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Bologna
SCUOLA DI SCIENZE
Corso di Laurea in Matematica
II Sessione
Anno Accademico
2013-2014
La matematica è come la dama:
è adatta ai giovani, non troppo difficile, divertente,
e senza pericoli per lo stato.
Platone
Indice
1 Introduzione 1
2 Il suono 3
3 Temperamenti musicali 13
3.6 La consonanza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
I
II
B Teorema di Archita 45
Bibliografia 53
Capitolo 1
Introduzione
Ebbene, questa tesi nasce con lo scopo di studiare alcuni tratti dello svi-
1
2 CAPITOLO 1. INTRODUZIONE
luppo della teoria musicale occidentale, con particolare attenzione agli aspetti
matematici che questa concerne.
Nell’ultima parte della tesi si cercherà di fondere quanto appreso dai primi
teorici della musica con degli strumenti matematici ed informatici a nostra di-
sposizione, per cercare una nuova scala musicale che sia, in termini puramente
teorico-matematici, valida e coerente.
Capitolo 2
Il suono
3
4 CAPITOLO 2. IL SUONO
∂ 2u 2
2∂ u
(x, t) = v (x, t)1 (2.1.1)
∂t2 ∂x2
u(x, t = 0) = u0 (x)
(2.1.2)
∂u (x, t = 0) = ω(x)
∂t
1
Si sta supponendo che u ∈ C 2 ([0, `] × [0, +∞])
2.1. LA CORDA VIBRANTE 5
u(x = 0, t) = 0
(2.1.3)
u(x = `, t) = 0
Grazie agli studi del matematico francese Jean Baptiste Joseph Fourier
(1768-1830), questo problema è risolvibile con il metodo detto appunto meto-
do di Fourier, che consiste nel cercare una particolare soluzione scrivendo la
funzione u a variabili separate, ossia:
00 2 00 T 00 (t) X 00 (x)
X(x) · T (t) = v · X (x) · T (t) ⇒ 2 =
v · T (t) X(x)
Si vede subito che il primo membro è una funzione nella sola variabile t,
mentre il secondo dipende solo da x, quindi l’identità può essere verificata sse
∃K ∈ R tale che:
T 00 (t) X 00 (x)
2
= = −K 2
v · T (t) X(x)
X 00 (x) + K 2 · X(x) = 0
T 00 (t) + v 2 · K 2 · T (t) = 0
X(x) = A cos (Kx) + B sin (Kx)
T (t) = C cos (vKt) + D sin (vKt)
6 CAPITOLO 2. IL SUONO
X(x = 0) = A · 1 + B · 0 = 0
A = 0
⇒
B sin (K`) = 0 ⇒ K = ± nπ con n ∈ N
X(x = `) = A cos (K`) + B sin (K`) = 0
`
nπ nπ nπ
u(x, t) = (C cos (v t) + D sin (v t)) · sin ( x)
` ` `
∞
X nπ nπ nπ
u(x, t) = (Cn cos (v t) + Dn sin (v t)) · sin ( x)
n=1
` ` `
u0 (x) = ∞ nπ
P
n=1 Cn sin ( x)
`
ω(x) = ∞ nπv
· Dn sin ( nπ
P
n=1 ` `
x)
Queste somme altro non sono che gli sviluppi in serie di Fourier di u0 e ω
nell’intervallo [0,`]. Dunque possiamo ricavare:
2.1. LA CORDA VIBRANTE 7
Cn = 2 ` u0 (z) sin ( nπ z)dz
R
` 0 `
2
R`
ω(z) sin ( nπ
Dn =
z)dz
vπn 0 `
∞
2 `
Z
X nπ nπ
u(x, t) = (( u0 (z) sin ( z)dz) cos (v t)+
n=1
` 0 ` `
Z `
2 nπ nπ nπ
+( ω(z) sin ( z)dz) sin (v t)) · sin ( x)
vπn 0 ` ` `
Quello che salta subito all’occhio nella soluzione proposta è che, indipen-
dentemente dalla posizione iniziale u0 e dalla velocità iniziale ω, l’onda ri-
`
mane comunque periodica di periodo vπ
e costituita dalla sovrapposizione di
armoniche elementari della forma:
nπv nπ nπv nπ
Cn cos ( t) · sin ( x) + Dn sin ( t)) · sin ( x)
` ` ` `
`
Ognuna di queste armoniche ha periodo Tn = nπv
e quindi frequanza
nπv
νn = `
.
