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Semiografia della musica

Capitolo 6

La notazione mensurale bianca

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
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Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Notazione mensurale bianca

Tra l'inizio del XV e la fine del XVI sec. si afferma


una nuova forma di notazione, quella usata, per
esempio dai grandi compositori fiamminghi e
borgognoni.

Essa non differisce sostanzialmente dalla


notazione nera del Trecento, se non per il fatto che
le figure diventano bianche. Ciò avviene per la
sostituzione della pergamena con la carta, e il
conseguente uso di un diverso pennino, dalla punta
più sottile. Base di questo sistema è ancora la
notazione codificata da Philippe de Vitry nel XIV sec.
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Figure semplici
La notazione mensurale bianca fa uso di 8 figure, a
ciascuna delle quali corrisponde una pausa. Raramente
accade che le figure più piccole siano anch’esse
bianche con delle code trasversali.

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Mensura
Si continua a utilizzare le 4 prolationes di P. de Vitry
che, anzi, soltanto in questo periodo vengono
effettivamente indicate con i segni rispettivi.

Poiché il tactus nel XV sec. è


rappresentato dalla semibrevis, si ha
ancora un rapporto 1:4 con la
notazione moderna.
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Modus e maximodus

La mensura della maxima e della longa sono,


quasi sempre, imperfette.
In ogni caso, esse sono riconoscibili dalle loro
pause.

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Nelle mensure perfette continuano ad essere validi i principi
di 1.perfezione, 2.imperfezione ed 3.alterazione dei periodi
precedenti. Già sappiamo che questi sono necessari perché
ogni figura, pur conservando sempre lo stesso aspetto, può
avere valore binario o ternario.

Si continuano a usare:
• il punctum additionis nelle mensure imperfette
• il punctum divisionis nelle mensure perfette.
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Ligaturae

Le ligaturae sono le stesse dei sistemi mensurali


precedenti, ma utilizzano anch’esse note
bianche.

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Note colorate
Le note di valore maggiore, quelle che sono
normalmente bianche, a volte sono colorate di
nero, con lo stesso significato delle note rosse
nei sistemi precedenti.
Quasi sempre 3 note annerite sono uguali a 2
note bianche regolari; il risultato sarà, secondo la
mensura, una terzina o una hemiola.

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Il tactus
Questo è un termine documentato solo a partire
dal Cinquecento, ad indicare una sorta di
“immaginaria pulsazione regolare e costante
che funge da unità di misura del tempo
musicale e determina, quindi, la velocità di
esecuzione delle composizioni”.
Il tactus è legato al fenomeno fisiologico del
battito del polso e viene battuto con il movimento
della mano del direttore di coro e del dito dei
cantori, diviso in un battere e un levare (chiamati
depositio e elevatio).
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Schola di Notre-
Dame: tactus alla
longa (circa 80
MM)

Notazione
prefranconiana e
franconiana: tactus
alla brevis

Dal XIV al XVI
sec.: tactus alla
semibrevis (prolatio
imperfecta) e in
seguito alla minima
(specialmente nella
prolatio perfecta).
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Sintetizzando, possiamo dire che, durante il XV, XVI
e fino all'inizio del XVII sec. il tactus può essere:
1. aequalis, cioè diviso in 2, e portato:
• alla semibreve (una minima in battere e una in
levare), detto “integer valor” o tactus minor;
• alla breve (una semibreve in battere e una in
levare), detto “tempus diminutum” o tactus
maior;
2. proportionatus ternario, sempre con 2 scansioni:
• alla semibreve (2 minime in battere e una in
levare);
• alla breve (2 semibrevi in battere e una in
levare).
Dal Cinquecento il tactus minor è spesso alla
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minima
Conservatorio di e il tactus
Musica “N. Piccinni” - major
Bari alla semibreve.
Proportiones
Esse vengono indicate come frazioni, senza linea
divisoria.

Dopo il segno di proporzione, si possono eseguire,


per esempio, 2 note nello stesso tempo di 1
(proportio dupla) o 3 nello stesso tempo di 2
(sesquialtera). Per le proporzioni più comuni si usano
segni speciali:

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La velocità d'esecuzione delle varie figure può, quindi,
venire variata dall’uso delle proportiones. Per esempio,
con la proportio dupla:
la velocità del tactus rimane costante ma il tactus passa
ora alla brevis.
Ancora oggi il semicerchio tagliato indica il tempo alla
breve.
Le proporzioni potevano anche essere usate in
successione, e in tal caso si moltiplicavano fra di loro:

viamo una classificazione delle proportiones, molte delle qu


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Esempi di proporzioni

(trascrizione alla pagina seguente)

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L'invenzione della stampa

La prima edizione musicale a stampa, nel 1501,


fu l'Odhecaton, realizzata da Ottaviano Petrucci
nel formato a libro di coro. Questo rimase in uso
fino alla metà del XVI sec., spesso con superius
e altus sulla pagina sinistra, tenor e bassus sulla
destra.
In seguito, per ragioni di semplicità di stampa, si
affermò il formato a libri separati, analogo alle
odierne “parti separate”, soprattutto nella musica
profana (per es. nei madrigali).
La stampa dette anche il suo contributo alla
standardizzazione
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dei caratteri e della notazione.
Un’altra
possibilità era
che le varie voci
fossero disposte
in varie direzioni,
nel cosiddetto
libro da tavolo,
in modo tale che
ogni cantore
potesse leggere
stando seduto
comodamente
dalla propria
parte del tavolo.
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Polifonia fiamminga e borgognona
Tra il XIV e il XVI secolo la composizione polifonica si
arricchì di tecniche di elaborazione estremamente
raffinate, che continueranno ad essere utilizzate nei
secoli successivi: diminuzioni, aumentazioni, canoni
retrogradi e inversi.
Si tratta di procedimenti di impronta matematica e
geometrica che si prestano anche alla
rappresentazione musicale di simboli vari:
• Palindromi: si veda il
rondeau di G. de
Machaut “
Ma fin est mon commenc
ement
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In “Ma fin est mon commencement” si noti l’enigma
rappresentato dalla disposizione capovolta del testo
verbale.

