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TESI DI LAUREA
Sessione Estiva
ANNO ACCADEMICO 2011-2012
Il Preludio
Il Preludio è un brano breve, destinato principalmente a strumenti a tastiera, avente
funzione introduttiva ad altri brani strumentali.
I più antichi preludi per strumenti a tastiera risalgono al XV secolo e avevano in
comune il ricorso a scale e accordi.
La loro funzione consisteva nella prova dello strumento e dell'intonazione del brano
da eseguire. I Preludi a tastiera cominciarono ad apparire nel XVII secolo in Francia:
si trattava di preludi non misurati, la cui durata di ogni nota veniva decisa
dall'esecutore. Essi venivano utilizzati sempre come movimenti introduttivi di suite
clavicembalistiche; Louis Couperin (1626-1661) è stato il primo compositore ad
abbracciare il genere.
Preludi per clavicembalo vennero poi utilizzati fino alla prima metà del XVIII
secolo: l'ultimo risale al 1710.
Durante la seconda metà del XVII secolo, alcuni compositori tedeschi hanno iniziato
a scrivere preludi (o, a volte toccate) con fughe nella stessa tonalità: Johann
Pachelbel (c.1653-1706) è stato uno degli avventori, anche se Johann Sebastian Bach
(1685-1750) assimilò tutte le caratteristiche del preludio (toccata o fantasia) e della
Fuga.
La maggior parte dei preludi di Bach sono stati scritti nella forma tema e variazione,
utilizzando lo stesso motivo a tema con l'imitazione e la modulazione.
Egli compose “Il clavicembalo ben temperato”, una raccolta divisa in due libri di
preludi e fughe in tutte le 24 tonalità che influenzò quasi tutti i maggiori compositori
dei secoli successivi. Molti di essi in verità fallirono nell'intento raggiunto da Bach.
Frédéric Chopin (1810-1849) scrisse “I 24 preludi op. 28”, in cui il preludio non ha
solo una funzione introduttiva ma è un vero e proprio pezzo da concerto spesso
indipendente e in forma ternaria semplice.
Anche Claude Debussy (1862-1918) scrisse due libri di preludi per pianoforte,
ispirando molti dei suoi successori.
La forma “Preludio” è stata utilizzata anche da compositori del XX secolo tra cui
Ravel con “Le Tombeau de Couperin” (1914-1917) e “la Suite di Schoenberg” per
pianoforte, Op. 25 (1921-1923): entrambi hanno inizio infatti con un preludio
introduttivo.
Compositori di preludi
Preludio Nー 6 in D minore.
Preludio Nー 12 in F minore.
Preludio Op. 28 Nー 4.
Preludio Op. 28 Nー
CLAUDE DEBUSSY (1862-1918)
Book 1 (1910) e Book 2 (1913): due libri di 12 preludi ciascuno per un totale di 24
preludi. Il titolo del preludio è riportato alla fine di ogni pezzo.
Preludio Nー 9 in E maggiore.
Preludio op. 3, n. 2 (1892), Dieci Preludi, op. 23 (1903), Tredici Preludi op. 32
(1910) per un totale di 24 preludi in tutte le tonalità.
A 18 anni, nel 1677, viene nominato Compositore per l’orchestra d’archi del
sovrano, che era nata a imitazione dell’orchestra di Versailles. Nel 1679 sostituisce
John Blow come organista a Westminster.
Nel 1682 diviene uno dei tre organisti della Cappella Reale.
Nel corso della sua vita compone opere d’occasione per celebrare compleanni e varie
ricorrenze della famiglia reale.
Il resto della sua produzione comprende opere teatrali, arie e opere di musica sacra.
Purcell ebbe la capacità di riunire in sé due opposte tendenze: se da un lato, infatti,
inserì nella sua musica aspetti dei due gusti europei dominanti in età barocca, quello
italiano e quello francese, dall’altro le sue opere mantennero, per generi e sensibilità,
una profonda “britannicità”, caratterizzata da elementi romantici e dall’utilizzo di
dissonanze, scale moderne, modi liturgici e dall’influsso della musica popolare
inglese e della tradizione dei madrigalisti rinascimentali.
