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Gli spettacoli teatrali nei quali si dilettava il popolo all'epoca del Basso Impero erano stati severamente

vietati e criticati dai padri della chiesa romana, e questo aveva segnato la sparizione, durata diversi secoli, di
eventi teatrali che non fossero esibizione di mimi e dei giocolieri. Il bisogno di teatro si fece di nuovo
avvertire nel clima culturale creato dalla rinascenza carolingia ( sec. IX ) e si realizz nelle chiese con azioni
sacre. Si osserv che alcuni episodi della vita di Ges Cristo, soprattutto quelli che riguardano la sua
passione e morte, sono esposti nei Vangeli in uno stile narrativo che contiene i germi di una narrazione
teatrale. Fu sufficiente, all'inizio, rendere dialogico il testo - narrato o/e cantato - e distribuito fra due o pi
diaconi o cantori, che assumevano cos il ruolo di attori, mentre i fedeli venivano coinvolti anche come
spettatori. Il passaggio dal momento liturgico al dramma sacro rappresentato si attu gradualmente a
partire dal secolo X in alcune della chiesa di Francia. La prima fase fu quella degli 'Uffici drammatici', nati dai
canti degli uffici delle ore o della messa, secondo il medesimo procedimento dal quale si erano sviluppati i
tropi. Quindi erano brani del repertorio liturgico vennero via via interpolati testi nuovi e nuove musiche.
Uno dei pu antichi uffici drammatici la Visitatio sepulchri ( = visita al sepolcro ) che era cantato
nell'abbazia di San Benedetto a Fleury-sur-Loire all'inizio del secolo X. Deriva da un brano dell'ufficio
notturno della Pasqua e si svilupp dalla domanda rivolta dell'Angelo alle tre Marie e degli apostoli che si
erano recati al sepolcro di Cristo e l'avevano trovato vuoto. Intorno all'originario nucleo dialogico si
aggregarono successivamente altre scene, largamente inventate nel testo e nella musica. Questo ufficio
drammatico ebbe fortuna in tutta Europa. Con lo stesso processo creativo vennero composti altri uffici nei
quali erano drammatizzati altri episodi del vangelo. Essi erano eseguiti durante le corrispondenti festivit
liturgiche.
Il dramma liturgico si svilupp successivamente, nei secoli XI-XIII. I testi dei drammi liturgici erano in latino:
in prosa, o in versi, o in prosa e versi mescolati. I vari brani erano eseguiti da monaci, e ognuno di essi
rappresentava un personaggio dell'evento sacro. L'esecuzione avveniva in chiesa e l'esecuzione si svolgeva
davanti all'altare, con un essenziale apparato scenico e con costumi. I materiali melodici con i quali erano
costituite le parti musicali dei drammi liturgici sono vari, pur derivando tutti dall'unica vasta matrice del
repertorio gregoriano. Mescolate e amalgamate in un linguaggio omogeneo si trovano citazioni e parafrasi
di melodie gregoriane, prestiti da sequenze e da tropi, e persino derivazioni da melodie dei trovieri.
In alcuni dei codici che ci hanno tramandato drammi liturgici, oltre al testo del dialogo e della musica, sono
riportate minuziose didascalie, quasi note di regia, le quali prescrivono anche i movimenti che devono
compiere gli attori. La maggior parte dei drammi liturgici svolge fatti salienti della vita di Cristo, nei due
momenti pi significativi, liturgicamente espressi nei cicli di Pasqua e Natale ( sosprattutto a Pasqua );
inoltre parabole, figure e fatti dell'Antico Testamento. Tra i molti drammi liturgici, quasi tutti anonimi, che ci
sono pervenuti ne ricordiamo i pi importanti. Essi si diffusero soprrattutto nei maggiori centri religiosi
francesi, in Baviera e in alcune parti d'Italia. Dall'ufficio drammatico della Visitatio sepulchri si svilupp,
sullo stesso soggetto, il Ludus paschalis ( = rappresentazione, o dramma, di Pasqua ). Era eseguito il venerd
santo. Una delle versioni pi significative ( sec. XII ) proviene da un convento femminile presso san Quintino.
Di argomento affine il Planctus Mariae ( = il piano della madonna ), che svolge un dolente dialogo fra le tre
marie e l'apostolo Giovanni ai piedi di Cristo morto sulla croce. Una delle versioni pi note conservata in
un codice di Cividale ( sec. XIII ), che importante per le pertinenti didascalie che accompagnavano il
dialogo.
Il luned dopo Pasqua nell'abbazia di Fleury si rappresentava Peregrinus ( = il pellegrino ), che rievocava
l'incontro di Cristo risorto con due discepoli sulla strada di Emmaus.
Dall'abbazia di san Marziale a Limoges proviene una delle versioni pi importanti dello Spondus ( = lo
sposo ) ( sec. XII ), nel quale sviluppata la parabola evangelica delle vergini sagge e delle vergini stolte.
Questo il pi antico dramma liturgico nel quale il dialogo in altino inframezzato da interventi in lingua
volgare.
Il pi ampio dramma liturgico trasmessoci dai codici il Ludus Danielis ( = la rappresentazione del profeta
Daniele ), opera dello scrittore di origine inglese Ilario ( sec. XII ). La parte musicale comprende una
cinquantina di melodie di varia provenienza, liturgiche e di invenzione.

