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Appunti del debito di storia della musica

20 ottobre 2021

La musica colta occidentale ha origine dalla chiesa e da sovrano/re/corte e si sviluppa in Europa e in


America.
C’è differenza tra la musica colta e la musica popolare, e diverse sono le discipline che si occupano
di loro. La scienza che studia la musica colta, infatti, è la musicologia, mentre dello studio della
musica popolare si occupa l’etnomusicologia.
La musica colta occidentale si trova scritta solo a partire dal IX secolo ( 800/900) d.C. con Carlo
Magno. Il secolo è da ricordare per due avvenimenti: prima scrittura musicale e nascita della
polifonia  evoluzione della polifonia e del linguaggio.

La musica popolare è di tradizione orale: l’allievo cerca di riprodurre nel modo più fedele possibile
il canto che deve imparare.
Anche le musiche popolari extraeuropee sono prevalentemente di tradizione orale: la scrittura è ciò
che fa la differenza.

Un’altra differenza che bisogna tenere in considerazione quando si parla di musica è quella tra
monodia, ovvero una sola linea melodica (es. musica araba) e polifonia, ovvero più voci (es.
musica occidentale dal IX secolo).
La scala occidentale è temperata ed è in uso dal Settecento, perché prima si utilizzava un’altra scala.

Periodizzazione musica colta

La musica colta nasce come musica monodica. I primi “esecutori” sono stati i Greci e gli Ebrei; ci
fu poi un’evoluzione, per cui si sviluppò nel canto cristiano e continuò ad essere praticata anche in
campi diversi (es. poesia). La musica polifonica, invece, nasce nel IX secolo.
All’inizio la musica era manoscritta ( scritta a mano), ma nel 1501 la situazione cambia: a
Venezia lo stampatore Ottaviano Petrucci lancia la prima stampa musicale. Questa fu una grande
rivoluzione perché la stampa permise una diffusione più ampia della musica.
Musica registrata: “nasce” con Edison e il fonografo alla fine dell’Ottocento -> è più corretto
parlare di musica riprodotta. Questo, però, permette una svolta anche nel campo
dell’etnomusicologia  contatto tra musiche europee ed extraeuropee. Di questo contatto è
complice anche l’Esposizione Universale del 1855 (Parigi): i paesi colonialisti avevano ricreato
alcuni villaggi coloniali e autori come Debussy e Ravel entrano in contatto con questo mondo.

Radici della musica colta occidentale

All’inizio la musica colta è di tradizione orale, e si registra una certa fedeltà all’originale,
specialmente nel mondo greco ed ebraico. La musica ebraica è ancora oggi di tradizione orale.
Gli ebrei sono importanti da ricordare perché a loro è associata la nascita del Cristianesimo,
religione che si diffonderà poi anche nel mondo greco: si assiste ad una spontanea ripresa dei canti
ebraici.
Il canto cristiano d’occidente nasce dalla fusione del mondo greco e di quello ebraico: dai greci si
riprende la teoria, dagli ebrei la musica.
Nel IX secolo si assiste alla nascita della scrittura. Vengono scritti accenti (neumi) sopra al testo 
scrittura neumatica. Con la polifonia, invece, si parla di musica organa.

Date importanti

- 400 d.C: Sant’Ambrogio, prima comunità cattolica. Il Santo scrive inni per la messa;
- 600 d.C: Papa Gregorio Magno, il papa politico, importante per le chiese unificate.
- 800 d.C: Carlo Magno;
- 1000 d.C: Guido d’Arezzo, inventore delle note. Prima la scrittura supportava la tradizione
orale. D’Arezzo si pone il problema di insegnare canti nuovi senza farli imparare a memoria
 si possono eseguire canti nuovi. Nel 1025 micrologus;
- 1100-1200 d.C: primi trovatori, si passa dal latino al volgare. In particolare, si sviluppa la
lingua d’Oc, con Guglielmo d’Aquitania. Fondamentale è la poesia provenzale. La base dei
trovatori è la canzone. I trovieri cantano in lingua d’Oil. Nel 1200 esce il cantico delle
creature, prima poesia cantata su linea monodica.

Polifonia
- Trattato su pratica improvvisativa;
- 1000 d.C.  primi organa scritti ed eseguiti. Organum più complesso con l’aggiunta di voci,
mentre finora si trattava di anonimi.
- 1150 – 1200 d.C.  scuola di Notre Dame, importante ricordare i due compositori
Leonunus e Perotinus. Il 1200 è il secolo del mottetto;
- Trecento  secolo dell’Ars Nova, diversa in Francia e in Italia;
- Quattrocento  secolo della scuola franco-fiamminga;
- Cinquecento  secolo del madrigale;
- Seicento  nascita dell’opera, primo spettacolo interamente cantato. La prima opera fu
eseguita a Firenze, Euridice, e all’epoca destò scalpore.

