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0. CAPI
CAPITO
TOLO
LO 0:
0: Il #an$o del #ri"$iane"io: -Il %rio illennio dell'era &olgare
-La !"i#a e il #ri"$iane"io in
o##iden$e
-
. CAPI
CAPITO
TOLO
LO :
2. CAPI
CAPITO
TOLO
LO 2:
_Parte prima
LA PREISTORIA E L'ANTICHITA'
1. LE ORIGINI
-Le Origini della !"i#a e l'e$no!"i#ologia
Molti studiosi, dalla seconda metà del secolo scorso, iniziarono a ricostruire la storia della musica.
Nacquero così i primi cultori di e$no!"i#ologia 3o !"i#ologia #o%ara$a4 (tra cui: Wallasce!,
STORIA DELLA MUSICA GIORGIO TOMASSETTI
Pa&ina 2
l'eoluzione ce aea su%ito la cultura musica nei diersi paesi del mondo. uesto #u possi%ile
ance &razie all'inenzione del ,onogra,o e##ani#o da parte di Edi"on (1*+*) ce permise uno
studio appro#ondito dei canti e delle musice strumentali dei diersi popoli, ce a olte risultaano
di di##icile trascrizione perc tramandati oralmente e non costruiti con toni occidentali.
-e dierse teorie sull'ori&ine della musica sono tutte concordi nell'a##ermare ce non &i 5 !n'
origine #o!ne perc o&ni popolo a siluppato di##erentemente le proprie conoscenze musicali.
' comunque di##usa l'opinione ce la musica a%%ia auto ori&ine dalla ne#e""i$( di #o!ni#a*ione
dell'uomo e ce sia stata il %rio $i%o di ling!aggio .
-M!"i#a e Mi$ologia
5lcuni popoli consideraano la !"i#a un dono degli dei e il suono la loro oce. 5nce nella
6i%%ia 7 presente la musica come per esempio nel nel racconto delle Mura di 8erico
8erico a%%attute dalle
trom%e delle milizie di /sraele. / "a#erdo$i #an$ori erano importanti perc7 conosceano le le&&i
arcane della materia sonora.
. LE CI/ILT8 MEDITERRA
MEDITERRANEE
NEE E ASIATICHE
-GLI EGI9IANI: -a !"i#a "a#ra era re&olata dai "a#erdo$i (successiamente #u concesso
ance alle donne di #ami&lia sacerdotale) ce non rinnoarono mai i loro canti. -a !"i#a %ro,ana,
inece, si silupp noteolmente. 9enia ese&uita da #an$ori o "$r!en$i"$i . 8li "$r!en$i pi
di##usi #urono l' ar%a6 il ,la!$o, la #e$ra, l')dra!lo"(or&ano idraulico)e le #a"$agne$$e. "acs
a##erm ce &li e&izi conosceano la "#ala %en$a,oni#a di"#enden$e . ;ella musica e&iziana non si
sa molto. -e unice in#ormazioni certe ci en&ono da alcune pitture e da alcune ill!"$ra*ioni
tom%ali. Molte di queste illustrazioni riproducono esecutori col loro strumento e cantori ce
atte&&iano ariamente %raccia, mani e dita.
4I POPOLI MESOPOTAMICI: la musica #u sempre le&ata alla reli&ione. 8li strumenti
utilizzati da questi popoli #urono &li stessi de&li e&izi (arpa,#lauto,cetra,...). Nel I;illennio &li
a""iri impie&arono la !"i#a per "$iolare i "olda$i al #o7a$$ien$o .
4ISRAELE: ;ella musica e%raica dell'epoca si parla nella <i77ia. ssa tocc il ma&&ior #ul&ore
nel periodo del re Da&ide (proetto arpista e compositore di molti SALMI).
8li "$r!en$i pi usati #urono =innor (cordo#ono), l'!ga7 (zampo&na), lo "#io,ar (corno di capra).
Idel"o)n raccolse molti canti delle tri% e%raice dello <emen ce risultarono a##ini ai #an$i
gregoriani. -'ori&ine dei canti cristiani si troa proprio in questi melodie. sse possono essere
diise in: CANTILLA9IONE (recitazione intonata re&olata dal ritmo er%ale dei testi sacri) e
>U<ILUS (ocalizzo solto sulle silla%e di alcune parole rituali).
