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2. LA SCENA MEDIEVALE
I padri della chiesa (scrittori di teologia vissuti fino al IX secolo) si scagliarono
contro il teatro. Tertulliano, nel De Spectaculus, sottolinea il legame tra teatro e
Venere, divinit pagana, paragonando gli attori alle prostitute che mercificano il
proprio corpo. Lo spettacolo pericoloso perch gli attori si offrono allo sguardo
impudico degli spettatori: intrattiene un rapporto di seduzione, specie
attraverso la vista, con il pubblico. Negli ultimi secoli della romanit, la
dimensione spettacolare persiste soprattutto nei combattimenti fra gladiatori e
animali feroci. Il teatro ha una natura diabolica perch il diavolo si posto
come primo attore dellumanit, camuffandosi da serpente per tentare Eva.
Con la caduta dellImpero Romano (476 d.C.) si ha labbandono degli edifici
teatrali, rimane una spettacolarit di strada: mimi, histriones (acrobati,
giocolieri, danzatori) e giullari. Non c lidea di teatro, ossia del testo scritto e
della sua rappresentazione, ma delle performance. Piano piano c, anche da
parte della Chiesa, l riconoscimento di una nozione di spettacolo considerato
utile come mezzo comunicativo: a partire dal XIII secolo vi sono segni di
spettacolarizzazione delle predicazioni. La drammatizzazione dellufficio
liturgico un processo lento e complesso che determin, alla fine, una
completa emancipazione dalla matrice rituale. Fra i documenti pi antichi c il
jeu dadam (anonimo, XII secolo, scritto in area franco-inglese, didascalie in
latino): storia di Adamo ed Eva, Caino e Abele, sfilata dei profeti e annuncio
della venuta in Cristo. C la consapevolezza di una comunicazione con il
pubblico per linsegnamento della dottrina cristiana, per questo i dialoghi sono
in volgare. C uno scarto e tra organizzatori e spettatori/esecutori: i primi
devono essere appartenenti al mondo ecclesiastico per comprendere le
didascalie in latino. Nel teatro religioso medievale (miracle plays, autos
sacramentales, sacra rappresentazione), Cristo rappresenta la contaminazione
piena degli stili, leroe tragico che cade ma conserva la sua dignit. E
impossibile utilizzare le unit di tempo e luogo e sono inseriti intermezzi comici
ad opera di pastori e contadini. Gli attori erano maschi, fedeli e dilettanti. Il
medioevo non costruisce edifici teatrali: il teatro fatto nei vari luoghi della
citt o con scene montate sui carri.
3. IL RINASCIMENTO
In Italia, gli umanisti riscoprono la cultura classica. Nelle accademie vengono
analizzate e messe in scena tragedie e commedie. Le corti si circondano di
artisti e intellettuali. Siamo all'invenzione (inventio come ritrovamento) del
teatro moderno: la corte il centro di diffusione della nuova tipologia del teatro
classico. La prima Ferrara che, nel carnevale 1468, volgarizza i Manaechmi di
Plauto, allestiti nel cortile ducale. Abbiamo il teatro dentro la festa, quindi
insieme a danze, giochi, banchetti e il pubblico costituito dagli invitati: il
teatro rinascimentale si riferisce a un'lite, privatizzazione del teatro. Al di fuori
dei Rozzi (chi qui soggiorna acquista quel che perde): stendere commedie
solo un'articolazione di una comprensiva attenzione alla creativit, ossia
leggere e commentare Petrarca/Boccaccio/Sannazzaro, comporre prose o rime,
attivit performativa. Puntano quasi esclusivamente sul personaggio del villano
che prima divideva la scena con pastori e contadini, mentre qui acquista
centralit. Il pi importante dei Rozzi Salvestro, detto il Fumoso, che tra il
1544 e il 1552 scrive quattro commedie villanesche e due pastorali. A Firenze,
invece, affiora pi il profilo della scena cittadina: de compagnie di piacere, del
Paiuolo e della Cazzuola, sodalizi che uniscono artigiani e artisti. Machiavelli
scrive La Mandragola e Clizia nel 1518 e nel 1525. La prima la storia del
processo che porta alla fondazione di una casata, la seconda presuppone
lordine vivere civile di una casata (borghesia cittadina). La Venexiana
anonima e gi dal titolo mostra la centralit dellelemento urbano. Due donne
si contendono lamore di un forestiero milanese spregiudicato.
unanticommedia: no servi, travestimenti, figure tipiche, unit di tempo e
spazio, non ha finale. Risulta sdoppiata in due commedie minori legate solo
dalla continuit fisica delluomo che passa dalle braccia di una donna a quelle
dellaltra.