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Quattordicesimo secolo diviso in due grandi zone d'influenza, la Francia ARS NOVA - motteto isoritmico
politestuale - tentava di creare LEGGI AUTONOME DALLA PAROLA.
Inizio quattrocento: due tendenze vanno ad assimilarsi, (Sede papale da Roma a Avignone, elezioni di
diversi antipapi)
I COMPOSITORI iniziavano a diventare veri e propri professionisti che si spostavano tra le varie corti
europee per arricchire il proprio bagaglio tecnico e culturale, fu quindi inevitabile la fusione dei singoli
stili nazionale in un unico idioma musicale di carattere internazionale.
FILIPPOTTO DA CASERTA: Compositore campano, attivo in corte papale e antipapale e a quella dei
Visconti a Milano (frs). Esponente in primo piano della ARS SUBTILIOR, nuovo stile che coniugava
elementi italiani e francesi, Stile raffinatissimo caratterizzato da una grande variazione ritmica e da una
notazione accuratissima anche da un punto di vista grafico)
I musicisti italiani nel quattrocento abbandonarono provvisoriamente il campo della polifonia scritta, le
corti pià ricche si contendevano i musicisti provenienti da una florida regione europea, Le FIANDRE.
FIANDRE E FIAMMINGHI
La florida economia della città basata sul commercio permise la costruzione di grandi cattedrali e di
istituire presso di esse gruppi stabili (detti "cappelle") di cantori professionisti, essi erano di condizione
ecclesiastica e il ricambio generazionale era garantito da dall'educazione musicale dei bambini (PUERI
CANTORES). I musicisti fiamminghi furono rischiesti dalle corti di tutta Europa ed egemonizzarono la
produzione "alta" del quattrocento e del cinquecento. Generalmente i fiamminghi vengono divisi in sei
generazioni.
Alla PRIMA generazione, (1400-1450), GUUILLAUME DUFAY, visse per molto tempo in Italia, cappella
papale, medici.
LA SECONDA GENERAZIONE pausa flussi verso l'italia: (1450-1500), decisamente più sedentaria,
JOHANNES OCKEGHEM, ANTOINE BUSNOIS (BORGOGNA).
TERZA GENERAZIONE: ripresa dei flussi verso l'Italia, Josquin Desprez.
Strettamente legato alla firenze dei medici fu HEINRICH ISAAC, quasi sicuramente maestro dei figli di
Lorenzo Il Magnifico (giovanne de medici, il quale divenne papa)
QUINTA GENERAZIONE (1550-1600) Orlando di Lasso, (san giovanni in Laterano a ROma), Philippe de
Monte, Giaches de Wert (compositore e maestro della cappella della corte di mantova)
SESTA GENERAZIOE: jan Sweelinck, visse quasi sempre ad Amsterdam, eccellente organista, da cui
discenderà poi buxtehude e bach.
Tutti i compositori fiamminghi precedenti si dedicarono quasi esclusivamente alla musica vocale
(almeno da quanto ci è pervenuto).
I compositori fiamminghi scrissero molte CHANSON PROFANE ma anche molta MUSICA SACRA, dato che
spesso lavoravano per la corte papale (maestri di cappella).
Il fasto del culto celebrato da una cappella era considerato direttamente proporzionale al prestigio del
suo signore, è per questo che i mottetti celebrativi cantati in pubbliche occasioni erano molto complicati.
DUFAY- NUPER ROSARUM FLORES.
EVOLUZIONE MOTTETTO
Il MOTTETO, nato nel Duecento come composizione liturgica, nel periodo dell'ars nova divenne il
passatempo musicale di un èlite di intellettuali di Parigi, di argomento profano e in francese. Il contenuto
politico che vi si annidava prese il sopravvento, eliminando ogni potenzialità eversiva e ponendosi al
servizio dell'autorità costituita. Nel quindicesimo secolo (1400) il mottetto divenne la composizione
destinata a cermonie pubbliche, civili e religiose. La politestualità andò scomparendo e la lingua ufficiale
divenne quella del latino. Nel cinquecento, ormai dotato di un unico testo, il mottetto tornò nell'ambito
liturgico da cui era partito diventando la composizione sacra per eccellenza.
L'abilità del compositori stava nel combinare insieme questi elementi, in modo che le varie voci
potessero imitarsi l'una con l'altra.
CANONE
L'APICE dell'imitazione era costituito dal CANONE.
Tipici erano infatti i CANONI ENIGMATICI, il compositore scriveva solo una voce e un indovinello per
suggerire (o, meglio, nascondere) la modalità di esecuzione della altre voci.