4I CINESI: -a !"i#a e%%e un'enore i%or$an*a nella cultura cinese. ssa non #u considerata
solo un lin&ua&&io. ra il // e il / sec. a.=. Wui #ond l' Ufficio Imperiale della Musica. /
Musica. / cinesi
STORIA DELLA MUSICA GIORGIO TOMASSETTI
Pa&ina 2
l'eoluzione ce aea su%ito la cultura musica nei diersi paesi del mondo. uesto #u possi%ile
ance &razie all'inenzione del ,onogra,o e##ani#o da parte di Edi"on (1*+*) ce permise uno
studio appro#ondito dei canti e delle musice strumentali dei diersi popoli, ce a olte risultaano
di di##icile trascrizione perc tramandati oralmente e non costruiti con toni occidentali.
-e dierse teorie sull'ori&ine della musica sono tutte concordi nell'a##ermare ce non &i 5 !n'
origine #o!ne perc o&ni popolo a siluppato di##erentemente le proprie conoscenze musicali.
' comunque di##usa l'opinione ce la musica a%%ia auto ori&ine dalla ne#e""i$( di #o!ni#a*ione
dell'uomo e ce sia stata il %rio $i%o di ling!aggio .
-M!"i#a e Mi$ologia
5lcuni popoli consideraano la !"i#a un dono degli dei e il suono la loro oce. 5nce nella
6i%%ia 7 presente la musica come per esempio nel nel racconto delle Mura di 8erico
8erico a%%attute dalle
trom%e delle milizie di /sraele. / "a#erdo$i #an$ori erano importanti perc7 conosceano le le&&i
arcane della materia sonora.
. LE CI/ILT8 MEDITERRA
MEDITERRANEE
NEE E ASIATICHE
-GLI EGI9IANI: -a !"i#a "a#ra era re&olata dai "a#erdo$i (successiamente #u concesso
ance alle donne di #ami&lia sacerdotale) ce non rinnoarono mai i loro canti. -a !"i#a %ro,ana,
inece, si silupp noteolmente. 9enia ese&uita da #an$ori o "$r!en$i"$i . 8li "$r!en$i pi
di##usi #urono l' ar%a6 il ,la!$o, la #e$ra, l')dra!lo"(or&ano idraulico)e le #a"$agne$$e. "acs
a##erm ce &li e&izi conosceano la "#ala %en$a,oni#a di"#enden$e . ;ella musica e&iziana non si
sa molto. -e unice in#ormazioni certe ci en&ono da alcune pitture e da alcune ill!"$ra*ioni
tom%ali. Molte di queste illustrazioni riproducono esecutori col loro strumento e cantori ce
atte&&iano ariamente %raccia, mani e dita.
4I POPOLI MESOPOTAMICI: la musica #u sempre le&ata alla reli&ione. 8li strumenti
utilizzati da questi popoli #urono &li stessi de&li e&izi (arpa,#lauto,cetra,...). Nel I;illennio &li
a""iri impie&arono la !"i#a per "$iolare i "olda$i al #o7a$$ien$o .
4ISRAELE: ;ella musica e%raica dell'epoca si parla nella <i77ia. ssa tocc il ma&&ior #ul&ore
nel periodo del re Da&ide (proetto arpista e compositore di molti SALMI).
8li "$r!en$i pi usati #urono =innor (cordo#ono), l'!ga7 (zampo&na), lo "#io,ar (corno di capra).
Idel"o)n raccolse molti canti delle tri% e%raice dello <emen ce risultarono a##ini ai #an$i
gregoriani. -'ori&ine dei canti cristiani si troa proprio in questi melodie. sse possono essere
diise in: CANTILLA9IONE (recitazione intonata re&olata dal ritmo er%ale dei testi sacri) e
>U<ILUS (ocalizzo solto sulle silla%e di alcune parole rituali).
