Sei sulla pagina 1di 5

Il teatro greco, la tragedia

È un fenomeno centrale cittadino e politico, una manifestazione collettiva della polis (Atene V sec.). Deriva
dalla lirica e la poesia. Il poeta compone per un pubblico cittadino e fa da mediatore tra la città che si fa
teatro davanti ai cittadini e questi. In tutte le tragedie si vede Atene nello sfondo → legame con la città.

Etimologia
Da ωδη + τραγος= il canto del capro.

Lo scopo del capro sembra legato ad una gara che vinse Tespi; da lui nasce il dialogo attori-coro (προλογος
+ ρησις). Si collega al culto di Dioniso (Bacco) e ai canti rituali in suo onore, chiamati Ditirambi.

Hanno dato origine alla tragedia gli εξαρχοντες, coloro che danno inizio all’esecuzione del ditirambo.

LA STRUTTURA DEL TEATRO


• Scena/scenografia: struttura frontale della scena che mostrava un’ambientazione, dietro
avvenivano le azioni cruente.

• Orchestra: dove recita l’orchestra con gli attori

• Cavea: dove sedeva il pubblico

CHI VA A TEATRO?
Andare a Teatro costava, ma lo stato finanziava i più poveri (→ ottenere il loro favore)

Le recite avvenivano di mattino, alla luce del sole ed entravano a teatro:

- i cittadini maschi maggiorenni, la 1° fila era per personaggi influenti.

- le donne o stavano a casa o ai margini del teatro

Lo spazio primitivo & Lo spazio organizzato


La tragedia si diffonde col diffondersi delle celebrazioni dionisiache, era sufficiente lo spazio vicino al
tempio. Gli spettatori, prima disposti in cerchio, poi vengono collocati di fronte a chi recitava.

In seguito, si costruirono tribune in legno arretrate, così da lasciare uno spazio semicircolare per il coro.

La forma del teatro greco


Gradinata di forma semicircolare spesso addossata ad una altura.

 Orchestra, area intorno all’altare in cui si svolgeva il rito, riservato poi alle danze del coro.
 La Scena, piattaforma sopraelevata sulla quale recitavano quale recitavano gli attori
 Il proscenio, il bordo esterno del bordo esterno del palco.
 Due ingressi laterali (parodoi).

L’origine della tragedia


L’attore prima è un semplice dicitore tra un canto e l’altro, poi diventa l’interlocutore del corifeo.

Questa trasformazione ad opera di Tespi (VI sec a.C.) diede origine alla tragedia.

Il corifeo, in seguito, diventa un attore e può interpretare più parti con l’aiuto della maschera.

LE PARTI DELLA TRAGEDIA


1. PROLOGO: attore entra nella scena vuota, recita in trimetri giambici e fornisce le coordinate
(monologico o dialogico), non è obbligatoria

2. PARODO: entra il coro e canta, si rievocano fatti precedenti o ci si interroga su fatti del prologo

3. EPISODI: 3-5, sono le parti recitate tra 2 parti corali, in trimetri giambici o tetrametri trocaici

4. STASIMI: in metri lirici, si alternano agli episodi, il coro non interviene (se non a
supporto/opposizione) ma trascina emotivamente il pubblico.

5. ESODO: conclusione, coro e attori lasciano la scena, compaiono personaggi nuovi.

Contenuti della tragedia


Tutte le tragedie si fondano sul MITO o sulla STORIA: lo spettacolo si proponeva non di stupire ma di far
riflettere lo spettatore sul tema del destino.

• Il PATHOS è l’elemento proprio della tragedia = commozione, sofferenza, grandezza delle azioni tragiche
(è contrapposto all’ETHOS della commedia).

• La tragedia si conclude sempre con la CATARSI, la purificazione finale, che ristabilisce l’equilibrio dopo lo
scampato pericolo.

