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IL CLASSICISMO MUSICALE

Tra la seconda metà del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento nasce in Europa un movimento culturale denominato
Neoclassicismo (= nuovo classicismo). Nell’ambito musicale questo movimento, chiamato Classicismo musicale, si colloca
tra il 1760 e il 1830 circa. Le caratteristiche comuni dell’arte e della musica di questo periodo sono la linearità, l’equilibrio,
la simmetria.
Nel Settecento, Christoph Willibald Gluck (1714-1787) intraprese la riforma del melodramma, spogliandolo di tutto ciò
che serviva da pretesto per una pura esibizione di virtuosismo e facendo sì che musica e canto esprimessero invece i
sentimenti e la vicenda che si svolgeva sulla scena. A partire della seconda metà del Settecento si assiste a un
rinnovamento totale dei valori artistici barocchi che culmina in quello che verrà definito periodo classico. Questa nuova
corrente musicale è caratterizzata dal trionfo della forma sonata e della moderna sinfonia, vi è la necessità di riconquistare
quelle regole fisse spazzate via dagli sconvolgimenti barocchi. Infatti il Neoclassicismo è in polemica con le stravaganze
barocche e propone un’arte ordinata, simmetrica, che evidenzi l’armonia delle forme. Gli artisti tendono ad organizzare
le loro opere in modo più razionale, con strutture più semplici e lineari. Questo avviene anche in musica. Anche se sono
passati solo pochi anni dalla morte di J.S. Bach, le sue composizioni vengono giudicate già superate, perché troppo
complicate, poco immediate. Il pubblico vuole capire con facilità la musica, che deve essere orecchiabile e ispirata ai temi
del quotidiano.
Nella musica strumentale le composizioni seguono uno schema, quello della forma sonata, che dà una struttura più
razionale e simmetrica ai brani. Con questo schema vengono composte sinfonie, concerti e sonate. Le orchestre si
arricchiscono di molti strumenti e i fiati entrano in modo stabile negli organici. Il clavicembalo viene sostituito dal
pianoforte, che permette una maggior espressività.

IL MELODRAMMA
Il melodramma era stato per tutto il periodo barocco lo spettacolo per eccellenza. Destinate prima ai soli nobili e in un
secondo tempo, con l’apertura dei teatri pubblici, anche alla gente comune, l’opera seria e l’opera buffa allietavano il
tempo libero. I compositori eccedevano spesso nell’uso di abbellimenti e di effetti musicali atti a stupire e meravigliare il
pubblico. Tutto questo andava a discapito della stessa comprensione dell’opera: spesso, infatti, il pubblico, distratto dal
prolungarsi di un’aria o di un duetto, che facevano risaltare la bravura di un cantante, «perdeva il filo» della vicenda.
Nel Settecento, anche nel melodramma si avvertono cambiamenti: il cantante è meno libero di improvvisare virtuosismi,
c'è un maggior equilibrio tra testo e musica, la vicenda è narrata con più realismo e i personaggi sono descritti con più
cura. Fra i compositori si comincia a sentire il bisogno di maggior semplicità, realismo ed equilibrio, fra poesia (il testo) e
musica. Il rinnovamento del melodramma nella seconda metà del secolo fu opera in particolare del tedesco Christoph
Willibald Gluck (1714-1787). Nel 1762 egli fece rappresentare Orfeo ed Euridice, opera che aveva scritto in collaborazione
con il librettista italiano Ranieri de’ Calzabigi, e che presentava rilevanti novità musicali: la linea del canto era più semplice
e lineare, i recitativi erano ridotti e accompagnati dall’orchestra. Il coro e l’orchestra acquistavano maggiore importanza,
intervenendo con brani che arricchivano il racconto della vicenda.

