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LEZIONE 1

Shakespeare lettura del sonetto


non gli interessava di essere ricordato dai posteri. La memoria ceh gli altri hanno di noi.
Scrive il sonetto 55 dove ci dice che per lui la parola, è l’unica arte eterna. Le altre possono passare. La
letteratura e la poesia sono eterne, fino a che ci sarà un essere umano che si ricordera di quel libro e ce lo
potra trasmettere. Noi siamo nel terreno dell’occidente.

PERCORSO STORICO CRITICO


IL TEATRO GRECO
IL CORO
Noi non sappiamo che cosa sia la voce. Sappiamo solo come esce. La voce è la caratteristica più peculiare di
un essere umano. Come nasce?
Il DIRTIRAMBO era una danza, un canto corale fatto in cerchio o semicerchio nell’antica Grecia. Nasce come
un canto di tipo religioso. Viene tramandato che era una danza in cerchio o semicerchio, si mettevano
qualcosa in testa e salmodiavano queste preghiere al dio Dioniso perché esaudisse i desideri della
popolazione. Ci rimanda al CORO.
Bassorilievo del carro di tespi: si dice che tespi girasse per l’Attika (una parte della grecia) e si fermasse
scendesse e raccogliesse un gruppo di persone per fare un coro. Da qua si stacca una persona e risponde
alle domande del coro: questo si chiama hipokrites (colui che risponde, l’attore). Abbiamo la prima forma di
dialogo.
Succede che nel corso dei tempi qualcuno decide di scrivere le storie che vengono raccontate. Eschilo
aggiunge il secondo attore. Sofocle aggiunge il terzo attore. Il quarto personaggio (in genere non parla in
scena). Nasce una forma di teatro. Il coro fa comprendere agli spettatori quello che sta accadendo in scena
dando informazioni sul susseguirsi della storia, è un commentatore accompagnatore del pubblico, non si
prende però mai una responsabilità. Non obbliga a fare nulla, ma aiuta il pubblico a entrare nella storia.
Abbiamo il coro e 3 attori.
-Abbiamo l’autore (eschilo, sofocle → i tragediografi)
-i personaggi del testo (coro e attori)
-il testo teatrale si regge sulle battute dei personaggi.

Lo svolgimento di uno spettacolo nell’antica Grecia doveva avere diverse regole: iniziava, si svolgeva e
terminava.
1 PARODO Abbiamo: l’entrata del coro (parodo, si trova nell’orchestra)
2 PROLOGO possiamo avere il prologo
3 inizia il primo episodio, quello che oggi noi chiamiamo atto. Quando termine e gli attori escono di scena,
l’intervallo si chiama stasimo (è l’intervento del coro che chiarisce la scena che c’è stata, anticipa quella che
verrà, fa comprendere qualcosa al pubblico).
4 STASIMO secondo episodio
5 ESODO ultimo intervento del coro si chiama esodo.

LE GRANDI DIONISIE
durante queste grandi Dionisie tutte le popolazione dell’attika e anche dell’altra parte della Grecia si univano
ad Atene nel periodo primaverile. Venivano fatte anche delle gare teatrali. L’arkonteponimo sceglieva 3
autori che devono scrivere una tragedia divisa in 3 parti (tre tragedie ciascuno quindi). Tre giorni per
ciascuno. Ogni giorno un tragediografo tutto il giorno presentava la propria tragedia, un giorno per ciascuno
dalla mattina all’alba.
il quarto giorno presentavano un testo COMICO spesso anche volgare. L’arkonteponimo nominava tre
coreghi, erano persone molto abbienti.
Aristotele nella sua scuola chiamata Peripatetika. (perché camminava mentre insegnava).

L’inizio è qualcosa che non ha nulla prima, ma tutto dopo. Aristotele ci dice che ci sono 3 regole: le tre unità
→ tempo, spazio e azione.
Tempo: dall’alba al tramonto. Il tempo non si comprime e non si dilata.
Spazio: è un unico luogo (skené) la scena era fissa. Non avveniva mai nulla di cruento in scena, venivano
soltanto raccontati.
Azione: non possiamo avere trame alternative. Solo la principale.
Aristotele che dice che Lo spettacolo è composto da sei parti:
1 trama
2 personaggi.
3 il pensiero (quello che vuole trasmettere l’autore).
4 dizione: tutte le parole devono essere scandite in modo da essere ascoltate da tutto i pubblico.
5 la musica: doveva accompagnare spesso il coro.
6 il finale: lo spettacolo nel suo insieme.
Una volta messe in scena queste produzioni doveva essere stabilito il vincitore: venivano estratte a sorte 10
persone del pubblico di tutti i ceti sociali e venivano messe 3 cocci dentro un’urna coi nomi dei
tragediografi. Ne venivano estratte solo 5 perché il vincitore doveva avere dalla sua parte anche la fortuna.

Il pubblico doveva provare due sentimenti: paura e pietà. Questi due sentimenti davano luogo al fine della
tragedia, la catarsi (la crescita) del pubblico. Andare a teatro è
per relazionarci, riflettere su quello che abbiamo visto e
portarcelo a casa.
Il teatro veniva costruito su una collina, dava una buona
acustica. La voce rimaneva in palcoscenico, come nei teatri.
Inizialmente è in legno. Esempi sono teatro di Epidauro,
Siracusa..
La maschera: minima amplificazione.
I costumi erano abbastanza semplici: il kitone era un telo che
veniva addobbato e legato alla vita.
Le calzature: i coturni, delle scarpe alte
deus ex machina era un dio che a un certo punto entrava e
scioglieva l’intreccio e poi riusciva: come entrava? Con una
specie di argano che lo portava su e giu e al buio riscendeva.
I periakti: 3 facce e si girano.
I due lati sono i parodoi dai quali entrava il coro che si
posizionava nell’orchestra.

Aristotele nella poetica ci dice che la tragedia perfetta è Edipo Re.

LEZIONE 2
Tyrone Guthrie è un regista che aveva costruito un teatro per lui, sulla falsa riga del teatro greco, ma con un
eccezione, che è quella dell’uso dell’orchestra, che è parte integrante del palcoscenico. Lo avvolgono a 180
gradi.
Nel 57 ha messo in scena un Edipo Re, è l’unica edizione che ci
ricorda vagamente come poteva essere la realizzazione nell’antica
Grecia.
Vediamo un estratto video: il corifeo ha la maschera bianca perché
è il più saggio, vecchio. Cantilenante perché la traduzione è di W.
Buttergaile, ha una melodia perché lui scrive in verse. E’
interessante l’entrata di Tiresia, il vecchio indovino cieco.
Guardiamo le mani gigantesche come la maschera. I personaggi
non sono psicologici, rappresentano dei miti. Ci sono idee
registiche. Movimenti lenti, semplici. Ci ricorda che quei personaggi dell’antica Grecia erano mitici e per il
pubblico diventavano punti di riferimento, non uno dei tanti.
lezione 3 09-04-202

KENNETH BRANNATH:
-regista e attore inglese
-4.l’attore non si deve far trasportare dalle proprie emozioni deve essere vigile di se stesso
35. non deve imitare la natura, la deve rappresentare. L?attore è li per il pubblico. Non può interpretare
emozionalmente il personaggio perché lo rende troppo personale e non trasmette al pubblico l’oggettività
del personaggio scritto.
66. si prova sempre con scarpe da ginnastica comode anche se dovrai metterti gli stivali
67. alle prove mai fare cose che non potranno mai essere messe dentro lo spettacolo.
Diderot è stato un grandissimo intellettuale. Ha scritto testi teatrali, il famoso Paradosso sull’attore,
prendendo per riferimento il grande attore francese Taol Ma.
La sua idea si scontrerà con Stanislavskij.

La supermarionetta
lettura
noi abbiamo la marionetta, sopra c’è il marionettista. Il centro di gravità è nel plesso solare
avrò le gambe e braccia. Ci dice che non ci sono vie di mezzo: o si ha la grazia della marionetta o si è un dio.

Andrea Antoine
compagnia che pubblicizzò il suo tipo di teatro e a un certo punto Andrea antoine che aveva una grande
passione teatrale che fondò il Teatre Libre, vide i Maininghen e disse che non è vero che loro facevano un
teatro realistico, si curava di fare un teatro che subiva sempre l’influenza del romanticismo tedesco per cui
l’immagine doveva continuare ad essere comunque bella. Invece secondo lui il teatro doveva portare la vita
in scena.
Emile Zola era il suo grande autore di riferimento.

LEZIONE 3 15/04/2021
GOETHE fine 1700

 G. ha fatto un po’ di tutto, scrittore, poeta, protoregista, filosofo ma


prevalentemente scrittore. Nel 1791 il gran duca di Weimar gli offre la
direzione del teatro di Weimar (agli inizi del 1800 aveva uno scenografo,
Beuhter che ebbe la grande intuizione di allargare lo spazio, aveva quinte
molto ampie 7 metri e mezzo di boccascena). Si considera il primo
protoregista perché ha scritto delle regole per gli attori che ci fanno capire
che lui volesse mettere ordine nell’arte del teatro. Ha scritto il Faust e il
Faust per la trasposizione teatrale.
 1805: morte di Schiller, suo famoso assistente, nel 1817 restituì le chiavi e
non si occupò più di teatro, ma sappiamo che Goethe si occupava recitava
non nel Teatro di Weymar ma quando frequentava un teatro per dilettanti,
recitava tutte le parti, una persona completamente dentro la macchina
teatrale. si occupava u po’ di tutto, compresa la parte amministrativa. a
Weymar nacque poi nella prima metà del’900 il Bauhaus, la città nel
tempo acquisì un bagaglio culturale.
sceglie sempre un proprio repertorio.
 Shiller diventa suo assistente.
 Per lui non esistevano più ruoli fissi: non vi era più il primo attore, il ruolo era determinato dalla
caratteristica dell’attore (se un attore era giovane, allora faceva un ruolo/personagg giovane),
entravano con il proprio corredo (costume ecc ecc) se non ne disponevi non potevi fare l’attore. Il
concetto di ruolo fisso va e viene fino a scomparire più o meno intorno alla fine della seconda
guerra mondiale.
 scrive le 91 REGOLE PER L’ATTORE:
Siamo in pieno romanticismo tedesco quindi l’immagine che veniva creata doveva essere bella, su
questo Gothe era intransigenza.
1 regola - definisce cosa fa l’attore. Fa il suo lavoro utilizzando la sua voce (la parlata) e il suo
corpo. La voce non ha un orientamento, riempie lo spazio. Il corpo scrive qualcosa nello
spazio. Il corpo ha orientamenti, deissi. (come nell’edipo, tiresia non parlava ma con i suoi
movimenti ci faceva capire quello che voleva comunicare). È il regista che decide i
movimenti.
2 regola  il dialetto, bisogna liberarsi dal dialetto per avere una pronunzia pura. 3 regola –
dizione  è fondamentale che ogni attore possegga una perfetta dizione della lingua e delle
parole recitate per scandire e risultare chiaro, per raggiungere una dizione perfetta il
performante dovrà pronunciare la battuta molto lentamente, in modo che quando dovrà
recitare velocemente non risulterà incomprensibile. Come il pianoforte l’attore modula la
voce. Il vero artefice del teatro è lo scrittore, non l’attore, il quale è solo il mezzo che
interviene per migliorare il passaggio al pubblico intervenendo in modo razionale.
-Non deve imitare la natura, la deve rappresentare, l’attore è lì per il pubblico, l’attore non può
interpretare emozionalmente il personaggio, se no lo rende troppo personale e non trasmette
l’obbiettività del personaggio scritto.
-L’attore dovrebbe ripetere la propria parte solo con i gesti che fa, la pantomima usata solo per il
gesto fisico senza la parola.
-L’attore non si deve soffiare il naso, Goethe ha scritto queste note per contrastare la abitudini degli
attori a quel tempo.
-Non bisogna mai provare con gli stivali e cappotto. Alle prove mai fare cose che non potranno mai
essere nello spettacolo-
-L’attore deve pensare di star dando pubblico spettacolo anche quando è fuori dal palco, deve avere
le movenze da attore. Quando l’attore impara la parte deve prendere oggetti con una certa grazia.
dieterot scrive: Non si va a teatro per sentire dei pianti ma per sentire dei discorsi che fanno piangere
 Regola 91-92  Goethe ci parla di simbolismi. Non una piatta realtà ma apparenza narrativa. Tutto
questo non si deve vedere, deve sembrare naturale.
Due filoni: regia che segue la realtà e il razionalismo e la regia che segue la fantasia e il simbolismo.
Qua Goethe ci pare essere parte del simbolismo “non una piatta realtà ma un’apparenza imitativa.”
 il teatro che metteva in scena Goethe era un teatro piuttosto colto, non metteva in scena
dell’intrattenimento o divertimento, ad un certo punto come Gordon Craig fece l’errore di accettare
il ruolo di direttore, rimanendo tale e non divenendo il proprietario del Teatro, cosa che fece
successivamente Wagner, il quale a Beirut si fece costruire da Ludovico II di Baviera un teatro
proprio, nel quale poteva fare tutto ciò che voleva, Craig non aveva le chiavi del teatro e carlo
augusto decise
 inizi 1800 scenografo: Beuther, ebbe la grande intuizione di, attraverso i fondali in prospettiva, di
ingrandire moltissimo lo spazio del teatro. Il teatro non aveva una grande graticcia ma aveva delle
quinte molto ampie, 7,5 metri di boccascena e 9 metri di profondità, con l’arte di questo scenografo
sembrava esageratamente più grande.

Saggio di Kleist: Il teatro delle marionette (inizi 1800)


Kleist, grande intellettuale tedesco, grande scrittore di teatro, ha scritto la Brocca Rotta. È andato sul gretto
del fiume con una sua amica malata di tumore ha ucciso lei e poi si è ammazzato lui.

Abbiamo un personaggio che narra di un primo ballerino dell’opera. Questo ballerino gli parla delle
marionette, che attraverso i movimenti esprimono parole. Il ballerino dice che guarda le marionette perché
utile per lui. Plesso solare al centro della marionetta, il marionettista gestisce il centro gravitazionale,
sempre seguendo la forza di gravità. La marionetta di fronte al ballerino: la marionetta può rimanere con le
membra sospese, non ha bisogno di recuperare le forze. È sempre incosciente e quindi sempre naturale, è
dove arriva la coscienza che arrivano i problemi. Il marionettista può avere una partecipazione emotiva che
viene trasmessa alla marionetta, se ci fosse una macchina a muoverla questa non ci sarebbe.
vantarsi dei propri talenti. La marionetta non potrebbe mai farlo, i ballerini si. L’anima è discosta dal centro
di gravità. Questi errori sono inevitabili. Problema della ripetizione: questo ragazzo asciugandosi il piede
aveva riprodotto i movimenti della statua del cavaspino, quando gli è stato chiesto di rifarlo, concentrandosi
sull’azione non ci è riuscito e quando ha iniziato a concentrarsi sui suoi movimenti aveva anche perso la sua
grazia iniziale. Con la coscienza arrivano i problemi perché incide sui movimenti. Il ballerino racconta di un
altro episodio: il ballerino, sfidando un ragazzo che si diceva abile nella scherma lo batte, nella vita si trova
sempre il proprio dominatore ora ti faccio trovare il tuo e porta il ballerino davanti ad un orso. L’orso para
tutte le stoccate. Qual è la conclusione? Ci sono due vie da seguire o la via della totale naturalezza la grazia
che hanno solo i neofiti o dobbiamo percorre tutta la strada della conoscenza e diventare un dio di
quell’arte. Vie di mezzo non ci sono, perché sennò la nostra coscienza condiziona l’interpretazione. Solo la
grande professionalità l’aver fatto tutto il percorso della conoscenza ci potrà dare la possibilità di esprimerla
in modo naturale. La tecnica va posseduta per dimenticarla. Naturalezza del neofita, colui che HA LA
NATURALEZZA perché NON HA CONOSCENZA.

Compagnia Maininger prodotti sponsorizzati dal duca di Meningen, questa compagnia era una compagnia
che aveva alcune caratteristiche particolari:
andava in tournèe e si portava le scene dietro, per la prima volta usa proiettori elettrici, uno studio del testo
partivolareggiato, per mettere in scena il Giulio Cesare portò il “regista” a vedere i fori imperiali--Studio
realistico del testo, scene e luci dietro e poi giravano tutta l’Europa (contrario di Goethe che resta in
Germania). Viene considerata un’antesignana della corrente del realismo. Dopo i Maininger, che ebbero un
successo incredibile in Europa, si fece conoscere, pubblicizzò il suo tipo di teatro poi venne fuori dalla
Francia Andre Antoine (impiegato delle poste) con grandissima passione per il teatro, fondò il Teatre Libre
=teatro libero. Vede i Maninger e disse che non è vero che loro facevano un teatro realistico, la compagnia
si curava di fare un teatro vagamente realistico ma subiva l’influenza del romanticismo tedesco per cui
l’immagine doveva essere comunque bella. Secondo lui il teatro invece doveva portare la vita in scena, in
teatro dobbiamo vedere un pezzo di vita.
Lui metteva in scena testi contemporanei, Il suo autore di riferimento era Emile Zola. Antoine fu il primo a
portare quarti di bue in scena.

