Sei sulla pagina 1di 75

Storia della musica I

1.Origini della monodia e del Melodramma: Firenze, Mantova,


Roma

Il Barocco
Il Barocco è un movimento artistico che nasce in Italia nel corso del 600 per poi diffondersi
nell’Europa cattolica, e coinvolge principalmente l’architettura e le arti figurative ma si
manifesta anche in letteratura, teatro e musica. L’arte barocca è sontuosa e spettacolare,
caratterizzata da linee curve e superfici mosse, contrasti di luce e ombra e ricerca di effetti
particolari per trarre stupore e meraviglia nello spettatore o nell’ascoltatore. Nel 700, la
definizione di barocco viene poi usata in senso dispregiativo dai critici che sono più
classicisti che ritengono il barocco un movimento troppo eccentrico. tra 800 e 900 si assiste
poi a una rivalutazione dell’arte barocca che verrà considerata una vera e propria
espressione della cultura Secentesca: le nuove scoperte scientifiche dimostrano che l’uomo
non è al centro dell’universo e questo porta tormento che si esprimerà poi in molteplicità di
punti di vista e “sovraccarico”. Tra i massimi esponenti troviamo Bernini, con statue
caratterizzate da panneggi ed effetti drammatici, Pietro da Cortona, con affreschi
spettacolari, ed altri a Roma. Per quanto riguarda la letteratura e il teatro, invece, i massimi
esponenti si trovano in Spagna. L’arte barocca si diffonde grazie alle corti e alle Chiese che
espongono le opere.

L’estasi di santa Teresa: Bernini esprime la sua


capacità di affascinare il pubblico. Bernini scolpisce la
santa su una coltre di nuvole, con un angelo che sta
per trafiggere il cuore con una freccia. Si percepisce
la presenza divina. La collocazione e gli
atteggiamenti sono estremamente enfatizzati come
se si trattasse di attori sul palcoscenico. L’intensa
espressione del volto, con il capo all’indietro e
l’eccessivo svolazzare delle vesti servono proprio a
indagare le emozioni che stanno dietro l’opera, con
l’obiettivo di stupire lo spettatore, perfettamente in
contrapposizione con il classicismo.

Stupire lo spettatore è la base del movimento e avviene attraverso la teatralizzazione,


l’attenzione infatti non va più nella perfezione dell’opera ma sullo spettatore e i suoi
sentimenti davanti all’opera stessa. L'illusione e la finzione scenica sono chiavi dell’intero
periodo:

Galleria di Borromini questa galleria è


un’illusione ottica, corta solo 9 metri sembra
invece lunghissima grazie all’abbassamento
degli archi. Solo quando un uomo si avvicina
al fondo è possibile comprendere che si è
soggetti a un effetto ottico.

I concetti dell’arte barocca sono proprio la teatralità e l’esasperazione.

La musica barocca è quella compresa tra il 1600 fino al 1750, diversamente dall’arte. Il più
grande studioso del barocco in musica è Bukofzer che cerca una corrispondenza tra musica
e le altre arti. Il barocco si divide in 3 grandi periodi:
1. 1600 - 1650: Primo barocco (Monteverdi, Frescobaldi e Schutz)
2. 1650 - 1700 : Barocco di mezzo (Carissimi, Lully e Purcell)
3. 1700 - 1750: Tardo barocco (Vivaldi, Scarlatti, couperin, Bach e Handel)

Perché colpire e stupire?


Nel 1600 ci sono una serie di disgrazie in Europa come la guerra dei 30 anni, le pestilenze e
le carestie, un periodo nero con relativo crollo demografico, economico e politico, con un
autoritarismo democratico (le classi dominanti cercano di creare un sistema per proteggere i
propri terreni affermando in maniera prepotente il proprio potere). Quasi tutti i governi
diventano sempre più intransigenti e portano all’assolutismo monarchico (Luigi XIV).
Il musicista è servo di questo sistema, diventa maestro di cappella, legato fermamente a
ciò che il protettore gli dice di fare; il potente usa l’artista per convincere il pubblico della sua
bontà, serve quindi a conquistare la fiducia e la stima dei sudditi. L'arte della persuasione e
del commuovere è quindi uno strumento della politica sociale, ed è qui che possiamo
accomunare tutta l’estetica barocca.
L’artista deve tradurre la volontà del suo committente(mecenate) in immagine, parole, edifici,
narrazioni, gesta teatrali o musica che ne riprendono il messaggio. Il tutto è sotto a una
strategia generale, dove l’arte è uno strumento per un altro fine, deve commuovere,
persuadere e dare il senso dello spettacolo,è la maschera dietro la quale i governanti
nascondono la fragilità economica e non solo del proprio governo dovuta al periodo storico.
Ecco nascere nella musica lo stile degli affetti e la storia della musica riconosce come la
monodia sia lo stile che più riesce a riflettere questo, che riesce a colpire l’ascoltatore. La
musica affettuosa è la musica che provoca degli effetti emotivi. C’è quasi un vocabolario
di figure retoriche che permette di provocare gli effetti e gli affetti ed è usato per colpire.
Precursori: Frescobaldi e Monteverdi.

Nascita dell canto monodico


La nascita della monodia deriva da diversi fenomeni:
● Cantare alla viola = un madrigale, ad esempio, dove il cantante fa una sola parte
vocale e tutte le altre vengono fatte dalla viola. Si ha una maggiore espressività in
quanto essendoci una sola voce è più semplice sentire e comprendere il testo.
Nb. Differenza tra madrigale e aria è che il madrigale non è fisso, viene
continuamente musicato, mentre l'aria ha sempre la stessa musica nelle varie strofe
della poesia.
● Arie = stile monodico molto semplice, quasi simile alla recitazione e proprio per
questo verrà definito dagli storici recitar cantando; estremamente espressiva unisce
la recitazione al canto permettendo di comprendere alla perfezione il testo. C'è un un
uso sobrio degli abbellimenti, e libertà nell'agogica (uno che parla) e per essere tale
deve esserci un accompagnamento minimo (che poi verrà fatto da un basso
continuo) . Questo viene poi definito "imitar con il canto chi parla". Il primo grande
esempio sono le Nuove musiche del Caccini, sono madrigali e arie del 600.
→ Caduca fiamma, aria dalle nuove musiche di Caccini
Da questo stile nascerà il recitativo d'opera, molto sillabico e con accompagnamento
al minimo.
Tutte queste istanze trovano una sede teorica e propagandistica a Firenze, in un gruppo di
intellettuali che passa alla storia con il nome di Camerata dei Bardi (o camerata fiorentina).

La camerata fiorentina
Gruppo di intellettuali che si riunisce a Firenze con l’obiettivo di far rivivere la musica
greca. I componenti sono musicisti come Vincenzo Galilei, Jacopo Peri, Giulio
Caccini ed Emilio De’Cavalieri, poeti come Ottavio Rinuccini, o semplicemente
gentiluomini come Jacopo Corsi, Piero Strozzi e Girolamo Mei.
Questo gruppo discuteva sulla musica e sulla poesia del tempo in relazione con
quella antica come quella greca. In particolare sostengono che la musica greca è più
perfetta ed espressiva rispetto a quella della loro epoca: la musica della tragedia
produceva degli effetti trascinanti sullo spettatore (catarsi = rimanevi migliorato e
cambiato davanti allo spettacolo tragico) e questo accadeva perché il canto
monodico permetteva di comprendere il testo e di esprimere la passione. Tutto
questo spazzava via il contrappunto rinascimentale definendolo "cosa gotica" in
quanto la voce viene interrotta e non permette allo spettatore di comprendere il
potere enorme del testo. La battaglia alla polifonia punta a tornare alla monodia degli
antichi greci, e questo porta loro a promuovere l’uso del recitar cantando, uno stile
che permetteva alla musica di accrescere il senso delle parole e non quello di
coprirle.
Le tesi sostenute dalla camerata dei Bardi sono raccolte ed esposte da Vincenzo
Galilei nel "Dialogo della musica antica e della moderna"

L’opera che segna la nascita della monodia è la raccolta di madrigali monodici e arie Le
nuove musiche per voce e basso continuo di Caccini. In seguito fece la sua apparizione
anche la monodia sacra con i concerti spirituali, mottetti solistici con basso continuo.

Predecessori dell’opera
Da dopo il madrigale, con la polifonia per eccellenza, si arriva alla monodia e da qui ci si
sposta sempre più verso l’opera come la conosciamo noi. In particolare dobbiamo
approfondire i due predecessori per quanto riguarda la scena:
● DRAMMA PASTORALE
Sono quei piccoli poemi ambientati in “Arcadia” (regione mitica della grecia) dove ci
sono pastori, dei e semidei. Si parla di un’ambientazione idilliaca, dove i pastori
possono cantare l’amore tutto il giorno immersi nella natura. La storia si crea intorno
a un piccolo dramma che poi verrà risolto. Sono quindi vicende di teatro con il canto
= la monodia inizia a entrare nel teatro.
Esempi: Il pastor fido di Guarini
● INTERMEDI:
Gli intermedi sono spettacoli compositi (comprendono tante cose) normalmente fatti
a corte, quindi ci sono delle scene spettacolari, composte da danze, cori e musiche
strumentali. Il termine intermedi deriva dal fatto che venivano fatti tra un atto e l’altro
di una tragedia o di una commedia, una posizione strategica in quanto servivano per
far rilassare lo spettatore (A volte erano molto pesanti e il nobile offriva questo svago
durante l’intervallo). Questi intermedi ebbero un enorme successo tra gli invitati,
nobili, tanto da venir poi estrapolati dalla tragedia stessa.
→Intermedi per La Pellegrina (= intermedi fiorentini): fatti per la prima volta
nel maggio 1589, sono stati rappresentati a Firenze per le nozze di
Ferdinando I De Medici e Cristina di Lorena e sono considerati i primi
antecedenti dell’opera in musica. I creatori sono quelli della camerata
Fiorentina: i testi sono di Ottavio Rinuccini, Strozzi e Bardi, e le musiche sono
di Marenzio, Malvezzi, De’Cavalieri, Caccini, Peri e Bardi. Gli argomenti sono
mitologici e lo stile è decorato, sicuramente c’era un bel apparato scenico
dato che erano fatti a corte. Gli intermedi sono 6 per un totale di 34 brani
musicali di vario genere (sinfonie strumentali, madrigali da 3 a 30 voci con o
senza accompagnamento, arie a solo), e l’orchestra ha un alto numero di
elementi.

Le prime opere
I musicisti che hanno lavorato agli intermedi della Pellegrina sono poi gli stessi presenti nella
camerata dei Bardi e, tra questi, c’è anche colui che dà origine alla prima Opera (Jacopo
Peri).
● La prima favola pastorale è Dafne di Jacopo Peri su testo di Rinuccini,
rappresentata a casa Corsi durante il carnevale del 1597, ma di questa son arrivati a
noi solo pochi frammenti.

● La prima opera che è giunta a noi è Euridice, dramma mitologico-pastorale di


Rinuccini, messo in musica da Peri. Eseguita per la prima volta a palazzo Pitti il 6
ottobre del 1600 in occasione delle nozze tra Maria De Medici ed Enrico IV re di
Francia. Nella partitura, stampata l’anno seguente, sia Rinuccini che Peri fanno una
bella prefazione dove scrivono che siccome la tragedia greca era cantata sulla
scena(anche se non era vero), anche loro avrebbero dovuto cantare dall’inizio alla
fine, ed è proprio ciò che la distingue dal dramma pastorale. Lo stile è quello del
recitar cantando e il canto è monodico (tranne che per i cori) in quanto la necessità
era quella di imitare il parlato e la poesia = la melodia scende dal cantato per stare a
metà con il parlato.
→Prologo dell’Euridice del Peri: la vocalità è molto declamatoria, si
comprende perfettamente il testo ed è leggermente cantato su un basso
continuo, cosa che verrà sostituita dal clavicembalo quando arriverà Mozart.
Al recitar cantando si alterna la presenza corale.

● La prima opera di Caccini è Il rapimento di Cefalo anch’esso rappresentato per la


prima volta nel 1600. Nello stesso anno Caccini pubblica la sua Euridice, sempre su
testo di Rinuccini, che verrà rappresentata per la prima volta nel 1602. Questa
dovrebbe essere leggermente più fiorita con un maggiore respiro melodico rispetto la
precedente.

● Emilio De’Cavalieri pubblica la partitura di una nuova rappresentazione operistica


che si intitola Rappresentazione di Anima e Corpo, posta in musica per recitar
cantando , nel 1600 a Roma, e lo stesso autore rivendica il fatto di essere il primo ad
averla inventata. Anche quì i personaggi sono allegorici e sono l’Animo, l’Intelletto, la
Vanità, non troviamo personaggi reali.
● Sempre nel contesto delle esecuzioni private, alla corte del Duca Gonzaga a
Mantova, Claudio Monteverdi crea la prima opera Orfeo, favola in musica,
rappresentata la prima volta durante il carnevale del 1607.
○ Orfeo, cantore e poeta, scende nell’oltretomba per andare a recuperare la
moglie Euridice. Per poterla salvare deve tornare in superficie senza mai
guardarla. Era quasi riuscito a salvarla ma cede alla tentazione di guardarla e
la perde per sempre. Apollo si commuove lo porta tra gli Dei per sempre (fine
consolatorio).Questa è la prima vera e propria opera perché con
Monteverdi non si ha più un esercizio di stile ma inserisce tutte le sue
capacità musicali, con recitar cantando molto espressivi e parti di maggior
musicalità. L’organico è ricchissimo, con più di 100 strumenti elencati dallo
stesso Monteverdi nella prefazione della partitura.
→ In un fiorito prato
→ Tu sei morta ed io respiro
Entrambi sono ancora recitar cantando ma c’è molto più patos, gli
strumenti accompagnano ma intervengono anche creando una sorta di
dialogo con il cantante, il tutto risulta più movimentato.
→ Mi ricorda boschi ombrosi=ritmo hemiolia
Così si trasforma il dramma pastorale in opera e si crea un modello di opera
dove il recitativo sarà una parte molto importante ma che si differenzierà
sempre più con l’aria.

L’opera italiana del Sei-settecento


L’opera nasce quindi come spettacolo a corte in Italia, in particolare a Firenze, Mantova,
Torino e Roma. Questi spettacoli erano sfarzosi, fatti una volta sola e il pubblico era
costituito da cortigiani e invitati. In seguito si sviluppò il teatro impresariale, a Venezia, e di
conseguenza la nuova figura dell’impresario, e solo dopo nacque una sorta di formula mista,
dove sia il privato che il pubblico pagante potevano usufruire dell’opera. In questi drammi in
musica sono importanti molti aspetti che prima non lo erano, come ad esempio la
scenografia e la bravura dei cantanti.
● Teatri: da principio le sedi erano provvisorie e venivano chiamate “teatri da sala”,
erano ampi salotti rettangolari con la scena posizionata su uno dei lati corti e le
gradinate tutt’intorno sulle altre pareti. Poi nacquero i teatri stabili con quello
impresariale. questi teatri erano costituiti da una platea con panche per il pubblico
meno abbiente, e per il pubblico più colto (pagava un abbonamento) c’erano diversi
livelli di palchi, il palcoscenico era al livello del primo palco in modo tale che
l’orchestra che vi si poneva davanti non desse fastidio alla visione dello spettacolo.
La scena era divisa dal resto da un sipario e tutt’intorno al palco erano necessari
degli spazi che servivano a muovere le scenografie (scenotecnica).
● Scene: la scenografia deriva dalla tecnica prospettica (basata su punti di fuga) del
Rinascimento. Il pubblico è sempre più attratto dai cambi di scena repentini e questo
porta allo sviluppo della scenotecnica e all'invenzione delle macchine teatrali.
● Cantanti: diventano figure professionali importantissime, devono saper usare la
tecnica ed avere allo stesso tempo abilità sceniche come espressività e teatralità. Le
donne venivano definite virtuose, mentre gli uomini musici, c’erano anche i castrati.

L’opera a Roma
Il dramma per musica trova ospitalità a Roma quando vi si trasferiscono Giovanni Maria
Bardi e Emilio De’Cavalieri, che con la sua Rappresentazione di Anima e di Corpo (1600) dà
l'input alla città. Il primo esponente dell’opera romana fu Mazzocchi con La catena d’Adone
dove è presente una prefazione dove si fa una critica al recitativo dicendo che è noioso,
grande difetto dell’opera fiorentina, e che per ovviare al problema bisogna aumentare i
momenti di fluidità melodica (arie) con ritmicità regolare e melodia fluida, lirica e ricca.
Il momento culminante si ha con il pontificato di Urbano VIII, della famiglia Barberini, che
trasforma un vasta sala di palazzo Barberini in un Teatro d’Opera capace di ospitare 3000
persone (disposte a ferro di cavallo) Questa sala fu inaugurata nel 1632 con l’opera Sant
Alessio di Stefano Landi.
Il sant’Alessio è un’opera di Stefano Landi del 1632. Quest’opera rappresenta una
varietà di sentimenti che passano dal patetico al comico, prevalgono i recitativi che
servono ad esprimere le diverse situazioni drammatiche, ma ci sono anche brevi arie
e cori di angeli, diavoli o servi che riprendono lo stile madrigalesco. Quest’opera è la
prima che ha dei personaggi comici perché si rendono conto che queste figure
danno energia, questo porta alla creazione di personaggi non di ceto nobiliare.
→ il coro dei demoni
Lo scenografo di quest’opera è Bernini, e la scenografia passa alla storia per il largo
impiego di effetti scenici; inoltre ricordiamo quest’opera per il grande utilizzo di cori,
per il suo ricco apparato strumentale e per la presenza di arie strofiche. Le voci sono
molto acute e venivano eseguite dai castrati che iniziano quindi a diventare dei
“divi”.
L’opera a Roma ha un andamento costante in base al gusto della famiglia pontificia, cosa
che non permette al pubblico di crescere e sviluppare il gusto dell’opera: un esempio di
questo atteggiamento lo notiamo con il teatro Tordinona, primo teatro pubblico di Rroma, che
fu chiuso e riaperto ripetutamente secondo le alterne volontà del pontefice.

CARATTERISTICHE DELL’OPERA ROMANA:


● viene superato il recitar cantando a favore di una maggiore differenziazione tra
recitativo e aria.
○ la melodia si raggruppa sempre più in forme chiuse di breve estensione:
arie strofiche, alcune in forma bipartita, e arie su un basso ostinato.
● La polifonia rimane solo nei cori che vengono usati per interrompere o variare
l’azione.
● L’orchestra non è ancora definita nella sua formazione ed è utilizzata per i ritornelli,
per brevi interludi o per sostenere il recitativo con il basso continuo.
● i soggetti non sono più solo mitologico-pastorali, ma troviamo vicende edificanti,
agiografiche, allegorico-morali o ispirate a episodi cavallereschi.

2.La musica devozionale:dalla lauda filippina all’oratorio

L’oratorio di san Filippo Neri


San Filippo Neri entra a far parte della Chiesa di San Girolamo della carità dove inizia
un’esperienza pastorale intensa che lo vede impegnato con le classi sociali meno bienti, i
poveri e soprattutto i giovani: cerca di avvicinarsi alla Chiesa facendogli vivere le sacre
scritture con gioia, facendoli divertire (senza distinzione tra maschi e femmine). La sua
opera ebbe un enorme successo tanto che gli dedicarono la Chiesa di Santa Maria della
Vallicella, sede dell’oratorio. Il termine “oratorio” indicò per molti secoli degli edifici o degli
ambienti dove i fedeli si incontravano per pregare. Con la rinascita della Pietà Cristiana e la
Controriforma si iniziano a diffondere pratiche devote composte da preghiere, meditazioni e
sermoni frammenti dal canto delle laudi. Nelle congregazioni come quella di S. Filippo Neri, il
mezzo fondamentale che serve a raccontare Dio diventa la musica, per questo gli spazi
musicali alla fine prevalsero e l'oratorio finì per indicare composizioni sacre non liturgiche
che, in ricorrenze particolari, venivano eseguite in quegli edifici.

CARATTERISTICHE DELL’ORATORIO FILIPPINO:


● L’oratorio musicale è un genere drammatico-narrativo che svolgeva episodi sacri al
fine di edificazione religiosa.
● Non era rappresentato ma cantato da voci soliste e dal coro, con accompagnamento
strumentale.
● I dialoghi sono eseguiti dai cantanti in prima persona mentre la narrazione è data a
uno storico (narratore) che racconta la storia narrata in terza persona. Lo stile dei
dialoghi è quello monodico del recitativo ma con basso continuo come nel recitar
cantando.
● Le storie raccontate sono veri drammi sacri che non c'entrano con la Chiesa.
● Il coro può essere più o meno importante ma in generale lo è molto di più rispetto al
melodramma del tempo. (Sarà sempre molto presente a differenza di ltri generi dove
verrà man mano eliminato).
● i personaggi sono reali ma a volte sono accompagnati da personaggi ideali come la
Speranza, la Carità e l’Umiltà.

Nell’epoca barocca l’oratorio fu trattato sia da compositori cattolici sia dai protestanti, e
l’oratorio è stato scritto sia in latino, che in italiano che in inglese.

Gli oratori latini o historiae


L’oratorio latino nasce a Roma nella Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso, che si
riuniva nell'omonimo oratorio posto vicino alla Chiesa di San Marcello. Questo posto era
frequentato da nobili, quindi disponeva di un elevato numero di donazioni, cosa che
permetteva di organizzare parecchi allestimenti, anche nel periodo di quaresima, e che
esercitò un grande richiamo anche per l’eccellente livello dei cantanti.
NB. In quaresima e nella settimana santa non era possibile allestire opere, ma si
poteva invece allestire oratori cosa che li rese degni sostituti dell’opera in questo
periodo (XVIII).
L’oratorio latino (o historiae) deriva dai mottetti concertati eseguiti come dialoghi spirituali,
ma con l’arrivo della monodia lo stile mottettistico viene sostituito con quello del recitativo. Il
testo era scritto in latino (nobili) e spesso deriva dall’Antico Testamento.
Analogamente alla lauda, anche il mottetto si dilata e comincia ad ereditare elementi
drammatici dell’oratorio (dialoghi,azioni, personaggi, narratore), si arricchisce con
l’introduzione di elementi drammatici e i dialoghi che saranno nello stile monodico del recitar
cantando.
NB. l’elemento monodico va a intaccare tutto ciò che era polifonico infatti, già da
metà 600, possiamo dividere l’oratorio in 2 generi, quello volgare e quello latino, che
non sono molto diversi dal punto di vista stilistico.
Iniziano quindi ad arrivare le arie, i cori sono scritti in stile omofonico, la durata va dai 30 ai
60 minuti divisi, d’abitudine, in 2 parti da un sermone.

Giacomo Carissimi

VITA:
Nasce da una famiglia umile nel 1605 sui colli laziali ed inizia giovanissimo la
professione del musicista(per la Chiesa, prima al Duomo e poi nella cattedrale). Nel
1630 viene chiamato a Roma dove fa il maestro di cappella nella chiesa di
Sant'Apollinare (aveva annesso un collegio). Qui ebbe una grande fama come
insegnante e grazie ai discepoli del collegio le sue musiche arrivarono anche in
Francia e Germania. A Roma lavora in contemporanea a Mazzoli, Rossi e Landi ma
non si accosterà mai al teatro musicale nonostante la sua spiccata teatralità, questa
gli permetterà di creare musica che, nonostante la compattezza, riesce a evocare
immagini descrittive e liriche.

OPERE:
La produzione musicale di Carissimi si sviluppa nell’ambito della musica vocale non
teatrale: in lingua latina per ciò che è religioso (oratori latini = historie) e in italiano
per ciò che è profano (cantate profane).
I testi degli oratori sono tratti dal testamento con piccole parti inventate. Nelle
historie alterna la narrazione del narratore con parti dialogiche liriche (brani solistici,
duetti, brani corali) accompagnati da un basso continuo o da pochi strumenti (2 violini
e viola da gamba).
→ Jephte, plorate colles (fotocopia). sacrifica la prima persona che incontra
che sarà poi la figlia.
Le melodie solistiche di Carissimi hanno una modellatura plastica e una ritmica
rilevata (il recitativo si alterna alle frasi ariose).
Il coro ha una notevole importanza, trattato per lo più in maniera omofonica, ha
anche però dei passi in contrappunto imitato.
NB. Carissimi, Schutz e Monteverdi sono i tre musicisti che più sentono il sentimento
religioso nel XVII secolo.

L’oratorio italiano
L’oratorio italiano è generato dalle laudi polifoniche e nasce a Roma, poi grazie alle istruzioni
oratoriali dei padri filippini e dei gesuiti si diffonde in altre città italiane come Ferrara, Firenze,
Modena e Bologna ma ebbe un enorme successo anche alla corte imperiale di Vienna dove
venivano usati non solo con funzione devota ma anche nelle occasioni speciali (ospiti
importanti) oppure in quei periodi in cui non era permesso allestire un’opera (es quaresima).
Presto assunse delle caratteristiche proprie:
● Abolito il Testo o Storico
● Diminuzione del coro
● Riduzione della struttura drammaturgica a una successione di recitativi, arie e duetti
che rispecchiano sempre più quelli dell’opera.
● Divisi in 2 parti (le opere invece in 3)
● soggetti biblici e agiografici
● libretti scritti da letterati o librettisti come Zeno e Metastasio
L’importanza dell’oratorio italiano è testimoniata sia dalla sua enorme diffusione, sia dal fatto
che ogni operista ne ha scritto almeno un paio: un esempio è Alessandro Stradella che
compone il San Giovanni Battista ; Stradella è il primo a dividere l’orchestra in 2 gruppi:
concertino (2 violini basso continuo) che si contrappone al concerto (gruppo più grande),
anticipando il concerto grosso di Corelli.
San Giovanni Battista: il profeta che voleva dissuadere Erode a sposare Erodiade,
che è la cognata divorziata, ma dal matrimonio nasce Salomè quindi non i possono
sposare?? Lei si arrabbia e lo manda in prigione.
Un altro esempio è Scarlatti che ne compose 38, sempre più simili alle opere a sempre
senza essere rappresentati.

NB. teorizzato da Arcangelo Spagna (1631 -1720, che scrisse un discorso dove accosta
l’oratorio e l’opera dicendo che l’interesse deve cadere sui personaggi non sulla narrazione
e lo definisce melodramma spirituale. Questi personaggi devono essere tra i 3 e i 5
(perché troppi personaggi ne diminuiscono l’importanza) e da una serie di indicazioni sulla
forma e la struttura. Anche il coro deve diminuire per dare più importanza ai singoli
personaggi → si avvicina l’oratorio all’opera.

Oratorio all’estero

Vienna
L’azione si svolge nella corte imperiale e gli oratori sono quelli che venivano eseguiti in quei
periodi in cui non si poteva fare opera e nelle occasioni speciali dove le opere non
rispecchiano l’importanza e la solennità dell’ospite.

Francia
L’oratorio arriva a Parigi con Antoine Charpentier, uno dei più famosi autori di musica sacra
del suo tempo, e maestro presso la Sainte-Chapelle. Diventa famoso per la composizione di
numerosi oratori, la maggior parte su testi latini e con soggetto analogo a quello di Carissimi,
altri su testi francesi; i suoi oratori sono caratterizzati dall’unione di elementi francesi e di
elementi italiani. I suoi oratori non ebbero seguito sulla produzione musicale sacra che li
seguirono.
La forma preferita dai compositori è il grand motet, un fastosa cantata sacra per voci soliste,
coro e orchestra, con esti tratti da salmi, antici o inni francesi. Questi venivano usati per
decorare funzioni religiose o per dei concerti pubblici.

Inghilterra
Per l’oratorio in inghilterra troviamo Haendel: scrive oratori su testi dell’antico testamento
per voci soliste, un immenso coro e orchestra. Le sue composizioni non sono da Chiesa
però, infatti l’oratorio si allontana dal luogo di culto per diventare oratorio da concerto, erano
libere riflessioni sulla condizione dell’uomo, sulla vita e la morte, sui sentimenti e i peccati
dell’umanità.

Germania
Drammaturgia sacra e rappresentata dal genere della passione, il più grande esponente è
Bach, è l’oratorio della settimana santa e della passione, riguardante la passione di cristo e
la crocifissione. Altri esponenti importanti sono Chutz, Telemann, Haydn, Mendelssohn e
Liszt.

3.La musica vocale da camera nell’era della monodia


accompagnata

Le monodie profane da camera


Con le Nuove musiche cacciniane si inizia un progressivo avvicinamento verso la monodia
che, solo dal 1620 con la stampa di Musiche monodiche, segnerà la fine dei madrigali
polifonici. Nel periodo di transizione uno dei protagonisti è Claudio Monteverdi con le sue
raccolte di composizioni polifoniche e di musiche monodiche che permettono di studiare e
comprendere l’evoluzione del linguaggio compositivo tra il 1580 e il 1630.
La crescente attenzione alle esecuzioni per voci singole, accompagnate da un basso
continuo, favoriscono l’emergere della figura del virtuoso, un cantante professionista, in
quanto la difficoltà e l’ornamentazione vocale di questi brani solistici era particolarmente
difficile per gli esecutori amatoriali.

