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Cantus firmus

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In musica, per cantus firmus ("canto fermo") si intende una preesistente melodia costituente la base di una
composizione polifonica. Il plurale di questo termine latino è cantus firmi, anche se la forma corrotta canti
firmi (considerando erroneamente il sostantivo cantus come appartenente alla seconda declinazione invece che
alla quarta) è abbastanza comune. Questa precisazione ha valore puramente grammaticale dal momento che,
riguardo all'uso, in italiano i termini stranieri recepiti sono indeclinabili.

Indice
Storia
Note
Bibliografia
Collegamenti esterni

Storia
Le prime composizioni polifoniche erano quasi sempre incentrate su un cantus firmus, in genere un canto
gregoriano, anche se il termine stesso non è stato utilizzato fino al XIV secolo.[1] Le più antiche composizioni
polifoniche giunte a noi, incluse in Musica enchiriadis (circa 900), contengono il canto alla voce più alta e la
parte nuova della composizione alla voce inferiore, anche se questo utilizzo mutò intorno al 1100, quando il
cantus firmus in genere appariva alla voce più bassa. Successivamente apparve nella voce tenorile (dal verbo
latino Tenere), cantando le note di durata più elevata, intorno alle quali si sviluppavano linee melodiche più
elaborate, sia vocali che strumentali.

Le composizioni basate su un cantus firmus continuarono ad essere la norma per tutto il XIII secolo: quasi tutta
la musica delle scuole di San Marziale e di Notre-Dame utilizzò un cantus firmus, così come la maggior parte
dei mottetti del XIII secolo. Molti di questi mottetti vennero scritti in diverse lingue, con il cantus firmus nella
parte più bassa della voce; i testi delle poesie d'amore potevano essere cantati in lingua volgare su testi sacri
latini nella forma di tropo, o il testo di tema religioso poteva essere cantato su una melodia profana.

Nel XIV secolo la tecnica continuò ad essere ampiamente usata per la maggior parte della musica vocale sacra,
anche se iniziarono ad apparire delle notevoli elaborazioni della linea melodica: mentre molti compositori
dell'Europa continentale usarono l'isoritmia, in Inghilterra altri compositori sperimentarono un "migrante"
cantus firmus, in cui la melodia passava da una voce all'altra, senza peraltro subire elaborazioni significative.
Questo tipo di elaborazione venne attuato più tardi, in quella che venne poi detta parafrasi tecnica: questo
metodo compositivo divenne importante nella composizione delle messe dalla fine del XV secolo[2].

La messa ciclica, che divenne il tipo prevalente di composizione dell'ordinarium missae intorno alla metà del
XV secolo, utilizzava la tecnica del cantus firmus come organizzazione principale della composizione. In un
primo momento il cantus firmus era tratto dal canto piano liturgico, ma la gamma di fonti andò via via
allargandosi ad altre fonti sacre e perfino alle canzoni profane: la prima messa nota su cantus firmus profano è
la messa "Se la face ay pale" di Guillaume Dufay, datata intorno al 1452. Il cantus firmus era in un primo
momento limitato al tenor, ma verso la fine del secolo molti compositori sperimentarono altri modi di utilizzo,
quali la sua introduzione in ogni voce come un soggetto contrappuntistico o utilizzandolo con una varietà di
ritmi diversi. Nel corso del XVI secolo la tecnica del cantus firmus cominciò ad essere abbandonata, sostituita
con la parodia (o imitazione) tecnica, nella quale più voci di una fonte preesistenti vennero inserite in una
composizione sacra come una messa. Ma, mentre i compositori in Italia, Francia e Paesi Bassi usarono la
parodia e le tecniche di parafrasi, in Spagna, Portogallo e Germania continuarono ad utilizzare il cantus firmus
in modi idiosincratici a livello nazionale.[3]

La melodia profana di uso più frequente come cantus firmus fu senza dubbio L'homme armé. Esistono oltre 40
messe cicliche su questo tema (si ignora quale sia la più antica fra queste), tra cui due di Josquin Des Prez e sei
messe raccolte in un manoscritto (databile intorno al 1470) dedicato a Beatrice d'Aragona e tuttora conservato
a Napoli, che seguono un progetto unitario (ciascuna delle prime cinque usa come cantus firmus un singolo
frammento della chanson, presi consecutivamente; l'autore - o gli autori - di questa opera complessa sono
ignoti, poiché dal manoscritto è stata sottratta la pagina di incipit di ciascuna messa). Praticamente tutti i
compositori più noti del XV secolo, e molti compositori del medio e tardo Rinascimento, hanno scritto almeno
una messa basata su questa melodia: la pratica durò fino al XVII secolo, con un'ultima messa di Carissimi.[4]

Vi sono numerosi altri esempi di cantus firmus, tratti da melodie profane, utilizzati nella composizione di
messe; fra i più famosi si ricordano Fortuna desperata (attribuita ad Antoine Busnois), Fors seulement
(Johannes Ockeghem), Mille regretz (Josquin Des Prez), e Westron Wynde (anonimo).

I compositori tedeschi del Barocco, particolarmente Bach, usarono i corali come cantus firmus. Nel primo
movimento della Passione secondo Matteo di Bach, il corale "O Lamm Gottes, unschuldig" è caratterizzato da
note lunghe, cantate da un coro di voci bianche "in ripieno". Molti dei suoi preludi corali includono un corale
al pedale.

Note
1. ^ Harvard Dictionary of Music, p. 135.
2. ^ Cfr. Messa parafrasi
3. ^ Gangwere, p. 216.
4. ^ Alejandro Enrique Planchart, The Origins and Early History of "L'homme arme", The Journal
of Musicology, Vol. 20, No. 3 (Summer, 2003), pp. 305-357

Bibliografia
M. Jennifer Bloxam: Cantus firmus, Grove Music Online, ed. L. Macy (Accesso 7 novembre
2006), (subscription access) (http://www.grovemusic.com)
Sparks, E. H. Cantus firmus in Mass and Motet, Berkeley, (1963)
The New Harvard Dictionary of Music, ed. Don Randel. Cambridge, Massachusetts, Harvard
University Press, 1986. ISBN 0-674-61525-5
Blanche Gangwere, Music History During the Renaissance Period, 1520–1550, Westport,
Connecticut, Praeger Publishers. 2004.

Collegamenti esterni
Global Chant Database – Index of Gregorian Chant (http://www.globalchant.org/) Il più ampio
database di melodie su cantus firmus
Controllo di
GND (DE) 4147257-3 (https://d-nb.info/gnd/4147257-3)
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