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Quando parliamo di “storia della musica” parliamo di tutta quella musica che è stata tramandata per iscritto,
tramite pergamene, codici e libri stampati.
LA GRECIA ANTICA
Nella società della Grecia antica la musica era molto importante e presente in tutti gli ambiti:
- nella poesia, la musica serviva ad accompagnare i testi dei “poeti lirici”.
- Nella religione, era presente negli inni religiosi e incisa nelle lapidi funerarie
- Nella società, presente in feste e ricevimenti
- Nel teatro, faceva parte delle tragedie, in particolare nei “cori”.
I due strumenti più usati nell’antica Grecia erano la lira e l’aulòs, la prima legata al Dio Apollo (simbolo di
razionalità e di equilibrio), la seconda invece al dio Diòniso (simbolo di forza istintiva).
IL TRECENTO
Nel Trecento assistiamo ad un rinnovamento culturale che in musica prende il nome di Ars Nova (arte
nuova).
La musica comincia a differenziarsi in base ai diversi ambiti di appartenenza (Italia, Francia e Gran
Bretagna). I compositori trattano sia la musica sacra (in latino) che la musica profana (nella propria lingua:
italiano, francese, ecc.)
I principali generi musicali sono:
- In ambito sacro: la messa e il mottetto;
- In ambito profano: la ballata, la chanson, il madrigale, la caccia e il rondeau.
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Il contrappunto assume un ruolo fondamentale, infatti viene utilizzato in tutte le composizioni.
IL QUATTROCENTO
Si affermano due scuole principali, quella amminga (nelle Fiandre; Olanda e Belgio odierne) e quella
franco-borgognona (in Borgogna, nella Francia centrale).
I più importanti compositori di queste scuole lavorarono spesso in Italia, ed erano polifonisti. Tra i generi più
diffusi ci sono la messa, il mottetto, le canzoni, le ballate e i rondò.
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I compositori italiani invece si dedicarono a generi musicali più semplici, il più importante fu la frottola.
La frottola era di genere polifonico ma OMORITMICO (cioè con un solo ritmo), nel quale le voci cantavano
melodie diverse ma tutte con lo stesso ritmo. Era di carattere profano e di argomento amoroso e umoristico.
Si affermano tecniche più raf nate del contrappunto: il “cantus rmus” e il canone. Nel primo una voce
funge da base, mentre le altre si intrecciano, nel canone, invece, le voci ripetono la stessa melodia ma in
momenti differenti.