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La grammatica della musica

di Silvia Lozza
Appunti sul volume dedicato a chi vuole approcciarsi al mondo della musica,
scoprendo la struttura di un linguaggio affascinante e articolato. Le note, le
scale, il ritmo, la teoria del solfeggio... Gli elementi della grammatica musicale
vengono qui analizzati nelle loro caratteristiche principali.

Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia


Facoltà: Lettere e Filosofia
Titolo del libro: La grammatica della musica
Autore del libro: Otto Karolyi
Editore: Einaudi
Anno pubblicazione: 2000
Silvia Lozza Sezione Appunti

1. Il suono
Prodotto dal moto (vibrazione) originato da un corpo vibrante che provoca onde di compressione-
rarefazione che giungono al nostro orecchio attraverso l’aria (anche acqua e legno)
Velocità del suono: 335 metri al secondo. Cambia a seconda delle condizioni atmosferiche.
Vibrazione regolare = suono. Vibrazione irregolare = rumore
Altezza del suono (frequenza): maggiore è la frequenza, più alto è il suono e vice versa.
Minimo percepito dall’orecchio umano : 16-20 vibrazioni al minuto. Massimo : 20000-25000.
Intenstità: ampiezza della vibrazione
Timbro: definisce la differenza di colore musicale tra una nota suonata da strumenti o cantata da voci
differenti. Il colore di una nota ci permette di distinguere fra vari strumenti che suonano la stessa melodia.
Armonici: frequenze che sono presenti contemporaneamente a quella fondamentale, caratteristica di una
nota. Gli armonici hanno intensità minore di quella della nota fondamentale, quindi non sono distintamente
udibili. La diversa intensità degli armonici determina il timbro di uno strumento.
Altezza convenzionale : 440 vibrazioni al secondo (HZ)
Risonanza: quando due sorgenti di vibrazioni sono in condizione di vibrazione con egual periodo e una è
messa in vibrazione, quella non sollecitata riceverà le vibrazioni simpatetiche dell’altra.

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2. La notazione musicale
Necessità di trovare un sistema simbolico per definire altezza, durata e ritmo di una melodia.
Origini : simboli abbreviati usati per la recitazione orale greca (notazione ecfonetica)
V-VII sec. D.C. : neumi. Non definiscono l’altezza dei suoni ma danno un’idea approssimativa della
melodia.
IX sec D. C. : appare per la prima volta il rigo
Una sola linea orizzontale, più tardi aggiunta di una colorata
3,4 righe (nel regulae de ignotu cantu) --> tetragramma, usato nel canto gregoriano.
Rigo : linea orizzontale o insieme di righe che si usa per definire l’altezza di una nota.
XIII sec. --> grande sviluppo melodia/armonia/ritmica
1290-1361 : Philippe de Vitry scrive Ars Nova --> spiega i principi della nuova arte nella sua opposizione
all’arte vecchia (Ars Antiqua). Ars nova sistema notazionale simile al nostro.
Notazione dell’altezza: Do – Si (7 note)
Nota :
Suono musicale singolo
Simbolo scritto di un suono musicale
Tasto di uno strumento
Ottava: intervallo di otto note. Il rapporto delle frequenze di un’ottava è 1:2. Il pianoforte è generalmente
diviso in 7 ottave : Contra, Grande, Piccola, Una linea, Due linee etc… (Do, Do1, Do3, Do4, Do5,Do6)
Intervallo: distanza (in ordine di altezza) tra due note (si contano sia la prima che l’ultima)
Rigo musicale: metodo per stabilire l’altezza delle note. Musica moderna/contemporanea --> pentagramma,
al quale si aggiungono linee supplementari per aumentare la portata del pentagramma.
Chiavi: punto di riferimento sul rigo
Nella scrittura musicale l’asta della nota va verso l’alto dal terzo rigo in giù, verso il basso dal terzo rigo in
su.