Madrigli monodici e arie


Già dalle Nuove musiche di Caccini possiamo dividere la monodia in arie e madrigali:

ARIE
● Si basano su testi strofici: la melodia e l’accompagnamento di una strofa viene poi
ripetuto per le successive
● Svolgimento sillabico

MADRIGALI
● Si basano su testi non strofici e la musica non ammette ripetizioni
● Svolgimento che ammette indugi e abbellimenti o ornamentazioni sulle vocali per
aumentare l’elemento espressivo delle parole

Man mano l’aria viene riconosciuta come unica forma monodica e si arriva anche a una
variazione strofica: il basso viene ripetuto invariato in ogni strofa ma vi è una variazione nella
melodia, nel canto, che può anche variare di volta in volta.

La cantata profana o da camera


Il termine cantata si trova per la prima volta sul frontespizio dell’opera Cantade et arie a
voce sola con basso continuo di Alessandro Grandi, vie maestro di cappella in San Marco
quando era maestro Monteverdi. Le prime cantate erano molto simili alle arie ma con più
scorrevolezza, vastità, respiro: si arricchisce la parte della melodia sia quando si muove
liberamente sul basso continuo invariato, che quando inizia a muoversi liberamente anche il
basso continuo.
Viene poi introdotto un nuovo principio compositivo che vede la contrapposizione di
recitativo e aria.
- Recitativo = momento narrativo, ragionativo ed esplicativo. Questa parte è quella più
vicina al parlato, al declamato sillabico,ed è sostenuta solo da radi accordi.
- Aria = effusione espressiva. Questa parte è quella più artistica, soggetta alla
creazione di una melodia accompagnata da un basso continuo che rappresenta
un’armonia in evoluzione.
L’alternanza tra questi due momenti diventa parte integrante della struttura della cantata, da
prima, e poi della tradizione operistica italiana. Questo binomio influisce sullo sviluppo
espressivo del melodramma, in seguito, ed aiuta ad attenuare gli effetti drammatici per
favorire la contabilità elegante e nobile del canto ornato.
I primi esponenti della cantata profana furono Carissimi, Stradella, Legrenzi, Scarlatti,
Pergolesi e Benedetto Marcello.

4.Dall’opera di corte all’opera di impresa: Venezia


Il passaggio da opera di corte a teatro impresariale inizia nel carnevale del 1637 a Venezia
quando una compagnia di musicisti romani decide di affittare il teatro di S.Cassiano, che
abitualmente ospita le compagnie teatrali di comici d’arte, e vi rappresenta Andromeda di
Francesco Mannelli su libretto di Benedetto Ferrari. La grande novità fu che gli spettatori
erano paganti, e la loro grande affluenza segnò un successo economico e l’inizio del teatro
d’impresa. Da quì in poi iniziarono ad aprire altri teatri impresariali e si inizia a definire un
nuovo genere di opera fino a che l’opera veneziana non diventa uno dei generi musicali più
complessi e graditi al pubblico, cosa che lo porterà a diffondersi anche nelle altre città
italiane ed estere.

Lo spettacolo operistico come impresa


Venezia era una delle poche città ad avere un commercio fiorente sia in entrata che in
uscita, poi divenne il primo centro turistico internazionale e infine riuscì anche a trovare il
suo posto nella cultura grazie al teatro impresariale: grazie al successo dell’Andromeda,
iniziarono a riattare i vecchi teatri e a costruirne di nuovi (arrivarono ad averne 12 attivi) per
ospitare i nuovi spettacoli d’opera ed affidarli a impresari dai quali ricavare una giusta
rendita.

FUNZIONAMENTO DEL TEATRO D’OPERA:


Il proprietario di un teatro lo affida ad un impresario che paga un affitto. L’impresario
allestisce le stagioni d’opera e con i ricavati dei biglietti rientra nelle spese. Le
stagioni venivano allestite sempre nel periodo del carnevale, quindi da S. Stefano e il
martedì grasso, e per ogni stagione c’erano contratti fissi con librettisti e cantanti. Le
repliche portavano lo spettacolo al successo e quindi agli incassi.

A differenza delle opere a corte, dove i costi erano esclusivamente a carico dei nobili,
nell'opera impresariale i costi dovevano quadrare con il ricavato quindi venivano scelte le
opere in base al gusto del pubblico pagante: queste opere avevano quindi drammi
complessi, ricchi di scene e vicende secondarie (a discapito della verosimiglianza), con
diverse scenografie e grandi costumi. Il canto monodico era centrale, quindi si spendeva
molto per virtuosi ed evirati di grande nome e valore a discapito del coro, a volte addirittura
assente o comunque poco usato, e dell’orchestra che era composta da pochi archi e gli
strumenti del basso continuo.
I soggetti erano molto vari: da principio erano legati alla mitologia pastorale come a corte,
poi passarono alla mitologia classica e agli eventi della storia antica, in particolare quella
romana. Gli atteggiamenti eroici e il linguaggio nobile del melodramma erano mischiati con
episodi di comicità e travestimenti che non c'entrano effettivamente con l’azione principale, e
l’esigenza di stupire il pubblico porta quindi il librettista ad inserire anche apparizioni in
sogno e scene dall’oltretomba e.

I musicisti più importanti di questo periodo sono Claudio Monteverdi, Pier Francesco Bruni,
Francesco Cavalli, Antonio Cesti e Alessandro Stradella.

5.L’opera a Napoli. Opera seria e opera buffa

Prima di Scarlatti
L’opera in musica nello stile vneziano fu introdotta a Napoli a metà del diciassettesimo
secolo, quando il vicerè spagnolo fece venire a Napoli una compagnia nomade di cantanti
chiamati Febi Armonici, i quali , nel 1650, allestirono un padiglione vicino al Palazzo reale e
portarono in scena Didone di Cavalieri e L’incoronazione di Poppea di Monteverdi.
Nel 1654 viene aperto il primo teatro pubblico Napoletano, che si chiamava San Bartolomeo,
ma per decenni le opere venivano prima rappresentate a corte e solo dopo al teatro.
Nel periodo antecedente a Scarlatti, venivano rappresentate opere del repertorio veneziano
ma spesso venivano rimaneggiate per seguire le esigenze locali. da questa tendenza deriva
poi la creazione di un nuovo stile napoletano.
le prime opere napoletane sono di Filippo Coppola, Francesco Cirillo e Francesco
Provenzale, che iniziano rimaneggiando le opere veneziane ma poi ne creano di nuove
(rimangono lo schiavo di sua moglie e Stellidaura vendicata) dove è possibile notare la
conoscenza di Monteverdi, il gusto per il patetico e una vivacità comica di stampo popolare
come la caratterizzazione di tipi = si mescolano elementi comici con l’opera seria e una
vocalità adorna.

I conservatori
I conservatori sono in realtà nati come orfanotrofi che dovevano ospitare gli orfani e i
bambini abbandonati; vivendo con la beneficenza, si impegnano a far cantare i bambini alle
cerimonie nelle chiese dei paesi e quindi si rende necessaria un'educazione musicale. Alla
fine, tra il 1620 e il 1650, divennero delle vere e proprie scuole di musica di alto livello dove
insegnavano il canto gli strumenti a fiato, quelli ad arco e il clavicembalo.
I conservatori a Napoli sono quindi le prime istituzioni pubbliche in Europa destinate alla
formazione professionale del musicista, e grazie a questi luoghi si sviluppò quella che viene
definita scuola napoletana.

Alessandro Scarlatti
Tra gli ultimi due decenni del Seicento ed i primi due del secolo successivo, quando ormai il
melodramma da Venezia e da Roma si era diffuso in tutta la penisola, videro la luce anche le
più di 60 opere teatrali con cui il palermitano A. Scarlatti (Palermo 1660 - Napoli 1725) si
conquistò ampia fama nell’Italia dell’epoca ed in particolare a Roma, Firenze, Venezia e
infine Napoli, città dove soggiornò a lungo (vi si era trasferito dal 1684), dove divenne
protagonista indiscusso delle scene teatrali e dove morì. Nei mutamenti stilistici della sua
attività di compositore si riassume il lungo itinerario storico che porta l’opera italiana dai
modelli veneziani (che predominavano nella seconda metà del Seicento) fino alle soglie
dell’opera napoletana, che inizia le sue grandi fortune nel terzo decennio del Settecento.

Gli strumenti formali usati da Scarlatti sono quelli tradizionali (aria, recitativo, interventi
orchestrali, basso continuo) ma che nelle sue mani si arricchiscono, acquisiscono maggior
ampiezza e ricchezza di struttura: l’aria diventa aria col da capo (in seguito definita
canonica) , dove il “da capo” ha la precisa utilità di permettere ai cantanti di fiorire e abbellire
la loro parte mostrando tutta la loro bravura. Anche l’accompagnamento si fa sempre più
ricco impiegando l'intera orchestra d’archi (fiati poco, per gli effetti) abbandonando un po’ il
basso continuo. Il recitativo secco viene pian piano sostituito da un recitativo accompagnato,
dove il basso continuo viene sostituito dall’orchestra per avere una maggiore drammaticità.
L’orchestra è composta principalmente da strumenti ad arco e da alcuni fiati (usati
principalmente per gli effetti più particolari) come il flauto, l’oboe, il fagotto e la tromba.
L’orchestra diventa fondamentale anche per la sinfonia introduttiva che, da principio, non
aveva una vera forma ma che poi prenderà il nome di ouverture all’italiana e sarà composta
da un allegro iniziale, un adagio e un brillante movimento di danza conclusivo.
Dei molti melodrammi composti da Scarlatti, alcuni a Napoli, sono particolarmente famosi
l’opera comica il trionfo dell’onore(1718) e l’opera seria La Griselda(1721, libretto di Zeno),
inoltre ha composto una trentina di oratori e più di 600 Cantate oltre alle Messe, i mottetti e
le opere strumentali.

L’opera napoletana dopo Scarlatti


I vari Conservatori napoletani non solo crearono una linea di continuità stilistica che durò più
di cent’anni, ma perpetuarono una scuola di altissimo artigianato in cui non di rado i più
rinomati compositori erano anche maestri di severo prestigio. La Scuola napoletana, che
aveva già alle spalle il grande esempio di Scarlatti e una tradizione di spettacoli ormai più
che cinquantennale, ebbe il suo momento fondante nella seconda metà degli anni Venti,
dopo che la metastasiana Didone di Vinci ebbe risonanze importanti in tutto l’ambiente. Altri
testi metastasiani come l’Artaserse e l’Olimpiade furono musicati dal Porpora (maestro di
canto che tutto subordinò alla perfetta valorizzazione umana), Leo, Feo, Pergolesi (che
continuò a concepire l’opera come un seguito inorganico di recitativi e arie, ma almeno
immise nelle sue arie la propria vena melodica fluida e patetica), con conseguenze che si
dilatarono immediatamente verso Roma e verso l’Italia settentrionale. Al gruppo dei primi
napoletani partecipò anche Johann Adolf Hasse (Amburgo 1699-Venezia 1783) che
napoletano non era, ma era stato istruito e protetto dal vecchio Scarlatti e nell’ambiente
italiano si era perfettamente integrato e sapeva inventare melodie di straordinaria
piacevolezza, riscuotendo a tratti l’orchestra dalla funzione secondaria in cui era caduta
(Didone abbandonata, Clemenza di Tito, etc.)

Diffusione dell’opera napoletana in Europa


Tra il 1740 e il 1770 l’opera seria di matrice napoletana dilaga in tutta l’Europa. Oltre ad
Hasse, acquistano fama in questi anni anche Niccolò Jommelli (Aversa 1714-Napoli 1774)
e Tommaso Traetta (Bitonto 1727- Venezia 1779). Come al tedesco Hasse giovò il contatto
con la tradizione melodica napoletana, così al napoletano Jommelli giovò il lungo soggiorno
in Germania. Dai tedeschi seppe trarre l’arte della strumentazione, l’attenzione al colorito
armonica nella ricerca di un tessuto orchestrale ricco e vario, capace di dar sostegno ad
espressione e canto. Ma con Jommelli e Traetta siano ormai ai limiti del gusto e dell’estetica
metastasiana. L’uno e l’altro venuti a contatto con ambienti culturalmente più esigenti e
moderni della patria napoletana e con tendenze aperte alle polemiche
anti-melodrammatiche che imperversano nel Settecento, sperimentarono tipi di opera che
tendevano a forzare i limiti delle rigide strutture elaborate da Metastasio e a trovare soluzioni
musicali meno sublimemente astratte e più concretamente aderenti alle narrazioni della
vicenda.
Negli ultimi trent’anni del secolo, cioè nell’epoca di Piccinni, Salieri, Cimarosa e Paisiello –
che provenivano anch’essi dal ceppo napoletano – i testi predisposti da Metastasio venivano
ancora musicati, ma dovevano subire rifacimenti e adattamenti. Negli anni Novanta saranno
invece ormai in declino e verranno sostituiti da nuovi modelli, in gran parte di provenienza
francese.

I castrati
Quella del castrato è la figura che interpreta la maggior parte delle arie solistiche,il bel canto
è una delle più alte espressioni di successo e talento dell'epoca infatti aveva i ruoli più
importanti. Il più famoso è Farinelli, anche se il vero nome è Broschi. Venivano notati da
piccoli, sottoposti a evirazione prima della pubertà, e educati alla musica per il successo. Si
contano circa 4000 castrazioni l'anno, anche se parecchi morivano e altri non diventavano
grandi cantanti.
→ Film "FARINELLI VOCE REGINA".
→ i cantanti castrati "una moda…"
→ moreschi ave maria
Farinelli, il Senesino, Velluti, Moreschi sono i più famosi, ovviamente identificati con nomi
d’arte o soprannomi. Le arie che fanno sono arie di affetto, devono creare sentimenti.
Conseguenza operazione è l’instabilità , quindi stavano molto fermi sul palco.

NB:
- Arie di affetto = devono esprimere dei sentimenti
- Arie di sorbetto = che sono quelle meno importanti
- Aria del sonno = in cui fingeva di farlo addormentare per far fare l'aria famosa al
talento
- Aria di baule = è quella che si portano dietro ovunque, cavallo di battaglia.

L’opera comica
Ma nel frattempo, sempre in ambiente napoletano, era nato un nuovo genere, destinato ad
avere un travolgente successo e ripercussioni in tutta Europa, quello dell’opera buffa o
opera comica. Esistevano già personaggi ed episodi buffi, riservati ai servi, ma nel 1709 un
impresario napoletano decide di allestire un’opera in 3 atti e in dialetto (come in uso nella
tradizione popolare locale) : Patrò Calienno della Costa con musiche di Orefice. Questo tipo
di opera è chiamata commedia per musica: una commedia lunga, spesso dialettale, dove
piano piano si inserisce e prende piede la musica. Ma c'è anche un altro genere molto più
importante che è l'intermezzo, sono inserzioni musicali tra un atto e l'altro di un'opera seria,
sempre di carattere comico. Non possono durare più di un quarto d'ora l'uno e servono a far
svagare il pubblico → la serva padrona nasce con l'unione di due intermezzi (del Il prigionier
Superbo, di Pergolesi) che poi diventano famosi come un'opera unica a parte, escono dal
contesto della loro nascita.
All'intermezzo e alla commedia per musica si toglie man mano il dialetto dopo il 1720, e tutte
queste composizioni vengono rappresentate in italiano, aumentando anche la presenza dei
personaggi piano piano. Resta l'assenza di tutti gli elementi dell'opera seria(se sono presenti
alcuni elementi dell'opera seria servono solo per prendere in giro alcuni personaggi come i
nobili).

CARATTERISTICHE:
● Campo buffo, distinzione che nel 700 non c'era.
● Non per ceti sociali alti, si facevano nei teatri di periferia ma li guardavano anche i
nobili, o in mezzo agli atti di un'opera seria
● Soggetti della quotidianità, ma tipi comici. Servi, paggi ecc che sono un tipo di
comico.
● Modo di parlare chiaro, con recitativi molto importanti per capire i dialoghi
● Arie comprensibili e non virtuose, diventano dinamiche
● No castrati, solo personaggi veri (nasce il basso buffo)
● La parola si fa azione, regia, quindi gli intellettuali francesi che criticano l'opera
italiana apprezzano la parola, quindi quando verrà rappresentata a Parigi avrà un
successo incredibile = querelle des bouffons, che divide il pubblico in sostenitori
dell'opera italiana e quelli dell opera francese.
● Realismo dei ruoli, non tutti con la voce acuta, cosa che poi diventerà un ruolo
fisso(ruoli vocali)
● Grandissima attenzione al finale d'atto (concertato di fine atto al 1 e scioglimento
degli intrighi al 2),è un momento culminante
● NO alle macchine sceniche, ai costumi sfarzosi e ai cantanti di grido
● Nasce il finale : scambio di battute alla fine, raido e che riunisce i personaggi in
duetti, terzetti o quartetti.
Anni 30 - 40
L’opera buffa inizia a diffondersi arrivando negli anni 30 a Roma, negli anni 40 a Venezia e
nel 1748 a Londra. Questo mostra come le differenze sociali iniziano a venir meno, inoltre le
trame acquisirono componenti nuove come paesi fantastici o esotici e problematiche
particolari come la differenza tra uomini e donne.
Una tappa fondamentale fu quella Veneziana con la coppia Galuppi e Goldoni (librettista)
che seppe dare una consistenza culturale nuova all’opera comica, con un’articolazione più
ricca e una gamma tematica più vasta che passa dalla fantasia alle esperienze
internazionali; inoltre portano un’umanità più vera, il tema dell’ironia e i conflitti tra borghesi e
nobili.
Cresce quindi la qualità dell’opera e cresce ancora di più quando Goldoni si incontra con
Piccinni (La cecchina, ossia la buona figliola -1766), qui stiamo andando avanti, verso gli
anni 60, dove si innesta sull’opera buffa la vena larmoyante, lacrimevole, dove i protagonisti
diventano gli orfani.
La Cecchina: è un’opera che ebbe un immenso successo,parla della Cecchina, che è
un’orfana, e alla fine dell’opera c’è un gran finale a sorpresa dove lei viene trovata e
si scopre che è figlia di una coppia nobile e che quindi può sposare il marchese.
→ Una povera ragazza, Piccini: aria bipartita, compassionevole e ha un tono
di mezzo carattere.
→ tagliaferro: parla in tedesco ma male, è molto italianizzato come tedesco,
ed è proprio questo a renderlo buffo.
Questi personaggi saranno quelli che faranno nascere il genere semiserio, e sono divisi in 3
diversi livelli stilistici ed espressivi, le novità sono:
- 2 personaggi nobili che cantano nello stile dell’opera seria
- 4 servi che sono personaggi buffi
- 2 mezzi caratteri, con toni semiseri, in questo caso sono il Marchese e la Cecchina,
che si staccano dal tono principale per seguire il personaggio.
Nella seconda metà del 700 i concertati d’atto diventano sempre più importanti e articolati
perché il pubblico va ad ascoltare l’opera, quindi la vuole ascoltare fino alla fine rendendo il
finale sempre più evidente perché deve rappresentare il culmine dell’atto, il punto focale
dell’atto stesso.

Giovanni Paisiello e Domenico Cimarosa


Entrambi nascono nel sud e sono cresciuti nei conservatori Napoletani, ed entrambi
diventano famosi per le loro opere serie ma passeranno alla storia poi per le loro opere
buffe.
Paisiello:
Ha scritto La serva padrona, Il Barbiere di Siviglia, e Nina pazza
d'amore(1789, porta il tema della pazzia che è un cliché nell’opera buffa). La
prima di queste opere (tranne Nina) è stata fatta a San Pietroburgo dove
ebbero un grandissimo successo dato l'apprezzamento per le opere in quei
posti. Ormai l’opera buffa è curata e squisita, fatta proprio come l’opera seria
e anche questa fa parte dell’opera italiana.
Cimarosa:
Chiude il 700 comico con il matrimonio segreto(1792), costruito all’interno di
una trama che, un po’ alla Mozat, non si ferma mai. I protagonisti sono molto
sfaccettati, l’umanità è dipinta bene e l'espressione umana ha sempre più
sfaccettature, l’umorismo e l’ironia si vedono sotto tantissime sfumature.
Notiamo anche la resa in giro del borghese che cerca di diventare nobile.
→ Inizio del matrimonio segreto

6.L’opera all’estero
- Francia:
- Opera seria
- opéra comique
- Germania:
- Opera seria
- singspiel (opera comica)
- Inghilterra:
- opera seria
- ballad opera (opera comica)

Inizia a nascere l’opera comica specifica per ogni nazione in quanto una delle caratteristiche
principali era quella di essere scritta nella lingua relativa al luogo di provenienza dato che
era fondamentale che fosse compresa dal pubblico. Si arriva quindi alla creazione di
un’opera nazionale. L’unica nazione che ha fatto un’opera comica cantata è l’Italia, all’estero
ha una struttura caratterizzata da dialoghi parlati e intersezioni cantate. Una delle opere
comiche più celebri al mondo è il flauto magico.

Opera in Francia
Solo in Francia si delinea una tipologia di teatro indipendente dall’opera italiana, con
caratteristiche proprie e originali. L’opera francese è caratterizzata da un maggiore equilibrio
tra le diverse componenti dello spettacolo, fa la sua apparizione anche il ballo, la
coreografia e la supremazia della poesia rispetto alla musica. L’espressione dei
sentimenti non deve essere enfatizzata come nell’opera italiana ma deve essere più
equilibrata e naturale possibile.
Il passaggio da polifonia a monodia è caratterizzato dalla diffusione delle airs de cour,
composizioni strofiche in stile omofonico.(una voce fa il canto e l’altra accompagna), infatti si
affianca alle originali 4 voci omoritmiche la trascrizione per voce e liuto. Non sono le uniche
composizioni infatti in questo periodo troviamo altri tipi di airs, les chansons in forma di
danza, bourrée, la gavotta e il minuetto che confluiranno poi in altro con l’arrivo di Lully.
La prassi del balletto di corte era normale, non potevi non saper ballare, ed era una
composizione estremamente articolata che non comprendeva solo il ballo, ma era composta
da arie, recitativi, cantati, e di varie entres di ballo (al ballo finale dovranno ballare tutti i
presenti). Tutto ciò resterà nell'opera e il ballo rimarrà una componente fondamentale.
Balthasar de Beaujoyeulx (Baldassarre Baltazarini da Belgioioso) e Lully arrivano in
Francia e si adattano alla perfezione.

NB.Fino a quando ci sono scambi con la cultura italiana troviamo ancora opere
italiane che arrivano in Francia, in particolare Sacrati, Rossi, Cavalli (Ercole amante
1654) ma in mezzo all'opera vengono inseriti tanti balletti ( già si innesta cultura del
ballo nell'opera), ma con la morte di Mazzarino nel 1661, gli italiani smettono di
portare la cultura italiana in Francia lasciando spazio alla cultura autoctona.

Con la morte di Mazzarino si lascia spazio a Luigi 14, re molto giovane e abile dato che, con
un consiglio di ministri contenuto, riesce a concentrare tutti i poteri su di sé, riesce a
intraprendere una politica estera potente, con l'espansione attorno alla Francia, ma anche
coloniale creando grande impero mercantile; riesce ad annettere la Luisiana, e allarga il suo
impero a dismisura (c'è sempre il sole, lui è il sole = re sole). Vuole trasformare la Francia in
un modello assoluto da imitare, la ricchezza dello stato deve dare idea della grandiosità del
suo regno. Versaille diventa centro nevralgico della nobiltà, tutto viene dato in mano ad
architetti e giardinieri che trasformano questo palazzo in un diamante, un’isola felice. E
proprio qui promuove le arti, dando l'idea di re non aggressivo ma amante delle arti che
danno luce e ragionevolezza. Luigi 14 crea un assolutismo monarchico dato anche dalle arti
perché nobilitano l'uomo, prima tra tutte la musica infatti fonda L’Académie royale de la
musique e promuove spettacoli di corte, da prima i balletti ma quando a corte arriva Lully gli
viene affidata la direzione di tutta l’attività artistica francese, permettendogli di eseguire in
pubblico tutte le opere fatte a corte.
L’effettiva data di nascita dell’opera francese è il 1672.

Il ballet de cour
Rappresentato in occasione delle nozze tra Luisa di Lorena e il Duca Joyeuse, durante la
reggenza di Caterina De’Medici, Il Ballet comique de la reyne, realizzato da Baldassarre
Baltazarino da Belgioioso e rappresentato la prima volta a Parigi il 15 ottobre 1581, è uno
dei primi esempi di ballo con funzione spettacolare allestito presso una corte, perciò oggi è
considerato da molti storici come il primo vero balletto. Quest’opera ha una durata di 6 ore,
in tutto 15 brani tra strumentali e vocali, pezzi curatissimi, coreografie, ouverture e entrées di
ballo, arie e recitativo, e entrées finali (grand ballet) dove si univano anche i cortigiani alla
danza. I soggetti sono solitamente pastorali o mitologici, il Ballet comique de la reyne
raccontava infatti incantesimi della maga Circe, pretesto che permetteva di collegare tante
situazioni diverse a un'esile trama che non richiede troppa attenzione.
Le rappresentazioni avvenivano in grandi sale spettacolari dove gli spettatori erano disposti
lungo le pareti più lunghe. Le dame partecipavano solo ai Ballet de la reine oppure ai grand
ballets dove erano invitati solo i nobili (in rare occasioni danzavano anche i sovrani e la
famiglia reale).
La parte musicale era svolta da cantori e strumentisti professionisti, a corte le esecuzioni
erano affidate ai 24 violons du roi, che costituivano la prima orchestra d’archi in senso
moderno.
Lully e la tragédie-lyrique
Nasce a Firenze poco prima di Luigi 14 da una famiglia modesta che lo dà come valletto di
corte a una delle principesse reali che voleva imparare l'italiano. Siccome era un ragazzo
molto vivace e astuto riesce a fare carriera a corte, impara a ballare, studia proprio il balletto,
ciò che piace al sovrano, collabora con Molière e studia composizione e piano piano inizia
collaborazioni stabili con Molière e Quinault (librettista francese che gli permette di creare
tutte le sue tragedie lyrique). Riesce quindi a fare una rapida ascesa a corte al punto di
diventare, nel 1672, sovrintendente della musica di corte;con questo decreto il monarca gli
da il diritto esclusivo di rappresentare opere in musica a Parigi e in Francia, lo autorizza a
trasferire tale diritto ai suoi eredi e gli affida la gestione del’ Académie royale de musique et
de danse (Opéra). Quindi nessuno può eseguire nulla in Francia senza il consenso di Lully
pena la multa. Lully diventa quindi l’unico a fare i drammi davanti al sovrano, unico che
poteva raccogliere profitti di ogni pubblica esecuzione, diventa il compositore più ricco e
potente della storia della musica al punto di instaurare una dittatura musicale fino alla sua
morte (bastone sul piede che va in cancrena).

Le tragédies lyriques rappresentano il culmine della carriera di Lully e ne compone in totale


13 con cadenza annuale, la prima è Cadmus et Hermione del 1673 e l’ultima è Armide del
1686.
NB non ci fu nessun compositore così accentratore come Lully, maniacale, andava
ad ascoltare i grandi attori a teatro per sentirli declamare l'alexandrin, il verso della
poesia francese, e i suoi modelli sono le grandi figure della letteratura antica esaltati
già nella tragedia francese di Corneille e Racine. La logica, la razionalità
dell'intreccio, le unità aristoteliche.

Struttura della tragédie lyrique


1. Ouverture: suonata dall’orchestra, inizia con un Adagio o un Lento maestoso e
incisivo, con ritmo puntato (scritta con un punto solo ma in realtà si stringe). Una
cadenza sulla dominante lo separa dall’Allegro successivo, fugato, che poi lascia
spazio alla ripresa del lento iniziale sulla coda conclusiva. (Al contrario rispetto
all’italiana )
2. Prologo: è praticamente un dramma a sé stante, non c’entra con l’opera. I soggetti
sono allegorici (vicende tra il sole, le virtù, la gloria), spesso cantati da dei, ninfe,
demoni o dalle personificazioni delle allegorie stesse.
3. Ouverture: viene ripetuta perfettamente la stessa ouverture iniziale
4. Successioni di récits et airs che vanno a comporre i 5 atti del melodramma

ES. Nel prologo di Cadmus et Hermione c’è l’allegoria del re sole che racconta una
storia.

Novità della tragédie lyrique rispetto all’opera Veneziana


● Récit et airs = recitativo estremamente musicale ,modellato sulla parola ma di
grande efficacia espressiva, doveva essere attento al ritmo, enfatizzato, naturale, e
dal recitativo si confluisce nell'aria quasi per passaggio naturale, quasi come se l'air
di lully fosse intimamente legata allo stile del recitativo ma ne diventa l'effusione lirica
dei concetti. Aria anche estremamente attenta alla declamazione.
● Opera francese non ha cantori evirati.
● Cori e orchestra partecipano attivamente al dramma
● Scrittura orchestrale a 5 parti 2 violini, 2 viole e 1 di basso. All'occasione sostenuti
da ottoni e timpani per le scene infernali.

L'influenza di Lully sarà vastissima tanto che anche Rameau inizialmente venne visto come
un rivale.

Rameau e l’opéra-ballet
Dopo la morte di Lully l’equilibrio dell’operà lyrique si spezza dando vita al nuovo genere
dell’opera ballet.

Caratteristiche opera ballet:


● Prevalenza di danze e arie cantate
● No unità di azione, ogni atto (di solito 3) era una storia a se stante
● tematiche galanti e pastorali

Questa è un’opera fatta essenzialmente di balletti raccolti intorno a un tema principale come
"stagioni, elementi della natura, comportamenti amorosi in Europa", è una scusa per ballare.

