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FONDAMENTI DI TEATRO E SPETTACOLO

Majorana7281

11/11/19

Arthur Schnitzler: nato a Vienna, medico e scrittore di numerosi testi per teatro, nella sua autobiografia
racconta vicende personali comprese tra 1869 e il 1890, che riguardano la sua infanzia e la sua esperienza
teatrale. In questo trentennio il teatro costituisce sotto tutti gli aspetti un esperienza popolare, era il primo
grande intrattenimento collettivo dal vivo superato solo nel 1895 con la nascita del cinema.

Schnitzler scrive che i suoi nonni abitavano nell’edificio destinato all’uso teatrale, questa era la normalità
perché nel tardo ‘700 in avanti paesi come Italia, Europa e America vengono costellati da questa tipologia di
edifici per lo svago. Anche nelle civiltà greche troviamo grandi edifici teatrali destinati all’attività scenica,
ma che con le civiltà latine vengono meno (XV – XVI secolo)

Lettura dell’autobiografia di Arthur Schnitzler fine anni 10 del ‘900 della sua vita, durante la sua infanzia, e
la sua prima esperienza teatrale.

Sentiva il bisogno di parlare di teatro, un’esperienza che facevano tutti, era un intrattenimento dal vivo,
collettivo, in questo periodo era normale parlare di teatro.

Il teatro in questo periodo era anche l’unico intrattenimento possibile, era parte sociale di chiunque, ricchi
e poveri, alfabetizzati e non. Era un caposaldo della cultura dell’occidente.

Oggi abbiamo una serie di altri tipi di intrattenimento (ES. cinema) e altre forme di spettacolo teatrale.

Schnitzler racconta che i suoi nonni abitavano in un edificio del Karl’s Teather di Vienna

Dall’epoca tardo latina fino al XVI secolo il teatro non verrà più fatto durante edifici dedicati

Teatro era perno sociale molto importante, nella mappa della città doveva essere sempre indicato.

Attore = parte integrante della rappresentazione teatrale, è il fulcro, colui il quale consente l’azione sulla
scena, il proporsi di una rappresentazione.

Il palcoscenico ha un fuori scena e un dentro scena. Il palcoscenico costituisce un luogo preciso, dedicato
alla rappresentazione, ovvero quell’esperienza nella quale si identificano il tempo, lo spazio e l’azione
propri di quella rappresentazione, che è diverso da quello dell’ordinario. Vi è dunque un confine tra la
realtà e il luogo della rappresentazione, un confine ambiguo.

Differenza tra attore visto da S. in carne ed ossa e la figura di un attore dipinto sul sipario (= l’elemento che
separa la realtà dalla finzione nel teatro, ciò che apre e chiude il boccascena). Quando il sipario è chiuso lo
spettatore si trova in una situazione ordinaria all’interno del teatro, ma non è ancora entrato in rapporto
con la favola, l’universo che avverrà sulla scena.

La rappresentazione non è solo teatrale, ma anche mentale. Potere dell’uomo di rappresentarsi


mentalmente un’azione, un intreccio o una persona è un dato fondamentale.

ES. di rappresentazione mentale = i sogni che facciamo la notte mentre dormiamo

Elemento esterno al palcoscenico, ma integrante del teatro è il camerino. Luoghi in cui l’attore si prepara ad
andare in scena, un luogo preliminare dell’esperienza del palcoscenico dell’attore.

Imitazione della realtà: imitazione di un personaggio, dato cruciale dell’esperienza teatrale. No significare
copiare qualcuno o qualcosa, ma trarre da un modello la possibilità di farlo proprio, ricostruire davanti agli
spettatori qualcosa che sono propri di un altro.
Nell’800 il teatro dei burattini era una cosa normale nei salotti borghesi. I bambini stessi potevano giocarci
e interpretare (esperienza costruttiva per i bambini).

Possibilità propria del teatro è quella di rievocare il passato e la memoria. Una memoria con capacità di
rappresentare il passato come tale e di “controllarlo” e di farne il presente. Una rappresentazione che
mobilità tutta la nostra sfera emotiva, e che diventa fisica ed oggettiva grazie al teatro.