Osserviamo dunque che tutte queste armoniche, dette armoniche parziali
hanno frequenza multipla di quella che viene detta frequenza fondamentale
vπ
ν1 = `
.
8 CAPITOLO 2. IL SUONO
u+v u−v
sin u + sin v = 2 sin cos
2 2
2.2. IL FENOMENO DEI BATTIMENTI 9
Osserviamo cosa succede graficamente nel caso in cui siano a=22 e b=2.
Si vede così che il suono che viene percepito dalla sovrapposizione di due
suoni puri ha una frequenza pari alla media aritmetica delle frequenze dei suoi
generatori, modulata da una lenta oscillazione (descritta dal fattore cos u−v
2
).
del fenomeno, che l’orecchio umano non è in grado di percepire oltre un certo
livello.
Temperamenti musicali
La prima modellizzazione della teoria musicale si deve in gran parte agli studi
del matematico greco Archita di Taranto (428 a.C. - 360 a.C.).
Per comprendere le scelte strutturali alla base di quello che più avanti chia-
meremo Temperamento Pitagorico, ricordiamo il risultato dovuto appunto ad
Archita 1 , secondo cui non è possibile suddividere un intervallo della forma
(n + 1) : n in due intervalli di ampiezza uguale per mezzo di un numero ra-
zionale. Equivalentemente, il medio proporzionale tra due numeri naturali
successivi non può essere mai un numero razionale, ovvero si può dimostrare
che che @p, q ∈ Z tali che (n + 1) × n = ( pq )2 . 2
1
Reperibile come Proposizione 3 della Sectio Canonis di Euclide.
2
Dimostrazione in appendice.
13
14 CAPITOLO 3. TEMPERAMENTI MUSICALI
NOTE DO RE MI FA SOL LA SI DO
poi il nome di comma pitagorico la differenza tra i due semitoni, che si può
2187/2048
misurare come 256/243
≈ 1, 01364 . L’esistenza di questo comma, seppure sia
una grandezza effettivamente piccola è causa di alcuni problemi.
128 32 16 4 1 3 9 27
LA[ ,→ M I[ ,→ SI[ ,→ F A ,→ DO ,→ SOL ,→ RE ,→ LA
81 27 9 3 1 2 8 16
La scala appena mostrata non prevede più toni interi tra una nota ed un’al-
tra, ma solo solo semitoni diatonici e semitoni cromatici.
Inoltre si può così vedere perfettamente la distanza che c’è tra il LA[ ed il
6561 81
SOL] : 4096
· 128
≈ 1, 01364, ossia un comma pitagorico.
5
Ovviamente una scelta del genere limita la dissonanza della scala, ma al contempo
anche l’armonia generale viene intaccata, dato che vengono così a mancare degli intervalli
consonanti.
6
L’uso del termine verrà giustificato successivamente
18 CAPITOLO 3. TEMPERAMENTI MUSICALI
Nel 1558 il teorico musicale Gioseffo Zarlino riprese in mano la struttura mu-
sicale dei pitagorici e, seguendo lo stesso schema costruttivo, aggiunse ai rap-
porti di base di ottava e di quinta, anche quelli di terza maggiore 5:4 e di terza
minore 6:5. Il temperamento naturale si può costruire prendendo un’armoni-
ca fondamentale ν e un certo numero di suoi multipli interi e sottomultipli:
ν, 2ν, 3ν, 4ν, 5ν, 21 ν, 13 ν, 14 ν, 15 ν
da ricondurre all’ottava di riferimento.
Per esempio, si avranno così i rapporti:
NOTE DO RE MI FA SOL LA SI DO
Gli intervalli presenti tra due note successive questa volta sono tre:
Tono maggiore: T = 9:8
Tono minore: T 0 =10:9
Semitono diatonico: S=16:5
Questa scala presenta una discrepanza evidente con la scala pitagorica, vi-
sibile ad esempio osservando il rapporto tra il RE ed il LA che non distano
più una quinta giusta, ma sono in rapporto di 40:27. Il rapporto tra la quinta
3
giusta e questo nuovo rapporto misura 2
· 27
40
= 81
80
ed è chiamato comma sin-
tonico.