Jean Philippe Rameau arriva all'opera a 50 anni perché prima fa composizioni per
clavicembalo, coro, musica sacra, ed è teorico dell'acustica e della armonia moderna (Traité
del’harmonie réduite à ses principes naturelle = giustifica armonia con l'accordo perfetto
maggiore per come sono gli armonici naturalmente: tutti accordi provengono da un suono
fondamentale e individua i 3 accordi di tonica, sotto tonica e dominante come base per la
tonalità. Nuove regole sistema armonico tonale si fonda su leggi naturali degli armonici),
finché nel 1722 comincia a frequentare un ricco mecenate protettore vicino a Parigi e gli
mette a disposizione il palazzo per le sue opere.
I francesi vedono Rameau molto distante da Lully per l'uso delle dissonanze e degli accordi
di settima.

Querelle 1 = lullisti vs ramisti.


Dopo la rappresentazione della prima opera di Rameau, Hippolyte et Aricie, ci fu un
contrasto con le idee dei parigini che continuava ad adorare il gusto di Lully e lo
accusarono di essersi allontanato. Struttura e contenuto sono molto simili, gli unici
elementi contraddittori sono quelli della sintassi tonale che vengono percepiti come
qualcosa di estraneo, quindi non dura molto come querelle.

Rameau è anche bravo a descrivere le scene infernali mettendo cambiamenti enarmonici,


progressioni, settime, cromatismi, tutti effetti che aiutano dare questo aspetto infernale
“Trio delle parche” è un esempio di come Rameau usi un senso armonico a fine espressivo,
rapide successioni cromatiche, passa attraverso 5 tonalità, tutto a rappresentazione
dell'orrore infernale e della morte, non è solo vocalità ma tanta roba insieme.

Querelle 2 = Querelle des Bouffons


Dopo la rappresentazione de La serva padrona di Pergolesi e il successo che ne
seguì, fece unire lullisti e ramisiti nella nuova querelle des bouffons, che mette in
contrapposizione i seguaci dell’opera buffa italiana con i sostenitori dell’opera
francese.

L’opéra-comique
La commedia in musica si sviluppa con caratteri nazionali in Italia (opera buffa) in Francia
(opéra comique) e nei paesi di lingua tedesca (Singspiel). In Francia nasce in opposizione al
totalitarismo artistico di Lully, nei teatri iniziano a eseguire commedie e pantomime con
modeste quantità di musica (potevano solo perché pagavano una tassa all’Académie =
Royalty). Mentre l'opera comica in italia è sempre tutta cantata, l'opera comica all'estero ha i
dialoghi sempre parlati, sia in Francia, che in Germania che in Inghilterra. Diventa quindi una
commedia con aggiunte di arie cantate. Il soggetto è quotidiano, ma non è il connotato
principale, è più importante il dialogo parlato che condiziona il passaggio tra 700 e 800.
Es Carmen
Quindi la definiamo opera comique perché il dialogo è parlato, non perché è comica.
Nasce come l’opera italiana, nelle fiere, feste e villaggi, dove le arie sono in realtà
canzoncine popolari (vaudevilles, arie o canzoni popolari dove vengono inserite parole che
c'entrano con la vicenda), con rappresentazioni di carattere semplice, popolare, nelle fiere
dove attori realizzano parodie degli ambienti delle opere serie, scene burlesque e a volte
con le maschere. Nel corso del 700 l'opera comique affina il linguaggio musicale, nel senso
che la musica prenderà spazio più consistente. Tra gli artisti più apprezzati troviamo
Philidor, Monsigny e Grétry (muore anno di nascita di Verdi e Wagner) sono i più
importanti della fase 700 dell'opera.
NB Richard Coeur de Lion (1784, Grétry) rappresenta un momento culminante per il
genere e allo stesso tempo anticipa il teatro del 1800.

Caratteristiche principali dell’opera comique


● La musica era sempre originale e poco a poco acquista più importanza ella parte
parlata
● Tematiche che assecondano il gusto del pubblico, non solo pastorali e
commedie-farsa, ma anche racconti fiabeschi, drammi sentimentali e drammi storici

Opera in Germania e Austria


L’opera barocca tedesca nasce su influenza dell'opera italiana, es Dafne, arrivando
addirittura a usare libretti italiani ma tradotti. L’egemonia italiana, già dalla seconda metà del
700 e tutto 800, prevale nei teatri tedeschi. La città “gemella” di Venezia è Amburgo: anche
qui nasce il teatro impresariale, è una città mercantile aperta verso traffici commerciali, con
una borghesia solida ed emancipata di mercanti. In questo tipo di opera i soggetti sono
tipicamente italiani quindi mitologici, storici, pastorali ma aggiungono le tematiche bibliche e
quelle della storia nazionale. Questo sfocia poi nei capolavori di Hendel che nel 1705
comporrá l'Almira, e sarà lui il grande genio tedesco che consolida questo modello.
Singspiel
La Germania riesce a fare un prodotto nuovo in campo comico che chiamano singspiel:
genere che nasce umile per salire poi ai vertici nelle mani di Mozart, Beethoven e Webern.
Era anche questa una commedia in musica con dialoghi parlati (tedesco) e arie cantate,
erano tanti dialoghi con inserimenti di brani cantati (come poi per la ballad opera). Nasce nei
piccoli teatri di periferia, lontano dalle mani di nobili e virtuosi quindi rimangono legate ad
ariette che si chiamano lieder che sono praticamente canzoni popolari tedesche. I maggiori
esponenti della scuola di singspiel tedesca sono Hiller e Benda.
Il Singspiel viennese ha come caratteristica quella di avere più musica che dialogo, inoltre
la capacità necessaria per l’esecuzione richiesta ai musicisti e ai cantanti è maggiore in
quanto Vienna rimane più vicina al modello tradizionale dell’opera.
Alcuni dei singspiel più famosi sono:
- Il dottore e il farmacista (1786,Ditters von Dittersdorf) che ebbe un’accoglienza tale
da eclissare Le nozze di Figaro di Mozart
- Il ratto dal serraglio (1782,Mozart) che rende il singspiel un vero e proprio stile. Il
soggetto è turco: una ragazzina italiana che viene rapita e portata nell'harem e il
fidanzato deve fare delle peripezie enormi per poterla salvare. Questo perché gli
ottomani erano alle porte di Vienna e portavano strumenti turchi (piatti, grancassa,
triangolo e Ottaviano) e le armonie turche che ispirarono la vicenda.
- Il flauto magico (Mozart)
- Fidelio (Beethoven)
- Il franco cacciatore (Weber)
Mozart scriverà tantissime lettere dove dice che il dialogo parlato permette a tutti di capire
ma bisogna avere un bravissimo librettista, è un momento di avvicinamento testuale da
parte del pubblico veramente importante.
A Vienna il singspiel viene apprezzato anche da ambienti più acculturati e per questo
nascerà il bourg theatre, un teatro dignitoso destinato a questo genere.

Opera in Inghilterra
In inghilterra nasce il masque ,è un antecedente dell'opera ispirato agli intermedi italiani e ai
ballet de cour francesi; dove arie, scene recitate, interludi suonati sono dati a musicisti
professionisti mentre le danze vengono lasciate a gentiluomini mascherati (da qui il nome), e
il tutto si mischia come negli intermedi fiorentini. Però dobbiamo notare che il masque aveva
un valore cerimoniale, a differenza di quello italiano, veniva fatto a corte o nei palazzi
nobiliari, un ambiente esclusivo per nobili e sovrano. Tra i maggiori esponenti di questo stile
ricordiamo Ben Johnson e Matthew Locke.

Purcell
Uno dei maggiori esponenti della musica inglese, nasce a Londra, incarna gli ideali della
Restaurazione che alla musica chiedeva comportamenti di seduzione e gradevolezza
decorativa. La sua produzione comprende composizioni sacre, odi, cantate profane e di
circostanza.
La sua opera in miniatura Dido and Aeneas del 1689 viene composta per un collegio
femminile(tutte donne tranne Enea) è sviluppata con un alto senso del dramma. Recitativi,
arie, cori, danze, intermezzi strumentali si incalzano con grande varietà di accenti. Purcell fa
una carriera enorme come compositore di corte ma poi si dedica a questa piccola opera su
un soggetto italiano, è un’opera seria ma in lingua inglese (unica) dove c'è un sincretismo di
elementi diversi :aria con da capo italiana, soggetto italiano, ouverture alla francese, la
lingua inglese e canzoni popolari inglesi.

Ballad opera
Quello delle ballad opera è un genere comico che comprende sia recitativi parlati che un
grande numero di canzoni popolari inglesi (ballads), è la commedia in musica. L’opera più
importante che ne inaugura lo stile è Beggar’s opera di John Gay (1728) che diventerà
famosissima con un sacco di repliche. L’azione si svolge in prigione, il protagonista è un
ladro e intorno a lui si muovono una serie di prostitute e di gente di malaffare. La musica
comprende una 70ina di canzoni, in gran parte melodie popolari inglesi, scozzesi, irlandesi o
del Galles.

7.La riforma di Gluck e Calzabigi

Le critiche degli intellettuali


Filosofi, scrittori e letterati criticano l’opera in musica a causa del rapporto sbilanciato tra
musica e poesia all’interno delle opere (troppo a favore della musica). Il primato della poesia
è affermato in molti scritti tra cui quelli di Crescimbeni, Martello e Quadrio, ma il più
sdegnoso è Muratori nel suo Perfetta poesia italiana (1706) dove dice che i drammi sono
rappresentazioni in musica della poesia e sono un vero e proprio mostro, inutili. La
condanna più sbrigativa invece viene da Charles de Saint-Evremond affermando che
l’opera è un miscuglio tra poesia e musica che si danneggiano a vicenda.
Solo grazie all’amabile poesia di Metastasio, e all’eleganza dei suoi versi i letterati decisero
di mitigare l’avversione.
Anche in Francia si alimentarono queste dispute con i pamphlets, opuscoli nei quali si
possono trovare dissertazioni teoriche, polemiche e satire, e con le 3 querelles
(lullistiVSramisti, buffonistiVSantibuffonisti, gluckistiVSpiccinisti).

Satire e parodie: per le singolarità che si potevano trovare nel mondo teatrale, nasce un
piccolo filone letterario (primi decenni 800) che ne ironizza gli atteggiamenti. La satira più
famosa la scrisse Benedetto MArcello con il suo Il teatro alla moda (1720), un manuale di
consigli che in realtà criticano tutto ciò che veniva normalmente fatto in teatro, criticando
poeti, compositori, cantanti e tutti gli altri membri della troupe. Alcuni esempi:
● I poeti non devono conoscere i poeti antichi né i versi con cui scrivono
● I compositori non hanno bisogno di conoscere l’armonia
● I musicisti non devono conoscere il solfeggio

Christoph Willibald Gluck


Nasce a Erasbach nel 1714 e nel 1731 si stabilisce a Praga per studiare logica all'università.
Nel 1735 divenne membro della cappella musicale del principe Lobkowitz a Vienna. Nel
1741 intraprende la carriera di compositore teatrale: scrive drammi per musica e pasticci per
i teatri (soprattutto Milano e Venezia). Prosegue la sua attività a Londra dove conobbe
Haendel, per poi spostarsi stabilmente a Vienna.
Quando Gluck si trasferisce nella città danubiana matura le linee di riforma dell’opera seria
italiana insieme al librettista Calzabigi. Il primo frutto del rinnovamento fu l’azione teatrale
Orfeo e Euridice, anche se contemporaneamente continuò a produrre per commissione
opere tradizionali. Nel frattempo matura il disegno di estendere alla tragédie lyrique francese
gli spiriti del rinnovamento che avevano disegnato per l’opera seria in italia. Nel 1773 si
trasferisce a Parigi. Le rappresentazioni di Iphigénie en Aulide e la versione francese
dell'orfeo scatenarono querelle che durarono per anni; i sostenitori dell’opera italiana gli
opposero Piccinni, mentre i sostenitori della tradizionale gli opposero Rameau.
La produzione di Gluck fu rivolta interamente al teatro e comprende 50 opere e 5 balletti.
Lo schema drammaturgico e letterario metastasiano domina la prima fase della produzione
operistica di Gluck. E’ visibile l’influenza di Hasse e, dopo il periodo di apprendistato’ e
palese la tendenza a sottolineature drammatiche che troviamo in alcune opere di Jommelli e
Traetta.
Gli anni più ricchi di esperienze furono quelli di Vienna. Gluck affronta anche l’esperienza
dell’opera comique, trapiantata sulle rive del Danubio, grazie a Durazzo. Un’altro incontro lo
fece con il balletto francese, insieme al coreografo Angiolini realizzò alcuni balletti come
Semiramis.

Le esperienze con l’opera seria, il balletto e l’opera comique confluiscono nelle opere in cui
si realizzò quella che fu chiamata la riforma di Gluck e Calzabigi e che si concentrò in tre
opere che egli scrisse a Vienna:
1. Orfeo e Euridice (azione teatrale in 3 atti)
2. Alceste (tragedia in 3 atti)
3. Paride ed Elena (dramma per musica in 5 atti)
Accade di rado che un progetto di rinnovamento del teatro in musica nasce dalla stretta
unione tra librettista e compositore. I due avevano capito che, per riformare l’opera seria
italiana occorreva superare gli schemi dei libretti metastasiani, semplificando l’azione ed
eliminando il divario tra recitativi e arie. Per fare ciò Calzabigi impiego versi sciolti e rimati in
fluida successione, alternando recitativi e arie, facendo posto ai cori e aggiungendo balli in
armonia con l’azione. Per eliminare lo stacco tra recitativo e aria Gluck utilizzò il recitativo
accompagnato, in tal modo il discorso era sostenuto dall’orchestra. Nelle arie abolì il “da
capo” (e quindi tutta la parte che permetteva una fioritura) in tal modo le parole del testo
erano sempre comprensibili anche nelle sezioni corali. Non limita lo svolgimento della
vicenda scenica alle sole voci soliste ma coinvolge coro e orchestra: il coro commenta,
interviene, a volte sembra un personaggio, mentre l’orchestra non si limita ad accompagnare
ma viene coinvolta nel dramma cantato.
Gluck scopre il colore espressivo del timbro, utilizza il flauto nelle scene più elise e il
trombone in quelle infernali. La sinfonia di apertura non è più generica come alla scarlatti.
Gluck volle motivare le novità da lui introdotte nella prefazione dell’Alceste.

Nelle opere francesi Gluck intese rinnovare la tragédie lyrique. Il tentativo di richiamare in
vita un genere che era ormai in declino non fu apprezzato e le novita introdotte scatenarono
l’opposizione dei conservatori.
L'eredità Gluckiana in Francia venne accolta da compositori italiani i quali tennero alti livelli
di drammaticità dettati dal tedesco, all’estero viene accolta da compositori come Salieri e
Cherubini, mentre in Italia non ebbe nessun eco.

L’Orfeo
Elementi italiani:
● È in lingua italiana→ l’italiano è la lingua per eccellenza per l’opera
● Il protagonista è un castrato: era il Guadagni, un famosissimo per le sue doti di attore
ed era particolare perché non cantava come un classico castrato→ Gluck lo usa per
le sue doti di attore
● Presenza in scena di poche persone: Orfeo, Euridice, Amore
Elementi francesi:
- La scelta di inserire con grande abbondanza cori e balli
- Raffinata e complessa orchestrazione
- Argomento mitologico
- Il lieto fine è fedele alla concezione teatrale della tragédie lyrique
Calzabigi scrive un libretto dove la cosa più importante è la liberazione delle passioni umane
elementari→ personaggi devono essere realistici
Spogliata di intrighi all’italiana.
Non esistono personaggi superficiali.
Vicenda che si articola in 3 atti:
1. ATTO I: Morte di Euridice
2. ATTO II: La discesa agli inferi di Orfeo e la pace dei campi elisi
3. ATTO III: Seconda di Euridice e l’intervento risolutore di Amore che restituisce la
sposa a Orfeo
Ascolto:
- che puro ciel (atto II) → arioso di Orfeo che attraversa i Campi Elisi
- di mai dell’Erebo → coro delle Furie, Atto II
Stile di canto: spoglio da colorature e virtuosismi acrobatici, ridotto nell’estensione,
sillabico e improntato sullo scandire le parole. Sostituisce il recitativo secco con il
recitativo accompagnato; uso frequente dell’arioso
- Arioso: via di mezzo tra il recitativo e l’aria, una specie di recitativo più lirico
- Aria col da capo spoglia di tutti i virtuosismi italiani
Si ha un uso delle arie, ma spoglie di ogni abbellimento.
Uso di cori e danze:
● Coro: partecipa, interviene direttamente nell’opera e nel dialogo con il protagonista. Il
coro interviene in massa anche solo con monosillabi o una struttura omofonica per
rafforzare l’intervento nel dialogo.
Struttura corale caratterizzata da valori larghi e lentezza del ritmo armonico→ statico,
per dare enfasi all’intervento.
Coro con funzione di descrizione dell’ambiente o in dialogo con il protagonista o si
comporta come un personaggio. Canta con la gravità del dramma sacro
● Danze
● Orchestra: si inizia ad usare l’arpa, poco utilizzata in precedenza. Tanti spazi sono
destinati alla musica strumentale. Non si limitava ad accompagnare, ma era coinvolta
anch’essa nel dramma cantato.
Gluck scoprì il colore espressivo del timbro.
La sinfonia di apertura non fu più un generico brano di musica di stampo scarlattiano, ma
preparava il clima dell’azione.

L’Alceste
È una tragedia.
ATTO I:
● Ambientata in Grecia in Tessalia, nella città di Fera dove il molto amato re Admeto è
morente
● La regina Alceste decide quindi di interpretare l’oracolo che gli dice che il re morirà
se nessuno si sacrificherà per lui→ Alceste allora decide di sacrificarsi
ATTO II: il popolo è felice perché il re sta guarendo, ma Admeto vede la moglie triste che gli
confessa che presto sarà sacrificata. Admeto e il popolo, che viene a saperlo, piombano
nella disperazione.
ATTO III: Thanatos, la morte, si prepara per andare a prendere Alceste, ma Ercole, di ritorno
da una delle sue fatiche, vede i due coniugi afflitti e si impietosisce. Con la clava combatte
Thanatos e con gli spiriti infernali che dinnanzi al valore di Ercole abbandonano l’idea di
impadronirsi di Alceste e si dichiarano vinti. Tutto l’Olimpo dà la benedizione e, alla fine,
Alceste e Admeto vivranno per sempre insieme.
Ouverture: realizzazione di ciò che si dice nella prefazione
Ascolto: ouverture ; pantomima dell’atto I
Gluck va a Parigi dove avrà un grande successo→ i francesi amano l’opera
- Comporrà in questo stile anche in Francia e poi tradurrà in francese anche l’Orfeo e
l’Alceste.
Nel 1776 Piccini arriva a Parigi→ gli intellettuali francesi metteranno in piedi una querelle tra
piccinisti e gluchisti:
● Querelle che si combatte in sede teorica
● Daranno a Gluck e Piccini un libretto comune Roland di Quinault e comporre sopra
un’opera
● A Gluck non interessa questa querelle e comporrà un’opera, l’Armide, sullo stesso
libretto, ma non prendendo da esso neanche il nome
● Piccini comporrà il suo Roland mettendoci dentro quanta più italianità possibile
● Non interessa più a nessuno perché Gluck ha insegnato ad ogni nazione come
comporsi la sua opera, e l’obiettivo non è più mettersi in competizione l’uno contro
l’altro
Gluck lascerà una traccia molto profonda nella musica: ha costruito un modello
sovranazionale che però non verrà accolta in Italia.
L’eredità di Gluck:
- Nessun italiano in Italia accolse l’eredità gluckiana
- Gli italiani all’estero la accolsero: devono adattarsi, l’opera italiana non è più un
modello assoluto
- Tutta Europa si piegò a questo nuovo modo di fare opera
8.La musica strumentale italiana del Settecento
La musica strumentale italiana del Settecento è caratterizzata dalla forma strumentale del
concerto barocco, solitamente per strumenti ad arco vede in opposizione due gruppi (tutti e
solo). L’articolazione formale del concerto si emancipa dalla struttura contrappuntistica
grazie a
- Alternanze tra Tutti-solo nei singoli tempi, soprattutto negli Allegro
- Funzione ripetitiva del ritornello del tutti
- Uso si progressioni melodiche e ripetizioni ad eco
I due gruppi in contrapposizione sono quindi il Tutti, o concerto grosso, o ripieno dove
suona l’intera orchestra, e il concertino, quando sono pochi esecutori, o solo nel caso in cui
sia solo un esecutore.
Questo tipo di concerto probabilmente ha origini italiane, deriva infatti dalla sonata a tre da
chiesa, e l’inventore fu Alessandro Stradella che intuì l’effetto che sarebbe uscito
raddoppiando le parti di sonata. Dalla sonata si generarono due distinte procedure, l’una
tendente ad incrementare il concetto d’insieme, di volume e di spazio (concerto, sinfonia),
l’altra mirante a ridurre la compagine strumentale ad un solo strumento o ad una coppia di
strumenti (sonata solistica o sonata accompagnata).
→ Ascolto: Sacre Sinfonie- Gabrieli
● Da ricordare per i suoi 12 concerti grossi op 6 è Arcangelo Corelli. Questi concerti
appartengono alla fase primitiva di questa forma e infatti sono divisi tra concerti da
camera e da chiesa, la scrittura è molto corale e il concertino è principalmente
costituito da 2 violini e violoncello.
● Il concerto solistico nasce a Bologna e tra gli esponenti più importanti troviamo
Giuseppe Torelli con i suoi 12 concerti musicali op 6, ma sono famosi anche i 12
concerti grossi op 8.

SONATA: ad inizio ‘600 era tutto quello che non era da cantare→ molto generico e
intercambiabile ( musica sia sacra che profana)
● Da chiesa: organo + i tempi grave, allegro…
● Da camera: aveva i tempi della suite (sarabanda, minuetto…)
Tutto ciò implica una distinzione tra lo stile della musica da camera (dove ogni parte è
suonata da un solo strumento) dallo stile della musica per orchestra (dove ciascuna parte è
suonata da più strumenti), distinzione che entra in vigore solamente a partire dalla fine del
secolo XVII. Prima, cioè per tutto il ‘600, la maggior parte delle composizioni strumentali
aveva un organico generico e soprattutto non c’era una regola comune per determinare la
composizione dell’insieme o il numero di strumenti per ogni parte. La scelta del compositore
strumentale poteva dipendere dalle circostanze, per cui una “sonata a tre”, anche se
presumibilmente concepita per due violini soli, si poteva suonare in chiesa con un insieme
strumentale se lo chiedeva l’ampiezza dell’uditorio o l’occasione di una festività. Viceversa,
né la denominazione “sinfonia” né la presenza di tre, quattro o più parti melodiche sopra il
basso richiedevano necessariamente un’orchestra piuttosto che un gruppo di musicisti da
camera. Quando, come si è detto, si iniziò ad operare la distinzione tra lo stile della musica
da camera da quello della musica per orchestra, e cioè nell’ultimo ventennio del XVII secolo,
si assistette alla nascita di uno dei generi più importanti di musica orchestrale del ‘700: il
concerto.
CONCERTO BAROCCO: ha l’organico della sonata a 3 contrapposto ad un organico più
grande. In Italia, nelle chiese (es San Petronio di Bologna) quando si facevano delle
celebrazioni importanti, come le messe, chiamavano altri musicisti per fare un organico
maggiore→ il concerto barocco nasce accrescendo l’organico della sonata a 3. (Scuola di
San Petronio è l’ unica di questo periodo che ammette le trombe: la chiesa era grande e si
facevano delle sontuose cerimonie). Dopo la metà del ‘600 il concerto venne ad indicare una
composizione puramente strumentale. Il termine però si confondeva ancora con quello di
“sonata”. Spesso bastava aggiungere altri strumenti in una sonata da chiesa a tre (per
rinforzare le parti) per trasformarla in un pezzo d’assieme. Verso la fine del ‘600 invece,
distinguendosi sempre più nettamente la musica per orchestra da quella da camera, il
concerto assunse una propria fisionomia tipicamente barocca ed ormai del tutto avulsa da
ogni contatto col mondo vocale. Il concerto barocco rappresenta così una sintesi
esclusivamente strumentale di quattro pratiche barocche fondamentali: il principio del
“concertato”, la struttura composta da un basso solido da una parte acuta fiorita,
un’organizzazione musicale basata sul sistema maggiore – minore, la costruzione di un
lungo brano elaborato in movimenti autonomi separati.
→ Ascolto: Corelli
La sua tecnica compositiva ed esecutiva si può riassumere in alcuni punti fondamentali:
1. Tecnica alternativa = Prevede alternanza tra un organico grosso ad un organico
piccolo, “tutti e solo”.
2. Tecnica del concertato = Interazione tra i due organismi, la parte solistica deve
essere più virtuosistica.
3. Tecnica della progressione e della sequenza = La figurazione musicale di base,
non viene sviluppata nel senso di una rielaborazione tematica o di una variazione ma
viene riproposta a livelli tonali o in registri diversi, “a terrazze”.
→ È il tema quello che distingue la musica barocca dalla musica classica o
romantica: nella musica classica è una frase che ha il suo tempo di
realizzazione e che quindi dura molto (8, 16 battute), mentre nella musica
barocca non esiste, c’è un motivo che è molto piccolo: per fare musica quindi
devo variare molto spesso →PRINCIPIO DELL’ELABORAZIONE
MOTIVO-TEMATICA = continuo svolgimento intorno ad un singolo frammento
melodico continuo nuovamente ripetuto.Grazie all’arrivo degli strumenti a fiato
si spazzerà via il basso continuo e ci sarà l’avvento delle frasi musicali.
4. Tecnica della ripetizione = E’ congenita a quella della sequenza e comporta la
necessità di rimediare alla monotonia della moltiplicazione di figurazioni similari
mediante una precisa diversificazione dei piani sonori: l’alternanza “forte” e “piano”
diventa così non soltanto una modalità espressiva ma una necessità tecnica. Si
valorizza al massimo l’effetto “in eco”, con passi strumentali risonanti in lontananza.
5. Tecnica del ritornello = Il principio alternativo fa sì che la sezione “tutti” sia intesa
come un elemento formale di raccordo mentre i “soli” eseguono una parte più
virtuosistica.
Tutti: tessuto connettivo tra i vari soli, ribadiscono la tonalità di arrivo dei soli
Soli: cercano di portare dalla tonica alla dominante

Intorno al 1700 si vengono a definire tre generi di concerto barocco: il CONCERTO


ORCHESTRALE, il CONCERTO GROSSO e il CONCERTO SOLISTICO.
Unica composizione che di base rimane in 3 movimenti.
Il CONCERTO ORCHESTRALE, chiamato anche concerto di gruppo o concerto-sinfonia,
nasce dalla sinfonia d’opera e ha la caratteristica di non essere proprio organizzata
l’alternanza tra “soli” e “tutti” anche se si sentono tutti i principi prima annunciati (sulla parte
non leggiamo, come in quelli di Vivaldi, “soli” e “tutti”), ma propone un’organizzazione m
musicale più completa ed omogenea. Da qua nascerà la sinfonia. I principali esponenti di
questa tipologia di concerto sono Vivaldi, Albinoni, Dall’Abaco, Geminiani, Telemann, Bach e
Handel.
Ascolto: sinfonia A- op 5 n 1 – Torelli ; Brandeburghesi III e VI – Bach (solitamente
catalogati come concerti di gruppo, solo questi 2)

Il CONCERTO GROSSO in origine significava “ampio insieme”, cioè l’orchestra, in


opposizione al “concertino” o “piccolo insieme” di strumenti solisti. In seguito, il termine
concerto grosso si applicò alla composizione che usava in contrapposizione questi gruppi.
Caratteristica principale di questa forma è dunque quella di prevedere due distinti organici
strumentali: il “concerto grosso” vero e proprio o “ripieno”, costituito dagli strumenti nel loro
insieme (generalmente archi, divisi in violini primi e secondi, viola, violoncello o violone
accompagnati dal basso continuo) e il “concertino”, un organico ridotto e formato nella
maggior parte dei casi da due violini, violoncello (violone) e continuo, dunque l’organico della
sonata a tre. I due organismi si alternano nella proposta del discorso musicale, il quale si
articola in più movimenti. Tra i cultori di concerti grossi del primo ‘700 ricordiamo: Torelli,
Corelli, Locatelli, Geminiani, Händel.
Le circostanze in cui si presentava la musica sacra orchestrale di questo periodo erano
spesso tali da incoraggiare lo stile del concerto. La basilica di S. Petronio a Bologna, ad
esempio, aveva una piccola orchestra di esperti strumentisti. Quando per occasioni
particolari vi si aggiungeva un certo numero di esecutori, il contrasto tra la tecnica modesta
di questi estranei e il raffinato virtuosismo degli strumentisti abituali, indicava molto bene
quanto la scrittura potesse trarre vantaggio dalla situazione, fornendo un tipo di musica
adeguatamente diversa ad ognuno dei due gruppi entro la struttura di una singola
composizione (parti facili per il “ripieno” e parti più difficili per i “soli”).
I concerti grossi di Arcangelo Corelli (1653-1713) sono tra gli esempi più antichi, dopo i
concerti grossi di Stradella, di questa forma e rappresentano lo stadio di massima perfezione
raggiunta dal concerto grosso all’inizio del ‘700. Nonostante questo, nei suoi lavori non ci
sono precise differenze stilistiche tra le parti soliste e le parti dell’orchestra. Dei tre tipi di
concerto barocco, quello solistico si imporrà ben presto come il più comune e, dopo il 1750,
rimarrà praticamente l’unico a rappresentare il genere. Nell’archivio sono stati conservati
tantissimi concerti di Corelli e di Torelli. Chiude per difficoltà finanziarie nel 1696 e proprio
per questo i musicisti più bravi si spostano in altre città: Venezia o Roma (Corelli).