Di sicuro ebbe maggior libertà compositiva in ambito puramente strumentale.Le sue
“Fantasie” documentano uno spirito che anticipa quello dei poeti romantici inglesi,
caratterizzato da una grande attenzione per la dimensione interiore e per i colori
sfumati e indefiniti. Nel 1685 ebbe la nomina a clavicembalista della musica privata
del nuovo sovrano, Giacomo II, pur mantenendo sempre i precedenti incarichi e
adoperandosi soprattutto come conservatore degli organi del re. Gli ultimi anni
trascorsero in piena attività, specialmente teatrale.
Nel 1717 passa alla corte di Köthen, dove nel 1721 sposa in seconde nozze Anna
Magdalena Wilcke; dai due matrimoni Bach avrà in tutto 20 figli, alcuni dei quali
eccellenti musicisti.
Dal 1723 alla morte Bach vive a Lipsia, dove è chiamato a dirigere il coro della
chiesa di San Tommaso. Lipsia è in questi anni una città intellettualmente e
musicalmente assai vivace, con una prestigiosa università, case editrici e numerose
associazioni culturali.
Gli ultimi anni sono segnati dalla disillusione e da un senso crescente di isolamento:
gli ideali artistici di Bach entrano col clima illuministico che si va diffondendo e che
abbandona le tradizioni religiose per una cultura musicale, sostanzialmente laica e
aperta al mercato.
Bach seppe adoperare tecniche compositive diverse. L’opera di Bach è una sintesi
ideale dei generi e degli stili del suo tempo classificati per nazioni (stile italiano,
francese, tedesco).
Spinto da una inesauribile curiosità, Bach già da ragazzo familiarizza con lo stile
italiano - basato sulla cantabilità ariosa - trascrivendo per organo i concerti di
Vivaldi e utilizzandone l’idioma in composizioni proprie (Concerto italiano per
clavicembalo), oppure modella sullo stile francese - caratterizzato dal tono solenne,
dall’inserimento di danze tipiche come la Bourré, la Sarabanda, la Giga, il Minuetto.
Il primo libro è stato scritto nel 1722 durante la permanenza di Bach a Köthen; il
secondo libro seguì, ventidue anni dopo, mentre si trovava a Lipsia, nel 1744.
Entrambi sono ampiamente circolati in edizioni manoscritte, ma edizioni a stampa
non vennero eseguite fino al 1801.
Egli ricevette dal suo maestro una formazione completa, vasta e illuminata che ne
condizionò il temperamento musicale per tutta la vita. Certo il suo compito fu
favorito dall'eccezionale talento dell'allievo visto che in capo a tre anni aveva
progredito così tanto nei suoi studi dell'oboe e del violino, ma particolarmente del
clavicembalo e dell'organo, che il maestro dichiarò: “ il ragazzo non ha più nulla da
apprendere da me ”.
Handel fu un bambino prodigio: le sue prime composizioni, le "Sei sonate o Trii per
due oboi e continuo", furono composte a undici anni. Nel 1710 divenne Kapelmeister
alla corte di Hannover. Nello stesso anno visita per la prima volta Londra dove il 24
febbraio dell'anno successivo rappresenta il "Rinaldo" ottenendo un clamoroso
successo.
Era l'inizio di un'attività di operista che durerà trent'anni, nel corso dei quali produrrà
ben trentadue opere. Nel 1713 si stabilisce definitivamente nella capitale inglese. Dal
1741 si dedica completamente alle composizioni sacre, dal 1739 al 1752 ben
quattordici tra cui il "Messiah" rappresentato a Dublino nell'aprile 1742 e contenente
il celeberrimo "Halleluia" che, secondo la tradizione, si ascolta in piedi.
Ancora oggi, dunque, vige l'uso che il pubblico dei concerti si levi in piedi quando il
poderoso e meraviglioso coro viene eseguito. Famosi sono gli oratori di Handel, con
la loro osmosi fra sacro e profano, costituiscono il vertice dello sviluppo
settecentesco del genere, nonché un termine di riferimento obbligato per la
successiva storia dell'oratorio e della futura musica sinfonico-corale.fonte
d'ispirazione nell'Ottocento per Haydn a Beethoven, Mendelssohn e Brahms.
