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Storia della musica

Inno: Ut queant Laxis Guido d’Arezzo (1030)

Autore e Contesto:
- Autore: Guido d'Arezzo, monaco benedettino vissuto intorno all'anno 1000.
- Contesto: Dopo l'editto di Milano del 313, il cristianesimo si diffonde, e durante il regno di
Pipino il Breve e Carlo Magno, si sviluppa il canto gregoriano unificando liturgia romana e
gallicana.

Canto Gregoriano:
- Caratteristiche: Lingua latina, monodico, senza accompagnamento strumentale, ritmo
libero. Preghiera quotidiana nei monasteri medievali.
- Liturgia delle Ore: Comprende antifone, salmi, responsori, inni, cantici. Libro liturgico:
antifonario.
- Canti della Messa: Ordinario (rimangono invariati) e Proprio (variano secondo le festività).
Libro liturgico: kyriale (ordinario), graduale (proprio).

Modi di esecuzione:
- Accentus: Lettura intonata in recto tono, con inflessioni leggere nelle cadenze (di
derivazione ebraica, per es. nei salmi).
- Concentus: Linea melodica più mossa, può essere sillabico, semisillabico, o melismatico.

Notazione Musicale:
- Trasmissione Orale: Per secoli il canto cristiano fu trasmesso oralmente.
- Notazione Adiastematica: Basata su neumi (segni) sopra il testo, indica solo l'andamento
della melodia. Utilizzata come aiuto mnemonico.
- Guido d'Arezzo: Nel XI secolo, trasposizione di neumi adiastematici su un rigo a più linee,
creando un sistema di notazione quadrata su tetragramma. Introduce la chiave di fa e di do.

Guido d'Arezzo:
- Attività e Insegnamento: Monaco benedettino a Pomposa e Arezzo. Sviluppa nuovo
metodo di insegnamento del canto gregoriano. Introduce sistema di scrittura musicale.
- Trattati Teorici: Micrologus, Regulae Rhythmicae, Prologus in Antiphonarium, Epistola ad
Michaelem monacum.
- Inno Ut queant laxis: Composto da Guido a scopo didattico. Mette in pratica metodo
pedagogico, associa suoni alle sillabe iniziali per facilitare l'apprendimento.

In sintesi, Guido d'Arezzo è un monaco benedettino del X-XI secolo che contribuisce
significativamente allo sviluppo del canto gregoriano attraverso la creazione di un nuovo
metodo pedagogico e l'introduzione di un sistema di notazione musicale, ancor oggi in uso.
Francesco Landini
Il periodo medievale ha visto notevoli cambiamenti nel linguaggio musicale, con la polifonia
che si affianca al canto gregoriano, portando varietà ed espressività. L'Ars Nova francese e
italiana del XIV secolo evidenzia i cambiamenti culturali musicali, con una produzione
polifonica organizzata e una maggiore presenza di composizioni profane.

Francesco Landini, nato intorno al 1325/35 e morto nel 1397, è il musicista più celebre del
Trecento italiano. Cieco fin dall'infanzia, Landini fu compositore, poeta, organista ed esperto
d'organaria. Attivo a Firenze, fu noto come "Francesco cieco" o "il Cieco degli organi". Si
dedicò alla ballata, una forma poetico-musicale che inizialmente accompagnava il ballo e
successivamente acquisì carattere lirico. Landini trasformò la ballata monodica in una forma
polifonica, producendo circa 140 ballate a due o tre voci. Tra le sue opere, la ballata "Ecco la
primavera" è notevole.

La ballata "Ecco la primavera" è un esempio di composizione di Landini. Il testo, scritto dallo


stesso Landini, descrive l'arrivo della primavera e l'allegria che porta. La struttura musicale
segue la disposizione del testo poetico, divisa in ripresa e strofa, con due sezioni melodiche.
Il brano è stato tramandato da un manoscritto del Quattrocento noto come codice
Squarcialupi.

Francesco Landini, oltre alla sua attività musicale, era coinvolto in riunioni di intellettuali
fiorentini, come descritto nel Paradiso degli Alberti. La sua fama si estese oltre i confini di
Firenze, e fu menzionato anche da Filippo Villani tra i fiorentini illustri. La sua lastra
sepolcrale, recante un epitaffio poetico, è conservata nella chiesa di San Lorenzo a Firenze.
Landini è considerato una figura di grande intelletto divino, attivo non solo come musicista
ma anche come filosofo e costruttore di strumenti musicali.

Il testo fornisce così un quadro dettagliato di Francesco Landini, il contesto musicale del
Trecento e una specifica analisi della ballata "Ecco la primavera".
Ballata: ecco la primavera Francesco Landini (meta XIV)

Durante il Medioevo, il canto gregoriano dominava la musica sacra, ma la polifonia iniziò a


emergere nei secoli XII e XIII, portando diversità ed espressività al canto monodico. Il secolo
XIV vide l'ars Nova, un periodo di cambiamenti musicali evidenziato da una maggiore
presenza di composizioni profane e l'uso diffuso della notazione mensurale.

La produzione musicale del Trecento italiano, denominata ars Nova, fu influenzata da


importanti corti settentrionali e circoli culturali laici. I generi polifonici più significativi furono il
madrigale, la caccia e la ballata. Tra i compositori, spicca Francesco Landini, nato circa nel
1325/35, celebre musicista del Trecento italiano, cieco fin dall'infanzia. Landini fu
compositore, poeta, organista ed esperto d'organaria. attivo a Firenze, fu noto per la sua
produzione profana, in particolare per la ballata.