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3. Prolungamento della durata della nota


Punto: aumento della nota del valore pari alla sua metà
Pause : silenzi.
Doppio punto: il secondo punto vale la metà del valore del primo punto
Legatura (di valore): lega due note della stessa altezza
Corona (o punto coronato): la nota viene prolungata per il doppio della durata normale oppure secondo il
gusto dell’esecutore
Ritmo: pulsazione/battito che può essere binario o ternario, o in combinazione. L’unità metrica compresa tra
due battiti successivi accentati si chiama battuta. Le battute sono separate da stanghette. La fine di un pezzo
musicale si indica con una doppia stanghetta.
Misura a due/tre/quattro tempi: Unità di misura della battuta, si scrive dopo la chiave ed eventuali
alterazioni, tra la 3° e la 5° riga.
Due tempi: 2/4 , alternanza di battito forte e battito debole. Indicato anche con il simbolo
Tre tempi: 3/4 , alternanza di un battito forte e due battiti deboli
Quattro tempi: : 4/4 , un battito forte e tre deboli, indicato anche con il simbolo , residuo del simbolo per la
misura perfetta.
Se la battuta d’apertura di un pezzo è incompleta, l’ultima battuta dovrà supplire il valore di durata
mancante in modo da completare simmetricamente il tutto.
Misure composte e irregolari: se il numeratore di una frazione indicante una misura semplice viene
moltiplicato per tre si ottiene una misura composta ( 6/4 , 6/8 , 6/16 , 12/4 , 12/8 , 12/16)
Irregolari : i battiti (numeratore) sono 5 o 7.
Sincope: spostamento del normale accento principale
Accentuazione dei battiti deboli
Uso di pause al posto di battiti forti
Uso di legature
Cambio improvviso di misura del tempo.
Raggruppamenti irregolari di note : duina, terzina, quartina, quintina, sestina.
Ornamenti : aggiunti alle note a scopo decorativo.
Tempo: indica l’umore di una composizione. Serve per comprendere tutte le variazioni di velocità.
Dall’epoca di Beethoven si da anche l’indicazione metronometrica.
Indicazioni dinamiche: il volume in musica è importante come le note. Quanto più forte è la sollecitazione
impressa al corpo vibrante tanto più è forte il suono e viceversa.
Segni dinamici: ppp, pp, p, mp, mf, f, ff, fff..
Il passaggio graduale da un grado dinamico ad un altro è indicato con le forcelle.
Altri segni dinamici:
Sforzando, sfz, sf, Staccato, Staccatissimo,Tenuto, Legato
Toni e semitoni: il semitono è l’intervallo più piccolo.
Bemolle: abbassa la nota di un semitono; Doppio Bemolle: Abbassa di un tono la nota.
Diesis: alza la nota di un semitono;
Doppio Diesis: Abbassa di un tono la nota.
Bequadro: annulla l’alterazione per quella nota.

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4. Le scale musicali
Serie di note ordinate in progressione. Origine della scala in Grecia
Dorica e ipodorica,Frigia e ipofrigia, Lidia e ipolidia, Misiolidia e ipomisiolidia.
Primi musicisti della cristianità --> scala scendente. Usano scala dorica, lidia, frigia e misolidia.
Nella teoria medievale l’equivalente delle scale greche IPO-* erano i modi plagiali (una quarta sotto).
Modi eolico e ionico : scale maggiori e minori --> la chiesa le sconsiglia a causa della loro popolarità.
Scale maggiori: costituita da toni e semitoni (T-T-S-T-T-T-S), caratterizzata dall’intervallo di terza
maggiore.
Gradi della scala :
I : tonica, II: sopratonica, III: mediante, IV: sottodominante, V:dominante, VI: sopradominante, VII:
sensibile.
Dalla dominante di ogni scala può essere costruita una nova scala alla quale occorre solo una nota alterata in
più nei confronti della precedente. Questa nota è sempre la sensibile.
Da ogni sottodominante di una scala può essere ricavata una nuova scala bemollizzando la sensibile della
scala prcedente.
Note enarmoniche: note che sul pianoforte sono rappresentate dallo stesso tasto = hanno lo stesso suono ma
con due nomi differenti (es. Do diesis e Re bemolle).
Tonalità: do maggiore, re minore. È un sistema chiamato così perché utilizza la tonica come punto di
partenza e di riferimento. Indicazione della tonalità = segnalare i necessari accidenti (diesis e bemolli)
nell’armatura della chiave tra il simbolo della chiave e l’indicazione del tempo.
Scale minori: (T-S-T-T-S-T-T), caratterizzata dall’intervallo di teza minore.
Scala minore naturale: rispetta le alterazioni della scala maggiore
Scala minore armonica: si innalzano il VI e il VII grado di un semitono
Scala minore melodica: si innalza la sensibile di un semitono
Ogni scala maggiore ha una sua relativa minore, costruita sulla sopradominante della scala maggiore che
diventa la tonica della relativa minore. (Per trovare la relativa minore di una scala maggiore si parte dalla
tonica e si conta un intervallo di terza minore T-S procedendo in fase discendente).
L’accidente che indica la sensibile di una scala minore non è mai indicato in armatura di chiave.
Scala cromatica: formata da 12 semitoni, sono tutte le note.
Scala pentafonica: formata da 5 note. La scala pentafonica è una delle più antiche
Scala per toni interi (usata da Debussy) : Do e Do#

