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di Silvia Lozza
Appunti sul volume dedicato a chi vuole approcciarsi al mondo della musica,
scoprendo la struttura di un linguaggio affascinante e articolato. Le note, le
scale, il ritmo, la teoria del solfeggio... Gli elementi della grammatica musicale
vengono qui analizzati nelle loro caratteristiche principali.
1. Il suono
Prodotto dal moto (vibrazione) originato da un corpo vibrante che provoca onde di compressione-
rarefazione che giungono al nostro orecchio attraverso l’aria (anche acqua e legno)
Velocità del suono: 335 metri al secondo. Cambia a seconda delle condizioni atmosferiche.
Vibrazione regolare = suono. Vibrazione irregolare = rumore
Altezza del suono (frequenza): maggiore è la frequenza, più alto è il suono e vice versa.
Minimo percepito dall’orecchio umano : 16-20 vibrazioni al minuto. Massimo : 20000-25000.
Intenstità: ampiezza della vibrazione
Timbro: definisce la differenza di colore musicale tra una nota suonata da strumenti o cantata da voci
differenti. Il colore di una nota ci permette di distinguere fra vari strumenti che suonano la stessa melodia.
Armonici: frequenze che sono presenti contemporaneamente a quella fondamentale, caratteristica di una
nota. Gli armonici hanno intensità minore di quella della nota fondamentale, quindi non sono distintamente
udibili. La diversa intensità degli armonici determina il timbro di uno strumento.
Altezza convenzionale : 440 vibrazioni al secondo (HZ)
Risonanza: quando due sorgenti di vibrazioni sono in condizione di vibrazione con egual periodo e una è
messa in vibrazione, quella non sollecitata riceverà le vibrazioni simpatetiche dell’altra.
2. La notazione musicale
Necessità di trovare un sistema simbolico per definire altezza, durata e ritmo di una melodia.
Origini : simboli abbreviati usati per la recitazione orale greca (notazione ecfonetica)
V-VII sec. D.C. : neumi. Non definiscono l’altezza dei suoni ma danno un’idea approssimativa della
melodia.
IX sec D. C. : appare per la prima volta il rigo
Una sola linea orizzontale, più tardi aggiunta di una colorata
3,4 righe (nel regulae de ignotu cantu) --> tetragramma, usato nel canto gregoriano.
Rigo : linea orizzontale o insieme di righe che si usa per definire l’altezza di una nota.
XIII sec. --> grande sviluppo melodia/armonia/ritmica
1290-1361 : Philippe de Vitry scrive Ars Nova --> spiega i principi della nuova arte nella sua opposizione
all’arte vecchia (Ars Antiqua). Ars nova sistema notazionale simile al nostro.
Notazione dell’altezza: Do – Si (7 note)
Nota :
Suono musicale singolo
Simbolo scritto di un suono musicale
Tasto di uno strumento
Ottava: intervallo di otto note. Il rapporto delle frequenze di un’ottava è 1:2. Il pianoforte è generalmente
diviso in 7 ottave : Contra, Grande, Piccola, Una linea, Due linee etc… (Do, Do1, Do3, Do4, Do5,Do6)
Intervallo: distanza (in ordine di altezza) tra due note (si contano sia la prima che l’ultima)
Rigo musicale: metodo per stabilire l’altezza delle note. Musica moderna/contemporanea --> pentagramma,
al quale si aggiungono linee supplementari per aumentare la portata del pentagramma.
Chiavi: punto di riferimento sul rigo
Nella scrittura musicale l’asta della nota va verso l’alto dal terzo rigo in giù, verso il basso dal terzo rigo in
su.
4. Le scale musicali
Serie di note ordinate in progressione. Origine della scala in Grecia
Dorica e ipodorica,Frigia e ipofrigia, Lidia e ipolidia, Misiolidia e ipomisiolidia.
Primi musicisti della cristianità --> scala scendente. Usano scala dorica, lidia, frigia e misolidia.
Nella teoria medievale l’equivalente delle scale greche IPO-* erano i modi plagiali (una quarta sotto).
Modi eolico e ionico : scale maggiori e minori --> la chiesa le sconsiglia a causa della loro popolarità.
Scale maggiori: costituita da toni e semitoni (T-T-S-T-T-T-S), caratterizzata dall’intervallo di terza
maggiore.
Gradi della scala :
I : tonica, II: sopratonica, III: mediante, IV: sottodominante, V:dominante, VI: sopradominante, VII:
sensibile.