La ballata, originariamente monodica e legata alla danza, subì una trasformazione verso il
carattere lirico. Landini contribuì a questa evoluzione, scrivendo circa 140 ballate a due o tre
voci, come "Ecco la Primavera". Il testo di questa ballata, incentrato sul ritorno della
primavera e sull'allegria che essa porta, è opera dello stesso Landini. La struttura musicale
segue la disposizione del testo poetico, con una prima idea melodica per la ripresa e la
volta, e una seconda per ciascun piede.

Landini fu anche attivo nella vita culturale fiorentina, partecipando alle riunioni di intellettuali
nel 1389. La sua abilita nell'arte musicale era ammirata, e la sua figura è citata in varie fonti
letterarie dell'epoca. La ballata "Ecco la Primavera" è stata tramandata dal manoscritto Med.
Palat. 87, noto come codice Squarcialupi. Landini è riconosciuto come una figura illustre di
Firenze, e la sua attività musicale cominciò ad attirare l'attenzione della cultura ufficiale,
come dimostrato dalle citazioni in opere di autori dell'epoca.
Madrigale: Zefiro torna Luca Marenzio (1585)

Il madrigale è una composizione polifonica vocale, originariamente a 4 voci e


successivamente a 5, caratterizzata da sezioni musicalmente contrastanti. Si sviluppa
principalmente nell'ambiente delle corti, destinato all'intrattenimento e al piacere degli
esecutori.

L'origine del madrigale è collegata al petrarchismo, un movimento letterario dell'epoca, e la


sua evoluzione è influenzata dai gusti poetici dei mecenati colti. Nei primi anni, il genere era
composto principalmente da maestri fiamminghi, ma successivamente artisti italiani come
andrea e Giovanni Gabrieli, Palestrina, Marenzio, Gesualdo da Venosa e Monteverdi hanno
dominato la scena.

La produzione di madrigali nel XVI secolo è stata abbondante, con circa duemila raccolte
pubblicate tra il 1530 e il 1600. Gli stili madrigalistici evolvono nel corso del secolo, con una
transizione da uno stile omoritmico a uno più contrappuntistico. L'uso di madrigalismi e
cromatismi è caratteristico del genere, in cui la musica cerca di dipingere e enfatizzare le
parole del testo.

Il testo introduce poi Luca Marenzio, un noto madrigalista del Cinquecento, nato nel 1553
nei pressi di Brescia. Marenzio è noto come "il più dolce cigno d'Italia" per la dolcezza e la
contabilità delle sue composizioni. Ha lavorato come maestro di cappella per vari cardinali e
principi, tra cui il cardinale Luigi d’Este a Ferrara, il duca Ferdinando de’ Medici a Firenze e il
duca Orsini a Roma. La sua fama è legata principalmente alla produzione di madrigali e
composizioni profane. La sua tecnica madrigalistica include l'uso di imitazione fra le parti,
madrigalismi, stile accordale e sillabico, e un parsimonioso ma efficace uso dei cromatismi.

Un esempio significativo dei madrigali di Marenzio è "Zefiro torna e il bel tempo rimena",
tratto dal libro V del 1585. Il testo di Petrarca descrive la contrapposizione tra l'allegria della
natura primaverile e la tristezza di chi soffre d'amore, con la musica che sottolinea e
interpreta il significato del testo attraverso varie tecniche compositive.
aria dell’opera Orfeo: Possente spirito Claudio Monteverdi (1607)

Claudio Monteverdi (1567-1643), una figura chiave nella storia della musica, notando il suo
ruolo nel passaggio dallo stile rinascimentale a quello barocco. Monteverdi è significativo
non solo per la sua influenza nell'evoluzione del madrigale, ma soprattutto per essere
considerato il pioniere dell'opera in musica, con il suo capolavoro "Orfeo".

Monteverdi nacque a Cremona e studiò con Marcantonio Ingegneri. La sua carriera si svolse
a Mantova, alla corte dei Gonzaga, dal 1590 al 1612, e successivamente a Venezia, dove
morì nel 1643. La sua vasta produzione include 8 libri di madrigali, musica sacra e opere in
musica, tra cui "Orfeo", "Il ritorno di Ulisse in patria" e "L’incoronazione di Poppea".

L'opera in musica è un genere teatrale che unisce parola, musica e azione scenica.
Monteverdi contribuì notevolmente allo sviluppo di questo genere con "Orfeo", la prima
opera in assoluto, che fu rappresentata per la prima volta a Mantova nel 1607. L'opera
utilizza un libretto di alessandro Striggio junior e presenta un mix di canto, recitativo e
strumentazione. Monteverdi si distingue per l'uso espressivo della musica al servizio della
parola, seguendo il concetto della "seconda pratica", in cui la musica si adatta alla parola.

L'aria "Possente spirto" nel terzo atto di "Orfeo" è evidenziata come un esempio significativo.
Monteverdi impiega tre stili di canto, vari accompagnamenti e ritornelli orchestrati per
esprimere l'emozione intensa di Orfeo. La struttura dell'aria mostra l'uso simbolico degli
strumenti e la variazione di stili vocali per rappresentare diverse fasi del dramma.