LEZIONE 4, 16 aprile

Wagner-nascita del GOLFO MISTICO nel 1784, progettato da Ladoux


-i teatri tradizionali hanno una buca dell’orchestra (come il Regio di Torino)-

 Richard Wagner (1813 1883) è una persona mitica, la cui particolarità


era quella di scriversi anche i libretti. Per la Germania non è solo un
musicista, ma un filosofo. In lui Nietzsche ritrovava la figura dell’uomo
nuovo in grado di far vivere la tragicità. Ludwig II di Baviera impazzisce
per la musica di Wagner, diventa re di Baviera e vuole avvicinare Wagner,
ma lui scappa perché pensa siano creditori e non emissari di Ludwig.
Quando però incontra L. capisce che può avere tutto, L. gli chiede di
creare il suo teatro. Scrive una lettera con tutto quello di cui ha bisogno a Ludovico II. Gli chiede il
teatro, una casa per W e la possibilità di mettere in opera le scene come vuole lui. Wagner inventa
l’opera d’arte totale (musica, canto luci,scenografia..tutto). Aveva la necessità di ricreare questa
arte d’opera totale, gli serviva un nuovo teatro, senza distinzione di rango e ceto sociale. Non
c’erano i palchi, sente la necessità di nascondere l’orchestra. Il teatro era costruito sulla falsa riga del
teatro greco, non c’erano palchi. Non c’erano divisioni tra persone. La buca dell’orchestra doveva
essere nascosta perché si doveva avere l’impressione che la musica arrivasse dal nulla, lui NON la
crea ma la occulta al pubb. La sala non era illuminata, si chiudevano le porte. Wagner non voleva
applausi, per lui lo spettacolo veniva fatto pure dal pubblico, luci cantanti, tutti.
 Nell’inaugurazione mise in scena l’anello del Nibelungo (composto da, l’oro del reno, la Valchiria,
Sigfrido, Il crepuscolo degli dèi). Artista modello per Nietszche colui che rappresentava il suo super
uomo però quando si trova a guardare le prove e si rende conto che Wagner ha a cuore soltanto il
successo, non tiene conto degli uomini del popolo, lo definisce un mentitore. Non è l’uomo nuovo.
Leggendo le recensioni la prima è stata un fallimento. Dal punti di vista organizzativo c’era
l’intenzione però era un’impresa impossibile. Da un punto di vista tecnico la parte visiva dello
spettacolo di Wagner aveva una pecca enorme, Appia andò a vedere gli spettacoli di Wagner e
rimase deluso, le luci erano raffinate, la musica bellissima e metafisica, cantanti tridimensionali ma
la scena era brutta, bidimensionale dipinta e così tutto crollava. Come facciamo a mettere un attore
o cantante tridimensionali davanti ad un fondale bidimensionale, la scene deve avere un corpo ci
devono essere dei praticabili, deve essere tridimensionale, non regge più con la bidimensionalità. La
musica mistica cozzava con la semplicità banale delle scene. Wagner era un dittatore, la parte
democratica non esisteva. Grandissimo musicista ma non c’entrava nulla come regista. In questo
fallimento c’è del buono, geniale nel rendersi conto che il pubblico fa parte dello spettacolo.

Video in cui il nipote di Wagner racconta il suo teatro.


Nietzsche fa un discorso in nella nascita della tragedia sulla combinazione tra dionisiaco e apollineo,
razionalità e passione. la corrente realistica si fa al teatro apollineo mentre quella mistica al teatro
dionisiaco.
Wagner come allievo di Schopenhauer non ritiene che il progresso possa avvenire attraverso l’uomo ma
attraverso i geni. Lo spirito democratico c’è solo nella ripresa del teatro greco, è uno spirito democratico un
po’ appiccicato con lo sputo. Wagner rimane un monarca. Il festival di Bairoit esiste tutt’ora.

Visione del film “l’infedele” : sceneggiatura scritta da Bergman. Una donna, creata dall'immaginazione e
dalla vita di un anziano scrittore di nome Bergman, gli racconta la propria storia.
Marianne è una quarantenne, attrice di teatro, molto bella, sposata con un direttore di orchestra, Markus.
Nasce una relazione amorosa con il loro comune amico regista David. Prima sembra una semplice avventura
senza importanza, poi diventa una vicenda dalle conseguenze gravi che porta al divorzio e ad un doloroso
conflitto per l'affidamento della loro figlia Isabelle. Markus approfitta un'ultima volta di Marianne,
seducendola con la prospettiva di riavere la figlia. Poi, si toglie la vita, dopo aver cercato di convincere la
bambina a seguirlo nell'estremo viaggio. Abbandonata da David, che sarà lacerato dal rimorso per il resto
della vita, anche Marianne risulta essere morta per annegamento. Per quanto tutti i personaggi sono
inventati, e senza riferimenti temporali, vi è un vago riferimento con le esperienze di vita vissuta da
Bergman. Lento per riflettere sulla storia, l’attrice espressiva non annoia mai.

LEZIONE 5 22-04-2021

Luchino Visconti (lo faremo poi alla fine).

LEZIONE 6

Intervista a Visconti riguardo la prima uscita della trilogia “la caduta degli dei” sulla famiglia Cruck tedesca.
Dal punto di vista storico per questa intervista erano presenti personaggi illustri. La figura di Visconti è
molto umile nei suoi stessi confronti. Non è un nobile sopra alle parti.
Altro video legato a morte a Venezia, quando Visconti si mette alla ricerca di Caztio per morte a Venezia.
Visione della seconda metà del Ludwig

LEZIONE 7, 24 aprile

Patrice Chéreau attore e regista di cinema e teatro, di opera in quelle eccezioni dove il
regista occupa in questi tre campi che sono vicini tra loro ma non uguali. Muore a 68
anni nel 2004. Teneva nel suo studio al teatro di Lanter, due fotografie: Visconti e
Sthereler che li considerava i suoi due maestri. Stamani vediamo un film molto forte,
intimacy agli antipodi di Ludwig, non c’è nulla di costruito, è la storia delle complicazioni
di una relazione sessuale. MDP sul collo del protagonista, nulla di costruito. Registra del
film “la regina Margot”, un regista che sa fare il metodo di Visconti. Nel 1976 fu chiamato a Baireut dal
nipote di Wagner e gli viene offerta tutta la teratologia dell’Oro del Reno. Aveva paura di non essere
all’altezza e tentò di rifiutare, fu Pierre Buleis che lo convinse. Nel Sigrifid il tenore ebbe un problema fisico e
non si poté sostituirlo, C. lo sostituisce in playback mentre il tenore cantava in quinta.

Visione film Intimacy Film che parla di un uomo che ha una relazione con una donna di cui non sa niente e
un giorno la segue fino a teatro. non sappiamo come loro si siano conosciuti. Durante il film scopriamo
qualcosa di lei e del passato di lui. Si hanno dei quadri di vita di persone infelici e c’è un po’ il discorso di non
voler cambiare anche se non si è felici. La relazione si squilibri quando lui la inizia a seguire perché vuole
qualcosa di più. I corpi fisici si parlano anche senza parole. Durante l’arco del film c’è una sola giornata di
sole, solo alla fine per tutto il film abbiamo questo alone grigio. Inizialmente siamo noi che entriamo nella
loro intimità verso alla fine sembra che siano loro a fare breccia nella nostra. Non c’è nulla di accattivante
dal punto di vista estetico. Il film è tutt’altro che gradevole. Non è una scelta facile.

8 Lezione 29 aprile
Adolphe Appia
Chi è il regista teatrale? Inizia da un testo, sia il libretto di un opera o un testo
teatrale. Sul testo il regista lo studia, lo analizza perché ha trovato
studiandolo un’idea. Questa idea che ha di messa in scena lo deve
condividere con lo scenografo, il costumista, il musicista e far partecipi tutti
gli attori. Lui vuole mettere in scena la sua idea, non solo ciò che dice
l’autore. Senza il regista lo spettacolo non ha anima. La regia è
grossolanamente ciò che è diventata regia nella tarda prima metà del ‘900,
per mezzo di alcuni teorici che avevano una particolare idea. Con Wagner
avevamo ancora i sipari dipinti e qualche elemento di scena. Poi nel 1944 in
Italia viene pubblicato un libricino di Appia (regista e qualche scenografia) , dove ci dice che quando si apre
il sipario noi dobbiamo vedere quella che lui definisce un’opera d’arte in movimento (va a vedere Wagner a
Bayreuth e ha una totale delusione) come Craig totalmente contrario al realismo che abbiamo visto con i
Meiningen e con Antoine. Si apre il sipario e devo vedere qualcosa come fosse un sogno, non quello che
vedo nella vita reale. E allora ci dice che è anacronistico e scorretto che un attore, un cantante
tridimensionale si metta davanti a un dipinto bidimensionale. Non ha ragione di esistere, ci vuole la
tridimensionalità delle cose, praticabili costruiti. Il praticabile che può essere utilizzato di più è la scala. Gli
effetti di luce possono realizzare un ambiente. Basterebbe una scena anonima con dei praticabili di piani e
scale e una buona illuminazione e possiamo mettere in scena tutto ciò che ci pare

EDWARD WILLIAM GODWAY


-padre di Craig
-architetto e scenografo
-molte influenze orientali
-descrizione di Tazio dallo scrittore.

24 aprile
Nel Sigfrid il tenore ebbe una distorsione alla caviglia: non poteva entrare in scena. Cosa è successo? Shero
che era un attore ha recitato il ruolo del tenore e il tenore ha cantato in quinta. Applausi e anche fischi. Al
termine dello spettacolo ci furono 35 minuti di applausi, dove Wagner non voleva gli applausi.
Barenboi e shero erano fanatici del particolare e teorizzano che in un’ opera il capo è il direttore d’orchestra
e il regista deve collaborare col direttore d’orchestra. Il regista studia il contesto storico, studia il libretto, la
musica, tra la sua idea e quella del direttore d’orchestra c’è una compenetrazione per la quale non ci sono
compenetrazioni.
Visione di intimacy, film.
film su Isadora Duncan: si muoveva benissimo, viene anche d aun punto di vista morale rivalutata, è una
donna che si è molto data per gli altri ma vien fuori una bella figura anche se un poì pazza. Loro due son
stati legati fino alla morte, nonostante condividessero il dolore immenso della morte della figlia.