Musica sacra e profana, musica strumentale nata in seguito all’invenzione della stampa nel 1501.
Cose da ricordare:

- La storia della musica strumentale parte dal Cinquecento;


- Nascita dell’opera musicale italiana, che ha tre caratteristiche:

1) Interamente cantata;
2) Testo in poesia (libretto);
3) Il libretto è in italiano.

Il Seicento è anche l’epoca del basso continuo barocco  si passa dalla musica polifonica (visione
orizzontale, sovrapposizione di linee) a una melodia accompagnata dal basso continuo e un
supporto per l’improvvisazione, da fine 1500 al 1750, anno della morte di Bach.

Divisione in base alle scale

- Fino al 1600 si usano le scale modali diatoniche  no alterazioni e ci sono sette note (quelle
gregoriane sono otto);
- Tra il 1600 e il 170, con Angelo Corelli, si assiste al passaggio alla musica tonale  toni,
maggiore e minore.
- Dal 1750 si assiste alla nascita dell’orchestra, si parla di classicismo viennese, in
riferimento ai tre grandi musicisti Hayden, Mozart e Beethoven;
- Il 1830 è una data spartiacque per l’emersione degli artisti della generazione romantica,
che nascono intorno al 1810, e sono Schumann, Mendhelson, Chopin e Litz.

Qual è il rapporto tra musica e testo? Ci sono due stili:


- Stile sillabico  ogni sillaba corrisponde a una nota;
- Stile melismatico  ogni sillaba corrisponde a più note. Melisma nasce con il canto
gregoriano.

Gli ebrei usavano la cantillazione (lectio, lettura intonata), c’erano due modi di intonare i salmi:
- Antifonale: due cori di fedeli cantano alternandosi;
- Responsoriale: c’è un lettore e l’assemblea risponde intonando un versetto.

La Bibbia veniva cantata in modo sillabico con melodie che si adattavano a più testi. Più la messa è
solenne, più il canto dev’essere elevato ( canto melismatico), mentre la messa domenicale di
solito è sillabica.
Dal 70 d.C. si assiste al fenomeno della diaspora: alcuni ebrei arriveranno a stanziarsi addirittura in
Russia e in Polonia.
Un avvenimento importante da ricordare è la cacciata degli ebrei dalla Spagna, nel 1482, da parte di
Isabella la Cattolica: la conseguenza è un esodo di massa che porta gli ebrei ad emigrare e a trovare
rifugio in Spagna, specialmente a Livorno e a Genova.
Ci sono differenze tra i canti degli ebrei italiani e quelli degli ebrei polacchi, anche se
l’etnomusicologia ha trovato alcune connessi tra i due gruppi di ebrei.

Appunti del 5 novembre 2021

Evoluzione della polifonia: ci sono trasformazioni che attraverso varie parti della storia della
musica.
Si parla di chiesa cristiana d’Occidente, perché ci sarà poi uno scisma e il corso si focalizzerà sulla
storia della chiesa d’occidente.
Lectio in nocte bianca, da ascoltare. La cantillazione ha una nota prevalente, la corda di recita,
intorno ad essa in genere c’è una formula di discesa iniziale, ma questo è abbastanza variabile.
Questa cantillazione deriva dagli Ebrei, che leggevano passi del testo sacro. Con queste formule si
possono leggere passi molto lunghi della Bibbia.

I greci sono stati i primi a dare una teoria musicale. La loro musica era di tradizione orale, perché la
notazione musicale serviva solo per calcolare la distanza tra due suoni.
Il punto centrale è il legame tra musica e matematica. Il filosofo Pitagora pensava che tutto
l’universo fosse regolato dai numeri, specie i numeri 1,2,3,4: erano numeri perfetti e, combinandosi
tra loro, si sarebbero generati rapporti perfetti. L’armonia stessa dell’universo era retta dalla
combinazione di questi quattro numeri.
Pitagora scoprì una scala musicale di sette suoni, simile alla nostra ma leggermente diversa per
l’intonazione e il suono.
Pitagora usò una monocordo con un ponticello mobile. Dividendo a metà la corda si raggiungeva
l’ottava. Se la corda veniva divisa in tre parti, selezionando due parti su tre si otteneva la quinta.
Ancora, se si divideva la corda in quattro parti e se ne pizzicavano tre pezzi di corda su quattro si
raggiungeva la quarta.
Questi, per Pitagora, sono gli unici intervalli consonanti e ancora oggi vengono considerati
intervalli perfetti.
Anche solo usando intervallo di quinte e creando una catena di quinte (circolo delle quinte), ma
aveva un difetto: addizionando le quinte si crea un piccolo spostamento e il Si # arrivava a un re
crescente.
La scala pitagorica è diversa rispetto a quella usata da noi oggi, era una scala matematica, mentre
dalla metà del Settecento si usa quella temperata. Nella scala pitagorica i toni sono più larghi e i
semitoni più stretti. Più son grandi i numeri, più cresce la dissonanza.