Dal 1751, quasi completamente cieco, è costretto, per comporre, a dettare le sue
opere agli amici più fidati. Muore a Londra nel 1759.
Fryderyk Chopin
1810 – 1849
Dal 1838 al 1847 ebbe una relazione sentimentale piena di dissapori con la scrittrice
Gorge Sand.
Nel 1847 Londra tenne il suo ultimo concerto a favore dei profughi polacchi e nel
gennaio successivo torna a Parigi in pessime condizioni fisiche ed in serie difficoltà
economiche, nonostante visse la maggior parte della propria esistenza in un agiato
tenore di vita grazie alla vendita delle sue composizioni e soprattutto per le lezioni di
pianoforte ad allievi di alta società.
Assistito dalla sorella Luisa, Fryderyk Chopin muore a Parigi il 17 ottobre 1849.
Grandiose sono le onoranze funebri: viene sepolto a Parigi accanto a Bellini e a
Cherubini, mentre il suo cuore venne portato a Varsavia, nella chiesa di Santa Croce.
La produzione di Chopin comprende quasi esclusivamente pezzi per pianoforte
solista: 4 ballate; 4 Improvvisi; 59 Mazurche; 21 Notturni; 17 Polacche; 26 Preludi;
4 Rondò ; 4 Scherzi; 3 Sonate; 27 Studi; 19 Valzer; 4 Variazioni e qualche
composizione di vario genere tra cui 2 Concerti; 20 Romanze per voce e pianoforte e
alcune composizioni da camera per pianoforte e violoncello, pianoforte – violoncello
– violino e pianoforte e flauto.
24 Preludi OP. 28
N. 4 In MI minore : LARGO
La melodia è costituita quasi esclusivamente da due note, che si muovono per toni e
semitoni.
Il brano è lento con figure lunghe, ma il basso è costituito da una serie di accordi di
crome ribattuti, che si muovono in discesa per tutto il pezzo e che, pur non
modulando, creano movimento armonico e rinnovano il colore dei suoni tenuti dalla
melodia.
Poco dopo la metà del brano vi è uno “stretto” che ci riporta alla melodia iniziale.
Le ultime 2 misure contengono una “ codetta” che richiama il movimento cromatico
del tema.
Questo Preludio venne suonato all’organo ai funerali di Chopin il 30 ottobre 1849.
N. 20 In DO minore: LARGO
Questo Preludio ha il carattere della Marcia ed è formato da tre frasi, la terza uguale
alla seconda (A-B-B).
Pur nella sua brevità contiene grandissimo dolore e rassegnazione.
Comincia in “ fortissimo” e cala di intensità fino al “ pianissimo”. Inizialmente era
concepito con due frasi; fu per suggerimento dell’editore Pleyel che venne aggiunta
la terza frase, uguale alla seconda ma ancora più piano (“pp”), con un crescendo
verso la fine e una battuta di chiusura con l’accordo perfetto di tonica.
Inoltre anche l’ultimo accordo della terza battuta nell’autografo è un accordo di Do
Maggiore, ma in vari esemplari appartenenti ad allievi, Chopin, a matita, aggiunse il
bemolle davanti al Mi facendo diventare l’accordo minore, quindi si può dedurre che
l’autore abbia cambiato opinione sull’accordo.
Claude Debussy
1862 - 1918
LA MELODIA E L’ARMONIA
Rispetto al sistema tonale che attribuisce ruoli definiti ad ogni grado i nuovi moduli
utilizzati da Debussy hanno una sintassi libera: gli accostamenti melodici e armonici
dei suoni si basano sui valori fonici.
L’importante è il suono che si crea, non la struttura.
RITMO: anche il ritmo, con Debussy, cambia profondamente. E' presente un calcolo
"artificiale", che permette un nuovo controllo della materia musicale: un
occultamento della regolarità della scansione metrica della battuta e
un'indeterminatezza ritmica provocata dall'utilizzo di figure di durata irregolari.