4I CINESI: -a !"i#a e%%e un'enore i%or$an*a nella cultura cinese. ssa non #u considerata
solo un lin&ua&&io. ra il // e il / sec. a.=. Wui #ond l' Ufficio Imperiale della Musica. /
Musica. / cinesi
STORIA DELLA MUSICA GIORGIO TOMASSETTI
%occa), #a%ane, ,la!$i e %ia%ar. Molto spesso questi "$r!en$i &eni&ano "!ona$i in gr!%%i
ol$o n!ero"i (come le orcestre moderne).
4ALTRI POPOLI ASIATICI : -a musica cinese in#luenz la ma&&ior parte della musica asiatica.
>ltre ai tipici strumenti cinesi eniano usati ance #arillon di %ie$re e ?ilo,oni. Nel panorama
della musica asiatica spicca il nome di <ali, una piccola isola dell'arcipela&o malese. -'orcestra
%alinese (Gaelan) 7 costituita principalmente da idio,oni. -e melodie sono in &enere di ? note
(sol,la,si,re).
4GLI INDIANI: 8li indiani anno una #!l$!ra !"i#ale tra le pi e"$e"e al mondo. -a musica
rieste grande i%or$an*a in questo popolo, ce la usa in molte cerimonie trattandola come un
elemento #ondamentale. / /eda conten&ono moltissimi canti. /l "i"$ea !"i#ale indiano a
un'origine ol$o an$i#a (// sec. a.=.). sso 7 costituito da n!ero"e "#ale ce sono diise in ottaa
come nel sistema occidentale. -a complessità risiedea nell'or&anizzazione della scala. 8li
in$er&alli erano di&i"i in "r!$i" (totale: 22 srutis). / odi prendeano il nome di r@ga" (@colore,
stato d'animo). 8li "$r!en$i usati #urono: i cordo#oni (come il saran&i,la ina, il sitar), &li idio#oni
(tra cui il ta%la@coppia di tam%uri) e &li strumenti a #iato (#lauti, o%oi).
+. IL MONDO CLASSICO
-L'eredi$( della !"i#a gre#a
5%%iamo molte in#ormazioni sulla cultura &reca per quanto ri&uarda la #iloso#ia, la letteratura, ... ma
conosciamo poce cose sulla musica. -'elemento di continuità tra noi e &li antici &reci 7 il "i"$ea
dia$oni#o, ce entr a #ar parte della nostra cultura &razie ai romani ce lo acquisirono e lo
trasmisero ai posteri. 5nce i canti della litur&ia cristiana dei primi secoli dell'era ol&are #urono
molto simili a quelli &reci (monodici e con le parole del testo le&ate alla musica).
&esto, ecc.... -a parte pi importante della musica &reca era il #an$o ce potea essere #orale
(corodia) o "oli"$i#o (monodia). /l coro, #ormato da &o#i 7ian#)e o a"#)ili , #an$a&a all'!ni"ono
sostenuto dalla lira o dall'a!lo. ;urante l'esecuzione era %ere""o &ariare la melodia
contemporaneamente ese&uita nel modo tradizionale dalle altre oci o strumenti (e$ero,onia). 8li
"$r!en$i pi usati dai &reci #urono la lira 3o #e$ra4 e l'a!olo. -a lira era uno strumento a corde di
ori&ine ellenica e sacra al culto di 5pollo mentre l'aulo era uno strumento a #iato ad ancia doppia
(simile all'o%oe). 5ltri strumenti #urono: la strin&a, il #lauto di Pan, la salpinB (o trom%a), i tam%uri,
i cim%ali, i sistri e i crotali.
-La $eoria
4LA RITMICA: -a e$ri#a della poesia &reca e latina 7 detta !an$i$a$i&a perc &oernata dalla
successione di "illa7e l!ng)e e 7re&i . "ono questi scemi a #ormare il ritmo tipico di questa
musica. -'eleen$o ,ondaen$ale e indi&i"i7ile della metrica &reca era il $e%o %rio (%ree)C
l'in"iee di questi $e%i in scemi ritmici 7 detto D%iede. -a musica &reca comprendea molti
piedi (circa 2E).