Lezione 9,10, 1 maggio


Gordon Craig
visione filmatino sulle scenografie di Craig
 Craig: lui dice delle cose al limite del possibile però nel suo delirio
registico dice delle cose giuste cioè questa sua idea di trovare una
forma autonoma di espressione artistica del teatro. Nel libro l'arte
del teatro si rivolge a un giovane aspirante teatrante “La giovane
stirpe di atletici lavoratori nel teatro d'oggi non esiste. Intorno a
noi c'è solo degenerazione fisica e mentale e come potrebbe
essere altrimenti eppure il singolo, il giovane o l’uomo coraggioso
si volge (vabbè questo lo dice lui) verso di me, a lui io guardo e lui
ravviso la forza che creerà la stirpe a venire. Perciò parlo a lui ed è
sufficiente che lui mi comprenda come a voi soli, ed è sufficiente
che voi lo comprendiate. Egli come dice William Blake lascerà
padre, madre, casa e terre se ostacolano il cammino della sua
arte.” Il teatro non ti promette niente ma ti chiede tutto, tutto te
stesso.
 Per occuparsi del teatro dal punto di vista registico devi conoscere tutte le componenti del teatro.
Quando ci parla dell’attore, l'attore deve attingere dalla natura difatti: “perché non devi
semplicemente obbedire alle sue parole a quelle di un direttore ma anche alle sue intenzioni senza
però perdere te stesso. Ciò che intendo non è che tu debba salvaguardare la tua personalità E che
non può essere un vero artista è probabile infatti che non si sia ancora pienamente formata la tua
personalità e che non devi perdere di vista quello di cui sei in cerca non deve smarrire quella prima
sensazione che provasti quando ti sembrò che i tuoi passi ti spingessero verso l'alto, va guardare
come dipingono le scene, dove lavorano gli elettricisti, va nel sottopalco e osserva quelle complicate
costruzioni va in palcoscenico che chiedi come funzionano i tiri contra pesati e rocchetti. Ma mentre
impari tutte queste cose sul teatro e sul mestiere ricorda bene che è fuori dal mondo del teatro che
troverai la più grande ispirazione e non dentro di esso, intendo dire nella natura, le altre fonti
d’ispirazione sono la musica dell’architettura. Ti do questi suggerimenti perché so che il tuo direttore
non te li darà. Nel teatro ci si basa solo sul teatro si prende il teatro come fonte d'ispirazione e se di
tanto in tanto un attore cerca aiuto nella natura si rivolge soltanto a una parte di essa a quella che
si manifesta nell’essere umano.” E qua prende come esempio Irving il suo maestro quello che
faceva compagnia con la madre, non fermarsi ai trucchi del mestiere ma attingere dalla natura.
“Quel che fece Irving è una cosa quello che ti racconteranno di lui un’altra ho recitato nel Macbeth
con la compagnia di Irving e più tardi mi è capitato di sostenere la parte del protagonista in un
teatro di provincia a comprendermi venne allora il desiderio di conoscere le impressioni ricevute nel
vedere la sua interpretazione da un attore con coscienzioso ed esatto, che avevo conosciuto, con i
soliti 15 anni di esperienza e che per di più era un ammiratore entusiasta di Irving.” Lui chiede
quando era giovane ad un attore esperto come era Henry Irving nell'immaginario collettivo. “Gli
chiesi di mostrarmi come Irving aveva risolto questo o quel passo (naturalmente del Macbeth) cosa
aveva fatto, quale effetto aveva ottenuto perché mi era uscito di mente, quel bravo attore mi mostrò
allora con mio grande stupore, qualcosa di così banale, di così goffo e privo di classe che cominciai a
comprendere quale valore abbia la tradizione.”
L'imitazione che questo attore esperto aveva fatto di Irving non era neanche lontanamente a quello
che era l’arte di Irving, in questo modo vuole anche dire implicitamente che l'imitazione non è arte.
“Perché tieni bene a mente quel che ti ho detto: il tuo intento non è di diventare attore famoso o
direttore di una cosiddetta compagnia di successo * di commedie complesse di cui si parla tanto di
questo periodo ma è di diventare artista del teatro, il desiderio è dunque una cosa da nulla se una
ricerca di soli 5 anni basta a parodiarlo.” Servono solo 5 anni di mestiere per fare l’imitazione di
Irving, ma che mestiere è ma che arte è, quando le altre arti per raggiungere un buon livello ci vuole
tutta una vita “l'intera tua vita non è troppo lunga per questo e solo alla fine un piccolo atomo di
quello che hai tanto desiderato verrà a te così sarai sempre giovane anche quando sarai carico di
anni”. “L’arte è in esclusiva dell'essere umano.” Noi non possiamo considerare arte un bel tramonto,
una montagna, possiamo considerare arte un palazzo, una chiesa, una musica, cose che fa l'uomo.
Niente al di fuori dell’uomo può essere definito arte lo diventa attraverso la mediazione dell'essere
umano. Poi ha parlato di Irving, come si muoveva, come gestiva il suo volto. “Vorrei aggiungere che
il volto di Irving era la linea di passaggio fra l’espressione spasmodica e ridicola del volto umano, e
quindi il punto di passaggio tra questo quale era usata teatro in questi ultimi secoli e le maschere
che prenderanno il suo posto in un prossimo futuro. E alla fine imparerai che non è possibile
giungere a un controllo totale del corpo. Ti do questa speranza così quando verrà il momento non
farai come gli altri attori che trovandosi di fronte a una simile difficoltà, l'hanno aggirata, sono scesi
a un compromesso e non hanno usato affrontare alla conclusione cui un artista coerente con se
stesso deve giungere: che l'unico mezzo adatto a rappresentare l'espressione dell'anima mediante
l'espressione del volto è la maschera.” “Il lavoro di preparazione di uno spettacolo ti prenderà Uno o
due anni per dramma. Non devi avere più alcun dubbio sull’impressione che vuoi creare e sarà tuo
compito studiare il modo migliore per suscitare tale impressione.” Arare il testo per 1, 2 anni.
 “Prendiamo il Macbeth I colori, quali sono i colori che Shakespeare ci ha indicato? Non guardare
alla natura, ma il dramma del poeta sono due: uno per la roccia, uno per la nebbia, lo spirito, non
toccare nessun altro colore all’infuori di questi due quando fai i bozzetti delle scene dei costumi ma
non dimenticare che ogni colore ha varie gradazioni se anche solo per un momento ti sorgono
dubbi, se perdi la fiducia in te stesso nelle mie parole quando la scena sarà terminata non vedrai
l’effetto che avevi costruito nella tua fantasia guardando l’immagine che Shakespeare ti aveva
indicato. Questa mancanza di coraggio questa sfiducia nel valore insito nei limiti spaziali nelle
proporzioni che rovina tutte le idee buone degli scenografi e si vogliono dirci 20 cose insieme non si
accontentano di parlarci della rupe e della nebbia che la circonda e la opprime ma vogliono far
vedere il muschio della Scozia del nord o la pioggia particolare del mese di agosto non possono fare
a meno di mostrarci che conoscono la forma delle felci scozzesi e che le loro ricerche archeologiche
su tutto ciò che riguarda i castelli sono perfette. Così per cercare di raccontarci troppo finiscono col
non dirci niente, tutto è confuso” Ora apri la scena da ogni lato lascia uno spazio vuoto di sotto e di
sopra e in questo spazio fa calare la nebbia lasciando poi che svanisca a poco a poco e da questa
nebbia fa apparire le figure che hai foggiato e che rappresentano gli spiriti (quindi le streghe del
male). Capisco che non sei perfettamente convinto a proposito della rupe e della nebbia e che pensi
agli interni allenteranno poco dopo nel corso del dramma ma che Dio ti benedica non te la prendere
ricordati che gli interni di un castello sono fatti di pietre estratte dalle cave, non hanno forse lo
stesso colore della rupe? i colpi di piccone che le ruppero non hanno forse dato loro una struttura
simile a quella che assume la roccia per effetto della pioggia, dei fulmini e del gelo? Perciò nel corso
del dramma non dovrai cambiare idea o impressione basterà operare delle variazioni sullo stesso
tema: il bruno della rupe, il grigio della nebbia e così via. Meraviglia delle meraviglie sarai riuscito a
mantenere un’unità, tutto dipenderà dalla tua capacità di giocare su questi due temi. Ma ricordati
di non allontanarsi mai dal nucleo principale del dramma”
 Ecco perché Craig nel 1906 a Firenze per Rosmersholm della Duce fa tutta una scena verde, poi
diamo cosa ci racconta… con un finestrone enorme in fondo. Un’idea che deve trasmettere
qualcosa, se non trasmette niente vuol dire che questa idea non funziona. Se trasmette attraverso
l'entrata degli attori e tutto quello che Craig o l’eventuale regista voleva dire il miracolo è riuscito
ma che miracolo se io se io faccio dentro il palcoscenico e la scena di un interno di un bar uguale a
come nella vita? Si dirai bravo, molto dettagliata la scena e allora e allora l'idea qual è oggi non ci
basta più l’estremo realismo. “ mi viene in mente l’aneddoto per raccontò una volta Zeffirelli e un
grande industriale francese voleva avere un disegno da Picasso e allora un amico di Picasso E questo
industriale disse: maestro io avrei bisogno di un disegno, visto che è stato accompagnata da questo
amico ha preso un foglio di disegno. lui disse 5 milioni… 5 minuti per 5 milioni? no 5 min più tutta
una vita. “Le scorciatoie non ci interessano e neppure ci interessano i lavori d’effetto e il denaro. Noi
vogliamo solo andare a fondo della cosa, riuscire ad amarla e a comprenderla perciò è a questo che
devi tendere in ogni modo senza lasciarti fuorviare dall’ idea della scena, dei costumi, o della messa
in scena come fine a se stessa. Non perdere di vista l’obiettivo di afferrare il segreto, che consiste nel
creare un’altra bellezza e allora tutto andrà bene. Considera il movimento indipendentemente dalla
scena e dai costumi, il movimento in sé integra in qualche modo il movimento singolo al movimento
che con la fantasia vedi nella scena, ora riversa nella scena tutti i tuoi colori poi togli è il momento di
ricominciare da capo considera soltanto le parole inserisce in un quadro ampio utopistico poi rendi
possibile quadro attraverso le parole. Guarda al dramma da ogni punto di vista, servendoti di ogni
mezzo e non aver furia di cominciare il lavoro vero e proprio finché uno di tali mezzi non sia imposto
e ti abbia costretto a cominciare.” E qua prende come esempio i Meiningen, perché si diceva che
anche le comparse recitavano un ruolo e qua te lo smonta. Vi ricordate quando vi ho detto che
Goethe essendo nel periodo del Romanticismo tedesco, la scena comunque doveva essere bella
quindi un formalismo forzato. Il naturalismo prende piede sulla scena perché l'artificiosità era
divenuta pesante ma non dimenticare che c’è anche l’artificiosità nobile. Già da tempo Wagner ha
messo in pratica il sistema dell’azione naturale in scena, sperimentato negli anni passati dal teatro
Libre di Parigi di André Antoine e questo metodo per fortuna tende a essere universalmente
adottato, viene detto da qualcuno e Craig e rincara è per evitare che si scrivano cose di questo
genere che tu sei al mondo, basta realismo. Perciò dobbiamo abbandonare l'idea che esistono
azioni naturali o innaturali e suddividere invece le azioni in necessarie e inutili. “I trucchi del
mestiere per l'attore sono un'arma a doppio taglio perché quando si è impadronito di una buona
tecnica e trova difficoltà in qualcosa, subito ricorrere ai trucchi” e no è lì che l'attore diventa
modesto perché cerca di aggirare il problema che trova con dei trucchi ma non si può aggirare un
problema con i trucchi, bisogna affrontarlo il problema e superarlo. Ci dirà che minimo ci vogliono
sei 10 anni di apprendistato per imparare a fare il mestiere del teatro. “Il corpo umano si rifiuta di
essere uno strumento sia pure della mente che abita nel corpo stesso. A me sembra che l'uomo
faccia qualcosa di più consono alla sua condizione umana quando inventa uno strumento al di fuori
della sua persona e attraverso questo strumento comunica il suo messaggio ho un'ammirazione
maggiore per l'organo, per il flauto, per il liuto, che non per la voce umana quando essa è usata
come strumento. Sento che è tanto più ammirevole e più conveniente una macchina fatta per
volare che non un uomo il quale applichi a se stesso le ali di un uccello, perché un uomo mediante
la propria persona non può conquistare che piccole cose, ma con la mente può concepire e
inventare gli strumenti per raggiungere ogni traguardo.” Ci dice che il corpo umano ha dei limiti, il
corpo umano non può essere un'opera d'arte, perché ha limiti, mentre la mente del corpo umano
può costruire opere d'arte al di fuori di se stessi. (Amleto In my mind’s eyes) “con gli occhi della
mente l'uomo in uno stato così perfetto che il solo desiderio di volare era già per lui potervela poter
volare, il solo volere ciò che noi chiamiamo impossibile era già un possederlo. Ce lo immaginiamo
che vola nell’aria e che precipita nel profondo Sessa mai farsi alcun male non vediamo stupide vesti
non conosciamo fame sete, ma ora siamo consci che questo quadrato di vino delle origini è stato
rotto e dobbiamo quindi renderci conto che l’uomo non potrà mai più pretendere o proclamare che
la sua persona è il mezzo degno e compiuto per esprimere il pensiero perfetto.” 1:00:00 Noi non
dobbiamo adoperare la forma umana per adoperare il movimento, ecco perché poi arriverà alla
super marionetta. Come dice Amleto nell’essere o non essere: “e cosi la coscienza ci fa codardi
tutti.” È la tua personalità che ti fa essere così. Perché la personalità deve diventare arte? È solo
questione di unicità. La natura ci mostra immagini bellissime ma non sono arte (artificio). Picasso
dice: “dipingere è il mestiere di un cieco, egli non dipinge ciò che vede ma ciò che pensa, cosa dice a
se stesso su ciò che ha visto.” “Non possiedo ancora un metodo con delle regole. Lo sto cercando.
Voglio lasciare tutto aperto, senza creare delle regole che definiscano come e con che mezzi
verranno mostrati tali movimenti (quelli non fatti dal corpo umano) lasciati dire soltanto questo: ho
riflettuto e ho cominciato a fare il mio strumento e per mezzo di esso intendo avventurarmi presto
nella ricerca della bellezza. Come posso sapere se giungerò un giorno a possederla e perciò come
posso fissare definitivamente le prime regole che dovrei apprendere? Solo e senza aiuto, non posso
raggiungere risultati definitivi, occorrerebbe la forza dell’intera razza umana per scoprire tutte le
bellezze presenti in questa grande sorgente, in questa nuova razza di artisti, a cui tu appartieni.
Quando avrò costruito il mio strumento e avrò potuto iniziare a provarlo, cercherò che altri ne
facciano di simili, lentamente, dai principi che li regolano si formerà uno strumento migliore.” e poi
qui parla del quadrato maschile e del circolo femminile “uomini e donne raggiungeranno sempre,
insieme, questo risultato. Io non credo Io credo nel tempo in cui saremo in grado di creare opere
d’arte a teatro senza l’uso di testi scritti, senza servirsi di attori.” Come? Non lo sa ancora ne è alla
ricerca. È una mente illuminata che non ha ancora trovato le regole per costruire l'arte del teatro
anzi per ricostruirla. Nel capitolo che è l’attore la super marionetta come esergo mette una frase de
di Eleonora Duse che dice “per salvare il teatro bisogna distruggere il teatro. Gli attori e le attrici
devono tutti morire di peste e si rendono l’arte impossibile.” Il teatro oggi non è come vagheggiava
Craig perché è probabilmente un punto di arrivo non dico impossibile ma quasi impossibile quasi
impossibile cioè quello di creare un arte in movimento senza testo senza attori, senza cantanti,
senza nulla, con degli elementi con delle cose che fluttuano. Questo tipo di atteggiamento aiuta a
svecchiare molto il teatro del tempo, immaginatevi com’era un fondale. Gli attori che si può che si
compravano potevano fare gli attori solo chi si poteva comprare un corredo usavano i loro costumi.
Mi piacerebbe che mi portasse a casa oggi che cosa questa questo aspetto di Craig questa
lungimiranza anche forse un po’ pazza ma illuminante e oltretutto anche la coscienza dei propri
limiti, l'immensità e le possibilità che ha la mente umana. L'artista in genere è qualcuno che
precorre o precede i tempi, spesso è incompreso perché è avanti. Quando faremo Welles vi
accorgerete che quarto potere quando uscì fu un fiasco totale è considerato il più grande film della
storia del cinema. Occhio al consenso, occhio al denaro non è un artista uno che fa così, però
bisogna anche mangiare e lì arrivano i primi compromessi. Riferito alla frase della Duse: il teatro si è
così e incancrenito, si è così reso banale e così e con lo sketch della disinvoltura perché arrivi
facilmente al pubblico che la cosa migliore per rifarlo vivere di nuovo, meglio sarebbe che
scomparisse completamente, come si dice tabula rasa, ricominciando si può stravolgerlo. Craig non
parla male della tradizione, della grande tradizione, di Irving per esempio. Parla male di tutti quegli
altri attori e che sono bravi attori ma che non centrano nulla con l'arte. Un artista soprattutto alla
vostra età deve pensare come Craig, deve avere questa visione ampia larga senza limiti, poi quelli ci
penserà la vita a metterli. Io (Craig) ormai sono troppo vecchio ma bisogna andare alla ricerca di
questa arte del teatro come fare come una respiro, come una spedizione archeologica, come una
spedizione alla scoperta di qualcosa, dobbiamo girare tutto il mondo vedere le tradizioni ma non
basta una vita. La tua ricerca poi la lascia a qualcuno che poi continua. Come ci dice Lawrence Olivia
il testo deve essere messo in palcoscenico e sputato fuori dagli attori, solo lì l’autore capisce,
funziona nella sua mente prima, ha sperato che funzionasse, ma quando lo mette alla prova che poi
dice ok funziona. L’imitazione non è arte, va bene all'inizio imitare i maestri ma poi a un certo punto
i maestri bisogna abbandonarli, perché sennò non diventeremo mai noi stessi ma saremo sempre
una pallida copia di qualcuno più bravo di noi.
 Craig parla della super marionetta . L’attore è un artista? Recitare è un arte? Lui sostiene che
possiamo lavorare con i materiali che siamo in grado di controllare, l’uomo non è uno di questi.
L’emozione crea disordine e l’attore ne è condizionato, condiziona la mente.
 L’emozione è la causa che prima crea e poi distrugge, l’arte non ammette casualità. Non c’è nulla di
più disgustoso che esporre su un palco uomini e donne come esposizione, come prima si faceva con
gli animali. L’artista è colui che si attiene ad una regola severa (John Rusking). Il corpo umano per
sua natura è inutilizzabile come materiale artistico. Si devono creare per se stessi una nuova forma
di recitazione, oggi impersonano e interpretano, domani dovranno rappresentare e interpretare e
dopodomani devono creare. Ma l’uomo crea arte solo al di fuori di se stesso. L’arte non è
imitazione ma creazione. Il nostro corpo per diventare arte dovrebbe diventare schiavo della
mente. Con un quadro o una musica è possibile perché possono rispondere a delle regole
artistiche con la recitazione non è possibile. Esistono delle regole basilari per il teatro? Craig le sta
ancora cercando. Le arti mescolate tra loro non crea una nuova arte. La scena va ripulita da attori e
attrici e scene per ricreare un teatro che funzioni. Ci avviciniamo un po’ alle teorie di Brecht,
l’attore non deve vivere e interpretare il personaggio, lo deve solo presentare. Craig arriverà a dire
che al posto dell’attore ci dovrebbe essere la super-marionetta. La marionetta e la maschera sono
l’ultimo eco di un’arte nobile e una civiltà passata. La super-marionetta non competerà con la vita,
andrà oltre. Il teatro nasce da due donne che non ebbero la forza di guardare il simbolo di divinità
(la marionetta) senza il desiderio di imitarlo.
 Prende inizio il teatro fatto dagli esseri umani, non più simbolico e mitico. Sul palcoscenico va messo
qualcosa, una scenografia. Il teatro vero si fa alla luce del sole. Quando ha smesso di essere così
dove va? In chiesa con tutti i suoi artifici. In questo periodo c’è il teatro di Sheaskepeare che fu
l’ultimo che utilizzo la luce del giorno. Arriviamo ad oggi ad un teatro che non dice nulla, è solo
intrattenimento, passatempo. Noi uomini di teatro dobbiamo diventare i padroni. Prima di tutto
quello che avviene in teatro deve essere un mistero, diverso dall’enigma perché non si può
sciogliere, va accettato per come è. Il regista si deve attrezzare ad essere una figura a 360 gradi. È la
conoscenza il vero nutrimento dell’istinto del regista, deve lavorare sull’immaginazione. Non è
l’attore che ti deve commuovere è la rappresentazione intera in sé. Non può che attingere l’istinto
dalla conoscenza. La bruttezza fa parte del realismo. In teatro possiamo tentare all’impossibile
perché non ha che fare con l’uomo. Il teatro non ha nessun limite, l’unico limite è l’essere umano
per il resto le possibilità sono infinite, può attingere dalla fantasia del teatro. Craig ci dice che la
regia può fare tutto, non è un mistero ma deve fare mistero. Non ha trovato le regole perché non ce
ne sono.
 DIFFERENZA DUCHAMP E CRAIG:
-duchamp ha fatto un’operazione concettuale, prendo un oggetto readymade e mettendogli una
firma assume il significato di gogetto d’arte, ma siamo sempre li col carbone a cannella,
-se si apre il sipario noi dobbiamo essere di fronte in qualche piccolo minuto ad un opera d’arte in
movimento.

