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ACCORDATURE STORICHE

Fin dai tempi antichi con la nascita degli strumenti armonici, sono stati compiuti numerosi studi da
matematici affinché, nell’accordare gli strumenti ad esempio a tastiera, l’intervallo di ottava risultasse
acusticamente puro. Ogni suono produce degli armonici che l’orecchio umano non può percepire. Se però
emettiamo contemporaneamente due suoni, l’orecchio li riconosce distinti perché ne ode gli armonici. La
purezza dell’intervallo si raggiunge quando non si odono più battimenti cioè il suono coincide
perfettamente con gli armonici.

Non tutti gli intervalli possono essere puri, nasce così il temperamento ovvero un sistema che permette di
variare gli intervalli a partire dal loro valore acusticamente puro per soddisfare la condizione di avere
l’ottava acusticamente pura.

Una delle tecniche più semplici per ottenere un determinato temperamento (o tipo di accordatura) è quella
di agire sulle quinte e sulle quarte (intervallo complementare).

L’ottava, nella musica occidentale, si suddivide in intervalli di grandezza fissa, che a sua volta per avere un
numero limitato di note crea problemi di gamma sonora la cui soluzione sta nei commi musicali ovvero
piccoli intervalli derivanti dai differenti intervalli musicali.

3 PRINCIPALI TIPI DI COMMI relativi all’ottava, alla quinta e alla terza maggiore e stanno alla base del
temperamento musicale:

- Comma Pitagorico
- Comma Sintonico
- Comma Enarmonico

Comma Pitagorico: 12 quinte consecutive e acusticamente pure non danno l’ottava. Si forma il comma
pitagorico o diatonico:

Comma Sintonico: 4 quinte consecutive e acusticamente pure non possono dare la terza maggiore pura, si
forma il comma sintonico o maggiore o naturale:

Comma enarmonico: 3 terze maggiori consecutive e acusticamente pure non possono dare l’ottava. Nasce
il comma enarmonico:

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COME CALCOLARE IL COMMA

Comma pitagorico: A partire dal DO 3 della tastiera si percorrono le 12 quinte pure ascendenti. Si accordi
una quinta ascendente e una quarta discendente, ciò permette di rimanere all’interno della stessa ottava.
Una volta concluso il circolo delle quinte, l’ultima nota accordata dalla quinta SI#3 dovrebbe coincidere con
DO4.

Controllando l’ottava DO3-DO4, ci si rende conto che SI# è molto vicino al DO# e non al DO. Questa
differenza costituisce il comma pitagorico, ossia la differenza tra il SI# di quinta ed il DO di ottava.

Comma sintonico: a partire dal DO2 si accordano gli intervalli DO2-DO3, DO2-MI2, DO2-SOL2, RE2-SOL2,
RE2-LA2, MI2-LA2, MI2-FA2 e consideriamo l’ultima quinta. Il MI2 risulta tendenzialmente un FA. Se
controlliamo il MI di terza maggiore pura DO-MI con il MI di quinta pura, LA-MI, quest’ultimo è più alto. Il
comma sintonico è dato dalla differenza tra i due suoni omofoni.

Comma enarmonico: a partire dal DO2 accordiamo 3 terze maggiori pure, in questo caso SI#2 = do3
dell’ultima terza SOL#-SI# risulta essere più alto (quasi un DO#) dell’omofono DO3 ottenuto dall’ottava
DO2-DO3, la differenza tra questi due suoni ci dà il comma enarmonico.

Abbiamo anche lo scisma che è la differenza tra comma pitagorico e comma sintonico, indispensabile per
realizzare alcuni importanti temperamenti.

Scisma = comma pitagorico – comma sintonico

Modo di rappresentazione del sistema di accordatura:

La rappresentazione più comoda del ciclo delle 12 quinte è un cerchio suddiviso come un orologio, ove la
quinta pura sarà uno “0”, la quinta alterata o temperata con un numero intero o frazionato preceduto da
“+” o da “-“ indicante la proporzione di comma di cui la quinta sarà alterata rispetto al suo valore puro.

Temperamento Pitagorico con la “quinta del lupo” su FA(MI#)-DO

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Si nota che l’ultima quinta del ciclo è fortemente ridotta, di un comma pitagorico. Tale quita è detta “quinta
del lupo” o semplicemente “lupo”. L’intervallo di quinta rappresenta un’unità di misura e permette di
capire la qualità degli intervalli:

Il tono è formato da due quinte consecutive (DO-SOL e SOL-RE);

La terza maggiore è formata da 4 quinte consecutive. Le terze che contengono tutte quinte pure sono dette
pitagoriche, quindi più grandi delle terze contenenti le terze temperate;

Il semitono è formato da 7 quinte consecutive. I semitoni che contengono le quinte pure sono più grandi di
quelle che contengono la “quinta del lupo”.

Temperamento equabile

Nel temperamento equabile, il comma pitagorico è suddiviso in parti uguali per tutte le quinte. In questo
modo tutte le tonalità avranno lo stesso medesimo effetto sonoro. La terza maggiore è più piccola della
terza pitagorica di 1/3 (4/12) di comma pitagorico. Ne risulta che la terza pitagorica è più grande della terza
pura di 2/3 (8/12) di comma pitagorico meno 1 scisma.

