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Le scale
da Pitagora al temperamento equabile *
Tonalità e modalità
La tonalità è il complesso di suoni di una determinata
scala ordinati in rapporto ad uno principale, detto to-
nica, che dà il nome alla tonalità stessa.
________________________
* La presente tesi si avvale delle dispense del Prof. Tarrini
111
Nella pratica musicale del ’500 venivano però usati solo 5
modi (e non gli 8 + 4 del Glareano): si impiegavano cioè
solo modi “autentici”, che tendono ad avere la dominante al
5° grado. Dei 4 modi aggiunti dal Glareano solo due sono
utilizzati: il modo di La (il nostro La minore naturale) e
il modo di Do (il nostro Do maggiore).
112
Riduzione dei modi/Aumento dei toni
113
Il voler assegnare ad un fatto scientifico, ossia al feno-
meno dei suoni armonici (scoperti qualche secolo dopo
l’avvento del sistema tonale), la base fisica della tonali-
tà è un grosso equivoco: la teoria degli armonici ha un
fondamento acustico, non estetico, cioè non atto a legit-
timare la “naturalità” di un sistema musicale. La tonalità
infatti, non ha un fondamento fisico, ma estetico, anche se
la sua affermazione coincide con l’accettazione della con-
sonanza in relazione a combinazioni di suoni caratterizzate
da determinati rapporti semplici1. Che poi, dopo qualche
secolo, questi rapporti siano stati riscontrati uguali a
quelli ricavabili dalla serie degli armonici è tutt’altro
discorso, che non muta la storia degli eventi, anche se
conferma scientificamente la validità di un principio teo-
rico.
1
E’ significativo ricordare a questo proposito che quando Schoenberg
nel suo itinerario espressionista giunse alla negazione della tonalità
e al suo superamento, rifiutò la definizione di atonale: “Atonale -
scrisse lo stesso musicista - può significare soltanto qualcosa che
non corrisponde alla natura del suono, per cui ho raccomandato che si
dia il termine pantonale...Con questo si vuol significare: la relazio-
ne reciproca di tutti i suoni senza far caso agli incontri occasiona-
li, assicurata dalla circostanza di una origine comune... Dal momento
che la tonalità non è una condizione imposta dalla natura, è privo di
significato insistere sul fatto di conservarla per legge naturale”.
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L’intervallo
Qualsiasi sistema musicale si distingue per la scelta e
l’uso degli intervalli, ossia dei rapporti di altezza fra i
suoni che costituiscono la scala.
L’intervallo è la differenza di altezza fra due suoni; la
proporzione è il rapporto relativo fra le altezze stesse.
L’intervallo tra due suoni viene espresso mediante il rap-
porto tra le frequenze o tra le lunghezze delle due corde
(o colonne d’aria) vibranti emettenti i due suoni, ad esem-
pio:
115
I logaritmi
116
I cents di Ellis
Es:
Quinta + Quarta = Ottava (3/2 x 4/3 = 2/1)
cents 701,955+ 498,045 = 1200
12
2 = 1,0594631 cents 1200 : 12 = 100
La scala greca
Fu introdotta da Pitagora di Samo, il grande filosofo, fi-
sico e matematico vissuto fra il 582 a.C. e il 496 a.C. Pi-
tagora è considerato l'inventore del monocordo.
Il monocordo è costituito da una cassa di risonanza su cui
si può tendere una corda e variarne con pesi la tensione e
per mezzo di un ponticello mobile la lunghezza della parte
vibrante.
Sul monocordo Pitagora condusse i suoi studi acustici. La
scala pitagorica si basa sul cosiddetto “ciclo delle quin-
te”, sul valore cioè dato all'intervallo di quinta, fissato
nel rapporto di 3/2.
Partendo dal do, si avrà la seguente situazione:
2
Il log in base 2 si calcola, a sua volta, con la seguente formula generale. Dato x = (A/B) e considerato
Log come logaritmo in base 10: Log x : Log 2
117
Ricordando ora che il rapporto di ottava è 2, per far rien-
trare tutti i suoni nell'ambito dell'ottava, basterà divi-
dere i vari rapporti per 2 o per multipli di 2 in base al
numero di ottave di spostamento.