Arcangelo Corelli
Corelli è il compositore più importante, scrisse 12 concerti grossi: 8 da chiesa e 4 da
camera
Nascono a Roma
Ascolto: concerti grossi op 6 n 1, 8 e 9 - Corelli
Stradella
è il primo che usa il termine “concerto grosso”, ma il massimo esponente di questa
tipologia è Corelli.
Nasce in Romagna e la sua tradizione strumentale nasce sicuramente nella Basilica
di San Petronio, ma alla fine del secolo si stabilizza a Roma dove lavoro nelle chiese
e trascorre del tempo nei cenacoli degli intellettuali come L’Arcadia.
Scrive per la corte illuminata di Cristina di Svezia e per i cardinali Panfili e Ottoboni.
Ambiente raffinato, propenso a migliorare la tecnica e a creare concerti ricchi di
ordine, compostezza e organizzazione razionale.
Nel periodo della sua permanenza nascono i 12 concerti dell’op 6:
• 8 concerti da chiesa
• 4 da camera
Ascolto: Corelli- concerti grossi op 6 n 1, op 6 n 9 e 8 (per la Messa di Natale i
compositori aggiungevano spesso un Movimento facoltativo in stile pastorale)
Il violino con Corelli diventa un protagonista

Il CONCERTO SOLISTICO nasce dal fatto che l’organico del concertino si assottiglia a
vantaggio di uno strumento solo: il violino. Questo tipo di concerto è composto in 3 tempi,
nel primo e nel terzo si ha un’alternanza tra “tutti” e “solo” con cadenza finale del solista che
rielabora i temi improvvisando, nel secondo movimento invece si ha il solista accompagnato
dal basso continuo.
Cadenza:
● L’orchestra si ferma e lascia lo spazio al solista di chiudere
● Di solito erano improvvisate
Questo tipo di concerto è stato creato da Torelli, anche se il modello standard verrà poi
messo a punto da Vivaldi.
Ritornelli dei concerti vivaldiani hanno un profilo rilevante: sono formati da più motivi
che sono intercorsi fra loro in vari modi.
Sezioni solistiche: hanno un impiego virtuosistico e di norma derivano dai motivi
formanti nel ritornello ma possono anche essere indipendenti. La cantabilità è
affidata allo strumento solista.

Torelli
Giuseppe Torelli (1658-1709) è la figura più notevole degli ultimi anni della Scuola
bolognese. Nei concerti per violino della sua ultima pubblicazione (op. 8, 1709), è
possibile cogliere un significativo grado di evoluzione. La maggior parte è in tre
movimenti (veloce – lento – veloce), una struttura che divenne consueta per i
compositori successivi; tale schema si imporrà subito come il più consono alla forma
del concerto solistico, la cui caratteristica principale sarà quella di esaltare la
funzione del solista in chiave prima di guida e poi di virtuoso. I temi degli allegri di
Torelli, così dinamici e vigorosi, sono tipici dei primi anni del XVIII secolo. Tipica è
anche la distinzione stilistica tra passaggi orchestrali e quelli solistici: questi ultimi si
sviluppano con figurazioni vivaci, diversificate, idiomatiche in brillante contrasto con
la solida qualità tematica del ripieno. La sua più importante conquista è la forma dei
movimenti “allegro”: ognuno di essi inizia con una esposizione completa del tema da
parte dell’intera orchestra; alternandosi agli episodi solistici, il materiale
dell’esposizione orchestrale ritorna una o due volte leggermente modificato e in
tonalità differenti; il movimento viene completato e condotto a termine da un
intervento orchestrale finale sulla tonica praticamente identico a quello di apertura.
Questa struttura è tipica di tutti i primi ed ultimi movimenti dei concerti tardo barocchi.
Le innovazioni di Torelli nel campo del concerto furono riprese ed ampliate da altri
compositori italiani, in particolare dal veneziano Albinoni e dall’italo tedesco
Dall’Abaco.
Ascolto: G. Torelli op 5 n 12- la Follia
I concerti grossi di Geminiani e di Locatelli sono in genere di carattere conservatore, ma nei
concerti solistici Locatelli introduce passaggi virtuosistici che preannunciano l’importanza del
virtuosismo nei concerti del periodo classico.
Il maggior compositore di concerti italiani del tardo barocco fu Antonio VIVALDI.

La produzione del concerto solistico la avremo a Venezia con Vivaldi. Con la chiusura della
Basilica di S Petronio Torelli si trasferisce a Roma e lì non scriverà concerti solistici.

Antonio Vivaldi

La vita
Nacque a Venezia nel 1678, figlio di un violinista della cappella di S. Marco. Inizia la sua
formazione musicale proprio con il padre. Nel 1703 fu ordinato sacerdote, ma appena un
anno dopo dovette rinunciare a dir messa per ragioni di salute: soffriva d’asma. Nello stesso
anno viene nominato maestro di violino e viola delle ragazze dell’Ospedale della Pietà, un
orfanotrofio per ragazze. Qui rimase praticamente per tutta la vita anche come direttore di
coro e “maestro dei concerti” (direttore d’orchestra).
Nel 1740 dà l’ultimo concerto alla Pietà di Venezia e poi lascia la città per una destinazione
ignota. Vivaldi rimase in Italia per tutta la sua vita tranne per due viaggi uno ad Amsterdam e
uno a Vienna dove trovò la morte nel 1741 e dove fu seppellito, nel cimitero dei poveri, l’atto
di morte fu trovato solo nel 1938, datato “Vienna 1741”: morì in povertà e oscurità.
Fu conosciuto all’estero grazie ai viaggiatori

La sua produzione
Solo una parte di questi lavori fu stampata quando era in vita: circa 40 sonate e 100
concerti, questi ultimi pubblicati da Roger e Le Cène ad Amsterdam; a essere pubblicate era
soprattutto le opere che avevano come strumento solista il violino perché erano quelle
richieste dal mercato editoriale soprattutto all’estero.
44 raccolte stampate→ molte delle sue opere non furono stampate (scrisse oltre 450
concerti)
- L’estro armonico: 12 concerti, op 3 per 1, 2, 4 violini e archi
- La stravaganza: 12 concerti op 4 per violino
- Il cimento dell’armonia e dell’invenzione: 12 concerti op 8 per violino e archi→ I
primi 4 concerti di questa raccolta sono universalmente conosciuti con i nomi de Le
quattro stagioni
- La cetra: 12 concerti op 9 per violino e archi
Scrisse prevalentemente concerti solistici dove il musicista solista, solitamente un violinista,
prevale così come il cantante prevale sul resto dell’orchestra nell’opera, il solista doveva
incantare il pubblico.
Vivaldi eredita tutti i parametri del concerto portandoli però al massimo splendore (continua
la sperimentazione)

ESTRO ARMONICO: ossimoro


● Estro: libera fantasia
● Armonico: scienza e ragione
Concerto: 3 movimenti
● Il tessuto è omofonico, tende a snellire
● Scrittura leggera, compatta, fino ad arrivare alla scrittura all’unisono
● Il tessuto sonoro recupera originalità attraverso una ricchissima abbondanza di
sfumature dinamiche→ molto dettagliata, comprende al suo interno un sacco di
richiami descrittivi
- Es. nel movimento lento della Primavera, Vivaldi vuole raccontare il pastore che
dorme e allora mette un pianissimo costante dei violini.
- Scrive molto sulle partiture- mormorio di fronde piante: “pianissimo sempre”, cane
che abbaia: “si deve suonare molto forte e strappato”
Caratteristiche della musica di Vivaldi
L’ARMONIA
Estrema semplicità dell’impianto tonale basato su: dualismo maggiore minore, contrasto
sfruttato in senso drammatico, progressioni armoniche limitate alle semplici funzioni
fondamentali (tonica, sottodominante, dominante, tonica- I, IV, V, I)
La parte d’ingresso serve ad affermare inequivocabilmente la tonalità→ motto vivaldiano:
iniziale, all’unisono, ribadisce la tonalità
LA MELODIA
La suona solo il solista o i solisti.
Predilige motivi semplici, immediati che scaturiscono dalla tecnica stessa dello strumento.
Le frasi dei solisti sono idiomatiche: sembra tirare fuori quello che è innato nello strumento
LA TECNICA “FORTSPINNUNG”
Ripetizione di piccoli motivi che si espandono e si ingrandiscono fino a creare un discorso
musicale. L’uso di una breve cellula melodica ripetuta fino a trasformarsi in un’idea musicale
più ampia
RITMO
Predilezione per ritmi molto marcati e incisivi, impiego della sincope con elemento atto a
produrre tensione.
Gusto spiccato in apertura di frase per schemi anapestici: iniziano con il levare.
La componente ritmica attraversa tutto il tessuto musicale→ non il tessuto polifonico, non ci
sono procedimenti contrappuntistici.
Ascolto: concerto VIII con 2 violini – Vivaldi
Concerto X per 4 violini (Bach lo riprese e lo trascrisse per 4 clavicembali e archi)
Estro armonico ebbe un’influenza enorme in tutta Europa grazie alle edizioni straniere di
Amsterdam e Vienna→ celebrità enorme nel 1700, ma anche grazie agli adattamenti fatti da
Bach
IL CIMENTO DELL’ARMONIA e DELL’INVENZIONE
Contiene tanti concerti con dei titoli: Caccia, Piacere, Tempesta di Mare, Le Stagioni…
→ con questa raccolta la musica programma: musica che si appiglia a significati e
indicazioni extra musicali
Nascono come concerti, non nascono già con un intento programmato: il titolo non toglie
niente alla forma.
Le Stagioni hanno anche un sonetto davanti ad ogni concerto.
Titoli: servono per dare immagini, giustificare alcune composizioni stravaganti e rendere più
accattivanti al pubblico i concerti→ prima compone il concerto poi aggiunge il titolo
LE STAGIONI
Primavera largo: Vivaldi vuole raccontare il pastore che dorme con il costante dei violini.
Estate 1° movimento: arrivo del cuculo, della tortora e del cardellino→ ci sono dei pezzi del
sonetto pure nel corpo della partitura.
Usa l’armonia per essere descrittivo→ in apertura dell’inverno usa le dissonanze per dare
l’idea del freddo
Ascolto: Le Stagioni: Estate I e II movimento, Inverno I movimento - Vivaldi
Vivaldi ha dedicato a tutti gli strumenti i suoi concerti solistici: la metà è per violini, 20 per
violoncello, 2 per mandolino, per fiati-
- Primeggia il fagotto con 37
- 13 per oboe
- 12 per flauto
- 2 per 2 corni
- 1 per 2 trombe

Dopo Vivaldi
I compositori di concerti dopo Vivaldi in Italia sono:
► Tommaso Albinoni, i fratelli Marcello,
► Geminiani, Locatelli→ da loro nascerà tutta la scuola violinistica successiva, sono molto
più virtuosi, scrivono anche concerti ma soprattutto sonate
Con Locatelli abbiamo la summa del violinismo del 700 con L’arte del violino con una tecnica
estremamente ambiziosa e ornamentale
► Tartini, Viotti→ il loro virtuosismo spianerà poi la strada a Paganini
► Tartini compone i concerti giovanili che hanno un taglio vivaldiano, mentre poi i concerti
della maturità fanno da preludio a quel pensiero che cerca di articolarsi più per frasi e che
sarà la caratteristica della forma sonata
In Europa:
• Si sviluppa anche perché esisteva l’istituzione musicale del collegium musicum: già nel 600
molte città al di fuori della corte del principe e della Chiesa emerge l’esigenza da parte dei
dilettanti di associarsi in un gruppo di amici e studenti. Si diffonde un dilettantismo libero,
non vincolato ad un committente→ dilettanti che si riuniscono per far musica sotto un
direttore senza alcuna pretesa professionistica, ma con passione e la quasi tendenza a
diventare organismi stabili.
Il più famoso è quello fondato da Telemann nel 1702 a Lipsia.
Le persone più influenti cominciarono a sovvenzionarli quando si resero conto che piaceva
molto.
Si diffonde ovunque: sale musica, caffè, giardini…
Questo far musica che in Italia non esiste perché c’è l’opera.
All’estero si diffonde ovunque→ questo spirito porterà Telemann a scrivere molti concerti per
tromba.
• All’estero si usano molto gli strumenti a fiato
• Anche Hass, Quantz scriverà molto per tromba
• Handel scriverà concerti per oboe
• Bach comporrà molto per clavicembalo: gli darà lo spazio che merita come solista. Nel V
Brandeburghese gli viene dato un ruolo solistico + la cadenza (con flauto solista). Riscrisse
anche concerti vivaldiano per clavicembalo
Ascolto: concerto A- D96 – Tardini ; concerto per tromba in D – Teleman
LA SONATA PER VIOLINO
Nasce dalla sonata da camera→ produce il corpus delle sonate violinistiche: per tutto il 600
abbiamo solo le sonate per archi, dovremmo aspettare il 700 per le sonate per tastiera
Scrivono sonate per violino tutti gli allievi di Corelli e Tartini: Somis, Geminiani, Locatelli,
Viotti.

Giuseppe Tartini
1682-1770:
Espresse una posizione più avanzata rispetto ai suoi predecessori. I suoi concerti giovanili
per violino avevano il taglio vivaldiano, ma verso il 1735 il suo stile evolvette in direzione di
una maggiore espressività e grazia. A questi cambiamenti corrisposero delle modifiche nella
forma, che tendeva allo schema della sinfonia preclassica→ pensiero che cerca di articolarsi
più per frasi che per piccole cellule.
A Padova ha messo su una scuola chiamata “Scuola delle Nazioni”:
► Tutti gli allievi italiani e stranieri andavano a Padova per essere suoi allievi
► Era una scuola di tecnica violinistica, arco, contrappunto e composizione
Fissato sull’intonazione: studioso dell’acustica→ ha scoperto il terzo suono: suono
infinitesimale prodotto dalla risultanza di un bicordo superiore che produce al grave la
fondamentale. Scrive un trattato su questo: Trattato di musica secondo la vera scienza
dell’armonia
Scrisse delle regole dove descrive e insegna come eseguire gli abbellimenti.
“Trattato di Leopoldo Mozart” → è uno dei trattati più importanti per violino scritto da L.
Mozart e pare che intere sezioni di questo trattato siano derivate dalle lezioni di Tartini
Opere: circa 130 concerti, 200 sonate per violino sia con basso continuo che senza che
furono stampate ad Amsterdam.
La sua più celebre raccolta è “l’arte dell’arco” pubblicata a Parigi nel 1748 dove sono
presenti sonate, delle variazioni su temi di Corelli.
- La sonata più famosa è la Sonata del Trillo del Diavolo in → leggenda che racconta che
una notte Tartini si trovava ad Assisi e si vide apparire in sogno il Diavolo che gli propose un
patto con lui: Tartini avrebbe avuto la facoltà di riuscire a suonare qualsiasi cosa, ma in
cambio egli promise di essere al suo servizio in qualunque circostanza
o Trillo eseguito con una precisione e tecnica tale. Si presenta due volte nel finale
accompagnato da suoni ribattuti sulla corda inferiore
Ascolto: Trillo del Diavolo
LA SONATA PER TASTIERA o SONATA CLAVICEMBALISTICA
FORMA SONATA: si arriva qua dalla sonata per tastiera
• Composta da una prima frase completa + una seconda che cambia modulazioni
• Articolata per frasi complete
• Ha aree modulanti che portano la tonalità ad un’altra vicina
Si parte dalla sonata clavicembalistica e arriveremo alla forma sonata.
La sonata clavicembalistica si può riassumere in tre punti:
1) Graduale tendenza a semplificare le strutture tradizionali del contrappunto
2) La tecnica dell’elaborazione motivica cede il posto al processo strutturale per frasi o
periodi→ fa conseguire un ritmo armonico più lento (non cambio armonia tutti i momenti,
evidenzio la tonalità) e non ho la solita progressione alla Vivaldi
3) Questi raggruppamenti tematici acquisiscono una posizione particolare all’interno del
brano
Quali sono le fasi? La prima fase è quella della sonata scarlattiana.

Domenico Scarlatti
Figlio di Alessandro Scarlatti nasce a Napoli quando il padre gira per le piazze operistiche.
La sua vita cambia quando nel 1720 prende il posto del maestro di cappella a Lisbona. Fa
l’insegnante di cembalo alla principessa e poi si sposterà a Madrid quando questa
principessa sposa il figlio del re di Spagna→ starà lì per il resto della sua vita.
Posizione privilegiata dove ha la possibilità di inventare un lessico musicale diverso dal
solito.
Essendo isolato dal mondo solo una trentina delle sue sonate vengono pubblicate.
Scrive più di 500 sonate.
La sonata scarlattiana è un ponte di passaggio tra la suite e la sonata moderna:
o Come la suite è bipartita e monotematica:
T→ D :|| D→ T
T- → relativa + :|| Relativa + → T –
Viene chiamata sonata monotematica bipartita.
o Nella parte di ripresa Scarlatti amplia il giro delle modulazioni→ piccolo passo verso la
sonata moderna
Egli perseguì il principio della sistemazione delle idee in aree tonali ben precise ed inoltre,
nell’arco della modulazione dalla tonica alla dominante e del successivo ritorno alla tonica,
egli superò i limiti di un rigido schematismo. L’inizio della seconda parte, infatti, è ben lungi
dall’essere una mera “ripetizione”: o abbozza un’idea nuova o presenta un’elaborazione del
tema iniziale talmente libera da introdurre l’ascoltatore in un’atmosfera del tutto diversa.
Tutto le sue composizioni furono schedate nel ‘900.
Scarlatti apporta degli stilemi nuovi e anche degli elementi del folclore iberico popolare sia
ritmici che melodici.
Linguaggio a 360°.
Cerca di ampliare l’aria tematica e le idee→ passo di emancipazione
Ascolto: k 502-
o 2° parte apre con un motivetto che sembra essere ricavato dalla seconda parte del primo
motivo
o Molto spagnoleggiante
o Gioco ritmico vivacissimo: passa da un ternario ad un binario
Ascolto: Scarlatti k 502, k 239 ; Beethoven sinfonia 5 ; Mozart sinfonia 8 ; Galuppi sonata in
Do+
Il passaggio successivo è lo stile galante:
LO STILE GALANTE
Quando Quantz sentì suonare Scarlatti lo definì “Galante”.
Il teorizzatore dello stile galante è Matheson.
È uno stile che si colloca prima del classicismo: 1730-1760→ nell’arte corrisponde al periodo
del Rococò
Influenzerà il primo Mozart e il primo Haydn
È lo stile della semplicità, della nuova classe borghese che si sta sviluppando attraverso il
processo di industrializzazione.
Desiderio di ampliare la cultura a tutti→ la cultura non doveva più essere a panaggio della
borghesia. Questo si realizza rendendo l’arte un divertimento, deve essere piacevole e non
riservata a pochi.
Il punto di distacco fu Bach: non era considerato attuale, era considerato erudito, pesante,
vecchio.
La musica non deve essere complicata: deve poter essere suonata dalle dame nei salotti.
Questo porta un notevole vantaggio economico perché chiunque, in questo caso, voleva
comprare le partiture→ gli editori pubblicano molto più volentieri queste sonatine semplici
rispetto alle fughe artificiose e oscure di Bach.
Caratteristiche:
➢ Regolarità,
➢ tonalità semplici, deve giocare su tonica e dominante con poche alterazioni e largo uso
delle cadenze prevedibili senza contrappunto
➢ tessitura molto semplice, bisogna giocare sul canto (mano dx) e accompagnamento
(mano sx) → richiama la cantabilità dei cantanti italiani. Scrittura che non deve disturbare la
melodia
➢ Uso del basso albertino: accordo spezzato, semispezzato oppure arpeggiato
➢ frasi di 8 battute,
➢ regolarità dei tempi,
➢ melodie abbellite da abbellimenti, modi con tonalità vicine
Lo stile galante serve perché lascia indietro i fronzoli barocchi.
Di solito è in 3 movimenti.
Lo stile galante esiste in tutte le forme e non solo per clavicembalo.
Autori principali: Galuppi, Alberti, Platti, Paradisi, Rutini, Telemann e l’ultimogenito dei figli di
J. S. Bach, Johann Christian Bach→ fu uno dei più grandi esponenti di questo stile
Il terzogenito dei figli di Bach, Karl Philipp Emanuel Bach viene considerato l’inventore della
forma sonata, ma in realtà è il massimo rappresentante dello stile sensibile→
empfindsamerstil o stile espressivo
Sembra che sia stato il primo ad adottare lo schema in tre movimenti e anche un primo
movimento con l’allegro tripartito (esposizione- sviluppo- ripresa).
Non esiste però un inventore della forma sonata perché è un linguaggio che piano piano
adottano tutti. Per arrivare alla forma sonata bisogna avere il 2° tema nel I movimento e Karl
Bach non lo usa.
Tutti faranno qualcosa, ma nessuno può essere considerato l’inventore→ il primo
compositore dove troviamo tutte le caratteristiche della forma sonata è Haydn
LO STILE SENSIBILE
Si trova nell’ambito dello stile galante e della semplicità.
Ha un aspetto più cupo e malinconico, con delle punte drammatiche: lo si realizza con sbalzi
improvvisi forte-piano, un ritmo puntato, tonalità minori, contrasti degli effetti dinamici.
Maggior cura dell’eccentricità in modo che gli spettatori restino ancora più colpiti.
Tanti segni di dinamica, linee melodiche più brusche e frammentarie, passaggi improvvisi di
tonalità.
Questo pathos si sente soprattutto nei movimenti lenti.
Piaceva molto ai tedeschi perché si poteva realizzare sul clavicordo, antenato del pianoforte
• non è uno strumento a pizzico
• una corda viene percossa da una piccola tangente metallica, ma a differenza del
pianoforte, quando tu percuoti una corda, tenendola puoi fare il vibrato (o bebung)
• era uno strumento per tutti: per l’intrattenimento borghese era molto usato
Schobert: esponente dello stile espressivo fuori dalla Germania
Ascolto: Telemann F+ ; K. P. Bach sonate prussiane n 1
L’ultimo arrivo è, appunto, la forma sonata.
LA FORMA SONATA
Anche detta forma bitematica tripartita.
È un linguaggio: ha un’esposizione, uno sviluppo e poi una ripresa→ TRIPARTITA
Nell’esposizione abbiamo un primo tema e un secondo tema:
➢ il primo tema deve prendersi il suo spazio→ deve occupare lo spazio: prendersi un’area
tonale prestabilita (in generale la tonica)
➢ in un altro momento ci sarà un ponte modulante che porterà in un’altra area tonale (di
solito la dominante) → BITEMATICA
➢ se la tonica è minore, il secondo tema può essere nel relativo maggiore
nello sviluppo prendo tutto quello che è successo nell’esposizione e elaboro tutto il
materiale→ i temi vengono scavati approfonditi. Ovviamente si vuole arrivare ad una sintesi:
siamo nel Settecento, periodo dell’Illuminismo, della razionalità.
→ questo è un linguaggio intelligente, devo fare una sintesi alla fine di tutto.
Nella ripresa tutte le tensioni devono risolversi: abbiamo sempre primo e secondo tema:
► primo tema in tonica: abbiamo risolto la modulazione finale che ci porterà in tonica→ il
primo tema partirà già in tonica
► anche il secondo tema partirà in tonica: le discussioni e le tensioni sono già state risolte
NB! Dire composizione in forma sonata vuol dire: primo movimento e una determinata
successione di movimenti
La composizione in forma sonata è una composizione del classicismo, occupa il periodo
classico, e sarà valido fino all’Ottocento inoltrato.
La forma sonata riguarda tutte le forme cameristiche e sinfoniche.
Es. sonata n° 5 di Beethoven
I movimenti non stanno insieme come in una suite, i movimenti sono tre o quattro e devono
essere solo quelli: hanno una determinata struttura e forma, non sono più allineati a mo di
parata, ma ognuna ha una sua precisa individualità.
❖ Primo movimento: Allegro→ solitamente molto energico
❖ Secondo movimento: andante o adagio
a. In forma A-B-A: sezione centrale divergente con carattere diverso anche tonalmente
b. Può essere tripartito (A-B-A) oppure forma a rondeau (A-B-A-C-A-B-A)
❖ Terzo movimento: è nuovamente veloce, se è l’ultimo di solito è un finale in forma
rondeau o rondeau sonata→ Allegro, virtuosistico, pimpante
❖ Se la sonata è in 4 movimenti: il terzo movimento solitamente è un minuetto
(minuetto-trio-minuetto, con ritornelli) → da Haydn e soprattutto da Beethoven il minuetto
verrà sostituito dallo scherzo; minuetto è l’unico rimasuglio di suite che rimane nella forma
sonata.
Scherzo in 1: è cittadino, molto più moderno.
Il minuetto è in 3: ricorda la vecchia danza.
Il trio c’è sia nello scherzo che nel minuetto.
Il quarto tempo sarà l’allegro virtuosistico e pimpante
NB! Alcune volte i compositori precedono il movimento introduttivo della forma sonata con
qualche battuta di lento
Ascolto: k40 Mozart (per minuetto)
patetica di Beethoven (per 1-2-3 mov)
Questa forma non è tipica solo della sonata pianistica, ma dal classicismo in poi è tipico
anche della sonata accompagnata, del trio, del quartetto, del quintetto (tutta la musica
cameristica), ma anche della musica sinfonica.
L’arrivo della forma sonata nella sinfonia porta quest’ultima a diventare una composizione
moderna:
- Sparisce il basso continuo
- L’arrivo di queste lunghe frasi coincide anche con l’entrata nelle orchestre dei fiati: ai fiati
vengono date delle parti melodiche, non servono più solo per raddoppiare
Ascolto: quartetto del gruppo dei 6 quartetti dedicati ad Haydn, Mozart
NB! Il quartetto è la forma classica e romantica più nobile e impegnativa: prevede la scrittura
a 4 parti di pari importanza, “una conversazione a 4 persone”. Ha tutte le caratteristiche della
forma sonata
3. LA SINFONIA
3. LA SINFONIA
La forma sonata si innesta sulla sinfonia grazie all’evoluzione dell’organico→ trapasso
organico barocco: si passa all’organico classico tra il 1740 e il 1770
Gli antenati della sinfonia che era la sinfonia d’opera e il concerto di gruppo (o concerto
sinfonia) diventano sinfonia da concerto o sinfonia classica.
Ascolto: sinfonia in C+, Torelli→ va avanti per pieni e vuoti e ritmi puntati, è il classico
concerto sinfonia barocco dal quale bisogna distaccarsi
K40 Mozart→ si arriva qua, alla sinfonia classica: non c’è il basso continuo, organico
completo: grande potere dei legni, completano addirittura le frasi degli archi
La scrittura orchestrale viene concepita con un nuovo orientamento e non più come
contrapposizione di masse sonore diverse, ma ci si avvale delle peculiarità timbriche che
l’orchestra acquisisce attraverso l’utilizzo degli strumenti a fiato→ partecipazione costante di
questi: si emancipano dal ruolo del raddoppio
❖ fagotti: strumento obbligato
❖ corni e trombe: strumento d’armonia (come tutti gli ottoni) → tengono i suoni
❖ legni: responsabilità maggiore
❖ Si assegnano delle parti separate anche ai timpani.
Ci sono delle parti scritte per gli strumenti a fiato, mentre prima non succedeva
Grazie ai compositori che innestarono tutte queste innovazioni si passò dal concerto sinfonia
del tardo barocco alla sinfonia classica in soli trent’anni→ la sinfonia diventerà un fenomeno
pubblico
Ascolto: la Praga Mozart
Per arrivare alla sinfonia classica, si passa prima attraverso due fasi cruciali:
▪ Fase italiana con la scuola di San Martini
▪ Fase tedesca governata con la scuola di Stamitz
L’EVOLUZIONE DI GIOVANNI BATTISTA DI SAN MARTINI
Scuola lombarda.
San Martini scrive circa di 70 sinfonie.
Primo trampolino di lancio verso la sinfonia classica.
Anche Mozart viene influenzato da questa scuola quando venne in Italia.
Scuola di Milano:
o Anni ’50-’60
La sinfonia di San Martini è in 3 movimenti:
veloce
lento
veloce (minuetto) → in pieno spirito galante e preclassico
Alcune sinfonie, quelle mature, cominciano a dare spazio ai fiati con parti individuali per 2
oboi, 2 corni o trombe→ il nucleo vitale dell’orchestra erano ancora il complesso degli archi.
La viola ha una discreta autonomia.
Uno degli unici italiani che rimase in patria: molto compositori italiani lasciarono l’Italia
perché c’erano le case editrici che pubblicavano le loro raccolte, mentre in Italia l’unico
genere che dominava era l’opera→ Vive stabilmente a Milano.
Le sue composizioni si suonano stabilmente nelle chiese, nei conventi milanesi e, nei
palazzi nobiliari, le accademie→ ha una sua cappella musicale