4GENERI6 MODI6 ARMONIE6 SISTEMA PERBETTO: 5lla %ase del sistema musicale &reco i
era il $e$ra#ordo (una successione di quattro suoni discendenti compresi in una quarta &iusta). 5
seconda de&li interalli tra le note di un tetracordo la musica si di##erenziaa in F &eneri: dia$oni#o
(2 interalli di tono, 1 di semitono), #roa$i#o (terza min. e 2 interalli di semitono) e enaroni#o
(terza ma&&. e 2 interalli di quarto di tono). Nei tetracordi diatonici la collocazione dell'unico
semitono distin&uea i F modi: dori#o (semitono al &rae), ,rigio (sem. al centro) e lidio (sem.
all'acuto). / tetracordi, accoppiati 2 a 2, poteano essere #ongi!n$i o di"gi!n$i. -'unione tra questi
tetracordi #ormaa un'aronia. /l punto di distacco tra i 2 tetracordi era detto dia*e!"i mentre il
punto di con&iunzione era detto "ina,5. /l sistema pi complesso #u il "i"$ea $leion ce
a%%racciaa o$$a&e. Molto spesso, durante le esecuzioni, si usaa la $ra"%o"i*ione $onale .
_Parte seconda
IL MEDIOE/O
STORIA DELLA MUSICA GIORGIO TOMASSETTI
Gloria in excelsis Deo (inno an&elico), Credo in unum Deum (o "im%olo), Sanctus e Agnus Dei.
/ %rani importanti del Pro%ri! Mi""ae (parti mo%ili perc mutaano a seconda del calendario
litur&ico) sono: l' Introito, il Graduale, l' Allelua, l'!ffertorio e il Communio.
8li u##ici delle >re, inece, erano otto ed erano distri%uiti nelle dierse parti del &iorno (mattutino,
espro,..). ssi eniano cele%rati solo all'interno delle comunità monastice tranne i 9espri ce
#aceano parte ance delle ciese parrocciali. /l 9espro comprendea la lettura dei "almi
intercalati da anti#one, il Ma&ni#icat, un inno e le litanie.
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Dagli strumenti utilizzati dall'uomo nella preistoria, alle opere dei grandi compositori
classici.
LE FROTTOLE
una forma poetico musicale d'origine popolare derivata dalla ballata ,con strofe di
I CANTI CARNASCIALESCHI
sono: la struttura strofica, lo stile letterario (con uso anche del dialetto) e la
nascevano per sole voci, nella maggior parte delle esecuzioni veniva cantata solo la
voce più alta e lasciando le altre parti agli strumenti, principalmente il liuto.
Grazie alla diffusione del contrappunto da parte dei maestri e dei cantori fiamminghi
e altre raccolte). Negli ultimi decenni del XV secolo la musica polifonica si intrecciò
caratteristiche nazionali fu uno degli elementi che più contraddistinse la storia
delle polifonie profane del '500: prima e più importante di tutte, quella italiana.
GIOVANNI GABRIELI
del ritmo delle parole e della declamazione delle frasi. La sua concezione musicale
ANDREA GABRIELI
compiti di notevole spessore da parte della Serenissima e non solo: egli scriveva la
LA SCUOLA VENEZIANA
dello stile a cappella, pur coltivato, erano apprezzate le composizioni nelle quali
alle voci si mescolavano gli strumenti, che potevano essere due organi, degli
polivocali venivano eseguite a cori divisi, cioè due,tre o quattro gruppi cantavano e
esecuzioni non erano abbinate solo ad eventi sacri, ma anche politici. La cappella
Veneziana. Venezia , nel XVI secolo, era ancora il centro economico più ricco
meno. Tra i maestri della Cappella si ricordano: Willaert, Cipriano de Rore (1563-64),
(1668-76) e Legrenzi (1685-90); tra gli organisti: Buus, Parabosco, Merulo, Padovano,
e G. Gabrieli).
testo latino, destinate alle cantorie per i servizi sacri cattolici. Egli scrisse 102
messe a 4 o 5 voci, in minor numero a 6 e a 8; le più note sono: Missa brevis, Iste
Confessor, Aeterna Christi munera, Dies sanctificatus, Salve Regina, Vestiva i colli e
Papae Marcelli. L'altra forma molto usata da Palestrina fu il mottetto, né scrisse 307
tra cui ricordiamo: Super flumina Babylonis, Pueri haebreorum, Cantico dei cantici e
lo Stabat Mater.
movimento delle parti. Il discorso delle parti, infine, è fluido per merito di una
continuamente variate.
