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Noi siamo abituati ad ascoltare i suoni regolati in intervalli elementari fondamentali, che
fra loro sono fissi e ripetitivi. Tali intervalli, che oggi chiamiano toni e semitoni, non sono il Pic c olo glossario
frutto di un codice, come ad esempio la lingua o un sistema numerico, ma derivano da a r m on ic o
equilibri presenti nel mondo che ci circonda. In altre parole le note che seguono servono
solo a dimostrare che la musica nata molto prima della teoria musicale, per fortuna! Boez i o
C en t
Secondo quanto ci racconta Boezio nel suo De instituzione musica, un giorno Pitagora
passeggiava immerso nei suoi pensieri rigurado alle armonie e alle proporzioni del cosmo. Di ap as on
D'un tratto sente dei suoni che provengono dall'officina di un fabbro. Quattro fabbri stanno
Frequenze scal a
battendo del ferro con quattro mazze su altrettante incudini. Il grande pensatore si t em p era t a
accorge che l'altezza dei suoni generati non dipende dalla forza delle braccia, ma dalla
Modi gregori ani
massa dei magli.
Si stema modal e
Tornato a casa, per studiare meglio il fenomeno, trovando probabilmente scomodo per la
sua schiena di studioso il pestare col maglio, prefer costruirsi uno strumento ad hoc, il Si stema tonal e
monocordo appunto. Si stema atonal e
Al di l dell'episodio narrato da Boezio, la tradizione vuole che Pitagora appunto (il famoso Pi t a g o ra
matematico del teorema e inventore delle "tabelline"), nel VII secolo A.C. abbia voluto
Temperamento
investigare i criteri adottati dai costruttori di strumenti musicali dell'epoca, concentrandosi
sulle relazioni matematiche dei suoni. Allo scopo, essendo scienziato sperimentale, costru Tetracordo
uno strumento appositamete studiato per lo scopo, il monocordo appunto.
Zarl i no
Prese una corda tendendola alle estremit in modo controllato, mettendola poi in
vibrazione. Probabilmente con l'aiuto di una cassa armonica ascolt il suono generato.
Prov poi a dimezzare la lunghezza della corda (come quando pigiamo il polpastrello sulla
tastiera di una chitarra), ascoltando il suono ottenuto. Bene, scopr che questo suono era
in stretta relazione col primo, risuonando con una frequenza doppia. In altre parole aveva
scoperta l'ottava, vale e dire l'intervallo tra il suono della voce di un uomo adulto e quella
di una donna o di un bambino, che "cantano" la stessa nota.
Con una operazione analoga, sempre Pitagora, prov d accorciare la lunghezza della
corda, sempre a parit di tensione, secondo la "sezione aurea" dei due terzi, ottennedo un
suono in relazione con gli altri due, quello che noi oggi chiamiamo la "quinta". Applicando
un ulteriore rapporto pari a tre quarti ottenne un ulteriore intervallo, la nostra "quarta".
Pitagora chiam rispettivamente l'ottava diapason, che significa "per tutte", la quinta
diapente "per cinque" e la quarta diatessaron, "per quattro appunto.
Riassumento la scala Pitagorica (ricavata con il cantus), ottiene la posizione esatta dei
suoni moltiplicando, a partire dal primo suono, per il rapporto aureo di 2/3. I suoni, per
essere ricondotti in un'unica ottava si ottenengono moltiplicando sempre il primo suono
per il rapporto 1/2 (la corda tesa dimezzata) e cos via.
Gli intervalli fondamentali tra le note diventano quindi due: 8/9, il"tono" e 256/243, il
limma (o semitono). Questa scala rimase in uso immutata fino al basso Medioevo.