Temperare significa dunque agire sulle quarte e sulle quinte in modo da variare gli intervalli. In un
temperamento quando si ha a che fare con le sole quinte allora si tratterrà il comma pitagorico, quando
invece si prenderanno in considerazione le terze si tratterrà il comma sintonico.

Nella pratica: se si vuole temperare una quinta ad 1/3, ad ¼ o 2/7 di comma, il segreto sta nella velocità dei
battimenti della quinta temperata, velocità che varia da un temperamento all’altro.

TEMPERAMENTI MESOTONICI

Storicamente, col termine mesotonico, si indicava un temperamento a terze maggiori pure con la
diminuzione delle quinte di ¼ di comma sintonico. Vi sono tuttavia temperamenti mesotonici a terze
maggiori più piccole delle pure a terze maggiori più grandi delle pure.

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Del primo gruppo fanno parte quei temperamenti la cui quinta è più piccola di 1/4 di comma sintonico. In
questo caso il numero frazionario sarà più piccolo e di conseguenza la gamma cromatica diventerà sempre
più disuguale.

Maggiore invece è la quinta, più grande sarà la terza. Le frazioni da 1/5 a 1/10 di comma sintonico tendono
verso il sistema temperato equabile. Tanto più la quinta tende verso il valore puro, tanto più la terza
maggiore tenderà verso il valore pitagorico, più grande, ricordiamo, del valore sintonico.

Per la realizzazione dei temperamenti mesotonici a terze maggiori non pure occorre innanzi tutto porre i
limiti entro cui inserire le quinte da temperare. Esistono dei procedimenti matematici - che qui non sto ad
illustrare, perchè non è la sede adatta - che dimostrano e confermano la bontà e la validità del metodo di
realizzazione.

Per esempio, per temperare ad 1/4 di comma bisogna accordare una terza maggiore pura (es. do-mi); per
temperare ad 1/5 di comma bisogna accordare una terza maggiore pura + una quinta pura (es. do-mi + mi-
si) e temperare le rimanenti 5 quinte; per temperare ad 1/6 di comma bisogna accordare una terza
maggiore pura + due quinte pure a (es. do-mi + mi-si + si-fa#) e temperare le restanti 6 quinte; etc… Una
volta ottenuta la quinta temperata si prende come modello di comparazione e si ottengono così le altre
quinte rimanenti.

TEMPERAMENTI TEDESCHI

I dati storici dimostrano che in Germania l’evoluzione verso il sistema “meno limitato” temperato è iniziato
abbastanza presto. Basta guardare il repertorio per capire che la direzione va verso la pluritonalità; questo
tipo di progresso lo si avverte sia nelle opere strumentali cembalistiche che organistiche.

Quando si parla di musica tedesca si pensa subito a Johann Sebastian Bach. È innegabile dunque che l’inizio
del 18° secolo sia segnato da soluzioni tendenti al sistema “ben temperato” che porteranno, nel corso dei
due secoli successivi, al temperamento equabile odierno vero e proprio.

La tendenza tedesca privilegia il comma pitagorico. Nelle varie accordature rappresentate si troveranno
anche gli schemi grafici di realizzazione. Le frecce di riferimento poste sul circolo delle quinte significano
“spostamento della quinta temperata”; alla freccia è corrisposto un numero romano entro un cerchio: il
numero sta ad indicare la tappa, o il passo, a cui corrisponde la spiegazione del metodo di realizzazione del
temperamento.

TEMPERAMENTI FRANCESI

In Francia l’evoluzione verso il sistema temperato inizia verso la fine del 17° secolo, periodo in cui dal
repertorio abbiamo le prime indicazioni. Fino a quel periodo si suonava con un temperamento mesotonico
puro. Ciò è valido sia per l’organo che per il clavicembalo.

Nel 18° secolo però l’organo rimane più radicato ai temperamenti mesotonici puri. Infatti, salvo alcune
eccezioni, il repertorio ci fornisce sempre tonalità gradevoli al sistema mesotonico. I compositori per
clavicembalo propongono invece delle modulazioni molto più azzardate e ardite e ciò dimostra la tendenza
verso un sistema più temperato.

I temperamenti francesi del 18° secolo devono realizzarsi nel modo meno schematico possibile, secondo il
“bon goût” (buon gusto) alla francese.

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La loro realizzazione, relativamente complessa a prima vista, richiede una notevole esperienza del concetto
dell’accordo.

È importante comprendere che il rapporto d’ingrandimento delle quinte, come si vedrà negli schemi, non è
mai specificatamente preciso. L’essenza risiede nell’ingrandimento progressivo dell’intervallo.

Si troveranno quinte quasi pure, da ingrandire progressivamente, con i segni 0+, 0++, etc…, oppure quinte
da restringere (0 -).

Nel risultato sonoro di ogni temperamento bisogna ritrovare lo spirito di questa musica. È un po’ come
affrontare le regole non scritte dell’interpretazione dell’ornamentazione e delle «notes inégales». Alcune
regole sono note ma per gli altri parametri non esistono modi precisi per determinare la grandezza della
quinta.

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