LA MUSICA STRUMENTALE:
LA SINFONIA - Fino al 1750 circa, i brani per gruppi di strumenti non sempre prevedevano un numero preciso di suonatori
e le parti venivano assegnate in base agli esecutori disponibili, con il tardo settecento i compositori hanno in mente
precisamente l’organico orchestrale a disposizione quando scrivono le proprie composizioni. Comporre una sinfonia vuol
dire valorizzare ogni singolo strumento, sinfonismo è un termine di origine greca che vuol dire suonare insieme.
La sinfonia è divisa in quattro parti, dette tempi o movimenti, secondo il seguente schema:
Primo Movimento ALLEGRO Forma-sonata
Secondo Movimento ANDANTE Tema con variazioni
Terzo Movimento ALLEGRETTO Minuetto (tempo in ¾) o Scherzo
Quarto Movimento ALLEGRO Forma Sonata o Rondò (caratterizzato da un ritornello che si presenta più volte, alternato
da altri temi, detti episodi)
FORMA-SONATA La struttura della forma-sonata viene solitamente definita come bitematica (ovvero con due temi
melodici) e tripartita. La tripartizione comprende la sezione di Esposizione, quella di Sviluppo e infine la Ripresa.
FRANZ JOSEPH HAYDN  Franz Joseph Haydn (1732-1809) organizzò definitivamente la forma sonata: nelle numerose
sinfonie, sonate e quartetti vi sono le prime, compiute realizzazioni di questa forma. Il suo contributo all’affermazione
della musica strumentale è così determinante da fargli attribuire il soprannome di padre della sinfonia, della sonata e del
quartetto.
Uno dei più grandi compositori del Settecento, nasce a Rohrau in Austria, è proprio in famiglia che il piccolo Joseph ha i
primi approcci con la musica. Padre è un musicista dilettante, che spesso ama cantare con la moglie accompagnandosi
con l’arpa. In una di queste serate musicali un parente degli Haydn si accorge delle doti musicali del giovane Franz e
convince i genitori a farlo studiare per fargli intraprendere la carriera ecclesiastica. All’età di otto anni Haydn si trasferisce
a Vienna come cantore nella Chiesa di S. Stefano. Qui perfeziona i suoi studi musicali in vari settori: violino, clavicembalo,
composizione. Nel 1761 viene assunto come musicista nell’orchestra di corte del principe Esterhàzy, con il quale Haydn
resta per tutta la vita. Da quel momento comincia una carriera sfolgorante e intensa, che lo porta a ricevere importanti
riconoscimenti in tutta Europa. Nella sua lunga vita, Haydn compone moltissima musica: melodrammi, messe, oratori,
sinfonie, quartetti. Determinante è il suo contributo all’affermazione della musica strumentale, tanto da fargli attribuire
il soprannome di «padre della sinfonia». Haydn non è solo un grande musicista, ma anche un uomo generoso e amato:
tra i suoi grandi amici figurano nomi celebri come Mozart e fra i suoi allievi troviamo anche il giovane Beethoven.
La fama lo accompagna fino alla fine: nel giorno del suo 76° compleanno viene rappresentato in suo onore un oratorio da
lui stesso composto intitolato “La creazione”, il pubblico, al termine del concerto, saluta l’anziano compositore con un
tumultuoso applauso, al grido di: «Viva papà Haydn! Viva la musica!» Il 31 maggio del 1809 Haydn muore assistito da
fedeli amici a Vienna. Il 15 giugno, in una chiesa della capitale austriaca viene eseguito, durante la messa in sua memoria,
il Requiem dell’amico Mozart: un omaggio che «papà Haydn» avrebbe certamente apprezzato.
Tra le sue opere vi sono oltre 100 sinfonie (ricordiamo le Londinesi), quartetti, oratori (ricordiamo fra tutti La creazione e
Le stagioni).