LA PAROLA REGIA
 La parola regia in Italia nasce nel 1933 perché entra nel vocabolario da parte del linguista migliorini,
deriva da reghia (tedesco). In Italia a quasi dopo la seconda guerra mondiale non abiamo regia. Nel
1933, grande manifestazione del maggio fiorentino invita due registi stranieri Jaque copo, ascetismo
della regia e max rainarth delirio della costruzione. Cosa dice nel 27 silvio d’amico? (fondatore
dell’accademia drammatica italiana). Sta nascendo in Europa la regia. In Italia abbiamo ancora la
figura del grande attore che prima del 1871 era anche un grande patriota, rivoluzionario. Il primo
grande attore italiano è Gustavo Modena. Non era solo un attore ma anche un grande patriota ( è
andato in galera per le sue idee politiche. Aveva un impegno sociale e molare, cercò pure lui di
rompere le barriere nel teatro. vide nell’arte drammatica, un posto per promuovere libertà e
indipendenza quindi vede una funzione educativa nell’arte e nel teatro. ad un certo punto lascia il
teatro. Morì prima dell’unità d’Italia. Attore he lancia dei semi. I suoi allivevi furono Tommaso
Salvini, figlio di un professore di lettere di livorno. Quando a Livorno arriva una compagnia di teatro
lui si innamora di un’attrice e inizia a fare l’attore. Il padre di Salvini arrivò a fare il primo attore
quindi Salvini era un figlio d’arte. Presto divenne un personaggio importantissimo, combattè
accanto a Garibaldi, portò l’arte italiana in giro per il mondo. Entrò in una disputa tra Irving e
Coglein (quello che interpretò per la prima volta Cyrano de Bargerach.) lui entrava 4 ore prima
dell’inizio del teatro, lentamente entrava nel personaggio, questo Stanisvlaski la chiamerà la toilette
dell’anima. Cercò di mettere su un teatro stabile ma era troppo presto, il primo a farlo sarà Giorgio
Streler. Un altro alliveo di Gustavo Modena è stato Ernesto Rossi. Aveva un temperamento molto
forte, predilizione per shakespere. Anche lui colpì molto Staniswalsky per il suo stdio del
personaggio, anche lui patriota e girò tutto il mondo. Esportavano il made in italy. Prima grande
attrice Italiana Adelaide Ristori. Recitava in 4 lingue, girò tutto il mondo. Sposò il marchese del grillo,
diventando ricca comprava i costumi per tutta la compagnia. Eleonora Duse, portava in scena la crisi
di un mondo che stava scomparendo, più moderna di tutti gli altri. Si faceva vestire da Mariano
Fortuni (cupola Fortuni) ipotizza un tipo di teatro mai realizzato “il teatro delle Feste”. Dal punto di
vista della moda lui inventò il plissetato. Personalità importantissima ma poco
considerata in Italia.

LEZIONE 11, 06 aprile

 Donald Wolfit grandissimo attore di teatro inglese del ‘900, ultimo grande
capocomico. Famosissima fu la sua interpretazione di Re Lear. Questo grande attore
aveva nella sua compagnia Ronald Hardwood, ha iniziato come attore Poi iniziò a
scrivere per il teatro ed è diventato un’importante sceneggiatore e autore teatrale.
Scrive anche un testo teatrale: “Il servo di scena” che avrà un successo travolgente verrà
naturalmente messo in scena Inghilterra poi andrà in America. L’attore interprete di uno dei due
personaggi Sir Ronald e il servo di scena era Tom Courtenay e lo è stato anche nel film. Il testo
teatrale diventò un film con Tom Courtenay sempre nel ruolo del servo di scena e Albert Finney nel
ruolo del grande attore. il film fu candidato all’oscar Ronald come sceneggiatore e entrambi gli attori
come attori protagonisti ma non vinsero e Ronald vinse l’oscar come sceneggiatore per il pianista di
Roman Polanski. La sceneggiatura è scritta da Ronald Hardwood.
 Walter Benjamin: Grande intellettuale, critico, linguista e filosofo tedesco ebreo. Ha scritto
- L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica: Lui scrive questo saggio dove ci dice
qualcosa sull’opera d’arte e sulla sua riproducibilità l’opera d’arte ha quella che lui chiama Aurea:
l’originalità e la singolarità, il pregresso che c'è nella storia dell’opera d’arte; tutto questo forma
l’aurea che ce l'ha solo l'opera d'arte in presenza. Anche quella cosa di toccare l'opera d'arte
trasmette quella che chiama aurea. Lui parla non di valore culturale ma si parla di valore cultuale
cioè di culto. Da un altro punto di vista, la riproducibilità, perde naturalmente l’aurea ma aumenta
la democraticità della diffusione dell'opera. Non è la stessa cosa ma c'è una certa democraticità.
Anche il cinema, una nuova arte che nasceva in quel periodo, non ha l’aurea. Quando lo vediamo
proiettato noi vediamo una copia identica a tantissime altre.
 alcune fotografie hanno l’aurea: la foto di una persona cara che hai perduto perché quella foto non
è soltanto la foto ma è qualcosa che è stato importante per te, come al tempo le foto delle fidanzate
che soldati si portavano in guerra. Non c’è soltanto l’emozione quella di cui ci parla Benjamin non
è soltanto le emozioni che ti trasmette alla fotografia ma le emozioni che ci trasmette sia la
fotografia, sia la cosa che c'è impressa e tutta la storia della cosa che c'è impressa che ha
condizionato anche la tua vita.
 Spiega che c’è una differenza tra l’attore di teatro e l’attore cinematografico. L’attore
cinematografico, soprattutto prendendo spunto da cose che aveva scritto Pirandello in I quaderni di
Serafino Gubbio operatore si gira e dice che nel cinema c’è un’ apparecchiatura e l’attore non
recita davanti al pubblico ma davanti a un’ apparecchiatura e l'attore è concretamente una sua
proiezione è un'ombra sullo schermo mentre l'attore è di fronte a te in carne ed ossa, respira
insieme a te.
 Da un certo punto di vista Benjamin in ci dice che l'originalità dell'opera d'arte non è riproducibile,
dall'altro punto di vista ci dice che la sua riproduzione però ha una base di diffusione tale che
almeno qualche opera d'arte può arrivare anche a qualcuno che non l'avrebbe mai vista nella sua
vita. Il cinema poi ci racconta Benjamin viene utilizzato politicamente per esempio dalle grandi
dittature e diventa un'arma di promozione incredibile, quindi l'arte viene utilizzata come megafono
della propria posizione politica. Il fascismo da un’estetizzazione della politica attraverso il cinema,
attraverso la promozione. Con il comunismo avremo la politicizzazione dell’arte. La differenza è
questa: il fascismo utilizza un'espressione artistica soprattutto il cinema, soprattutto alla
promozione dei documentari d’accordo allora Benjamin dice che per il fascismo c’è
un’estetizzazione della politica, attraverso il cinema attraverso queste forme d’arte che promuovono
la politica del fascismo c’è un estetizzazione della politica cioè viene utilizzata l'arte per diffondere
la politica nazista, il comunismo invece ha politicizzato l'arte.

LEZIONE 12,
REGIA IN ITALIA
Nel 1933 quando uscì per la prima volta la parola regia sul vocabolario per opera del linguista Bruno
Migliorini, ci fu anche il grande festival Il Maggio musicale fiorentino al quale vennero invitati due registi
stranieri: Jacques Copeau, che fondò il teatro di Vieux Colomber (aveva una scena di fondale obbligata che
ora è un po’ diverso) è stato anche un insegnante e teorico del teatro, Louis Jouvet era uno degli attori e
sarà maestro di Strehler, un teatro povero che non aveva quasi nulla, un teatro minimalista con pochi
oggetti in scena, mentre l’altro regista, tedesco, Max Reinhardt era la vertigine della costruzione.
Luchino Visconti
Grande regista teatro primo dopo guerra insieme a
Giorgio Strehler e Orazio Costa Giovangilli.
Luchino visconti è stato un grande regista di prosa e
lirica ma anche di cinema (Strehler no). Ha attraversato
3 settori importati. Era un nobile di Milano. Prima
farmacia erba a Brera era della madre di Visconti. La
sua famiglia era industriale farmaceutica.
 Visione di Ludwing di Visconti fa parte della
trilogia tedesca di visconti 1969 caduta degli
dei, 71 morte a venezia e 73 con Ludwing.
Guardiamo il film per Wagner ma anche per
Visconti perché è un tipo di film che non lo
fanno più troppo costoso, troppo realistico. (l’ultimo è l’età dell’innocenza di Scorsese).
-Girato con 3 cineprese, tutto ricostruito. Il mantello di Ludwig ricostruito a rilievo con foglie d’oro.
Questo tipo di manualità non esiste più (Piero Tosi era il costumista). Visconti aveva la mania
dell’originale (nel gattopardo l’interno degli armadi non si vedono quasi mai e lui volva che la
biancheria fosse originale) Tutto doveva essere originale dell’epoca.
-Poco dopo la fine delle riprese per il film lui fu colpito da ictus e fa il montaggio malato. Gli esterni
sono girati tutti intorno ai castelli della Baviera. Mette in scena la fine di un mondo, il mondo di
Visconti. Racconta la fine di quel mondo a cui ormai non appartiene più, che ama ma ormai è finito.
Il mondo della nobiltà, della grande qualità.
-Racconta lo sbriciolamento, la malinconia, una malattia psicosomatica. attraverso il personaggio
di Ludwig: all’inizio con l’incoronazione è bello, pulito raffinato durante il film marcisce
lentamente nel corpo e nel viso. Non c’è niente di finto, di computerizzato. Quando debuttò non
debutto nella versione integrale, vengono tolte le parte dell’omosessualità. La pellicola originale fu
messa all’asta e fu comprata dalla troupe (sceneggiatrice, scenografi ecc.) che ci aveva lavorato,
l’hanno restaurata 4 ore di film fatta come avrebbe voluto visconti. Ludwig odierà il tempo in cui
vive, vedrà la pochezza della qualità che c’è. Non reagirà da un punto di vista politico-economico ma
estetico. Anche se si ammala non fa discorsi da pazzo. Visconti segue la linea di Antoine, la dove
posso lavorare con cose autentiche vogliono quelle. Visconti è ad un altro livello. Nel film si vede
la figura di Wagner come è veramente, un opportunista.
Siamo di fronte a un film che è troppo realistico, ormai se n’è perso lo stampo, l’ultimo forse simili è
l’età dell’innocenza di Scorsese ma non esiste il rapporto. Si spesero un sacco di soldi per questo
film ma se noi guardiamo costumi e scena sono tutti ricostruiti, tranne alcuni, a cinecittà. Mette in
scena la fine di un mondo che è il mondo di Visconti. Racconta la fine di quel mondo a cui lui non
appartiene più ma a cui apparteneva, che ormai è finito (quello della nobiltà).

 Nel 1945 mette insieme una compagnia importantissima, quando Roma era liberata ma non ancora
tutta l’Italia, mise in scena Parenti terribili di Jean Cocteau, e fu una rivelazione insieme allo
scandalo, per la prima volta un letto in scena disfatto, l’attrice struccata e c’era una storia d’amore
tra la madre e il figlio e il padre e la fidanzata del figlio e all’inizio
questi attori resistettero a Visconti, poi capirono che aveva le idee
chiare.
 La locandiera di Goldoni, Visconti nascose tutto il Goldoni che si era
vsito prima, ma con costumi semplici chiesti al pittore Giorgio
Morandi che rispose Picche, e se ne occupò Piero Tosi e Visconti lo
mandò da Morandi. Tutti colori morandiani, colori pastello, l’ultima
scena di svolgeva in una lvanderia, come fondale la città sagomata.
Mirandolina non era più una ragazzina ma una donna che sapeva
quello che voleva.
 La caduta degli dei 1969 Coco Chanel lo influenza e gli presenta persone importanti.
 Ossessione, 1943 Storia di una dark lady popolana che coinvolge un giovane vagabondo in un
delitto architettato per riscuotere un premio di assicurazione. Ossessione è il manifesto di quella
che sarà la forza segreta del neorealismo, l’ibridazione tra una cultura profonda del Novecento
figurativo, letterario cinematografico e la radicata volontà di scoprire con disincanto e violenza le
immagini proposte da un paese che il cinema aveva ignorato. Lui tenta di calare questa storia
tipicamente americana in una realtà italiana di Ferrara e i dintorni, grandi autostrade e trattorie, si
avvicinava al mito di una cultura americana come in quegli anni era immaginata.
 In Italia in quegli anni c’era la guerra, un clima trionfalistico, si facevano film di propaganda, si
parlava di eroismo, di battaglie e di morte, la cronaca nera era ignorata. - Capivo che era un film
controcorrente, ma il personaggio era vero e crudo. Molto faticoso ma il paesaggio è un’immagine
moto chiara, rimasta uguale. Nel 1944 Visconti partecipa alla resistenza, appena la linea del fronte
si sposta verso il nord Luchino partecipa ad un documentario Giorni di Gloria e poi riversa tutta la
sua energia innovatrice nel teatro. Con Adamo, di Marchel Achard (1945)propone il tema
dell’omosessualità. Anche nel popolo della sinistra, il popolo, la gente che lui amava e portava sullo
schermo, i conformisti allora erano molto forti. Nel giugno del ’46 quando c’era il referendum tra
monarchia e repubblica io mi trovai insieme a Visconti e De Sanctis.
 La terra trema (1948) girò un documentario da girare in Sicilia in vista delle elezioni del 1948 si
trasforma a poco a poco al progetto in una trilogia sui braccianti della terra e del mare, e sui
minatori. Il suo impegno finanziario permise la realizzazione del primo episodio dedicato ai
pescatori e ispirato ai Malavoglia di Verga. Racconta la storia dei pescatori poveri contro i grossisti,
la sconfitta di ‘Ntoni e della sua famiglia. Forte passione civile di Visconti e nuove modalità narrative
e formali. I riflessi della sconfitta sua famiglia e il pericolo della sua disgregazione anticipano la
struttura di tanti altri film di Visconti. Dopo l’indigenza patita con la Terra Trema Visconti
assecondato da Dalì reagisce con lo sfarzo di Rosalinda. Nel ‘49 Visconti mette in scena Un tram che
si chiama Desiderio, testo ricco di fermenti e di una carica di aggressività ed erotismo. SENSO (1954)
1866 l’ano di uno scontro che dovrebbe essere finale con l’impero Austro Ungarico che tanto a
lungo ha dominato nell’Italia del Nord. Senso propone un risorgimento senza retorica e in questo
tipo di sguardo sulla storia e non solo sul presente che è visibile i legami con i grandi imperativi etici
del neorealismo. Rottura quindi con il decennio precedente come fu sempre detto ma anche
profonda continuità difatti il film susciterà polemiche analoghe a quelle del periodo neorealista. In
questo film non ci sono ne vincitori ne vinti, infatti, l’esercito italiano mal collegato alle forze
volontarie è sconfitto e raggiungerà un traguardo parziale soltanto attraverso le alchimie politiche
dell’Europa di allora. L’Austria vince una battaglia ma perde la guerra. “il nostro mondo finirà”. Senso
fu girato con le esperienze teatrali.
 Il Gattopardo (1963) è una nuova occasione per smitizzare una certa visione del Risorgimento. Nella
cornice delle entusiasmanti vittorie garibaldine, il tranquillo cinismo del protagonista sembra
preannunciare il tratto fondamentale del secolo che seguirà, un secolo in cui i compromessi
finiranno sempre per riassorbire ogni spinta di vera e profonda riforma morale e civile e in cui le
passioni dei giovani saranno deboli increspature su un mare in bonaccia. Piero Tosi costumista e
scenografo vicino a Visconti.
 La caduta degli dei (1969) Le stragi tra nazisti e la collusione* dell’alta borghesia tedesca col
nazismo sono raccontate attraverso la storia di una famiglia, ancora una famiglia al centro del fil
questa volta lacerata da passioni politiche e al suo interno tra odio e amore tra un figlio e madre che
combinerà nell’incesto. Il gusto per la rappresentazione di certi rituali, pranzi, concerti, le riunioni
familiari il gusto per la decorazione, hanno fatto parlare di Visconti come autore decadente, a me
pare che l’autore immergendo per esempio nella Caduta degli dei le sue rappresentazioni nella luce
livida e deformata della stagione nazista ci induca invece a prendere le distanze da quei personaggi
e da quegli ambienti e più tardi con Ludwig Visconti si propone piuttosto non come decadente ma
come un narratore della decadenza. Le tematiche della solitudine e dell’infelicità individuale fanno
parte della cultura del Novecento, dove non ha esercitato influenza solo Marx ma anche Freud e
dove non ci sono solo Brecht e Mann ma anche Kafka e Proust. Dopo morte a Venezia spera di
realizzare un film su Proust ma alla fine fa Ludwig. Eterna lotta della libertà creativa contro le regole
e i dogmi.
Giorgio Strehler

 Solo teatro di prosa e lirica. Nasce come attore e poi inizia come
regista.capisce che il teatro è un servizio pubblico, non di elitè, il
teatro parla della gente alla gente, noi abbiamo bisogno di un teatro
pubblico in Italia.
 nel 1947 nasce il Piccolo Teatro di Milano con la Provincia ed il
Comune, poi diventa il primo vero teatro stabile italiano, è al servizio
del pubblico e di tutte le classi sociali. Deve aiutare il pubblico a
crescere. Bergmann “quel piccolo mondo lì ci illumina sul grande
mondo là fuori”. Di cui Paolo Grassi motore organizzativo e culturale. Il Piccolo è diventato il
teatro più importante in Italia. Il teatro di Brecht incideva nella realtà e diventò il punto di
riferimento per tutta l’Europa del teatro di Brecht. Brecht lasciò scritto che i diritti per le opere di
Brecht in Europa erano del piccolo teatro di Milano. Strehler nasce come grande regista con la
nascita del Piccolo teatro. Galileo di Brecht, spettacolo epocale, interviene la chiesa per bloccarlo.
(1962-63) Scena precisa e geometrica con qualche elemento davanti. Scena di Damiani, teatro
Grassi, travi con falsa prospettiva. Sineddoche, una parte per il tutto. Questo spettacolo fu un passo
in avanti.

