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Bemolle ♭ Bequadro ♮ Diesis ♯

Musica greca

È alla base di ogni sistema musicale in quanto la scala greca (o pitagorica) è stata la prima ad essere stata
costruita. Era basata sui tetracordi: 4 suoni discendenti di cui gli estremi erano fissi, mentre gli intervalli
interni potevano variare definendo tre generi:

Diatonico: T, T, S Cromatico: T+S, S, S Enarmonico: 2T, 1/4 T, 1/4 T

LA SOL FA MI LA FA♯ FA♮ MI LA FA FA♭ MI

Nel genere diatonico si riconoscono tre modi a seconda della posizione del semitono:

dorico (o modo di MI) frigio (o modo di RE) lidio (o modo di DO).

MI RE DO SI RE DO SI LA DO SI LA SOL

Le scale venivano chiamate armonie ed erano costituite da due tetracordi discendenti. Il sistema si riduceva
a 7 scale:

1. Dorica MI RE DO SI LA SOL FA MI
2. Frigia RE DO SI LA SOL FA MI RE
3. Lidia DO SI LA SOL FA MI RE DO
4. Misolidia/Iperdorica SI LA SOL FA MI RE DO SI
5. Ipodorica/Iperfrigia LA SOLA FA MI RE DO SI LA
6. Ipofrigia/Iperlidia SOL FA MI RE DO SI LA SOL
7. Ipolidia/Ipermisolidia FA MI RE DO SI LA SOL FA

Abbassando o innalzando di una quinta la nota finalis si ottenevano le hypoarmonie e le hyperarmonie.

Il tetracordo poteva essere collegato in 2 modi:

 Con una unica nota comune chiamata synafé: l’unione di questi tetracordi veniva definito tetracordo
congiunto LA SOL FA MI RE DO SI
 Tetracordi disgiunti da un intervallo di un tono chiamato diaxéusis o tono disgiuntivo

SOL FA MI RE DO SI LA SOL

Il sistema scalare era detto Teleion diatonico o perfetto maggiore. Corrispondeva a 2 tetracordi centrali divisi
dall’intervallo di un tono, 2 tetracordi congiunti di cui uno superiore, detto tetracordo dai suoni acuti, e uno
inferiore, detto tetracordo dei suoni gravi.

LA SOL FA MI RE DO SI LA SOL FA MI RE DO SI LA
Suoni acuti Suoni disgiunti Suoni medi Suoni gravi γ

In totale erano 14 suoni, con l’aggiunta del proslambanomenos (o γ) finale.

Il sistema scalare perfetto minore partiva dal tetracordo dei suoni medi a cui si aggiungevano 2 tetracordi
congiunti, uno superiore e uno inferiore

RE DO SI♭ LA SOL FA MI RE DO SI LA
Suoni acuti Suoni intermedi Suoni gravi γ

Il sistema maggiore è il sistema minore insieme era detto sistema perfetto immutabile.
I nomi dei suoni della scala sono tratti da quelli delle corde della lira e sono:

Nete (corda più acuta) Mese (corda media)

Paranete (vicina all’acuta) Licanos (toccata dall’indice)

Trite (terza corda) Parahypáte (prossima alla grave)

Paramese (prossima alla media) Hypáte (grave)

Il genere cromatico: MI DO♯ DO♮ SI | LA FA♯ FA ♮ MI

Il genere enarmonico: MI DO≠ DO♮ SI | LA FA≠ FA ♮ MI

Intervalli musicali e sistemi di misura

L'intervallo musicale è la differenza di altezza tra due suoni la cui grandezza è rappresentata dal rapporto tra
le due frequenze. Numerosi sono stati i sistemi di misurazione degli intervalli e molto spesso troppo
complicati. Tra i vari sistemi per misurare gli intervalli, si è affermato il sistema dei cent, inventato e prodotto
da Alexander Ellis nel 1890.

