi erano andati perduti,
quindi per Dante è solo una vicenda che inizia male e finisce bene non c’consapevolezza che questo
sia una termite teatrale).
*Con la fine della romanità dal punto di vista culturale e l'affermarsi del cristianesimo come cultura
dominante si perde progressivamente la nozione di teatro intesa in senso classico.
*I padri della chiesa anche (Sant'Agostino, San Tommaso d'Aquino, Gregorio Magno ecc.) condannano,
pur subendone il fascino, lo spettacolo e gli attori con toni non diversi da quelli di Giustiniano: l'attore
vende il corpo.
*Questa condanna contribuisce alla scomparsa della nozione di teatro: Non è solo una condanna di
tipo morale, che ha risvolti reali. Se la chiesa ti scomunica era la cosa peggiore che ti potesse
capitare (la chiesa aveva un potere su un territorio vasto). Con l'erosione del potere temporale della
chiesa, che comincia ad avvenire nell'umanesimo, nel 600 (con la nascita della commedia dell'arte)
questa condanna morale che rimane fortissima, ma non come le conseguenze.
*Noi interpretiamo delle forme medievali con la categoria teatro:
-Teatro religioso, dramma liturgico (non venivano chiamate così dai contemporanei perché non
esisteva la categoria teatro → all'epoca si utilizzava il termine Passione): rappresentazioni che
avvengono di solito all'interno delle chiese, e nei paesi nordici soprattutto all'aperto spesso utilizzando
l'intero spazio della città e addirittura in più giornate (→ passione di Lucerna in Svizzera) in contesti
liturgici, sono rappresentazioni parte di una liturgia in particolare della settimana santa (della Pasqua)
(→ es. Lavanda dei piedi; via crucis).
-A differenza della messa celebrata in latino il dramma liturgico era in volgare, più comprensibile ai
fedeli.
-La funzione del dramma liturgico è assimilabile e anzi più potente di quella degli affreschi ("la bibbia
dei poveri") delle chiese: raccontano storie.
-La passione di Villingen: identifica la rappresentazione con dei numeri i luoghi deputati ai momenti
della passione nella pianta della chiesa. La rappresentazione per luoghi deputati era simultanea
(testimoniata da un quadro di hans memling: infatti gli spettatori sono sempre diversi in ogni step
della passione) tutte le scene nei luoghi deputati avvenivano contemporaneamente e si ripetevano
in continuazione, non c'è consequenzialità narrativa.
≠
rappresentazione classica e romana che prevedeva una scena unitaria e consequenziale dal punto di
vista narrativo.
-Passione di Valenciennes: avveniva in 25 giornate, dove ci sono anche le scene dei martiri.
● ITALIA IN RITARDO
- il sottosegretario per la stampa e la propaganda (affidato al genero di mussolini)
nasce su quello del ministero tedesco ma con un anno di ritardo nel 1934 e al suo
interno nasce:
- L'Ispettorato del teatro nel 1935 rappresenta la prima azione che lo stato italiano fa
nei confronti del teatro e viene affidato direttamente a Nicola de Pirro. |
- Dal ministero dell’interno assorbe la censura
- Dal ministero delle corporazioni assorbe la vigilanza
- Dal ministero dell’educazione nazionale assorbe le sovvenzioni.
- nel 1937 si trasforma in Ministero della cultura popolare.
- L’ispettorato (sotto il fascismo) diventa direzione generale del teatro (si parla di
repubblica).
● CENSURA
- L’ispettorato del teatro a partire dal 1935 inizia ad esercitare la censura sul teatro (che esisteva
prima): testo unico delle leggi di pubblica sicurezza 1929 e che arriva fino agli anni 90, e cade nel 92
93
- Vietava ogni rappresentazione che faccia apologia di un vizio o di un delitto
- Che offenda il re il capo del governo p le istituzioni (no satira).
- Che stimoli le masse al disprezzo delle leggi.
- Che offenda il decoro delle autorità o delle forze armate.