Serate gestite dal musicista in cui lui organizzava e prenotava in anticipo i posti
(raccoglieva delle sottoscrizioni per i concerti) e poi invitava il pubblico
A partire dalla metà del secolo a Milano apre al pubblico il castello Sforzesco e per 3 giorni
alla settimana solo nei mesi estivi, San Martini poteva far esibire la sua orchestra.
Sembra addirittura che San Martini fosse riuscito a fondare una piccola accademia
filarmonica dove far esercitare gli strumentisti.
È maestro per la cappella di Sant’Ambrogio di Milano.
Molte composizioni restano dei manoscritti per molto tempo→ arriveranno poi in America
dove lo pubblicheranno
Ascolto: sinfonia in A+, San Martini→ fu catalogato molto tardi
Milano diventa quindi un importante centro sinfonico.
Ricordiamo anche Boccherini→ scrisse concerti, sonate, sinfonie e molta musica da camera
• Fu un virtuoso del violoncello
SCUOLA DI STAMITZ o DI MANNHEIM
Johann Stamitz fu il capostipite.
Mannheim è una zona della Germania governata dal principe elettore Karl Teodor→ è una
città musicale
Questa cappella di corte nel ’45 aveva 48 membri, nel ’50 ne aveva 61, nel ’78 ne aveva 90.
▪ C’erano musicisti molto bravi e questo permette le gradazioni: sembra che in questa
orchestra siano nati i crescendi e i diminuendi
Strumentisti soprattutto boemi che vivevano nei territori di lingua tedesca→ molti strumenti a
fiato
Lavoravano anche nel teatro di corte perché continuavano a venire rappresentare le opere
italiane.
Mannheimer avevano qualità espressive molto alte e vennero invitati a suonare anche a
Parigi→ Parigi e Londra capitali sinfoniche
Tessuto sonoro: notevole equilibrio tra fiati e archi
• Corni, oboi, flauti e talora clarinetti→ si vedono soprattutto a Parigi
• Viola molto importante→ serve come tessuto connettore
• Rafforzamento della sonorità orchestrale→ grande attenzione alle dinamiche, i crescendo
erano curatissimi
• Prima orchestra che necessita di un direttore d’orchestra: serviva per curare questi colori
Notevole allungamento del ritmo armonico che permette esplicarsi di melodie belle, nitide e
chiare. I motivi e le melodie di Stamitz sono, di solito, ben articolati e incisivi.
Ritmo maestoso, puntato, fortemente marcato→ scuote l’attenzione, crea tensione ed è
funzionale alla dinamica.
Forma: a tutte queste esigenze si adattava molto bene la forma sonata che qui è in 4
movimenti
▪ Soprattutto nei primi movimenti
▪ Per la differenziazione delle varie aree tonali
▪ Aree di stabilità armonica
Ascolto: J Stamitz- sinfonia D op 3 n 2 → da tensione al 1° tema
Da questa scuola nasce tutta una discendenza: per esempio il figlio di Johann, Karl Stamitz
(compositore soprattutto per la viola)
I Mannheimer andavano a Parigi e Londra perché sono le prime città animate da una
borghesia ricca, che amava la bella vita e che voleva che il concerto diventasse
un’istituzione pubblica o semipubblica.
Si organizzano e danno vita a delle società musicali dove borghesia e nobiltà investono per
un concerto pubblico→ io entro e pago il biglietto: novità
Istituzioni che creavano delle stagioni regolari dove il pubblico andava e pagava il biglietto.
Per queste stagioni occorre la diffusione delle partiture→ a Parigi e a Londra sono presenti
molte case editrici.
Concerto pubblico, istituzioni concertistiche ed editoria sono quella dimensione nuova e
cittadina della musica che nel primo Settecento non c’era.
L’ente concertistico commissiona sinfonie ai compositori che diffondono le loro opere grazie
alle stampe dalla cui vendita egli guadagna qualcosa.
Parigi non ha molti compositori propri, l’unico è Gossec:
- Unico compositore parigino
- Vita lunghissima: lo fa testimone di tantissime evoluzioni musicali
- Mette di fisso la coppia di clarinetti nell’orchestra e un genere che affronta e che sarà poi la
caratteristica di Parigi è la sinfonia concertante:
o via di mezzo tra concerto e sinfonia
o Tre movimenti del concerto
o Ha gli strumenti concertanti
o Non è lo strumento virtuoso che si impone e intrattiene le folle→ a strumenti che solo ogni
tanto emergono: dialogano in continuazione con l’orchestra
o Mozart ne compone 2: k 397 quando va a Parigi e k 364 quando torna da Parigi
- Si sviluppa soprattutto a Parigi
Parigi preferisce ospitare musicisti esteri che “crearne” da sé→ diventa un polo di grande
attrattiva
Ascolto: k 364 Mozart
Vienna: diventa un centro musicale in ritardo rispetto agli altri (circa negli anni ’80) → sarà il
polo di attrazione di tutti i grandi musicisti
Ha costruttori di pianoforti, la casa editrice Artaria e poi ha dei baroni e dei conti illuminati.
Barone Van Swieten
- È importante perché è grazie a lui e alla sua ricchissima biblioteca che inizia a conoscersi
Bach
- Grande diffusore di Bach e Handel
- Citato spesso da Mozart perché da lui c’è un grande consumo di musica
- Tutte le domeniche da concerti
Berlino: città importante, ma legata ai gusti di Federico II→ amante dello stile galante, le sue
passioni non permettono ancora di andare avanti nel classicismo, corte un po’ isolata dal
grande flusso sinfonico che sta arrivando
Londra: al pari di Parigi è una città dove tutto si sviluppa su un piano culturale, di ricchezza,
quasi imprenditoriale.
Editoria musicale sviluppata, si pubblicano lezioni e metodi per l’insegnamento del
pianoforte
Società concertistica dei Bach-Abel Concert→ Johann Christian Bach, l’ultimo dei figli di
Bach, insieme ad Abel si consorziano e formano questa istituzione concertistica che
richiama musicisti tedeschi, boemi e austriaci.
Mozart a 6 anni va a Londra come enfant prodige che si legherà a J. C. Bach da profonda
amicizia e J. C. lo influenzerà nel primissimo stile sinfonico
Ascolto: k 16 Mozart ; sinfonia SIb+ op 8 n 2 J. C. Bach

9.Bach e Handel

Bach
● Biografia su Allorto (pag 334 - 340)
● Fubini baroni pag 177, con la presentazione
con totale estraneità del suo tempo per lui, pietra miliare d3llo studio ma sconosciuto dal suo
tempo, rifiutato dai contemporanei, veramente opposto allo stile galante che andava di
moda, con la sua musica come dono di dio, scienza, lo fa cadere nell'oblio. Bach cadde
subito nel dimenticatoio. C'è poi un impulso, 100 anni dopo la passione secondo san matteo,
che Mendelssohn (1829 Lipsia) riscopre quest'opera e la ripropone dopo 100 anni precisi
(1729 Lipsia) che tutti conoscono poi Bach. Qui nascono le prime biografie, un po romanzate
e lacunose, di Bach, fino al 1850 nasce la società bach (tra fondatori c e schumann) e qui
inizia la catalogazione delle opere di bach per genere, perché tanto è morto quindi non
serve farlo in maniera temporale, e le catalogano con BWV. Ci mettono (1900) 50 anni ma
riescono a fare la pubblicazione dell'opera omnia. Il musicista concepisce la musica come un
dovere, non ha manie di protagonismo, è un artigiano che non viene conosciuto. A
differenza di Hendel che gira per fare l'operista, Bach ha una concezione della musica molto
luterana, e al servizio di Dio, la soddisfazione dei superiori lo porta avanti e deve soddisfare
ogni incarico.

La fede gli ha condizionato la vita.

- perfettamente sconosciuto, non seguito, è una figura isolata che guarda al passato
anziché al futuro, giudicato pedante.
- la famiglia ha una tradizione solida, che alle spalle hanno la tradizione fiamminga con
grande studio scientifico della musica ciò lo ha segnato come metodicità con la quale
affronta il tutto.
- Il senso della tradizione familiare dell’abilità tecnica, la sua fede luterana che lo porta
a concepire la musica come segno di dio, un servizio al prossimo, a Dio e nei
confronti dei superiori.
- il sistema settecentesco dei mecenati, Bach compone su commissione con un senso
del dovere.Compose per ottemperare ai suoi doveri enormi legati al sistema in cui
viveva.
NB. bach compone tutto tranne le opere che erano quelle che arricchivano al tempo, e o fa
per la fede.
- La grande emozione della via sono due colpi di testa.
- 1829 Mendelssohn dà vita alla rinascita di Bach, dopo 100 anni la passione secondo
san Matteo. Lipsia.
- bach studia copiando, non viaggiava ma rappresenta la sintesi di tutti gli stili europei,
non lascia mai la germania del centro-nord dove rimane per la vita. Copia tutte le
partiture, i manoscritti ecc con cui viene ad imbattersi, gli diventano familiari le
partiture dei maggiori esponenti francesi,italiani ecc. Copia e riarrangia, come con
Vivaldi

Tappe della vita di Bach (pag 178 - 179 - del Fubini - Baroni)
● Nascita e apprendistato
Nasce nel 1685 coscritto di Haendel e Scarlatti, da una famiglia di grande
tradizione che conterà almeno un 100 di musicisti di nome Bach, derivanti
dalla Turingia (regione). Il padre è musicista e ha 4 figli musicista (tra cui
bacha). in particolare ha un fratello maggiore che fa l’organista in Ohrdruf,
grande città; bach, seppur istruito dal padre negli strumenti ad arco e alla
tastiera, sia il padre che la madre muoiono nel 1684/1685, a 10 anni, e non
potendo vivere da solo rimane con il fratello organista. Questo organista è
allievo di Pachelbel, figlio della scuola del nord fiamminga, che aveva messo i
pilastri per l’opera organistica tedesca, e con questo fratello completa la sua
formazione organistica. Assetato di conoscenza voleva studiare tutti i
contemporanei mentre il fratello non lo lasciava ancora studiare questi grandi,
voleva che seguisse uno studio completo e progressivo. Nel 1700 va a
studiare nel Gimnasio, conosce Boehm e Rieken, due altri grandi organisti,
tutti discendenti dallo Sweelinck (tesi 23 o 24, grande scuola organistica del
nord). Con queste basi organistiche si trasferisce poi a Vimar, un primo
soggiorno, un incarico di pochi mesi, dove trova un primo impiego come
violinista di corte, della cappella di Vimar, ed è importante perché gli permette
di conoscere i grandi concerti italiani con Vivaldi.

● 1703 - 1708 Hamstan e Mulhausen, dove ha i primi incarichi da organista = affronta il


repertorio del repertorio organistico
Va ad hamstan come organista, un bravo organista deve conoscerne anche
le qualità tecniche che caratterizzano l’organo (organaro esperto). qui inizia a
produrre le prime grandi opere organistiche. Quando scrive Bach scrive
spesso “Klavier” = tastiera, quindi si possono usare clavicembalo, organo e
altri strumenti, mentre quando vuole l’organo appositamente scrive “orgel”,
anche se si sa in base alla scrittura. Chiede la licenza di 4 settimane nel 1705
per andare a Lubecca per andare a sentire Buxtehude, parte a piedi e rimarrà
per 4 mesi, cosa che gli procura non pochi problemi con il datore di lavoro. La
disarmonia che ne deriva lo porta a lasciare la città nel 1708. Nel 1707 sposa
la cugina Barbara e lasciano la città per Mulhausen. Questa è una corte
influenzata dal pietismo, una corrente più moderata del Luteranesimo. Il
pietismo tende a trasformare la religione in un rapporto personale con Dio.
Bach non si trova in questo ambiente a causa del suo grande culto e infatti
appena può lascia tutto per Vimar, che segue più rigidamente l’ortodossia
Luterana vigorosa.
● 1708 Vimar
1708 si trasferisce perché sente il principe più in linea con la sua religione.
Vimar è una cittadina fiorente e molto colta, qui diventa organista del castello
e violinista dell’orchestra. Qui ci sarà l’apice dell’arte bachiana dell’orano. Del
resto la passione del duca di vimar per l’organo è enorme e quindi andranno
molto d’accordo per questo, Bach si trova bene lì. Ma Bach è anche
strumentista di corte e insieme a Walter, altro musicista che viaggia molto,
eredità tantissimi manoscritti e insieme iniziano a leggere e trascrivere molti
concerti strumentali italiani. Si parla quasi di una gara tra i due ed è proprio
così che nasceranno tante musiche per l’orchestra e questi temi dei concerti
vivaldiani influenzeranno le sue fughe organistiche. 1716 muore il maestro di
cappella e Bach riteneva doveroso la successione a lui ma invece il duca la
dà al figlio e innervosito cerca in un altro luogo questo ruolo. Riceve una
proposta ma il duca non vuole e lo fa arrestare per un mese nel 1917, appena
scarcerato si trasferisce comunque a Keten
● (pag 180 ) Keten = non si occupa più di musica liturgica perché il principe è
Calvinista dove non fanno musica, allora si dedica alla cappella.
Keten sarà la tappa che permetterà a Bach di affrontare la musica da camera
e per orchestra oltre a quella per cembalo. Qui si dà alla musica orchestrale
perché non ha impegni liturgici in quanto il principe è Calvinista e non pratica
musica nella chiesa. Qui gli permettono di viaggiare, in compagnia proprio del
principe che lo fa esibire in giro, viene a conoscenza del margravio di
Brandeburgo, con cui parla tantissimo e probabilmente cerca di ricevere un
incarico da lì, intorno al 1720. Quando torna dal viaggio mette per iscritto i
suoi concerti ispirati e dedica al brandeburghese “6 concerti per diversi
strumenti dedicati all'altezza di Brandeburgo dal suo …” , che noi
chiameremo Concerti Brandeburghesi.Nonostante questa dedica sembra che
l’orchestra di corte del Brandeburgo non li fece mai mentre quella di Kate sì.
Dopo uno dei suoi viaggi scopre che è morta la moglie Barbara, 4 figli e la
maggiore ha 14 anni, allora lui poco doppi mesi si posa per dare una madre
ai figli, sposa anna magdalena, musicista e figlia di organista, che aprirà e
indirizzerà Bach verso la musica didattica. Lascia Keten perché il principe
sposa Federica Enrichetta che odia la musica e distacca il principe da questa
passione, allora Bach decide di andare a Lipsia per seguire la passione della
musica.
● (pag 181) 1723 Lipsia = dove rimane per il resto della sua vita. Diventa Director
Musices.
L’incarico era quello di kantor, l’anno prima era morto Kuhnau e si è liberato
questo posto. Lipsia è una città molto attraente per Bach prima per
l'università, ottima per i figli, e questa è la seconda università più importante
in Sassonia. Una città fiorente come industrie, strutture del terziario,
collegium musicum (orchestre per dilettanti) che animano tutta la vita
musicale della città, c’è un teatro d'opera che denota una vita pubblica molto
fitta, e 4 chiese molto importanti tra cui la Chiesa di San Tommaso che aveva
una scuola annessa da riorganizzare. Il Concistoro vuole una persona che
organizzi tutta la vita musicale, dirigendo cori e orchestre, educando i cantori
e insegnando. Gli viene proposto questo incarico, massimo gradino e molto
ben retribuito, (anche se prima viene proposto a Telemann ma non ne aveva
voglia, poi a Graupner che rifiuta pure lui). Bach viene sottoposto a un esame
di teologia severissimo e finalmente, a giugno, prende servizio a Lipsia. Bach
comporrà tutta la musica vocale più importante.

Produzione
● organistica
○ Preludi corali e musica da chiesa:
○ Composizione di stile improvvisativo che nel barocco vengono accoppiati alla
composizione rigorosa come fuga (preludio e fuga ad esempio). La fuga
mostra subito la tecnica.
→ Fantasia e fuga in sol minore (koeten) BWV 542: la prima parte
della fuga con l’esposizione del tema e poi una variazione e le diverse
voci, ripassa la fuga.
→ passacaglia in do minore, con un tema fugato: la passacaglia è un
tema su basso ostinato sul quale, con la mano destra del pianoforte si
creano delle variazioni. Da notare l’incisività dei temi, chiari,che
sembrano scolpiti, in realtà sono di generazione italiana e in
particolare di Vivaldi.
● Corali
○ Preludi corali: temi di corali arrangiati per organi e la prima grande raccolta è
Orgelbuchlein, opera che contiene 45 nuovi preludi corali composti tra Vimar
e Kote, il senso metodico di esplorare e raccogliere accompagnano quello
didattico (prefazione dice che è un metodo per eseguire in tutte le maniere un
corale e insieme per perfezionare l’uso del pedale dato che il pedale è
obbligato. Sono corali cortissimi
→ corale della schiere degli angeli BVW 607: la melodia del corale sta
all’acuto
→ Corale sul peccato di adamo BVW 637: si trovano il peccato e la
caduta di adamo (data da intervalli al basso), racconta del serpente
che è il tentatore di eva e si sente attraverso la simbologia (una serie
di allegorie che vengono studiate). La melodia è quella del vecchio
corale di lutero che veniva cantato a 4 voci = corale su qualcosa
significa che è tratto dall’omonimo corale luterano e poi viene
arricchito con le parti dell’organo.
Bach ha composto questi corali per tutta la vita, le altre raccolte sono Corali
di lipsia che sono 18, i corali catechistici e i corali di Schubler. Bach non è
più così attento dopo la prima raccolta, questi sono concepiti su proporzioni
più vaste, sono meno interiori e meno soggettivi del primo. Spesso
inseguono il piacere dello sviluppo di un’idea musicale infatti gli Schubler
sono trascrizioni di cantate
→ BWV 645-650: è più melodico e non ha lo spirito didattico per il
piccolo organista ma sono più per piacere, e si mescola a tante altre
cose.
● Musica per cembalo: musica didattica:
La necessità didattica arriva in famiglia, insegnare ai figli le basi per
sviluppare l’indipendenza per le mani e il polifonico I Klavir Booklite, che sono
quelli che ancora si usano ora per iniziare a studiare il pianoforte.
Indipendenza per le mani e pensiero polifonico sono fondamentali sempre.
(invenzioni a 3 voci si chiamano anche sinfonie). questo primo pensiero
dedicato alla famiglia, alla moglie e alla didattica lo portano a comporre
queste invenzioni a 2 voci, quelli a 3 voci e altri libretti, tra questi ci sono
anche 11 Preludio che saranno quelli che confluiranno nel clavicembalo ben
temperato.
→ preludio e fuga in c major, BWV 846, book 1. Questo è uno di quei
preludium che confluiranno nel clavicembalo ben temperato.
Opera monumentale che affronta un problema moderno Werckmeister nel
1691, che scopre la scala temperata (12 suoni = artificio che serve a suonare
tutti insieme). La prassi di ben temperare gli strumenti su mezzi toni uguali
aiuta. Bach vuole quindi esplorare e testare la libertà tonale di queste nuove
intonacature = crea un preludio e fuga per ogni tonalità che permette di
suonare. Il temperamento è un artificio ma lo sperimenta sul piano pratico.
Questo è un aspetto anche educativo per lo studio della gioventù e per il
divertimento di chi già sa suonare. Questo è quello che dice in 1 dei 2 libri.
Bach esplora tutto ciò che può con questi preludi e fuga, mostrano tutta la
sua fantasia dal primordiale arpeggio sulla triade a pagine dense di imitazioni,
preludi nello stile delle invenzioni, allegro da concerto all’italiano, ouverture
francese = esplorano tutte le possibilità disponibili. Vanno dal modello arcaico
fino a fighe dal carattere organistico molto complesso. Questo discorso del
campionario, approfondire e variarela formula, un genere, quello del preludio
e fuga, trovando soluzioni musicali a un problema teorico.
→ preludio e fuga la bemolle n 17 book 1 : stile dell’allegro da
concerto italiano, ricorda infatti Vivaldi
→ Preludio e fuga Glenn Gould (1932 - 1982, Toronto) è uno dei più
grandi pianisti soprattutto sul repertorio di Bach, molto eccentrico
smette di suonare in pubblico a 32 anni perché maniaco della
perfezione. La sua registrazione è iscritta su disco di rame placcato
d’oro che è stato mandato su Voyager 1, la navicella che dovrebbe
portare delle informazioni sulla vita sulla Terra ad altri universi.
Concerto italiano e ouverture francese, sempre del periodo di Kate ma
raccolti a Lipsia, vengono pubblicati nella seconda parte della Klavier
ubunghen (p 328 nella seconda parte) dal 1935, e le mette quasi a voler
paragonare come due diverse tradizioni.
→ Bach concerto italiano : nella parte clavicembalistica c’è un tutti e
soli proprio a imitare il concerto grosso e il concertino tipici italiani,
infatti è in 3 tempi.
→ ouverture alla francese: ritmi puntati e inizio lento
*Suite francesi(2 parte), suite inglesi, e partite tedesche.
Nella 4rta parte del Klavier ci sono le variazioni goldberg: è un altro
monumento, complicatissimo, sono una pietra miliare della storia,
comprendono un ‘aria nello stile della sarabanda con 30 variazioni e che voi
tornate alla fine. Ogni 3 variazioni mette un canone e questi canoni
procedono da un unisono alla nona, un rigore matematico che riporta il 3
come simbolo della trinità divina. é una complessità ordinata e vede in tutto
ciò che ha la mano creatrice di Dio, un disegno divino. Lo spirito è quello della
variazione, che nasce dallo spirito di rielaborare dallo schema semplice a
quello complesso. la linea melodica è regolare, 8 battute ripetute, e ordinate
dalla semplicità alla complessità, il tutto legato dallo stile contrappuntistico di
Bach. Quando si torna alla melodia iniziale è come se volesse dire che tutto
torni alla creatore, tralaltro in questa parte Bach mette un quodlibet, un
pasticcio dove vengono elaborate due canzoncine popolari, della quotidianità,
perché è quello che gli piace. Come per i fiamminghi che prendono una
melodia semplice per farne una messa, anche Bach ne costruisce
un’impalcatura. Goldberg è il clavicembalista dell’ambasciatore di Russia
presso la corte di ??. La leggenda narra che debba suonare per tutta la notte
nella camera affianco al sovrano per permettergli di dormire (soffriva di
insonnia) e quindi si dice che sia andato da Bach a chiedergli qualcosa da
suonare e lui ha composto questo
→ Bach Goldberg variations BWV 988. è composta come una Suite;
Inizia come una ninna nanna ma poi nella seconda parte, dove
iniziano le variazioni,diventa un po’ più agitata, non più una
ninnananna. La variazione non è più intesa come decorazione ma è
una vera e propria ristrutturazione. Le due canzoncine sono: “da lungo
tempo non sto più insieme a te, avvicinati a me” e la seconda è “i
cavoli e le rape qualcosa se avessi cucinato più carne sarei stato a
casa” o una cosa simile. Alla fine, torna l’aria iniziale, per dire che tutto
torna da capo.
● Musica d’insieme
Esprime la sua genialità a Koethe, dove ha la sua orchestra ed è concert
meister. Quì si dedica a tutto ciò che non è liturgico, infatti fa composizioni per
solisti:
- 6 sonate per violino solo
- 6 sonate per violoncello solo
- partita per flauto solo
Queste sono composizioni molto complesse, abbandonate per molto tempo a
causa di questo, e poi riprese nel 900 da Kazal (quelle del violoncello) col
mistero della 6sta che forse non era per violoncello ma per un’altro strumento
a 5 corde. La cosa più eclatante di questi lavori è che tutti riescono a creare
l’illusione di una tessitura armonica e melodica, multipla e contrappuntistica,
mediante ote multiple con singole linee melodiche che vengono poi ripetute
nei registri e tutte insieme danno l’idea di voci diverse. Le partite sono delle
danze, la più celebre è la partita n 2 con la celebre Ciaccona che la chiude,
anche se è la parte più grande all’interno della sonata.
→ Partita in re minore, BWV 1004, Ciaccona: è fatta da varie fasi, con
un corale centrale, sia la struttura che l’esecuzione sono molto
complesse.L’ultima parte è di nuovo l’aria iniziale in quanto anche la
ciaccona in realtà è un tema con variazione. è la più famosa danza
della partita in re minore che è la seconda.
→ Partita per flauto, la minore (di questa sembra essere stato trovato
anche l’accompagnamento per clavicembalo ma in originale è per
flauto solo, anche se per ora non ce l’abbiamo forse di nuovo
smarrita).
Esistono delle sonate a 3, quindi per strumento accompagnato ecc.
Musica orchestrale creata a Koethe e la più famosa sono i Concerti
Brandeburghesi, che lui intitola “concerti per più strumenti" cosa che indica la
pluralità di utilizzo strumentale, porta avanti la pratica concertante alla vivaldi,
con il concerto orchestrale, di gruppo, il concerto solistico (qualche soldo) e il
concerto nello stile più antico, nello stile del concerto generico non italiano. Le
combinazioni strumentali, timbriche sono una sperimentazione e superano le
forme vivaldiane, superando proprio la pratica concertante. Anche se c’è
ancora un concetto contrappuntistico che da un senso di arcaicità ed è
proprio ciò che lo rende difficile da suonare. La sperimentazione non va solo
sul timbro ma anche sulla linea del contrappunto.
● N 1 FA MAGGIORE: nella struttura è il più arcaico, in 4 movimenti con le
danze (Allegro, allegro adagio, allegro minuetto, inframmezzato da trio,
polacca e trio finale, e infine il minuetto). Ha 3 oboi, fagotti, corni da caccia,
violini e violino piccolo. La compattezza e la differenza da quello italiano lo
rende a se stante, ha una struttura a concerto orchestrale.
● N 2 FA MAGGIORE: struttura a 3 tempi, molto più vivaldiano, con oboe,
violino e flauto solo. Ogni Strumento ha il suo attimo, con la sua importanza,
pure gli strumenti del ripieno. Il modello veneziano subisce la sua
trasformazione nelle mani di Bach. Con un allegro finale, fugato, tipico di
Bach.
● N 3 SOL MAGGIORE: notiamo solo la compattezza, solo violini (me il 6) ed
ha solo 2 movimenti. Tutto il brano è attraversato da un anapesto?? (ritmo
composto da 2 note brevi e 1 lunga). non c’è l’emergere di un elemento
rispetto al gruppo = chiamato concerto di gruppo.
● N 4 SOL MAGGIORE: 2 flauti, violino e archi, è uno dei più lunghi tra i
concerti brandeburghesi. Si sentono soli in contrapposizione con l’orchestra.
Anche questo è in 3 movimenti: allegro,andante e presto. Il secondo
movimento è ancora più di insieme, dove il materiale è distribuito tra tutti gli
strumenti, più alla Corelli. L’ultimo movimento è di nuovo fugato, tipico di
Bach, anche se ricorda ancora Corelli.
● N 5 RE MAGGIORE: ha il flauto traverso e il clavicembalo solista (usato per
la prima volta
● N 6 SI BEMOLLE: per archi e senza violini, il timbro è molto più scuro.
Anche questo in 3 tempi e l’assenza del violino lo rende più arcaico.
I concerti che comporrà a Lipsia non saranno così complessi e così
importanti, sono per lo più trascrizioni vivaldiane sia concerti per violino che
per cembalo, anche concerti per 1-2-3-4 cembali. Anche qui ne abbiamo 7
dedicati ai clavicembali un po’ in tutte le salse. Bach è il promotore del
clavicembalo solista.
4 suite (o ouverture) orchestrali: famose perché contengono le musiche più
famose di Bach (aria sulla quarta corda), sono più di intrattenimento.
Composte a Lipsia (forse anche prima)non hanno un lavoro analitico come
nei concerti brandeburghesi, e il fatto che iniziano con l’ouverture danno l’idea
di aderire allo stile francese. Ognuna contiene brani famosi e trascritti, nella
terza c’è “Air” la sigla di quark e poi l’aria sulla 4 corda.
→ Bach orchestral suite 3 in D Maggiore: struttura della suite
(ouverture, air, gavotta e altre 2)
→ Bach orchestral suite 2: è quella famosa per la badinerie per
flauto, ha moltissime danze al suo interno.
Partite e suite hanno un inizio da ouverture, pomposo , poi si specializzano
nella loro funzione sociale, e al loro interno ci sono i brani più celebri di Bach.