Teoria dell’armonia delle sfere: i Greci pensavano che i pianeti ruotassero appoggiati su una sfera,
per cui tutto aveva una proporzione. Keplero scoprì che le orbite dei pianeti erano ellittiche perché
ragionò da musico. Da una parte riscontrò un’anomalia nei calcoli, dall’altra, ragionando in termini
di proporzioni musicali arrivò a comprendere che le orbite erano ellittiche. (Harmonices Mundi).
Le proporzioni armoniche si applicavano non solo ai pianeti ma anche agli esseri umani. Nel
mondo antico equilibrio del corpo umano basato sugli umori. C’erano quattro umori nella medicina
antica: se c’era equilibrio si era sani, se erano in disequilibrio si era malati e si doveva cercare
nuovamente un equilibrio.
Le teorie di Pitagora vennero riprese dai grandi filosofi, Platone e Aristotele, anche se le
trasformarono.
Teoria molto importante, quella dell’ethos (V secolo). Ethos è un termine greco che significa
comportamento (da qui deriva la parola “etica”). I greci pensavano che ogni scala generasse una
musica che aveva un effetto sull’anima dell’uomo. Anzi, i greci erano convinti che la musica agisse
sul comportamento dell’uomo. Ogni scala esprimeva sentimenti. La nostra idea espressiva di
musica deriva da lì.

Teoria dei modi. I greci sono i primi ad aver creato una teoria musicale completa, semplice nei
principi ma sempre più complessa. Sistema di scale diatoniche discendenti, chiamate modi greci.
Mi – re – do – si; la – sol – fa – mi  scala diatonica che si divide in due parti (tetracordi), la
posizione del semitono è nella stessa posizione sia nel tetracordo superiore che in quello inferiore. I
due tetracordi sono simmetrici. La stessa situazione si ha a partire dal Re: il semitono si trova al
centro del tetracordo. Lo stesso dicasi per la scala di Do: il semitono si trova all’inizio, tra il Do e il
Si nel tetracordo superiore e tra il Fa e il Mi nel tetracordo inferiore. Scale diatoniche: si può creare
una scala su ciascuna delle sette note.
Osservazioni. La scala di Do, re, mi, hanno la posizione del semitono uguale nella tetracordo
superiore e inferiore  scala dorica, lidia e frigia, in riferimento alle tre regioni. I Dori erano dei
grandi guerrieri, i Frigi (vicini alla Turchia) erano calmi e i gli uomini della Lidia erano quelli più
“sensuali” (il loro modo era considerato adatto ai modi amorosi).
La scala di Si è problematica: si la sol fa è tritono, ci sono tre toni, manca il semitono, che è a
cavallo tra due tetracordi  misolidia, era la scala più “dolorosa” e difficile da realizzare.
Scala di La, il tetracordo superiore (La – sol – fa – mi) era già presente nella scala di Mi ma nel
tetracordo inferiore  ipodorica. Così anche la scala ipofrigia (sol) e scala ipolidia (scala di fa).
Ricapitolando:
- Scala di Do  lidia;
- Scala di Re  frigia;
- Scala di Mi  dorica;
- Scala di Fa  ipolidia;
- Scala di Sol  ipofrigia;
- Scala di La  ipodorica;
- Scala di Si  misolidia.

La scala dorica era guerresca, la frigia più calma e quella lidia più sensuale.
I Greci consideravano le note che fanno da cornice “note fisse”, mentre quelle che stanno in mezzo
“note mobili”.
I Greci introducono tre generi: diatonico, cromatico ed enarmonico.
Note fisse e note mobili  si passa dal genere diatonico a quello cromatico, che si ha con
l’abbassamento del tono di un semitono. Se noi ampliamo ancora di più l’intervallo e caliamo di
due toni e mezzo avremo il genere enarmonico.
Micro intervalli derivano dalla musica dei persiani, per questo veniva considerato un genere
orientale e per questo un po’ sospetto.
Noi parliamo di nomi delle note, loro consideravano gli intervalli: la nota di partenza può essere
qualsiasi, basta che sia rispettata la scala tono, tono, tono, semitono, ton, tono, semitono.
I Greci si posero il problema di individuare l’altezza delle note e lo fecero nel modo più empirico:
individuarono la nota più grave da cui partire e da lì costruirono le scale. Come? Hanno considerato
la nota più grave che un uomo potesse intonare, l’hanno chiamata Gamma (Sol) e a partire da lì (tra
il sol e il fa) hanno poi creato una scala, che permetteva di dare un’altezza assoluta.