Dalla dominante di ogni scala può essere costruita una nova scala alla quale occorre solo una nota alterata in
più nei confronti della precedente. Questa nota è sempre la sensibile.
Da ogni sottodominante di una scala può essere ricavata una nuova scala bemollizzando la sensibile della
scala prcedente.
Note enarmoniche: note che sul pianoforte sono rappresentate dallo stesso tasto = hanno lo stesso suono ma
con due nomi differenti (es. Do diesis e Re bemolle).
Tonalità: do maggiore, re minore. È un sistema chiamato così perché utilizza la tonica come punto di
partenza e di riferimento. Indicazione della tonalità = segnalare i necessari accidenti (diesis e bemolli)
nell’armatura della chiave tra il simbolo della chiave e l’indicazione del tempo.
Scale minori: (T-S-T-T-S-T-T), caratterizzata dall’intervallo di teza minore.
Scala minore naturale: rispetta le alterazioni della scala maggiore
Scala minore armonica: si innalzano il VI e il VII grado di un semitono
Scala minore melodica: si innalza la sensibile di un semitono
Ogni scala maggiore ha una sua relativa minore, costruita sulla sopradominante della scala maggiore che
diventa la tonica della relativa minore. (Per trovare la relativa minore di una scala maggiore si parte dalla
tonica e si conta un intervallo di terza minore T-S procedendo in fase discendente).
L’accidente che indica la sensibile di una scala minore non è mai indicato in armatura di chiave.
Scala cromatica: formata da 12 semitoni, sono tutte le note.
Scala pentafonica: formata da 5 note. La scala pentafonica è una delle più antiche
Scala per toni interi (usata da Debussy) : Do e Do#
Intervallo di quarta eccedente = detto tritono perché formato da tre toni interi, è chiamato diabolus in
musica.
Intervalli composti :
Nona : VIII+II
Decima: VIII+III
Undicesima: VIII+IV etc…
Inversione degli intervalli: un intervallo e la sua inversione si completano a vicenda in un’ottava. Una quarta
rovesciata è una quinta. Etc…
10. Contrappunto
combinazione simultanea di più di una linea melodica, e il tutto ben fuso assieme in armonia. -->
contrappunto e polifonia, punctus contra punctus, nota contro nota.
Princìpi tecnici basilari:
Interesse melodico e indipendente delle singole voci tramite l’uso di un tema/motivo riconoscibile
imitazione del tema in diverse voci a diverse altezze
Interesse ritmico dato da una spiccata indipendenza ritmica di ogni parte. imitazione del tema affidata più al
ritmo che alla melodica
Funzione di basso fondamentale della parte più bassa
11. Canone
forma più rigorosa di imitazione contrappuntistica, ripetizione esatta del tema base da parte della voce
imitante. Dux : voce principale, Comes: seconda voce.
Canone rovesciato: il comes rivolta gli intervalli costituenti la melodia base.
Canone cancrizzante o retrogrado: comes produce melodia di base ma all’indietro
Canone aumentato o diminuito
12. Fuga
frutto tecnicamente e artisticamente più maturo di tutta la concezione contrappuntistica. Portato allo
splendore da Bach.
esposizione
Soggetto: la fuga si basa su un soggetto che viene affermato sono all’inizio del brano e che riappare in
diversi momenti e a diverse altezze.
Risposta: imitazione del soggetto, di solito una quinta giusta sopra o una quarta sotto. Se l’imitazione è
esatta si dice reale, se si cambiano gli intervalli si chiama tonale.
Contro-soggetto: si sovrappone al soggetto creando una linea melodica contraria.
Voci: diverse linee melodiche simultanee che si muovono con notevole indipendenza ma che formano allo
stesso tempo collegamenti armonici soddisfacenti. Es. Soggetto-Risposta-Spggetto --> tre voci.
Codetta: breve passaggio che collega soggetto e risposta.
Sezione centrale
Divertimento: passaggio contrappuntistico con funzione di rilassamento tra le varie riapparizioni del
soggetto principale.
Sezione finale: il soggetto ricompare in tonica, si conclude con una coda.
Stretto: all’entrata della risposta il soggetto non ha ancora concluso
Pedale: nota bassa sopra la quale procede il soggetto --> produce una serie di dissonanze.
14. Suite
composizione strumentale consistente in un seguito di danze stilizzate. Nel XVII-XVIII sec. è una delle
forme di musica strumentale più importante.