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(5/4). Didimo, grammatico e matematico alessandrino nato
nel 63 a.C., nel trattato Harmonica sostenne la validità
delle tesi di Pitagora e condusse ricerche sui rapporti in-
terni al tetracordo.
Scala pitagorica
Nota Frazioni Rapporti decimali Cent
DO 1 1 0
reb 256/243 1,0535 90
do # 2187/2048 1,0678 114
RE 9/8 1,125 204
mi b 32/27 1,185 294
re # 19683/16384 1,2013 318
fa b 156/125 1,248 384
MI 81/64 1,2656 408
FA 4/3 1,333 498
mi # 2703/2000 1,3515 522
sol b 1024/729 1,404 588
fa # 729/512 1,423 612
SOL 3/2 1,5 702
la b 128/81 1,5802 792
sol # 6561/4096 1,6018 816
LA 27/16 1,6875 906
si b 16/9 1,777 996
la # 901/500 1,8020 1020
do b 4096/2187 1,8728 1086
SI 243/128 1,8984 1110
DO 2 2 1200
Osservazioni
119
Vita e impiego della scala pitagorica
120
conseguente nuova armonia.
Ma perché il nome di scala dei rapporti semplici? Per affi-
nità con il concetto matematico (e geometrico) di rapporto
semplice, che nel nostro caso indica non soltanto la sem-
plicità dei rapporti frazionari relativi alle consonanze
che sono alla base di questo sistema, ma anche a quella dei
rapporti tra le frazioni stesse.
Va qui osservato che ancora prima della vera e propria
“scoperta” del fenomeno acustico dei suoni armonici conco-
mitanti i teorici erano arrivati per via matematica a sta-
bilire gli intervalli “naturali”. È stato infatti accertato
che quanto più il rapporto tra le lunghezze di corde vi-
branti è semplice, tanto più “gradevole” risulta al nostro
orecchio l’unione dei due suoni.
Teorico e musicista veneziano, allievo di Willaert e a sua
volta maestro di Vincenzo Galilei, Giovanni Maria Artusi,
Giovanni Croce e Claudio Merulo, Zarlino ha lasciato alcuni
trattati di notevole importanza: spiccano le Istitutioni
harmoniche del 1558 e le Dimostrazioni harmoniche del 1571.
Prima di Zarlino, altri teorici avevano cercato una solu-
zione al problema della scala (ad esempio il già citato Ar-
chita); spetta, tuttavia, a Zarlino il merito di aver tira-
to le somme, giungendo ad una scala che ha soddisfatto le
esigenze musicali fino ai tempi di J.S.Bach.
Ma vediamo come funziona la scala naturale, della quale so-
no riportati i valori nella tabella alla pagina seguente.
Zarlino è partito dalle consonanze perfette di ottava, di
quinta, di quarta e di terza maggiore, i cui valori, noti,
sono rispettivamente, 2/1, 3/2, 4/3 e 5/4.