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5. Intervalli: differenza in altezza tra due note


Unisono: pseudo-intervallo.
Intervallo di seconda: tra I e II, di terza tra I e III etc…
Una terza può essere sia maggiore che minore a seconda della disposizione dei toni e dei semitoni che la
compogono.
Classificazioni qualitative:
Intervalli perfetti (o giusti): unisono, quarta, quinta, ottava
Intervalli maggiori: seconda, terza, sesta, settima
Intervalli minori: seconda, terza, sesta, settima
Intervalli eccedenti: seconda, quarta, quinta, ottava
Intervalli diminuiti : quarta, quinta, sesta, settima

Intervallo di quarta eccedente = detto tritono perché formato da tre toni interi, è chiamato diabolus in
musica.

Intervalli composti :
Nona : VIII+II
Decima: VIII+III
Undicesima: VIII+IV etc…

Inversione degli intervalli: un intervallo e la sua inversione si completano a vicenda in un’ottava. Una quarta
rovesciata è una quinta. Etc…

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6. Elementi fondamentali della musica


i tre elementi fondamentali della musica sono ritmo, melodia e armonia.
Melodia: successioni di suoni, dimensione orizzontale, suscettibile di infinite variazioni (non è possibile
descriverne le caratteristiche). 3 tipi:
1 Progressione per gradi congiunti
2 Salti ampi
3 Combinazioni di progressione e salti.
La melodia è equilibrante : tensione e rilassamento devono succedersi nella giusta proporzione.
Armonia: combinazione simultanea di due o più suoni, dimensione verticale.
IX secolo, all’epoca dei primi testi in cui appaiono quarte e quinte parallele : organum.
Presenza dell’armonia in natura = suoni armonici.
Triade: combinazione simultanea di tre suoni, ha origine da qualsiasi nota (tonica, I) sopra cui si aggiungono
la III e la V. Ha origine a metà del XV secolo ed è l’elemento fondamentale dell’armonia occidentale. Dopo
l’avvento della triade vi fu un rapido sviluppo della tecnica compositiva che diede una eccezionale fioritura
nel secolo seguente. Nel XVII secolo si affaccia un nuovo sistema tonale di scale maggiori e minori.
Triade maggiore: III maggiore, V giusta
Triade minore: III minore, V giusta
Triade diminuita: intervallo I-V eccedente (Do, Mib, Solb)
Triade eccedente: intervallo I-V diminuito (Do, MI, Sol#)

In una scala maggiore : In una scala minore:


I, IV, V : triadi maggiori I, IV : triadi maggiori
II, III, VI: triadi minori V, VI: triadi minori
VII: triade diminuita III: triade eccedente.

Relazioni tra triadi : quando hanno due note in comune.


Triade costruita sulla tonica, sulla mediante e sulla dominante.
Accordi: due o più note risuonano simultaneamente. Collegamento degli accordi si basa sulla scrittura a 4
voci (con meno di quattro voci non si possono spiegare chiaramente tutte le possibilità armoniche, con più di
quattro note è troppo complesso.
Per disporre la triade secondo quattro parti basta raddoppiare la fondamentale o la quinta. Vietato
raddoppiare la VII!
Il passaggio tra un accordo a un altro produce un cambio di armonia : collegamenti armonici --> gli accordi
sono collegati tra loro secondo regole fondate sull’esperienza acustica, estetica e psicologica.