Ora, moltiplicando gli intervalli della scola diatonica per il loro minimo
comune multiplo (m.c.m.(2,3,4,8)=24) otteniamo questo schema:
20 CAPITOLO 3. TEMPERAMENTI MUSICALI
• DO: 24 = 23 · 3
• RE: 27 = 33
• MI: 30 = 2 · 3 · 5
• FA: 32 = 25
• SOL: 36 = 22 · 32
• LA: 40 = 23 · 5
• SI: 45 = 32 · 5
1 25 9 75 5 4 45 3 25 5 225 15 2
, , , , , , , , , , , , .
1 24 8 64 4 3 32 2 16 3 128 8 1
3.3. TEMPERAMENTO NATURALE 21
• ∀a, b, c ∈ G vale (a ∗ b) ∗ c = a ∗ (b ∗ c)
• ∃e ∈ G tale che ∀a ∈ G a ∗ e = e ∗ a = a
• ∀a ∈ G ∃b ∈ G tale che a ∗ b = b ∗ a = e
Risulta:
φ(x1 ·x2 ) = φ(2p1 ·( 23 )q1 ·( 45 )r1 ·2p2 ·( 32 )q2 ·( 54 )r2 ) = φ(2p1 +p2 ·( 32 )q1 +q2 ·( 45 )r1 +r2 ) =
(p1 + p2 , q1 + q2 , r1 + r2 ) = (p1 , q1 , r1 ) + (p2 , q2 , r2 ) = φ(x1 ) + φ(x2 ).
3 5
φ(2p · ( )q · ( )r ) = (0, 0, 0) ⇐⇒ p = q = r = 0 ⇐⇒ x = 1
2 4
Diremo che due elementi che soddisfano tale relazione appartengono alla
stessa classe di equivalenza.
Dato un generico x = 2p · ( 32 )q · ( 54 )r ∈ P3 , ognuna di queste classi di equivalen-
za si può rappresentare come [x] := {y = 2py ·( 23 )qy ·( 45 )ry ∈ P3 |qy = q e ry = r}.
Questo insieme si può immaginare come una griglia sul piano cartesiano, in
cui compaiono tutte le classi di equivalenza all’interno di un ottava, le quali si
possono ottenere applicando di volta in volta una quinta o una terza maggiore:
3.6 La consonanza
• Nel contesto del temperamento equabile non si ha a che fare con rapporti
razionali.
A livello sperimentale possiamo dire che la teoria di Galilei non sia poi così
lontana dalla realtà, visto che note con un rapporto di frequenza piccolo, ad
esempio come il DO centrale ed il SOL (a distanza di una quinta giusta), hanno
coincidenze abbastanza frequenti tra le armoniche parziali. Inoltre, dato che
7
Se necessario, si guardi nuovamente il capitolo 2.4
28 CAPITOLO 3. TEMPERAMENTI MUSICALI
8
Molto difficile dare delle stime precise visto che la percezione del suono è una caratteri-
stica fortemente soggettiva, in quanto dipendente dalla sensibilità acustica dell’ascoltatore.
Inoltre, ale misura può dipendere sia dall’ordine di grandezza con cui si sta lavorando (in
termini di Hertz), sia dal fatto che le due note vengano suonate contemporaneamente o una
di seguito all’altra.
Capitolo 4
Per approssimare gli intervalli con dei numeri razionali abbiamo costruito un
algoritmo1 che per ogni frequenza t(k), scelta a priori una tolleranza d, sia in
grado di calcolare il razionale p(k)/q(k), dove:
p
• p(k) = argmin{p ∈ Z+ | | log2 t(k) − log2 q(k)
|}
1
Che si potrà trovare, insieme a tutti gli altri algoritmi, nell’Appendice B.
29
30 CAPITOLO 4. STUDIO DEL TEMPERAMENTO EQUABILE
p(k)
In questo modo q(k)
è il razionale con il più piccolo denominatore possibi-
le che meglio approssima (logaritmicamente) la frequenza t(k) nell’intervallo
2
[t(k) − dK , t(k) + dK ].
DO = 1
DO] ' 16/15
RE ' 9/8
RE] ' 6/5
M I ' 5/4
F A ' 4/3
F A] ' 17/12
SOL ' 3/2
SOL] ' 8/5
LA ' 5/3
LA] ' 16/9
SI ' 15/8
2
Questo metodo di approssimazione potrebbe sembrare ingenuo, poiché esistono altri
metodi computazionalmente più veloci e più precisi in termini assoluti; noi però dobbiamo
tener presente che in questo contesto la precisione di approssimazione che a noi interessa
è relativa solo all’ampiezza degli intervalli ed una precisione eccessiva sarebbe più deleteria
che d’aiuto.