Il cent è un minuscolo intervallo che divide l'ottava in 1200 particelle proporzionali. Il nostro sistema musicale
adopera la scala temperata divisa in 12 intervalli chiamati semitoni. Il semitono non può misurare altri
sistemi, se non l'ambito della nostra scala. Il cent può misurare invece qualsiasi intervallo antico o moderno:
il suo valore è così piccolo da essere al di sotto della soglia differenziale dell'altezza del campo di udibilità
dell'orecchio umano. Il cent equivale alla centesima particella del semitono temperato.

Alla base di tutte le misurazioni abbiamo l'intervallo di ottava, che è l'ambito entro cui sono state costruite
tutte le scale musicali e dal punto di vista fisico corrisponde al doppio della frequenza. Ciò vuol dire che per
passare da una frequenza alla sua superiore il rapporto da applicare è 2/1. L'ottava superiore corrisponde al
doppio della frequenza, quella inferiore alla metà della frequenza.

La scala è alla base di ogni sistema musicale, è costituita da una serie di note corrispondenti a suoni di altezza
progressiva i cui intervalli derivano da una preordinata divisione degli intervalli. Le note si ripetono con gli
stessi intervalli nelle varie ottave.

Nell'ambito storico del sistema musicale occidentale incontriamo in ordine di tempo: la scala greca (o
pitagorica), la scala zarliniana (o naturale), la scala temperata (o a divisione equalizzata). Queste scale si
differenziano per la grandezza degli intervalli all'interno del sistema di ottava.

Scala pitagorica

La scala pitagorica è costruita con l'impiego del monocordo in base alla legge fisica della proporzionalità tra
la lunghezza della corda oscillante e la frequenza del suono risultante. Si deve pensare che all'epoca di
Pitagora i termini fisici come oggi sono intesi non potevano essere conosciuti, per cui i rapporti di altezza
venivano dedotti misurando le lunghezze che dovevano avere le corde e i tubi sonori per dare al suono
l'altezza voluta.

La scala greca è basata sul rapporto di 3/2 che sappiamo corrispondere all'intervallo di quinta giusta
(determinato dalla successione del 2 e 3 armonico). Pitagora fissò una scala di sette suoni ancora oggi valida,
salvo il suo temperamento.
Temperare dal latino significa moderare, distribuire in giusta misura. L'organizzazione dei sistemi scalare
nasce dalla necessità di accordar la libertà della voce con la fissità intervallare degli strumenti musicali.

Il sistema pitagorico è basato sulla successione di quinte. Stabilito il primo intervallo secondo il rapporto di
3/2 prendendo come suono fondamentale DO; si procede col sovrapporre al SOL un altro rapporto di 3/2 che
ci farà incontrare il RE e così via. Il sistema è fondato sulla sovrapposizione di un unico intervallo per ricavare
gli altri: si dice partitivo indiretto. Si dice partitivo perché il numero degli intervalli è deciso a priori.

Intervallo Rapporto Cent


DO-DO 1/1 0
DO-RE 3/2*3/2:1/2=9/8 204 Partendo da DO: DO-SOL, SOL-RE
DO-MI 81/64 408 Partendo dal RE: RE-LA, LA-MI
DO-FA 4/3 498 Quarta di DO legata da un rapporto semplice 4/3
DO-SOL 3/2 702 Legata al rapporto 3/2
DO-LA 27/16 906 Partendo dal SOL: SOL-RE, RE-LA
DO-SI 243/128 1110 Partendo dal LA: LA-MI, MI-SI
DO-DO 2/1 1200

La scala pitagorica è formata da cinque toni e due emitoni o limma. Le consonanze greche erano ridotte ai
soli intervalli di IV, V, VIII. Gli intervalli di III e VI erano considerati dissonanti, perché per la progressione delle
quinte provocava un graduale allungamento degli intervalli. Nella progressione pitagorica, man mano che si
procede, l'eccedenza si fa sempre più accentuata.

Procedendo nella costruzione di quinte, oltre il SI si troveranno tutte le note con i diesis: FA DO SOL RE LA MI
SI. Se si procede per modo inverso partendo dal FA, otterremo tutte le note con i bemolli: SI MI LA RE SOL
DO FA.

