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RIASSUNTO DEL CAPITOLO “L’ARTE ETRUSCA”

TRATTO DAL LIBRO “Cricco - Di Teodoro, Itinerario nell’arte"


I. Wiegand

L’arte etrusca
Tra il quarto e il settimo secolo a.C. gli Etruschi si affermano nella penisola
italiana. L’etruria sta nel triangolo tra l’Arno, il Tevere e il mar Tirreno
(toscana, umbria, lazio). Si espandono poi in Campania e fondano Capua,
Nocera, Fratte di Salerno. Conseguenza di questa colonizzazione è sviluppo
di nuovi insediamenti urbani. Origini varie ipotesi:

- Erodoto dice che provengono dalla Lidia (Turchia attuale)

- Dionigi di Alicarnasso dice che è popolazione autoctona (originari della loro


terra – Etruria)

- Provenienti dalla Rezia, regione alpina

Origini ricche di leggenda e mistero. Storiografia recente dice che viene da


secolare mescolarsi di stirpi autoctone con genti di provenienza orientale.

Notizie affidabili dal 700 – 400 a.C. perchè si confrontano con Roma. LA
cacciata da Roma del re etrusco Tarquino il Superbo rompe coesistenza
pacifica.

396 a.C. romani espugnano Veio, entro il 289 a.C. etruria completamente
sottomessa.

L’arte e la religione
L’espressione artistica molto connessa con esigenze di carattere religioso.
Mai arte come libera attività ma solo legata a praticità e religione. Mentre per
greci uomo capace di costruire propria vita, etruschi subiscono un destino
ignoto. Quindi vogliono assecondare il volere degli dei, interpretarne i segni e
assicurarsene la benevolenza.

Elaborano una dottrina religiosa incentrata su visione cupa della morte.


Vedono nei propri de esseri misteriosi e potenzialmente nemici. Immaginano
un mondo sotterraneo popolato da tremende divinità infernali. Solo una
tomba decorosa e ben corredata può mettere al riparo i defunti.

In questa concezione pessimistica della vita e angosciosa della morte, la


religione ha molto rilievo. Tramite per accontentare gli dei ed assecondarli. I
sacerdoti sono potenti e stimati, praticano la divinazione (comprendono i
segni degli dei attraverso pratiche rituali).

Architettura civile
Città etrusche circondate da mura che tra il sesto e quarto secolo a.C.
assumono dimensioni ciclobile. Realizzate a secco, con elementi monolitici,
unici esempi di architettura etrusca in pietra. Pietra calcarea e TUFO,
sconosciuto marmo. Pietre sagomate a parallelepipedo, ognuno posto in
opera a filari isodomi (uguali) messi in modo che giuntura corrisponda al
centro del blocco del filare superiore e inferiore (opus quadratum).

L’ingresso avviene tramite 4 o 7 porte nelle mura di cinta. Architravate


all’inizio, a partire dal 4 sec a.C. STRUTTURE AD ARCO SEMICIRCOLARE,
arco noto ai greci ma quasi mai applicato.

Porta marzia di perugia, Arco Etrusco, Porta di Giove, Porta dell’arco di


volterra molto significativi.

Porta di volterra: giganteschi blocchi di tufo sovrapposti a secco, inserita


nella cinta murarea di panchina (pietra calcarea del luogo)

Architettura religiosa
Scarse tracce da modellini di terracotta o resti di fondamenta perchè
materiali deperibili.

Il tempio: sui testi di vitruvio c’è scritto che ha pianta rettangolare ed è


collocato su un alto podio in muratura, ripida scalinata frontale, entrata
rivolta ad oriente.

Area divisa in 2 zone: posteriore coperta (3 celle uguali o cella centrale e


2minori), anteriore porticata come pronao. Celle accessibili da un solo
ingresso e dentro statue degli dei.

Mentre il tempio greco cambia quello degli etruschi rimane sempre lo stesso.
Mai considerato come dimora terrna di un dio, ma luogo dove interrogarlo,
pregarlo, onorarlo.

Ordine tuscanico: colonne del pronao sempre 8, 2 file parallele. Ispirazione


dorico arcaico ma prende il nome di ordine tuscanico da tuscia (territori
romanizzati dell’etruria). Sono di legno, senza scalanature, policrome. Non
poggiano sullo stilobate ma su una base con plinto a pianta quadrata e toro.
Fusto rastremato verso l’alto, privo di entasi. Capitello più modesto e meno
massiccio del dorico. L’abaco non sporge dall’echino, è sormontato da travi
lignee che sono trabeazione. Tetto spiovente a 2 falde come nelle abitazioni.
Unici motivi decorativi acroteri, antefisse. Funziona ritualità religiose, come
antefissa nel tempio di Minerva a veio – testa di gorgone con funzione
apotropaica.