Il testo di "Possente spirto" descrive Orfeo implorante, sperimentando diversi stili di canto,
accompagnati da una ricca orchestra che simboleggia la lira di Orfeo. La struttura della
canzone è organizzata in diverse sezioni, ciascuna con uno stile di canto e un
accompagnamento distinti. Monteverdi utilizza gli strumenti per enfatizzare il significato delle
parole e per trasmettere la potenza espressiva della musica nell'opera.

L'approccio innovativo di Monteverdi alla composizione e la sua capacità di unire musica e


dramma hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo dell'opera, segnando un
passaggio cruciale tra il Rinascimento e il Barocco nella storia della musica.
aria dell’opera Rinaldo: Or la tromba G. Ph. Haendel (1711-1731)

Georg Friedrich Handel (1685-1759), musicista cosmopolita, ha influenze diverse e spazia


tra vari generi, tra cui opera seria, musica strumentale e oratori in lingua inglese. Nato in
Germania, trascorre del tempo in Italia prima di stabilirsi a Londra nel 1710, dove realizza
molte delle sue opere più importanti.

Opere
Handel compone 42 opere teatrali, prevalentemente del genere serio con libretti italiani.
Sebbene sia noto anche per gli oratori, per 35 anni si dedica soprattutto alle opere teatrali,
che diventano celebri non solo a Londra ma anche in Germania e Italia. Preferisce libretti gia
collaudati, e la struttura musicale delle sue opere segue il modello italiano del primo XVIII
secolo.

Rinaldo
Una delle sue opere più riuscite è "Rinaldo," dramma per musica in tre atti con libretto di
Giacomo Rossi, eseguita per la prima volta a Londra nel 1711. L'opera, ambientata durante
le Crociate, narra di Goffredo di Buglione, Rinaldo e la maga armida in un intreccio di amore
e magia. Handel riadatta musiche preesistenti e incorpora elementi da poemi epici come La
Gerusalemme liberata di Tasso.

L'allestimento dell'opera è notevole, con spettacolari effetti teatrali, tra cui l'entrata di armida
su un carro guidato da enormi draghi. Il pubblico londinese apprezza non solo gli aspetti
visivi ma anche il messaggio morale dell'opera, che incita alla virtù perseverante.

Arie celebri di Rinaldo


Tra le arie più celebri di "Rinaldo" c'è "Lascia ch'io pianga," eseguita da almirena, prigioniera
di armida. L'aria è in forma di catene, espressiva e lenta. Un'altra famosa aria è "Or la
tromba," un inno di guerra che sottolinea il virtuosismo vocale di Handel e la sua abilita nella
scrittura per strumenti come trombe, percussioni, archi e oboi.

Nicolò Grimaldi
La presenza del celebre castrato Nicolò Grimaldi, noto come Nicolini, nel ruolo principale di
Rinaldo, contribuisce al successo dell'opera. Handel avvia così una tradizione di assegnare
ai castrati le parti degli eroi principali.

Basso Continuo
Il testo sottolinea l'importanza del basso continuo, una forma di accompagnamento barocca,
che contribuisce alla ricchezza e alla varietà dell'esecuzione musicale. Consiste in una linea
melodica grave e continua supportata da uno strumento polivoco che fornisce armonia,
permettendo anche l'improvvisazione.
concerto solistico: La Primavera Antonio Vivaldi (1725)

Autore e Contesto:
Antonio Vivaldi (1678-1741) è un compositore e violinista italiano del periodo Barocco,
rappresentante significativo della civiltà musicale veneziana del Settecento. Nato a Venezia,
figlio di un violinista della cappella di San Marco, ha svolto gran parte della sua attività
musicale presso l'ospedale della Pietà. Vivaldi è noto come il "prete rosso" a causa dei suoi
capelli rossi. Ha composto numerosi concerti, opere e ha viaggiato in varie città europee.

Contributi Principali:
Vivaldi è uno degli autori più importanti del concerto barocco, un genere che si sviluppa nel
tardo Barocco, prevedendo l'esecuzione da parte di un gruppo orchestrale e solisti. Ha
scritto quasi 500 concerti, la maggior parte dei quali rimase manoscritta durante la sua vita.
Circa ottanta concerti furono pubblicati, raggruppati in raccolte come "L'estro armonico," "La
cetra," "La stravaganza," e "Il cimento dell’armonia e dell’invenzione."

Il suo contributo più imponente è rappresentato dai 207 concerti per violino e orchestra, tra
cui i celebri "Le quattro stagioni," pubblicati nel 1725 all'interno de "Il cimento dell’armonia e
dell’invenzione." Questi concerti sono particolari perché Vivaldi si è ispirato a sonetti
descrittivi che accompagnano ciascun movimento, creando così una forma di musica
descrittiva.

Struttura e Tecniche Compositive:


- I concerti di Vivaldi solitamente seguono la forma a ritornello nei movimenti estremi,
alternando il tutti orchestrale e gli episodi solistici.
- Il movimento centrale concede spazio al solista, caratterizzandosi per passaggi
virtuosistici e di grande cantabilità.
- I movimenti lenti sono quadri statici, spesso descrittivi, come nel caso del "Largo"
della "Primavera", che ritrae un pastore riposante con il suo cane.
- "Le quattro stagioni" sono particolarmente speciali perché Vivaldi ha adottato un
approccio descrittivo, ispirandosi a sonetti che descrivono le stagioni.
- Il basso continuo, tipico del periodo barocco, svolge un ruolo importante
nell'accompagnamento, fornendo una base melodica grave e continua.