TOMMASO SALVINI
 figlio di un docente di lettere di livorno che fece anche l’attore, dunque salvini divenne un figlio
d’arte sulla recitazione, combattà dalla parte di Garibaldi, ebbe un encomio da garibaldi stesso
-fu imprigionato per motivi politici
-entrò in una disputa tra Irving e Coclain → interprete per la prima volta Cirano’ di Bergerac
-questione d’arte drammatica prendendo in opposizione a coclain su un dipattito tra irving e coclain,
-irving .> l’attore deve rappresentare freddamente i sentimenti
Diderot. l’attore che ha un’estrema sensibilità è un pessimo attore, l’attore che ha una sensibilità modesta è
un modesto attore, ma un attore senza sensibilitè che diventa divino. (il paradosso dell’attore)
-Salvini. Mentre recito vivo una doppia vita piangendo e ridendo da un lato, le mie lacrime e il mio sorriso
che si possano colpire direttamente le persone al cuore così che io possa parlare.
ERNESTO ROSSI – SEMPRE ALLIEVO DI GUSTAVO MODENA COME TOMMASO SALVINI

La prima grande attrice italiana era Adelaide Ristori. Figlia di artisti anche lei. Quest’attrice che recitava in
quattro lingue, italiano, inglese, francese e spagnolo, girò tutto il mondo. Ma un certo punto ebbe la
fortuna di sposare il marchese del grillo, ebbe quattro figli e diventò ricchi. Pr la sua compagnia acquistava
lei i costumi. Aveva un suo vagone privato. Questa donna ebbe anche non solo l’astuzia di coinvolgere il
marito nella sua compagnia, che divenne abilissimo amministratore e uomo di marketing. Però a un certo
punto a 60 anni il marito muore, si ritira dalle scene e si occupa dei bisognosi. Ebbe successo in Francia
molto più della Bernard, era un’attrice non bellissima ma intelligentissima. Fu lei che per la prima volta vide
sul palcoscenico Eleonora Duse.
Cavour andò dalla Ristori di aiutare la nostra patria, all’estero (capite la grandezza degli attori a quel
tempo.)

Eleonora Duse era bellissima. Si mise in luce al teatro romano di Verona, da giovanissima con
l’interpretazione di Giulietta. Donna colta, marito Enrico Boito, importante per la sua crescita artistica.
D’Annunzio sfruttò la Duse e poi la liquidò scrivendo il “fuoco”. Sua figlia, unica Enrichetta. Copertina di
Time, il primo artista italiano ad averla. Marylin Monroe a casa sua aveva l’immagine della Duse. Ci rimane
un film muto della Duse. Dove si vede come lei si muove in maniera completamente diverso dagli altri
attori.
L Duse si faceva confezionare gli abiti da Mariano Fortuny. Negli anni 90’ smette di recitare, ma dato che i
suoi creditori cominciavano a lamentarsi riprende a recitare. Lo fa nel 23’ con una tournée in America che
avrà un successo travolgente. Probabilmente l’attrice più famosa. Donna che contrariamente agli altri
portava in scena la crisi di un mondo che stava finendo. Il dolore di questo mondo che stava scomparendo,
estremamente più moderna di tutti gli altri.

MARIANO FORTUNY era un pittore, scenografo, tessitore, e anche uomo di


teatro nel suo insieme. L‘azienda esiste ancora, lui l’ha venduta ma esiste
ancora con il nome di fortuny.
 Inventa la CUPOLA FORTUNY, perché vuole non una luce che parte
dai proiettori, ma vuole trovare una luce diffusa che illumina tutto il
palcoscenico. La cupola viene illuminata da un proiettore in proscenio
e la luce si espande in questa cupola che di riflesso la manda in
palcoscenico. Poi ipotizza questo teatro, mai realizzato, solo
ipotizzato, abbiamo il modellino. Questi proiettori che avevano una
doppia possibilità. Cupola. Il teatro delle feste, teatro ideale ideato
nel 1912 da mariano Fortuny, in collaborazione con Gabriele
d’Annunzio, concretizzazione della sua idea di teatro di massa.
Modello costituito da due sezioni semiellittiche realizzate in gesso e
poggianti su una base in legno. Da un lato la scena, da un alto la cavea la platea e l’orchestra,
coperti da un telaio che avrebbe dovuto proteggere gli spettatori dai raggi del sole e dalla pioggia,
oltre che migliorare l’acustica. Sotto questa copertura in seta se ne distende un’altra ad anello
limitata alla struttura esterna. Presenta similitudine con gli impianti teatrali di concezione romana,
anche nella struttura esterna. Struttura esterna caratterizzata da un alto muro bugnato. Sistema di
illuminazione naturale e artificiale. Osservando la parte superiore al boccascena. Il teatro delle feste
fu progettato con un sistema di illuminazione naturale e artificiale e con un meccanismo
illuminotecnico basato sulla possibilità di realizzare diverse sfumature cromatiche di diversa
intensità, in grado quindi di restituire qualsiasi tipo di particolarità atmosferica. È ipotizzabile che
Fortuny volesse applicare anche qui dispositivi a luce riflessa indiretta, da lui brevettati all’inizio del
900, riaffermando così pur nella complessità dell’azione scenica, la continuità ideale dello spazio per
mezzo della luce. Purtroppo il progetto del ettaro delle feste non giunse mai a compimento. Fortuny
ne ripropose la costruzione nel 1929 in Spagna, senza successo. È stato anche un grande fotografo.
C’è da aggiungere che dal punto di vista della moda lui inventò il PLISSETTATO. Abiti della Duse
indossati anche da Carla Fracci .

Lezione 13, 05 2021


WILLIAM SHAKESPEARE
La stampa nasce nel ‘400. Nel 1564 nasce W. Shakespeare. Un quadro di John Taylor
fatto circa nel 1610 quando William Shakespeare era ancora in vita (muore nel
1613). Un'altra immagine verosimile potrebbe essere questa perché è nel first folio
dove ci sono per la prima volta nel 1623 quasi tutte le opere di William Shakespeare
e in testa c'è accanto alla all'esergo di Ben Johnson c’è questa immagine questa
incisione di lui che peraltro non è molto dissimile a quella di prima. C'è una terza il
monumento che si trova sulla tomba di William Shakespeare alla Holy Trinity Church

Ci sono due correnti: 


- la corrente Stratfordiana crede che William Shakespeare sia quello delle
prime tre immagini.
- la corrente Oxfordiana, compreso il professor Wells, Derek Jacobi e Mark Rylance due dei più
grandi attori Shakespeariani viventi, sostengono invece che William Shakespeare sia stato il
diciassettesimo Conte di Oxford Edward De Ver.
 Nasce a Stratford, figlio di un guantaio, si sposa con Hanne Hateway, c’è un periodo in cui non si
capisce dove sia. Di S. abbiamo 6 firme diverse fra di loro e un “by me”.
 Abbiamo pochissime notizie della sua vita.
 Troviamo che lui a circa 21 anni è a Londra, inizia a lavorare a teatro come quello che gestiva i
cavalli per le persone che venivano a teatro. Si fa strada e inizia a recitare, poi a scrivere.
 Si organizzano una compagnia in Lord Chamberlan’s men. Diventano poi i Kings Men, che era la
preferita di Elisabetta I.
 I teatri erano fuori dalla città gli attori dovevano essere protetti da un nobile, potevano esercitare la
professione.
 Londra a fine 500 era il centro del mondo. aveva 200mila abitanti, era urbanizzata. Vediamo
quanto Londra era importante. Shakespeare arriva a Londra in questo periodo, arriva quando regna
Elisabetta I, per lei il teatro è importantissimo. In questa situazione favorevole arriva S. Inizia a
scrivere dei testi che diventano di una popolarità immensa, perché prima del teatro elisabettiano
avevamo i racconti religiosi coi carri CIRCOLARI esagonali o ottagonali, i ballatoi delle locande dove
cerano le stanze delle puttane, si chiamavano Mystery place. Quando diventa il teatro elisabettiano
c’è il teatro che è all’aperto, l’ultimo teatro all’aperto è il teatro shakespeariano.
 Testi famosissimi perché: temi e personaggi comuni, si potevano trovare servi, re, prete, soldato,
eroe…tutte le classi sociali venivano rappresentate.
 Il teatro shakespeariano era con un palco che entra in un’orchestra, che sarebbe la platea dove
andava il popolo, i palchetti si pagavano di piu e ci andavano i piu abbienti. Nei palchi di proscenio
(front stage) ci andavano i nobili perché per loro significava promuovere a loro immagine, solo per
farsi vedere si agghindavano. Poi il fondale costruito. Sul timpano quello che suona la tromba da
inizio allo spettacolo. E’ stato costruito come si faceva a quel tempo, a 200 metri da dove era il vero
globe perché non potevano buttare giu un condominio.
 I copioni venivano scritti e venivano venduti alle compagnie allora William Shakespeare non ha
pubblicato mai nulla nella sua vita, se tu pubblicavi potevi essere copiato non vi erano i diritti
d’autore e il copione una volta scritto non rimaneva l'autore ma era della compagnia che poteva
fare quello che voleva. Perché di William Shakespeare (a quel tempo a Londra c’erano 5 - 7 teatri e
venivano messi in scena una marea di testi) ci rimane probabilmente tutta l'opera? perché William
Shakespeare ha sempre lavorato con la stessa compagnia e poi perché nel 1623 due autori ** , due
attori modesti della sua compagnia per fargli onore messo insieme i testi di WS e li hanno fatti
pubblicare. Aneddoto del mezzadro scozzese, due attori che nessuno avrebbe mai ricordato fanno
una cosa per la letteratura mondiale di tutti i tempi gigantesca, mettono insieme le opere del più
grande autore drammatico di tutti i tempi e le pubblicano. Questo first folio e nel 1600 viene
pubblicato quattro volte. Ne esistono all’incirca 300 copie in tutto e anche fallate, la Folger
Shakespeare Library che è americana perché Folger era un industriale e aveva la passione per
William Shakespeare agli inizi del ‘900 ha iniziato a raccogliere tutto quello che si trovava al mondo
su William Shakespeare.
 il filologo che analizza. Tradizionalmente il folio è un foglio 50 per 70 cm l’in-folio è un foglio 50 per
70/2 35, L’ inquarto è più piccolo. Qui noi vediamo un Bad Quarto 1603 perché questa copia era
datata 1603 da qualcuno, non era pubblicata perché è una copia, ed è scritta malissimo con tanti
errori. Il Good Quarto che era del 1604-1605 è stato molto più tardi ma si è visto che era datato
1604-1605, quindi quello che noi leggiamo oggi è un’edizione critica di quel testo che si basa su una
di queste versioni.
 Shakespeare usa prosa alternativa a poesia, poesia soprattutto nei monologhi. Il verso che usa è
l’endecasillabo (è un verso la cui decima sillaba è accentata, può essere endecasillabo,
dodecasillabo ..)Pentametro giambico è un decasillabo libero. Fa tata tata tata tata tata.
 S. era una persona sola perché le particolarità della scrittura sono tipiche di quel personaggio.
Quelle opere sono scritte da un'unica mano, un genio. C’è un’altra curiosità: poco dopo l’avvento di
Giacomo I, i puritani si fanno strada e nel 1640 chiudono tutti i teatri. Per più di 100 anni nessuno
chiede piu di Shakespeare. Nella seconda metà del 700 Samuel Johnson, il padre del primo
dizionario inglese, pubblica la prima edizione critica delle opere di S dicendoci che è il poeta della
natura umana. David Gerrick lo porta in scena, E. Malone lo pubblica, l’importanza di Shakespeare
da li riprende la salita.
S. non gli importava di essere ricordato. Non pubblica mai nulla in vita. A 4 anni dalla morte torna a
Stratford e rimane li. Se pubblicavi potevi essere copiato non c’erano i diritti di autore. Poi se
pubblica vi il testo era della compagnia non dell’autore. Ha sempre lavorato con la stessa
compagnia, nel 1623 due attori modesti della compagnia di S. per fare onore a s hanno messo
insieme la maggior parte dei testi e li hanno fatti pubblicare. Viene pubblicato 4 volte questo first
folio . Mai rinvenuto in italia, mai pubblicato in italia. Ne esistono 300 copie in tutto. La Folger
Shakespeare Library, libreria americana, ha la maggior parte di copie. Quando noi leggiamo un
testo di S. non è detto che sia tutta farina del First Folio. Bad quarto è una copia che circolava, good
quarto copia trovata molto dopo.

Visione film Anonymous Il film si basa sulla controversia dell'attribuzione delle opere di Shakespeare,
secondo la quale le opere del drammaturgo sarebbero in realtà state scritte da un aristocratico
elisabettiano, Edward de Vere, diciassettesimo conte di Oxford. Il film parla della vita di Edward de Vere
dalla sua infanzia fino alla vecchiaia, vista attraverso gli occhi del poeta Ben Jonson e attraverso
vari flashback.

Lezione 14, 15,16 15 maggio


Lettura Giulio Cesare
 Il Giulio Cesare fa parte dei drammi storici. E’ il primo lavoro di Shakespeare che da vita alla serie dei
capolavori come Machbeth ecc.
 Shakespeare lo ha scritto 1599-1600 Elisabetta I muore nel 1603, abbiamo visto anche in
Anonymous che a 4 anni dalla sua morte c’erano delle cospirazioni, gente che si univa per farla
fuori, in qualche modo il personaggio di Cesare è un po’ Elisabetta I. Shakespeare mette in bocca a
Marco Antonio l’orazione funebre che da il viatico a Cesare per essere ricordato per l’eternità. Bruto
non è il personaggio più accattivante, che è invece la figura di Marco Antonio, ma è il più
complesso. Il personaggio prototipo di Amleto, Lear, Macbeth.
 Shakespeare primo autore della storia a fare l’autopsia della mente e dell’anima umana. Non
ancora complessa ma c’è in luce tutto questo.
 Bruto non da sfogo alle passioni, personaggio monolitico ma personaggio completo. Bruto crede di
decidere per conto suo da uomo libero ma è già stato ingravidato da Cassio, è lui che ha instillato il
veleno. Quando prende la decisione di uccidere Cesare, ha preso l decisione anche di uccidersi “chi
ha ucciso si ucciderà” Agostino Lombardo dice che non ci sono eroi ma uomini. Come nell’antica
Grecia, anche con Shakespeare le grandi colpe prima o poi si pagano. Da Ottaviano a Roma siamo a
Sardi. Non c’è unità di tempo e spazio il personaggio più importante e complesso è bruto, che è un
anticipazione di quello che sarà poi Amleto.
 I temi principali dell’opera sono quelli del tradimento e della cospirazione, che ci danno
un’immagine dell’umana fragilità e mutevolezza, ed infine della vendetta. Nell’opera troviamo tre
personaggi di spicco: Giulio Cesare (il console), Ottaviano e Antonio, mentre tra i personaggi
secondari spiccano Bruto (figlio adottivo di Cesare), Cassio (amico di Bruto) e Calpurnia (moglie di
Cesare). Significativo è il tradimento del figlio adottivo di Cesare.
 L’aspetto storico passa in secondo piano e in primo piano l’animo umano.
 Dal punto di vista psicologico non esistono eroi in questo testo. I politici, sono piacevolmente
spregevoli.
 Dal punto di vista morale non si risparmia nessuno.
 Il testo dal punto di vista scenografia si svolge in 3 luoghi: Roma (interni esterni, strade, casa di
cesare, casa di Bruto, campidoglio), Sardi (cittadina della Turchia, Filippi (dove si scontrano i
difensori di Cesare capitanati da Marcantonio, con chi lo ha ucciso Bruto, Cassio).
 Che cos’è la democrazia? La nostra è una democrazia delegata. Cesare è una persona illuminata che
se però diventasse il tiranno di Roma non ce ne sarebbe per nessuno. Bruto che ama cesare ma ama
Roma di più decide di farlo fuori.
 Il linguaggio di Shakespeare, vediamo con il ciabattino che belle parole usa (chirurgo di scarpe vec
chie, quando sono in pericolo le metto in salvo. Sono l’anima della scarpa).