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7. Collegamenti tra accordi


Ottave o quinte nascoste si hanno quando due parti, saltando per moto retto, raggiungono un’ottava o una
quinta --> proibito ma non così tanto.
Quando la parte superiore si muoveva per gradi congiunti, il collegamento era tollerato.
Rivolti: la nota più bassa dell’accordo non è più la fondamentale, ma è la terza o la quinta
La triade è in posizione fondamentale quando la nota più bassa è la fondamentale.
2 sistemi di abbreviazione per indicare se l’accordo è in fondamentale o in rivolto :
Alfabetico : primo rivolto (b), secondo rivolto (c)
Numerico
Cadenze: nella musica tonale gli accordi più importanti sono quelli costruiti sul primo, quarto e quinto grado
della scala --> triadi/accordi principali. Tutti gli altri accordi secondari.
Gli accordi principali sono molto importanti perché la loro concatenazione determina la conclusione di una
frase musicale.
Cadenza perfetta: collegamento VI --> I
Cadenza plagale: collegamento IV --> I
Cadenza evitata: collegamento V --> VI (impressione non conclusiva)
Cadenza sospesa: collegamento qualsiasi --> V
Se termina sul tempo forte = cadenza maschile, se termina sul tempo debole = cadenza femminile.
Terza piccarda: quando concludo un brano in tonalità minore con un accordo maggiore.
Accordo cadenzante di Quarta e Sesta ( 4/6 ) : secondo rivolto dell’accordo di tonica (Ic) contraddicendo il
fatto di essere un accordo di tonica, funziona come un accordo di dominante.
Consonanza: intervallo o accordo che produce un effetto di stabilità e soddisfazione. VIII, IV, III, VI. È
consonante se le due note che lo formano hanno uno o più armonici in comune.
Dissonanza: produce un effetto di tensione. II, VII, nona.
Settime dominanti e settime secondarie:
per rendere aggraziata una triade si può aggiungere una nota dissonante.
Settima sopra la fondamentale : indicata con un 7 accanto al numero romano della scala.
La tensione deve essere risolta sul I o sul IV grado --> la VII scende di un grado.
Settime secondarie: non costruite sulla dominante, ma su un qualsiasi altro grado.
Possono essere rivoltate : come per ogni accordo si parla di settime secondarie in posizione fondamentale, in
primo,secondo, terzo rivolto.

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8. Note accessorie o di fioritura


Note armonicamente non determinanti.
Nota di passaggio: unisce melodicamente due note armonicamente determinanti. Ricorre di solito sul tempo
debole della battuta.
Nota di volta: ricamo musicale. può essere superiore o inferiore, funzione decorativa tra note armonicamente
determinanti di identica altezza.
Anticipazione: nota usata appena un attimo prima del tempo e del posto che le conviene secondo la logica
armonica (è di durata più breve).
Ritardo: esatto contrario dell’anticipazione.
Queste sono tutte note deboli.
Appoggiatura: appare sul tempo forte e risolve sul debole con lo spostamento del semitono.
Accordo cadenzante di Quarta e Sesta ( 4/6 ) : quando la quarta si trova direttamente sopra una nota con
funzione di basso la si considera dissonante --> determina il momento di cadenza dell’accodo di quarta e
sesta : suona come una doppia appoggiatura e va risolto sull’accordo dominante.
Accordi di sesta eccedente: francese, tedesca e italiana.
Possono apparire della sopradominante bemollizzata di ogni scala maggiore o sul normale VI grado di ogni
scala minore --> sono caratterizzati dall’intervallo di sesta eccedente (risolto con un accordo di quarta, sesta
o dominante).
6° francese: I, III maggiore, IV eccedente, VI eccedente
6° italiana: I, III maggiore, VI eccedente
6° tedesca: I, III maggiore, V giusta, VI eccedente.
Accordi di nona, undicesima e tredicesima: altri accordi particolari, si trovano più delle volte sulla
dominante (ma a volte anche su altri gradi : I, II, IV). Concepiti come ampliamenti dell’accordo di settima
dominande --> si sacrifica la quinta dell’accordo.
Settima diminuita: in posizione fondamentale l’intervallo tra la nota fondamentale e la nota più alta è una
settima diminuita, si risolve sulla settima dominante o sull’accordo di tonica.
Sesta napoletana: primo rivolto della triade costruita sulla sopratonica, ma con la nota fondamentale e la
quinta dell’accordo abbassata di un semitono --> sapore languido e melanconico.
Non è un accordo dissonante ma dato il suo ruolo di sottodominante il collegamento avviene con l’accordo
di dominante o con quello cadenzante di sesta-quarta.
Modulazione: passaggio da una tonalità dell’altra. Viene usata per creare varietà. Relazione tra gli accordi e
tonalità molto importante nella modulazione.
Es. Do+ = dominante di Fa+ o sottodominante di Sol +
Modulazione diatonica : dominare tra tonalità strettamente imparentate tra loro.
Modulazione cromatica: salto improvviso da un accordo in una tonalità ad un altro accordo, del tutto
differente, in un’altra tonalità. Entrambi hanno funzione di cardine.
Modulazione enarmonica: le note componenti l’accordo della tonalità di partenza vengono mutate
enarmonicamente in quello di un nuovo accordo di diversa tonalità.
Progressione: ripetizione di un piccolo frammento a diverse altezze, trasportato all’interno del fluire del
discorso.