Canti religiosi nelle lingue neolatine


La lauda tosco-umbra
L'azione dei grandi papi nel secolo XIII, a incominciare da Innocenzo III, e l'affermarsi di nuovi movomenti
religiosi, tra i quali gli ordini fondati da San Francesco D'Assisi ( i francescani ) e da San Domenico Guzmn ( i
domenicani ) stimolarono in Italia e in Europa una crescita del sentimento religioso. Esso coinvolse tutti i
ceti della societ - nobilt, borghesia, popolo - e ogni aspetto della vita culturale, e trov nei nuovi volgari
italici un mezzo di comunicazione letteraria efficace alla portata di tutti.
Dai movimenti di spiritualit collettiva ed itinerante di alcune confraternite laiche che, intorno alla met del
secolo, si costituiscono in varie citt, soprattutto nell'Umbria e nella Toscana, ebbe origine la produzione
poetico-musicale della Lauda ( plurale laude ). Queste confraternite - tra le quali emersero i flagellanti o i
disciplinati - percorrevano le strade pregando e cantando inni latini e nuovi canti in volgare. Questi ultimi
erano pi facilmente comprensibili e quindi ottennero un rapido successo. Dapprima tramandati oralmente,
furono puoi raccolte in antologie chiamate laudari.
La struttura poetica della lauda era quella della ballata ( vedi cap. 2.6 ), che si presentava all'esecuzione
alternata fra solista ( la ripresa e la volta ) e coro ( le mutazioni ). Nel ricco patrimonio poetico di laude sono
trattati argomenti che ricevono la vita di Cristo, dalla nascita alla morte, con prevalenza dei temi della
passione, ed episodi della vita di alcuni santi.
Le fonti musicali della laude sono il laudaro 91 di Cortona e un codice della Biblioteca Magliabecchiana di
Firenze. Entrambi in notazione quadrata , contengono rispettivamente 44 e 97 melodie laude, tutte
anonime.
Tra i canti del primo e quelli del secondo codice si nota una differenza di stile. Le melodie cortonesi hanno
un andamento prevalentemente sillabico, mentre quelle fiorentine mostrano inclinazione per i disegni
melismatici. questo un preannuncio della scrittura vocale ornata che si affermer nei decenni successivi,
nei madrigali e nelle ballate dell'Ars nova fiorentina ( vedi cap. 2.6 ).
Le cantgas spagnole
Contemporaneamente delle popolari laude tosco-umbre furono le Cantgas de santa Maria, importante
documento della piet religiosa iberica. Si tratta di oltre 400 canti in cui sono raccolte pie leggende sulla
Madonna. Furono raccolti per iniziativa di Alfonzo X "el Sabio" ( cio il sapiente, il dotto ), che fu re di
Castiglia e di Len dal 1252 el 1284 e forse ne compose egli stesso.
Le cantgas furono scritte in galleco ( lingua parlata in Galizia, all'estremit nord-occidentale della Spagna )
perch questa era lingua usata per la lirica. La forma poetica era affine a quella del virelai francese, formato
da ritornello e strofe ( estribillo ed estrofas ). La musica risente di influenze trovadoriche, spiegate dal fatto
che alcuni degli ultimi trovatori ( vedi oltre ) soggiornarono alla corte di re Alfonzo X.
I canti profani in latino
Durante l'alto medioevo nei giochi e negli spettacoli dei mimi e dei giullari erano certamente impiegate
musiche vocali e strumentali. Essi, conservano una tradizione che gi esisteva nell'et romana, si esibivano
nei villaggi e nei castelli come giocolieri, cantanti, danzatori e suonatori. Della loro musica, che sappiamo
gradita tanto ai castellani che al popolo, non conosciamo nulla.
Si conservano, invece, alcuni canti profani in latino dei secoli IX e X, che ci sono pervenuti in notazione
neumatica, non facilmente decifrabili.
Alcuni di essi sono composti su testi di poeti famosi in latino classico ( Orazio, Virgilio, Ovidio ); altri su testi
anonimi in latino volgare. I pi noti tra questi ultimi sono: il Canto delle scolte ( = guardie ), Modenesi, 881;
il Planctus Karoli ( per la morte di Carlo Magno ), 814; O Roma nobilis ( canto di pellegrini ), fine secolo IX e
altri.
Nei secoli XI-XIII si diffusero anche i canti dei goliardi, studenti nomadi in Francia ( compresi quelli di
teologia ), in Inghilterra e soprattutto in Germania. Parecchi di questi canti sono stati conservati nei
manoscritti del tempo; scritti in latino volgare e in altotedesco, inneggiano al vino, all'amore, alla natura. La
raccolta pi nota un'atologia di circa 50 canti goliardi del XIII secolo, conosciuti col nome di Carmina
Burana perch conservati nell'abbazia di Benediktbeuren ( Carmina = poesia. Burana dal nome dell'abbazia
in cui sono conservati questi canti. In seguito Carl Orf riprende questi canti. ).

