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RICCARDO MANCO

CONSERVATORIO DI CAMPOBASSO

ACUSTICA DEL VIBRAFONO


Introduzione
Le percussioni sono i più antichi strumenti musicali utilizzati
dall’uomo, e la famiglia degli strumenti a percussione è una delle più
vaste e variegate. L’elemento che accomuna le percussioni è la
modalità di messa in vibrazione del corpo sonoro, che avviene tramite
diversi mezzi, come le mani o bacchette di legno o sughero; la
struttura, però, varia enormemente da uno strumento ad un altro e
variano conseguentemente le caratteristiche acustiche dei vari
strumenti.
Essi vengono suddivisi in due principali categorie: membranofoni ed
idiofoni.
Nei membranofoni le parti vibranti sono membrane tese che hanno
caratteristiche simili a quelle della corda.
Negli idiofoni invece le parti vibranti sono parti rigide come barre, piastre
e tubi.
La propagazione dell’onda vibratoria nelle barre rigide varia a seconda
delle condizioni al contorno :
 Barra libera in entrambi gli estremi,
 Barra incernierata a un estremo
 Barra incernierata ad entrambi gli estremi
Il vibrafono
Uno degli strumenti principali appartenente alla categoria degli idiofoni è
il Vibrafono.

Il vibrafono è costituito da una serie di barre di una lega metallica a base di


alluminio, disposte come una tastiera di pianoforte.

Si tratta in particolare di barrette appoggiate su supporti mobili (cordicelle)


e quindi libere di vibrare in entrambi gli estremi.
L’emissione del suono di ogni strumento musicale è dovuta alla vibrazione
dei corpi
e alla propagazione delle onde sonore, caratteristiche di ogni strumento.
La vibrazione consiste nella ripetuta oscillazione elastica del corpo
intorno alla propria posizione di riposo le cui caratteristiche dipendono
dalla qualità del materiale, la forma, la dimensione ed il modo in cui
viene sollecitato il corpo e in che modo esso è vincolato.
Nel caso del vibrafono la parte vibrante è il tasto.
Come ogni fenomeno vibratorio ci sono dei parametri utili da analizzare
per comprenderne le caratteristiche:
 Ciclo: completo singolo dispiegarsi di un fenomeno che si ripete
ciclicamente
 Periodo: durata di un ciclo completo
 Frequenza: numero di cicli nell’unità di tempo.
Ogni movimento di una particella in movimento può essere
rappresentato su un piano cartesiano tramite una curva caratteristica.

La curva nel disegno, caratteristica del vibrafono, mostra tre cicli


vibratori che si ripetono identici ed è possibile inoltre individuare
creste (estremo superiore) valli (estremo inferiore) e nodi (punti in
cui il grafico cambia curvatura).
L'unico "strumento" naturale che non ha armonici, è il Diapason, che
produce una sinusoide pura a 440 Hz corrispondente alla nota LA.
Qualsiasi, altro strumento, invece, emette suoni costituiti da una
frequenza "base" che viene chiamata fondamentale, o primo modo di
vibrazione, e una serie di altre frequenze, (gli altri modi di
vibrazione) dette "armoniche".
Le armoniche (o "suoni armonici") hanno frequenza multipla della
fondamentale, e contribuiscono, con la loro presenza, al timbro dello
strumento da cui il suono viene prodotto.
Il tracciato gode di un’importante proprietà che è quella di Fourier:
seppure come spiegato precedentemente il grafico è complesso è
sempre ottenibile tramite la somma di un certo numero di tracciati
sinusoidali.
Le onde sonore hanno una velocità diversa a seconda del materiale in cui
esse si propagano. Un’onda si propaga nell’aria con velocità fissa di 340
m/s invece nell’alluminio, materiale di cui di solito sono composti i tasti
del vibrafono, il suono si propaga con una velocità molto superiore, di
circa 5100 m/s. L’alluminio viene scelto proprio perché provoca un
allungamento notevole del tempo di decadimento del suono.
Le vibrazioni dei tasti del vibrafono sono onde stazionarie, ovvero
un’onda in cui i nodi occupano sempre una posizione fissa nello
spazio e grazie a questa caratteristica il vibrafono emette suoni di
altezza determinata.
Ogni onda stazionaria costituisce un modo di vibrazione di tale corpo.