Nelle zone d'Europa che non ebbero influssi dalla riforme religiose, la polifonia sacra
toccò gli esiti artistici più alti. L'incontro fra il contrappunto fiammingo e il nascente
per sole voci, che portò alla purificazione espressiva che è il carattere peculiare di
questa civiltà artistica. Lo stile a cappella si sviluppò nelle cattedrali italiane (ad
-LA SCUOLA ROMANA: Dalla seconda metà del XV secolo i papi curarono e
portò la scuola polifonica romana ad avere un primato nella musica sacra del
musicisti delle Scuola romana furono: Palestrina, Costanzo Festa (1480 ca.-1545),
(1560 ca.-1614). La scuola polifonica romana protrasse la sua attività anche nella
prima parte del XVII secolo, distinguendosi per una policoralità di gusto barocco, di
La controriforma cattolica
Trento (1545-1563) per
della Controriforma
usare cantus firmi profani nella composizione di messe polifoniche e l'obbligo che,
-LA LAUDA POLIFONICA: Nella seconda metà del secolo, soprattutto a Roma, ebbero
funzioni religiose erano composte, oltre che dal sermone, dalle preghiere e dalle
letture, dal canto di laude polifoniche a 3-4 voci in stile accordale, su testi in
lingua italiana. Con la diffusione dell'ordine dei Filippini anche la lauda polifonica
modificato. Una conseguenza comune delle riforme fu la sostituzione del latino con
la più importante per quanto riguarda la musica. Martin Lutero, il suo fondatore, era
un profondo conoscitore della musica sacra del suo tempo e nella messa luterana
volle che i fedeli interagissero tra loro con il canto dei corali. Il corale ebbe così una
funzione che si può paragonare a quella del canto gregoriano nel medioevo. I corali
da altri strumenti.
-GLI UGONOTTI E IL CANTO DEI SALMI: Più severo era, invece, il pensiero di Calvino
salmi. Il problema pratico di questa scelta fu legato alla preparazione del repertorio
che richiese alcuni anni e fu opera di alcuni famosi poeti e musicisti dell'epoca tra
lingua inglese e il Book of Common Pr ayer Not ed (=libro delle preghiere comuni
La tradizione fiamminga
Il Rinascimento
strumentale, compresa tra la metà del XV secolo e la conclusione del XVI. Durante
formate dai migliori professionisti e la Chiesa celebrava i suoi riti con splendore e
musicale.
orientale 1420 circa – Tours 1495). Egli fu prima cantore nella cattedrale di Anversa
fiamminghi che svilupparono i più sottili artifici della scrittura canonica. Tra le sue
tonale.
(Hainaut 1440 circa – Condé-sur-l'Escaut 1521). Josquin godette di grande stima sia
tra i contemporanei che tra i postumi. Fu cantore nella Cappella del Duomo di
Milano, nella cappella pontificia a Roma e alla corte di molte personalità dell'epoca
(Sforza, Luigi XII re di Francia, ...). Il grande merito storico di Josquin è quello di
aver posto l'attenzione nello stabilire rapporti di coerenza espressiva tra il testo
è l'invenzione musicale .
della Manica facendo così conoscere il “discanto inglese” a terze e seste, che fu
appreso e adottato ma con il cantus firmus alla voce superiore. Questo tipo di
compositori dell'epoca sia inglesi che comtinentali tra cui: Dufay, Binchois, Busnois.
