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Il mondo della musica presenta due componenti strettamente connesse: quella “artistica” e quella
“scientifica”. Da una parte, vi è l’aspetto emozionale che coinvolge sia chi esegue che chi ascolta;
dall’altra vi sono aspetti essenzialmente fondati su basi fisico-matematiche che è necessario
analizzare per comprendere come l’evento musicale si realizzi, come esso si possa ripetere e quali
siano le leggi che lo condizionano. Con l'ausilio della musica è possibile non solo vedere le possibili
applicazioni delle trasformazioni geometriche ma anche ascoltare l'effetto che possono avere su una
melodia.
Il suono e la musica fanno parte della nostra esperienza quotidiana. Così come l’uomo ha gli occhi
per la percezione della luce e dei colori, allo stesso modo è equipaggiato di orecchie per la percezione
dei suoni. La base per la comprensione del suono e della musica è la fisica delle onde. Il suono è
un’onda che si crea attraverso la vibrazione di oggetti e si propaga attraverso un mezzo da un luogo
a un altro.
La traslazione
La traslazione di un vettore v è l'applicazione τv che ad ogni punto P del piano associa il punto
P’= τv (P) tale che il segmento orientato di primo estremo P e secondo estremo P’ rappresenti il
vettore v. In musica possiamo riconoscere delle trasformazioni geometriche. Infatti, in molte forme
polifoniche come il canone e la fuga, una melodia o tema principale, intesa come una ordinata
successione di suoni aventi altezze diverse, viene prima esposta da un'unica voce (o strumento) e
mediante opportune trasformazioni di seguito è affidata alle altre voci. In pratica alcune
trasformazioni della melodia utilizzate nella tecnica compositiva corrispondono proprio alla
traslazione.
Prendiamo il piano (x,y) e riportiamo sull'asse x il tempo che in musica corrisponde a una successione
di battiti ad intervalli costanti (quelli prodotti, per esempio, da un metronomo ) e sull'asse y l'altezza
del suono in ordine crescente dal più grave al più acuto. Così facendo una qualsiasi melodia può
essere rappresentata da una legge f in modo che y = f(x). Ciò premesso scegliamo come unità di
misura il minuto secondo e l'abbiniamo alla figura musicale semiminima (velocità metronomica ♩ =
60) per l'asse x e il semitono temperato per l'asse y; possiamo così avere una rappresentazione grafica
mediante quadretti che simultaneamente indicano il valore di durata di ogni singolo suono, ossia il
loro scorrere nel tempo e l'altezza assoluta di ognuno di esso riferita alla scala temperata (un quadretto
rappresenta il tono).
Se poniamo come origine del nostro sistema di riferimento, cioè y = 0, l’altezza del suono corrisponde
Un' altra tecnica compositiva frequentemente utilizzata per sviluppare una melodia è la riflessione.
Gli intervalli della melodia originale sono eseguiti in senso inverso: ciò vuol dire
che il primo intervallo che è di un tono ascendente nella riflessione diventa un
tono discendente. Per mantenere inalterata la distanza nel secondo intervallo della
melodia riflessa si è dovuto alterare il mi in mi bemolle ( b ).
In pratica, un singolo suono, prodotto da un qualsiasi strumento musicale o dalla voce, non consiste
nella isolata vibrazione caratterizzata da un’unica frequenza, ma nella simultanea sovrapposizione di
più suoni con frequenze e intensità diverse. Le frequenze delle vibrazioni che compongono un suono
non sono casuali, ma soggette a un vincolo armonico: sono multipli della frequenza della vibrazione
più lenta ossia del suono chiaramente percepito.
La conoscenza del fenomeno acustico degli armonici, ebbe grande importanza nella costituzione
delle scale e della tonalità, e costituì la base naturale sulla quale si svilupparono tutte le leggi
dell’armonia.
Se noi infatti sovrapponiamo insieme armonicamente, i primi sei suoni di una qualsiasi serie
armonica, otterremo un accordo perfetto maggiore:
Ad esempio, la prima frequenza armonica ha la frequenza fondamentale di
Hz 65. – questo rappresenta il suono fondamentale.
Hertz = unità di misura del Sistema Internazionale della frequenza.
Inoltre ogni strumento musicale è caratterizzato dal fatto che, nei suoni che
produce, prevalgono alcune armoniche rispetto ad altre. Ecco perché si dice
che il diverso "peso" sonoro delle armoniche determina il timbro degli
strumenti.