Lavorando sulle diverse lunghezze delle corde usate, il te-
orico veneziano ha poi trovato le proporzioni dei corri-
spondenti intervalli ed ha stabilito i rapporti fra i sin-
goli suoni compresi in un'ottava. Zarlino ha così ricavato
i seguenti valori:
SOL-FA
tono grande: 3/2 (5°): 4/3 (4°) = 9/8
FA-MI
2a min.diatonica: 4/3(4°):5/4(3° magg.) = 16/15
DO-RE
tono grande (sovrapp. di due 5°): 3/2 x 3/2 x 1/2 = 9/8
RE-MI
tono piccolo (3° - Tono grande): 5/4 : 9/8 = 10/9
SOL-LA
tono piccolo (analogo a Re-Mi) = 10/9
LA-SI
tono grande = 9/8
SI-DO
seconda minore diatonica = 16/15
121
E' interessante notare la presenza di due tipi di tono, uno
piccolo e uno grande, conseguenza della scomposizione del-
l'intervallo di terza maggiore. Le alterazioni cromatiche
della scala naturale (diesis e bemolle) derivano dal rap-
porto che intercorre tra la terza maggiore e la terza mino-
re che, nella scala diatonica, troviamo, ad esempio, ri-
spettivamente fra DO- MI e MI-SOL. Otteniamo quindi:
Scala pitagorica
Scala zarliniana
122
Scala naturale
Nota Frazione Rapporti decimali Cent*
DO 1 1 0
do # 25/24 1,0416 70
- 16/15 1,0666 112
re b 27/25 1,0800 134
RE 9/8 1,1250 204
re # 75/64 1,1718 274
mi b 6/5 1,2000 316
MI 5/4 1,2500 386
fa b 32/25 1,2800 428
mi # 125/96 1,3020 456
FA 4/3 1,3333 498
fa # 25/18 1,3888 568
sol b 36/25 1,4400 632
SOL 3/2 1,5000 702
sol # 25/16 1,5625 772
la b 8/5 1,6000 814
LA 5/3 1,6666 884
la # 125/72 1,7361 954
si b 9/5 1,8000 1018
SI 15/8 1,8750 1088
do b 48/25 1,9200 1130
si # 125/64 1,9531 1158
DO 2 2,0000 1200
N.B. Il rapporto 16/15 indica la seconda minore
diatonica piccola
* I valori espressi in cent sono approssimati.
Come si leggerà più sotto, i semitoni hanno in-
fatti ampiezza diversificata. Tuttavia la loro oscillazione
è minore di 1 cent, quindi in generale trascurabile.
Osservazioni
La nuova scala si differenzia dalla prima per il tipo di
tono:
tono grande 9/8 = 1,125
tono piccolo 10/9 = 1,111
123
Volendo suddividere i toni in semitoni (trasformando quindi
la scala diatonica in cromatica) si ottiene:
• il tono grande o seconda maggiore grande (9/8) si
suddivide in:
- semitono diatonico (16/15, intervallo che già
conosciamo);
- semitono cromatico grande (135/128);
• il tono piccolo o seconda maggiore piccola (10/9) si
suddivide in:
- semitono diatonico (16/15);
- semitono cromatico piccolo (25/24);
124
in cui si scompone il tono grande (es. Do# e Reb).
Notiamo che l’intervallo di terza maggiore (5/4) si trova
tra le note Do-Mi, Fa-La e Sol-Si; la terza minore (6/5)
tra Mi-Sol, La-Do e Si-Re; la quinta giusta (3/2) tra Do-
Sol, Mi-Si, Fa-Do, Sol-Re e La-Mi; la quarta giusta (4/3)
tra Do-Fa, Re-Sol, Mi-La, Sol-Do e Si-Mi.
La quinta Re-La non è giusta, ma è più “stretta” di un com-
ma sintonico ed è espressa dalla frazione 40/27:
LA 5/ 3 5 8 40
= = x =
RE 9 /8 3 9 27
125
Il temperamento
126
quinte ne accorciamo una di un comma sintonico, allora ot-
teniamo la terza giusta ma abbiamo questa quinta (Re-La)
talmente scarsa (40/27) che risulta insopportabile (B).
Nessuna delle due soluzioni è soddisfacente, risultando sia
l’aumento di un comma della terza maggiore (A), sia la di-
minuzione di un comma della quinta (B) pressoché inaccetta-
bili all’orecchio.
Nel Medioevo si propende per la prima soluzione (A), cioè
le quinte pure del sistema pitagorico. Dal Rinascimento in
poi, con lo svilupparsi dell’armonia, l’interesse si spo-
sterà invece sull’intervallo di terza (B).