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9. Basso numerato o basso continuo


sistema di notazione abbreviata universalmente in uso durante l’epoca barocca con lo scopo di indicare
l’armonia base per un accompagnamento --> grande padronanza tecnica e di improvvisazione da parte
dell’esecutore.
Il principio-base del basso numerato è l’indicazione di un accordo e della sua posizione per mezzo di una
nota indicante il basso fondamentale, sopra la quale c’è un numero che corrisponde all’intervallo richiesto
sopra la nota segnata.

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10. Contrappunto
combinazione simultanea di più di una linea melodica, e il tutto ben fuso assieme in armonia. -->
contrappunto e polifonia, punctus contra punctus, nota contro nota.
Princìpi tecnici basilari:
Interesse melodico e indipendente delle singole voci tramite l’uso di un tema/motivo riconoscibile
imitazione del tema in diverse voci a diverse altezze
Interesse ritmico dato da una spiccata indipendenza ritmica di ogni parte. imitazione del tema affidata più al
ritmo che alla melodica
Funzione di basso fondamentale della parte più bassa

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11. Canone
forma più rigorosa di imitazione contrappuntistica, ripetizione esatta del tema base da parte della voce
imitante. Dux : voce principale, Comes: seconda voce.
Canone rovesciato: il comes rivolta gli intervalli costituenti la melodia base.
Canone cancrizzante o retrogrado: comes produce melodia di base ma all’indietro
Canone aumentato o diminuito

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12. Fuga
frutto tecnicamente e artisticamente più maturo di tutta la concezione contrappuntistica. Portato allo
splendore da Bach.
esposizione
Soggetto: la fuga si basa su un soggetto che viene affermato sono all’inizio del brano e che riappare in
diversi momenti e a diverse altezze.
Risposta: imitazione del soggetto, di solito una quinta giusta sopra o una quarta sotto. Se l’imitazione è
esatta si dice reale, se si cambiano gli intervalli si chiama tonale.
Contro-soggetto: si sovrappone al soggetto creando una linea melodica contraria.
Voci: diverse linee melodiche simultanee che si muovono con notevole indipendenza ma che formano allo
stesso tempo collegamenti armonici soddisfacenti. Es. Soggetto-Risposta-Spggetto --> tre voci.
Codetta: breve passaggio che collega soggetto e risposta.
Sezione centrale
Divertimento: passaggio contrappuntistico con funzione di rilassamento tra le varie riapparizioni del
soggetto principale.
Sezione finale: il soggetto ricompare in tonica, si conclude con una coda.
Stretto: all’entrata della risposta il soggetto non ha ancora concluso
Pedale: nota bassa sopra la quale procede il soggetto --> produce una serie di dissonanze.

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13. Forme musicali


Motivo: per essere intelligibile deve consistere di almeno due note, e deve avere un modello ritmico. Di
solito consiste di 3 o 4 note (es. inizio Quinta Sinfonia di Beethoven). è per mezzo del motivo che una
composizione stabilisce e spiega la sua idea. Viene chiamato anche inciso
Frase: formata da uno o più motivi, la sua conclusione è generalmente indicata da una cadenzza.
Periodo: lunghezza comune di 8 battute. Di parla di simmetria se il periodo è costituito da due frasi che si
ripetono in maniera identica.
Forma binaria: la sezione interrogante A inizia in tonica e finisce in dominante. La sezione B che risponde
trae la prima nota dalla tonalità in cui A si è conclusa, modula e poi ritorna alla tonica.
Forma ternaria: A-B-A1 ripete quasi uguale la A.

