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I sovracuti (overtones)

di Fabio Tullio
ftullio@everyday.com

Ciao a tutti.
Parliamo in questo appuntamento dei sovracuti, un aspetto del saxofonismo moderno
certamente affascinante ma complesso, e per questo ambiguo e controverso.
In parte questa ambiguità è conseguenza della loro stessa natura, se è vero che sono "note
non note" ovvero suoni parziali di note reali.

Nell'emissione dei sovracuti infatti noi non facciamo altro che isolare una determinata
frequenza dalla nota fondamentale esaltandola in volume e elevandola quindi a livello di
nota essa stessa, tutto questo grazie a diteggiature particolari e ad una impostazione della
bocca mirata al raggiungimento di tale obiettivo.

Nel parlarvi dei sovracuti farò riferimento a quello che, secondo me, rimane un valido testo in
materia, nella sua semplicità e chiarezza, integrandolo poi con altre informazioni personali.
Mi riferisco a "Top tones for saxophones" del M° Sigurd Rascher,
(un guru del saxofono classico scomparso purtroppo recentemente)
ma sappiate che esistono testi anche più recenti e aggiornati dei quali
troverete elenco in calce e che io…….non conosco!!! (che volete, non si
può comprare tutto di tutto).

Come avrete intuito quelle per l'emissione dei sovracuti non sono
posizioni reali, ovvero posizioni che seguono una progressione lineare
di allungamento e ridimensionamento del tubo, ma bensì sono al
quanto illogiche e apparentemente strampalate: questo proprio perché
per isolare determinate frequenze occorre "spezzare" la colonna d'aria
ed andare a "prendere" una determinata frequenza, isolandola come
detto dalla (ipotetica a questo punto) fondamentale.

Sulla corretta diteggiatura inizia il caos e allora diciamolo subito: non esiste una sola
posizione per i vari sovracuti, mettiamo da parte quindi gli estremismi e i fondamentalismi
della serie "la posizione giusta è quella che uso io" oppure "i miei sovracuti sono intonati le tue
posizioni sono sbagliate" etc…

Esistono note sovracute per emettere le quali possiamo scegliere tra 1 o 2 posizioni al
massimo ma ne esistono altre che possono avere fino a 5-6 posizioni diverse, e tra un po'
vedremo il perché.

Detto questo entriamo nel dettaglio.


L'emissione dei sovracuti richiede un ottimo controllo dell'imboccatura, ma ancora più a
monte, richiede dei materiali idonei. Dobbiamo avere a disposizione un bocchino di qualità,
possibilmente non troppo chiuso e comunque non una combinazione troppo morbida.

Un setup del tipo: bocchino apertura 5 ancia 2 ci pone già in partenza in una situazione di
quasi impossibilità o comunque di scarso controllo degli overtones che stiamo tentando di
emettere e questo è anche il motivo per cui agli inizi si trovano molte difficoltà già nel salire al
SOL sovracuto.
Una apertura 6 con ancia 3 già ci consente di ottenere meglio e di controllare con più
precisione le note sovracute, ecco perché vi sconsiglio di affrontare lo studio dei sovracuti
prima di avere raggiunto un buon controllo del vostro setup.
Quest'aspetto della faccenda è importante a tal punto che, generalmente, si fa partire lo studio
dei sovracuti da un corretto studio dell'emissione dei suoni parziali usando come fondamentali
le note più gravi dello strumento dal Sib al Re bassi.
Questa pratica, perpetuata nel tempo, ci consente infatti di assumere un controllo sempre
maggiore dell'imboccatura e dei materiali a nostra disposizione.

Gli armonici
Avrete notato che parlo di suoni parziali e non di armonici: il motivo è che in realtà gli
armonici non si possono suonare ma bensì sono parte integrante del suono, sono un fenomeno
fisico.
Quando noi suoniamo quelli che generalmente chiamiamo armonici in realtà stiamo suonando
dei suoni parziali, ovvero stiamo emettendo suoni aventi intonazione "simile" agli armonici.
I suoni parziali differiscono dagli armonici quindi per un motivo molto semplice: gli armonici
hanno frequenza esattamente multipla della fondamentale e quindi sono sempre "intonati", i
suoni parziali al contrario hanno frequenze molto simili ma non precise.
Da qui, come potete immaginare, parte la grande baraonda sulle posizioni giuste o sbagliate,
calanti o crescenti etc….
D'ora in poi userò comunque il termine "armonici" per comodità di lettura.

Già in un altro articolo ho parlato degli armonici (Un po' di fisica acustica) come costituenti
essenziali nella formazione del timbro, del colore del suono.
A completamento diciamo che questo fenomeno è dovuto alla naturale elasticità dei corpi
risonanti (corde, pelli di batteria, colonne d'aria, metallo etc ) i quali vibrando mettono in moto
l'aria, presente tra loro e il punto di ascolto, in un moto ondulatorio viaggiante nello spazio ad
una certa frequenza.

