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1. Qual è l’utilità della notazione per se stessi e per gli altri?

Le funzioni principali della notazione sono la rappresentazione, la memorizzazione e


la trasmissione della musica. Le principali ragioni della notazione sono il bisogno di
aiuto per la memoria (per se stessi) e la necessità di comunicazione (per gli altri).
Come aiuto personale, la notazione permette di avere a disposizione un repertorio più
ampio e complesso di quello possibile con la sola memoria della mente, di assistere il
musicista nell’esecuzione di musica già nota ma non perfettamente memorizzata, di
suonare a prima vista, di avere uno schema per l’improvvisazione, di tracciare schizzi
d’ausilio per il lavoro del compositore. Come mezzo di comunicazione la notazione
permette di preservare la musica per periodi di tempo molto lunghi, di eseguire la
musica anche a coloro che non sono a diretto contatto con il compositore, di indicare
all’orchestra le intenzioni espressive del direttore, di analizzare la musica utilizzando
la partitura come testo di riferimento, di avere un mezzo di riferimento per la teoria,
di ricreare la musica nella propria mente.

2. Da dove derivano i vari segni di uno spartito moderno?

3. Che cosa sono il trivio e il quadrivio?


Le arti liberali che costituivano durante il Medioevo i due gradi
dell'insegnamento, l'uno letterario, l'altro scientifico, comprendevano
la grammatica, la retorica e la dialettica (il Trivio); l'aritmetica, la geometria,
la musica, l'astronomia (il Quadrivio)

4. Quali sono i 7 concetti fondamentali dell’armonikè?


L’armoniké è la parte più consistente della teoria greca, e si occupa del sistema
generale di organizzazione delle altezze. Si fonda su 7 concetti fondamentali:
- phtóngos (è il suono intonato prodotto dalla voce cantante, diversamente dal suono
continuamente variabile in altezza prodotto dalla voce parlante. E’ l’elemento
fondamentale su cui si basa la musica, come il punto in geometria.)

- diástema [intervallo, è un rapporto fra quantità; gli intervalli considerati consonanti


erano quelli di: ottava (diapason); quinta (diapente); quarta (diatessàron);
dodicesima (rapporto 3:1 fra le lunghezze delle corde vibranti); quindicesima
(rapporto 4:1)]

- ghénos (genere, determina il tipo di intervalli utilizzati. Prendendo ad esempio il


tetracordo dorico, il genere può essere: diatonico, se la successione è: tono, tono,
semitono; cromatico: 1 tono e mezzo, e 2 semitoni; enarmonico: un intervallo di 2
toni, e due intervalli di 1/4 di tono)

- sistema (è una successione di intervalli. Il sistema più piccolo era proprio il


tetracordo: una successione di 4 note discendenti nell’ambito di un quarta giusta.
Limitandoci al genere diatonico, si distinguevano 3 modi, di cui il dorico era quello
principale, in quanto storicamente più antico. dorico, con il semitono alla fine frigio,
con il semitono al centro; lidio, con il semitono all’inizio; )

- tónos (ambito di altezza)


- metabolè (passaggio, relativo ai 3 precedenti)
- melopea (composizione dei canti)

5. Trascrivere l’Epitafio di Sicilo guardando soltanto la diapositiva 40 del


cap. 2.

6. Che cos’è la “perfezione” nella ritmica medievale?


Fa riferimento alla predilezione per l’importanza simbolica del numero 3, quindi una
ritmica su base ternaria, tant’è che i vari modi ritmici, ossia la prima organizzazione
ritmica della polifonia nell’ambito della scuola di Notre Dame, sono su base ternaria
(ex. GIAMBO = una breve e una longa cioè 3, e il DATTILO che inizialmente era un
tempo quaternario viene trasformato per ottenere due tempi ternari in quanto la
sillaba lunga diventa una longa perfetta di 3 tempi e le due brevi diventano la prima
una breve di un tempo solo detta brevis recta e l’altra diventa una breve di due tempi
detta brevis altera, ottenendo un gruppo ternario). Quindi per perfezione intendiamo
una figura ternaria, ad esempio una longa perfetta o comunque un gruppo di due
figure che valgano 3.