● Musica speculativa: opere speculative non nate per un’esecuzione immediata a


Lipsia, ma sono un compendio di tutte le possibilità della scrittura fugata come se
Bach volesse attingere alle più alte sfere del contrappunto, l'ultima dell’elenco non si
sa neanche per chi è stata scritta perché è scritta su 4 pentagrammi come un
quartetto ma viene fatta anche solo per clavicembalo, attinge al pensiero musicale
come se da solo volesse fare un esercizio teorico per se stesso, per esercitare la
mente. Bach decide di affrontare questo mondo teorico con
○ → l’offerta musicale: secondo la prima biografia di Bach sembra che il 7
maggio del 1_47 va a fare visita a Federico II, figlio clavicembalista alla corte
del sovrano. Il sovrano gli fa provare il fortepiano che non aveva mai visto,
scopre la corda percossa e non pizzicata.Bach lo ignora questo strumento,
ma inizia a scoprirne il funzionamento. Nella stessa occasione Bach viene
invitato a improvvisare su un tema regium, quando torna a casa elabora
teoricamente quello che ha improvvisato con un ricercare a 3 voci(ascoltato),
uno a 4, sonata per violino flauto e clavicembalo,e 10 canoni a 2 voci con
diversi artifici; a chiudere c’è un ricercare a 6 (ascoltato). Questo poi verrà
spedito a Federico II con una dedica sdolcinata nel suo stile.Quello ascoltato
da noi il tema regio era esposto dal flauto e in seguito c’era la rielaborazione
contrappuntistica del clavicembalo.
○ → l’arte della fuga= (quella sopra indicata)non è composta per un organico
ma semplicemente su 4 pentagrammi, composta da 20 brani dove Bach,
ormai cieco, compone utilizzando ogni sua conoscenza. Nell’ultimo, rimasto
incompiuto, il figlio ha scritto che dopo aver firmato il Maestro Bach è morto.
L’ordinamento dei brani è stato studiato per la grande simbologia numerica
tipica di Bach, legati alla numerazione antica o a quella luterana (file sulla
numerologia) e addirittura bisogna fare una lettura esoterica di questa
numerologia, questa composizione è trascendenza pura, “tanto rigorosa
quanto struggente.Dal punto di vista strutturale ci sono una serie di fughe e
canoni. la fuga XII vaa per dilatazione e la trasforma man mano in una forma
ternaria, poi si sente lo stesso tema ma inverso in quella successiva,dove egli
inverte gli intervalli.
○ le variazioni canoniche
○ le variazioni goldberg = summa delle variazioni
○ secondo libro per clavicembalo ben temperato = si sviluppa l’idea di scrivere
su tutti i gradi della scala ma non tutti sono d’accordo di metterlo qui
Bach in queste composizioni vuole approfondire la teoria del contrappunto, cosa che
lo rende fuori dal suo tempo, troppo complesso e teorico per un periodo che va verso
la facilità.

● Musica vocale:
○ cantate:Bach doveva comporre una cantata per ogni domenica e ogni festa
dato che rientrava nei suoi doveri di Kantor a Lipsia.Considerando tutte le
domeniche dell’anno e considerando almeno una per domenica, ogni ciclo
(anno) cantate più di 50 cantate, ma a noi ce ne sono pervenute solo 200
(BWV 1 -BWV 200). Pag 182 e 183 del Fubini Baroni. Come è composta una
cantata bahiana: brano introduttivo con grande coro polifonico, poi i
succedono recitativi e arie esattamente come la cantata da camera italiana
(non con basso continuo ma con un organo e degli strumenti ad arco) ma
anche duetti, terzetti, sempre alternati da recitativi. E si chiude con un corale
armonizzato a 4 voci (Finale pag 182). Il recitativo legge il vangelo e l’aria è
effusione lirica sul pensiero espresso dal vangelo => questo succede proprio
ora esistono dei letterati, poeti che compongono dei testi sacri adatti ad
essere cantati (es Neumeister). La cantata all’antica è una cantata dove
prevale il coro, non c’è la possibilità delle arie e dei recitativi, mentre quella di
Lipsia di Bach è molto più articolata con parti soliste e non solo grazie alla
musica monodica che già dall’Italia è entrata nella musica da Chiesa. Le
cantate sono le più celebri, la parte più emotiva di Bach dato che doveva
esprimere l’essenza di quella domenica.Abbandono del mottetto concertato. Il
pubblico partecipava con il canto del corale.
→ Cantata per la domenica dopo il Natale BWV 122 (libretto e
partitura su classroom).. Grande affresco corale dell’inizio, poi aria per
voce e basso continuo (in questo caso un basso), è un'aria con il da
capo, Alla fine c’è sempre il corale, molto semplice, armonizzato a 4
voci, dove i vari versetti sono cantati da tutti, questo per aitare anche
la coralità.
Nelle cantate ci sono le parti ariose
→ BWV 156: Sinfonia di apertura senza coro, con arioso
famosissimo, è dedicata alla 3 domenica dopo l’epifania, alla
guarigione del lebbroso, ed è spesso usata nei matrimoni. è la
trascrizione da dal BWV 1056 per clavicembalo.
→ BWV 147: contiene le Herz und Mund. Questa è molto articolata e
pesante ma l’ultimo cosale , oltre a essere famoso, è super semplice e
quadrato per la coralità.
○ passioni: la passione è il racconto della passione di Cristo secondo i vari
vangeli messi in musica, sono lunghissime, e sono la rappresentazione in
concerto, sono come delle opere perché Bach cerca di illustrare la passione,
gioia e dolore di Cristo attraverso la musica. Molto lontani dall’idea teorica e
lo fa con un’idea che scaturisce da effetti musicali, a tal punto da rendere così
evidente da essere l’opera mai scritta di Bach. San Giovanni e San Matteo
sono le uniche due che sono arrivate a noi, a quanto pare dovevano essere
5. La Passione secondo San Giovanni è più intimi, mentre l’altra è più
teatrale, i recitativi sono presi pari pari dai vangeli (stile della passione
ortoriale).
Coro introduttivo e di chiusura, sono delle grandiose fantasie corali, ma non
solo perchè è usato anche come coro turba = interviene con dei motti che
interpretano dei personaggi che cambino, entra proprio nell’azione, oppure il
corale, che interviene tantissime volte nella passione, e serve a enfatizzare le
parole più significative, semplice e armonizzato a 4 voci, serve a dare stasi
meditativa alla situazione.
Il recitativo è composta da un tenore che è il narratore ( detto evangelista),
accompagnati solo da organo o violoncello tranne un personaggio,
solitamente un basso, che canta in recitativo accompagnato o obbligato dai
violini che è caratteristica della figura di Gesù (tranne quando è sulla croce
dove pensa come un uomo e quindi fa un recitativo secco per chiedere dov'è
finito Dio). Bach, soprattutto nei recitativi, usa lo stile degli affetti a bizzeffe:
tecniche musicali del madrigale, madrigalismi, o figure retoriche che
descrivono onn la musica la situazione, ad esempio il desi e chiasmo per
descrivere la croce.
→ passione secondo san Matteo viene riscoperta da Mendelssohn a
Lipsia e darà il via alla Bach renaissance. Quest’opera è molto più
monumentale infatti l’organico è tutto raddoppiato e ci sono anche le
voci bianche. Il corale sottolinea ogni parte importante o discorso di
Gesù, un basso. a differenza dell'opera,dove i personaggi agiscono in
prima persona, qui c'è la figura dell’evangelista. Il coro del gran
consiglio che bisticcia è un’altro modo in cui il coro riesce a intervenire
e a rappresentare dei personaggi, sono dei cori battenti che devono
illustrare con molta brevità la discussione.
→ Aria bus on droi? dove i flauti danno proprio l’idea del pianto con
note staccate e linee cadenti. Il tema è quello del pentimento e del
rimorso, caratterizzata da una melodia diversa ogni volta che si ripete
l’incipit.
→ Ach Golgota: nelle battute 5 6 e 9 10,ci sono delle false relazioni di
ottava per mostrare la sofferenza, diesis e bequadro sovrapposti.
→ Finale, quando Gesù muore, è sulla croce e fa un recitativo secco
per chiedere a Dio dov’è e perché l’ha abbandonato, pensando come
un uomo parla come un uomo.
→ O Mensch: corale della passione
○ oratori:Sono in tedesco, da considerarsi come delle cantate ma con un ciclo
più lungo, Oratorio di Natale = che comprende tutte le festività da Natale a
Santo Stefano è composto da 6 parti da non fare tutte insieme.
○ messe e mottetti: Messa in si minore e mottetti del magnificat. La messa è
composta per un sovrano, la cosa che stupisce di più è la grande
preponderanza delle parti corali, su un totale di 26 parti 17 sono corali, è una
riflessione generale sulla missione di cristo, non è destinata alla messa ma
alla riflessione sul valore della fede e della cristianità, quasi se fosse anche
questo un esercizio di stile sulla grande composizione. Si è ispirato alle
messe di Palestrina e del 500.
Hendel
Vita su Allorto, soprattutto dove è stato.
Pur essendo nato nella stesso posto di Bach, 1685 - 1759, ad Halle, hanno una vita
completamente diversa. Sicuramente a posteriori sono le due più grandi celebrità di questo
periodo ma in modo diverso dato che la prima biografia di Hendel esce quando lui è ancora
vivo, questo perché fanno delle scelte diverse. La religione di Bach, la scelta di scrivere per
un luterano, sono prioritari, mentre Handel segue il successo e l’opera, che ama. Entrambi
hanno una preparazione solidissima, con le stesse occasioni ma scelte di vita differenti.
Halle fa parte dell’Elettorato del Brandeburgo, regione dove per prima è stata acquisita la
riforma luterana, quindi nasce insieme a Hendel che apprende subito (non dal padre
cerusico- chirurgo e valletto di corte) ma dalla madre, Dorotea, donna estremamente
religiosa che lo porta ad un accostamento alla religione saldo soprattutto nella giovane età.Il
maestro di Hendel è Zachow, il più autorevole musicista della città. Dopo gli studi liceali si
iscrive all’università di Halle a 18 anni, per volere dei suoi genitori, e si iscrive a filosofia del
diritto (legge). Durante gli studi universitari viene nominato organista della cattedrale e quasi
subito diventa economicamente stabile e lascia l’università.
Lascia quindi Halle e si reca ad Amburgo nel 1703 dove ha un posto da organista. Ad
Amburgo c’è il teatro famoso, prima sede di diffusione dell’opera italiana, dove lui la conosce
e ne diventa grande fan. Mattheson = uno dei primi biografi tedeschi di Hendel. Grazie a lui
sappiamo che cerca di accostarsi all’opera il più possibile, dove trova quindi un posto da
secondo violino (sa suonare tutto come Bach), poi diventa clavicembalista. Hendel
raggiungerà velocemente il ruolo del compositore (principale del teatro) e comporrà ad
Amburgo Almira la prima opera all’italiana
Nel 1706 - 1710 Hendel vivrà in Italia per studiare le opere italiane, qui passa per Firenze,
roma Napoli, Venezia, il suo talento di musicista viene riconosciuto subito conosce i
maggiori mecenati e musicisti: Corelli (sarà debitore perché gli da la onoscena a pieno del
concerto italiano), Marcello, Domenico Scarlatti, Alessandro scarlatti (composizione
operistica), Agostino Steffani (linguaggio vocale all’italiana). In italia compone dei mottetti, un
oratorio e delle cantate. A Venezia trionferà nel 1709 la Grippina, con un successo trionfale.
Alla fine del 1709 viene richiamato a casa, salutato come uno dei più grandi operisti del
tempo. Ma subito chiede una licenza per una lunga prima trasferta a Londra, 1710 - 1711, e
nel 1712 chiede un’altra licenza per andare a Londra dove però non torna più. Allora il
principe elettore di Hannover viene nominato re di Inghilterra e l'Handle, fuggitivo, gli
compone la suite di brani strumentali eseguita a sorpresa per accompagnare un corteo reale
sul Tamigi. Rispetto a Bach ha un gusto per la melodia rispetto a Bach, quindi tra l’opera e il
suo stile celebrativo, con grande dispiego di mezzi, e il gusto armonico che ha sono ciò che
lo porterà al successo. 1710 Hendel esordisce a Londra con Rinaldo e poi seguiranno una
serie infinita di opere, almeno una trentina.
A Londra diventerà uno dei più celebri compositori tanto che nel 1706 riceverà lla
cittadinanza Britannica e lo considerano un’istituzione e il suo corpo verrà sepolto a
Westminster.

L'opera inglese
L’opera italiana a Londra era già di moda, i castrati giravano, aspettavano solo un
compositore. Royal Academy, composta da una 10 d uomini che avrebbero douto portare
l’opera italiana a Londra, all’estero. Tra questi c’è anche Ariosti e, successivamente,
Bononcini.
Radamisto, Giulio Cesare, Agrippina, Ariodante, Alcina, Serse, deidamia (ultima opera )sono
le più importanti che compone. Il successo di queste opere è clamoroso e, tra l’altro, Hendel
è abile ad avvalersi dei migliori attori, cantanti, musicisti, ballerini, valorizzando al meglio, e
la gente si fionda a teatro per vederli. Questa compagnia domina sul panorama teatrale
inglese fino a quando non vengono ostacolati da alcune amarezze per Hendel:
- Rivalità tra i cantanti che turbano proprio la serenità teatrale: Cuzzoni e Bordoni
cominciano ad aizzare una contro l’altra durante una replica (forse si menarono sul
palco), placate solo dalle autorità, proseguirono i dissapori fuori.
- Beggars opera: il pubblico iinglese scopre un antidoto all'opera italiana, prendendo in
giro l’opera italiana stessa, in inglese e con protagonisti poveri, che riuscirà ad
oscurare la grande figura che è Hendel. Nasce un’organizzazione teatrale rivale,
l’Opera of nobility,che scelse Nicola Porpora e i suoi seguaci come promotori: contro
Hendel.
Il tutto porta poi, verso il 1738, al fallimento economico delle due compagnie.
Visto l’accaduto decide allora di darsi agli oratori che lo trasformeranno nel portavoce della
cultura britannica.
- è dedicato a una fetta di popolazione molto più grande: erano in inglese, gli
argomenti sono su testo biblico, conosciuto da tutti = oratorio ha quasi funzione
pedagogica e morale.
- gli inglesi sono una potenza coloniale in espansione, si immedesimano con il popolo
ebraico descritto negli oratori (eletti e scelti da Dio), e Hendel utilizza per enfatizzare
questo sentimento una potenza corale enorme, diventando quasi una
rappresentazione epica, catartica, anche perché sposa un po’ l’esigenza della chiesa
e del pubblico.
Gli oratori di Haendel erano anche glorificati dallo stesso Hendel che tra un atto e l’altro
improvvisava all’organo.

Come fa a diventare così bravo?


Handel usa una palestra corale, gli Altemps, e Handel ne compone parecchi, sempre
bibblici, per lo più per coro e orchestra. Questa palestra corale fa si che quando deve
affrontare il coro nell’oratorio sia perfettamente preparato e con una presa sul
pubblico enorme.

Il popolo vede gli ideali religiosi e politici e li rappresenta al meglio per loro.
Oratori sono 26: Messiah, Israel in Egypt, Soul, Solomon, Jephtha, judas Maccabaeus,
Belshazzar.

Opere
1711-1741 =opere
dal 1741 = oratori
Ha il modello operistico italiano e non lo rivoluziona, Handel prende e porta alla massima
perfezione il modello dell’opera italiana, scarlattiano, on la predominanza assoluta dell’aria.
Finchè Hendel fu in vita le sue opere vengono riprodotte ovunque ma poi accantonate nel
900. I soggetti sono tratti dalla storia o dalla mitologia italiana e con lo schema musicale
dell'opera italiana. Ma di fatto, non c’è una componente dell’opera che non venga portata a
un livello di grandissima perfezione tecnica. Arie staccate che vengono trascritte per voce e
pianoforte, esempi:

Arie virtuosistiche:erano fatte per castrati (ora falsettisti o donne), poi per donne cantatrici
e un solo basso.
→ Empio, diro, tu sei (Giulio Cesare, aria 2) 1724. Lo stile è quello dell’aria col da
capo (A-B-A’), dove A’ è lavorato e variato con lo stile dell’epoca. L’aria è di sdegno.
→ Perfido, di a quell’empio tiranno (Radamisto, atto 1). Anche questa è per castrato,
fatta per mostrare l’abilità del cantante, anche questa ha la struttura A-B-A’, non solo
con virtuosismo ma con una parte orchestrale molto buona.
Arie patetiche: Hendel ha un talento incredibile per il pathos, l’aspetto commovente, di
suggestione, che si sente soprattutto nella rie lente, quelle passate alla storia. Con queste
arie fa conoscere l’emotività del personaggio, gli aspetti sentimentali.
→ Lascia ch'io pianga(Rinaldo), anche questa è un A-B-A, dove B è leggermente più
virtuosistico.
→ Cara sposa (Rinaldo). Oltre ad essere un’aria pazzesca permette di capire anche
il lavoro che fa l'orchestra, la parte B è molto veloce e molto sbrigativa.
→ Ombra mai fu (Serse, atto 1): quando è senza voce viene chiamato largo di
Haendel, è l’antitesi dell’aria barocca virtuosistica. Si possono notare dei piccoli
tocchi dei violini che risaltano nell’accompagnamento alle volte.
Aria descrittiva: la ricerca di espedienti anche bizzarri per colpire il pubblico. Questo è una
sorta di simbolismo naturalistico. Anche il recitativo è molto passionale, con parti di arioso al
suo interno
→Augelletti che cantando (Rinaldo): probabilmente una volta è stata eseguita con
dei veri uccellini sul palco, accompagnati dal flauto.
→Cade il mondo (Agrippina): aria per basso. L’effetto di cadere è dato da intervalli
discendenti in ottava (?)
Aria idillico-pastorale:
→Con saggio tuo consiglio .ritmo di siciliana che deriva dal suo bagaglio culturale.

Ouverture, cori e danze


L’opera di Hendel prende il meglio dell’opera italiana ma non disdegna l’opera
francese, infatti prende da queste ouverture, cori e danze.
Ouverture:ritmi puntati. All’orchestra da una bella importanza, non è più solo l'invito
ad avvicinarmi ma è già questa uno spettacolo.
→ouverture (Agrippina): Ritmi puntati, composta da lento-veloce-lento.
Cori e danze: le due opere più importanti sono quelle in stile francese ovvero
Ariodante e Alcina
→ Finale del Ariodante: serviva ad enfatizzare Maria Sallé, una delle più
grandi ballerine del tempo che passa per Londra e Hendel non esitò ad
ingaggiare.

Per quanto riguarda l’oratorio invece, non essendoci nulla di così famoso crea un
repertorio tutto su diventerà una sorta di moda dell’800.

Oratori
Non ci sono grosse differenze con l’opera per quanto riguarda la drammaturgia ma non è
rappresentata. La parte narrativa è data non a un narratore ma al coro o alle arie, fanno tutto
i cantanti. L’altra differenza dall’opera è la lingua, l’italiano viene sostituito dall’inglese.
questo inglese quello che gli farà catturare l’attenzione del pubblico borghese perché è la
loro lingua.
Successo = argomento, lingua e funzione catartica del popolo, il coro +
improvvisazioni all’organo di Hendel
Esistono diversi tipi di oratorio:
- carattere mitologico: Semele, Hercules
- carattere allegorico: Il trionfo del tempo e della verità (1757 è l’ultima opera)
- soggetto biblico: Israel in Egypt, Il messia, Il Belshazzar
L’elemento più impattante è il coro che può avere una funzione interna o esterna =
commentare dall’esterno degli eventi oppure interpretazione di una comunità. Il coro quindi
può essere:
- grande affresco corale: ad esempio l'Alleluia,
- meditazioni: Hendel sembra progettare ogni modo per valorizzare l’estensione più
efficace delle voci, con la ricerca dell'effetto.
- creazione di blocchi armonici dove spesso tiene le voci più unite alzando i bassi e
abbassando i soprani per intensificare l’effetto armonico.

Affresco corale
Il messiah,Dublino 1..6: A parte il coro più celebre che è l’Alleluia, il libretto è di Jennens ed
è un’opera a flash = diviso in 3 parti, non c’è però una storia ma articola diversi testi biblici su
3 filoni:.
1. l’avvento di cristo e la nascita:
→ un bambino è nato: la gioia della nascita di cristo, è l’esultanza, fatto da
voci bianche. "wonderful counselor my god” è come se fosse una parola
d’ordine e quando lo dicono il coro è come se si arrestasse.
→sinfonia pastorale: celebre imitazione dei pifferai napoletani (riprende
proprio da Italia che conosce).
2. passione, morte e resurrezione: dove si trova l’Alleluia (spettatori impressionati si
alzano tutti in piedi per questo coro)
→Alleluia: coro di chiusura
3. sguardo sulla storia del Cristianesimo e la missione salifica di Cristo, molto generica
come parte, ricca di meditazioni.
→ I know that my redancer…
→ ultimo coro dell’Alleluia? Alla fine è presente un rallentando che termina
con un momento di silenzio, poi c’è qualche accordo adagio per concludere in
maniera maestosa.
Qui sono presenti 8 recitativi, 21 cori, 16 arie (1 duetto). Anche Hendel usa il contrappunto
come Bach MA non pensa solo contrappuntisticamente, utilizza il contrappunto per esaltare
al meglio l’armonia. Bach è per la meditazione mentre Hendel è per sorprendere.
→oratorio di Natale, Bach: Questa è una cantata in 6 parti da articolare nel periodo
delle vacanze natalizie. creato tutto su contrappunto, proprio un diverso modo di
lavorare.

Coro descrittivo, simbolismo pittorico


Israel in Egypt: piace molto l’idea del popolo eletto perché è come si sentono gli inglesi.
Questo oratorio racconta tutte le fasi delle piaghe d’egitto.
→aria del contralto (V) che ha il ruolo del narratore, e qui racconta delle rane.
→ He spake the world(6):
→ quando arriva la grandine
→ quando arriva l’oscurità
il coro descrive le varie fasi, con note molto staccate per la grandine e un tono oscuro per
descrivere l’oscurità. Hendel usa ogni stratagemma per raggiungere il suo scopo che, in
questo caso, è la descrizione della situazione. Quì entra nel merito del racconto, non
esprime solo emozioni da esterno, e le parti dell’esodo vengono quasi rappresentate dal
coro.

Coro che personifica i popoli


Belshazzar, questo è stato anche rappresentato come opera vera e propria.
→ Coro degli ebrei, fine atto I. Questo popolo è stato tiranneggiato e quindi il coro è
molto triste, malinconico. Il coro sta rappresentando quindi il popolo oppresso degli
ebrei,come se fosse un personaggio.
→ cor dei persiani, inizio atto II. Questo coro rappresenta l'attacco più aggressivo. In
questo brano gioca anche con il doppio coro

Handel usa davvero tutti i mezzi a sua disposizione, accusato anche di plagio lui prende e
impara da cose precedenti, riarrangia e prende ispirazione per iniziare e da lì creava il
nuovo, ma questa è prassi in questo periodo.

Musica strumentale
La musica strumentale parte dalla musica locale (fondo pag 189 Fubini Baroni):parte dalle
composizioni sacre, celebrative, liturgiche, dalle quali parte per la sua musica strumentale.
La musica strumentale celebrativa ma all’aperto
- Suite la musica sull’acqua = celebra un corteo reale (Giorgio I di hannover)
Creata da 3 suite:
1. Suite 1:
→ ouverture alla francese: molto lullyana, composta da adagio, veloce,
adagio.
2. Suite 2:
→ Hornpipe, uno dei rani più famosi.
- Fuochi d’artificio 1749 = celebriamo la pace di Aix la Chapelle, grande festa pubblica
data dai reali a Green Park, ancora più fastosa della precedente: 36 oboi, 12 fagotti,
9 corni, 9 trombe e archi (organico di circa 100 persone). Questa è rappresentata
con uno spettacolo pirotecnico giunto dall'Italia apposta per la regia di questo
spettacolo. Non solo, ma c’erano anche i cannoni che sparavano a salve per questo
brano.
→ Ouverture
→La paix, largo alla siciliana, è una sorta di pastorale amplificata visti i 9
corni presenti.
→ La réjouissance:

Il concetto di musica all’aperto influenza molto questi brani: sono tanti brani piccoli che si
susseguono, sullo stile della Suite, perché deve fare da sottofondo musicale. Inoltre è
fondamentale l’uso dei fiati in quanto deve accompagnare gli archi permettere a tutti di
sentire nonostante stiano facendo altro.

Concerti: il modello di Hendel è Corelli (non segue il filone moderno di Vivaldi) infatti
compone concerti Grossi. Ricordiamo 12 Concerti Grossi op 6, solo per archi, chiaro
omaggio a Corelli, n prende anche lo stile nonostante sia più eclettico e vario rispetto al
precedente. Poi troviamo Concerti con oboe obbligato op 3 (o concerti per oboe: per legni e
archi). In più ci sono 3 raccolte di concerti per Organo op 4, op 7 e un’opera senza il
numero.
→Arco magico: composto da lento, veloce, lento, veloce.

Musica da camera: Fa delle triosonate, in stile di sonata da chiesa è barocca, e Solos op1
che sono sonate per strumento accompagnato.

Suite per cembalo: Le varie raccolte sono pubblicate in una serie di Lessons for
harpsichord, che sono una serie di brani non strutturati come quelli di Bach, e sulla
variazione è costruita una raccolta che sarebbe la Suite n.5: il fabbro armonioso in MiM che
è la raccolta più celebre, è una raccolta costruita sulla base del tema con variazioni.

ADDIO BAROCCO

Grazie all’armonia, lo studio dell’armonia e la struttura passiamo quindi al classicismo.

10.La nascita del classicismo: lo stile galante e


l’empfindsamerstil

CLASSICISMO
periodo di Haydn Mozart e Beethoven, triade chiamata scuola di Vienna, città dove
convergono tutti i grandi, polo di attrattiva perché capitale dello stile classico, qui nasce il
linguaggio universale del periodo classico.
Forma sonata (recupera le caratteristiche)
Video: Amore e Psiche di Canova. Nasce a Treviso e poi va a Roma,incarna il
neoclassicismo che si ispira all'arte classica, con sicurezza e armonia delle forme. L'arte
classica si manifesta come armonia della composizione e compostezza.
Video: Neoclassicismo in letteratura italiana. È un movimento culturale che si sviluppa tra la
fine del 1700 e il 1800, sviluppato sulla rilettura del periodo classico, nobile semplicità e
quieta grandezza come l'arte greca. Simbolo del divino a differenza di quella umana che è
imperfetta.
Eventi storico politici: Rivoluzione francese e ascesa di Napoleone Bonaparte.
La musica non va mai in parallelo con la storia dell'arte, dove tutto porta al modello di
imitazione del bello, poi arriva quello in musica, solo dopo. Che arriva fino al 1770 - 1810,
ma il termine nasce nel 1836 e Went usa già questo termine.

Sul Fubini Barone c'è troppa Forma Sonata, ma lo troviamo sull'Allorto da 349 parlando del
classicismo in generale e poi del classicismo in musica. Da 351 a 353 racconta com'era la
società di allora.

Il termine classico ha un significato storico e metastorico: classico indica anche un modello,


esemplare, tipico, da significato storico ad esempio, e questo nasce nel 700 quando
Winkelmann, architetto, viene in Italia collocandosi a Pompei ed Ercolano studia
nuovamente il mondo latino, lo portano a creare un nuovo gusto estetico che poi si
approccerà a tutto. Inizia a descrivere il bello: unità e semplicità accompagnati da grazia,
equilibrio armonia.
Nella musica il tutto si trasforma nella forma sonata = discorso razionale, dialettica che è il
corrispondente della dialettica Kantiana. Questo atteggiamento critico nel confronto della
musica è assunto da tutti, bisogna sviluppare un linguaggio più impegnato che è quello della
forma sonate.

Nb. Con la parola classicismo in musica si identifica un periodo che si riferisce


sostanzialmente alla grande stagione d3lla musica strumentale (orchestrale e cameristica)
che si compendia nei nomi di Haydn, Mozart e Beethoven, e che ha Vienna come centro
di un'ampia diramazione che investirà poi tutta Europa. Questo concetto di classicismo
musicale viene elaborato nell'800, quindi nella cultura Romantica: pilastro è ricercare il
proprio passato, cercano le radici del loro essere tedeschi, e nella coscienza dei romantici le
composizioni orchestrali dei tre massimi artisti del classicismo viennese potevano
rappresentare questo modello indiscutibile di una validità orchestrale.

Il Classicismo come storiografia nasce quindi con Went (professore dell'Università di


Gottingen) che scrive un libro sullo stato attuale della musica pubblicato a Lipsia. In pratica
dice che la triade (Haydn, Mozart e Beethoven) produce un perfetto equilibrio di forma e
contenuto, c'è unità e universalità, compiutezza stilistica. Queste definizione faranno
nascere il classicismo come storiografia musicale. Alla fine sono quelle categorie che
concentrano attorno al linguaggio universale della forma sonata, questi 3 quindi
incontreranno per sempre il Classicismo Viennese.

Lo stile classico è preceduto da uno stile galante, anni 40 60 del 700 , che è servito a
spogliare e relegare al passato quel contrappunto Bachiano molto complesso, e da qui va
verso l'estetica più complessa di Vienna.

Lo stile classico, negli anni 70,viene a tratti attraversato da una sensibilità preromantica che
si chiama sturm un drang (tempeste e assalto = tratto da un romanzo di Klinger). Si
localizza molto von Goethe, è uno stile più attento al sentimento, abbandono delle
simmetrie a favore delle asimmetrie, sintassi più nervosa e irrequieta, e anche questo è un
elemento d3l classicismo che anticipa il romanticismo.