Traponendo questi suoni nell'ambito di un'ottava e disponendoli insieme a quelli diatonici secondo una
successione crescente di frequenza, si ottiene la seguente scala:

DO SI♯ RE♭ DO♯ RE MI♭ RE♯ FA♭ MI MI♯ SOL♭ FA♯ FA MI♯ SOL♭ FA♯ SOL LA♭ SOL♯ LA SI♭ LA♯ DO♭ SI DO

Tra MI-FA e SI-DO c'è un intervallo di emitono. Notiamo che il DO è seguito da SI♯ RE♭ DO♯. Nel sistema
pitagorico il SI♯ è più acuto del DO. L'eccedenza del SI♯ sul DO è chiamata comma pitagorico o comma
diatonico: è 1/8 del tono temperato e corrisponde a 24 cent.

Da ciò deriva che in questo sistema tale eccedenza comporta che il circolo delle quinte pitagorico non si
chiude mai e nelle coppie DO♯-RE♭, MI♭-RE♯, FA♭-MI♭, SOL♭-FA♯ il secondo suono è più acuto del primo e tra
loro intercorre l'intervallo di comma pitagorico.

Il tono pitagorico è composto da tre parti: DO-RE♭, RE♭-DO♯, DO♯-RE

Le due parti estreme vengono chiamate limma o emitono e misurano 90 cent; quello centrale è detto comma
pitagorico e misura 24 cent.

Modi gregoriani

Il sistema temperato greco che ha avuto vita bimillenaria cade in disuso poco a poco con il progredire della
polifonia che è l'affermazione dei modi gregoriani.

La teoria medievale deriva da quella greca, impiegando 8 modi che riportavano la stessa nomenclatura del
sistema greco. I modi gregoriani non coincidono con le armonie greche.
La musica europea fino a tutto il Rinascimento si fonda su una sensibilità detta modale in contrapposizione a
quella moderna tonale. Nella modalità i suoni sono più autonomi e non subordinati tra di loro come nella
tonalità. Punto di riferimento è la finalis (nota con cui si conclude il pezzo). Il settimo grado dista il più delle
volte un tono dalla finalis e quindi gli manca quella carica che ha la sensibile. La repercussio (o tenor o nota
di recita o tuba), di solito una quinta sopra la finalis, è esente da quel forte slancio verso la tonica, tipico della
dominante. Le melodie di solito si nuovo all'interno di un'ottava, chiamato ambitus.

I modi gregoriani possono essere costruiti su qualsiasi suono, come i nostri modi maggiore e minore.

La repercussio si trova una quinta sopra la finalis nei modi autentici e una terza sopra nei modi plagali. Fanno
eccezione il 3° modo autentico e il relativo 4° e 8° modo plagale, in cui era spostata per evitare le finte relazioni
di tritono. Nel XVI secolo, Glareanus porta a 12 modi aggiungendo il modo di LA (o eolico) con il relativo
plagale ipoeolico, e il modo di DO (o ionico) con il relativo plagale ipoionico. Questi modi autentici sono la base
della tonalità.

1. Modo dorico (di RE) RE MI FA SOL LA SI DO RE semitoni tra 2-3 / 6-7


2. Modo ipodorico (di LA) LA SI DO RE MI FA SOL LA
3. Modo frigio (di MI) MI FA SOL LA SI DO RE MI semitoni tra 1-2 / 5-6
4. Modo ipofrigio (di SI) SI DO RE MI FA SOL LA SI
5. Modo lidio (di FA) FA SOL LA SI DO RE MI FA semitoni tra 4-5 / 7-8
6. Modo ipolidio (di DO) DO RE MI FA SOL LA SI DO
7. Modo misolidio (di SOL) SOL LA SI DO RE MI FA SOL semitoni tra 3-4 / 6-7
8. Modo ipomisolidio (di RE) RE MI FA SOL LA SI DO RE

Dal 1547:

9. Modo eolio/eolico/cantus mollis LA SI DO RE MI FA SOL LA semitoni tra 2-3 / 5-6


10. Modo ipoelio MI FA SOL LA SI DO RE MI
11. Modo ionio/ionico/cantus durus DO RE MI FA SOL LA SI DO semitoni tra 3-4 / 7-8
12. Modo ipoionio SOL LA SI DO RE MI FA SOL

13.Modo locrio semitoni tra 1-2 / 4-5

Nel tardo XVI secolo, ci si concentrò su 7 modi: dorico, frigio, Lidio, misolidio, ionico, eolio, locrio.

Il modo ionico può essere situato ponendo la finalis sul I grado della scala maggiore.

Il modo dorico può essere situato ponendo la finalis sul II grado della scala maggiore.

Il modo frigio può essere situato ponendo la finalis sul III grado della scala maggiore.

Il modo lidio può essere situato ponendo la finalis sul IV grado della scala maggiore.

Il modo misolidio può essere situato ponendo la finalis sul V grado della scala maggiore.

Il modo eolico può essere situato ponendo la finalis sul VI grado della scala maggiore.

Il modo locrio può essere situato ponendo la finalis sul VII grado della scala maggiore.

Il sistema modale fu proprio dei modi gregoriani, derivati da papa Gregorio Magno al quale si attribuiva la loro
creazione. La chiesa medievale diede vita ad un gran numero di espressioni artistiche, dalla costruzione di
cattedrali all'utilizzo del canto gregoriano, cantato esclusivamente dai monaci.

Il canto georgiano fa parte dei riti d'obbligo per la celebrazione liturgica. Abbiamo due modi per cantare:
sillabico (una nota per ogni sillaba) o melismarico (più note per ogni sillaba).

I modi erano ascendenti e si dividevano in 4 autentici e 4 plagali. Ogni modo autentico aveva il relativo plagale
(che si ottiene scendendo di una quarta rispetto alla prima nota della scala detta finalis).

Ave Maria, offertorio per la IV domenica d’avvento – canto gregoriano


Il canto in questo caso ha funzione di lettura ornata del testo liturgico. Alcune sillabe vengono allungate con
melismi, il ritmo della lettura è fluido. Il gregoriano non è basato sulla pulsazione e sul metro. Le sillabe finali
di ogni frase si appoggiano sulla nota SOL, tale nota è detta finalis. I melismi compaiono nelle parole Ave,
Maria, Dominus. È un canto monodico: una linea melododa si contrappone alla polifonia.

La polifonia era un modo per rendere più ornato il canto gregoriano, che di per sé era rigorosamente monodico.
All'inizio abbiamo canto monodici che procedevano per 5a e 8 a. Dopo il 1000 cominciarono a procedere i moti
vari consonanti i e dissonanti. Nel XII secolo il centro della scuola polifonica era la cattedrale di Notre dame.
Tra i generi polifonici principali c'erano il mottetto e il conductus.

Il conductus (monodico) accompagnava gli spostamenti del sacerdote. Le voci erano create dal compositore.
Nel mottetto, la voce principale alla quale si sovrapponevano il duplum, triplum e quadruplum al tenor, una
voce preesistente.

Aq in die salutari

A differenza del precedente ascolto, questo brano è basato sulla pulsazione regolare in metro ternario. Le
sillabe sono cantate sempre una breve e una lunga. Tutta la prima parte è caratterizzata da 2 voci. Tutta la
prima parte è caratterizzata da due voci e alla fine di ogni frase le voci si fermano sullo stesso intervallo di 5a
(SOL-RE). LE voci cantano on omoritmia. Quando il brano si ripete, entrano le voci maschili e gli strumenti
musicali.

Locus iste - duplum Leoninus

Sono due line melodiche che si muovono insieme. Quella inferiore è il tenor di derivazione gregoriana, ridotta
a poche note molto distanti tra loro. Quella superiore, melismatica, esegue molte note sulla sillaba del tenor.