7. Qual è il rapporto fra musica mundana, humana e instrumentalis,


secondo Boezio?
Il concetto di musica va inteso in senso lato, perché qui abbiamo una derivazione
della musica teorica (cara agli antichi greci, considerata uno dei gradi più alti della
sophia, che studiava i rapporti numerici degli intervalli, il sistema teleion, mentre la
musica pratica era considerata molto più bassa, ed era infatti praticata dagli schiavi,
poiché il virtuosismo che richiedeva fatica manuale non si addiceva agli uomini
liberi). Nella concezione di Boezio è presente la stessa gerarchia; la musica
mundana era la cosiddetta armonia delle sfere, prodotta dalla rotazione di astri e
corpi celesti intorno alla terra, posta al centro dell’universo (visione geocentrica
tolemaica) con i corpi celesti – i più perfetti possibili - che ruotavano intorno, e dalla
loro rotazione si ottenevano delle armonie e delle melodie non udibili considerate
però come musiche più perfette possibili, prese anche a modello per la musica pratica
e concreta. La musica humana : musica si intende proprio come ordine, equilibrio,
armonia ossia fonte di equilibrio per i vari spiriti che componevano i corpi umani,
quindi l’equilibrio del corpo e dell’animo umano, che avviene sul modello dei
rapporti dell’armonia delle sfere e quando si ascolta musica instrumentalis composta
sempre sul modello dell’armonia delle sfere. La musica instrumentalis, eseguita da
strumenti e voce, è però quella comunque considerata di minor rango possibile.

8. Quali sono i contributi storici che portano alla sistemazione


definitiva dell’octoechos gregoriano?
Il sistema degli otto modi è una teorizzazione a posteriori, una classificazione di
melodie già esistenti, fatta per ragioni pratiche cioè per permettere ai cantori di
memorizzare più facilmente le melodie (ricordandosi le finalis, le repercussio o le
formule melodiche quindi appunto le peculiarità di ciascun modo) il che permetteva
loro anche di poter improvvisare (come succedeva in origine nel canto gregoriano,
cioè le melodie erano improvvisate). La seconda origine dei modi invece, che spiega
anche il fatto che i modi nel gregoriano hanno queste denominazioni, mentre nella
polifonia profana (usati fino al 600) prendono degli altri nomi (dorico, ipodorico,
frigio, ipofrigio, lidio, ipolidio, misolidio, ipomisolidio) che rimandano proprio alle
solite denominazioni etniche e geografiche di regioni dell’asia minore, ad indicare
una diretta continuità tra i modi dell’antica grecia e quelli medievali che si stabilisce
attraverso Boezio che parla dei toni di trasposizione di Tolomeo (possibilità di
cantare nel sistema teleion non solo a partire dal La ma anche dalle altre note)
nell’Alia Musica – trattato del nono secolo - e per una improbabile incomprensione di
ciò che aveva scritto Boezio vengono eliminate tutte le alterazioni da lui scritte e
quindi anziché avere scale trasposte di toni, cioè la stessa scala trasposta di toni,
diventano sempre la stessa scala a partire da note diverse e quindi dei modi. I modi
gregoriani quindi nascono da una duplice matrice, una dotta, quella dei trattati teorici
derivati dall’antica grecia attraverso boezio nell’alia musica, e l’altra più pratica è
quella delle classificazione delle melodie gregoriane ai fini della memorizzazione da
parte dei cantori.

9. Quali sono le 4 caratteristiche che definiscono ciascun modo e a


quali aspetti musicali delle melodie corrispondono?
Ciascun modo è caratterizzato da:
-Finalis, punto d'arrivo o di riposo
-Tenor (tuba o repercussio), nota centrale della melodia
-Ambitus, estensione della melodia, normalmente di un'ottava
-Formule melodiche, con intervalli e passaggi caratteristici

10. Qual era l’utilità della notazione adiastematica e perché si sviluppa


proprio tra la fine dell’VIII e l’inizio del IX secolo?
La notazione adiastematica (formata da neumi – detta anche “notazione in campo
aperto” poiché non ci sono righi di riferimento che facciano capire l’ampiezza degli
intervalli) non indica l’ampiezza dell’intervallo, è approssimativa perché in questo
modo indica soltanto l’andamento della melodia (ascendente o discendente). Serviva
perché era una notazione rivolta a dei cantori che già conoscevano le melodie e
serviva anche perché, in seguito alla nascita del Sacro romano impero, bisognava
scrivere le melodie per dare ad esse un valore ufficiale, autentico, a differenza di
quanto avvenuto fino a quel momento, ossia l’improvvisazione delle melodie che
quindi venivano cambiate.

