Libera
una serie di interrogativi ancora aperti sulla effettiva attendibilità del
testo scritto rispetto alla prassi esecutiva.
Università di
X The present essay focuses on the Ambrosian hymnical repertoire
Bolzano
giulia.gabrielli
from an original perspective. Indeed it deals with sources not that
@unibz.it
studied until now, the Ambrosian Psalters-Hymnaries printed in
Milan in the fifteenth and sixteenth century. In the first part of the
essay I describe six different sources (among them two incunabula),
their typographical technique, their musical notation and the detailed
content of every edition. In the second part I analyze the repertoire,
comparing these sources with handwritten and polyphonic ones and I
transcribe eight significant pieces. All this helps in reconstructing
traits and problems of a repertoire still alive in oral tradition,
challenging the modern researcher with compelling questions
regarding the reliability of the written text in connection with
performance practice.
N
egli ultimi due decenni la ricerca musicologica si è orientata allo studio
di repertori ancora poco indagati ma sicuramente degni di attenzione
per l’ingente quantità e qualità delle fonti, manoscritte e a stampa, che li
tramandano e che ne testimoniano l’importanza storica e musicale. Nel campo
della musica liturgica, in particolare, il cosiddetto gregoriano ‘tardo’ (cioè
quello attestato da fonti posteriori al XIII secolo) ed altri generi come la
polifonia semplice ed il canto fratto hanno suscitato l’attenzione di alcuni
studiosi che ne riconoscono il valore musicale, liturgico e storico.1
In Italia, in Spagna e presso gli Ordini mendicanti, per sette secoli (dal
Trecento a tutto l’Ottocento) grandissimo successo riscosse il ‘canto fratto’, un
tipo di canto caratterizzato da una notazione musicale nera con elementi
ritmico-proporzionali, la quale, a differenza della notazione quadrata del canto
liturgico tradizionale, definisce in maniera precisa, secondo un sistema
∗
Il presente contributo costituisce una versione ampliata della relazione tenuta all’interno della
Giornata di Studio Milano e San Carlo: il canto e il rito, svoltasi a Milano il 30 ottobre 2010.
Ringrazio di cuore gli organizzatori, e in particolare Angelo Rusconi e Giacomo Baroffio, per
avermi concesso di pubblicare questo saggio nella Rivista Italiana di Musicologia. Un sentito
ringraziamento anche al personale delle biblioteche che conservano il materiale, in particolare a
Stefano Malaspina della Biblioteca del Capitolo metropolitano di Milano, per la disponibilità, e a
Marco Gozzi, Angelo Rusconi, Daniele Torelli per i preziosi consigli.
1
L’importanza delle fonti liturgico-musicali posteriori al sec. XIII è stata compresa tra i primi dal
musicologo americano di origine tedesca Laurence Feininger, che dopo il Concilio Vaticano II
radunò a Trento una straordinaria raccolta di edizioni e di manoscritti liturgici, fonti che
altrimenti, con ogni probabilità, si sarebbero disperse. I volumi raccolti da Feininger sono stati
oggetto di importanti pubblicazioni che hanno dato un forte impulso ad un settore di studi ancora
in buona parte inesplorato, il cui rilievo ero stato evidenziato prima di tutti da Antonio Lovato,
autore di alcuni fondamentali contributi sull’argomento. I manoscritti liturgici della Biblioteca
Feininger sono descritti in CESARINO RUINI, I manoscritti liturgici della Biblioteca musicale L.
Feininger presso il Castello del Buonconsiglio di Trento, 2 voll., Trento, Provincia autonoma di
Trento, 1998, 2002 (Patrimonio storico ed artistico del Trentino, 21, 25). Per le edizioni si vedano
MARCO GOZZI, Le edizioni liturgiche a stampa della Biblioteca musicale Laurence Feininger
presso il Castello del Buonconsiglio di Trento, Trento, Provincia autonoma di Trento, 1994
(Patrimonio storico ed artistico del Trentino, 17) e Il canto piano nell’era della stampa. Atti del
Convegno internazionale di studi sul canto liturgico nei secoli 15.-18., Trento-Venezia, 9-11
ottobre 1998, a cura di Giulio Cattin, Danilo Curti e Marco Gozzi, Trento, Provincia autonoma di
Trento, 1999. Sulla polifonia semplice si vedano: Le polifonie primitive in Friuli e in Europa, a
cura di Cesare Corsi e Pierluigi Petrobelli, Roma, Torre d’Orfeo, 1989; Un millennio di polifonia
liturgica tra oralità e scrittura, a cura di Giulio Cattin e F. Alberto Gallo, Venezia-Bologna,
Fondazione Levi - Il Mulino, 2002 (Quaderni di musica e storia, 3); Polifonie semplici. Atti del
Convegno internazionale di studi, Arezzo, 28-30 dicembre 2001, a cura di Francesco Facchin,
Arezzo, Fondazione Guido d’Arezzo, 2003.
8 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA
proporzionale, la durata dei singoli suoni, oltre alla loro altezza.2 In siffatte
composizioni riusciva non troppo ostico improvvisare sulla voce principale
anche una seconda voce, la quale era probabilmente eseguita in modo
estemporaneo dai cantori.
