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TEORIE E SPECULAZIONI SULLA MONODIA

Tra il 1400 e 1500 si afferma quella pratica di musica monodica che viene chiamata
umanistica. Essa sfocia anche nell’ambito della musica polifonica, dei generi della
frottola, ma anche del madrigale. Una grossa polemica si accende contrapponendo
il teorico Giuseffo Zarlino e il suo allievo Vincenzo Galilei. Il primo è un sostenitore
della polifonia, mentre il secondo è convinto sostenitore dell’epoca greca e della
monodia di cui asalta la perfezione dal punto di vista espressivo, dell’implicazione
dell’affetto umano è anche la più facile comprensione delle parole. La monodia più
perfetta era quella più simile alla declamazione naturale come quella degli attori
nella commedia dell’arte. Non c’è bisogno di materialismi e della ripetizione delle
parole ai soli fini musicali. Personaggio di spicco che appoggia le idee di Galilei fu il
Conte Giovanni De Bardi e il suo salotto in cui si riunivano personalità intellettuali
importanti come il compositore Giulio Caccino e alcuni poeti importanti. La
produzione più importante nata dai confronti della CAMERATA DE’ BARDI Furono gli
intermedi fiorentini composti per le nozze tra Ferdinando de Medici e Cristina di
Lorena, chiamata “Intermedi della Pellegrina” del 1589 e pubblicato nel 1591 da
Cristoforo Malvezzi. Dopo la dissoluzione della Camerata de Bardi la sua eredità fu
raccolta e sviluppata dalla Camerata dei Corsi, il cui esponente di punta fu Jacopo
Per, al palazzo fiorentino di Jacopo Corsi. La camerata di corsi, a differenza di quella
di Bardi, si dedicò subito a realizzare musica concretamente, basata sulle ricerche di
casa Bardi. Nasce il RECITAR CANTANDO, un tipo di emissione vocale che sia di
mezzo tra il canto e la recitazione. Tra il canto e la recitazione. gEsempi più
importanti e apripista furono la Dafne di Peri e Rinuccini del 1594/ 1595e i tentativi
di piccole pastorali messi in musica da EMILIO DE’ CAVALIERI, che scrive la
RAPPRESENTAZIONE DI ANIMA E CORPO nel 1600. Essa non è considerata la prima
opera in assoluto di tema spirituale e mette in contrapposizione gli aspetti di anima
e corpo. Tutte queste opere sono da considerare come elitarie, perché opere di
Corte. La Dafne di Peri e Rinuccini del 1594/95, eseguita nel 1598, rappresenta la
prima vera opera in musica di cui ci è pervenuta solo qualche piccolo frammento. La
rappresentazione di anima e corpo, invece, ci dà l’idea di una struttura che predilige
la comprensione del testo, il basso continuo ha una linea di valori larghi che
accompagnano la melodia dei personaggi in tutta l’opera. Sulla linea del basso sono
presenti simboli che indicano la costruzione armonica al di sopra della linea
melodica del basso. L’insieme dei simboli è detta cifratura. L’opera è formata da
brani come strutture variabile, con versi settenari, endecasillabi. Lo stile dei cori e di
tipo ACCORDALE, con la scrittura che favorisce la comprensione del testo. Il basso
continuo, inoltre, è affidato a più strumenti, a tastiere a corda. In partitura sono
presenti indicazioni di tipo scenico.

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