11. Descrivere le fasi di passaggio dalla notazione adiastematica a


quella quadrata.
Inizialmente la notazione adiastematica è caratterizzata da questi accenti acuto e
grave che a loro volta erano la fissazione su carta del gesto del chironomo, deriva
quindi dalla chironomia – notazione orale supportata dal gesto della mano - (gesto
della mano che indica l’ascesa o la discesa della melodia); poi la chironomia viene
scritta e quindi si ottiene la notazione adiastematica, quindi una specie di scrittura
della chironomia. Poi succede che si comincia a scrivere (gli antichi amanuensi) la
notazione tracciando delle righe a secco sulla pergamena per scrivere dritto, e da qui
venne l’idea di lasciare la prima riga libera per scrivere i neumi e sulla seconda le
parole del canto, la terza libera sempre a secco per i neumi e sulla quarta le parole. La
riga divenne subito un riferimento, per pensare alla riga come una nota di riferimento
(per esempio un DO o altre) e infatti si passò a usare due righe che individuavano i
semitoni (riga del FA colorata di rosso per il semitono Mi-Fa e la riga del DO
colorata di giallo per il semitono Si-Do). Successivamente si passò a 4 righe (da
queste due a quattro quindi). Poi il tetragramma (guido d’arezzo) e la nascita delle
chiavi e a questo punto anche i neumi iniziano a perdere la forma curvilinea e
diventare da accenti a punti per ottenere una maggiore precisione perché si mettono
sulla linea o nello spazio, e nel 12esimo secolo la notazione infatti diventa quadrata
(notazione di notre dame è quadrata)

12. Perché nel Graduale Triplex sono inserite anche due forme di notazione
adiastematica accanto alla notazione quadrata?
Perché la notazione quadrata è molto precisa sul piano dell’altezza ma è anche vero
che sul piano espressivo (agogica, dinamica ecc…) non ci dice nulla. Mentre la
notazione adiastematica sì. Ci da indicazioni anche su questo aspetto tramite le lettere
romaniane che indicano agogica e dinamica, sul piano espressivo e dei respiri.

13. Prova a cantare i brevi frammenti di melodie da pag. 64 a pag. 67 del


cap. 3, applicando le regole per la solmisazione.
La solmisazione è il sistema di didattica del canto inventato da Guido D’Arezzo per
insegnare ai cantori un canto che loro non conoscevano e che non avevano mai
sentito, il che per l’epoca era una novità perché si usava imparare i canti ascoltandoli
dagli altri, quindi senza prima sentirli era impossibile impararli. La solmisazione si
basa intanto sulla conoscenza dell’inno a san giovanni, e una volta imparato a cantare
da ut re mi fa sol la, si imparava a cantare anche dalle altre altezze (che sono relative
e non “fisse”) e quindi vedere dove si trova il semitono e chiamarlo Mi-Fa.