Vienna
Il classicismo wi comprende soltanto analizzando Vienna, città assolutamente moderna, città
dove la musica strumentale raggiunge il top, crea alternativa valida alla figura della musica
della corte, cittadi nuovi ricchi, banchieri, famiglie che non dipendono dalla corte, e il frutto
della nuova borghesia è creare una nuova forma concertistica diversa da quella di corte. La
sala da concerto prende piede come nuova istituzione, sede della casa editrice Artaria, città
dove si pubblicano metodi. Gli intrattenimenti diventano disponibili a tutti, con giovani talenti
che trovavano lavoro insegnando alle giovani nobili. Città dei musicofili come ad esempio il
Barone Van Swieten, con una grandissima biblioteca aperta a tutti e soprattutto conteneva
manoscritti.
Tutto è preparato dalla storia della musica francese. Non è un caso che il nuovo linguaggio
sia la sinfonia musicale, praticamente eredità dall'opera che era il massimo livello di
espressione, mentre dall'800 la musica asemantica diventa espressione di un contenuto
intellettuale di un livello elevatissimo. La musica che diventa un linguaggio complesso,
raffinato, che rappresenta questi nuovi ceti, la musica privilegiata diventa quella strumentale.
Vienna si sviluppa soprattutto con questo spirito libero, e tutto questo viene permesso anche
da Giuseppe II, che emanò le idee illuministiche di Voltaire, insieme di cose che creano il
momento ideale. Addirittura sarà colui che abolirà la servitù della gleba, permette la libertà di
culto e il matrimonio civile.

11.Haydn e Mozart

HAYDN
1732-1809, una vita lunghissima che abbraccia tutte le trasformazioni musicali. Tra questi
estremi possiamo vivere la vita di Haydn come una vita dedicata alla forma sonata, chiamato
quindi il padre della forma sonata. È colui che la educò e, grazie a Mozart, la passerà poi a
Beethoven. Haydn fece più di 100 sinfonie, Mozart 50 e Beethoven 9, significa che la
Sinfonia è il frutto di un'evoluzione di pensiero grandissima. A maggior ragione è l'esempio
più grande per la forma sonata. Haydn è così popolare che si sa perfettamente ogni cosa
che gli succede, cosa che porta alla creazione di ogni nome della sua produzione che gli
viene affibbiato dal pubblico.
Nasce a Rohrau, villaggio rurale ricco di vigneti. La famiglia non ha tradizioni musicali ma un
forte aspetto contadino che lo accompagnerà per tutta la sua vita un senso pratico e
tranquillo. Avendo una bella voce viene notato da piccolo e inizia a studiare nella cattedrale
di Santo Stefano a Vienna (annessa scuola corale) dove starà per un bel po di tempo e dove
studierà tutte le forme di canto, musica, clavicembalo, violino, contrappunto ecc.
A 18 anni gli muta la voce e Haydn si ritrova senza un posto, congedato dal coro, e nel 1750
inizia un decennio (fino 1760) rimane disoccupato per Vienna, qui cerca di farsi un nome nel,
mondo della musica che è molto ampio, da lezioni private e inizia a pubblicare qualche
composizione semplice per balli ed eventi all'aperto e cerca dei compensi per il consumo
musicale di vienna fuori dalla corte. Conosce Metastasio, conosce la lingua dell'opera e
conosce Porpora (diventa allievo, cameriere, compositore, cantante, fa praticantato con lui).
Conosce Wagenseil che lo aiuta per la scuola sinfonica tedesca e la musica strumentale, è
successore della scuola di Mannheim.
Frequenta i conti per potersi fare un nome come compositore e dare lezioni private, ed è
proprio qui che trova la fortuna nel 1761: fino al 1791 lavora per la famiglia Esterhazy, una
delle più ricche in Europa, di origine ungherese e cattolica, di grandissimo impatto presso la
corte austriaca infatti hanno aiutato l impero asburgico contro i turchi. Il più importante sarà
Nicolas il magnifico, generale dell'impero austriaco, amato musicofono e suonatore di
Bariton. Haydn deve sempre seguire la corte che d'estate si trasferisce a Esterhaza, tenuta
sul lago, che è una sorta di Versaille di Vienna, diventata una splendida residenza che
originariamente era una tenuta di caccia ma bonificata. Questa tenuta era dotata di un teatro
e un teatrino per le marionette, la sala terrena è adibita ai concerti solenni con ospiti illustri e
ospitava 2 concerti e 2 opere a settimana, più altri concerti in altre sale. Haydn viene quindi
tagliato fuori dal mondo ed è costretto a reinventarsi nella sua prigione dorata dove aveva il
ruolo di vice cappelminster. Nel suo contratto ci sono 14 paragrafi sul comportamento e
pochi di musica, ha uno stipendio ottimo e carta bianca nella composizione (no problemi
economici) ma deve sempre dare credito alla famiglia. Haydn può girare, fare cose al di fuori
e tutto ma deve chiedere sempre il permesso. Non è effettivamente tagliato fuori perché qui
ricevono persone influenti da tutta Europa e quindi il suo nome inizia a girare nel mondo.
Questo posto mischia l'idea di mecenatismo con la sontuosità della corte francese, cose da
fare ovunque, con un'orchestra di tutto rispetto che verrà aumentata apposta per lui, ed è
qui che Haydn siede al centro dell'orchestra con il sup clavicembalo.
Troviamo manoscritti di Haydn in Francia, Germania, Olanda e iniziano anche a crearsi
delle copie clandestine. Dal 1770 verrà data alla casa editrice Artaria una sorta di esclusiva
sulle produzioni di Haydn.
In questo trentennio il nome di Haydn esce nel 1781 quando, dalla Spagna, arriva una
lettera da Boccherini piena di ammirazione per Haydn dove implora di onorare la Spagna di
una commissione e da questo arriverà le sette ultime parole di Salvatore in Croce che sono
7 brani per la settimana Santa. Sempre in quell'anno, la commissione più importante per lui
(1785) arriva dai Concert de la Loge Olympique (società Parigina) che commissiona 6
Sinfonie apposite, quindi Haydn ha la possibilità di farsi conoscere dal grosso pubblico
francese, perché lui è il kapellmeister di provincia che deve piacere al pubblico = 6 sinfonie
parigine. Con questo, a metà degli anni 80, è il musicista più stampato in Europa. L'Italia lo
guarda con desiderio, gli manda un sacco di composizioni, e riceverà anche in offerta da
ferdinando 4 di Napoli = scrive Lira organizzata, una sorta di ghironda.
Nel settembre del 1790, un anno dopo la rivoluzione francese, Haydn si trova libero perché
muove Nicolaus il magnifico. Il successore Anton lo tiene al suo servizio ma non gli interessa
la musica,con una pensione annua e basta, e quindi Haydn si stacca dalla corte ed entra in
un mondo nuovo, e si trova a Vienna come libero professionista cercare di riallacciare le
amicizie. Gli arrivano proposte ma Haydn fa una scelta, rifiuta la corte di Ferdinando 4 ma
accetta quella di Salomon, impresario di concerti di Londra, molto attivo, e lo invita a Londra
per comporre le sinfonie londinesi. Haydn farà solo 2 viaggi a Londra, 1791-92 e 1794-95.
I suoi diari Londinesi mostrano il suo stupore, una città moderna ad un certo punto viene
invitato a cena dall’astronomo più importante della città, va dai nobili, invitato pure da un
principe, era molto famoso e qui lo riconoscevano per questo e come libero professionista.
fierissimo e conosciuto riesce a conoscere i musicisti più in voga del momento. Assiste agli
oratori di Haendel eseguiti per la quaresima e da questi prenderà un grandissimo spunto per
i suoi oratori che farà quando tornerà in patria. Anche il fronte accademico.
Perchè torna a Vienna? Forse c’è troppo frastuono e troppa vita mondana per lui abituato ai
silenzi della corte di campagna , molto più alla mano rispetto all’etichetta, una vitalità
eccessiva della vita moderna della città. Quindi nel 35 arriva Nicolao II Esterhazy,
successore della corte, che di nuovo apprezza la musica ricostruendo il coro e vuole anche
ricostruire l'orchestra. Haydn accetta. Nicolao II è appassionato di musica sacra quindi non
troviamo più sinfonie ma rimane molto presente la potenza sinfonica, con gli oratori = grande
summa di tutte le sue conoscenze orchestrali e la potenza corale di Hendel.
A Vienna Haydn non è più obbligato a star alla corte degli Esterhazy, e il giorno della sua
morte del 1809,si dice che un soldato francese si mette davanti al suo capezzale e cant
un’aria dall’oratorio della creazione, cosa molto significativa in quanto nonostante sia un
nemico gli riconosce un’importanza pazzesca → sta nascendo nuova aristocrazia del genio
che va oltre al ceto e alle origini. inoltre Garibaldi picchetto d’onore davanti alla sua casa.

PRODUZIONE
3 fasi principali:
- Gli anni 50-70 sono ancora quegli anni in cui permangono tendenze tardo barocche
e galanti. Sta maturando lo stile della forma sonata ma abbiamo ancora tanta varietà
di stile.
- anni 70 - 95 sono gli anni spesi nell’elaborazione e maturazione completa della forma
sonata infatti dal 95 non compone più sinfonie
- anni 95 - 1809 in questa parte spiccano le composizioni sacre, corali.

Primo Haydn
Sinfonie
le fonti sono italiane (concerto Barocco di Vivaldi, la sinfonia di Sammartini nata dalla
sinfonia d’opera, i clavicembalisti italiani) e la tradizione polifonica corale di Vienna che si
porta dietro quella dei sinfonisti di Mannheim. Il frutto di tutto questo sono :
→ Sinfonia n°6: Le matin: si dice che all’inizio dia l’idea del sorgere del sole. 2 flauti,
2 fagotti, 2 corni, che però raddoppiano abbastanza la parte degli archi, non sono
ancora indipendenti del tutto. Gli unisoni, il cembalo e i soli-tutti sono gli elementi più
vivaldiani. in 4 tempi (Adagio, allegro, minuetto, finale)
→ sinfonia n°7: Le midi. orchestrazione che risente dell’impianto del concerto grosso
come la precedente
→ Sinfonia n°8:Le Soir (o la tempesta).orchestrazione che risente dell’impianto del
concerto grosso come la precedente
Queste sono le uniche che hanno un titolo e non si sa se effettivamente il titolo sia stato dato
dal principe odallo stesso Haydn, e risentono del concerto tardo barocco in quanto hanno
sulla partitura le scritte “soli” e “tutti” nonostante sia una sinfonia, inoltre troviamo il basso
continuo quindi in realtà sono solo i primi germi della forma sonata.
Quartetti
La prerogativa del quartetto sono le 4 voci che devono dialogare con pari impegno, e ora
bisogna allontanarsi dal divertimento, genere a cui Haydn è ancora legato, e dalla sonata a
3. Compone molto per Bariton con una voce che canta e le altre che accompagnano.
→ Opera 3: la parte che canta è quella del primo violino e le altre non fanno quasi
nulla.
I modelli sono gli anni 50 e 60 italiani come Boccherini, quindi gli anni del 1°violino che
domina la scena. Come con la sinfonia dobbiamo aspettare gli anni 70 per il salto in avanti.

Seconda fase
Le sinfonie successive risentono ancora dello scambio con gli anni precedenti ma, verso gli
anni 68-70 si compie una trasformazione sensibile nello stile di Haydn alla quale concorrono
varie cause. Questa tendenza viene enfatizzata dallo sturm und drang, una ventata di
preromanticismo che porta spessore, un atteggiamento più chiaroscuro, aumentano le
tonalità e i contrasti alla sinfonia = arrivano i primi segni di quell’atteggiamento espressivo
che arriverà alla Sinfonia e farà abbandonare ad Haydn le influenze Barocche.
→ Sinfonia n°45: in fa diesis minore, una tonalità praticamente mai usata prima. Si
nota un’intensificazione molto forte con accenti, sforzati, e tormento.
→ Sinfonia OB n°49 (1868): La passione. Già il nome deriva dalle caratteristiche
dello sturm und drang: è in fa minore, c’è il tormento, sembra un’aria d’opera patetica
il secondo tema è il La maggiore. Si nota una maggiore aggressività. 4 movimenti
anche questa.
→ sinfonia degli addii (1872): Alla corte c’era un'attività molto frenetica per i musicisti,
dovevano suonare tutte le sere allora si lamentano con haydn che trova una maniera
elegante per dirlo al principe: dopo la parte finale veloce, si spegne ognuno la propria
candela e uno alla volta se ne vanno. Si dice che dopo questa protesta così elegante
il principe capì e diede la licenza ai suoi musici.
→ Maria Teresa (1873)
Quartetti
Inizia negli anni 70 (quartetti op 20 è del 72), quindi c’è uno sforzo per raggiungere
un’autonomia più completa per i 4 strumenti e troviamo un’espressività molto maggiore.
→ opera 20: molto espressivo
Nonostante siano passati solo 1 anno Haydn ha un sussulto di orgoglio, uno stile nuovo, più
serio e più impegnato che può derivare dalla sua vita personale (si è ammalato) oppure per
il fatto che Haydn sia stato bistrattato dalle gazzette del nord per la sua ruralità, lo ritengono
un po’ sempliciotto, e Haydn risponde inspessendo notevolmente la sua scrittura. Bisogna
però comunque tenere in considerazione l’influenza dello sturm und drang, una ventata
romantica che però poi si placa.

Ultimo Haydn
Quartetti
Siamo in un nuovo periodo, gli anni 8, con una progressiva maturazione.
I 6 quartetti Russi destinati al granduca Petrovic del 1781, sono anche chiamati i quartetti
degli scherzi perchè è la prima volta che al posto del minuetto (terzo movimento) appare la
parola “scherzo” oppure "scherzando". Troviamo un Haydn che cerca di approfondire il
quartetto classico, con rigore ma anche con la bellezza dell’invenzione melodica e la
sottigliezza di questo tipo di composizione che deve caratterizzare l’unità. Ogni parte è
solida, con una propria dignità che è pari tra le 4 parti, quindi questi sono i primi grandi
quartetti in forma sonata.
→Opera 33 n°5: Nella facilità e nell’immediatezza sembra quasi Mozartiano, gli
strumenti sembrano essere fatti l’uno per l’altro, un impasto sonoro molto importante.
Il 3°movimento è uno scherzo, molto simile agli scherzi che verranno dopo. il
4°movimento è un tema con variazione (che con il Rondò sono tipici per stare in
chiusura della forma sonata).
→Opera 33 n°3: qui lo scherzando è molto meno spigoloso e più simile a un
minuetto anche se ha già delle caratteristiche dello scherzo.
Sinfonie
Tutto ciò che ha imparato lo ha riversato nelle Sinfonie parigine che sono 6 + 5, dove l’ultima
è quella che esibisce a Oxford in occasione della laurea. Quì è già pronto per approfondire e
spingere al massimo l’orchestra parigina, con più fiati e i timpani, e queste sono le prime
sinfonie che hanno fama internazionale. qui non è ancora andato via dagli Esterhazy. Haydn
viene esaltato per la sua capacità di elaborazione della parte centrale.
→ n°83 : la poule: il secondo tema ha delle acciaccature che ricordano il camminare
della gallina. Questa è la più celebre e presenta un inizio sturm und drang,
aggressivo, che va molto in opposizione con il secondo tema così vezzoso.
Inserisce pure il contrappunto per mostrare che fa sul serio
→n°82: L’orso: ha un tema che ricorda un orso che balla, con delle note gravi molto
tenute (bassi) e la melodia danzante sopra; si notano temi autonomi dati ai fiati.
L’organico è molto più avanti, con 2 fagotti, 2 corni e 2 timpani. Si sente un forte
utilizzo dei fiati e c’è il do basso tenuto da violoncelli e bassi con l’acciaccatura.
Opera
Questo periodo che si chiude con le parigine è un periodo dove Haydn compone delle opere
ma sono o di stampo metastasiano come L’isola dimenticata oppure il mondo goldoniano
per le opere comiche come Il mondo della luna, però sono opere che non hanno nessuna
strategia particolare. Infatti, quando nel 1787 il teatro di praga commissione a Haydn
un’opera da rappresentare dopo il Dono Giovanni di Mozart, ma lui rifiuta perché le sue
opere sono per una dimensione privata e che fuori da questo non sarebbero state
apprezzate e oltretutto sa che nessuno può confrontarsi con Mozart.
Sinfonie Londinesi: Riceve una commissione da Salomon per comporre le sue ultime 12
sinfonie (6+6) = dalla 93 alla 104. L’ultima delle sinfonie (92) si chiama Oxford ed è quella
usata per la sua laurea in musica honoris Causa (onorificenza perché è famoso nel suo
settore).
Le caratteristiche più eclatanti sono: la sinfonia composta per la grande città, per il pubblico
della grande sala da concerto,raggiunge le vette insperate dell’epoca classica, del genere
sinfonico classico: l’orchestra può raggiungere organico di 60 elementi che rimarrà invariato
per le sinfonie di Schubert, ottimi musicisti + clarinetti sono la vera novità. Sono tutti a
coppie i fiati, e danno un colorito brillante cittadino. introduzione adagio con poi movimento
allegro, minuetto-trio-minuetto → sonata. Questi movimenti acquisiscono una personalità e
una struttura che vedono l’uomo sapiente, il musicista così sicuro della forma che inserisce
degli elementi popolari per il pubblico, l’effetto sorpresa e gli effetti sonori. Il tutto è
nell’equilibrio della forma sonata.
Ricorda che quando Haydn inizia è l’anno della morte di Mozart e in certe sinfonie si sente
particolarmente il passaggio.
→Oxford (ultima di parigi??)
La sinfonia di Haydn cambia il minuetto togliendo la danza settecentesca e sostituendola
con lo scherzo.
queste sinfonie hanno il titolo dato dal pubblico
→ la Sorpresa (94) o Col colpo di timpano: vuole stupire il pubblico e lo fa con dei
colpi improvvisi, sonorità improvvise per stupire.
→ il miracolo (96): nel momento dell’esecuzione il pubblico si accalca attorno al
palco lasciando parte della sala libera, proprio in quella parte cade lil lampadario ma
non si fa male nessuno. Il miracolo ha un adagio che presenta già qualcosa in più
rispetto agli adagi soliti, ha un po 'di preromanticismo al suo interno.
Sinfonie del secondo soggiorno: dalla 99 in poi ci sono i clarinetti in organico, ed è la
prima del secondo soggiorno.
→ La militare (100): usa gli strumenti turchi come ottavino e gran cassa con un piglio
militaresco, i piatti, la grancassa, il timpano e il triangolo sono i sovrani del secondo
movimento, quello più militaresco. Quindi impianto di percussioni usato
pesantemente. Anche il minuetto è un po’ più pesante del solito minuetto per restare
un po’ in linea con il secondo movimento, leggero ma solenne.
→ L’orologio (101) o la pendola: nel secondo movimento c’è il pizzicato degli archi
che ricorda il ticchettio dell’orologio. il primo movimento ha un senso di sospensione.
Troviamo elementi Mozartiani, morti da qualche anno, e degli elementi del primo
Beethoven.
→ Il rullo di timpani (103): Questa inizia subito con il rullo dei timpani sul sib e
sonorità molto basse (tema dei fagotti). Alla fine dell’allegro, prima dell’andante,
rimette di nuovo il rullo del timpano , assoluta novità è la ripresa del motivo iniziale. Il
finale ha due temi in contrappunto, è fugato, e da notare è il fatto che il primo tema
della fuga è esposto dai corni.
→ London o salomon (104) o della zampogna: è il congedo, l’ultima sinfonia di
Haydn. E il termine di un percorso di 104 sinfonie ed è il coronamento dell’evoluzione
di Haydn. Il primo movimento è l’abituale lento che dà lo scatto dinamico verso il
primo tempo. Gioca tra i forti e i piano, rende l’idea di qualcosa che si sta aspettando
e culmina con una pausa con la corona che dà lo scatto all’allegro. Caratteristica: il
primo tema è dominante, mentre il secondo appare solo alla fine dell’esposizione.
Minuetto: è un minuetto sinfonico e tende veramente allo scherzo, con grandi accenti
da scherzo, solo più lento. Finale “della zampogna”: su un temino che è una ballata
croata, quindi il finale è sul tema popolare (ricorda un po’ l’orso delle parigine). Il
pedale è tenuto dagli archi scuri mentre il temino è nato alle voci chiare.
13 aprile 1795 sotto direzione di Haydn al King's Theatre e ripetuto il 4 maggio 1795
in occasione del congedo di Haydn da Londra, dato per salutarlo.

Musica sacra
A questo punto Haydn torna a Vienna dove starà dagli Esterhazy fino alla morte. La cosa più
eclatante sarà la musica sacra con le 6 ultime messe e i 2 oratori (dopo che ha sentito quelli
di Hendel). Le ultime sonate sono sonate da concerto (ricordiamo il pianismo da concerto di
Clementi, inaugura lo stile nuovo). celebre di questo periodo, strumentalmente, abbiamo le
ultime 2 raccolte di quartetti (op 76 e op 77).
op 76 n°3: il 2° movimento è lento con un tema che Haydn stesso ha composto come
inno nazionale austriaco sulle parole “dio conservi l’imperatore francesco”, che sarà
poi mutato dai tedeschi e usato anche da loro come inno nazionale. Sembra quasi un
quartetto di Beethoven, con un’esposizione meravigliosa. La caratteristica: il tema,
con variazioni, viene prima cantato da tutti e po in tutte le variazioni viene affidato a
uno strumento diverso (violino 2, violoncello, viola, violino 1).
Anche in questo periodo ci sono dei concerti che però non sono passati a repertorio (es
concerto per tromba del 1796, dedicato a Nicola 2). I concerti sono una quarantina.
Musica vocale : non si abbandona mai l’orchestra anche nelle 6 messe e negli oratori. quello
che hendel fa con il coro continua a farlo con l’orchestra, con una parte sinfonica ancora
preponderante.
- La creazione
- ??
Gli oratori hanno grandi cori, grandi arie liriche, non gli manca nulla rispetto a Hendel ma ha
uno strumentale pazzesco (es 3 tromboni) che servono proprio a fare la parte di “pittura”,
come ad esempio i preludi che anticipano ogni stagione. Un esempio è anche l’inizio della
creazione con il caos e l'indeterminatezza data dalla bellezza e dalla potenza strumentale.
Squarci sinfonici.
I soggetti sono Gabriele, Uriele e Raffaele come speaker, Adamo (basso) e Eva (soprano).
1. creazione di tutti gli elementi naturali (firmamento, onde): orchestra rappresenta
natura.
2. creazione dell’uomo
3. contemplazione del paradiso terrestre

MOZART
Musicista la cui carriera e durata 30 anni, nasce nel 1756 a Salisburgo e muore nel 1791 a
Vienna. Mozart ha fatto in 30 anni (componeva già a 5 anni) la perfezione in tutti i generi
musicali che ha trattato, e li ha usati un po' tutti e un po' tutti gli strumenti. Enorme e il suo
catalogo, che porta la sigla K (alla prima uscita ci sono 626 composizioni disposte in ordine
cronologico, ma a volte hanno un doppio numero perché sono state ritrovate un centinaio di
composizioni e sono state aggiunte).
Alcune costanti che hanno caratterizzato la vita di Mozart sono:
- Straordinaria capacità di assimilare, assorbire, qualunque cosa gli passi davanti
- L'orecchio infallibile è in grado di riprodurre tutto ciò che ascolta.
- Una grandissima capacità di improvvisazione sul violino e sugli strumenti a tastiera
- Viaggi e incontri : Leopold supponeva Mozart a un tour de force enorme, lo portava
ovunque grazie alla centralità di Salisburgo (questo si ripercuote sulla sua salute).
Viaggia a Londra, in Italia, in Francia, in Austria, conosce ogni genere e ogni scuola
in giro per il mondo.
- Conoscenza di tutti gli stili in voga al tempo.
- Padre: autore di un metodo di studio per violino, scritto con un ottimo stile letterario
infatti e molto colto, era vice kapellmeister della corte di Salisburgo.
La produzione di Mozart e divisa in fasi:
- Fino al 72 = prima formazione, enfant prodige.
- 72 - 81 = fase della prima maturità compositiva, troviamo i primi capolavori da uomo
adulto.
- 81 - 91 = decade viennese. Mozart vive da libero professionista a Vienna, e stato un
po un azzardo perché rimane a Vienna senza dipendere da nessuno, cosa che non è
strana nell'800 da Beethoven in poi, ma Vienna non è ancora printa per questa cosa:
- 81 - 86 riesce ad avere successo perché compone secondo il gusto d3l
pubblico
- 86 morte: compone i suoi più grandi capolavori ma non corrisponde piu al
gusto, non è più compreso e quindi inizia a perdere fama e a decidere come
figura.
Mozart quindi non sarà cosi famoso in vita, e famoso come enfant prodige, ha una certa
fama a Vienna nei primi anni ma poi muore e viene sepolto in una fossa comune, in maniera
anonima. Solo dopo la morte la sua fama si diffonde abbastanza ripidamente, con un
pubblico post rivoluzione francese che rispecchia lo stile dell'ultimo Mozart. Quindi ne creano
numerose biografie e una delle fonti principali sono le sue lettere che scriveva più volte al
giorno a persone diverse, ad esempio le lettere al padre sono mo.to tecniche, alla moglie
molto amorevoli, alla massonieria parla della sua vita, ma non ci sono riflessioni su
problematiche politiche e sociali, non ha nessuna attenzione oltre alla musica.

La vita
Nasce a Salisburgo, una città aperta, al centro e ha almeno 3 vie di comunicazione verso
l'Europa: Germania, Francia, Austria, repubblica ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia e
infine anche l'Italia.
A Salisburgo, l'Impero da la dignità di principi dell'impero = presi molto in considerazione
dalla corona austriaca e diventa principato religioso, con una cappella, musicale che richiede
musica per le loro feste, piuttosto ortodossa, più propensa verso la polifonia barocca, un po
irrigidita e poco moderna. Questo arcivescovo sarà un problema grosso per Mozart, e nel 72
arriva il terribile arcivescovo Colloredo, un arcivescovo tiranno che non da più le licenze al
padre di Mozart per poterlo portare in giro infatti Mozart spesso scriverà lettere cattivissime
contro di lui perché troppo chiuso, addirittura nel 81 Mozart viene licenziato da Colloredo.
La sua formazione è il capolavoro della formazione del padre che lo educava direttamente.
Salisburgo non era sufficiente per la sua formazione quindi il padre lo muove un po'a
raggiera, tornando sempre per la scadenza del permesso, e lo fa conoscere in giro per il
mondo. Da principio sembra un fenomeno da baraccone, enfant prodige che sa
improvvisare in maniera perfetta. In questo periodo inizia a comporre cose piccoline come
dei minuetti. Dal 62 al 66 visita Monaco, Vienna, (vari concerti corte con la sorella ),
Monaco, Magonza, Francoforte, Brussel, Parigi, Londra, Bonne, Amsterdam, Mannheim. In
questa prima fase di vita c'è una fase più importante di 5 utti che va dal 69 al 72 che sono i
viaggi in Italia (ne fa 3) nove affronta l'opera, Palestrina, Corelli e non solo perché c'è
veramente di tutto. Riceve premi nelle accademie, va a Roma,Verona, Napoli, Torino, e
molte altre città. Conosce l'opera seria e l'opera buffa, la polifonia romana, lo stile sinfonico e
cameristico di Sammartini e Boccherini ed è famoso l'episodio in cui a Lodi compone il
primo quartetto in una locanda. Comporrà Mitridate, opera a Milano. Il padre vorrebbe
mettere gia le basi per un futuro lavoro ma sa che non è ancora il momento. La stella Mozart
bambino inizia a sfumarsi e inizia a voler far conoscere il suo nome come compositore.
Nel 72 divenne arcivescovo di Salisburgo Jeronimus conte di Colloredo che diventa un
padrone scomodo, non ottengono più che licenze padre padre e figlio per viaggiare e Mozart
non riesce piu a concedersi quei viaggi lunghi ma fare solo delle scappatelle vicine perché
l'arcivescovo vuole la presenza dei musicisti corte. Mozart quindi lascia il servizio nel 77 e
parte per Parigi (dal 77 al 79 fa il primo viaggio da solo con la madre, poco più di una
babysitter per lui). Le tappe importanti sono Monaco (teatro nazionale tedesco che si anima
di lingua tedesca singspiel) e Mannheim (conosce i musicisti dell'orchestra ). Qui conosce
l'amore con Aloysia Weber, cantante, cosa che fa preoccupare il padre perché rischiano di
interrompere il viaggio. Questa sarà anche la prima delusione perché è infedele, ma ne
sposerà poi la sorella a Vienna. A Parigi non trova più la stessa situazione del suo ultimo
viaggio, ma siamo in piena querelle sull'opera. Suona e piace al pubblico ma tutto finisce lì,
non riesce a trovare gli appoggi necessari perché tutti sono sulla disputa italia-francia e lui
tedesco, non c'entra nulla. Muore la madre, unico pilastro che Mozart aveva con scriverà al
padre con una maturità assurda, scrivendo a un amico di andare ad avvisare il padre. Da
solo in un paese straniero si troverà a fare una colletta per poter tornare a casa. In quegli
anni 79 - 80 farà solo brevi viaggi nelle città limitrofe come Vienna E non lascerà mai i paesi
in lingua tedesca, senza la spensieratezza del fanciullo. Residente a Salisburgo, nel 1780 gli
arriva una commissione, l'Idomeneo (in italiano). E per la prima volta che viene invitato dai
nobili per il suo valore di compositore, e qui sta proprio bene per il nome che si ritrova. Alla
fine del 1780 muore Maria Teresa d'Austria e il principe e l'arcivescovo si trasferisce a
Vienna e gli chiede di raggiungerlo, e Mozart finalmente lo raggiunge ma non trova quello
che si aspettava in quanto l'arcivescovo lo riporta nei ranghi, a mangiare con i servi e sotto
di lui. Allora, alla fine del soggiorno Viennese dell'arcivescovo, Mozart si impone e decide di
non tornare a Salisburgo e viene licenziato.
A Vienna ci sono le accademie, e fa dei concerti per sottoscrizione. C'è la biblioteca del
barone vanz fieter dove trova i più grandi manoscritti, farà lezioni private, trova gli editori e
intraprendere nuovi rapporti con loro. Nel 1782 i sara il ratto dal serraglio che rispecchia lo
stile del tempo, avrà fama e gli permette di interloquire con i sovrani. L'anno d'oro di vienna
è l'85 co e volume di affari, 3ra già sposato, era entrato nelle logge massoniche e il padre gli
fa visita e tocca per mano questa cosa. 1786 ci sara kl successo delle nozze di figaro che
pero piaceranno poi di piu nella replica a Praga, il pubblico di vienna non riesce a capire a
pieno questo tipo di opere ma per fortuna a Praga lo capiscono e sara proprio li che
comporrà l e nozze di figaro. Riesce nell 87 ad avere la nomina di kapellmeister di corte:
danze per i balli di corte, minuetti ecc. Le ultime sinfonie le compone in una sola estate e
probabilmente non le bedra mai eseguire.l'89 è l'anno più sofferente, con ricerca di prestiti
sempre piu alti. Riesce ad avere una commissione del cosi fan tutte, opera comica, che pero
non poteva 3ssere rappresentata per un po 'dato che è morto il committente. In questo
periodo troviamo molta musica massonica con clarinetto ecc che servono a ripagare i suoi
debiti.
Provato dalla salute e dalla psiche a causa di una commissione da parte di un privato (conte
Walsegg) che lo paga profumatamente per l'anonimato ler poi passare lui per l'autore. La
sua penna cadrà su Lacrimosa e sarà Sussmayer completare l'opera. In questo periodo i
criticidicono che sembra che il compositore abbia gia un piede nel paradiso.
Sono state trovate tante storie per il suso successo, forse per il suo stile rivoluzionario delle
nozze di figaro ecc, ma lui non è rivoluzionario, ma semplicemente è un boccone squisito
per intenditori. Non è un buon promotore di se stesso, impreparato alla società del tempo,
probabilmente 10 anni dopo, con Napoleone e l'invasione di Vienna, il risveglio del
sentimento della patria portano una nuova borghesia, che è quella dell'800,con Beethoven.