Dal XII al XIV secolo la musica è in divenire: è una specie di filosofia, di scienza astratta, tanto da essere
accostata alle arti del quadrivio che comprendeva aritmetica, geometria e astronomia. Non si deve quindi
ricercare nella musica del Medioevo l’aspetto artistico, l’espressione o il sentimento, ma l’elemento matematico.

Con l’Ars Nova, vengono abbandonati i suoni tenuti lunghi r di usano quelli brevi che creano dei ritmi difficili e
complessi. Le durate saranno divise anche per due, non solo per tre come veniva nell’Ars Antiqua in onore
della trinità.

Super flumina babilonis – G. P. da Palestrina, 1581

Il mottetto è a 4 voci e viene usata la tecnica dell'imitazione, che nella polifonia del 1500 valorizza al massimo
la parola. Si ha un tale rispetto della parola che tutte le voci devono cantare tutto il testo senza sovrapporsi.
Nella polifonia precedente al compositore, interessava più l’andamento orizzontale che quello verticale. Ogni
voce aveva un andamento particolare e poco importava se camminando le voci si urtassero.

Sistema zarliniano

Il sistema zarliniano è basato sulla successione naturale delle armoniche. La sua trattazione è attribuita già al
I secolo a.C. a Didimo e anche a Tolomeo intorno al 161 d.C. Ma in effetti il teorico che ha applicato il sistema
e ha scritto un trattato su di esso è Gioseffo Zarlino. Scrive le Istituzioni armoniche nel 1558, dove oltre a
determinare i suoni della scala diatonica, rivaluta la terza e la sesta come consonanze seppure ritenute
imperfette.

La 3a maggiore e la 3a minore e quindi il rapporto 3/2 di 5a giusta sono considerati gli elementi fondamentali
del sistema naturale. La scala zarliniana o naturale è basata sui rapporti dei suoni dell’accordo perfetto
maggiore nella successione naturale degli armonici.

DO DO

Con i rapporti che intercorrono tra i suoni di questo accordo è possibile stabilire 3 accordi di questo tipo: 1°
sul I grado della scala (DO-MI-SOL), l’altro sulla 5a superiore (SOL-SI-RE) e il terzo sulla 5a inferiore (FA-LA-DO).
Con questi rapporti è possibile ricavare i valori progressivi dei gradi della scala diatonica.
Intervallo Rapporto
Unisono giusto DO-DO 1/1
Seconda maggiore DO-RE 9/8
Terza pura maggiore DO-MI 5/4
Quarta pura giusta DO-FA 4/3 (Inverso 5 a)
Quinta pura giusta DO-SOL 3/2
Sesta maggiore DO-LA 5/3 (Rivolto 3a minore)
Settima maggiore DO-SI 15/8
Ottava giusta DO-DO 2/1

Questa scala eliminava alcune difficoltà di intonazione della scala greca ma ne presentava altre: differenza di
tono grande (DO-RE, rapporto di 9/8) e tono piccolo (RE-MI, rapporto 10/9).

DO RE MI FA SOL LA SI DO
9/8 10/9 16/15 9/8 10/9 9/8 16/15

È possibile calcolare l’intervallo che c’è tra ogni grado della scala con quello precedente dividendo il rapporto
del grado con quello che lo precede.

La differenza tra il tono grande e il tono piccolo veniva chiamato comma di Didimo o comma sintonico ed era
leggermente più piccolo del comma pitagorico o ditonico.

Successivamente si passa dal sistema naturale al sistema mesotonico. Si tratta di un’operazione di


bilanciamento tra il tono grande e il tono piccolo. Questo suono, chiamato tono medio.

Il tono grande, pari a 204 cent, e il tono piccolo, pari a 182 cent, il tono medio pari a 193 cent. Il
temperamento mesotonico portava quindi a distribuire equamente il comma sintonico tra le quattro quinte
pitagoriche ‘temperandole’.