Il fatto è che questa vibrazione non è lineare, non accade con la stessa fase e la stessa
intensità lungo tutto l'oggetto vibrante ma bensì, contemporaneamente, frazioni di esso
vibrano per conto proprio, anche in moto contrario alla vibrazione principale (che è quella che
ci ritorna la frequenza fondamentale della nota) producendo note secondarie a basso volume, il
più delle volte non distinguibili singolarmente ma comunque facenti parte del colore del suono:
gli armonici, appunto.

Parlando di strumenti a fiato il corpo vibrante è costituito, ovviamente, dall'aria contenuta


nello strumento.

La successione degli armonici è la seguente:

La fondamentale viene chiamata anche primo armonico, i successivi hanno frequenza


multipla della fondamentale, ovvero pari alla frequenza della fondamentale moltiplicata per il
numero di armonico.

Ad esempio l'armonico 2 avrà frequenza doppia della fondamentale, l'armonico 3 tripla,


l’armonico 4 quadrupla e così via.

Direi che con la fisica ci possiamo fermare qui, l'argomento in realtà è molto più complesso e,
a mio giudizio, affascinante ma per i nostri scopi è sufficiente.
Paradossalmente, quindi, per esplorare l'estremo acuto dobbiamo partire dalla parte opposta
dello strumento, e allora andiamo a cominciare praticamente.
Iniziamo con l'emissione di un bel Bb grave, quando siamo certi di controllare bene la nota
applichiamo una leggera pressione coi denti inferiori, ritraiamo la lingua in gola, ad aumentare
quindi il cubaggio del nostro cavo orale e, senza premere il portavoce e senza ovviamente
cambiare posizione, cerchiamo di emettere il Bb all'ottava superiore, cioè una nota equivalente
in frequenza al Bb dell'ottava centrale.
Diamo un leggerissimo colpetto di lingua per aiutarci nel passaggio

Ascolta

Stiamo suonando il 2° armonico della nota Bb. La linea continua indica che la diteggiatura
resta invariata.

Proviamo a salire un gradino, secondo lo schema sopra dovremmo ottenere un F, in più questa
volta proviamo a ridiscendere per la stessa strada.
Allora sempre tenendo fissa la posizione del Bb grave immaginiamo e suoniamo in
successione Bb, Bb un'ottava sopra, F, Bb, Bb basso.

Ascolta

In questo procedimento è fondamentale quello che gli americani chiamo "Tone


immagination" ovvero cantare la nota, pensarla prima di suonarla.
Se non avete in mente il suono del Fa suonatelo prima con la sua posizione reale (in questo
caso è un Fa col portavoce), imprimitevi in mente la nota e ripartite come sopra.

Questo processo dell'immaginare la nota è molto importante, perchè è parte integrante del
gesto del suonare.

Infatti sarebbe buona regola cantare in testa qualsiasi cosa si suoni, dalle scale ai temi agli
assoli (non è necessario essere cantanti: avete presente Jarrett?) per cui la pratica degli
armonici diventa anche un modo per familiarizzare con questo concetto, una specie di
autodettato musicale.
Col tempo si instaurerà un meccanismo per cui solo pensando la nota ci si imposta già,
inconsciamente, nel modo corretto per produrla.

Vediamo allora come suona l'intero totale dello schema iniziale, fino all'armonico 10:

Ascolta
Non so a voi, ma 'sta cosa mi attizza molto.

Comunque impariamo a suonare gli armonici a partire da Bb, B, e C.

Possiamo anche suonarci delle semplici frasi:

Ascolta

Ovviamente non basta fare l'esercizio sopra, vi rimando al Rascher (o a uno qualsiasi dei
metodi sotto elencati) per approfondimenti e mi raccomando, non sottovalutate questa
pratica: se volete suonare i sovracuti seriamente non potete prescindere
dall'imparare gli armonici.

I sovracuti
E veniamo finalmente ai sovracuti veri e propri.

Come già detto i sovracuti non sono note e neanche armonici ma suoni parziali, quindi non
intonati a priori.

A questo punto uno pensa: va beh, basta trovare la diteggiatura giusta, una volta trovata è
quella e basta! Ma 'dde che?!!

Può essere vero per il singolo musicista (e dico "può essere", perché a volte cambiando già
ancia occorre fare delle correzioni) ma state certi che tra due saxofonisti difficilmente esisterà
identità di vedute in materia, specialmente per i sovracuti più ……acuti.

Dipende da:

 lo strumento: ci sono strumenti che facilitano l'emissione dei sovracuti, altri che
richiedono un maggiore controllo.
 l'apertura e la forma interna del bocchino: come già detto bocchini medio-aperti
favoriscono l'emissione degli overtones, perché consentono un maggior gioco di ancia,
indispensabile, specialmente all’estremo acuto. Bocchini con tetto basso e/o small
chamber rendono l'emissione più facile e aggressiva.
 Il setup nel suo insieme: un setup morbido non ci consente di controllare il
frazionamento delle frequenze.
 La "forma" interna dell'esecutore: mai come nei sovracuti una corretta respirazione
diaframmatica è fondamentale e d'altronde la conformazione del cavo orale ha la sua
importanza, come vedremo tra poco.