“La fille aux cheveux de lin”, ovvero “la fanciulla dai capelli di lino”, è uno dei
pezzi più universalmente noti del compositore francese Debussy.
Si tratta di uno dei brani contenuti tra i Préludes (“Preludi”), un'opera in due raccolte
per pianoforte composte fra il 1909 e il 1913. Entrambe le raccolte (chiamate
solitamente Premier livre e Deuxième livre) contengono ciascuna 12 brani di tonalità
ed ispirazioni differenti.
BREVE ANALISI
Scale non tradizionali
Nel suo linguaggio musicale, Debussy non ha esitato ad usare tradizionali accordi
maggiori e minori. Eppure, ha trovato un modo originale e innovativo.
Alcuni degli aspetti che ha dato questa originalità è l'utilizzo di tali accordi come un
modo di dare colori senza far valere le loro tradizionali funzioni armoniche.
Non tutte le note utilizzate per formare questi accordi fanno parte della scala
pentatonica e anche se a volte troviamo tradizionali relazioni armoniche come
dominante - tonica (misura 6), normalmente gli accordi vengono usati per dare
colore alla melodia ed essere armonizzati, e non sembrano utilizzare le tradizionali
relazioni armoniche. L'accordo, che sarebbe la dominante (Sol bemolle Maggiore,
misura 5), suona più come un VII grado di Mi bemolle. Infine, Debussy termina la
frase con un accordo di Mi bemolle Maggiore
Ambiguità tonale
Debussy utilizza la tonalità maggiore di Gb. Il preludio termina in Gb e troviamo due
cadenze verso il Gb nel pezzo.
A confronto:
Alexander Scriabin
1872 - 1915
e
Sergej Rachmaninov
1873 - 1943
Rachmaninov scrisse il Concerto per piano in Do minore nel 1901 e non si allontanò
mai da quella via, componendo sostanzialmente lo stesso tipo di musica per tutta la
vita. Al pubblico la sua musica piaceva, ma molti professionisti di tutte le nazioni del
mondo lo considerarono, dal punto di vista creativo, una nullità che piangeva le sue
lacrime russe ai piedi di Tchajkovskij.
Negli anni venti, quando si parlava di musica russa, il mondo pensava a Sergej
Prokofiev: Prokofiev, la meteora venuta da est, il compositore dell'età dell'acciaio, il
cubista della musica.
Zverev, che era ricco, non si faceva pagare le lezioni e gli allievi dovevano
appartenere a buone famiglie. Il maestro era omosessuale e a Mosca si mormorava di
suoi presunti gusti pedofili. Scriabin e Rachmaninov in ogni caso ne uscirono,
sembra, indenni.
Rachmaninov vinse la grande medaglia d'oro nel 1892 e mentre Scriabin la piccola
medaglia d'oro. Poi, dopo aver preso il diploma, per qualche anno le loro strade si
allontanarono.
Gli allievi compositori, ben contenti di vedere eseguiti i loro saggi creativi non
osavano contraddirlo, ed erano pronti ad accettarne le osservazioni e le modifiche.
Ma con Rachmaninov, Safonov dovette ricredersi. L'allievo non solo ri?utò
categoricamente qualsiasi modifica, ma ebbe addirittura I‘audacia di fermarlo
facendogli notare gli errori di tempo e di sfumature. Ovviamente, questo dispiacque a
Safonov; ma da persona intelligente riconobbe che un autore, sia pure un
principiante, aveva diritto a dare una propria interpretazione.
Quando andò a Londra, nel 1899, scopri di essere famoso. il “Preludio in do diesis
minore” lo aveva preceduto. Ma non riusciva ancora a comporre serenamente.
Finalmente si rivolse a uno specialista che lo sottopose a una sorta di trattamento
psichiatrico accoppiato con l'ipnosi e l'autosuggestione.
Compose anche, nel 1897, un “Concerto per piano in Fa diesis minore”, opera che
suggeri molte idee a Rachmaninov.