TRAMA
La vicenda si apre con la descrizione della vita del console Giulio Cesare che trascorre le sue giornate in
maniera del tutto tranquilla senza particolari intoppi ignorando quello che porterà le idi di marzo.
Preoccupati dal potere crescente di Cesare, Bruto si lascia convincere ad entrare in una congiura, ordita da
alcuni senatori romani tra cui Cassio (amico di Bruto), per impedire che il console trasformi la Repubblica
Romana in una monarchia. A loro si uniscono altri cinque cospiratori tra cui anche Casca, Trebonio, Ligario,
Decio Bruto, Metello Cimbro e Cinna.
Cesare, ritornato a Roma dopo la campagna d’Egitto, incontra perfino un indovino che lo avverte del
pericolo imminente proprio durante le idi di marzo. Non servono a nulla nemmeno le premonizioni avute
dalla moglie di Cesare, Calpurnia, che tenta di trattenere l’uomo dicendogli di rimanere a casa. Decio però
lo convince a recarsi in Senato e Cesare decide di accettare l’invito in occasione della festa dei Lupercali; ma
viene assassinato durante la riunione per mano dei congiurati che lo circondano e lo pugnalano. Dopo la
morte di Cesare arriva il console Marco Antonio (uno dei principali esponenti del partito cesariano) che si
prodiga per organizzare i funerali del console ed esprimere l’elogio funebre in suo onore.
Bruto si giustifica dell’uccisione del padre affermando che voleva evitare un’eventuale tirannia, ma subito
dopo parla Marco Antonio, che dopo un’attenta lettura del testamento di Cesare, scuote i romani contro i
congiurati infiammando gli animi. Dopo la morte di Cesare, tra Bruto e Cassio i rapporti diventano piuttosto
tesi: Bruto accusa Cassio di regicidio in cambio di denaro. In seguito però, i due si riconciliano e si preparano
alla guerra contro Marco Antonio e Ottaviano (pronipote e figlio adottivo di Cesare). La scena più
significativa è quella sicuramente in cui appare agli occhi di Bruto lo spettro di Giulio Cesare che gli annuncia
la sua prossima sconfitta (“Ci rivedremo” a Filippi). La scena si sposta a Filippi. Durante lo scontro, Bruto
vince sugli uomini di Ottaviano ma Antonio ha la meglio su Cassio che, piuttosto che essere fatto prigioniero,
si suicida. Poco dopo, anche Bruto subirà la stessa sorte, suicidandosi con la propria spada piuttosto che
cadere in mano al nemico. Cesare è stato vendicato. Poco dopo, è lo stesso Marco Antonio a rendere a
Bruto e ai suoi cospiratori l’onore delle armi e a pronunciarne l’elogio funebre.
L’opera continua, facendo un breve accenno alla futura frattura dei rapporti tra Marco Antonio e Ottaviano,
che verrà narrata dettagliatamente nella tragedia di Antonio e Cleopatra. Nell’ultima parte, invece, si narra
dell’ascesa al potere di Ottaviano e viene rimarcata la sconfitta di Marco Antonio durante la battaglia di Azio
nel 31 a.C.

 Giulio Cesare 1953 bw Prima versione cinematografica del


Giulio Cesare (1953), regia di Joseph Leo Mankiewicz. Il film ha
vinto l’oscar per la scenografia. Marlon Brando fa Marco
Antonio. Edizione storica della vicenda. Film americano,
versione più ricordata. Osservazioni: Da otto anni è finita la
guerra. Linguaggio poetico, aulico. Ci sono dei pezzi tagliati
come ad esempio il prologo della battaglia, dove dicono che
sarebbe meglio parlarne prima di combattere. Costumi
bellissimi. La schiera di cavalli era tutta vera, il corteo, la
cavalleria, i tamburi. Scenografia essenziale. Nel testo non è
cieco l’indovino. Bruto prende il pugnale come se volesse uccidere l’ombra dello spettro, mentre nel
testo reagisce va bene, ci vediamo, il cerchio si deve chiudere. La statua di Cesare serve per la scena
a Cassio, aumenta l’ambizione di Cesare, il personaggio di Cesare mi convince meno perché lo farei
molto più umano e semplice, non così. Agostino Lombardo ci dice che in questo testo non c’è
nessun eroe, solo uomini. E il protagonista è Bruto, il più nobile e onesto: “Questo fu un uomo”. Il
primo vero personaggio Shakespeariano complesso. La musica o il suono manca molto spesso, le
coltellate che si danno sono senza musica e sembrano finte. Piove fuoco ma non spaventa, fanno un
semplice temporale. Il prof farebbe durare la pioggia di fuoco fino all’uccisione di Cesare.

 23 pugnali per Cesare Il personaggio di Bruto è il cuore e il


centro del testo. Venivano chiarite tante problematiche
relative al personaggio. Intervista sul personaggio di Bruto: Era
necessario uccidere Giulio Cesare, giustizia, virtù e onore.
Cesare mi amava e so cosa insinua la gente, forse sono figlio di Cesare. Mi ha scelto come candidato
alla sua successione. È in nome del popolo che lo abbiamo ucciso, non temiamo perché abbiamo
agito nel giusto. Il popolo non può non approvare la mia condotta, ho anteposto il bene del popolo
al mio. Quando ci ha riconosciuto si è coperto con un mantello. Cesare era ambizioso. Antonio è un
oratore insinuante, il suo talento si è perfezionato in Grecia, forse aveva ragione Cassio. Abbiamo
ucciso il tiranno in quanto al futuro è in mano degli dei e del popolo romano. “voi parlate del
popolo come un’entità astratta, perciò la immaginate perfetta, ma il popolo romano sono questi
stessi cialtroni che dopo aver approvato Bruto adesso stanno proclamando Antonio.” Morte al
dittatore ma lunga vita al generale. Io credo nella giustizia del popolo. Tutto per niente sarebbe
stato meglio dare ascolto al mio cuore, preso arriverà un altro dittatore, forse avevate ragione voi,
uccidere Cesare non è servito niente è il popolo romano che va distrutto.
 Complessità del personaggio, è il primo grande personaggio di Shakespeare, il testo non è più il
racconto di una storia sociale e amorosa, ma la narrazione di un‘anima, una mente, di più cuori
umani. Si vede che la storia è incentrata sul personaggio di Bruto, la sua crisi e la sua fatica
nell’affrontare la scelta fatta.
 Osservazioni: Traduzione ancora un po’ aulica, ma passaggio di rapporto diverso tra personaggi e
macchina da presa, meno impalcati, più naturali. La storia del testo è più seguita senza tagli netti. La
battaglia era ricercata, per renderne l’idea, anche i primi piani dei combattenti, a tratti sembra vera
e a tratti un sogno.

Cesare deve morire


 Film fatto da due fratelli registi che hanno sempre
collaborato Paolo e Vittorio Taviani, che hanno fatto film
importantissimi per la tradizione italiana.
 Il film è stato girato con i carcerati di Rebibbia, i carcerati
erano organizzati da un loro regista che li seguiva in
spettacoli teatrali.
 Premio Orso d’oro al festival di Berlino. Collaborazione della
sceneggiatura di Fabio Cavalli. Intervista Fabio Cavalli: Arte
all’interno di luoghi di reclusione.
 Tematiche del Giulio Cesare sono la politica, il tradimento,
l’amicizia, la vendetta, il potere e la libertà.
 In 4 settimane hanno concluso l’operazione.
 Mediazione tra Shakespeare, il dialetto italiano e le scene di vita reali del carcere. Sensibilità
culturale e sociale. L’arte quando arriva modifica la percezione di se e del mondo e spinge chi ha
commesso gravi errori a non tornare più dentro. Intervista a Ugo Gregoretti e i registi: Sinfonia di
contaminazioni e ricchezza di strati umani e culturali. “Lo abbiamo fatto con incoscienza”, loro han
visto a teatro Dante l’Inferno, “noi sappiamo cosa vuol dire avere un amore grande e condannato,
abbiamo le nostre donne ma non possiamo amarle”. Gli eventi del Giulio Cesare hanno conosciuto
direttamente prima di entrare in carcere, e Shakespeare viene visto come fratello.
 L’ambiente di Giulio Cesare coincide con quelle delle celle dei carcerati. Ora voi dovete scavare
dentro voi stessi.
 Bianco e nero perché è irrealistico mentre il colore è naturalistico e dava forza. Nobiltà dei volti.
Loro non sono più bravi ma diversi, perché c’è stato un incontro personale con l’immagine del
personaggio che rappresenta.
 Il Giulio Cesare è un pretesto per raccontare la loro vita, una redenzione per i carcerati. Non ha
nulla di storico, racconta una storia contemporanea. Pensate se l’arte dl teatro fossero indispensabili
per la crescita di un ragazzo. Chi ha scelto di fare teatro in carcere è perché credono ancora in
qualcosa da imparare dalla vita e in un cambiamento.

LEZIONE 20
ORSON WELLES
 Ragazzo prodigio. Viene iscritto alla Todds school dove c’era un
insegnamento molto moderno per cui si stimolava l’alunno a fare quello il cui
era bravo. Fin da giovane ama il teatro e Shakespeare. “Everybody’s
Shakespeare” libro con introduzione e disegni di Welles e del suo docente.
Va in Irlanda a 16 anni e per girare trova un carretto con un asino. Si
presenta al Gate Teather di Dublino facendo finta di essere un attore di prosa
americano, primo contatto professionale col teatro con Hilton Edwards e
Micheàl MacLiammoir (fondatori del Gate nel 1928) lo assumono e gli
affidano ruoli però sempre più piccoli ma lui fa esperienza professionale.
Decide di andare a Londra ma non lo fanno lavorare per problemi di
permessi e torna in america e fa un po’ di teatro con la Toddd’s school.
Un famoso critico americano che ha visto lo spettacolo al Gate fa il suo nome
a Katharine Cornell, famosa attrice e produttrice che lo scrittura, i suoi teatro
facevano la tournèe. Fa Tebaldo a Broadway. Il marito di Cornell era un importante regista che
mette in scena gli spettacoli e lì apprende. Dopo questo apprendistato prende al volo il progetto del
teatro federale americano che dava soldi per implementare l’arte e mette in scena il Voodoo
Machbeth, successone.
 Lui non sapeva nulla di cinema. Quando un direttore della fotografia uno dei più grandi Gregg
Toland e nella pre-produzione del film si presenta a Orson Welles dicendogli che vuole fare il suo
film. Documentario Quarto potere, noto per il suo espressionismo e alle critiche della vana gloria.
Amore per il luogo i luoghi il carattere visivo e la cavalleria, è onnivoro (molto affettuoso anche con i
suoi amici).
 Mise in scena il Giulio Cesare, spettacolo teatrale più importante, a 22 anni. Aveva già fatto alcuni
spettacoli in teatro alla fine degli anni ’20 e ’30 alla fine della grande depressione (Roosvelt voleva
dare un impulso alle arti). Quindi:
 Mise in scena un Macbeth wodoo, tutti interpreti neri che lui aveva scelto ad Harlem, bastava che
sapessero l’inglese. C’erano questi stregoni al posto delle streghe. Da qui circola il nome di Welles. A
indianapolis quello che interpretava Macbeth si ammala e W. Si trucca da nero e interpreta lui
Macbeth.
 Mette in scena un musical che tratta di uno sciopero (sempre dopo la depressione). Il giorno prima
del debutto vanno a chiudere il teatro ma Welles porta gli attori sulla strada e inizia a fargli fare lo
spettacolo sulla strada. Haussmann era il suo organizzatore e produttore, trova un teatro a qualche
isolato di distanza e lo affitta e portano il pubblico in questo teatro, però la regola era che attori e
cantanti non potevano recitare in palcoscenico, così lui manda sopra al palco il musicista e gli attori
e cantanti fanno lo spettacolo in platea. Successo tale che verrà replicato per un mese come era
stato fatto improvvisamente quella sera lì!
Nel 1937 questo progetto federale termina e W.
 Per avere la libertà di poter fare quello che vuole convince Haussmann a mettere su una compagnia:
Mercury Theathre, fa degli spettacoli epocali: il primo è il Giulio Cesare 1937 di Shakespeare,
perché testo emblematico, sovra storico che secondoo W. rappresentava la contemporaneità
soprattutto europea (nazismo, fascismo). In abiti moderni, e Giulio Cesare assomiglia a Mussolini,
ma non vuole essere lui, vuole rappresentare il dramma del cesarismo, il tiranno solo al potere che
non va bene ma che deve sopra valere la democrazia.
 Wells vuole mettere in scena questo testo per fare capire che il cesarismo era sbagliato e la
democrazia doveva regnare, la scena è nuda, lui era convinto che il grande errore fato nelle edizioni
precedenti fossero due: il primo la grande performance di uno o una coppia di attori, il secondo
errore era il grande decorativismo delle scene che avevano fatto scadere l’importanza di William
Shakespeare che è nel contenuto intrinseco e nell’articolazione del testo.
 La scena è nuda perché era convinto che il grande errore che era stato fatto fossero due:
- la grande performance di uno o una coppia o due attori
- un grande decorativismo delle scene, avevano fatto scadere l’importanza dei testi di S. che è nel
contenuto intrinseco dell’articolazione del testo.
 Voleva tornare a una semplicità che è fondamentale, la semplificazione e l’attualizzazione di questi
testi eterni è il segreto per rivitalizzare Shakespeare. Per questo usa costumi moderni. Ci sono
pedane sovrapponibili ma è tutto semplice. Dopo aver arato il testo ha raggiunto questa semplicità.
 Cinna era fondamentale. Entrano gli attori e la folla circonda Cinna (il poeta). Il buio equivale a
morte, non abbiamo sipario! Gli attori non escono ma scompaiono nel buio-fulcro dello spettacolo.
Lo spettacolo terminava con Marcantonio che dice la battuta sul cadavere di Bruto .
 aspetto indispensabile: le luci. Viene chiamato da loro effetto Norimberga. Luci vagamente
espressioniste, luci che venivano dal basso come vediamo in Quatto Potere per ingigantire i
personaggi inquadrati. L’uso delle luci naturalmente era totalmente anti-naturalistico.
 Lo spettacolo durava 90 minuti senza intervallo. Cesare non era più tanto un personaggio quanto un
simbolo.
 (Ora vediamo foto dello spettacolo): Orson Welles faceva Bruto, vediamo scena dove Cesare poco
prima di essere ucciso, effetti di luce dal basso, proiettori che illuminavano dal basso all’alto, la
scena era fatta solo da qualche pedana sovrapposta, i mattoni di fondo erano dipinti tutti di rosso
scuro.

Cattedrale di Luce nei raduni di Norimberga dove Welles prese la


luce dal basso.
Idea dell’architetto di Hitler:

visione film Me and Orson Welles: Il film è incentrato sulla storia di


un giovane studente notato casualmente un giorno da Orson Welles,
davanti al Mercury Theatre. Welles rimane così colpito da questo
giovanotto da affidargli il ruolo di Lucio nella sua prossima
produzione teatrale. Un incontro, con il celebre e immortale regista,
che porterà il ragazzo ad imparare molte cose sulla vita e sull'amore. È interessante la figura di questo
ragazzo (Lucio nel testo) che si avvicina al mondo dello spettacolo ma alla fine da questo mondo è disilluso,
non è così scontata questa visione.
Documentario “Lo sguardo di Orson Welles”. Importanza della visione dell’occhio

STORIA DI QUARTO POTERE


 Aspetto radiofonico di Welles: faceva una trasmissione radiofonica settimanale, riduzione di grandi
romanzi o testi teatrali, decido di trasmettere una puntata che parlasse del romanzo la guerra dei
mondi di Herbert George Wells, ma Orson Welles non era molto convinto, l’alternativa non c’era,
Welles la organizza in un mondo come se fosse un’interruzione dei programmi classici normali e
capita questa cosa, si dice anche che ciò scatenò il panico in buona parte degli Stati Uniti, facendo
credere alla popolazione di essere sotto attacco da parte dei marziani, Ebbe un tale riscontro nel
pubblico che la gente si riversò nelle strade, successe un inferno, al punto tale da voler incriminale
Welles ma non si poteva, qualche anno dopo quando le trasmissioni vennero interrotte per dire di
Pearl Harbor bombardata, la gente non ci credeva pensando fosse un'altra cosa simile, questa è
diventata la trasmissione più famosa di quei tempi. -Ora ascoltiamo un pezzetto originale di questa
trasmissione, ci interessa la prima parte della guerra dei mond Welles realizza il Giulio Cesare. E’ per
lui un punto di arrivo dopo aver arato il testo e Welles ha preso la decisione di farlo semplice. La
scelta dei collaboratori è importante anche se lui non voleva dare la paternità a nessuno, lui quando
ha un collaboratore intelligente può convenire.
 1938-39 la RKO dopo quell’incredibile trasmissione radiofonica che aveva messo in subbuglio
mezza America, cerca di portare a Hollywood questo giovane, ma lui rifiuta le proposte perché
l’ultima decisione SUL FILM ERA del produttore.
 Un personaggio importante suggerisce alla RKO di prenderlo comunque. La RKO farebbe fare a W.
produttore, regista, attore etc. e allora accetta coinvolgendo tutto il Mercury Theatre, aveva un
contratto per fare tre film. Welles vorrebbe fare un film da Cuore di tenebra di Joseph Conrad (idea
che poi realizzò Coppola) Inquadratura soggettiva: occhio della telecamera rispecchia l’occhio del
protagonista. Ma il budget era troppo alto, il film viene scartato.
 Dopo un anno, Welles con Herman J. Mankiewicz (da qui il film Mank che parla della stesura di
quarto potere) in tre mesi stendono la sceneggiatura di Quarto potere. Decidono questa
sceneggiatura che ha un rapporto con la trama molto diverso da quello che si aveva avuto prima. La
storia di un personaggio ricchissimo narrata da 5 persone in maniera diversa. E la figura di questo
giornalista che va alla ricerca della verità di questa storia che però si vede e non si vede, il
giornalista è l’occhio della cinepresa.
 Il nome del protagonista è Foster Kane, editore, imprenditore di giornali anche scandalisti il film è
pieno di analessi. Editore ricchissimo William R. Hearst. Nel film ci sono tante cose che riguardano
veramente questa persone, per esempio si fa costruire un castello.
 Il film subì sin dalla sua uscita nelle sale il boicottaggio di Hearst, che riuscì a limitarne la
circolazione, impedendo che venisse recensito o anche solo menzionato da tutti i giornali e le radio
di sua proprietà. Inoltre offrì alla RKO 800.000 dollari affinché la pellicola venisse distrutta e i
negativi bruciati. La RKO non cedette e il film ottenne numerose nomination ma il premio Oscar solo
per la migliore sceneggiatura originale. Dal punto di vista commerciale il film non fu certo un
successo, e questo si deve al boicottaggio della stampa di Hearst, anche se i risultati del botteghino
furono meno disastrosi di quanto voci successive hanno fatto credere per lungo tempo. È però
indubbio che il prestigio di Welles alla RKO ne uscì fortemente ridimensionato.