14. Attraverso quali passi gli iniziali modelli di polifonia estemporanea


del Musica Enchiriadis si trasformano in una prassi compositiva vera
e propria?
Ci riferiamo alla nascita della polifonia. Il musica enchiriadis è un manuale di musica
che descrive dei modelli per la polifonia, quindi non canti ma modelli applicabili a
qualsiasi melodia gregoriana in maniera estemporanea, in quanto inizialmente il
modello prevedeva semplicemente di raddoppiare la melodia già conosciuta una
quarta o una quinta sotto, quindi intervalli consonanti previsti dalla scala pitagorica.
Dopodiché nell’opera di Guido D’Arezzo succede che invece di tenere un canto
rigorosamente parallelo, si comincia e si finisce all’unisono, quindi in questo modo
abbiamo di fatto una concezione della polifonia come un’applicazione dell’armonia
del mondo, cioè tutti gli intervalli, anche quelli dissonanti, possono far parte della
polifonia, purché nei punti salienti ci siano intervalli consonanti. Il passo successivo è
quello che si trova nel Tropario di Winchester all’inizio dell’11esimo secolo, in cui si
trova il moto contrario tra le parti, che ci lascia immaginare che le regole, rispetto al
passato, già iniziavano a complicarsi. In seguito nel trattato di Milano (seconda metà
dell’11esimo secolo) troviamo le 3 caratteristiche principali : moto contrario tra le
parti, la vox organalis che è la voce superiore quindi si trova sopra la vox principalis,
e più di una nota di contrappunto contro quella del canto della voce principale, quindi
c’è una prassi molto più elaborata, ad evidenziare l’aspetto compositivo piuttosto che
improvvisativo. Poi c’è l’organum melismatico dove il canto gregoriano è
caratterizzato da note lunghe tenute dal tenor mentre la voce superiore esegue
melismi, inoltre quando cambia la nota del tenor bisogna avere una consonanza con
la voce superiore, mentre quando il tenor è tenuto possono esserci anche delle
dissonanze.

15. Quale “conquista”, sul piano della notazione, rende storicamente


importante la Schola di Notre Dame di Parigi?
Vengono introdotte per la prima volta le figure musicali, quindi vengono indicate
espressamente le durate delle note, mentre prima le durate delle note dipendevano da
convenzioni non scritte che noi oggi non conosciamo più, frutto di accordi sottointesi
non indicati sulla parte.

16. Che cosa sono i modi ritmici e quali valori possono assumere la
longa e la brevis?
I modi ritmici sono schemi che venivano applicati in successioni ripetute di valori
lunghi e brevi derivati dalla metrica greca, presi come modelli (modi sta per modelli)
ritmici per la composizione polifonica nell’ambito della scuola di Notre Dame. I
modi principali erano 6 ed erano tutti ternari, anche quelli che in origine erano
quaternari – come il dattilo – venivano trasformati in ternari, poiché la longa poteva
essere perfetta (ternaria) o imperfetta (binaria) e la brevis poteva essere recta (di 1
tempo, una singola sillaba o nota del melisma) o altera (valeva 2) così che il gruppo
di note fosse ternario (TROCHEO, GIAMBO, DATTILO, SPONDEO, ANAPESTO
e ANFIBRACO).

17. Quali sono i principi che, nella notazione franconiana, regolano le


successioni di figure singole?
I principi sono : PRINCIPIO DI PERFEZIONE, significa che una figura seguita da
una figura uguale è perfetta (ad esempio longa+longa o breve+breve), cioè insieme
valgono 3 figure più piccole
PRINCIPIO DI IMPERFEZIONE, cioè una figura seguita da una più piccola
diventa binaria quindi imperfetta (ad esempio longa seguita da una breve)
PRINCIPIO DI ALTERAZIONE : due brevi, o comunque due figure più piccole,
poste tra due perfezioni cioè fra due gruppi ternari, costituiscono esse stesse una
perfezione come 1+2, cioè la seconda breve ha valore doppio. Tali regole restano in
vigore fino alla fine della notazione mensurale (cioè fino alla fine del cinquecento)

18. Descrivi i 5 tipi di ligaturae in base ai principi di proprietas e perfectio.


Il senso di queste è regole è che quando i teorici medievali descrivevano le cose, non
avendo formule e non usando schemi, disegni, tabelle ecc … usavano solo le parole e
quindi era più complesso, perciò per essere più precisi si inventarono i termini di
proprietas e di perfectio per dire che prese le due ligature di riferimento, quelle che
come segno derivavano dal gregoriano, se la prima nota della ligatura era
graficamente come nel neuma del gregoriano allora la ligatura nel suo insieme aveva
la proprietas, quindi si chiamava “CUM PROPRIETATE”; se invece la seconda nota
della ligatura era così come nel neuma del gregoriano la ligatura nel suo insieme ha la
perfectio, quindi si chiamava “CUM PERFECTIONE” e convenzionalmente le due
ligature insieme hanno successione brevis-longa (che era ritenuta la successione
naturale dai teorici medievali perché ad imitazione della natura in cui un organismo
vivente è in successione prima più piccolo poi più grande). Se la prima nota è
graficamente diversa dalle due ligature di riferimento, allora è “SINE
PROPRIETATE”, quindi anziché essere una breve diventa una longa, se invece la
seconda nota è graficamente diversa dalla ligatura di riferimento allora è “SINE
PERFECTIONE”, quindi da essere longa diventa brevis, se invece è graficamente
uguale allora la prima rimane breve e la seconda rimane longa.