La lirica profana dei trovatori, dei trovieri e dei minnesnger


Importanza del primo movimento poetico-musicale
A partire dall'anno mille si diffusero in Europa nuove lingue nezionali le quali negli usi quotidiani
soppiantarono il latino volgare. Dalla met del secolo XI in Francia e in Germania le nuove lingue trovarono
anche impiego letterario e diedero vita a produzioni liriche nelle quali musica e poesia si univano. Nacque
cos la lirica dei trovatori, dei trovieri e dei minnesnger: prime testimonianze della poesie profana in
europea e insieme di quello spirito cavalleresco-cortese che contrassegn la "seconda et feudale".
Questo movimento artistico sorse nelle regioni meridionali della Francia ad opera dei trovatori; essi si
esprimevano nella lingua d'oc, o provenzale, che fu la prima lingua letteraria d'Europa dopo il greco e il
latino. Si estese poi ai trovieri che vivevano nella Francia settentrionale e usavano la lingua d'oil, l'antico
francese, e successivamente ai minnesnger i quali, nella fascia meridionale dei paesi germanici, poetavano
nella lingua medio-alta-tedesca ( Mittelhochdeutsch ).
Le poesie svilupparono soprattutto argomenti amorosi; meno frequentamente trattavano di politica e di
morale ed esaltavano la natura. La musica procedeva insieme ai versi, sottolineandone la struttura, ma non
era strettamente legata ad essi, come avviene oggi. Accadeva spesso infatti che nuovi testi poetici, con
differenti contenuti, venissero adattati ad una preesistente melodia.
Il patrimonio di composizioni che ci pervenuto notevole. Esse sono conservate in manoscritti, a volte
riccamente decorati, che sono chiamati canzonieri ( chansonniers ).
Diversi canzonieri riportano, sopra il testo della prima stanza in ogni poesia, la melodia in notazione
quadrata su righi di quattro o pi linee.
Purtroppo tutti i canzonieri sono compilazioni tardive, i pi antichi risalgono alla met del secolo XIII.
Poesia e musica nelle corti feudali
La trasformazione dei modi di vita avvenuta nella societ europea verso la fine del secolo XI segn il
passaggio dai comportamenti rozzi e feroci dei primi signori feudali a usanze meno cruente e costumi pi
gentili. Questa tendenza fu rafforzata dell'istituzione politico-sociale della cavalleria, con le sue cerimonie l'investitura - e le sue regole morali: il coraggio, la lealt, il disinteresse, la difesa dei deboli e degli inermi.
Cambi anche la destinazione del castello, che alle funzioni originarie di luogo di difesa e centro delle
operazioni militari, aggiunse anche quella di abitazione confortevole del signore e del suo seguito. Nel
castello si formarono allora le corti: gruppi di nobili, chierici e cavalieri che circondavano il castellano e la
castellana e prestavano loro obbedienza.
Quando non c'era la guerra, i signori e i cavalieri trascorrevano il loro tempo dedicandosi ad attivit
sportive, specialmente la caccia ( a cavallo con il falcone ) e i tornei, ma anche ad altre pi spirituali,
soprattutto l'esercizio della poesia e della narrativa ( i romanzi cavallereschi ).
Fu nel seno di questa societ che nacque la poesia cavalleresco-cortese che si accompagn alla musica; i
suoi promotori furono grandi principi feudali, a cominciare da Guglielmo IX d'Acquitania, il pi potente
signore della Francia meridionale tra il secolo XI e XII e il primo dei trovatori.
Le opere dei trovatori/trovieri/minnesnger sono lo specchio fedele dei costumi e delle gerarchie operanti
nella societ cortese, ed essi stessi contribuirono ad esaltarli e a difenderli. Il "servizio d'amore" venne
assimilato al servizio feudale. La donna amata divent la sovrana, la senhoressa del poeta; l'omaggio che
egli le rendeva era simile a quello del vassallo al suo signore feudale. L'epiteto che designava questo
sentimento fin'amore, amore intenso come l'elevazione, distinzione e raffinatezza, quel sentimenti che
Andrea Cappellano nel suo trattato d'amore esortava a fare onestamente, cio rispettando le strette regole
della mondanit.
I poeti-musicisti che crearono i repertori lirici francesi furono chiamati trovatori ( troubadours ) e trovieri
( trouvres ), nomi che rimandano al nostro trovare, e tutti insieme al latino medioevale tropare, cio
comporre tropi ( vedi cap. 2.1 ).
Conosciamo i nomi di parecchie centinaia di trovatori/trovieri/minnesnger; di molti di essi conosciamo
anche le poesie; di numero inferiore, ma apprezzabile le melodie.
Molti trovatori/trovieri/minnesnger, oltre a comporre, eseguivano anche le loro canzoni, ma l'esecuzione e
la diffusione dello loro liriche era frequentemente affidata a menestrelli ( in francese jongleurs ). Essi
cantavano, suonavano e danzavano. Avevano esistenza per lo pi nomade, e questo assicurava la diffusione