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14. Suite
composizione strumentale consistente in un seguito di danze stilizzate. Nel XVII-XVIII sec. è una delle
forme di musica strumentale più importante.
4 tipi di danze:
Allemanda : danza di origine tedesca in 4 tempi. Inizio in levare preceduto da un momento introduttivo
(preludio, toccata,fantasia).
Corrente: 2 generi, italiana (in ¾, carattere vivace) e Francese (in ¾ e in 6/4, scrittura contrappuntistica.
Metri avvicendati, mescolati. Posizione degli accenti variata, ritmo ambiguo)
Sarabanda: origine spagnola in ¾ o 3/2, andamento lento, accento sul secondo tempo della battuta, carattere
nobile e solenne.
Giga: origine inglese o irlandese posta alla fine della suite, rapida e vivace. Struttura imitativa, spunti fugati.
Alle quatto danze si aggiungono spesso il minuetto, la giasotta, il passepied, la bourrée, la musette e la
passacaglia.
Le danze sono presentate sempre nella stessa tonalità e con qualche modulazione all’interno della stessa
danza.
Minuetto: origine francese, danza di impiego ufficiale alla corte di Luigi XIV, tempo ¾ . Con Haydn e
Mozart è più veloce, con Beethoven viene chiamata Scherzo. Struttura binaria/ternaria spesso combinata con
il trio (sezione centrale tra minuetto e sua ripetizione)
Ciaccona e passacaglia : in origine forme di danza e movimento in tre tempi, perdono le caratteristiche della
musica per danza. Variazione continua su un basso ostinato. Non c’è una netta distinzione tra le due danze.
Passacaglia: basata su un tema ostinato con caratteristiche melodiche ben definite
Ciaccona: variazione continua in cui il tema è un semplice collegamento di accordi, che serve di base a
ciascuna variazione.
Variazione: presentazione ripetuta di un tema, ma ogni volta modificato in qualche elemento (ritmo,
melodia, armonia).
Tema adatto alla variazione: melodia che attira l’attenzione , composta in forma binaria o ternaria, ma
talvolta anche costituita da un solo periodo musicale.
Tema : composto dall’autore o preso in prestito e modificato.
Rondò : si basa sulla ripetizione. Ciascuna volta il tema e la sua riapparizione sono totalmente separate da
un episodio contrastante. Questi passaggi tra A e B legati da piccoli passaggi di collegamento.

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15. Sonata
in origine: qualunque composizione non cantata ma suonata con strumenti. Al contrario della Suite, che si è
sviluppata dalla musica da ballo, la sonata ebbe le sue radici in un tipo di musica vocale di origine franco-
fiamminga detta canzone.
XVII-XVIII sec. : composizione di vari movimenti ma di carattere più serio della suite.
Forma binaria e forma ternaria, poi distinzione tra sonata da camera e sonata da chiesa.
Carattere incerto tra suite e sonata --> elementi in comune come minuetto e trio.
Lenta evoluzione --> nel XVIII secolo primeggia tra tutte le forme musicali e raggiunge il suo culmine nel
periodo classico.
Triplice divisione fondamentale, esposizione, sviluppo e ripresa.
Esposizione: facciamo conoscenza con i suoi elementi tematici di base.
Primo tema: di solito è una coincisa melodia di particolare interesse ritmico (carattere maschile) in tonica.
Secondo tema: di solito di carattere lirico, più femminile, in contrasto con il primo
Talvolta i due ruoli sono invertiti, contrasto dato dalle due tonalità diverse --> transazione tra le due tramite
ponti di varia lunghezza (ponte modulante).
L’esposizione si chiude con una codetta.
Sviluppo : elaborazione del materiale musicale presentato nella prima parte
Ripresa: sezione conclusiva della sonata in cui l’esposizione viene ripetuta con alcune varianti tecniche e
con diverso significato emotivo. Il secondo tema appare in tonica. Il tutto porta a una coda.
Il conflitto è superato, i personaggi hanno riacquistato l’equilibrio ma cambiano.
La sonata consiste in tre o quattro movimenti
Forma sonata, veloce
Forma ternaria (oppure sonata o rondò), lenta
Minuetto o trio, moderatamente veloce
Rondò, veloce.