Quello di frequenza più bassa si chiama fondamentale o primo modo,


tuttavia il suono è composto da una miscela di modi di vibrazione che
prendono il nome di parziali. Quando le parziali hanno una frequenza che
è un multiplo intero del suono fondamentale si chiamano parziali
armoniche o semplicemente armonici.
Con alcune tecniche si è in grado di produrre sui vari strumenti
musicali dei suoni armonici che spesso hanno caratteristiche molto
differenti dai suoni reali corrispondenti.
Sul vibrafono suoni armonici si ottengono facilmente percuotendo
particolari punti delle barre tenendo fermo il punto nodale più
prossimo a una delle estremità e contemporaneamente eccitando la
barra in un punto lontano dai nodi.
Il metodo più diffuso per produrre armonici chiari e senza la presenza
del suono fondamentale consiste nel premere leggermente un dito a
metà della barra e percuoterla poi tra il centro e il bordo. Il suono
risultante è due ottave sopra il suono reale. Un altro metodo consiste
nel colpire il punto nodale della barra mentre con un unghia si tocca la
barra a metà. In questo modo viene eliminato il suono fondamentale.
L’armonico di sesta maggiore si ottiene invece ponendo l’unghia sul
punto nodale della barra percuotendo contemporaneamente il centro
della barra.
Questi effetti sono maggiormente apprezzabili se eseguiti sui tasti più
gravi, infatti nei suoni più bassi le parziali che cadono all’interno delle
frequenze udibili dall’uomo sono più numerosi di quelle dei suoni
acuti e per questo i suoni gravi ci sembrano più ricchi di armonici.
Quando viene eccitato ogni punto della barra oscilla trasversalmente
alla direzione della stessa. Le posizioni assunte dalla barra prendono il
nome di fuso di vibrazione che è caratterizzato dalla zona in
movimento che prende il nome di ventre e quelle fisse chiamate nodi.
Le barre sono sempre appoggiate a due supporti: in questi punti di
appoggio non possono formarsi che nodi, mentre alle estremità e al centro
si avranno zone ventrali.

Inoltre nel vibrafono come nelle corde, vale la legge di Young.


Essa afferma:
In un corpo elastico atto a vibrare, nel luogo dove agisce la forza
eccitatrice non possono formarsi punti nodali: saranno pertanto impedite
tutte le vibrazioni armoniche che avrebbero dovuto avere uno di questi
punti nella zona interessate.
Quindi non bisogna percuotere il tasto in uno dei punti nodali in
quanto si udirebbe un suono soffocato e stoppato privo di altezza ben
definita.

Ci sono dei rapporti che legano la frequenza della vibrazione e le


caratteristiche della barra.
La frequenza di vibrazione di una barra è inversamente proporzionale
alla lunghezza e direttamente proporzionale allo spessore, infatti note
più acute (e quindi frequenze più elevate) saranno prodotte da tasti
corti e spessi mentre suoni più gravi (frequenze più basse) da tasti
lunghi e sottili. Infatti, le barre dei suoni più gravi sono
profondamente incavate nella parte inferiore in modo che il primo
armonico abbia una frequenza doppia del suono fondamentale, questo
permette di “smorzare” la fondamentale a vantaggio delle parziali
superiori.

CARATTERISTICHE SONORE
La principale caratteristica del vibrafono è l’effetto “vibrato” che si
ottiene per mezzo di dischi posti nella parte inferiore dei tasti e fatti roteare da un
perno azionato per mezzo di un motore elettrico.
L'aria così mossa (i dischi alternativamente aprono e chiudono le
canne) dopo la percussione del tasto produce una fluttuazione
dell'ampiezza del suono piuttosto considerevole.
La variazione dell’ampiezza del suono provoca una variazione di
intensità, infatti vibrazioni più ampie (dischi posti verticalmente al
tasto) danno la sensazione di un suono più forte.
Il timbro del vibrafono è caratterizzato da un suono metallico, tuttavia
esso varia notevolmente in base alla tecnica percussiva e all’utilizzo del
pedale di risonanza: se il pedale viene lasciato libero, smorza tutte le note
e perciò le barre emetteranno suoni freddi e nitidi, se invece il pedale
viene abbassato, e quindi le barre sono libere di vibrare, i suoni
acquistano il timbro caldo e dolce caratteristico dello strumento.
Inoltre per ottenere un ampia gamma di timbri è possibile utilizzare
bacchette con teste di materiali e durezza differenti che modificano
notevolmente la percezione del suono dello strumento.
L’utilizzo di mazzuole differenti, infatti, modifica il "transitorio
d’attacco", che consiste nell’insieme di fenomeni acustici che si
verificano nei primi istanti di produzione del suono: il suono d’attacco
della percussione della bacchetta sul metallo può essere accentuato se
si utilizzano bacchette più dure con anima di legno, oppure smorzato
se si usano bacchette più morbide con anima di sughero.
CASSE DI RISONANZA

Un’altra caratteristica del vibrafono è la presenza di risuonatori tubolari di


lunghezza
opportuna posti al di sotto dei tasti.
Questi tubi metallici fungono da vere e proprie casse di risonanza,
contenitori di aria di varie dimensioni costruite nel caso del vibrafono in
metallo.
Lo scopo principale è quello di amplificare il suono, anche se ciò
causa un accorciamento del tempo di spegnimento, per esempio il
tempo di estensione di un La3 con il risonatore è di 9 secondi, senza il
risonatore è invece di 40 secondi.
Aggiungere la storia e il repertorio e chi ha scritto per vibrafono

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