Come la frase di S. Giovanni Battista (E' necessario che io diminuisc e che lui, al contrario, cresca), voleva
dire che una voce andava cantata dimezzando i valori scritti e l'altra quadruplicandoli. Questo metodo fu
abbondantemente usato dai fiammighi e viene detto CANONE MENSURALE, ockeghem costruì su questo
principio un'intera messa, la Missa Prolationum. Le voci partivano insieme a andavano ritmicamente
sfasandosi pur eseguendo le stesse note: CANONE MENSURALE (da mensure, misure)
Solo nel CINQUECENTO si arrivò alla totale omogeneità ritmica, stentò molto a scomparire la pratica del
CANTUS FIRMUS. Nella quale il tenore creava una melodia preesistente (gregoriana ma anche profana)
con valori ritmici molto lunghi che fungeva da "Motore immobile" (cantus firmus), intorno si costruivano
le voci con un proprio movimento ritmico.
Questo doppio regime tra il tenore e le altre voci andavano a contrastare il deisderio di unità, il processo
di omogenenizzazione del cantus firmus ebbe il suo compimento solo con la quinta generazione
fiamminga (seconda metà del cinquecento).
Un altro elemento da considerare è l'asccresciuta intensità degli scambi culturali, soprattutto tra ITALIA e
FRANCIA. L'umanesimo italiano fu ben presto accolto nei circoli letterari francesi, così come la polifonia
franco-fiamminga impregnò quasi totalmente l'ambiente della cappelle delle corti italiane.
EMBLEMATICO è il percorso della "chanson parigina", sviluppatasi nella corte dei Valois ma sulla base di
probabili influssi fiorentini, ridiscese in penisola incontrandovi un'ampa diffusione. Successivamente la
chanson parigina fu una delle cause che portarono alla nascita In Italia delle pime vere forme strumentali
autonome, e quindi alla nascita del MADRIGALE.
La musica aveva la funzione di SIMBOLO SONORO di un gruppo sociale, una cappella numerosa formata
da famosi musicisti che eseguiscono musica costruita con il massimo della complessità e dell'artificio
proclamava al mondo la ricchezza e la potenza del mecenate. Questo tipo di committenza è stata
chiamata "mecenatismo istituzionale" proprio perchè era un elemento imprescindebili delle istituzioni
politiche.
Questo tipo di musiche erano deputate a determinate categorie professionali.
I TROMBETTIERI: A loro era affidata la gestione dei segnali sonori che regolavano la vita delle corti e delle
città, non di radio veniva impiegati come messaggeri o spie.
CAPPELLA ALTA: Un gruppo di strumenti a fiati di "alta", squillante sonorità, impiegati in cerimonie, balli,
feste.
CANTORI DELLA CAPPELLA DI CORTE. Già da vari secoli alcuni grandi corti (pontifica, Francia, Borgogna)
erano fornite di un certo numero di ecclesiastici che si occupavanao delle celebrazioni liturgiche
giornaliere. La posizione sociale di tali musicisti era tra le più elevate nei ruoli dei dipendenti della corte,
essi in primo luogo erano uomini di chiesi e di cultura, svolgevano masioni di consiglieri, amministratore
e diplomatici, la loro abilità musicale veniva considerata solo SECONDARIAMENTE.
Nel corso del quattrocento anche numerose corti italiani (aragonese a Napoli, Sforzesca a Milano,
estense di Ferrara) vollero emulare l'esempio dei grandi sovrani d'oltralpe istituendo analoghe cappelle
di corte.
Mantenere una cappella polifonica divenne così parte integrante delle prerogative "istituzionali". Le
cappelle italiane coltivarono di preferenza il repertorio polifonico e si contesero i servigi dei migliori
musicisti franco-fiamminghi.
I trovieri suonavano esecuzione improvvisate e accompagnate da liuto, viola da gamba o altri strumenti.
La pratica di CANTARE POESIE (e non di declamarle), viene fatta risalire al PETRARCA ed era praticata in
tutte le principali corti italiane. Firenze:Baccio Ugolini
Di questo mondo ci sono rimaste tracce assai scarse, dato che rientrava quasi totalmente nel mondo
della tradizione orale.
Il grillo di Josquin
Tra il 1480 e il 1520 si individua l'epoca della fioritura della frottola, che difatti è il genere poetico-
musicale prevalente nelle stampe musicale petrucciane.
Un genere caratterizzato da: Elasticità, articolazione del testo e della musica. In linea di massima la
struttura della FROTTOLA non si discosta molto da quello della BALLATA, essendo composta da una
ripresa di quattro versi e da una stanza suddivisa in mutazioni e volta.
RIPRESA
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