superius, da cui soprano; contratenor altus o altus, da cui contralto; tenor, tenore;
concatenati, in ognuna dei quali era sviluppata una frase del testo letteraria. Nel XV
secolo il mottetto era diventato la forma esclusiva della polifonia sacra cantata
La chansons, di solito a 3 voci, nacque come una fusione delle forme profane
fu definita durante il XV
contraddistingue l'elemento
imitato c'è quindi una voce che espone un motivo (o soggetto) chiamato d ux ed
enigmatico. Nel primo una stessa melodia era eseguita contemporaneamente da più
cantori, con ritmi e durate diverse. Tra i canoni mensurali ricordiamo: l'A gnus Dei
presentava solo il motivo che aveva funzione di dux, mentre la risposta non era
passaggio dal Medioevo al Rinascimento che ricercava simboli, risolveva gli artifici,
(1774-75)
Saggio Fondament ale pr at ico di cont r appunt o
Fiandra. Con il passare dei secoli il numero di cappelle subì un costante aumento.
Cent'anni (1339-1453), in
Francia regno l'instabilità per
con raddoppi o sostituzioni. Questo spiega il fatto che, prima del XVI secolo, i
componeva il suo brano per voci ma era cosciente del fatto che lo stesso brano
canti sono: il più antico manoscritto del Trecento contenente una ventina di
Girolamo di Moravia.
Lo strumento più importane del medioevo fu l'organo. Nei secoli XII-XV sono stati
trombone, il cornetto in legno i flauti diritti e traversi. Erano anche usati l'arpa e
nelle prime è sempre presente un disegno costruttivo che governa gli elementi
strutturali, mentre in quelle italiane c'è maggiore libertà, distesa scansione melodica
e fuidità ritmica. Queste caratteristiche sono presenti nelle forme dell'epoca come i
Madrigali
: La struttura poetica dei madrigali, in gran voga nel primo periodo dell'Ars nova, era
predominò la scena musicale dalla metà del XIV secolo. La struttura era la
con rime identiche, una volta uguale alla ripresa di 2 versi, (il primo di essi rima con
l'ultimo, il secondo rima con il primo della ripresa), si ripete la ripresa da capo. Le
che aveva dato evidenti segnali con la poesia del Dolce stil
In questo periodo nacque la così detta “poesia per musica” che comprendeva
madrigali, cacce e ballate. Il maggiore poeta per musica fu Franco Sacchetti (1332-
boschetto”.
molto più semplice rispetto a quella francese. Nelle cappelle e nelle cattedrali
italiane del XIII secolo consisteva nel cant us pl anus bi nat i costituito da una melodia
emerge dal trattato di notazione mensurale Pomeri um in art e musicae mensura t ae
(1321-1326) dello studioso padovano Marchetto. In questi anni vennero scritti anche
molti mottetti latini. La quasi totalità della produzione dell'epoca fu profana, anche
da 33 mottetti a 3 parti, da alcuni conductus, alcuni lai e altre forme. Tra i
Vitry (poeta assai apprezzato e lodato anche dal Petrarca), Jean Vaillant, Pierre des
com/2006/03/lars-nova-francese.html#links
GUILLAUME DE MACHAUT
Grazie ai trattati “Ars novae musicae” (1319) di Johannes de Muris e “Ars novae
musicae” (1320) di Philippe de Vitry si comprende che in quel periodo la musica
stava cambiando. Per quanto riguarda la notazione le novità furono: la pari dignità
La forma più importante fu il mottetto, molto spesso elaborato secondo gli artifici
tenor, contratenor). Molti mottetti erano isoritmici, cioè costruiti combinando una
melodia di origine gregoriana (color) impiegata come cantus firmus, con uno schema
ritmico di più note e pause (talea) che era ripetuto più volte durante lo svolgimento
della melodia-color.
Curia papale da Roma ad Avignone e dalla poca credibilità che iniziava ad avere la
Chiesa.
Dato che i canti dei secoli XI-XIII sono stati scritti in notazione gregoriana, la quale
Riemann, Beck, Gennrich, Pierre Aubry, Restori, Liuzzi, Sesini, Monterosso, Angèles.
I MINNESÄNGER
e di troviero. I più noti Minnesänger, i cui scritti sono conservati nei codici di Jena,
Vienna, Mondsee e Colmar, sono: Friedrich von Hausen, Wolfram von Eschenbach,
Walter von der Vogelweide, Neidhart von Reuenthal, Heinrich von Meissen
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