La scala mesotonica contiene 5 semitoni cromatici mesotonici e 7 semitoni diatonici mesotonici. La scala
cromatica consentiva composizioni di modo maggiore impostate sulle tonalità SI♭, FA, DO, SOL, RE, LA.
Consentiva nelle scale minori l’utilizzo di SOL, RE, LA.

Le limitazioni imposte dall’accordatura mesotonica dalla ininterscambiabilità tra ♯ e ♭ alla restrizione degli
impianti sonori utilizzati non andavano verso l’aspirazione crescente di utilizzare un più ampio universo
sonoro.

L’ostacolo da superare era quello della parificazione tra semitono cromatico e semitono diatonico ovvero la
divisione in parti uguali del tono. Questo è quello che il nuovo sistema di accordatura a poco a poco sostituirà
il temperamento mesotonico e andrà a configurarsi con il nuovo temperamento equabile.

Sistema temperato equabile

Il punto di partenza di questo temperamento è la suddivisione dell’ottava in 12 semitoni di uguale grandezza.


Il temperamento equabile parifica tutti i punti dello spazio sonoro così che la triade do-mi-sol dà la stessa
risposta acustica delle triadi fa♯-la♯-do♯ o re♭-fa-la♭. Inoltre, diviene legittimo ogni tipo di scambio
enarmonico.

Dal punto di vista dell’ampiezza dell’intervallo non vi è più la distinzione tra semitono diatonico e cromatico,
cosicché il ♯ è enarmonicamente uguale al ♭.

La scala dodecafonica temperata deriva dalla divisione dell’ottava in 12 parti uguali, corrispondente a quello
che si dice semitono temperato.
Intervallo del sistema tonale

L’elemento base dell'armonia, indica la distanza tra due suoni. Può essere armonico, se i suoni sono emessi
contemporaneamente, o melodico, se i suoni vengono emessi in successione.

Gli intervalli sono tratti da suoni della scala. Nel sistema equabile la scala è chiamata diatonica e ce ne sono
4 tipi e la differenza è data dalla disposizione dei semitoni

Maggiore: semitono tra III e IV grado e tra VII e VIII

Minore naturale: semitono tra II e III grado e tra V e VI

Minore melodica: semitono tra II e III grado, un tono più un semitono tra VI e VII, semitono tra VII e VIII

Minore armonica: semitono tra III e IV grado e tra VII e VIII

Nel temperamento equabile oltre alla scala diatonica si ha la scala cromatica che comprende tutte le altezze
del sistema: 5 semitoni cromatici e 7 diatonici. Le scale diatoniche comprendono:

15 scale maggiori 15 scale minori armoniche

15 scale minori naturali 15 scale minori melodiche

In tutto 60 scale. I 7 suoni della scala sono chiamati gradi e vengono indicati con i numeri romani e la stessa
successione di toni e semitoni il cui ordine è definito dal circolo delle quinte. La sottotonica la troviamo nella
scala minore naturale e in quella melodica discendente.

Classificazione degli intervalli

o Giusto, perché hanno lo stesso numero di toni e semitoni nella scala maggiore e minore UNISONO,
QUARTA, QUINTA, OTTAVA
o Nella scala maggiore tutti gli intervalli saranno o maggiori o giusti
o Se l'intervallo supera l'ottava di dice composto ma si definisce come intervallo semplice
o Per i suoni enarmonici risulta che suonando due suoni diversi sulla carta risultano uguali se suonati
o Gli intervalli consonanti sono gli intervalli di 3ª e 6ª maggiore/minore (consonanze imperfette, con
diverso numero di toni e semitoni) e 1ª, 4ª, 5ª (consonanze perfette=giuste)
o Gli intervalli dissonanti sono 2ª e 7ª maggiori e minori e tutti gli intervalli aumentati, diminuiti, più
che aumentati, più che diminuiti
o Intervallo diatonico se i suoni fanno parte della stessa tonalità
o Intervallo cromatico se i suoni non fanno parte della stessa tonalità

La combinazione di due o più intervalli armonici determina la formazione di un accordo. La combinazione di


due accordi dà origine alla triade (quinta, terza, fondamentale). Può essere costruita su tutti i toni della scala.