La musica greca era di tradizione orale, ma la natura di questo sviluppo ha fatto sì che si creasse una
scienza in cui il calcolo dei suoni si potesse basare sull’alfabeto.
Due alfabeti, uno strumentale e uno corale. Il primo è più antico di quello greco (miceneo) mentre
l’altro è quello greco. Ad ogni nota associano un segno, una lettera dell’alfabeto. Non c’era un
elemento di semplificazione. Era utile al teorico perché indicava il suono in quell’ottava e in quella
posizione, ma folle per il pratico perché aveva tantissimi segni, non era applicabile. Solo in
rarissimi casi questa teoria è stata applicata per scrivere, ma in situazioni particolari, ad esempio per
un epitaffio di un uomo (Sicilo) che si fece scolpire sulla tomba una canzone, probabilmente solo
perché era musicista. Il messaggio dell’epitaffio era di godersi la vita perché breve.
Altro elemento importante è il mito, ad esempio quello di Orfeo ed Euridice. La storia è famosa. Il
finale del mito è diverso a seconda delle versioni.

Storia della Chiesa


La messa è la riproposizione dell’ultima cena di Gesù e intorno al rituale se ne costruisce uno più
complesso.
Il cristianesimo si diffonde rapidamente in Grecia (dove predicano San Paolo e Pietro, a Roma) e
poi in Palestina: san Pietro e Paolo vengono martirizzati perché la religione veniva considerata
pericolosa. Due motivi: i cristiani non riconoscevano la mitizzazione dell’imperatore ed erano
obiettori di coscienza ( si rifiutavano di combattere). Per la libertà di culto si deve attendere solo
l’editto di Costantino e, solo dopo alcuni anni, ci fu il riconoscimento ufficiale del cristianesimo
come religione dell’impero.
Tre date importanti:
- Duecento:
- Seicento:
- Ottocento.

Quando i cristiani ottengono la libertà di culto, si formano tante chiese diverse all’inizio. A Roma
c’era il rito romano antico, a sud beneventano, poi il rito gallicano (Francia) e rito mozarabico
(Spagna).
Ognuna di queste chiese aveva un rito diverso. Periodo in cui non c’è un’autorità superiore alle
altre, i vescovi venivano eletti dai fedeli.
Ambrogio era un nobile che si occupava di tenere contatti con la comunità cristiana, a tal punto che
si convertì, venne battezzato e venne eletto vescovo in cui periodo in cui le relazion tra imperi e
cristiani sono difficili. Ambrogio avrà una funzione importantissima perché inizia a scrivere inni per
la messa, così che tutti possano intonarli e impararli a memoria. Visto che moti cristiani erano
analfabeti, per insegnare religione si usavano il canto collettivo e le immagini.
Seicento, Gregorio Magno: capisce che l’unificazione politica deve passare attraverso l’unificazione
della chiesa, e di conseguenza del canto. Tuttavia, a Gregorio manca la forza politica per compiere
questo processo, bisogna attendere Carlo Magno che, alleandosi con il papa, riuscirà nell’impresa.
Canto gregoriano nominato così in suo onore.
Gregorio magno spinge per calendario liturgico, ma mancava il ciclo dell’avvento, che sarà fatto
dopo la sua morte, e così si arriva al 750: in Italia erano scesi i Longobardi, sia a Nord che a Sud, e
il papa si trovava così accerchiato. Per contrastarli il papa si allea con i Franchi, li sconfiggono e, in
cambio, il papa incorona Carlo Magno imperatore di questo primo stato moderno che viene
chiamato Sacro Romano Impero.
Poco dopo grandi innovazioni: nascita della scrittura musicale, nascita della polifonia (vista come
amplificazione del canto gregoriano).
Cinque canti della messa:
chiria eleson (atto di dolore), gloria, credo, sanctus benedictus (sia canto penitenziale che di gioia) e
agnus dei.
Due categorie: canti penitenziali e i canti di gioia. Il chiria eleson e l’agnus dei sono canti
penitenziali, il gloria e il credo canti di gioia; il sanctus benedictus appartiene a entrambe le
categorie.
Il canto gregoriano dovrebbe essere ancora il canto ufficiale della chiesa, e il fatto che non si canti
più non ha tolto l’ufficialità.
Per quanto riguarda gli altri canti, il testo cambia a seconda del periodo (es. Natale), definiti canti
del proprio. Il più importante è l’Alleluia, verso fisso più versetto che cambia.
Due riti della chiesa d’Occidente: messa e ufficio/liturgia delle ore, rito che scandisce la vita
quotidiana delle persone consacrate. Anticamente divisione in ore: mattutino, lode, ora terza, ora
sesta, ora nona, vespri e la compieta.

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