Tecniche Compositive Caratteristiche:


1. Alternanza: I gruppi si alternano, spesso un gruppo più grande, rappresentato
dall'orchestra, e uno più piccolo, costituito dal solista o da gruppi di solisti.
2. Concertato: Un gruppo più piccolo assume più importanza e si distingue sull'altro.
3. Ritornello: Presente nei movimenti estremi dei concerti solistici, alternando episodi
virtuosistici del solista con parti eseguite dall'orchestra come raccordo.
4. Progressione e Sequenza: La ripetizione regolare e continuativa di un motivo trasposto.
5. Ripetizione: La stessa frase musicale eseguita prima forte e poi piano.
aria dall’opera Don Giovanni: Madamina, il catalogo è questo W. A. Mozart
(1787)

Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) è uno dei tre rappresentanti dello stile classico
viennese, insieme a Haydn e Beethoven. Nato a Salisburgo, Mozart ha rivelato straordinarie
doti musicali fin dalla sua infanzia, supportato dal padre Leopold, anch'egli un musicista
stimato. Mozart si è esibito in tutta Europa con la sorella Nannerl e ha viaggiato
ampiamente, assimilando una vasta gamma di stili musicali.

Il Classicismo musicale, che domina tra il 1770 e il 1830, trova il suo centro a Vienna.
Questo periodo segue il Barocco e il Rococò, caratterizzandosi per una scrittura musicale
più lineare, chiara ed equilibrata. Le composizioni classiche esprimono maggiore linearità e
chiarezza, con temi ben definiti e armonie basate sui gradi fondamentali della scala.

Mozart, durante gli ultimi dieci anni della sua vita a Vienna (1781-1791), ha prodotto opere di
grande rilevanza sia nel campo operistico che nella musica strumentale. La sua produzione,
catalogata da Von Kochel con la sigla K, è vasta e varia, spaziando tra opere teatrali,
sinfonie, concerti, e musica da camera.

Un'opera significativa di Mozart è "Don Giovanni," rappresentata per la prima volta a Praga
nel 1787. Quest'opera, su libretto di Lorenzo da Ponte, ha come protagonista il libertino Don
Giovanni, che tenta di sedurre varie donne e affronta la giusta punizione alla fine. La morte è
un tema centrale, evidenziato dall'omicidio aperto del Commendatore all'inizio dell'opera e
dalla figura della statua che appare alla fine.

La caratteristica unica della musica mozartiana risiede nella sua capacità di fondere diverse
influenze, creando uno stile inconfondibile. Mozart utilizza una grande varietà di stili musicali
senza ricorrere a rivoluzioni, risultando in una musica fluida e scorrevole.

L'aria del catalogo, eseguita dal servo Leporello in "Don Giovanni," è un esempio di questa
abilità. L'aria è dialogica, con Leporello che si rivolge a Donna Elvira, esprimendo il catalogo
delle conquiste amorose di Don Giovanni. La musica segue il testo in modo dettagliato,
caratterizzando le varie qualità fisiche e morali delle donne menzionate.

La genialità di Mozart si estende anche all'uso dei numeri nella sua musica, e l'aria del
catalogo potrebbe avere significati simbolici, collegati, ad esempio, alla sua età o a eventi
personali.
sinfonia: Ⅰ tempo sinfonia n°5 Beethoven (1808)

Autore e Opera:
Ludwig van Beethoven (1770-1827) è uno dei tre grandi compositori classici viennesi, ma la
sua fase conclusiva apre la strada al Romanticismo. Nato a Bonn, studia con Haydn e, dopo
la partenza di quest'ultimo, con Salieri a Vienna. La sordità, iniziata nel 1795, lo condiziona
profondamente. Nel 1802, scrive il "Testamento di Heiligenstadt", rivelando il dramma della
sua sordità. Beethoven conduce una vita riservata e indipendente, influenzato dalla
concezione etica dell'arte come messaggio per tutta l'umanità. È noto e stimato, con oltre
20.000 persone ai suoi funerali nel 1827.

Produzione musicale:
Beethoven si distingue per la musica strumentale, con 9 sinfonie, 17 quartetti per archi, 32
sonate per pianoforte, 5 concerti per pianoforte, uno per violino, opere sinfoniche,
cameristiche e pianistiche. Il suo stile rivoluziona il classicismo, trasformandosi in un
linguaggio innovativo.

Periodi e Processo Creativo:


La produzione di Beethoven si suddivide in tre periodi: imitazione (fino al 1800),
estrinsecazione (fino al 1814), e riflessione. Caratteristica saliente è il processo di selezione,
abbandonando molti abbozzi per concentrarsi su opere mature e originali.

Sinfonie:
Beethoven contribuisce significativamente al genere sinfonico. Le prime due sinfonie
mostrano l'influenza di Haydn e Mozart. La terza, "Eroica", originariamente dedicata a
Napoleone, simboleggia ideali di libertà e umanità. Le successive sinfonie, come la
"Pastorale", la settima e l'ottava, esplorano nuove dimensioni. La nona, con l'innovativo
inserimento del coro, celebra la fratellanza umana e la forza dell'amore.