127
È interessata solo Sono interessate Sono interessate
una quinta due quinte (Foglia- tutte e quattro le
no 1529) quinte nella stessa
misura
128
inoltre possono essere:
129
Nel considerare gli antichi tipi di accordatura e di tempe-
ramento (in particolare quello mesotonico) è necessario li-
berarci da un’abitudine a cui ci ha indotti il moderno u-
suale temperamento: quella di pensare che tutti i suoni e
tutti gli intervalli possano essere espressi mediante i 12
suoni rappresentati dai tasti in cui si suddivide l’ottava
nei normali strumenti a tastiera.
I dodici tasti tradizionali (che nella loro forma e nel lo-
ro ordinamento rispecchiano la graduale evoluzione della
tastiera, limitata dapprima alla scala diatonica, poi ar-
ricchita di tasti “intermedi” per i suoni cromatici) non
rappresentavano per gli antichi che una scelta dei suoni
più usuali.
Oltre ai suoni della scala diatonica corrispondenti ai ta-
sti “bianchi”, venivano normalmente scelte per i tasti “ne-
ri” le seguenti note cromatiche: Do#, Mib, Fa#, Sol#, Sib.
130
I tasti “spezzati”
Non mancano tuttavia esempi di allargamento dei limiti
stessi, aumentando il numero dei tasti. L’aggiunta più fre-
quente è quella delle note Re# e Lab; essa veniva effettua-
ta “spezzando” in due parti i tasti “neri” tra Re-Mi e Sol-
La: una metà serviva rispettivamente per le note Re# e
Sol#, l’altra per le note Mib e Lab. Tastiere eccezionali
potevano raggiungere il numero di 19 o addirittura di 31
tasti per ottava.
Il temperamento equabile
131
La scala temperata
Nota Rapporti decimali Cent
DO 1 0
do# = re b 1,05946 100
RE 1,12246 200
re# = mi b 1,18921 300
MI = fa b 1,25993 400
FA = mi# 1,33485 500
fa# = sol b 1,41421 600
SOL 1,49831 700
sol# = la b 1,58740 800
LA 1,68180 900
la# = si b 1,78181 1000
SI 1,88776 1100
DO 2 1200
132
È normale abitudine oggi riservare il termine di tempera-
mento equabile esclusivamente al temperamento oggi in vigo-
re (diminuzione delle quinte di 1/12 di comma pitagorico
con conseguente suddivisione dell’ottava in dodici semitoni
uguali) definendo inequabili tutti gli altri tipi di tempe-
ramento. Ciò è pertinente se si riferisce il termine alla
divisione dell’ottava in dodici parti. Riferendo il termine
al temperamento degli intervalli, va sottolineato che i ti-
pi di accordatura per quinte giuste pure; con terze maggio-
ri pure; con quinte e terze maggiori temperate, vanno
anch’essi considerati equabili, essendovi infatti alterati
allo stesso modo tutti gli intervalli temperati.
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Frequenze Hz Pitagorica Naturale Temperata Cent
261,6 DO DO DO 0
272,5 Do# 70
275,6 Reb 90
277,2 Do# = reb 100
279,4 Do# 114
282,6 Reb 134
293,4 RE 200
294,3 RE RE 204
306,6 Re# 274
310,1 Mib 294
311,1 Re# = mib 300
313,9 Mib 316
314,3 Re# 318
Fab 384
327 MI 386
329,6 MI=fab 400
331,1 MI 408
Fab 428
Mi# 456
348,8 FA FA 498
349,2 FA=mi# 500
Mi# 522
363,4 Fa# 568
367,3 Solb 588
370 Fa#=solb 600
372,3 Fa# 612
376,7 Solb 632
392 SOL 700
392,4 SOL SOL 702
408,8 Sol# 772
413,4 Lab 792
415,3 Sol# = lab 800
418,7 Lab 814
419,1 Sol# 816
436 LA 884
440 LA 900
439,9 LA 906
454,2 La# 954
465,1 Sib 996
466,2 La#=sib 1000
470,1 Sib 1018
471,4 La# 1020
Dob 1086
490,5 SI 1088
493,8 SI 1100
496,6 SI 1110
Dob 1130
Si# 1158
523,3 DO DO DO 1200
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