4.2. MISURA DELLA CONSONANZA 31
Confrontando questi rapporti con quelli della scala a 12 note del tempera-
mento naturale, notiamo che molti intervalli vengono approssimati allo stesso
modo; in particolare, con questa approssimazione del temperamento equabile
non si perdono le consonanze più importanti, come il rapporto di quinta o
quello di quarta.
Il grafico qua sotto mostra la differenza in termini numerici degli intervalli del
temperamento naturale con quelli del temperamento equabile3 :
3
La prima nota è il DO 261.62 Hz
32 CAPITOLO 4. STUDIO DEL TEMPERAMENTO EQUABILE
A questo scopo è stato costruito uno script che, dato un vettore “C” con-
tenente i rapporti da verificare (che sono 11) e una matrice “Lista” nulla di
dimensione N × 11, man mano che le scale vengono formate e gli intervalli ap-
prossimati con dei numeri razionali, controlla ”ordinatamente” se gli elementi
del vettore sono presenti nella scala. Precisamente, se siamo alla scala j-esima
e la i-esima frazione di C è presente, allo 0 di posto j × i verrà sostituito un 1,
e così via...
4
Retaggio culturale dell’Occidente
5
I rapporti 1/1 e 2/1 sono chiaramente presenti in ogni scala, essendo l’ottava l’intervallo
di base da cui partiamo, pertanto si può decidere di ometterli.
Inoltre, la scelta di fermarci al numero 6 ci avvicina anche all’idea di consonanza di Zarlino,
il quale nelle Istitutioni afferma che nel numero senario sono contenute tutte le consonanze
possibili
4.2. MISURA DELLA CONSONANZA 33
Intervalli 3/2 4/3 5/3 5/4 7/4 6/5 7/5 8/5 9/5 7/6 11/6
N=1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
N=2 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0
N=3 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0
..
.
N=23 0 0 1 0 0 1 1 0 0 1 1
N=24 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1
N=25 0 0 0 1 0 0 1 1 0 0 1
..
.
N=30 0 0 1 0 0 1 0 0 0 0 0
N=31 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 1
N=32 0 0 0 0 1 0 0 0 1 1 1
..
.
N=96 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0
N=97 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0
N=98 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0
..
.
La scala che stiamo cercando dovrà avere quanti più 1 possibile nella pro-
pria riga, con priorità per le prime colonne 6 .
6
Ricordiamo che il rapporto 3/2 è il più consonante dopo l’ottava; seguono 4/3, 5/3 etc...
34 CAPITOLO 4. STUDIO DEL TEMPERAMENTO EQUABILE
Per avere un’idea più precisa di questo risultato, andiamo anche a costruire
un grafico che mostri il numero totali dei rapporti consonanti all’interno delle
varie scale equabili, trascurando stavolta l’aspetto qualitativo dei razionali
approssimanti:
Possiamo vedere che, con le nostre approssimazioni, l’unica altra scala che
ha 10 consonanze, oltre alla 31◦ è la 98◦ e che nessuna riesce a contenerle tutte.
PK
k=1 | log2 (t(k)) − log2 ( p(k)
q(k)
)| · q(k)−α
dK PK
2
· k=1 q(k)−α
1
dove dK = 3·K
è il parametro di tolleranza della scala con K intervalli, t(k) è la
p(k)
frequenza della k-esima nota da approssimare e q(k)
è la frazione approssimante.
Una formula di questo tipo non ha valore in termini assoluti e risulta poco
indicativa se il confronto viene fatto tra poche scale.
7
Si veda 4.1.
36 CAPITOLO 4. STUDIO DEL TEMPERAMENTO EQUABILE
1
Provando α = 5
vediamo:
Ad attirare l’attenzione più di tutti qui è la scala con 24 note, che manifesta
un picco verticale piuttosto marcato. Andando a vedere i risultati precedenti,
però, ci accorgiamo che questa scala approssima solo 3 rapporti consonanti
(che sono per la precisione 3/2, 4/3 e 11/6).
38 CAPITOLO 4. STUDIO DEL TEMPERAMENTO EQUABILE
8
Un’ esemplare di questo strumento si può trovare al Museo internazionale e biblioteca
della musica di Bologna.