Sinfonia n. 5:
La Quinta Sinfonia in Do minore, composta tra il 1804 e il 1808, è celebre per il motto iniziale
"Il destino bussa alla porta". Beethoven costruisce il primo movimento sulla genesi di un
breve tema, sottolineando l'efficacia espressiva. La forma sonata, con Esposizione, Sviluppo
e Ripresa, evidenzia una struttura complessa e innovativa. La sinfonia è un simbolo della
lotta umana contro il destino, riflettendo le sfide personali e politiche di Beethoven.
concerto: Ⅰ tempo concerto per pianoforte in La minore Schumann (1845)

Robert Schumann, considerato il compositore romantico per eccellenza, unendo diverse


sfaccettature del movimento romantico. Schumann fu letterato, critico e musicista, nato nel
1810 a Zwickau e morto nel 1856 a Endenich. La sua carriera musicale fu influenzata da vari
fermenti culturali, poetici e filosofici, oltre che musicali. La sua carriera da pianista fu
interrotta da una paralisi alla mano destra, che lo spinse a dedicarsi interamente alla
composizione.

Schumann fu uno dei primi musicisti-intellettuali moderni, affiancando l'attività creativa alla
riflessione teorica e filosofica. I suoi scritti sono testimonianze significative degli ideali
romantici. Cresciuto in un ambiente familiare di modesta borghesia intellettuale, il padre di
Schumann era libraio ed editore, trasmettendogli un impulso autodidattico. La sua
formazione musicale fu intensa e precoce, e studiò giurisprudenza a Lipsia, dove entrò in
contatto con musicisti nel cenacolo di Friedrich Wieck.

Schumann fondò una rivista di musica nel 1834, utilizzando pseudonimi come Florestano ed
Eusebio per esprimere la sua doppia personalità. Supportò le correnti del rinnovamento
musicale e criticò il melodramma italiano.

La produzione musicale di Schumann si divide in periodi legati agli eventi cruciali della sua
vita. Il periodo tra il 1829 e il 1839 consiste principalmente in opere pianistiche. Dal 1840,
con il matrimonio con Clara Wieck, inizia a esplorare diversi linguaggi musicali, componendo
Lieder, sinfonie, musica da camera e concerti.

Il concerto per pianoforte in La minore, op. 54, è un'espressione autentica della personalità
schumanniana e del Romanticismo. Completato nel 1845, è suddiviso in tre movimenti:
Allegro affettuoso, Intermezzo: Andantino grazioso, e Allegro vivace (o Rondò). Il primo e il
terzo movimento seguono la forma sonata, mentre l'Andantino centrale è in forma Lied
(ABA) con una coda finale. Il concerto è noto per il suo monotematismo latente, basato sulle
note musicali del nome "Schumann". La struttura mostra soluzioni particolari ed originali, e i
tre tempi sono collegati tematicamente, seguendo un principio ciclico tipico del
Romanticismo.
aria dall’opera Traviata: Addio del passato G. Verdi (1853)

Giuseppe Verdi (1813-1901), uno dei compositori più importanti del XIX secolo e uno dei
principali operisti italiani del periodo romantico. Nato a Roncole di Busseto, studiò a Milano e
debuttò come operista alla fine degli anni '30 al Teatro alla Scala. Il successo arrivò nel 1842
con "Nabucco", il cui coro "Va’ pensiero" divenne simbolo del desiderio di indipendenza e
libertà per gli italiani. Il grido "Viva Verdi" celava un patriottico "Viva Vittorio Emanuele Re
d’Italia".

Dopo "Nabucco", Verdi attraversò un periodo di intenso lavoro, noto come "anni di galera",
durante il quale compose molte opere per soddisfare le esigenze dei teatri.
Successivamente, scrisse la "Trilogia popolare" con "Rigoletto", "Il Trovatore" e "La
Traviata", caratterizzate da protagonisti emarginati sociali. In seguito, compose opere più
lunghe e articolate, come "Un ballo in maschera" (1859) e le "grand-opéra" come "Aida"
(1871).

Dopo il successo di "Aida", Verdi si concesse un lungo periodo di riflessione fino a "Otello"
nel 1887. Durante questi anni, scrisse una Messa di requiem, quattro pezzi sacri e un
quartetto in mi minore. Con le ultime opere, "Otello" e "Falstaff", Verdi raggiunse un nuovo
stile musicale, superando le forme a pezzi chiusi a favore di una melodia continua e
un'interazione stretta tra musica, parola e azione, con sviluppo dell'aspetto orchestrale e
linguaggio armonico.

"Traviata" è un'opera di Verdi del 1853, ambientata nella Parigi del 1850, che affronta il tipico
binomio amore-morte con una protagonista non nobile, Violetta, una giovane cortigiana.
L'opera presenta un nuovo realismo musicale con l'eliminazione del bel canto fine a se
stesso e un'interazione stretta tra musica e parola. L'atto più drammatico è il terzo, con
Violetta che soffre e muore, redimendosi attraverso la sincerità dell'amore. L'aria "Addio del
passato" è uno dei momenti più toccanti, con Violetta morente che ricorda il passato e
confida nella redenzione divina.
poema sinfonico: La Moldava G. Verdi (1853)

Il poema sinfonico è una forma musicale di ispirazione extramusicale tipica del


Romanticismo, presentando come esempio "La Moldava" di Bedřich Smetana. Franz Liszt
coniò il termine "poema sinfonico" nel 1849, e questa forma si sviluppò come la massima
espressione della musica a programma durante il periodo romantico.

L'autore sottolinea che i poemi sinfonici sono spesso caratterizzati da un'unica sezione, con
varie parti contrastanti che riflettono il programma extramusicale. Durante il Romanticismo,
la tendenza descrittiva in musica raggiunse il suo apice, andando oltre la mera imitazione di
suoni esterni. Questo sviluppo fu supportato dall'evoluzione delle risorse orchestrali, con
l'uso di nuovi strumenti e effetti fonici.