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16. Rondò sonata: combinazione di due forme musicali


Esposizione:
A: Tema del rondò (tonica)
B: primo episodio (2° tema)
A1: tema del rondò (tonica)
Sviluppo:
C : secondo episodio (digressione centrale) prende posto dello sviluppo della normale forma sonata.
Ripresa:
A2: tema del rondò
B2: terzo episodio
A3: tema del rondò che conclude con una coda.
Sinfonia: adattamento della sonata con un’intera orchestra. Importanza predominante nella storia della
musica. Schema analogo a quella della forma sonata.
Concerto: composizione per uno strumento (o gruppo di strumenti) e orchestra. Le due parti sono
complementari.
Piccolo gruppo di strumenti (principale concertino) opposto a orchestra (tutti, ripieno) si parla di concerto
grosso.
Vivaldi, Corelli, Bach, Handel, Bartok, Hindemith.
Concerto solistico : strumento solo + orchestra; se 2 solisti : doppio concerto solistico etc..
Dal classicismo viennese composta da tre movimenti (1°, 2° e 4° movimento della sonata, no minuetto e
trio. Inserita la cadenza come elemento integrante. Inizio con accordo di sesta-quarta e fine sulla dominante
dove rientra tutta l’orchestra.
Ouverture: serve ad introdurre un’opera.
Ouverture francese (lully) costituita da due sezioni (+1).
Lenta: stile solenne, pomposo, ritmi puntati
Veloce: stile contrappuntistico leggero e libero, spesso coda lenta che porta a una terza sezione
Lento: ripetuto inizio o danza.
Ouverture italiana (scarlatti): 3 sezioni stile omofono, detta comunemente “sinfonia” : lento, veloce, lento.
Dal XVIII secolo ouverture su forma sonata.
Ouverture da concerto: composizione orchestrale autosufficiente, forma di sonata libera, ma anche altre
forme.

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17. Forme vocali


Aria: composizione per voce solista costruita secondo un piano formale più ampio di una semplice canzone,
con accompagnamento strumentale. Scelta della forma completamente libera (forma binaria, ternaria,
passacaglia).
Aria col Da Capo: struttura fissa in tre parti che si conclude con la ripetizione della prima sezione dopo la
seconda che contrasta con essa.
Recitativo: non è una forma musicale vera e propria ma grande importanza per opera.
Stile vocale a mezza strada fra il canto e il discorso comune, basato su un testo di tipo
narrativo/declamatorio. Melodia, ritmo e frase musicale sono subordinati alle inflessioni del discorso. Non
ha una forma definita perché serve a portare avanti l’azione.
2 tipi : secco (accompagnamento semplice di accordi) e accompagnato (orchestra).
Lied: associato al romanticismo tedesco (Schubert), canzone basata su un testo poetico con
accompagnamento di pianoforte --> tutt’uno con il brano.

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18. Lettura della partitura


partitura: presentazione scritta della musica eseguita da un complesso disposto in modo tale che si possano
vedere contemporaneamente tutte le parti, poste verticalmente l’una sotto l’altra.
Per leggere la partitura bisogna creare un’immagine uditiva e una memoria musicale per ricordare motivi,
accordi, timbri e colori del brano musicale.
Lettura orizzontale: leggere una parte, una melodia
Lettura verticale: leggere il complesso delle parti.
Strumenti raggruppati in quattro categorie: legni, ottoni, percussioni e archi.

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19. Solfeggio
tonic sol-fa è un sistema usato per cantare su sillabe la musica a vista. Fu Guido D’Arezzo l’ideatore del
sistema.
Si servì delle prime sillabe dell’inno latino ut queant laxis
Ut queant laxis
Resonare fibris
Mira gestorum
Famuli tuorum
Solve polluti
Labii reatum
Sancte Iohannes

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Indice
1. Il suono 1
2. La notazione musicale 2
3. Prolungamento della durata della nota 3
4. Le scale musicali 4
5. Intervalli: differenza in altezza tra due note 5
6. Elementi fondamentali della musica 6
7. Collegamenti tra accordi 7
8. Note accessorie o di fioritura 8
9. Basso numerato o basso continuo 9
10. Contrappunto 10
11. Canone 11
12. Fuga 12
13. Forme musicali 13
14. Suite 14
15. Sonata 15
16. Rondò sonata: combinazione di due forme musicali 16
17. Forme vocali 17
18. Lettura della partitura 18
19. Solfeggio 19

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