Poi c’è il discorso "convenienza":


quale posizione conviene usare in un passaggio veloce e /o aggressivo?
e quale in un fraseggio largo in cui si richiede intonazione e purezza del suono?

Se debbo suonare una frase del tipo: frase aperta userò certe posizioni, privilegiando
facilità di emissione e precisione, se invece debbo suonare qualcosa del tipo: frase veloce
non posso pensare di usare le stesse posizioni di prima perché, benchè più precise, sono
troppo complesse e difficili da suonare in velocità, in questo caso va privilegiata la velocità
esecutiva sulla precisione.

Ovviamente esistono posizioni che consentono l'uno e l'altro aspetto ed altre che ci costringono
a scegliere.
Dovete sperimentare più diteggiature, accettando qualsiasi proposta (tra poco ovviamente vi
sottoporrò le mie) e creandovi un set di posizioni favorite, per diverse situazione esecutive.
Questo set potrà cambiare, cambiando materiali (bocchino, marca o grado di ance) o
semplicemente perché andando avanti negli studi scoprirete nuove soluzioni.

Ecco il set delle posizioni che uso io.

Ho inserito delle posizioni alternative per il E e F acuti che spesso uso in frasi proiettate verso
i sovracuti.
Per ogni nota ho inserito, ove possibile, due posizioni: la prima delle due è sempre la posizione
che uso in velocità, quindi con meno chiavi premute, più agile ma meno precisa, per cui va
sostenuta di "potenza", col labbro.

La seconda scelta è più stabile ed intonata, con un suono, a volte, anche più definito
timbricamente ma più complessa, la uso in frasi aperte nelle quali è importante l'intonazione.
E allora proviamo a salire piano piano.
Cominciamo con l'emissione di un F#, anche se avete sul vostro strumento la chiave del F#
provate ad usare una delle posizioni sopra.

Partite con un F con la posizione frontale, mi raccomando utilizzate l'impostazione appresa per
gli armonici, quando vi sentite sicuri del vostro F aggiungete la chiave del A# laterale: uscirà
un bel F#.

Allo stesso modo, quando siete sicuri del vostro F# (provate ad eseguirci sopra una serie di
colpi di lingua per verificare la tenuta della posizione) passate ad una delle due posizioni del G
e così via.

Sui metodi troverete esercizi specifici per i sovracuti ma potete tranquillamente cominciare a
studiarli salendo cromaticamente, poi suonandoli in forma di scale maggiori, per salti di terza e
così via come già sapete fare.

Potreste anche semplicemente prendere una ballad e suonarvela tutta una o due ottave sopra,
che ne dite per cominciare di Body and soul?

Ascolta: Body And Soul

Occhio al labbro, non esagerate nello studio, al primo accenno di fatica smettete, non fate
come me che una volta, preso dall'entusiasmo, me lo sono distrutto e non ho suonato più per
una settimana.

Lasciate, per finire, che vi confidi qualche valutazione sull'utilizzo dei sovracuti.

Questi rappresentano certamente un valido mezzo per far salire la tensione durante una
improvvisazione, e d'altronde ormai sono appuntamento fisso di qualsiasi buon solo rock o
funky che si rispetti.

Personalmente non amo molto arrampicarmi da quelle parti; per quanto le si possa studiare
quelle posizioni restano scomode e costruirci sopra delle frasi liberamente e con scioltezza di
pensiero è arduo, preferisco lavorare in zone più comode dello strumento per concentrarmi più
liberamente sulla costruzione delle mie linee melodiche.

Anche a livello di ascolto non vado pazzo per chi passa metà del suo solo con ramponi e
piccozza alla mano (non faccio nomi…..) ma questo è un atteggiamento che mi deriva dalla
vecchiaia che avanza; anni fà, lo ammetto, non la pensavo così….

Quando mi ci avventuro, specialmente con l'altosax, è perché rappresentano oggettivamente


un ottimo espediente per elevare il climax di un solo (per dare la sveglia ad una sezione
ritmica troppo indolente ?!) o perché sto suonando un genere (funky, pop etc) che me lo
"impone".
Comunque a parte le mie scelte stilistiche (che poco vi interessano, immagino) mi auguro aver
risposto con questo articolo alle tante richieste fattemi nei mesi scorsi in merito a questo
argomento.
Altre richieste sono state fatte (e altre vi invito a farne liberamente) per cui restate
sintonizzati.
A presto (si fa per dire, )
Fabio
Una lista di trattati in materia di sovracuti e armonici:
"Top tones for the saxophone", S.M.Rascher
"Altissimo register" Rosemary Lang
"Extended tecnique for sax" Michael Leonard
"Saxophone altissimo: High note.." Robert Luckey
"Studies in high armonics" Ted Nash
"Saxophone high tones" Eugene Rousseau
"Multiphonics" Ken Dorn
 

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