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Bologna
25 febbraio 2009
Il sonometro
e
il problema dell’accordatura
Un ponte tra Arte,
Fisica e Matematica
a cura di Alberto Martini e Gloria Nobili
Il sonometro
Un posto essenziale nella storia delle ricerche di acustica (e di
musica) è occupato da uno strumento costruttivamente molto
semplice, ma rilevante per i risultati che con esso si ottennero, il
cosiddetto monocordo,che venne usato per secoli negli studi sulle
proporzioni musicali, sugli accordi e sull'armonia. Infatti permise la
risoluzione del problema della determinazione del numero assoluto
di vibrazioni nell'unità di tempo (= frequenza in Hertz) che sono
associate ad un suono. La risoluzione di tale problema fu
fondamentale per lo sviluppo dell'acustica.
www.phys.uniroma1.it/DipWeb/museo/acu20.htm
Struttura del sonometro
Il monocordo consiste in una tavola su cui viene tesa, tra due cavalletti fissi fra i quali
ne può essere posto un terzo mobile, una corda. La corda è fissata da un lato ad un
piolo fisso, dall'altro ad una chiave o ad un peso che ne regolano la tensione.
Quando alla tavola sia sostituita una cassa armonica, siano presenti più corde e
scale, lo strumento viene detto sonometro.
Agendo sulla tensione si ottiene dalla corda, messa in vibrazione, un determinato
suono di altezza musicale (= frequenza) conosciuta. Per mezzo del cavalletto mobile
si può ridurre la parte di corda che può vibrare in modo da far generare un suono
diverso (più acuto = frequenza maggiore).
Agli inizi del Seicento si verificò che il rapporto fra le lunghezze delle corde è uguale
all'inverso del rapporto tra le frequenze dei suoni.
Un po’ di storia
Fra il 1700 e il 1711 Joseph Sauveur (1653-1716) (sordo dalla
nascita!) fece degli esperimenti fondamentali col sonometro
ponendo dei ‘cavalierini’ in vari punti della corda in modo da
determinare la posizione di ventri e nodi, termini da lui introdotti
insieme ad armonica superiore.
Provò sperimentalmente l’esistenza, nel moto vibratorio di una
singola corda, di più vibrazioni contemporanee che furono anche
dette suoni concomitanti (o, appunto, armonici superiori).
Estese le relazioni fra frequenza, lunghezza d'onda e lunghezza
della corda alla canna d'organo, trovandone conferma sperimentale.
La relazione
lunghezza corda- frequenza
Diminuendo la lunghezza della
corda, ad esempio a metà, si ottiene
un suono uguale al precedente come
tono, ma più alto di un'ottava: la
corda vibra con un numero di
vibrazioni al secondo doppio
(= raddoppia la frequenza). Se
accorciamo la corda ancora a metà,
quindi a un quarto rispetto all’inizio,
avremo un suono ancora più alto: la
corda vibra con una frequenza
quadrupla. f α 1/L Se L = L0 f0 = f
Es: La 2 (ottava inf)
a 220 Hz Se L1 = ½ L0 f1 = 2f
fα λ
Es: La 3 a 440Hz Se L2 = ¼ L0 f2 = 4f
Confronto con un sonometro antico: il sonometro differenziale di Marloye (Konig, Parigi, 1873)
http://www.phys.uniroma1.it/DipWeb/museo/acustica.htm
Elementi caratteristici
E’ composto da una cassa armonica sulla quale sono fissati tre regoli graduati: uno riporta le divisioni
corrispondenti alle note della scala cromatica temperata musicale (basata sul LA3=435 Hz); un altro alle
frequenze della scala cromatica naturale;
naturale; l'ultima (quella centrale) è un metro diviso in millimetri. Due corde fisse
sono montate fra cavalletti e messe in tensione da chiavi; una terza corda può essere posta al centro fra le prime
due, passando su una carrucola per poter essere tesa tramite un peso. Cavalletti mobili permettono di limitare la
parte vibrante delle corde.
Si possono riprodurre le note di un’ottava intera, sia in una modalità (temperata) che nell’altra (naturale)
Se si osserva con attenzione, le tacche corrispondenti a note uguali sulle due scale non sono sempre allineate (es:
La, Si), ciò significa che le frequenze dei due suoni non sono le stesse! Anche se, musicalmente, si scrivono nello
stesso modo nel pentagramma (rigo musicale).
(b)
Sovrapposizione di onde
sinusoidali semplici =
suono complesso
(analisi di Fourier)
La lettera A sta al
posto della nota LA
(notazione anglosassone)
Notazione musicale
In musica, più che di frequenze, si parla di note e di ottave, per posizionare le
varie altezze (frequenze)
Negli spartiti le altezze
delle note si individuano
in base alla posizione in
cui sono scritte nel
pentagramma.
1 ottava = 13 note e
12 intervalli
Le scale musicali
Le scale musicali (successione ordinata di
suoni) sono costituite da una serie di note
corrispondenti a suoni di altezza progressiva, il
cui numero e i cui intervalli si possono ottenere
in modi diversi.
Nell’ambito storico dei sistemi musicali
occidentali si susseguono in ordine di tempo:
1) scala greca (o pitagorica)
2) scala naturale ( o zarliniana)
3) scala temperata (attuale)
La scala pitagorica
Per tradizione si attribuisce a Pitagora (500 a.C. circa) la costruzione di
questa scala, che avviene per quinte successive
(= armonica superiore di frequenza tripla della fondamentale).