19. Qual è l’utilità del punctus divisionis di Petrus de Cruce e di quale segno,
introdotto nella musica strumentale del Cinquecento, è considerato
l’antenato storico?
Il punctus divisionis viene introdotto per poter dare maggior varietà ritmica alle
figure musicali ed è l’antenato storico della nostra stanghetta di battuta.

20. Che differenza c’è fra cantus mensurabilis e cantus planus?


Il cantus planus è un canto dal ritmo libero, ossia subordinato alla prosodia, e in esso
la notazione non indica la durata delle note e si fa riferimento quindi alla notazione
adiastematica e che successivamente diverrà quadrata (che comunque fa ancora uso
di neumi). Il cantus mensurabilis fa riferimento all’aspetto polifonico e quindi le
durate sono stabilite, perciò la notazione usata è quella mensurale.

21. Che cos’è la musica ficta e quali sono le sue due applicazioni più
comuni?
Per musica ficta si intendono le alterazioni che i cantori aggiungono mentre cantano
che però non sono scritte. Viene usata per innalzare la finalis nelle cadenze oppure si
abbassa una nota per evitare che si crei l’intervallo di tritono.

22. Che significa esattamente il termine “mensura” nella notazione medievale


e rinascimentale?
Il termine MENSURA significa misura. Si riferisce nello specifico al rapporto tra una
figura musicale e la figura più piccola. Ci sono 5 mensure. MAXIMODUS = rapporto
tra maxima e longa, MODUS = tra longa e breve, TEMPUS = tra breve e semibreve,
PROLATIO = tra semibreve e minima, GRADUS QUINTUS = tra minima e semiminima.
Mensura perfetta se è ternaria, imperfetta se è binaria

23. Quali sono le 4 prolazioni di Philippe da Vitry, con i corrispondenti


rapporti tra le figure e i simboli rappresentativi?
Il tempo perfetto con prolazione perfetta = 9/8. Tempo perfetto = breve si divide in
3 semibrevi, Prolazione perfetta = semibreve divisa in 3 minime; il simbolo è il
cerchio con punto dentro. Tempo imperfetto con prolazione perfetta = 6/8, simbolo
semicerchio con il punto; tempo perfetto con prolazione imperfetta = 3/4, simbolo è
il cerchio vuoto; tempo imperfetto con prolazione imperfetta = 2/4, simbolo è il
semicerchio vuoto.

24. Da che cosa si capisce se un punto, accanto a una figura, sia un punctus
additionis o un punctus divisionis?
Il PUNCTUS ADDITIONIS si trova solo se la mensura è imperfetta. Aggiunge alla nota
metà del suo valore come il nostro punto odierno. IL PUNCTUS DIVISIONIS separa
una mensura perfetta, antenato della stanghetta di battuta.

25. Che cos’è il mottetto isoritmico?


è una tecnica compositiva dell'Ars Nova. Lo scorrere del tempo durante la
composizione viene diviso in segmenti uguali grazie alla TALEA (schema ritmico) su
cui si compone e applica una successione melodica

26. Quali limitazioni della notazione italiana del Trecento ne provocarono,


verosimilmente, la scomparsa?
La mancanza della legatura di valore.

27. Quale notazione successiva, posteriore di molti secoli, riprende alcuni


aspetti dell’Ars subtilior, e quali aspetti esattamente?
La forma in sé delle partiture viene ripresa nella notazione contemporanea.