Il teatro è un’esperienza collettiva e comunitaria.

RECITAZIONE: (etimologia, deriva dall’italiano) importanza di rievocare attraverso la memoria il passato e


renderlo vivo, rievocare attraverso il corpo e la voce, qualcosa di magico e potente. Il pubblico guarda lo
spettacolo in maniera contemplativa.

Con la morte viene richiamato in vita ciò che non c’è più, renderlo nuovamente vivo e che non è possibile
renderlo vivo al di fuori del teatro. Tragedia greca attinge dal mito, qualcosa di astorico.

Un’altra caratteristica fondamentale del teatro è che non ha scopi ulteriori, è fine a sé stesso.

Esperienza del gioco, definita da uno storico olandese del ‘900 che si chiama Huizinga, egli studiò l’uomo
subspecie in quanto è colui che gioca (nel libro Homo Ludiens). Egli scrive che il teatro è un’azione libera,
sentita come fittizia e collocata al di fuori della vita corrente, tuttavia capace di assorbire interamente colui
che gioca. Gioco è una forma sottratta a qualsiasi cosa materiale che si compie in uno spazio circoscritto e si
svolge ordinariamente secondo regole date, e suscita nella vita relazioni di gruppo a volte nel mistero, può
essere accentuato dal travestimento, che rende coloro che gioco di essere estranei dal mondo comune. È
un’azione svincolata da qualunque cosa di utile.  coincide con la definizione di teatro.

Colui che gioca è attivo, colui che osserva è contemplativo anche se lo spettatore mobilita la mente, le
emozioni e il ricordo.

Lo spettacolo ha al proprio interno degli elementi ludici, ma non si può interamente identificare con il
gioco.

Ci sono spettacoli che si sono trasformati nel corso del tempo  spettacolo canoro degli inizi del ‘900 ≠ dai
concerti di oggi

Spettacolo  nozione che riguarda la visione

12/11/19

TEATRO  deriva dal latino “theatrum”, che deriva dal greco “theastai” che significa “guardare, essere
spettatore”. Con questa parola veniva indicata l’area in cui stava chi guardava la rappresentazione,
destinata agli spettatori.

RAPPRESENTARE/RAPPRESENTAZIONE  cioè che il teatro sta guardando, è l’oggetto in senso lato. Deriva
dal latino “representare” e significa “rendere visibile”, rendere evidente la realtà mediante qualcosa d’altro.
Richiamare la realtà mediante una rappresentazione grafica, scultorea, dipinta. Significa anche
“rivedere/riprodurre”. Il verbo rappresentare può significare rappresentare/difendere un’altra persona (ES.
l’avvocato in tribunale). Nel tardo ‘500 si registra per la prima volta l’uso della parola rappresentare come
portare in scena/recitare. Nella filosofia classica rappresentare intende la rappresentazione mentale di un
oggetto che non è presente.

ATTORE  deriva dal latino “actor” e deriva da “ago” che significa “fare”. L’attore è colui che interpreta
una parte a teatro.
DRAMMA  deriva dal greco “drama” ed è una parola che a sua volta significa “azione” e deriva da “drao”
che significa “fare”

IMITARE  deriva dal latino “mimestai” e vuol dire propriamente imitare, fare come altri. Ha il suo
sinonimo di accezione negativa in “contraffare”.

FINGERE  deriva latino dal “fingor” e significa “forgiare/plasmare”.

SIMULARE  significa dare a vedere qualcosa con attenzione, nascondere ad arte qualche cosa dando a
vedere il suo contrario.

Dall’età romana in avanti gli attori erano considerati moralmente infimi, in primo luogo per la loro
professione perché erano visti come soggetti non veritieri, dei contraffattori. Veniva sovrapposta l’identità
scenica con quella umana dell’attore, come se la sua persona fosse pervaso dalla dualità del suo
personaggio.

RECITARE  parola che ha stretto collegamento con ciò che sta scritto. Deriva dal latino recitare che è un
composto di citare

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