Le opere
Prima fase
I lavori si dispongono sotto il segno dell'esplorazione dei generi musicali. Troviamo Primi
minuetti e le prime sonate, le prime delle sue 41 sinfonie sono degli anni 1765,
corrispondono con il viaggio a Londra,sono modellata sullo stile galante di Bach e il
patetismo di Schober a Parigi:
→ K 16: in 3 tempi,con un tema che sembra da opera buffa, da opera di Pergolesi.
Abbiamo anche i primi quartetti, lo stile è quello italiano di Sammartini, Boccherini, quindi un
po' lo stile delle sinfonie e vicini a quello del divertimento.
→K 80: non è ancora maturo, con 4 parti con un aspetto dignitoso importante, ma
siamo all'inizio.
→k156 che arriva a distanza di pochi anni (2) è già notevolmente più maturo. Milano
Seconda fase
Dopo il 72, quando rientra dai viaggi in Italia e si ritrova già adulto, con gli anni dal 72 al 73
inizia la prima maturità di Mozart.
NB. il modello del quartetto sono Sammartino e Boccherini e per la Sinfonia galante sono?

La sinfonia diventa a 4 movimenti e non più a 3 come l’italiana, più della fuga con una
maggiore espressività.
→ Sinfonia n.25, K 183, la piccola, in sol minore: Del 1773, ma Mozart brucia i tempi
infatti è già notevolmente diversa rispetto alla K16. Sordità dei temi che riprende
quella degli addii di Haydn. Con questa Mozart attraversa una ventata romantica =
sturm und drang. NB. lavoro di ingrandimento sull’organico infatti c’erano 4 corni.
→ Sinfonia k 201,1774, c’è ancora un’esplorazione verso tutte le possibilità della
sinfonia ( rimanendo nella sinfonia all’italiana non poteva bastare). Con questa
sinfonia notiamo la raffinatezza melodica tipica di Mozart, i temi sono belli e puri, si
riconosce subito il timbro dell'autore.
Nello stile quartettista troviamo un analogo anche se nel campo dei quartetti è meno rapido
perchè deve confrontarsi con Haydn che, in questo periodo, ha già fatto l’op 20. :
→ Quartetto 13 op K 173: è un po’ il gemello dell’opera k 183, composto a Vienna
nel settembre del 1773. Tonalità:re minore, è molto significativa. Questo fa parte dei
quartetti viennesi, molto famosi, questo è il migliore. La tonalità minore serve a dare
un’ascendenza glukiana nella prima parte. Questi quartetti, composti a Vienna,
deduciamo che Mozart conosce i quartetti di Haydn
In questi anni compone anche delle opere come La finta semplice, la finta giardiniera che
sono opere buffe, e poi inizia con i Singspiel. molto influenzato dall’Italia ancora. Sempre in
questo periodo c’è la prima sonata importante per fortepiano, a segnare la fine del
clavicembalo per dare attenzione alle sonorità pianistiche e al tocco che riesce a
rappresentare meglio la massa sonora della sinfonia (K 284 = sesta sonata di Mozart).
Quindi il suo percorso prosegue sotto ogni ambito archiviando ciò che secondo lui era
superato come ad esempio il clavicembalo.
Gli anni 75 e 76, da quando torna per l'italia non può più partire per i viaggi lunghi quindi si
muove veramente per poco , quindi questi sono anni di insofferenza per Mozart “dipendente”
con tante lettere dove si lamenta delle ristrettezze provinciali della corte e scrive musica di
intrattenimento e di musica da chiesa per ingannare il tempo. Ottiene la carica di
Konzertmeister e compone serenate, divertimenti e messe, musica sacra per intrattenere
l’arcivescovo. In questo grigiore della vita salisburghese fa qualche balzo in avanti nel 75
con i concerti per violino e i primi 3 concerti per pianoforte del 76 di cui ricordiamo il
→ K 271 =jeunehomme, (9° concerto per pianoforte) dedicato a Mademoiselle
Jeunehomme, una virtuosa del pianoforte che arriva a Salisburgo e sulla quale
Mozart voleva dimostrare di essere in grado di soddisfare. La tonalità è il Mib, che
assume quindi una sontuosità che non mollerà più. Già qui inizia a elaborare la teoria
per la quale il solista deve avere un peso, ma anche l’orchestra che accompagna
deve averlo, precursore dei concerti viennesi. Dialogo perfetto tra orchestra e solista,
con una ricchezza della forma, da concerto, che ne fa un grandissimo capolavoro.

Parte per Parigi da solo, con la madre, fu un viaggio pieno di dolori perché muore la madre e
sono tutti presi dalla lotta tra gluckisti e piccinnisti che nessuno lo nota. Le tappe sono
Monaco e Mannheim.
La conoscenza dei Mannheimer è importantissima:
→ K 296
→ K301 - 303
→K 304: è la più bella ed è già composta a Parigi. La tonalità è in Mi minore e si
sente la morte della madre a l’imminente morte della madre, quindi si sente un po’ di
sentimento un po’ da sturm und drang.
NB. Non possiamo fare paragone tra opere e vita perché non è un artista romantico
ma sicuramente risente un po’ del sentimento.
A volte il violino che accompagna il pianoforte è un po’ il contrario e questo è frutto di
un peso uguale tra i due strumenti che Mozart stava sviluppando.
Lettera del giorno della morte della madre e scrive all'abate amico di famiglia. A soli
22 anni si ritrova da solo ad affrontare un periodo difficile con una maturità
pazzesca.
Sonate parigine per pianoforte:
→K310: La minore il primo tema e in maggiore il secondo .
→K331: l’inizio è un andante con variazioni dove il tema forse è un leed tedesco. Il
finale alla turca è quello famoso.
Ricorda che a Parigi ci sono i clarinetti e la prassi della sinfonia concertante, in 3 movimenti
perché a metà tra concerto e sinfonia, qui ne compone una con la K 299 o 297??
Sempre a Parigi fa concerto per flauto, arpa e orchestra (K299): c’è un flautista (duca di
Guines) con la figlia arpista ed infatti questo è un concerto d’occasione. Lo fa per mettere in
luce i virtuosi e basta. Aneddoto: si lamenterà poi nelle lettere per non essere stato pagato
da questo conte per questo concerto.
Il viaggio a Parigi lascia un’eredità enorme a Mozart che coglierà solo al rientro,nel 79, con
anni pieni di bei pensieri da parte di Mozart con un gran raccolto sinfonico che frutterà negli
anni 79 - 80 che produrranno la sinfonia concertante K 364 (per violino e viola) la 34esima
sinfonia che è la K338 (do maggiore).
→K338: fa capire un mozart che va sempre più a passo sicuro verso la sinfonia, è la
34esima, è un altro grande racconto della sua esperienza. Alla Mannheim, alla
stamitz, con temi belli squadrati e non all’italiana. Sono presenti i fiati alla Parigina,
una sinfonia che si muove a battito accelerato, cittadina. Il secondo tema è
caratterizzato da un ritmo lombardo.
→K364: anni 79-80, a salisburgo si scontra con la grettezza della corte ma è
arricchito dal dolore e dalla carica parigina con la moda della sinfonia concertante.
Per violino, viola e orchestra, in realtà è come se fosse un doppio concerto perché
sono troppo in evidenza i due. è come se fosse una fusione di eredità, una summa di
ciò che ha appreso da Mannheim in poi nel suo viaggio. Il secondo movimento
esprime al massimo il dolore sempre senza essere romantico.
Nell’estate deell’80 arriva la commissione da Monaco, dal principe elettore, per comporre
un’opera in Italiano: l’arcivescovo da il permesso e Mozart arriva in ottobre a Monaco e
quest’opera è l’opera seria più bella che Mozart abbia mai scritto e va in scena il 29 gennaio
del 1781, e Mozart, invitato ai tavoli con i nobili, si ssente per la prima volta trattato
degnamente e da il meglio di se stesso. Idomeneo re di Creta è un’opera all’italiana, in
italiano, ma molto più vicina alla tragedie lrique, cn una vastissima presenza di cori, opera
molto glukiana (Gluk aveva insegnato a tutti a arsi una propria tradizione), fonde le arie
italiane e la bellezza delle melodie italiane vengono fuse con la maestosità dell’opera
frncese. Trama: Idomenea, di ritornoda Troia, si trova in un naufragio. Fa voto al dio del
mare di salvarlo in cambio del sarificio della prima persona che trova: il figlio. al di la della
storia troviamo una partitura ricca, con un’orchestrazione densa, più icca di tutte le altre
opere. L asta ricchezza orchestrale cozza con l’idea metastasiana dell’opera italiana. Molti
dettagli li troviamo nelle lettere.
→ Fuor del mar: tipica aria all’italiana, con il da capo, in una lettera dice che l’aria si
adatta alla perfezione alle parole, si sente il mare ed è un mare funesto, un’aria
riformata dove oltre al virtuosismo la musica dei modella sulla poesia ma per
emergere. (abbiamo ascoltato quella di Pavarotti).
→ Aria di elettra (tutte nel cor vi sento → pietà n pietà): innamorata del figlio di
Idomeneo (Idamante), ma lei ama Idia che è una Troiana, quindi questa è un’aria di
furia per la gelosia, è un’aria AA’ (si ripete solo la prima arte). Gli accenti danno l’ira,
e confluisce subito nel corodei naufraghi, una grandissima novità e molto
ottocentesca quella di legare un numero all’altro (di solito ci si ferma e si fa
l'applauso).
Mozart si trova a Monaco ma nel frattempo il principe è andato a Vienna, quindi il principe di
salisburgo va a Vienna dove si trova a vivere insieme alla servitù, bloccato da Coloredo che
non gli lascia fare nulla. Quando l’arcivescovo torna a casa, Mozart viene liquidato e si trova
immerso nella libera professione a Vienna e qui inizia la sua vita. I primi 5 anni riesce ad
avere grandi occasioni tra le accademie e i concerti sottoscrizioni, le lezioni a casa dei nobili
ecc. a livello di produzione significa ridurre ai minimi termini la produzione di intrattenimento,
musica da chiesa, messe, tutto ciò che faceva a salisburgo cercando di cavalcare ogni
occasione che gli si presenta a Vienna. Conosce qui il contrappunto Bachiano, grande
occasione del concerto pianistico, nuovo tipo di commedia musicale che rappresenterà
Paisiello e Bonmarché che saranno alla base delle nozze di figaro, l’entrata della
massoneria e l'opera nazionale tedesca, che sarà proprio l'input per Il ratto dal serraglio che
è un singspiel, prima opera tedesca di Mozart, con il quale fa raggiungere vette fino allora
mai toccate al singspiel, che diventa opera nazionale tedesca sposando anche gli ideali di
Giuseppe II che voleva creare un teatro nazionale (crea anche un teatro dedicato proprio a
questo).
NB. ricorda le turcherie= utilizzo di strumenti turchi come ottavino, triangolo, cassa e gran
cassa. il soggetto turco= ragazza che viene rapita e finisce in un arem. ricchezza di mezzi e
pezzi d’insieme che si uniscono le le altre conoscenze che Mozart aveva opera italiana).
Mozart prend un piccolo genere tedesco, immette la bellezza dell’aria all’italiana e la sua
abilità per rendere tutto pazzesco.
Lettere dove Mozart richiama la supremazia della musica, la poesia deve sottomettersi alla
musica, (1781), dove dice il contrario di Monteverdi, dove non importa l’impianto del testo o
le parole, che sono un di più, ma tutto deve essere in funzione della musica → arriverà il
poeta che cercava che è Lorenzo da Ponte e produrranno insieme, ognuno seguendo le sue
responsabilità, le Nozze di figaro. Mozart comprende e fa osservazioni molto moderne sulla
musica.

Ha portato a Vienna la conoscenza di Bach e Mozart e ha la possibilità di confrontarsi con il


mondo della fuga e del contrappunto che avrà un'importanza colossale nelle sinfonie. Il
modo migliore per usare la forma sonata è il quartetto

Quartetti:pari importanza tra le parti.


6 quartetti dedicati ad Haydn, pubblicati nel 1? Con una lettera dedicata al suo caro amico
Haydn. Può essere che Mozart viene a contatto con i quartetti Russi.
→ K 465= Ultimo è il più importante ed è noto come quartetto delle dissonanze per il
suo inizio, è in Do maggiore ma inizia con delle note estranee al Do maggiore per 22
battute. Finito l'adagio iniziale ribadisce la tonalità d'impianto e va avanti in Do
maggiore.
Cerca i musicanti del villaggio.

→ K 421= le idee sembrano già nate a quattro parti, con un pensiero quartettistico,
una prosa ritmica diversa e una sicurezza particolare. È nota la maturità  e l'eleganza
dei suoi temi. 

Concerto per pianoforte e orchestra 


La scoperta del pianoforte e del suo suono con l'orchestra è una novità per tutto questo
periodo. Mozart è pianista e si esibisce come tale, e in questi concerti usa degli effetti mai
usati prima, un virtuosismo di intelligenza, sono difficili ma non troppo, è un virtuosismo che
spossa orchestra e pianoforte rendendo questo genere non solo musica d'occasione. Con
questo trova una via di mezzo tra il troppo facile e il troppo difficile. Colloca il concerto a
metà tra il rigore formale e la musica di intrattenimento. ne scrive 12 o 25?

→ K414 questi sino dell'inizio di Mozart a Vienna, quando deve farsi notare. 
→ K 466: il pianoforte entra con un nuovo tema e fa anche accompagnamento
(tonalità Don Giovanni?)
→ K 491 tonalità della quinta di Beethoven, molto incisivo, uno dei più strumentati e
pieni dal pov sinfonico. Ci sono i clarinetti che diventano quasi più importanti degli
oboi che di solito dominano la scena. C'è un dialogo perfetto tra il piano e l'orchestra,
il pianoforte si fa personaggio che ha a che fare con un sinfonismo pieno e ricco,
non pone un limite.
Questi sono il culmine di questa sua fase artistica. Esperienza del concerto solistico si
conclude con il 595 nell'anno della sua morte. Ma la musica del suo ultimo anno di vita è
come se fosse già in paradiso, con un senso di trasfigurazione, che culmina nel concerto per
clarinetto.
Nel 1775 aveva già fatto 5 concerti per violino ma compone anche per fiati (8 concerti):
● Fagotto
● Oboe
● Flauto
● Clarinetto k622, perché ha un amico massone Stadler e tutta la musica per clarinetto
di Mozart deriva da questa amicizia tra i due.
● 4 x corno
Per questi concerti solistici facciamo una riflessione anche sui tempi lenti che spesso sono
delle romanze e sono di una poesia incredibile. È quasi un'oasi, un senso di beatitudine che
non è in minore, un'oasi paradisiaca.

Opere
Mozart nel 1786, anno delle nozze di figaro, passiamo al periodo delle opere italiane: le
nozze di figaro (1786), il Don Giovanni (87) e così fan tutte del (90), sul libretto di Lorenzo da
Ponte. In italiano, che proseguono tradizione opera comica italiana.

Pag 296 e 297

Le nozze di figaro prima rappresentazione a Vienna ma viene accolta timidamente, trionfo


l'anno dopo a Praga dove gli commissionano il Don giovanni. Il pubblico viennese è ingrato
per l'opera di questo personaggio. Mozart pensa già che la poesia debba essere serva della
musica e arriva questo Lorenzo Da Ponte, di Vittorio Veneto, una figura geniale del 700 con
una grande cultura, senza scrupoli, amante della vita, libertino, prende gli ordini minori e
insegna nel seminario m viene incriminato per adulterio e cacciato. Fa guai ovunque ma
riesce nell'83 a farsi nominare poeta di corte, anche se viene licenziato nel 91 per intrighi di
corte. Poi si imbarca per l'America per scappare dai creditori e li fece una vita umile da
principio, ma poi diventa insegnante di Italiano alla Columbia University.

Trilogia di Bon Marché data dal Barbiere di Siviglia, le nozze di Figaro e la madre colpevole.
Le prime due sono ambientate in Spagna, Siviglia le nozze e città ignota per il Don. Il testo
era già stato preso da Giovanni Bertati che arrivava da un'opera di Tirso da Molina,
compositore. Tutto quello che è mozart confluisce ora nel teatro, la musica diventa primo
agente dei personaggi, li fa vivere, è una musica cittadina. C e la forma sonata dentro
l'opera, e la musica serve per rappresentare le vicende umane. Le opere hanno una velocità
interna che rende la musica un'azione, un ritmo e una saggezza dentro questa musica. I
personaggi sono veri, Mozart riesce a diminuire la differenza tra personaggio buono e
personaggio cattivo, perché sono personaggi veri e non più simboli. I suoi caratteri fissi della
commedia non esistono più, i servi diventano saggi, sottili, quasi più dei padroni (guarda
Susanna e Leporello, in stile rivoluzionario). Da Ponte è in grado di togliere ogni aspetto
politico del libretto che era perfetto in Francia ma troppo in Austria.

Don Giovanni è genio e sregolatezza,caratterizzato dall'eccesso perché la sua unica gioia è


conquistare le donne. Donna Anna, che si deve sposare con Don Ottavio, è il motivo del
primo omicidio del Don Giovanni. Dietro il dramma iniziale e finale troviamo il gioco,
personaggio vittima delle sue azioni sarà poi un simbolo per i romantici ed è capace di
suscitare la pena, la simpatia di tutti. E noi conosciamo bene Don Giovanni grazie a
Leporello, perché con Mozart conosciamo i personaggi grazie a chi li fa agire.
→Ouverture del Don Giovanni: composta alla fine per mettere al suo interno tutti i
temi utilizzati nell'opera. L'ouverture è in 2 movimenti.
Vicenda Di Zerlina con la ci darem la mano
→ Aria del catalogo: Donna Elvira, la vera fidanzata di Don Giovanni, parla con
Leporello di Don Giovanni. Aria A(endecasillabi e ottonari)- B(ottonari, che già erano
iniziati), ma divisa in modo particolare per evitare le banalità e la regolarità delle arie
a favore dell'azione. Donna Elvira parla come i nobili, aria caratterizzata dal bel canto
e recitativo secco. Mentre si svolge l'azione Don Giovanni scappa da lei.
L'aria è sempre funzionale all'azione per Mozart, le arie contemplative non esistono quasi
più se non per qualche raro caso. La funzionalità dell'aria è un aspetto originale ma mai
quanto i pezzi di insieme, quelli dove vive il teatro mozartiano: ogni personaggio trae
evidenza dalla reazione dell'altro e i pezzi di insieme sono sempre di più rispetto alle arie,
pezzi di insieme che aumentano andando verso il così fan tutti a sfavore delle arie solistiche.
Il don Giovanni è solo in 2 atti e in questo fuggire da Don Ottavio e Donna Elvira, Don
Giovanni e Leporello sono in un cimitero dove si scambiano i vestiti. Qui la tomba del
Commendatore (nella tomba) gli dice che non può proseguire così e Don Giovanni lo invita a
cena. L'orchestra sarà sul palco dove cita altre opere di grandi autori (compreso il farfallone
amoroso, con tanto di autoironia).
→Già la mensa è preparata: citazioni come "cosa rara" di Martin Soler, "evviva i
litiganti" fra i due litiganti di Sarti. "Non più andar farfallone amoroso" autocitazione
con aggiunta di "questa la conosco purtroppo " per autoironia. Quando arriva il
commendatore utilizzano i colori (bianco o statua) per indicare che è morto e quindi il
freddo. Quando arriva il Commendatore l'orchestra riprende il tema delle ouverture
(don giovanni a cenar meco). La statua usa una serie dodecafonica
La musica si è resa estremamente capace di esprimere le condizioni umane, dà vita alle
situazioni più complesse e delicate, la musica rende il teatro di Mozart così vivo.

1788 riassume la storia della sinfonia. Nel periodo viennese ha composto 6 sinfonie,
pochissime rispetto a quelle già composte. Inizia con la Haffner (K 385), l'altra è la K 425,
Linz, e l'unica dell'86 è la Praga (K 504). Ma la summa è nel 1788, quando in un'estate
crea la 39, la 40 e ,a 41 (543, 550, 551). La prima in Mi b, solenne, la seconda il sol minore,
tragica, molto sturm und drang e più ridotta in organico rispetto all'ultima, la Jupiter, in Do M ,
una tonalità solare ed è la perfetta saldatura tra fuga e forma sonata, con questa mette un
punto fermo alla storia della sinfonia. È una sinfonia grandiosa la cosa più incredibile è che
queste non le ha mai sentite eseguire per la complessità del linguaggio che cozzava con la
vienna di allora che voleva solo danze e balli per le feste mascherate. Queste sono 3
sinfonie diversissime l'una dall'altra.
→ K 543: è ultima con introduzione lenta, e poi allegro.
→ 40: ultimo caso di sinfonia in minore, in 4 movimenti
→Jupiter: 3 movimenti, struttura abbastanza standard dove nulla viene lasciato fuori
posto, molto intimistica. Anche il minuetto viene curato ed è meno lezioso. Qui c'è un
assaggio di contrappunto che troviamo nel finale.
Mozart compone le sue ultime sinfonie,tutte diverse l'una dall'altra in 6 settimane:
- 543 in Mib, l'ultima con un'introduzione lenta, mib che dà idea della vastità
dell'impianto, da un'idea della magnificenza.
- 550 Sol minore, la grande, forse la sinfonia più tragica e rispecchia grazie alle
armonie minori la tragicità di questo tempo, con temi molto individuali. Il terzo tempo
è un minuetto ma molto energico e ricco, da danza viziosa del 700 diventa anche
questo un pezzo nobile e si avvicina a un quartetto.
- Jupiter, k 551, in Do maggiore tonalità solare, l'architettura e la perfetta congiunzione
tra forma sonata e fuga. Ha 3 temi (ci avviciniamo a Beethoven), il primo sereno, il
secondo un po più turbato e poi la serenità che torna col terzo.
Mozart sembra che av inchinandosi alla morte assuma un tono statico e superiore alle cose
che sembra non essere già più sulla terra.
Siamo al culmine della Sinfonia, un punto di fine e un punto di partenza ben lontano dalla
sinfonia avanti l'opera.
1789 è il periodo più triste di Mozart, peggiora la salute e aumentano i debiti, Mozart è
spesso solo a Vienna e abbiamo lettere ai suoi amici massoni che testimoniano le richieste
di prestiti. È uno scacco dal pov professionista perché deve comporre brani d'occasione per
farsi mantenere. Fa un viaggio a Berlino per cercare un incarico alla corte di Federico
Guglielmo 2, torn solo con ordinazione di 6 sonate facili(ne fa solo una)e dei quartetti
prussiani(3 su 6) perché sono brani complessi lontani dalla vera e propria richiesta.
Troviamo una distinzione tra i pezzi che Mozart deve fare per le occasioni, che sono quasi
un po statuari, obbligati, non sono pezzi con il vero mozart,e brani bellissimi che si vede che
compone solo per se stesso.

Quartetto prussiano: lascia molto spazio al violoncello molto amato dal committente. Tornato
dalla Prussia, notiamo subito la differenza del k 581 che è un quintetto per clarinetto k 581
(Stadler amico massonico a cui dedica anche la k622? Clarinettista). Ricorda che il clarinetto
è lo strumento della fraternità massonica, vertici nella parità di conduzione e cameristica, il
clarinetto rimane un primus inter pares(presentato in pubblico solo una volta per un concerto
di carità, concerto di beneficenza).
1790 commissione del così fan tutte,terza opera italiana dove non c'è più la citazione
immediata ma l'ironia, con il gioco degli scambi di coppie e le simmetrie,non porterà
comunque a nulla perché ritirata per la morte di giuseppe secondo. Poi avremo la clemenza
di Tito,il canto del cignodi mozart, che è l'ultima opera idaliana.

Il flauto magico 238, 239 pag


È l'ultima opera in assoluto di Mozart, in lingua tedesca, 1791. È un'opera che dà molta
soddisfazione a Vienna perché è in lingua tedesca ed è una favola,quindi grande successo
nel teatro della borghesia. Il librettista Schikaneder, attore, poeta, impresario. Opera
massonica per eccellenza, un Singspiel Che contiene tutto: la favola, l'ambientazione
esotica (Egitto), dove il principe Tamino deve superare una serie prove di eroismo per
sposare la sua amata Pamina ed entrare nel regno dei sacerdoti di Osiride,regno degli
illuminati. La cattiva è la madre regina della notte. Mentre il sacerdote Sarastro è il
rappresentante del bene. Tonalità triplice (mib).Tamino riceverà il flauto magico, chi lo aiuta è
Papageno che riceve un carillon,e alla fine gli verrà data la sua Papagena. È un'opera che
ha tutto,il simbolismo, il lied semplice a canzone popolare tedesca dato che ci sono dei
rappresentanti del popolo,i dialoghi sono parlati con le modalità dell'opera comica, ma
troviamo anche l'integrità dell'opera riforma di Gluck.Troviamo anche l'innodia massonica.
Ouverture
2 atti
Secondo atto: ad aprire il se o do atto abbiamo un preludio che in realtà sarebbe una sorta
di marcia. Salastro invita i sacerdoti ad accogliere Tamino per appartenere alla schiera degli
indiziati, la prima prova e il silenzio, poi il fuoco, poi l'acqua.
2 arie virtuosistiche che sono della regina della notte,un nel primo e una nel secondo atto.
- Canto degli armigeri, quelli che accompagnano Tamino nella seconda e terza prova =
corale luterano.
Tamina ha le arie sentimentali, la donna innamorata,e Tamino anche.
- Pa pa pa =duetto Papageno e Papagena. Gioco dei timbri con i tromboni per i misteri
ultraterreni, la semplicità del glockenspiel, il flauto, la simbologia delle
tonalità,quintetti, e un'opera suprema e il pubblico borghese se ne rende conto.
Concerto k622 clarinetto,ultimo grande di Mozart. Aperto dal k595 e finisce con questo. Il
concerto nasce per mettere in luce il virtuoso mentre qui non è così, è un virtuosismo
intelligenza.
Mozart raggiunge vette di trascendenza e sovrumano.

Musica sacra
Riesce a dimenticare la sapidità della musica sacra.
Ave verum corpus (46 battute) scritto per un organico della chiesa di Baden, quartetto
d'archi, organo e coro. Da un esempio d3lla rappresentazione del mistero divino molto
umano.
Mozart non aveva più fatto musica sacra a Vienna, e questa risulta una religiosità nuova,
imbevuta di ideali laici e fratellanza illuministica. Nuova chiave del linguaggio sacro
mozartiano.
Requiem commissione, tanto romanzata da Stendhal, del conte Walsegg che voleva
commemorare la moglie defunta con una messa funebre e poi farla passare per sua. Mozart
sente il peso e sente che gli mancano le forze e in una lettera dice che si sente mancare le
forze e che sa che probabilmente lo sta scrivendo per se stesso.
Fatti da Mozart abbiamo l'introito, il chire e parte del Dies Irae. Quando Arriva alla lacrimosa
gli cade la penna e prosegue Süsmaier, con tutti gli appunti di Mozart. Non è musica
stereotipata. Mozart ritiene la morte un'amica.

Potrebbero piacerti anche