28. Che cos’è il tactus e da quali figure viene rappresentato nei vari periodi
della notazione mensurale?
Il TACTUS era il modo in cui si portava il tempo a partire dal battito del polso. Non
era necessariamente il rapporto con il ritmo percepito. Era un'immaginaria
pulsazione costante e regolare che funge da unità di misura del tempo musicale e
determina la velocità d'esecuzione.

29. Qual è la funzione delle proportiones e quali segni della notazione


moderna derivano da esse?
Le PROPORTIONES sono indicate come frazione senza linea divisoria. Poteva essere
DUPLA = 2/1, TRIPLA = 3/1, o SESQUIALTERA = 3/2. E’ l’antenato dell'attuale
indicazione metrica.

30. Spiegare i principi di trascrizione del canone mensurale a pagina 25,


tenendo presente la pagina 26, del cap. 6.
Il Canone Mensurale si riferisce ad una "regola che indica l'intenzione in qualche
modo nascosta del compositore". Una stessa melodia, scritta 1 sola volta, può
essere eseguita contemporaneamente da più voci, ad esempio raddoppiando o
dimezzando i valori ritmici.

31. Parlare degli sviluppi della notazione strumentale nel Cinquecento,


nelle sue varie forme.
Al principio del XVI sec. è invece già sviluppata una specifica notazione strumentale,
diversa da quella vocale, e si presenta nelle seguenti forme : SISTEMI PER
STRUMENTI A TASTIERA
Sono già nella forma del rigo per pianoforte moderno. Osserviamo, in particolare, 3
innovazioni importanti :
a) L’uso della stanghetta di battuta;
b) La legatura di valore
c) I rapporti di valore tra le figure sono praticamente tutti binari.
Inoltre :
- Vengono usati 2 sistemi di 6 righi ciascuno
- Si usano dei punti per indicare i segni di alterazione (innalzamento per Fa, Do,
Sol, abbassamento per Si, Mi, La)
PARTITURE PER STRUMENTI A TASTIERA
I sistemi venivano solitamente usati per composizioni prettamente strumentali, quali
variazioni e toccate, per le quali persisteva comunque una prassi improvvisativa.
Per brani in stile contrappuntistico (ricercari, canzoni, fantasie, capricci), che spesso
venivano improvvisati sul modello di composizioni originariamente vocali, si usava,
non riuscendo a stampare troppe note sullo stesso rigo, la partitura, in cui ciascuna
voce giaceva su un rigo separato, come nelle moderne partiture del direttore
d’orchestra.

32. Qual è la caratteristica specifica di una intavolatura?


La caratteristica specifica è quella di indicare la posizione delle dita sullo strumento
e non direttamente le note. Al posto del pentagramma vi sono, parlando del liuto,
rappresentate le 6 corde.

33. Quali sono le differenze fra intavolatura italiana, francese e tedesca per
liuto?
Nell'intavolatura italiana le corde sulla partitura sono disposte proprio come sul
liuto. In alto la più grave in basso la più acuta. Con il numero 0 si indica la corda
vuota. Per indicare la BREVE non si utilizzano segni, per la semibreve un tratto
verticale, minima con tratto verticale con coda ecc. L'intavolatura francese invece
presenta la corda più acuta sulla linea più alta e quella più grave in basso, e invece
dei numeri utilizza le lettere, A=corda vuota. L'intavolatura tedesca (liuto a 5 corde):
i numeri da 1-5 indicano le corde vuote dalla più acuta alla più grave. Le lettere dalla
a, b, c, d e primo tasto di ogni corda e in seguito f, g, h, i, k il secondo tasto e cosi
via.

34. Che cosa sono le notes inegales?


Le note inegales (barocco) sono valori disuguali di una serie di note graficamente
della stessa durata. Note buone sui tempi forti, in alcuni casi più lunghe o più corte
di note cattive sui tempi deboli.

35. Come cambia il rapporto fra le indicazioni fornite dal compositore e


la libertà esecutiva in merito a parametri come la dinamica, il ritmo,
l’agogica, l’articolazione ecc. dal Seicento all’Ottocento?
Negli anni molti parametri,segni,indicazioni si evolvono diventando sempre più
precisi. Inoltre pian piano i vari esecutori iniziano ad assumere maggiore libertà
esecutiva.