- Che si riferisca a fatti ai quali l'opzione pubblica sia sensibile
- Che, comunque, per peculiari circostanze di tempo, di luogo, di persone, possa
essere ritenuta (dallo stato) di pericolo pubblico
- Veniva
- Leopoldo zurlo era il massimo censore illuminato dal 35 si sposta dal ministero
esercitata dalle prefetture o dal ministero dell’interno (dal 31)
dell’interno e va a lavorare all’ispettorato del teatro assieme a Pirlo (in qualità di direttore generale)
● VIGILANZA STATALE
- Il primo ruolo è quello della mediazione in ambito produttivo: esistevano quelli che
venivano chiamati trust (consorzi di impresari che gestivano direttamente le sali teatrali e deteneva i
diritti di rappresentazione delle opere). Una società così organizzata privata di fatto aveva il potere in
mano perché stabiliva le compagnie che potevano o no recitare.
- La società Suvini-Zerboni: operava a Milano e aveva la proprietà di diverse sale e deteneva i diritti di
moltissime opere. Il ministero della propaganda (Galeazzo Ciano) chiede al proprietario della società
Paolo Giordani di cedere tutte le azioni allo stato (sale e diritti di rappr.) → la più grande società era
esautorata dal suo compito.
Paolo giordani si rifiuta e il ministero lo arresta e costretto a firmare la cessione delle azioni.
*Nel 1935 giordani cede al ricatto, firma le azioni, e si inaugura l’azione dell’Ispettorato: distrugge
la società Suvini-Zerboni.
La vigilanza statale agiva anche in questa maniera.
- Il secondo era il rilascio dei nullaosta: la compagnia doveva fornire i nomi degli attori coinvolti, la
durata delle loro tournée, il repertorio → lo stato decideva o meno se fargli dare lo spettacolo
● SOVVENZIONI
- Non esisteva un finanziamento pubblico (come oggi il Fondo unico per lo spettacolo FUS → nasce
negli anni ‘20)
1. Il ministero della pubblica istruzione nel 1921 crea una commissione e mette su un bando (120
mila lire) per reprimere la migliore compagnia italiana.
2. Il ministero dell’economia nazionale nel 1925 stanzia 2.000.000 di lire.
3. Segreteria particolare del duce, diretta proprio da Mussolini che decideva
variabilmente a chi dare il finanziamento.
4. Corporazione dello spettacolo nel 1932, finanziamento variabile
5. Ispettorato del teatro 1935, finanziamento variabile
Vigeva il diritto erariale cioè dagli spettacoli dal vivo lo stato ne prendeva una
piccola percentuale.
- Cominciamo a parlare di finanziamento pubblico in maniera programmatica a partire
dall’Ispettorato.
- RDL 3 FEBBRAIO 1936 N 720: stabiliva i criteri suola base dei quali le compagnie sarebbero state
finanziate.
Come venivano finanziate? La compagnia chiedeva il finanziamento presentò l’elenco artistico, il
foglio paga (quanto percepisce ogni attore), il repertorio, dimostrazione del capitale di gestione (lo
stato non dava dei soldi a fondo perduto, ma li dava solo la compagnia aveva già di base un suo
capitale iniziale e se aveva altri finanziamenti) e approvazione della federazione degli industriali.
- Nel 1938 viene perfezionata la legge e c'è la possibilità di finanziare tournée all'estero → iniziano le
leggi razziali e anche trasformazioni politiche estere, momento in cui il regime vuole espandere l'arte
italiana a all'estero.
● IL REGIME E I GIOVANI
- nel 1927 nascono i Gruppi Universitari Fascisti GUF: gruppi di studenti che
venivano controllati dal ministero e cominciano delle vere e proprie attività, all'inizio sportivo,
agonistico. I litorali erano delle vere e proprie gare. Ma nel 1934 vengono introdotte anche delle
attività culturali
- Nel 1935 nasce il primo teatro GUF a Firenze, poi Messina, Roma. |
I GUF erano importanti perché non solo vi si poteva esercitare una propaganda fascista, ma la
maggior parte dei registi, per lo più antifascisti, si erano formati in questi gruppi.
- Nasce la nascita dell'Accademia nazionale di arte drammatica.