Architettura funeraria
Privilegiano architettura funeraria. Tutte le tombe costruite in pietra e
conservate. L’uomo ha bisogno dopo morto di un luogo dove l’anima può
continuare a vivere in ambiente intimo e familiare. Tomba = casa, cioè con
cibi, bevande, utensili, volti amici, arredi ecc.

Essendo buia le pareti sono vivacemente decorate imitando il cielo aperto.


Generalmente tombe riunite in necropoli (città dei morti), poste fuori dalla
città dei vivi ma orientate come queste.

Tipologie costruttive:

-tombe ipogee

-tombe a tumulo

-tombe a edicola

Ipogei
Strutture ipogee sotto terra (a camera interrata) o nel fianco di una parete
rocciosa (rupestri) o realizzando ingressi di forma cubica mediante blocchi di
tufo (tombe a dado).

Ipogeo dei volumni: a camera interrata, seconda metà secondo sec a.C,
ripida scala risistemata intagliata nella roccia tufacea, si accede poi ad atrio
rettangolare dove c’è camera sepolcrale principale con panche in pietra con
statue votive e urne cinerarie della famiglia dei velimna. Ancora oggi 6 urne
in travertino stuccato che rappresentato un letto drappeggiato e 1 in marmo
che imita la forma di un tempio. Camera funeraria in corripondenza della sala
di rappresentanza, dove padrone riceve gli ospiti, fa banchetti e onora gli dei
della famiglia. Altre 8 camere ipogee cubiche per riti funerari o depositi di
doni e offerte. Dimensioni abbastanza modeste. Misure devono evocare
abitazioni. Scopo della tomba NON glorificare defunto ma recargli
CONFORTO e sicurezza nell’incertezza dell’aldilà.

Tumuli
Tombe a tumulo perchè ricoperte da un tumolo di terra così collinetta
artificiale per identificare sepoltura e proteggere edificio sottostante.

A pianta generalmente circolare, sostenuti da coperture appoggiate a


struttura cilindrica detta tamburo. Tamburo può essere parzialmente fuori
terra e di tufo o scavando il terreno roccioso. Nei tumuli più grossi fino a 3 o
4 tombe. Ogni tomba 1 o più camere sepolcrali, più antiche unica camera
circolare, sormontata da tholos in pietra.

Montagnola: tholos a camera circolare, tra settimo e sesto secolo a.C.,


accesso avviene tramite interruzione tamburo esterno, da qui gradini e
dromos scoperto. Atrio rettangolare con pareti di tufo, strette camere laterali
per depositare offerte. Coperte da lastre di pietra inclinate come tetto a
capanna. Lato occidentale dell’atrio – camera sepolcrale a tholos –
pseudocupola formata da lastroni sovrapposti in filari concentrici aggettanti
fino a chiudersi. Sporgenza dei lastroni evidente perchè non sagomavano
come micenei.

Matunas – tomba dei rilievi (quarto o terzo sec. a.C.): tomba a tumulo.
Copertura camera sepolcrale a lastre di tufo inclinate, imitano il soffitto
ligneo con finte travi scolpite nella roccia. Pareti della camera e pilastri
coperti da rilievi realistici eseguiti in stucco dipinto. Rappresentano utensili
casalinghi come a ricostruzione dell’ambiente domestico

Edicole
Tombe fuori terra sono rarità. Interamente in pietra, spesso piccole e 1
camera funeraria. Tombe a edicola (aedicula – tempietto). Somigliano alle
antiche abitazioni etrusche: in una sola costruzione si concentra senso della
vita (casa), religiosità (tempio) e della morte (tomba).

Offrivano agli dei case – tempio e cercavano riparo in tombe – casa.

Bronzetto dell’offerente: 530 – 450 a.C. a pianta rettangolare con copertura


di panchina.

Mancanza di regole proporzionali e stilistiche non è limite ma vantaggio,


perchè permette di ampliare tombe ipogee senza violare alcuna regola
costruttiva.

La pittura funeraria
La pittura etrusca è essenzialmente funeraria. Notevole importanza perchè
essendo perduta quella greca è la prima testimonianza dell’arte figurativa
occidentale preromana.