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• Sezioni proporzionali: come nel già citato “Nuper rosarum
flores” di G. Dufay

"Il tempio costruito dal re


Salomone per il Signore, era lungo
sessanta cubiti, largo venti, alto
trenta."

• Sezione aurea: si veda, sempre di G. Dufay, la Missa “Ecce


ancilla Domini” alla pagina successiva (le durate sono
espresse in numero di breves)

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Sezione aurea

Serie di Fibonacci 1 1 2 3 5 8 13 21 34 55 89 144

Kyrie I Christe Kyrie II

G. Dufay, missa “Ecce ancilla Domini”


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• Gematria: associando una quantità di note complessiva
a ciascuna lettera dell’alfabeto (A=1, B=2 ecc.) si ha la
possibilità di rappresentare il cosiddetto psefos, cioè il
simbolo numerico rappresentativo del nome di un
committente o del compositore stesso.
Si tratta si una tecnica che userà ancora J. S. Bach, le
cui iniziali del cognome assommano al numero 14:

Il soggetto della fuga in do maggiore del


Clavicembalo ben temperato comprende 14 note

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Canone mensurale
In questo periodo il temine canone si riferisce, in
generale, ad una “regola che indica l'intenzione,
in qualche modo nascosta, del compositore”.

Una stessa melodia, scritta una volta sola, può


essere eseguita contemporaneamente da più
voci secondo mensurae diverse.

Un segno speciale, il signum congruentiae, indica


l'inizio e la fine dell'imitazione fra le voci.

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Nella Missa prolationum di Ockeghem le prime 2
voci eseguono la melodia superiore e le altre 2 la
melodia inferiore, utilizzando tutte e quattro le
possibili
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mensurae.
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L'altus e il bassus cantano una quarta
(subdiatessaron) sotto al discantus e al tenor.
La mensura di ogni voce è indicata dal segno
corrispondente.
Il bassus entra 4 semibrevi dopo il tenor, come
anche indicato
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Conservatorio di dal
Musica “N. Piccinni” - Bari signum congruentiae.
Canone proporzionale
Nel canone proporzionale le voci eseguono la
melodia data secondo differenti proportiones.

In questo esempio l’altus esegue la melodia in


proportio tripla, il tenor in integer valor e il bassus in
proportio dupla.
Un ulteriore enigma consiste nelle note da utilizzare:
il tenor canta una quarta sotto all’altus e il bassus
un’ottava
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sotto.
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I signa congruentiae indicano il punto in cui le
due voci inferiori, a valori più lenti, devono
fermarsi, in quanto la voce superiore, più rapida,
ha già esaurito l'intera melodia.
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Canone enigmatico
In luogo dei segni mensurali e/o proporzionali
venivano utilizzate figure o iscrizioni, ossia v'era
un enigma di cui occorreva trovare la resolutio.

Esempi:

Canit more Hebraeorum, opp. cancriza: moto
retrogrado

: retrogradazione ed inversione


Cancer eat plenus et redeat medius: prima
esecuzione a ritroso con valori interi, seconda
esecuzione
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a ritroso del ritroso con valori
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Tutti i procedimenti appena citati hanno la caratteristica
di poter essere pienamente apprezzabili
esclusivamente sulla partitura, da parte dei cantori o
di altri compositori ed intenditori.
In questo senso, non possiamo dimenticare i
madrigalismi che esplicitano il rapporto fra parole e
musica in modi che, spesso, sono fruibili soprattutto
sulla carta (ne vediamo alcuni esempi da Itene, o miei
sospiri di Gesualdo da Venosa):

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Possiamo ricordare anche Nicola Vicentino che nel suo
trattato L’antica musica ridotta alla moderna prattica,
propone un recupero dei generi cromatico e enarmonico
dell’antica Grecia. Lo stesso passo del suo madrigale
Dolce mio ben, che è scritto diatonicamente:

può essere eseguito anche cromaticamente o


enarmonicamente

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Epilogo della notazione mensurale
All’inizio del XVII sec. l’antica notazione mensurale
viene gradualmente abbandonata, in conseguenza
di una trasformazione profonda del linguaggio
musicale.
Il passaggio da una scrittura prevalentemente
polifonica alla monodia accompagnata semplifica
anche il ritmo, che è sempre più spesso un ritmo
misurato, anziché libero.
Presto le proportiones cominceranno a essere usate
con il significato che hanno nei tempi moderni ma,
nella fase di passaggio, è ancora possibile incontrare
indicazioni di tempo apparentemente contraddittorie,
come nell’esempio seguente.
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All'inizio del II atto dell’Orfeo (a. 1600),
Monteverdi utilizza il segno di tempo imperfetto
con prolazione imperfetta. Alla pagina successiva
possiamo
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vederne un trascrizione moderna.
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https://www.youtube.com/watch?v=aseESC4qApU

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La misura appare binaria, ma in realtà l'esecuzione
mostra chiaramente che il tempo è ternario.
Il semicerchio va quindi ancora inteso nel senso
antico di rapporto binario fra tutte le figure, mentre il
tactus è chiaramente di tipo proportionatus ternario.
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Domande
1. Che cos’è il tactus e da quali figure viene rappresentato
nei vari periodi della notazione mensurale?
2. Qual è la funzione delle proportiones e quali segni della
notazione moderna anticipano?

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