4 tipi di danze:
Allemanda : danza di origine tedesca in 4 tempi. Inizio in levare preceduto da un momento introduttivo
(preludio, toccata,fantasia).
Corrente: 2 generi, italiana (in ¾, carattere vivace) e Francese (in ¾ e in 6/4, scrittura contrappuntistica.
Metri avvicendati, mescolati. Posizione degli accenti variata, ritmo ambiguo)
Sarabanda: origine spagnola in ¾ o 3/2, andamento lento, accento sul secondo tempo della battuta, carattere
nobile e solenne.
Giga: origine inglese o irlandese posta alla fine della suite, rapida e vivace. Struttura imitativa, spunti fugati.
Alle quatto danze si aggiungono spesso il minuetto, la giasotta, il passepied, la bourrée, la musette e la
passacaglia.
Le danze sono presentate sempre nella stessa tonalità e con qualche modulazione all’interno della stessa
danza.
Minuetto: origine francese, danza di impiego ufficiale alla corte di Luigi XIV, tempo ¾ . Con Haydn e
Mozart è più veloce, con Beethoven viene chiamata Scherzo. Struttura binaria/ternaria spesso combinata con
il trio (sezione centrale tra minuetto e sua ripetizione)
Ciaccona e passacaglia : in origine forme di danza e movimento in tre tempi, perdono le caratteristiche della
musica per danza. Variazione continua su un basso ostinato. Non c’è una netta distinzione tra le due danze.
Passacaglia: basata su un tema ostinato con caratteristiche melodiche ben definite
Ciaccona: variazione continua in cui il tema è un semplice collegamento di accordi, che serve di base a
ciascuna variazione.
Variazione: presentazione ripetuta di un tema, ma ogni volta modificato in qualche elemento (ritmo,
melodia, armonia).
Tema adatto alla variazione: melodia che attira l’attenzione , composta in forma binaria o ternaria, ma
talvolta anche costituita da un solo periodo musicale.
Tema : composto dall’autore o preso in prestito e modificato.
Rondò : si basa sulla ripetizione. Ciascuna volta il tema e la sua riapparizione sono totalmente separate da
un episodio contrastante. Questi passaggi tra A e B legati da piccoli passaggi di collegamento.
15. Sonata
in origine: qualunque composizione non cantata ma suonata con strumenti. Al contrario della Suite, che si è
sviluppata dalla musica da ballo, la sonata ebbe le sue radici in un tipo di musica vocale di origine franco-
fiamminga detta canzone.
XVII-XVIII sec. : composizione di vari movimenti ma di carattere più serio della suite.
Forma binaria e forma ternaria, poi distinzione tra sonata da camera e sonata da chiesa.
Carattere incerto tra suite e sonata --> elementi in comune come minuetto e trio.
Lenta evoluzione --> nel XVIII secolo primeggia tra tutte le forme musicali e raggiunge il suo culmine nel
periodo classico.
Triplice divisione fondamentale, esposizione, sviluppo e ripresa.
Esposizione: facciamo conoscenza con i suoi elementi tematici di base.
Primo tema: di solito è una coincisa melodia di particolare interesse ritmico (carattere maschile) in tonica.
Secondo tema: di solito di carattere lirico, più femminile, in contrasto con il primo
Talvolta i due ruoli sono invertiti, contrasto dato dalle due tonalità diverse --> transazione tra le due tramite
ponti di varia lunghezza (ponte modulante).
L’esposizione si chiude con una codetta.
Sviluppo : elaborazione del materiale musicale presentato nella prima parte
Ripresa: sezione conclusiva della sonata in cui l’esposizione viene ripetuta con alcune varianti tecniche e
con diverso significato emotivo. Il secondo tema appare in tonica. Il tutto porta a una coda.
Il conflitto è superato, i personaggi hanno riacquistato l’equilibrio ma cambiano.
La sonata consiste in tre o quattro movimenti
Forma sonata, veloce
Forma ternaria (oppure sonata o rondò), lenta
Minuetto o trio, moderatamente veloce
Rondò, veloce.
19. Solfeggio
tonic sol-fa è un sistema usato per cantare su sillabe la musica a vista. Fu Guido D’Arezzo l’ideatore del
sistema.
Si servì delle prime sillabe dell’inno latino ut queant laxis
Ut queant laxis
Resonare fibris
Mira gestorum
Famuli tuorum
Solve polluti
Labii reatum
Sancte Iohannes