I generi pittorici sono:

- l’affresco

- la pittura vascolare

L’affresco
Questa tecnica consiste nel dipingere su una parete a fresco = intonaco non
seccato. Procedimento:

-intonacare pareti tufacee con argilla mista a torba o frammenti di paglia

- stuccare con la calce

- incidere con punta metallica il disegno

- dipingere prima che si asciughi

Maggior parte nella necropoli di Tarquinia, altre a Chiusi, orvieto, caere, vulci,
veio. Cicli più significativi tra sesto e quinto secolo a.C. – scene di funerali
(banchetti danze ecc). In questo modo raffigurazioni di vari aspetti della vita
quotidiana. Tomba delle Leonesse: 530 – 520 a.C. camera ipogea di forma
quadrata con 2 leonesse sul primo timpano della parete. Assumono rilievo i 2
danzatori sul limite destro. Quello di destra slancia la gamba destra in passo
di danza, scarica l’intero peso su piede sinistro che è esageratamente
dilatato. Questo si chiama ESPRESSIONISTA = per sottolineare un
messaggio deformano volontariamente proporzioni per indirizzare
l’attenzione su cosa si vuole esprimere.

La pittura vascolare
L’affresco era limitato alle sepolture più ricche. Metà dell’ottavo sec a.C. si
diffonde pittura vascolare. Diversi stili. Anche presso gli Etruschi figure nere e
figure rosse.

Cratere di Turmuca 330 – 300 a.C. ispirazione mitologica greca mescolata


con cultura religiosa etrusca. Sul cratere un soldato greco uccide un
prigioniero troiano. A destra Charun attende la morte di questo per
trascinarlo nell’aldilà. Soggetto ricorrente esaltazione delle gesta di eroi
greci, infatti etruschi avevano grande ammirazione per mitologia e cultura
greche. Tecnica di realizzazione fa pensare che bottega di turmuca fosse
molto attrezzata e aggiornata.

Stamnos con Athena, Achille e Troilo: a figure rosse, 300 – 290 a.C., Athena
con scudo, alle sue spalle Achille. La dea indica con la testa la presenza di
troilo. Fra le anse dello stamnos un fregio con bighe trainate da leoni e cigni.
Espressività dei personaggi mostra come le botteghe di vulci erano centri di
produzione ceramica autonomi dalla Grecia.

Scultura funeraria e religiosa


La scultura etrusca è condizionata dall’influsso greco. Quasi esclusivamente
esteriore. Gli Etruschi considerano l’arte funzionale solo a esigenze di
carattere funerario, religioso e votivo. Dal sesto secolo a.C. scultura etrusca
si associa ad architettura sacra. Antefisse e acroteri sono rilievi o figurazioni
fissili a tutto tondo. Non ambisce a perfezione come grecia classica,
piuttosto funziona è assecondare concrete e

precise necessità di carattere decorativo o rituale. Grandezza e importanza


di etruschi getta le basi per nuovo modo di intendere l’arte, non partire da
ideale e arrivare a reale ma il contrario, che rende tutto più sentito immediato
ed espressivo.

Canopi e sacrofagi
Più antichi esempi di modellazione a tutto tondo (settimo e sesto secolo
a.C.) sono i canopi, vasi in cui egizi mettevano viscere dei mummificati e per
etruschi servivano

a contenere le ceneri. Altezza tra i 50 e i 150 cm sono un cinerario poggiato


su un supporto di forma avvolgente, TRONO. Forma antropomorfa, il
coperchio ha sembianze di testa umana e i manici sembrano piccole
braccia. Canopi possono essere di terracotta o bronzo o anche misti. Alcuni
in BUCCHERO, ceramica grigio nerastro di cui gli etruschi erano maestri.
Diversa espressività dipende da perizia dell’artigiano. I volti nei canopi non
sono ritratti, ma simili a prima scultura greca = squadrati, lineamenti stilizzati,
zigomi larghi, nasco grande, bocca serrata, sorriso arcaico e capelli a
caschetto.

Nel sesto secolo a.C. molto importanti i sarcofagi: pietra, terracotta. Sono
una cassa e una lastra sovrapponibile come coperchio. Usati quasi sempre
come cinerari, la loro ricchezza decorativa manifesta la potenza della
famiglia. La cassa all’inizio a facce lisce, poi ornata con bassorilievi. Motivi
dell tradizione greca: mitologia ecc. Coperchio caratteristiche originali
dell’interpretazione etrusca del tema della morte. Sarcofagi degli Sposi

Molti coperchi rappresentata anche la moglie, però non contiene sempre le


ceneri di due corpi. Piuttosto ricreare attorno alla salma un ambiente
familiare.