4.4. NICOLA VICENTINO E L’ARCHICEMBALO 41
Ogni ottava gode così di 36 tasti, ma dato che 5 tasti neri della tastiera su-
periore risultano accordati all’unisono con quelli della scala inferiore, di fatto,
l’ottava risulta suddivisa in 31 intervalli tutti della stessa ampiezza.
R`
Definiamo anzitutto la funzione E(t) = 0
(u2t (x, t) + v 2 u2x (x, t))dx 1 .
Date le condizioni iniziali e la regolarità della funzione2 , si ottiene naturalmente
R`
E(0) = 0 (u2t (x, 0) + v 2 u2x (x, 0))dx = 0.
R`
Ora, E 0 (t) = 2 0 (ut (x, t)utt (x, t) + v 2 ux (x, t)uxt (x, t))dx
A questo punto, integrando per parti, si ottiene la relazione:
Z ` Z `
ux (x, t)uxt (x, t))dx = [ux (x, t)ut (x, t))]x=`
x=0 − uxx (x, t)ut (x, t))dx
0 0
1 ∂u
Per alleggerire il testo si è scelta la notazione ut per indicare ∂t .
2
Ricordiamo che quantomeno u ∈ C 2 ([0, `] × [0, ∞]).
43
44APPENDICE A. UNICITÀ DELLA SOLUZIONE DELLA CORDA VIBRANTE
Teorema di Archita
n+1
Teorema 1. @ x ∈ Q, @ n ∈ N tale che x
= nx .
45
Appendice C
p=3;
q=2;
while abs(log2(num)-log2(p/q))>d/2
if p< 2*q-1
p=p+1;
else
q=q+1;
p=q+1;
end
end
for k=p:2*q
if abs(log2(num)-log2(p/q)) > abs(log2(num)-log2((k+1)/q))
p=p+1;
47
48 APPENDICE C. FUNZIONI E SCRIPT MATLAB
end
end
frazione=rats(p/q);
function T = scala_equabile(N)
T=[261.6256,zeros(1,N-1)];
for k=2:N
T(k)=T(1)*((2.^(k-1))^(1/N));
end
end
Script per identificare quali siano gli intervalli consonanti delle varie scale
equabili:
N=100
C=[3/2;4/3;5/3;5/4;7/4;6/5;7/5;8/5;9/5;7/6;11/6];
Lista=zeros(N,11);
yy=zeros(1,N);
for K=2:N
49
T=scala_tonale(K);
for j=2:K
[frazione,p,q] = stima_razionale(T(j)/T(1),1/(3*K));
h(j)= p;
k(j)= q;
end
conta=0;
for n= 1:11
for m=2:K;
if C(n) == h(m)/k(m);
Lista(K,n) = 1;
end
end
end
end
Lista
N=100
yy=zeros(1,N);
for K=1:N
T=scala_tonale(K);
for j=1:K
50 APPENDICE C. FUNZIONI E SCRIPT MATLAB
[frazione,p,q] = stima_razionale(T(j)/T(1),1/(3*K));
h(j)=p;
k(j)=q;
end
conta=0;
for m= 1:K
if k(m)<7
conta = conta + 1;
end
end
Per_Fst_gen=(conta)
yy(K)=(Per_Fst_gen);
end
xx=linspace(1,N-1,N);
plot(xx,yy, ’r*’)
N=100
alpha=5
yy=zeros(1,N);
for K=2:N
T=scala_tonale(K);
p=zeros(1,K);
51
q=zeros(1,K);
for j=2:K
[frazione,h,k] = stima_razionale(T(j)/T(1),1/(3*K));
p(j)=h;
q(j)=k;
end
s=0;
t=0;
for m = 2:K
s = s + (abs(log2(T(m)/T(1))- log2(p(m)/q(m))))/(q(m)^(-alpha));
t = t + q(m)^(-alpha);
end
Dissonanza = 6*(s*K)/t
yy(K)=6*(s*K)/t;
end
xx=linspace(1,N-1,N);
figure()
plot(xx,yy,’r-’, xx,yy(12), ’b-’, xx,yy(31), ’k-’)
Bibliografia
[3] Galileo Galilei, Discorsi intorno a due nuove scienze, Leida, 1638
[5] Gerald B. Folland, Fourier analysis and its application, Wadsworth &
Brooks/Cole, 1992
53