La sovrapposizione di due terze maggiori dà origine alla triade aumentata;

La sovrapposizione di due terze minori dà origine alla triade diminuita;

La sovrapposizione di una terza maggiore e una minore dà origine alla triade maggiore;

La sovrapposizione di una terza minore e una maggiore dà origine alla triade minore;

Nel modo maggiore la triade maggiore si trova sul I IV V grado;

Nel modo minore la triade minore di trova sul II III VI grado;

Sul VII grado si trova la triade diminuita;


Nel modo minore melodico e armonico la triade aumentata si trova sul III grado

Anche nelle triadi troviamo il rivolto.

La successione armonica è l'elemento fondamentale per garantire una coerenza tonale. Questa successione
è chiamata cadenza e la più usata è quella perfetta (V - I)

Cadenza imperfetta I - V Cadenza d'inganno (o evitata) V - VI

Cadenza sospesa I - IV Cadenza plagale IV - I

Cadenza imperfetta V - III Cadenza piccarda V min - I mag

La cadenza è una successione di accordi principali che determinano la conclusione di un periodo musicale.

L’utilizzo di altre scale

Molti compositori all'inizio del Novecento hanno sentito l'esigenza di esprimersi utilizzando diversi sistemi
scalari.

1903 Busoni scrive "Abbozzo di una nuova estetica della musica". Inizia un processo che porta a Dallapiccola,
Petrassi, Debussy, Kodaly. Riesce a fissare oltre 13 scale diverse:

- Scala minore napoletana: scala minore armonica con II grado abbassato

- Scala maggiore napoletana: DO RE♭ MI♭ FA SOL LA SI DO

- Scala lidia: scala maggiore con IV grado innalzato (la IV aumentata è detta IV napoletana)

- Scala araba: intervallo di 2a aumentata tra II III grado e VI VII grado e si costruisce sulla scala diatonica
maggiore abbassando di un semitono il II e VI grado

- Scala di sesta minore (scala di Bellini): scala di modo maggiore con il sesto grado abbassato; usata da molti
compositori russi

- Scala minore di Bach: scala minore melodica dove nel discendere non ritorna naturale

- Scala enigmatica di Verdi: stimolato da un invito della Gazzetta Musicale di Milano che proponeva di
comporre un’armonizzazione di una scala enigmatica, Verdi compone come esercizio di contrappunto questa
scala, con armonizzazione a 4 parti che utilizzerà come Ave Maria dei 4 pezzi sacri. È una scala maggiore con
il II grado abbassato e il IV, V, VI innalzati di un semitono. Nel discendere, perde l’alterazione del IV grado.

DO RE♭ Mi FA♯ SOL♯ LA♯ SI DO | DO SI LA♯ SOL♯ FA MI RE♭ DO

- Scala esatonale (di Debussy): consiste nella indipendenza delle note e della privazione del centro tonale

DO RE MI FA♯ SOL♯ LA♯

- Scala pentatonica (o cinese): formata da 5 suoni posti ad intervalli di 2a maggiore e 3a minore

DO RE MI SOL LA

- Scala blues: di derivazione afro-americana. Basata sulla scala pentatonica dove i passaggi blues avvengono
con microintervalli

DO Mi♭ FA FA♯ SOL SI♭ DO


- Scala ottatonica: è la divisione nell’ottava di 8 suoni, secondo intervalli di tono semitono. La scala può essere
ottatonica diminuita che si costruisce in due modi:

I° modo diminuito: costituito dalla successione T-S-T DO RE Mi♭ FA FA♯ SOL♯ LA SI DO

II° modo diminuito: costituito dalla successione S-T DO RE♭ Mi♭ FA FA♯ SOL♯ LA SI DO -

Dalla tonalità alla atonalità

Opposto al concetto di armonia e allo sviluppo verticale che considera i suoni dal punto di vista di
aggregazioni simultanee, la melodia è una struttura orizzontale che si sviluppa per mezzo di suoni successivi
uno dell’altro.