36. Delineare sinteticamente l’approccio alla scrittura e all’esecuzione


degli abbellimenti.
Inizialmente gli abbellimenti non erano scritti, ma ci si aspettava l'esecuzione degli
stessi da parte degli esecutori. Non venivano scritti sia per una questione di stampa,
sia per lasciare libertà "improvvisativa". In seguito però sia per l'omissione e al
contrario per l'eccesso utilizzo da parte degli esecutori, i compositori iniziarono a
scriverli.
37. Quali elementi riconducibili al Trivio e al Quadrivio si possono individuare
nell’evoluzione della notazione nel Medioevo e nel Rinascimento?
Elementi matematici/geometrici come nel mottetto isometrico o nella
retrogradazione, inversione, canone mensurale ecc (quadrivio). Per gli elementi del
trivio, il rapporto diretto tra disegno musicale e significato espressivo. Arte della
retorica.

38. Quale duplice orientamento compositivo è possibile rilevare nelle


esperienze dell’avanguardia e della sperimentazione del primo ‘900?
L'iperdeterminismo e indeterminatezza. Nell'iperdeterminismo l'esecutore era
estremamente vincolato, nell'indeterminatezza era il contrario.

39. Parlare degli ascolti fatti in classe e delle particolarità di ciascuno di


essi in merito al rinnovamento del linguaggio compositivo del ‘900.
Brani di Henry Cowell = "TIGER" nel quale usa i cluster, ovvero grappoli di suoni che
indirizzano la musica verso eventi sonori più complessi, rumori, quasi annullando il
sistema temperato. L'altro brano "Banshee" riguarda il suonare le corde del
pianoforte, quindi la sperimentazione di nuovi timbri, di nuove tecniche
compositive, ad esempio come il pianoforte preparato di Cage. Infine c'è il brano
per quarti di tono di Charles Ives, nel quale sono utilizzati 2 pianoforti accordati con
un diapason a distanza di quarto di tono.

40. Descrivere le tecniche contrappuntistiche usate nella dodecafonia


(retrogradazione, inversione, altri aspetti matematico/geometrici).
Dodecafonia (SHOENBERG) metodo compositivo che regolamenta l'atonalità. 12
note che stanno in relazione solo l'una con l'altra, cosa fondamentale è la non
ripetizione di alcuna nota. MOTO RETROGRADO = serie eseguita dalla fine all'inizio,
INVERSIONE = gli intervalli sono per moto contrario se l'originale sale nell'inversione
scende. Poi c'è RETROGRADO DELL'INVERSO. Quindi compresa la serie originale
abbiamo 4 per 12=48 serie da utilizzare come materiale compositivo.

41. Qual è la differenza fra dodecafonia e serialismo integrale?


Il Serialismo Integrale è l'evoluzione temporale della dodecafonia. La non ripetizione
di nessuna nota della serie e l'utilizzo di tutte e 48 le serie nella dodecafonia è
applicato solo alle altezze, mentre nel serialismo è applicato anche a tutti gli altri
parametri = 12 valori di altezza, 12 di durata d'intensità e di tipi d'attacco.

42. Qual è la differenza fra alea controllata e alea libera? Come si


rapportano alla domanda numero 35?
Alea Controllata = il materiale compositivo è controllato dal compositore, ma la
scelta dell'ordine d'esecuzione è affidata alla libertà dell'interprete. Nell'Alea Libera
anche il materiale è deciso dall'esecutore. IL compito del compositore è quello di
fornire una partitura un progetto.

43. Che cos’è la notazione proporzionale?


La notazione proporzionale indica la proporzione tra la lunghezza del segmento e i
secondi. Una lunghezza (misurata in cm) tra più note corrisponde ad una
determinata durata espressa in secondi. Il tempo musicale quindi viene calcolato in
secondi.

44. Che cos’è la notazione d’azione?

La notazione d'azione indica le azioni da compiere per produrre i suoni


indirettamente. ES. percuotere degli oggetti, muovere le chiavi, sfregare i bulloni
contro le corde del pianoforte. Compiendo queste azioni, si generano
automaticamente dei suoni

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