Per riportare l'insieme di note ottenuto nell'ambito dell'ottava di partenza
si divide la frequenza così ottenuta per 2 n dove n è il numero di ottave
che si sono "percorse" dalla nota di partenza a quella di arrivo.
Quinte 1 2 3 4 5 6
Suono base
frequenza f =1
Es: Do
Note Sol Re La Mi Si Fa
scala
Frequenze scala pitagorica
Riordinando in 1 ottava si ottiene:
Nota Do Re Mi Fa Sol La Si Do
Rapporto
1 9/8 81/64 4/3 3/2 27/16 243/128 2
numerico
frequenze
In Hertz A
261 293 330 348 391 440 495 522
frequenze
In Hertz B 256 288 324 341 384 432 486 512
Questo sistema fu in vigore nell'Antichità e nel Medio Evo, sino a tutto il secolo XV,
è eccellente per la musica monodica (canto "gregoriano") ma inadatto alla polifonia.
La scala naturale
La necessità di una riforma della scala pitagorica era già stata sentita da Aristosseno
(IV secolo a.C.) e riproposta da vari autori (tra cui anche Vincenzo Galilei), ma venne
ufficialmente codificata da Gioseffo Zarlino (1517 – 1590), organista al duomo di S.
Marco a Venezia. In definitiva a lui è attribuita l'invenzione della moderna armonia tonale,
basata su due soli modi: il maggiore e il minore.
La riforma consiste nell’uso dei suoni armonici che accompagnano il suono
fondamentale; dato che possiedono frequenza multipla secondo i numeri interi,
l'intervallo naturale suona quindi puro, senza battimenti, ed è tanto più "piacevole"
all'ascolto quanto più è "semplice" il rapporto fra le frequenze dei suoni.
La conferma scientifica di tale effetto uditivo venne da Joseph Sauveur nel 1701.
La ‘base’ per la costruzione di tale scala sono gli accordi perfetti maggiori
costituiti da 1 terza maggiore +1 terza minore = 1 quinta
a cui corrispondono i rapporti 5/4 = 1,25 e 6/5 = 1,2 sol Si Re
5/4 6/5
Accordo di Fa Do Mi Sol Accordo di Sol
5/4 * 6/5 = 3/2 5/4 6/5 5/4 * 6/5 = 3/2
Fa La Do Accordo di Do Storicamente la scala naturale
ebbe vita breve: da Zarlino a BACH!
5/4 6/5 5/4 * 6/5 = 3/2 Il problema erano le note alterate…
Frequenze scala naturale
Riorganizzando le note e i corrispondenti rapporti all’interno di 1 ottava si
ottiene la scala naturale:
Nota Do Re Mi Fa Sol La Si Do
Rapporto
numerico
1 9/8 5/4 4/3 3/2 5/3 15/8 2
frequenze
In Hertz A
264 297 330 352 396 440 495 528
frequenze 288 320 341 384 427 480 512
In Hertz B
256
La scala temperata
Il problema dei diesis e dei bemolle creava non poche difficoltà tecniche.
Già Marin Mersenne (1588 – 1648) nella sua “Harmonie Universelle”
aveva proposto un cambiamento, che poi venne attribuito all’organista
Andrea Werckmeister (1645 – 1706)
La novità consiste nell’aver unificato il diesis e il bemolle tra 2 note
consecutive e nell’aver diviso l’ottava in 12 semitoni uguali, in
progressione geometrica, ciascuno dei quali è pari a 2 1/12 .
Ogni rapporto tra 2 note successive vale quindi 1, 05946…
Nota Do Re Mi Fa Sol La Si Do
Rapporto
numerico
1 2 2/12 2 4/12 2 5/12 2 7/12 2 9/12 211/12 2 12/12
frequenze
In Hertz A
262 294 330 349 392 440 494 524
frequenze 287 323 342 384 431 483 512
In Hertz B
256
La misura in cent degli intervalli
Il sistema logaritmico in base 2 per calcolare le frequenze delle note non è
comunque molto agevole.
Alexander Ellis (1814 – 1890) propose il cosiddetto sistema dei ‘cent’.
1 Cent = 1/1200 parte dell’ottava (di 2) = 1,00057775…= 2 1/1200
1 Cent = 1/100 semitono temperato
I semitoni temperati sono adatti a misurare la scala musicale temperata, i cents
sono idonei a misurare qualsiasi intervallo.
Un buon orecchio musicale molto difficilmente apprezza differenze di altezza
inferiori a 8 cent; un’orchestra ben intonata tollera fluttuazioni di 10 cent.
Nota Do Re Mi Fa Sol La Si Do
Rapporto
numerico 1 2 2/12 2 4/12 2 5/12 2 7/12 2 9/12 211/12 2 12/12
frequenze
In Hertz 262 294 330 349 392 440 494 524
SOL 2 7/12 1.49831 700 3/2 1.5000 702 3/2 1.5000 702
LA 3
o corista 430,539 c 1,681793 24,1643 1,0594631 440 24,6953 1,0594631
La # - Si b 456,1401 a 1,781797 25,60118 1,0594631 466,1638 26,16376 1,0594631
SI 483,2636 1,887749 27,1235 1,0594631 493,8833 27,71954 1,0594631
DO 4 512 2 28,73635 1,0594631 523,2511 29,36783 1,0594631
Fine