Le scuole nazionali, emerse nella seconda metà dell'Ottocento in nazioni senza una forte
tradizione musicale, miravano a rivalutare il patrimonio musicale autoctono basandosi sul
folclore locale. Bedřich Smetana, compositore ceco, fu influente in questo contesto e
compose il ciclo di sei poemi sinfonici "La mia patria", di cui "La Moldava" è il secondo e più
popolare.

Smetana, noto anche per l'opera "La sposa venduta", contribuì a definire un linguaggio
musicale nazionale, valorizzando la cultura etnica della Boemia. Il testo descrive le scene
rappresentate nella Moldava, seguendo il corso del fiume dalla sorgente alla confluenza, con
dettagliate descrizioni delle immagini evocate dalla musica.

Il brano sottolinea l'abilità dell'orchestra nel rappresentare atmosfere ricche e gioiose,


spesso rifacendosi al folclore della Boemia. La Moldava si conclude con un misterioso addio,
suggerendo l'allontanamento del fiume dalla città e riflettendo sull'immagine del destino
infinito della vita.
sinfonia: Ⅰ tempo sinfonia n°4 Brahms (1885)

Johannes Brahms (1833-1897), nato ad Amburgo, è un compositore, pianista e direttore


d'orchestra tedesco. All'età di vent'anni, entrò in contatto con il violinista Joachim e stabilì
un'importante amicizia. Un incontro cruciale avvenne a Düsseldorf con Clara e Robert
Schumann, quest'ultimo attirò l'attenzione di Brahms con un articolo intitolato "Vie Nuove".
Dopo aver trascorso anni a Vienna, Brahms morì nel 1897 all'età di 64 anni.

La produzione musicale di Brahms segue una progressione graduale, iniziando con


composizioni per organici più piccoli e passando a opere per orchestra. Fino al 1853, la sua
produzione era centrata su pianoforte, lieder e musica da camera. Successivamente si
dedicò a composizioni corali a cappella, lavorando poi su composizioni per soli, coro e
orchestra. Dal 1887, ritornò a lavorare su pianoforte e musica da camera.

La produzione di Brahms è suddivisa in tre categorie principali:


1) Composizioni strumentali per orchestra: quattro sinfonie, due concerti per pianoforte, un
concerto per violino e un doppio concerto per violino e violoncello.
2) Musica da camera: sonate, trii, quartetti, quintetti e sestetti. Comprende anche
composizioni per pianoforte, tra cui danze ungheresi originariamente scritte per pianoforte e
successivamente trascritte per orchestra.
3) Composizioni vocali: oltre ai lieder, Brahms compose il celebre Requiem tedesco e
numerose raccolte di composizioni corali.

La personalità di Brahms era riservata, e la sua estetica musicale si ispirava alle teorie
filosofiche di Eduard Hanslik. Brahms abbracciava l'importanza della musica come arte pura
e assoluta, in contrasto con coloro che proponevano la fusione delle arti.

Brahms mantenne un'adesione alla tradizione classica, prediligendo le forme come sinfonia,
quartetto e sonata. In opposizione ai progressisti come Liszt e Wagner, Brahms fu
inizialmente considerato reazionario. Tuttavia, il suo stile musicale, caratterizzato da ardite
progressioni armoniche, elaborazione tematica e raffinatezza timbrica, fu successivamente
riconosciuto come moderno da compositori successivi come Schoenberg.

La Sinfonia n. 4 in Mi minore, op. 98, è considerata uno dei capolavori di Brahms e un


esempio emblematico del sinfonismo romantico. Composta tra il 1884 e il 1885, ha una
struttura classica con quattro movimenti e presenta elementi come la variazione tematica e
l'elaborazione di un tema derivato da Bach. La sinfonia mostra una fusione magistrale di
elementi classici, contrappunto bachiano, e carattere zigano-ungherese, il tutto elaborato
con un linguaggio armonico innovativo e una varietà di scelte timbriche.

Il primo movimento, Allegro non troppo, è un'imponente forma-sonata caratterizzata da una


densità di soggetti tematici. La tecnica di variazione è centrale nella composizione di
Brahms, mantenendo il tema come identità fondamentale. La sinfonia mostra la maturità
compositiva di Brahms, unendo elementi diversi in un contesto equilibrato ed essenziale.
Un sopravvissuto di Varsavia Schoenberg (1947)

1. Introduzione al Novecento Musicale:


- Il Novecento musicale è caratterizzato da diverse tendenze, con compositori che
adottano linguaggi espressivi molto diversi.
- Rispetto alle epoche precedenti, non esiste un linguaggio musicale comune, portando a
una frattura tra compositori e pubblico.
- Compositori del Novecento spesso cercano il rinnovamento totale dell'arte, componendo
per il futuro piuttosto che per il presente.

2. Fasi della Musica nel Novecento:


- Prima Fase (1900-1923):
- Caratterizzata da influenze romantiche con elementi innovativi.
- Compositori come Debussy, Puccini, R. Strauss e Mahler sono significativi.
- Emergono segni di crisi del sistema armonico-tonale.
- Seconda Fase (1923-1950):
- Sviluppo di forme nuove e ritorno alle forme del passato con linguaggio del Novecento.
- Nasce il neoclassicismo, con compositori come Stravinskij.
- Terza Fase (dopo il 1950):
- Dopo la Seconda Guerra Mondiale, netto distacco tra le generazioni di compositori.
- Dodecafonia diventa un punto centrale, con compositori come Maderna, Boulez, Nono,
Berio, Stockhausen e Ligeti.