Si dice che Scriabin soffrisse di una rara caratteristica genetica nota col nome di
sinestesia, in cui il suono viene tradotto direttamente in colore. La gente che ne
soffre non sente musica senza vedere contemporaneamente dei colori. La vita privata
di Scriabin cominciò a diventare sempre piu tesa, via via che il suo misticismo
cresceva; sviluppò infatti alcune manie, fra cui quella di lavarsi continuamente le
mani e di non toccare il denaro, se non con dei guanti. Dedicava alla toilette piu
tempo di un'attrice, spiando le rughe, preoccupato dalla incipiente calvizie. Sviluppò
un'intensa ipocondria. La sua amoralità arrivava a livello di quella di Wagner; e,
come Wagner, non aveva difficoltà a razionalizzare e giustificare le proprie azioni. “
Poiché è molto piu difficile fare tutto quello che si vuol fare anziché non fare ciò che
si vuole, è piu nobile fare ciò che piace.” Sedusse una ex allieva e a Mosca scoppiò
un grosso scandalo.
Lasciò la moglie. Vera (era anche lei pianista) e i quattro figli per un'altra donna;
spiegò che sarebbe andato a vivere con Tatiana Schloezer “sacrificandosi per l'arte”.
Teneva taccuini in cui si rivela una psiche tutt'altro che normale.
Si identificò con Dio: “Io sono la libertà, sono la vita, sono un sogno, sono fatica,
sono desiderio ardente, incessante, sono beatitudine, sono insana passione, sono
niente, sono atremito. Voi non siete voi. Io sono Dio! Sono niente, sono gioco, sono
libertà, sono vita. Io sono il confine, sono la vetta: Io sono Dio!”.
Dal 1904 visse apertamente con Tatiana. La moglie non era disposta a divorziare, per
cui Scriabin e Tatiana restarono lontani dalla Russia dal 1904 al 1909. Scriabin e
Tatiana vissero per breve tempo a Parigi e poi, verso la fine del 1907, si stabilirono a
Losanna.
Do 256 rosso
Re 298 giallo
La 447 verde
Scriabin era tornato in Russia per la prima. Nel 1910 aveva lasciato Losanna ed era
ritornato per sempre nel suo paese. Naturalmente la sua strada incrociò quella di
Rachmaninov.
La Russia si divise in due fazioni musicali. Scriabin e Rachmaninov: chi era il più
grande compositore? Il miglior pianista? Scriabin era di gran lunga piu discusso, se
non altro per la sua stranezza.
Ormai usava gli intervalli di seconda e di nona oltre alle quarte e viveva in un
curioso mondo tutto suo. Si considerava adesso il vero Messia e voleva che la sua
creazione venisse rappresentata in un tempio indiano, di forma emisferica.
Scriabin morì proprio quando era tutto preso dal mistero, per un avvelenamento del
sangue provocato da un carbonchio sul labbro. Rachmaninov ne fu addolorato. Lui
che aveva suonato in pubblico sempre e soltanto musica sua, dette una serie di
concerti di musiche di Scriabin dedicate alla memoria del compositore. Gli
ammiratori del musicista scomparso apprezzarono il gesto ma non l'esecuzione. Il
modo di suonare di Rachmaninov non rispondeva ai loro gusti Ad uno di questi
concerti assistette anche il giovane Sergej Prokofiev.
Dal punto di vista emotivo e tecnico poteva capitargli di ripetersi. Ma le idee hanno
validità e forza, le melodie sono autenticamente pregnanti ed evocano sempre una
risposta. Il fatto è che Rachmaninov esprimeva se stesso. La sua musica non pone
problemi. Quella di Scriabin sì. Come quella di Schoenberg, esprime una frattura con
il pensiero musicale del passato.
Il pezzo inizia con una melodia delicata alla sinistra in Do diesis minore
accompagnata da blocchi di accordi con la mano destra. Gli intervalli frequenti sono
di nona e settima maggiore. Nell'ottava battuta, una scala cromatica sale di nuovo
fino al Do diesis per ripetere le prime quattro battute della melodia iniziale. Questa
volta, una terzina viene impiegata come contrappunto aggiuntivo nella mano destra.