ELEMENTI COSTITUTIVI DELLA TRAGEDIA


- DOLORE: pathos eroe = destino umano, concezione pessimistica, l’uomo è orientato alla morte

- SCELTA: l’attore deve scegliere tra 2 possibilità dolore, è libero ma scopre i suoi LIMITI

- DESTINO: i limiti sono le forze oscure degli Dei → pessimismo ma non disperazione

FUNZIONE RELIGIOSA DELLA TRAGEDIA


Dioniso, Dio legato alla natura (morti e rinascite cicliche → ogni tragedia ripete lo schema rituale di lotta
con il nemico, morte, risurrezione?)

Infatti, le GRANDI DIONISIE (celebrate tra marzo e aprile), erano delle gare di tragedia in onore del Dio:

1. Qualche giorno prima il Dio viene portato in un tempio fuori città e poi nel teatro

2. Proagone: i poeti presentano le opere che avrebbero messo in scena

3. Gara del ditirambo

4. Agoni comici (5 commedie, 5 poeti, 1 giorno)

5. Agoni tragici, αγων, (3 giorni, 3 poeti, tetralogia -3 tragedie e 1 dramma satiresco)

Vita politica e religiosa sono collegate: le tragedie diventano luogo di confronto e dibattito

FUNZIONE SOCIALE DELLA “CATARSI” TRAGICA


Καθαρσις= Dramma per purificarsi dalle passioni e sentimenti dannosi. La tragedia produce una condizione
di equilibrio nell’animo: funzione etica e pratica.

Il poeta deve appassionare, commuovere e ammonire il pubblico → COINVOLGIMENTO SIMPATETICO

Gli ATTORI
Gli attori diventano in seguito 2/3 e la scena si arricchisce notevolmente, ma il coro perde di importanza.

1. Protagonista
2. Deuteragonista
3. Trigonista

La parte narrativa viene accresciuta (prologo, parti corali di raccordo, epilogo).

“Tragedia raccontata”
I fatti veri accadevano fuori dalla scena, raccontati da un personaggio. Sulla scena avveniva la discussione –
decisione finale.

Parti dialogate (ATTORI)


1. PROLOGO: informazioni sugli antefatti, necessarie per capire l’azione finale, uno o più personaggi.
2. EPISODI: 3 -7 contengono i dialoghi e l’azione scenica.
3. ESODO: uscita dei personaggi e del coro.

Parti liriche (CORO)


1. PARODO: brano cantato dal coro al suo ingresso al ritmo di danza.
2. STASIMI: canti eseguiti dal coro fra un episodio e l’altro.

Il significato del CORO


Il coro era finanziato da privati cittadini benestanti (anche poeta e coro erano pagati). Rappresenta la
matrice lirica della forma che poi divenne teatrale. Ha funzione politica: rappresentante della comunità, che
partecipa, condivide e commenta l’azione. Interpreta ed esprime la vicenda drammatica.

Il teatro greco
- TEATRO EDUCATIVO: si discutono tematiche sociali di interesse comune, donne al centro della scena

- FUNZIONE DEL MITO: interpretare la realtà (CIRCOLO ERMENEUTICO → ad ogni lettura cambia
l’interpretazione del mito)

- TESI DI NIETZCHE: il mondo apollineo razionale + il mondo dionisiaco è l’irrazionale, la parte oscura
dell’animo umano, gli automi = 2 parti dell’animo geco

- MENTE ED EMOZIONI: nella tragedia si scava nella psicologia dei personaggi, dando profondità alle figure
del mito. Ha un fine PSICOLOGICO

IL MITO E LA PSICOANALISI
Rapporto mito-inconscio, il mito è il pensiero onirico dell’uomo. L’istinto umano è quello di dominare
l’esterno e non soffrire: la tragedia ha la funzione di educare a placare gli istinti.

Gli autori di tragedie


Eschilo 525-456 a.C. I persiani Coefore
I sette contro Tebe Eumenidi
Le supplici Prometeo incatenato
Agamennone
Sofocle 496-406 a.C. Antigone Trachinie
Filottete Edipo a Colono
Aiace Elettra
Edipo re (su 123 scritte)
Euripide 485-406 a.C. Alcesti Eracle
Medea Troiane
Ippolito Elettra
Ecuba Elena
Andromaca Ifigenia in Tauride
Eraclidi Baccanti
Le supplici (su 88 scritte)

Potrebbero piacerti anche