 La vita di Kane ricorda in molti punti quella di Hearst, per la precisione:

-La ricchezza dei genitori di Kane dipende da una miniera d'oro, esattamente come quelli di Hearst.
-Nonostante i grandi possedimenti ereditari, Kane si interessa quasi esclusivamente del suo piccolo
giornale, e lo espande fino a farlo diventare un giornale a tiratura nazionale.
-Le due mogli, di cui la seconda un'attrice/cantante/ballerina a cui ha cercato in vari modi di far
decollare la carriera.
-I continui fallimenti politici.
-La realizzazione di Xanadu ricorda molto il Castello Hearst.
-La mania di collezionismo; Kane infatti compra ogni genere di opera d'arte per il solo gusto di
possederla, esattamente come Hearst.
-Il ritirarsi a vita privata ed evitare ogni contatto negli ultimi anni.
-Le prese di posizione tutt'altro che imparziali dei suoi giornali.
-Solo a partire dagli anni cinquanta la critica mondiale iniziò a considerare Quarto
potere un capolavoro. Da allora la fama del film non cessò la sua ascesa: l'American Film Institute lo
annovera al primo posto nella classifica dei migliori cento film di tutti i tempi; il National Film
Registry lo ha selezionato tra i film di cui debba essere garantita la conservazione e la trasmissione
ai posteri.

 La storia è di un personaggio che è all’apice e finisce. Acquista per coprire un vuoto questo
personaggio. Personaggio negativo gigantesco, Hearst si era fatto davvero costruire un castello tutto
suo. Hearst propone una cifra alla RKO per bruciare le pellicole. Volevano bruciare le bobine perchè
rompeva il cazzo che un ragazzo di 25 anni avesse la possibilità di fare una cosa cosi, poi dava
fastidio a Hirst l’uomo più ricco d’america perché una giornalista di Gossip aveva fatto trapelare
questa idea che si stesse raccontando al vita di Hirst. Il film tardò ad essere proiettato fino a quando
Welles fece causa alla RKO perché voleva venisse proiettato e ce la fece.
 Il film narra la vita del magnate della stampa Charles Foster Kane (interpretato dallo stesso Welles),
incapace di amare se non "solo alle sue condizioni", con la conseguenza di creare il vuoto attorno a
sé e rimanere solo all'interno della sua gigantesca residenza (Xanadu, nella versione italiana
Candalù), dove muore abbandonato da tutti. Welles, servendosi di una sequenza di flashback (sei,
compreso il cinegiornale), mostra i frammenti della vita del magnate, quasi fossero i pezzi di un
gigantesco puzzle (rompicapo che metaforicamente appare più volte nel film). Allo spettatore è
lasciato il compito di ricomporre - in tutta la sua complessità - la personalità di Charles Foster Kane.

Ma si tratta di uno sforzo vano, poiché i frammenti della vita di Kane non permettono di
comprenderne l'intima essenza, se non a chi fu testimone dell'unico fatto - di fondamentale
importanza - che determinò il trauma di Kane: l'allontanamento dai genitori, fortemente voluto
dalla madre allo scopo di affidarlo alla tutela di un uomo d'affari, incaricato di amministrare la sua
smisurata eredità. Kane, giovanissimo erede di una colossale fortuna, venne così strappato al suo
mondo d'infanzia. Da adulto concepirà l'amore come possesso, non come dono, e ciò lo condurrà
inesorabilmente alla disperazione e all'isolamento.

 La madre riceve in eredità un pezzo di terra che era una grande miniera d’oro allora la madre mette
in mano a una grande banca il figlio e l’eredità perché non vuole che il figlio rimanga li, fino a 25
anni sta con il tutore. Anche Herst era cosi
 Sofferenza, vuoto riempito dall’acquistare cose e persone.
 La personalità di Kane sfugge, non si riesce ad acchiappare ed è questo il segreto del film, nasce
come un giallo ma alla fine non si trova il segreto di un essere umano, si può raccontare cosa era per
noi ma una definizione oggettiva è impossibile.
 Una persona come lui fa di tutto per non essere compreso, ma semplicemente amato.. sembra che
nessuno lo conosce veramente.
 L’aspetto più violento è quando licenzia il giornalista, ma non è una persona terribile.
 Le colazioni montate fanno passare il tempo e va avanti la storia e cosi si capisice.
 Rosebud era la scritta su uno slittino .
 La fotografia è di Gregg Toland, il più grande dell’epoca.
 Grazie a Welles ci fu la profondità di campo (quando tutto è a fuoco, uguale e identico come
l’occhio umano).
 Inquadrature dal basso che ingigantiscono i personaggi che vengono inquadrati. È stato molto
osteggiato questo film rivoluzionario, da Hearst a tutti gli altri registi gelosi.
 Debito anche con il cinema espressionista. Il quarto potere è la carta stampata, es il quinto è la
televisione. Nel ’48 c’era grande analfabetismo e venne tradotto tutto. Noterete che si vedranno
anche i soffitti, cosa che in quegli anni non si vedeva più.
 Quarto potere è una storia shakespeariana , di un personaggio che è all’apice e finisce che nessuno
più lo accetta. Ci ha fatto un periodo storico preciso. Racconta la storia di un personaggio negativo.
Anche in Otello.
 Il film fa guardare quello che vuole il regista, non come a teatro. Come si lega una sequenza ad
un’altra, oggi piano sequenza al cinema se ne vedono pochissimi, l’inquadratura è continua. Lo
spettatore, la voce fuori campo è l’occhio dello spettatore che si fa un’idea.
 Il quarto potere è la carta stampata.
 Nei film in genere non si vedevano i soffitti, perché c’erano i proiettori, ma con W abbiamo i soffitti.
 L’unico film in cui Welles non è presente (l’orgoglio degli Ambreson) va male.

Documentario Battle Over citizen Kane


 Documentario sulla realizzazione del film. Introducendo il film ci ha parlato sia il protagonista del
film sia quello a cui si pensa si sia ispirato. Lui avrebbe voluto mettere welles dentro un episodio
significativo e scandaloso. Hirst si sarebbe reso conto che non era lui, ma welles non ha girato la
scena per la censura. Il film non ha incassato poco perché è statao distribuito nei cinema
indipendenti, le grande produzioni non lo volevano. I film peraltro non costo tantissimo. Difficoltà
nel raccontare una storia lunga 50 anni. Welles per esser pronto alle nove andava in sala alle 5 del
mattino per il trucco, difficoltà nell’invecchiare il personaggio.
 Hearst sarebbe anche diventato presidente ma le arti umili della politica non facevano per lui, lui
pensava in grande. Vedeva nei lavoratori e gli immigrati il futuro del suo partito, sarebbe stato il
loro campione. Lottava per le 8 ore di lavoro e per l’imposta sul reddito, era avanti coi tempi e fin
troppo audace. Si candidò per il Congresso, fu eletto, ma non si presentò mai. Ben due volte i
giornali di Hearst esortarono ad uccidere il presidente McKinley, qualcuno lo ascoltò e il presidente
morì. Alcune biblioteche e scuole vietarono la lettura dei suoi giornali. Si candidò varie volte per
una carica politica a New York ma perse, nel 1912 divenne lo zimbello dell’opinione pubblica: lo
chiamavano William “Also-Ran-Dolph” Hearst.
 Nel film Quarto potere viene usato il senso di ironia , per la prima volta contro di lui vengono usati
gli stessi mezzi che lui stesso utilizzava per smascherare gli altri.
 Hearst scelse la stampa che lo portò al successo e alla rovina, Welles scelse la radip
 Nel 1941 Welles descrisse Hearst come un vecchio uomo severo, isolato dal mondo e pietrificato in
vecchie maniere, oggi non più valide. Un’immagine terribile, ma negli anni in cui costruiva il suo
impero. Ma a Welles non bastava, l’immagine peggiore la ebbe dalla donna con la quale condivise
la vita.
 Marion Davies: donna di Hearst, lo scontro fu in gran parte battaglia per l’onore di questa donna.
Poiché quando il vero Hearst si innamorava, lo faceva sul serio.
 Con la grande depressione il suo impero iniziò a sgretolarsi. Il difensore dei lavoratori ora
bestemmia contro i sindacalisti e le restrizioni per le aziende, la politica del “New Deal”. Nella
solitudine del suo castello divenne il simbolo della crisi e dell’odio verso i ricchi. Quando Roosevelt
fissò un’imposta sul reddito sopra il mezzo milione disse con la sua famosa smorfia: “Questa è per
Hearst!”. Ciò portò il lord di San Simeon vicino alla bancarotta.
 Nel 1940 i suoi giornali avevano perso sia lettori che fama. Non vendevano erano poco ambizioni e
spesso di basso livello.
 Welles propose alla RKO: proiettiamo un film in un tendone da circo in ogni città. Non accettò per
cui il film fu proiettato nei cinema indipendenti.
Struttura narrativa rivoluzionaria dove il tempo viene mosso ma lascia intatta la linearità del racconto.
Andava molto fiero di questa struttura, abbiamo visto come tra una scena e un’altra passino 30 anni, non
era mai stato fatto ed è fatto talmente bene che non ci si rende conto, non è sottotitolato come nei film oggi
tipo nei film di Nolan, mentre con Welles pur maneggiando il tempo la linearità del racconto rimane. Lui è
sempre presente nei suoi film perché la gente si aspetta di vedere lui.
Perché sceglie di parlare di un americano ricchissimo: è la storia adi un personaggio che è all’apice e finisce
che nessuno più lo accetta, è shakespeariano. Un periodo storico dove anche la cumulazione di tutte queste
cose è tipica di noi che acquista per coprire un vuoto, quel vuoto rimane, racconta la stoia di un
personaggio negativo.
LEZIONE 24

L’orgoglio degli Amberson (1942)


Secondo film di Welles, meno ostentato di quarto potere, non aveva
più Toland per la fotografia, ma un suo assistente. Ambientato fine
800 inizio 900, tra la fine delle grandi famiglie ricche ereditiere e il
mondo nuovo fatto da chi investe i soldi.
 Decide di fare questo film basato su un romanzo di Talkinton,
per raccontare la fine di un mondo (che tutto sommato a
Welles non dispiaceva) e l’arrivo di un mondo (che a Welles
non piace per nulla).
 Ci sono più storie d’amore non consumate.

 Il nuovo mondo non è bello, alcune cose sono interessanti ma
altre no, lo vedete che stiamo distruggendo il pianeta dove
viviamo, e lui ce lo ha detto già nel ’42, in quel posto lì dove dalla
casa degli Amberson si vede che era piena di prati, campi e aria
cristallina arriveranno le polveri sottili e alla fine Eugene quando
uscirà vedrà che è tutto costruito.Anche la casa degli Amberson
rispetto alla prima volta, vediamo che di lì passerà gente,
verranno costruite case, il tempo cambierà mentre la casa degli
Amberson rimarrà sempre uguale, diventerà mezza pensione, poi
una casa di riposo.
 Ma questo cambiamento sotto gli occhi di Welles non è preso con una nota positiva.
1942 in Europa c’è già la Guerra Mondiale, Roosevelt insieme a Rockfeller, banchiere e magnate
dell’industria americana, chiedono a Welles se può andare in America latina a girare un film sul
carnevale di Rio perché non succeda che l’America latina si metta in asse insieme alla Germania e
Giappone. Si spera che si instauri un rapporto tra USA, che stava per entrare in guerra, e America
Latina. Importante problema politico e Welles non se la sente di rifiutare. Welles vedeva la
rivoluzione tecnologica con tanti aspetti negativi, si cancella il passato e si riscrive il futuro: per
esempio la qualità della vita, anche se sfrutta la tecnologia, ad esempio usa una ghiacciaia per le
scene sulla neve.
Ad un certo punto Robert Wise, che era suo assistente, sarebbe dovuto andare da Welles a Rio per
fargli vedere una copia del montaggio definitivo fatto secondo le indicazioni di Welles nei vari
cablogrammi, ma questa cosa non successe mai e successe che il film con un montaggio non
definitivo di Welles (non con il suo ultimo visto) fu proiettata la prima per il pubblico nel pomeriggio
a Pomona, una città americana. L’esito non fu molto negativo ma la maggioranza non avevano
capito il film,anche se avevano fatto un applauso all’inizio alla compagnia e alla voce fuoricampo di
Welles. Dopo questa anteprima iniziano a tagliare il film all’insaputa di Welles e girano anche un
altro finale. I tagli fatti sono stati distrutti, si cerca ancora la prima copia nel mondo. Ma il nuovo
montaggio in un’altra città ottenne lo stesso risultato. Si tratta anche con i tagli di un capolavoro.
Quando fu trasmesso in distribuzioni minori fece ottimi incassi lo stesso.
 Nonostante i tagli, il film contiene alcune importanti innovazioni e un magistrale uso a incastro del
tempo e dello spazio tipico di Welles. Il budget più limitato non permise creazioni virtuosistiche
come in Quarto potere, ma restano straordinari i piani sequenza, i grandangoli, la profondità di
campo, grazie soprattutto alla collaborazione del direttore della fotografia Stanley Cortez.

Per la prima volta nel cinema venne sperimentata anche la profondità di campo sonora, cioè la
presenza contemporanea di più suoni e voci degli attori, che accavallano i dialoghi rendendoli
difficili da distinguere, ma anche straordinariamente simili alla vita reale. Celebri sono i titoli di coda
letti e non scritti, nei quali Welles si menziona per ultimo.
TRAMA Ci racconta la vita di Indianapolis, la forza e la ricchezza degli Amberson. Abbiamo poi il
personaggio di Morgan, un inventore che butta anima e corpo nel costruire l’automobile che non
c’era ancora e mentre vediamo gli Amberson impoverirsi, diventare sempre più poveri vediamo
Morgan diventare sempre più ricco. Morgan si era innamorato di Isabel, la figlia degli Amberson ma
lei sposa un altro che non ama e dal quale rapporto nasce un figlio, George. Dopo vent’anni
Morgan torna e crede di poter sposare Isabel ma si mette contro George il figlio e Isabel non vuole
contrariare il figlio George (qui viene ripresa la storia dell’Amleto) per cui Morgan deve rifiutare
Isabel. George è innamorato della figlia di Eugene, ma Lucy rifiuta George, perché dice che lui vive
solo per i soldi… una zia di George anche lei è innamorata di Eugene. (…) George porta la madre
Isabel in un viaggio in Europa per distoglierla da Eugene, poi tornano in America perché si ammala,
sul punto di morte vorrà di rivedere Eugene ma il figlio glielo negherà. Muore il nonno anche e
restano senza soldi, devono vendere anche la casa di famiglia e George verrà investito da un auto.
Eugene e la figlia Lucy vanno in ospedale, George fa pace con Eugene e Lucy si sposerà con George
(ma questo non è il finale di Welles) e vi voglio raccontare la testimonianza di Bernard Hermann:
George fa incidente, si vede che Eugene va in un posto e va a trovare Fanny che è in una casa di
riposo e dice che è probabile che Lucy si sposerà con George e chiedere a Fanny di assisterlo per lgi
ultimi anni della sua vita ma lei non va. Mentre vanno verso l’uscita si riconosce che era la casa degli
Amberson. Le implicazioni che ci sono tra madre e figlio son tipiche dell’Amleto.