Nella tredicesima battuta, vediamo un ulteriore sviluppo della melodia, con crescendi
radicali, e brevi decrescendo. Le prossime quattro battute fungono da ponte verso
la seconda sezione a battuta 17, dove si accompagna una melodia alla voce del tenore
accompagnata da armonie intriganti nella mano destra. Questa sezione continua fino
a quando nella battuta 30, la melodia iniziale si ripete, con la giusta armonia dalla
nona battuta.
Il pezzo si conclude con tre accordi, tra cui un accordo maggiore con una nota acuta
basso Fa, un Sol diesis minore, e, infine, l'accordo conclusivo Mi Maggiore,
arpeggiato.
Il “Preludio in do diesis minore op. 3, No. 2”, è una delle più celebri composizioni
di Sergei Rachmaninoff. Ha una struttura (ABA) formata da 62 misure, fa parte di
una serie di cinque pezzi intitolati “Morceaux de fantaisie”. La prima
rappresentazione fu ad opera del compositore il 20 settembre 1892 in un festival
chiamato il Salone di Mosca elettrico,in cui Rachmaninoff debuttò come pianista.
Dopo questa anteprima, una recensione svolta sul Preludio, denotò che aveva
"suscitato entusiasmo". Da questo punto in poi, la sua popolarità crebbe a livello
esponenziale. Fu stampato l'anno seguente come il secondo di cinque Morceaux de
fantaisie (op. 3), tutti dedicati a Anton Arensky, il suo insegnante di armonia al
Conservatorio.
Il preludio è organizzato in tre parti principali e una coda: il pezzo si apre con un
motivo a tre note fortissimo che introduce la grinta, il C#-, tonalità minore che
domina il pezzo. Nella terza misura, la dinamica passa a un pianissimo, per
l'esposizione del tema.
La seconda parte è propulsiva e agitata, a cominciare dalle terzine cromatiche. Si
costruisce con passione a incastro con terzine che scendono fino a tornare al tema
principale. Alcuni accordi, identificati come parte di melodia nella sezione,sono
contrassegnati con uno sforzando.
Il pezzo si chiude con una breve coda di sette misure che porta a un finale tranquillo.
Maurice Ravel
1875 - 1937
Nato il 7 marzo 1875 a Ciboure, paesino dei Pirenei, da padre francese e madre
basca, Maurice Ravel subito si trasferisce a Parigi, dove dimostra presto spiccate doti
musicali, con una forte propensione per il pianoforte e l'armonia. Si iscrive al
Conservatorio e si dedica dall'età di sette anni allo studio del pianoforte, mentre dai
dodici in poi a quello della composizione, giungendo assai presto a uno stile
personale.
Scoppiata la Grande Guerra decide di arruolarsi, e dopo grandi insistenze (fu anche
scartato dall'aviazione), riesce a prestare servizio come carrista per 18 mesi; Ravel
era convinto che il conflitto mondiale avrebbe completamente cambiato l'assetto del
mondo e della società, pertanto la sua sensibilità artistica non poteva mancare un
simile evento. Al termine dell'esperienza militare riprende con successo l'attività di
musicista: si esibisce in diverse tournée in Europa e negli Stati Uniti, durante le quali
presenta le proprie composizioni, che vengono accolte con entusiasmo da pubblico e
critica. Frattanto gli viene conferita una laurea ad honorem a Oxford.
Nel 1933, in seguito ad un incidente d'auto, Maurice Ravel viene colpito da una
malattia che paralizzerà progressivamente il suo fisico; muore il 28 dicembre 1937 a
Parigi, in seguito ad un'intervento chirurgico al cervello.
Tra le sue composizioni più conosciute ricordiamo i due Concerti per Pianoforte e
Orchestra, di cui il secondo in Re maggiore ha la caratteristica di avere la parte
pianistica suonata con la mano sinistra (fu infatti composto per il pianista austriaco
Paul Wittegenstein, che durante la I guerra Mondiale era rimasto mutilato al braccio
destro, ma aveva continuato coraggiosamente la carriera concertistica) e poi “Le
tombeau di Couperin”.
Il titolo di questo lavoro è uno dei tanti che non può essere, o in ogni caso non
dovrebbe essere tradotto letteralmente. Mentre il significato letterale della parola è
“Tombeau” una tomba o luogo di sepoltura, vi è di contro una tradizione lunga e
onorata francese per cui un pezzo , veniva scritto in omaggio a un collega defunto.