In realtà dalla fine del 1500-1900, melodia e armonia sono in relazione tra loro perché il disegno melodico
segue la logica dell’armonia che stabilisce quali sono i suoni principali sui quali la melodia dovrà organizzarsi.

L’utilizzo della melodia da parte di Chopin (1830) può essere definita come “melodia cantabile”: essa è
qualcosa come quando una rappresentazione visiva si utilizza la prospettiva, mettendo ciò che è di
fondamentale e ciò che è meno importante. Chopin rende la melodia un tappeto sonoro di cui non
distinguiamo tutti i suoni, ma solo quelli acuti.

In Webern (6 bagatelle, 1913) non c’è alcun contrasto tra i suoni in primo piano e quelli di sfondo. Questa
melodia viene definita ‘per timbri’. In Webern no esiste un rapporto gerarchico tra i suoni e la linea melodica
e basata sull’utilizzo di cellule infinitesimali.

Non esistendo più una relazione di intervalli tra i suoni, a questa viene sostituita la relazione dei colori e dei
timbri. Questa melodia per timbri è un’intuizione di Schöenberg che viene ripresa dall’alunno Webern.

Sia Schumann e Chopin si distaccano dalla linearità armonica di Mozart che è propria dell’Illuminismo, che
esalta sopra ogni facoltà umana la ragione. Schumann e Chopin trasferiscono invece l’atteggiamento
dell’uomo romantico che assegna il massimo spazio alla fantasia e all’estro. Alla dialettica di Mozart Tonica-
Dominante-Tonica si sostituisce un continuo fluire di modulazioni.

Si innesca così un processo verso la dissoluzione del sistema tonale che verrà altamente praticato da Richard
Wagner. Nel Tristano e Isotta (1854/59) dove non siamo più capaci di avvertire dei punti fermi. Il cromatismo
è così enfatizzato da creare una specie di pantatonalità. La musica è in continuo divenire, perciò verrà detta
‘melodia infinita’, dove non si avverte mai un accordo di tonica.

Se la tensione per Wagner è l’elemento principale, per Debussy al contrario è la mancanza di tensione che
contraddistingue la sua musica. Egli supera il concetto generale di armonia, accosta gli accordi perché gli
piace il risultato di quelle combinazioni fuori dalle regole. Utilizza la scala esatonale ed eliminando il rapporto
di tensione. Se Wagner dilata la tonalità, Debussy la rende indefinita, Schöenberg la rifiuta totalmente dando
una svolta al linguaggio musicale.

Sistema dodecafonico

Il sistema è basato sull’equivalenza dei 12 semitoni componenti la nostra scala temperata non vi è una tonica,
sottodominante, dominante che rappresentano le funzioni tonali attorno alle quali tutti i suoni della scala
gravitano. Non si ha distinzione tra suono con carattere di movimento e di riposo e di conseguenza tutto è
movimento e tutto è dissonante.

Il sistema dodecafonico ha solo la scala cromatica. Questa scala può essere iniziata da qualunque grado della
scala. I segni di alterazione possono essere sostituiti indifferentemente dal loro equivalenti (re♭ o do♯) non
essendovi alcuna tonalità determinante che consideri un segno al posto di un altro.
L’insieme dei 12 suoni variamente alternati viene detta serie e diventano la base costruttiva del pezzo, come
il tema o la melodia nel sistema tonale. Nella melodia dodecafonica si usano tutti e i suoni della scala in ogni
successione, senza che vi sia ripetizione di un suono precedentemente udito prima che la serie sia esaurita.

La serie può essere adoperata oltre che nella versione originaria anche partendo dall’ultimo suono verso il
primo. Questo veniva detto senso retrogrado. Rivoltando gli intervalli si ha il senso contrario; nel senso
retrogrado del moto contrario si capovolgono gli intervalli (da 3a minore ascendente diventa 3a minore
discendente) e si parte dall’ultima nota rivoltando gli intervalli.

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