WOLFGANG AMADEUS MOZART  (1756-1791) è considerato il rappresentante più geniale della seconda metà del
Settecento e una delle maggiori personalità della musica occidentale. Egli ha saputo unificare le esperienze più diverse,
dimostrandosi sensibile soprattutto all'influenza della scuola italiana. Pronto ad accogliere i più diversi contributi, Mozart
sa assimilarli e rinnovarli in uno stile in cui domina una squisita perfezione, unita a una segreta malinconia che si farà, col
tempo, sempre più struggente e drammatica. Mozart ha scritto, nella sua breve vita, moltissime composizioni, dalle opere
teatrali (come Nozze di Figaro, Don Giovanni, Flauto magico) alle sinfonie, dalle musiche per danza ai quartetti, dalla
musica sacra alle sonate e concerti per pianoforte e per violino.
Nasce nella città di Salisburgo (Austria), uno dei più grandi geni della storia della musica di tutti i tempi. Il piccolo Wolfgang
comincia a studiare musica sotto la guida del padre Leopold, anch’egli musicista, dimostrando immediatamente doti
straordinarie. All’età di soli sei anni è già in grado di comporre, di suonare a prima vista difficili partiture per clavicembalo
e violino e di cantare magistralmente. Inizia presto i concerti come clavicembalista, da solo o in trio con il babbo Leopold
e la sorella maggiore Nannaerl: prima nelle città vicine e poi nelle più importanti città europee. Per il piccolo Wolfgang il
successo è sempre clamoroso. Nonostante i numerosi viaggi, Mozart continua ad essere al servizio dell’Arcivescovo di
Salisburgo, fino al 1781, quando Mozart si stabilisce a Vienna, che ormai è la capitale della musica, e tenta la carriera del
libero professionista. Dopo un inizio incoraggiante e alcuni importanti successi, le difficoltà diventano sempre più grandi.
La musica che compone non sempre è apprezzata, perché a volte è troppo difficile per il pubblico viennese, che ama
musiche più orecchiabili e di immediata comprensione. Mozart si cimenta nel genere strumentale con la realizzazione di
trii, quartetti, serenate, concerti per ogni tipo di strumento, sinfonie, ed altre forme. Per il teatro musicale scrive
capolavori di ineguagliata bellezza. La sua vita è un continuo alternarsi di successi e insuccessi, con il quasi costante assillo
dei problemi economici, che lo accompagneranno fino alla prematura morte. Come colto da un presentimento, pochi
mesi prima della morte egli inizia un Requiem che, anche se rimasto incompiuto, sarà il suo ultimo capolavoro. Muore a
soli 35 anni tra la quasi totale indifferenza di una Vienna che poco aveva apprezzato la sua genialità.
Tra le sue opere vi sono Melodrammi: Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte, Il flauto magico, concerti, sinfonie,
divertimenti e musica da camera; il Requiem K 626.

LUDWIG VAN BEETHOVEN  nasce nel dicembre del 1770 a Bonn, città tedesca lungo il fiume Reno. Il padre, tenore
al servizio della corte, gli insegna i primi rudimenti musicali. Il giovane Ludwig comincia prestissimo a manifestare le sue
doti e a sette anni dà il suo primo concerto come pianista. Durante gli anni dell’adolescenza Beethoven si afferma come
ottimo esecutore, e nel 1784, ottiene l’incarico di vice organista alla corte della città. Nel 1792, grazie all’interessamento
di alcuni importanti e affezionati amici, può trasferirsi a Vienna, considerata all’epoca la capitale europea della musica In
questo periodo ha modo di farsi conoscere e apprezzare dal pubblico viennese, che lo rispetta e gli dimostra grande affetto
e considerazione.
La condizione di artista famoso e apprezzato gli consente una discreta autonomia finanziaria. Beethoven è infatti uno dei
primi artisti che riescono a vivere decorosamente e liberamente dei profitti del proprio lavoro, senza dover prestare
servizio presso una corte. Disgraziatamente, proprio intorno alla fine del Settecento, Beethoven comincia ad accusare una
diminuzione dell’udito che, nonostante le tempestive e numerose cure, peggiora fino a trasformarsi in una sordità quasi
totale. Questa disgrazia, tuttavia, non limita il lavoro di composizione del maestro, che proprio tra il 1800 e il 1820 scrive
le opere più famose.
Beethoven esplora forme di musica soprattutto strumentali: di particolare importanza e fama sono le nove sinfonie, ma
anche le sonate, i trii, i quartetti, i concerti per strumento solista e orchestra. Attraverso la musica egli riesce ad esprimere
al meglio tutti i suoi nobili sentimenti: la gioia per la vita, l’amore per l’umanità, la fratellanza, la riconoscenza verso il
Creatore e la natura. Tutti questi grandi ideali trovano la loro più completa espressione musicale in una delle sue ultime
e più toccanti opere: la Nona sinfonia: terminata nel 1824. Beethoven è un grande innovatore e viene considerato un
precursore del Romanticismo, la corrente artistica che si affermerà verso la metà dell’Ottocento. Egli muore nel marzo
del 1827 a causa di un’infezione polmonare. Ai suoi funerali sono presenti tremila persone, Vienna vuole cosi dimostrare
di non aver abbandonato il musicista, come invece aveva fatto per Mozart.
Tra le sue opere vi sono le Sonate per pianoforte: Patetica, Al chiaro di luna, Appassionata, concerti, quartetti. Le nove
sinfonie, tra cui ricordiamo la Quinta, la Sesta, la Settima, la Nona.

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