Sarcofagi degli sposi in terracotta policroma: sesto secolo a.C., ha il sorriso


arcaico. Vestiario etrusco – stivaletti a punta (calcei repandi) e copricapo a
calotta (tutulus). Intimità affettiva è caratteristica etrusca, rappresentata dal
marito che abbraccia la moglie.

Sarcofagi degli sposi in pietra 2 esemplari del quarto secolo a.C.,


provengono dalla tomba ipogea dei tetnie. Il coperchio del sarcofago più
antico è del 350-330 a.C. è in nenfro e c’è scolpita una coppia di sposi
abbracciati sotto le coperte. L’uomo, ricco capostipite dei tetnie. La coperta
si modella sui corpi (posa simmetrica). Il coperchio del sarcofago più recente
è in alabastro, 330 -300 a.C. sono abbracciati sotto una coperta e si
guardano intensamente negli occhi. L’uomo probabilmente è figlio del
capostipite.

Nei sarcofagi fittili – riproposizione schemi tradizionali Nei sarcofagi in pietra


– affinamento tecnica del ritratto.

Scultura bronzea e fittile


LA scultura etrusca a tutto tondo è di bronzo e terracotta. Pietra molto
limitato, marmo assente. Tecniche di fusione e modellazione prendono come
riferimento modelli greci. Scultura etrusca più antica si ispira a ionica e attica
di età arcaica, recente più di gusto ellenico.

Lupa capitolina: simbolo di roma, fusione in bronzo a cera pesa. Il modellato


esprime grande capacità di osservazione e con ciuffi di pelo grande
sensazione di vivacità. I gemelli aggiunti nel rinascimento forse antonio del
pollaiolo. Ipotesi che sia un’opera medievale ma attribuzione etrusca ipotesi
più convincente e condivisa.

Chimera: statua bronzea che raffigura un mostro mitologico con corpo e


testa di leone, coda di serpente e una testa di capra che vomita fiamme.

Risale alla fine del quinto secolo e gli inizi del quarto secolo a.C. ma vi sono
stati vari restauri dei quali l’ultimo ne ha snaturato il significato. In origine
aveva la testa di seprente che si avventava contro l’avversario. Il restauro ha
fatto si che la testa morda le corna della capra. Comunque vivacità
espressiva come nella lupa anche se soggetto fantastico.

Entrambe le statue testimoniano la ricerca etrusca verso il realismo, non


imitazione della natura ma interpretazione ed esaltazione di aspetti
caratterizzanti.

Apollo di Veio: sesto secolo a.C. di VULCA, artista etrusco. In terracotta


policroma a grandezza naturale, il giovane dio che riconduce a se una cerva
sottrattagli da eracle. È il meglio conservato tra i personaggi del gruppo fittile
che costituiva uno dei grandiosi acroteri frontali del tempio del portonaccio a
veio dove c’era anche una stata di eracle e una di latona con in braccio un
piccolo apollo. La raffinata esecuzione di apollo ci fa ritenere che l’opera
possa essere stata realizzata da un artista greco. La critica lo attribuisce
però agli etruschi perchè la statua non ha nulla delle caratteristiche della
produzione graca arcaica di ambiente ionico-attico.

Apollo di scasato: ci sono evidenti influssi greci nel busto fittile del cosidetto
apollo dello scasato, fine quarto inizio terzo secolo a.C., faceva parte di una
decorazione architettonica del santuario di apollo in località lo scasato.
L’inclinazione della schiena e la contemporanea rotazione della testa in
direzione opposta a quella del torace movimentano il busto. Ciò ha fatto
ipotizzare che il maestro fosse in contatto anche con esponenti della scuola
di Lisippo.

Arringatore: fine secondo secolo inizio primo a.C. ritratto bronzo del patrizio
etrusco AULE METELI. La statua è un eccellente esempio del modo in cui gli
etruschi concepiscono il realismo della scultura. L’arringatore non possiede
le proporzioni ideali della statuaria classica nè la raffinata tecnica scultorea di
quella ellenistica, la toga e il braccio sinistro risultano modellati in modo
approssimativo e convenzionale. La mano destra è sproporzionata
appositamente per accentuare il potere della parola (accorgimento
espressionista). L’ampio e severo gesto del braccio destro e il volto pensoso
comunicano grane dignità ed equilibrio morali. Questa forma di realismo è
l’eredità più grande che gli Etruschi trasmetteranno anche alla ritrattistica
romana del primo secolo a.C.

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