L’infernale Quinlan (1958)


Thriller con problemi razziali
Welles nel ’48 va dall’America in Europa gira qualche film come attore e
qualcuno come regista, un capolavoro è l’Otello. E nel ’58 torna in America, il
primo anno non lavoro fino a che non gli viene mandata una sceneggiatura
orrenda nella quale c’è un personaggio apparentemente cattivo che avrebbe
dovuto interpretare Welles (Universal studio).
Lo pagheranno come attore a Welles vuole comunque riscrivere la
sceneggiatura dell’ Infernale Quinlan. Il film non piacque molto ai produttori
che operarono dei tagli, soprattutto la comicità nera, che era poco diffusa
La sequenza di apertura è un piano sequenza con una gru altissima che dura 2min e 15 sec., capolavoro
assoluto che gli editori avevano rovinato mettendoci i titoli di testa, l’edizione che vediamo noi è senza titoli
di coda.
Storia di compromessi e corruzione, il film si svolge a Los Robles, sul confine tra gli Stati Uniti e il Messico.
E il film è un confine tra la giustizia e la legge, la moralità e la corruzione, proprio come la città nella quale
c’è tanto razzismo. Vargas e la moglie appena sposati, storia d’amore lui è Messicano e lei di Filadelfia.
Charlton Heston però andava in giro a dire che tutto sommato il personaggio principale era quello di
Welles, che si difende che era già così prima che la riscrivesse. Welles fa Hank Quinlan, uno dei trucchi più
belli del cinema, lui si è fatto imbottire e ha una dimensione shakespeariana tra Macbeth e Falstaff. Il
personaggio di Quinlan si è corrotto nel tempo perché lui vuole che la giustizia trionfi, ma alla fine è la
giustizia che vuole lui, personaggio “simpatico” perché il pubblico non lo odia perché interpretato da un
grande attore, ma negativo. Non completamente perché in fin dei conti Welles è un sentimentale. Gira agli
Studios, Venice (Los Angeles) perché non poteva andare in Messico.

Il processo (1962) di Orson Welles


 Preso da un romanzo di Kafka non compiuto. Aveva anche già il
finale scritto da Kafka, libro capolavoro della cultura del novecento
occidentale
 Josef K., un impiegato che conduce un'esistenza tranquilla e rispettabile, una
mattina viene svegliato dalla polizia che gli annuncia di essere in arresto
sebbene non in stato di detenzione. K. non comprende la ragione
dell'arresto, proclama la sua innocenza e si professa vittima di una palese
ingiustizia. Condotto davanti alla corte suprema, pronuncia un vibrante
discorso accusando tutti i giudici di ordire un complotto contro le persone comuni, arrestate casualmente e
senza nessuna prova. Negli ambienti giudiziari, K. ha a che fare con personaggi oscuri, con donne usate come
merce di scambio e con altri accusati, succubi, ma forse anche complici, di una giustizia del tutto
incomprensibile. Spinto dallo zio, si affida a un avvocato (interpretato dallo stesso Welles), venerato dai clienti e
rispettato dalla corte, che però sembra interessato a tutto fuorché alla sorte dei suoi clienti. Nel suo girovagare
nei meandri del tribunale in cerca di una via d'uscita dalla sua odissea giudiziaria, K. fa incontri bizzarri come il
pittore della corte suprema (il cui atelier è una sorta di voliera nella quale vive tormentato dagli sguardi dei
bambini), e a poco a poco viene scoraggiato dal proseguire la sua battaglia ed è costretto a rassegnarsi. Il
destino di Josef K. è segnato: due funzionari lo prelevano, lo portano nella brughiera e lo giustiziano con
della dinamite.
 Romanzo pieno di monologhi interiori che non troviamo nel film.
 Un padre e un figlio di produttori russi gli propongono di fare un film e gli sottopongono una
sceneggiatura che però decide di riscrivere e il padre gli da una lista di 100 romanzi. Questi due
produttori russi sono geniali ma fanno film senza soldi, per Welles sono dei geni, fanno i produttori
trovando i soldi dagli altri. Perciò rimane nel progetto che però deve essere svolto in Francia,
Jugoslavia e Italia, perché partecipano alla produzione. Lui non capisce il musicista, poi scopre che
era lui a cacciare i soldi e perciò lo deve accettare. Welles inizia a disegnare tutte le scenografie,
passa l’intera estate e poi gli verranno rubati tutti i bozzetti una sera a Parigi. I due produttori gli
dicono che il film non si può fare perché non ci sono soldi per la scenografia. Era una sera, era a
Parigi e fuori vede una luna doppia, si rende conto che è l’insegna della Gare d’Orsay a Parigi, una
stazione in disuso. Fino all’alba gira in questa Gare. La mattina dopo contatta i produttori e dice che
si può fare a Parigi. Il controcampo in Jugoslavia. L’Otello sarà girato in condizioni ancora peggiori.
Quando è in difficoltà trova soluzioni geniali. Con Otello porta il cast in Marocco ma deve aspettare
i costumi, che non arriveranno. Gira perciò la scena dell’assassinio di Rodrigo nel bagno turco
perché non c’erano i costumi. Otello doveva girarsi nel Sud della Francia e poi alla fine bisognava
girarlo in luoghi veri, Benevento, Frosinone, Marocco… l’Otello è stato fatto con i soldi di Welles .
 Il processo è suo dalla prima all’ultima inquadratura, per questo ci tiene molto. Non è un film
semplice ma allucinatorio.
“nella concezione di Kafka, Joseph K. Non è metafisicamente colpevole fin dalla nascita, visto che Kafka era
ebreo, l’idea della colpevolezza fin dalla nascita è cristiana. K si sente colpevole anche se è innocente?...”

Othello, 1948
 Nel ’48 viene in Italia, un produttore italiano, Scalera disse che un giorno
dovevano fare Othello, ma S. aveva in mente l’opera di Verdi non di
Shakespeare. Il film si sarebbe dovuto girare nel sud della Francia quasi
tutto in interno, ma non c’erano soldi. Quindi Welles deve girare in
Francia, Marocco e Italia. Non ci saranno nemmeno i costumi e quindi
siccome aveva la troupe, tecnici ecc. si inventa l’uccisione di Rodrigo e il
tentativo di uccidere Cassio nel bagno turco (in cui non si abbiano
costumi, solo asciugamani).
 Il riferimento artistico visivo era Vittore Carpaccio, pittore veneziano dal quale riprendono anche i
costumi.
 Gli interni dell’abitazione a Cipro di Othello e Desdemona sono presi dalla chiesa di San Pietro a
Tuscania in Italia, poi al Palazzo dei Papi di Viterbo.
 Nel film vediamo quasi tutte le scene reali, si possono avere campo e controcampo in luoghi e anni
diversi, il montaggio è frenetico a differenza di altri film di W.
 Unica cosa finta è la nave con la quale Othello viene a Cipro, è un modellino.
 La metafora di questo film è la rete, una gabbia sollevata con dentro Jago poi si vedrà la pettinatura
di Desdemona fatto a rete, la notte in cui Desdemona fugge ci sono le sbarre della casa di
Bramanzio, quando sono sulla spiaggia… tutta una rete nella quale Iago vuole tendere Othello ma
nella quale cadrà anche lui, all’inizio si vede la gabbia con Jago.
 Il percorso di Othello è scintillante all’inizio (quando giustifica il matrimonio). Desdemona figlia del
gentiluomo Bramanzio si sposa con un negro, che è una cosa improponibile. Non sarà Desdemona a
tradirlo ma lui a tradire lei. Unico personaggio puro è Desdemona. Loro non consumano il
matrimonio. Desdemona personaggio rivoluzionario.
 Nel testo c’è la grande problematica che il diverso da fastidio. Othello non da fastidio perché serve
al doge per sconfiggere i turchi, serve alla repubblica veneziana. Othello distrugge le caste che
caratterizzavano Venezia. Othello cade nel caos con la morte di Desdemona. La colpa è stata che ha
amato troppo, importante che la sua memoria sia ricordata anche per quello che ha fatto a Venezia.
Jago dice che “d’ora in poi non parlerò più”.
 Welles sceglie che Iago sia impotente, e Jago è invidioso di Othello.
 Vengono tagliati i monologhi del testo teatrale. Il film ha tre edizioni, la terza è quella che è stata
montata dalla figlia di Welles.
 Il film inizia coi funerali di Othello, Desdemona ed Emilia e terminano uguale, circolare come i testi
di Shakespeare. Lo adatta allo schermo con scelte intellettuali, Welles pensa che il pubblico deve
sempre capire, da un punto di vista semantico però i film sono complessi.

Falstaff 1965
Falstaff per Welles è un punto importantissimo, è il personaggio
shakespeariano che gli assomiglia di più, in teatro l’ha fatto tre volte, è molto
simile a noi uomini, fragile, debole, si gode la vita, un personaggio di
un’umanità incredibile. Lui ha sempre voluto mettere in scena, nel 45 scrive
degli articoli per il NY post.
• Ci parla della fine del mondo medievale, e si passa al mondo
rinascimentale. perché deve finire questo mondo e non avere ancora
le cose buone? Perché non si può più…oggi c’è l’automobile, perché
oggi il re deve essere eletto dal popolo, si chiama democrazia, la storia
è fatta di cambiamenti è chiaro che Welles è legato a quel mondo che
non c’è più, che li fa tanta tenerezza, tanto calore umano, tantissima
nostalgia. Il mondo effettivamente nuovo si presenta con aspetti non
tanto positivi, figuriamo oggi.
• Welles mette insieme il Riccardo II, Enrico IV parte prima, parte
seconda, l’Enrico V e Le allegre comari di Windsor (testo che Elisabetta
aveva chiesto a Shakespeare un altro testo con il personaggio di Falstaff dopo aver visto l’Enrico IV).
• Riccardo II è la storia di Riccardo II che si intuisce nel testo abbia raggiunto il potere in maniera non
troppo pulita. Ma nella morte della persona che Riccardo II ha sostituito, due personaggi importanti
del regno di Inghilterra vengono accusato Bolingbroke e Mobry, si accusano l’un l’altro e il re decide
di fare una sfida durante la quale blocca la gara e il re decide di esiliare a vita Mobry e esiliare a 6
anni Bolingbroke. Quest’ultimo a un certo punto decide di andare contro Riccardo II quando gli
vengono confiscati tutti i suoi beni, per cui torna in Inghilterra combatte contro Riccardo II, il popolo
è d’accordo con Bolingbroke e Riccardo II verrà messo nella torre di Londra e ucciso in circostanze
oscure. Bolingbroke diventerà Enrico IV ma va sul trono non in maniera pulita, con una pena sul
cuore.
• Enrico IV, il Galles e la parte Nord dell’Inghilterra tentano un’insurrezione, il Galles da Enrico IV
viene sedato il nord non ancora. Storia alternativa: Enrico IV ha un figlio, Enrico, detto Hal il principe
erede ma sta in una compagnia di balordi capitanata da Falstaff. Enrico IV è preoccupato che il figlio
non abbia le caratteristiche per potergli succedere. Poi si scopre che Falstaff e Hal quando in queste
lunghe scene nella taverna, Falstaff dice: quando sarai re… e tutte le volte che esce questa cosa Hal
si raffredda. L’Inghilterra deve scendere in armi con la parte nord. Il trono del re è minacciato dal
conte di Northumberland, da suo figlio Henry Percy, detto "Hotspur" (sprone ardente). Hal deve
perciò far vedere al padre che è all’altezza e promette al padre di ucciderlo. Cosa che fa e diventerà
Enrico V e quando Falstaff andrà da lui, Hal lo disconoscerà: “Io forse ho sognato di te, io non ti
conosco, non ti avvicinare più”. Madama Quickly racconterà la morte di Falstaff solo. E si vedrà alla
fin e una gigantesca bara che tiene Falstaff andare via.
• Abbiamo due luoghi: la locanda e il. Castello.
• Anche Enrico V tradisce, in questo caso Falstaff, che gli aveva fatto da padre.
• L’ironia nella vita è essenziale e va presa un po’ come Falstaff.
• Location: Il paesaggio di questo film è secco, innevato, freddo, nebbioso. il film è stato girato in
esterni, solo la taverna è un interno e prodotto dalla Spagna e dalla Svizzera, le scene sono girate in
questi luoghi, abbiamo il castello di Avila in Spagna, La via della città dove partono i soldati per la
guerra è in Spagna, gli interni della locanda sono l’unica cosa ricostruita dentro un garage, costava
meno, poi abbiamo una chiesa di cui vengono ripresi gli interni ed esterni, che nel film è il castello di
Windsor.
• Viene unita la tragedia della guerra, la difficoltà del comando e la gioia e i dolori che l’amicizia
porta con sé, è pieno di stimoli, momento in cui sono tutti su Falstaff, c’è Hal, e gli altri amici e non
fa alcuno stacco, ma gli attori si muovono per svincolarsi l’uno dall’altro.
• La storia è molto umana, questa strana amicizia tra il principe e Falstaff, nonostante sia un burlone,
e si sia preso il merito di aver uccidono l’altro principe, ma era a fin di bene, lui ci rimane davvero
tanto male. Il personaggio di Enrico V, anche storicamente, capisce le incombenze dell’incarico e lui
cambia subito le abitudini, diventa il personaggio machiavellico, il presagio di Hal un po’ lo
preannuncia, lui leggermente si raffredda quando li si parla della sua figura, sa che dovrà cambiare
completamente. Il fascino, il cameratismo, la joie de vivre; fa tutto parte della sua vocazione, della
dotazione indispensabile al perfetto principe di Machiavelli. In altre parole, è quella terribile
creatura, un grande uomo di potere.

Lezioni americane di Calvino: la leggerezza


La leggerezza è una dote insieme all’ironia, fa una particolare differenza Calvino:
“l’ironia è la comicità senza pesantezza, e leggerezza non è superficialità, ma è planare sulle cose dall’alto
senza il macinio sul cuore, è quella di cui ci parla anche Paul Valéry: dell’uccello non della piuma”,
• Calvino sostiene che la letteratura come l’ha sostenuto all’inizio William Shakespeare, che la
poesia, la letteratura sono eterne, più di tutte le altre arti, con questo, Calvino ci dice che la
letteratura può tutto, può spiegare tutto lo spiegabile che c’è, perché il linguaggio è stato inventato
dall’uomo quindi può l’uomo attraverso il linguaggio comunicare agli altri e ai posteri.
• Il linguaggio non ha sostanza, è il pulviscolo che ci raccoglie un po’ tutti, ci fa riflettere sulle cose,
come ci dice Shakespeare il teatro” regge per così dire lo specchio alla Natura”, mostra al vizio la
sua vera immagine e alla virtù il suo vero volto.
• Calvino ci fa l’esempio di Perseo, sconfigge Medusa perché non la guarda direttamente ma con
attraverso il riflesso del suo scudo. Quindi quando Shakespeare ci dice “regge per così dire lo
specchio alla natura”, ci dice che il teatro è la vita riflessa, analizzata, spremuta, non la vita così
com’è, non è uno specchio.
• Lui ci fa l’esempio che la leggerezza è quella di cui ci parla Valéry, non è la piuma, che non ha
dentro intelligenza, riflessione e pensiero ma la leggerezza è quella dell’uccello.
• Allora passa a Boccaccio, al personaggio di Guido Cavalcanti, che viene preso in giro da un gruppo di
giovani e per staccarsi da loro cosa dice Boccaccio? Per allontanarsi da loro “spicca un salto”: “A
quali Guido da lor veggendosi chiuso prestamente disse:- signori voi mi potete dire a casa vostra ciò
che vi piace e posta la mano sopra una di quelle arche, che grandi erano, sii come colui che
leggerissimo era, prese un salto e fu gettato dall’altra parte e sviluppatosi da loro, se ne andò”…
esempio di leggerezza di cui parla Calvino, Decameron di Boccaccio.
Questa leggerezza ci serve nella vita!
La Vita nova di Dante:
Donne ch’avete intelletto d’amore, i’ vo’ con voi de la mia donna dire, non perch’io creda sua laude finire, ma
ragionar per isfogar la mente. 5Io dico che pensando il suo valore, Amor sì dolce mi si fa sentire, che s’io allora
non perdessi ardire, farei parlando innamorar la gente.
Fra i tanti esempi c’è anche quello di Carmelo Bene, stiamo ascoltato una cosa su romeo e giulietta e sulla
regina delle fate letta da Carmelo Bene, sempre inerente alla leggerezza, legge qualcosa di Shakespeare.
Ad un certo punto calvino decide di intitolare questo libro le lezioni: una università americana aveva
chiamato Calvino a fare delle lezioni, lui scrive queste lezioni ma è morto prima di partire per l’America, il
libro si intitola lezioni americane, la moglie dopo che calvino è morto le ha intitolate così.

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