3. Arnold Schoenberg:
- Biografia:
- Compositore austriaco, naturalizzato statunitense.
- Di origine ebraica, fuggì dal regime nazista e insegnò negli Stati Uniti.
- Tre periodi distinti nella sua produzione.

- Periodi Compositivi di Schoenberg:


- Periodo Tonale (1899-1907):
- Influenze del tardo romanticismo.
- Opere importanti come "Notte trasfigurata" e "Pelleas und Melisande."
- Periodo Atonale (1908-1921):
- Avvicinamento all'espressionismo e all'atonalità.
- Opere come "Erwartung" e "Pierrot Lunaire."
- Periodo Dodecafonico (1921-51):
- Introduzione del sistema dodecafonico.
- Composizioni significative come le Variazioni op. 31 e il Concerto per pianoforte e
orchestra.
- Opere vocali come "Un Sopravvissuto di Varsavia" illustrano il suo stile.

4. "Un Sopravvissuto di Varsavia":


- Composizione dodecafonica che racconta l'olocausto nel ghetto di Varsavia.
- Scritta in un unico movimento con una voce recitante, un coro maschile e un'orchestra
particolarmente enfatizzati.
- L'utilizzo delle dodici note della scala cromatica in una serie dodecafonica conferisce un
ordine nuovo e razionale.
- Struttura del brano: Introduzione, Sveglia, Conta dei prigionieri, Inno ebraico.

Serenata per un satellite Maderna (1969)

Riassunto:

Autore e Contesto:
- Autore: Bruno Maderna (1920-1973), compositore italiano.
- Contesto: Secondo dopoguerra, nasce l'avanguardia musicale a Darmstadt, Germania.
Maderna, formato a Roma e docente a Darmstadt dal 1956, è uno degli esponenti chiave di
questa nuova musica.

Scuola di Darmstad:
- Caratteristiche: Rinascita morale, radicale rinnovamento dei linguaggi musicali. Ispirazione
da Webern, esplosione di tessuto sonoro puntiglioso. Obiettivo di estendere serialismo a
tutte le componenti musicali.
- Principali rappresentanti: Luciano Berio, Bruno Maderna, Luigi Nono, Pierre Boulez,
Karleinz Stockhausen. Sperimentazioni con mezzi elettronici.

L’Alea:
- Caratteristiche: Opposta alla scuola di Darmstad. Basata sull'estrema libertà,
improvvisazione, procedimenti casuali. Musica aleatoria praticata negli anni '50-'60 da autori
d'avanguardia, tra cui John Cage.
- Approccio di Cage: Esplorazioni sonore e compositive, uso del pianoforte preparato,
incorporazione di rumori, silenzi, e multimedialità.

Bruno Maderna:
- Vita e Carriera: Nato a Venezia, attivo in Italia e all'estero. Fondatore dello Studio di
fonologia della Rai di Milano con Luciano Berio. Mantenne contatto con la tradizione
musicale.
- Produzione Musicale: Fusioni tra elementi tradizionali e nuovi principi costruttivi negli anni
'50. Citazioni di Bach nelle B.A.C.H. Variationen (1949). Adozione di tecniche aleatorie negli
ultimi anni di produzione.

Serenata per un Satellite:


- Contesto: Scritta nel 1969 in occasione del lancio del satellite europeo ESTRO I. Dedicata
a Umberto Montalenti, direttore dell'ESOC.
- Particolarità della Partitura: Composta da un foglio con reticolato di righi musicali disposti
liberamente, creando disegni astratti che evocano orbite nello spazio.
- Esecuzione: Può essere suonata da vari strumenti, anche in gruppi, seguendo una
partitura "aperta". Interpretazione mutevole nel tempo.
- Carattere Aleatorio Controllato: Rappresenta un esempio di "alea controllata" secondo
Pierre Boulez, conciliando aleatorietà e composizione tradizionale.
Interpretazione:
- Approccio: Interpretare richiede un'opera di ricomposizione quasi come un puzzle. Gli
interpreti devono reagire alle manipolazioni grafiche della partitura, creando un discorso
musicale logico e autentico.
Forma Sonata

La forma-sonata costituisce la struttura base del primo movimento (talvolta anche di


altri, più spesso l’ultimo) di tutte le forme strumentali dell’epoca classica (sinfonia,
sonata, concerto, quartetto etc.) e viene poi ripresa nel Romanticismo con le dovute
modifiche. È bitematica e tripartita: bitematica perché prevede l’impiego di due temi
in genere contrastanti tra loro, è tripartita poiché prevede tre parti: ESPOSIZIONE,
SVILUPPO e RIPRESA.

ESPOSIZIONE: i due temi sono presentati (come due personaggi diversi si


presentano in un opera teatrale). Se il primo tema è in maggiore il secondo sarà
sulla dominante, se invece il primo tema è esposto in tonalità minore, il secondo sarà
sulla relativa maggiore. I due temi sono collegati tra loro da un episodio chiamato
ponte modulante. Il secondo tema solitamente si contrappone al primo, stabilisce nei
suoi confronti un contrasto sia tonale che ideale.