delle composizioni trovadoriche. Pi avanti si organizzarono in corporazioni che furono attive per diversi
secoli.
A volte i canti erano accompagnati dalla viella, dall'arpa o da altri stumenti; non escluso che tra una strofa
e l'altra fossero eseguiti brevi interludi.
I trovatori
Dalla dissoluzione del latino volgare si formarono nel territorio francese due lingue: la lingua d'oc ( o
provenzale ) e la lingua d'oil, cos chiamata dalla parole che, nell'una e nell'altra, indicava l'avverbio
affermativo si. La lingua d'oc si diffuse nelle provincie meridionali della Francia: Provenza, Linguadoca,
Limousin ecc. e, grazie ai trovatori, acquisto dignit letteraria, ma scompar dall'uso pratico e letterario del
secolo XIV. La concezione dell'amor cortese fu ideata ed elaborata nei castelli della Francia meridionale ed
espressa in versi della lingua d'oc. La forma poetica pi comune e solenne nella quale era celebrato l'amor
cortese fu la cans, composta di verie strofe o stanze ( coblas ), che aveva la struttura simile a quella degli
inni. Altre forme della poesia trobadorica furono: i sirvents, di contenuto politico, morale e anche religioso;
il planh, dialogo amoroso tra un uomo e una donna; l'alba, commiato mattutino di due innamorati;
la pastorella, corteggiamento di una pastorella da parte di un cavaliere; i ductia e le estampida, forme a
ballo strumantali.
Le forme usate: il tipo litania, che consisteva nella ripetizione di una stessa formula melodica, con la
possobile alternanza tra solista e coro ( AAAA... ); il tipo lai-sequenza, in ogni fase era ripetuta, prima di
passare alla fase successiva ( AA BB CC ); il tipo inno, formato da strofe che hanno la stessa struttura metrica
e la stessa melodia; il tipo rondeau, in cui un ritornello corto ripetuto dal coro si contrappongono una o pi
stanze di maggiore ampiezza.
I trovieri
Poeti-musicisti nella lingua d'oil, i trovieri furono attivi nella Francia settentrionale, soprattutto nei centri di
Arras, Troyes e Reims. La loro attivit inizi sotto l'influenza dell'arte provenzale, che vi fu introdotta da una
nipote di Guglielmo IX, Eleonora ( o Alinor ) d'Aquitania, la quale spos nel 1137 il re di Francia Luigi VII e,
successivamente Enrico II Plantageneto d'Inghilterra. Fu dalla sua corte in Normandia e da quelle delle sue
figlie Maria e Alice ( Alis ), andate spose a due dei pi grandi signori della Francia, i conti di Champagne e di
Blois, che si diffuse la lirica dei trovieri, che "fedelmente riecheggia e fedelmente osserva i temi poetici e i
moduli tecnici della lirica trobadorica" ( Viscardi ).
Questa imitazione si rileva anche nei generi poetici impiegati dai trovieri, i quali ricalcano, quasi sempre
fedelmente, i generi della lirica trovadorica, a cominciare dalla chanson, desunta dalla cans, con la fase
iniziale eseguita due volte ma con diversa conclusione: prima aperta ( ouvert ) e poi conclusiva ( clos ), come
il moderno ritornello con chiusura variata, prima volta e seconda volta. Altre forme o generi, di cui
evidente il modello provenzale, sono il serventois, la plainte, il jeu-parti equivalente del tenso, l'aube;
inoltre la chanson de toile, la chansone d'istoire e la balade, canzone da danzare.
Alla scarsa originalit dei circa 4000 componimenti poetici, scritti da circa 300 trovieri, corrisponde la
relativa uniformit delle oltre 1700 melodie. Esse ci sono state tramandate da 24 manoscritti dei secoli XIII e
XIV e da numerosi frammenti.

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