Couperin, detto Le Grand, è venerato come uno dei fondatori della scuola francese di
musica per tastiera e come l'incarnazione della grazia chiarezza, e raffinatezza che
sono le sue caratteristiche. L'intenzione originaria di Ravel era quella di celebrare
questa tradizione in una serie di brani per pianoforte in forme strumentali utilizzati
da Couperin, senza, però, imitarne lo stile. La Prima guerra mondiale, che ha portato
così tanti cambiamenti nel pensiero e nel costume, alterò la natura delle intenzioni di
Ravel per questo lavoro: divenne un'insieme di memorie personali, per gli amici che
erano morti in uniforme durante il 1914-1918.
Ravel era stato esonerato dal servizio militare quando aveva 20 anni a causa della
sua debolezza fisica generale, a 39 anni quando la Grande Guerra iniziò, riuscì ad
arruolarsi in una unità di artiglieria come autista di camion e ambulanza. Prestò
servizio nelle condizioni più pericolose fino al punto da richiedere un intervento
chirurgico nel settembre 1916. La sua convalescenza è stata prorogata dalla sua
depressione e dalla perdita di numerosi amici. Dopo la sua dimissione dall' ospedale
militare nel 1917 completò il lavoro e scrisse ciascuno dei suoi sei movimenti alla
memoria di uno di quegli amici (o, in un caso, per due di loro) caduti in servizio
durante la guerra.
Il Prélude lo dedicò a Jacques Charlot, la Fuga a Jean Gruppi, il Forlane a Gabriele
Deluc, il Rigaudon ai fratelli Pierre e Pascal Gaudin, il Minuetto a Jean Dreyfus, e la
Toccata per l'eminente musicologo Joseph de Marliave.
L'opera è quindi una delle creazioni più personali di Ravel, nonché la più vicina in
cui venne fuori una dichiarazione "nazionalista" o patriottica nella sua musica.
La prima esecuzione della suite fu eseguita presso la Salle Gaveau, a Parigi, l'11
aprile 1919, per opera di Marguerite Long, vedova di uno dei dedicatari. Ravel era
intenzionato a far eseguire la prima al termine della stesura della composizione, ma
un bombardamento sulla città impedì l'avvenimento.
Aspettando di poter avere la prima esecuzione, Ravel orchestrò Prélude, Forlane,
Menuet e Rigaudon (in questo preciso ordine, 1918). La prima esecuzione della
versione orchestrata avvenne il 28 febbraio 1920. Circa otto mesi dopo quest'ultima
esecuzione, venne rappresentata la suite. La suite non è strutturata secondo il
classico canone barocco, a cui si ispira, ma lo imita, riportando sia movimenti di
danza che brani tipicamente strumentali (Preludio,Fuga,Toccata).
I. Prélude
"Alla memoria di Jacques Charlot" (che trascrisse Ma mère l'oye per pianoforte solo)
Mi minore, 12/16.
II. Fugue
"Alla memoria di Jean Cruppi" (alla cui madre Ravel aveva dedicato l'opera l'heure
espagnole)
Mi minore, 4/4, Allegro moderato
III. Forlane
"Alla memoria del tenente Gabriel Deluc" (pittore basco proveniente da Saint-Jean-
de-Luz)
Mi minore, 6/8, Allegretto
IV. Rigaudon
"Alla memoria di Pierre e Pascal Gaudin" (fratelli uccisi dalla stessa granata)
Do Maggiore, 2/4,
V. Menuet
"Alla memoria di Jean Dreyfus" (nella cui casa Ravel si era rifugiato dopo essere
stato smobilitato)
Sol Maggiore, 3/4, Allegrato moderato
VI. Toccata
"Alla memoria di “Joseph de Marliave” ( musicologo, marito di Marguerite Long)
Mi maggiore, 2/4
Bibliografia
-John F. Runciman. Purcell. George Bell & Sons, Londra, 1909
-François Lesure, Debussy. Gli anni del simbolismo, EDT, Torino 1994