SVILUPPO: elaborazione del primo tema, o del secondo, o di entrambi, o di temi


nuovi. I temi possono essere sviluppati in senso melodico, armonico, ritmico e
timbrico in base alla creatività del compositore. Spesso i temi sono frammentati in
piccole porzioni (decomposti) sviluppate autonomamente.

Nella RIPRESA (o riesposizione) si riprendono i due temi iniziali entrambi nella


tonalità d’impianto.

Nel programma sono presenti tre composizioni in forma sonata. Essendo state
composte in periodi diversi ad opera di autori diversi, pur avendo un impianto base
simile, si discostano per molteplici aspetti.

1) Primo movimento della 5° sinfonia di Beethoven. Prevale il primo tema che


caratterizza tutto il movimento e viene continuamente ripresentato con molteplici
varianti. Si tratta di un tema molto breve, apparentemente semplice, basato su tre
note ribattute e una terza discendente. Il compositore mostra tutta la sua abilità nel
saperlo rielaborare e sviluppare, mostra come da pochi mezzi musicali possa
realizzare un intero tempo di sinfonia. Il secondo tema si contrappone al primo per
carattere più dolce e melodico, ma rimane in ombra rispetto al primo. E’ presentato
nell’esposizione ma nello sviluppo non compare.
2) Primo movimento del concerto in La minore di Schumann. Il primo tema è basato
sulle lettere del nome Chiarina (e Schumann) che nella notazione letterale
corrispondono ad una nota musicale CHA (DO-SI-LA). Il secondo tema non si
contrappone al primo ma è quasi una sua derivazione. Per questo si parla di
monotematismo variato. Manca una vera e propria sezione di sviluppo basata sul
contrasto tra solista e orchestra, che invece procedono in modo unitario, senza parti
lunghe e nettamente distinte come nel concerto barocco o classico. Non si trova,
come nella maggior parte dei concerti classici, l’introduzione orchestrale e poi
l’entrata del solista che invece inizia subito. Al termine del primo movimento si trova
la cadenza, tipica del genere del concerto. Si tratta di un momento in cui prima della
conclusione l’orchestra si ferma e il solista può improvvisare a piacere solitamente
elaborando i temi del concerto per mettere in mostra le sue abilità.

3) Primo movimento della sinfonia n. 4 di Brahms. Movimento lungo e articolato, le


tre parti della forma sonata (Esposizione, Sviluppo e Ripresa) non sono più
nettamente distinte come in passato ma procedono l’una dall’altra. Accanto a due
temi principali ci sono almeno altri quattro motivi secondari, quindi non più solo i due
temi della forma sonata tradizionale ma una grande ricchezza di idee. Brahms
riprende da Beethoven, che ammirava tantissimo, l’idea di temi brevi e ben
caratterizzati da sviluppare ampiamente. Il primo tema è basato su una serie di note
che, se analizzate riportando la tessitura all’ambito di una ottava e mezzo, sono
poste ad intervallo di terza. Brahms riprende da Schumann, che fu il suo maestro,
l’idea della derivazione motivica di un tema dall’altro. Non si ha una netta
contrapposizione tra i temi ma i gruppi tematici procedono in continuo sviluppo.
Brahms ricava da Bach l’impiego del contrappunto cioè la tecnica di combinare più
melodie fra loro secondo procedimenti di imitazione e incastro tra le parti. (La
massima realizzazione del contrappunto si ha con la fuga).
nr Titolo Genere Autore Periodo Struttura/forma Organico
1 Ut queant inno Guido 1030 circa strofica coro a una
laxis d’Arezzo sola voce
2 Ecco la ballata Francesco Metà secolo Ripresa, 2 piedi, due voci
primavera Landini XIV (Ars una volta e
nova) ripresa. Due idee
musicali così
presentate:
ABBAA
3 Zefiro torna madrigale Luca 1585 forma libera quattro voci
Marenzio
4 Possente aria Claudio 1607 6 strofe con voce solista
spirito dall’opera Monteverdi diversa modalità (tenore) e
Orfeo esecutiva: cantar accomp.
passeggiato, strumentale
cantar d’affetto,
cantar sodo
5 Or la tromba aria G. Ph. 1711-1731 aria col da capo voce solista
dall’opera Haendel ABA’ (castrato) e
Rinaldo accomp.
strumentale
6 La primavera concerto Antonio 1725 I tempo: forma a violino, archi
solistico Vivaldi ritornello e basso
continuo
7 Madamina, il aria Mozart 1787 Aria bipartita voce solista
catalogo è dall’opera Allegro/Andante (basso) e
questo Don Giovanni orchestra
8 I tempo sinfonia Beethoven 1808 I tempo: Forma orchestra
sinfonia n. 5 sonata
9 I tempo concerto Schumann 1845 forma sonata ma pianoforte e
concerto per con elementi orchestra
pianoforte nuovi (periodo
romantico)
10 Addio del aria Verdi 1853 strofica soprano e
passato dall’opera orchestra
Traviata
11 La moldava poema Smetana 1874 libera orchestra
sinfonico
12 I tempo sinfonia Brahms 1885 forma sonata ma orchestra
sinfonia n. 4 con elementi
nuovi (periodo
romantico)
13 Un Schoenberg 1947 libera... con voce recitante,
sopravvissuto linguaggio coro maschile,
di Varsavia dodecafonico orchestra
14 Serenata per Maderna 1969 libera variabile
un satellite (alea)

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