I primi esempi di canto fratto sono costituiti da alcuni Credo composti
probabilmente nell’ambito della corte papale di Avignone nei primi decenni del
Trecento. Questo modo di comporre si è allargato nei secoli successivi all’intero
Ordinario della Messa. Dalla fine del Seicento e per tutto l’Ottocento, infatti, si
compongono vere e proprie Messe cicliche in canto fratto, con ricorrenze
melodiche che legano le diverse sezioni della Messa (Kyrie, Gloria, Credo,
Sanctus e Agnus). Ma tale notazione si può rilevare anche in altre composizioni
liturgiche come antifone, responsori, sezioni di proprio della Messa, sequenze
ed inni, due generi, questi ultimi, il cui testo è strutturato in base a precise
regole metrico-ritmiche ed ai quali risulta particolarmente naturale l’asso-
ciazione di melodie con note di diversa durata.3
La presenza di elementi ritmico-proporzionali nella notazione del repertorio
liturgico è riscontrabile anche in ambito ambrosiano, come ha dimostrato
Angelo Rusconi in un suo recente studio.4 L’innodia in particolare costituisce
un terreno privilegiato di ricerca, vista la prestigiosa tradizione degli inni
ambrosiani e le caratteristiche metriche di tali composizioni. Ma a parte gli
articoli citati, l’interesse degli studiosi fino ad oggi si è concentrato
principalmente sulle fonti più antiche e trascurando i testimoni recenti e le opere
a stampa. Su queste ultime si è ritenuto opportuno porre l’attenzione nel
presente studio.
I TESTIMONI
2
Per una prima trattazione sistematica sull’argomento si rimanda ai due fondamentali volumi Il
canto fratto: l’altro gregoriano, Atti del Convegno internazionale di studi, Parma-Arezzo, 3-6
dicembre 2003, a cura di Marco Gozzi e Francesco Luisi, Roma, Torre d’Orfeo, 2005 e Cantus
fractus italiano: un’antologia, a cura di Marco Gozzi, Hildesheim - Zürich - New York, Georg
Olms Verlag, in stampa (Musica mensurabilis, Band 4).
3
Sulla possibile corrispondenza tra ritmo testuale e musicale negli inni giambici di Ambrogio si
veda ANGELO RUSCONI, Note sulla tradizione esecutiva degli inni, in Poesia dell’alto medioevo
europeo: manoscritti, lingua e musica dei ritmi latini, a cura di Francesco Stella, Firenze, Sismel
– Edizioni del Galluzzo, 2000, pp. 421-442.
4
ANGELO RUSCONI, Rhythmic notations in ambrosian books, in Quod ore cantas corde credas.
Studi in onore di Giacomo Baroffio, a cura di Leandra Scappaticci, Città del Vaticano, Libreria
Editrice Vaticana, in corso di stampa.
5
Per una panoramica sugli incunaboli italiani con notazione (non esente peraltro da omissioni ed
errori nell’interpretazione dei segni della notazione) si veda MARY KAY DUGGAN, Italian Music
GIULIA GABRIELLI 9
10
Colgo l’occasione per segnalare un importante contributo di prossima uscita sull’argomento,
riguardante in modo particolare il censimento e l’analisi delle tecniche di stampa delle edizioni
ambrosiane dei secc. XV-XVIII: DANIELE TORELLI, Liturgia e canto nell'editoria milanese tra Sei
e Settecento: libri liturgico-musicali e trattati, in La musica sacra nella Milano del Settecento,
atti del convegno internazionale di studi (Milano, 17-18 maggio 2011).
11
Si sono consultati i repertori RELICS (Renaissance Liturgical Imprints: A Census,
raggiungibile all’indirizzo <http://www-personal.umich.edu/~davidcr/>), IGI (Indice generale
degli Incunaboli delle biblioteche d’Italia, a cura del Centro generale d’informazioni
bibliografiche, Roma, Libreria dello Stato, 1943-1981), EDIT16 (Censimento nazionale delle
edizioni italiane del XVI secolo, < http://edit16.iccu.sbn.it/web_iccu/imain.htm >, a cui fa
riferimento la sigla CNCE), oltre al sito della Biblioteca ambrosiana di Milano
(<www.ambrosiana.eu/>) e ai volumi di ENNIO SANDAL, Editori e tipografi a Milano nel
Cinquecento, Baden-Baden, Koerner, 1977-1981, 3 voll. (Bibliotheca bibliographica Aureliana
68, 72, 83). Nell’elenco non sono segnalati i Salteri stampati a Milano ma di rito romano, come ad
esempio il Psalmista secundum morem curiae Romanae edito a Milano nel 1519 da Giovanni
Castiglione (conservato a Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, H.VIII.349, segnalato in
RELICS), così come i libri liturgici recanti titoli simili, ma appartenenti a tipologie diverse, come
il Psalterium cum commentario pubblicato da editore ignoto a Milano nel 1477 (Milano,
Biblioteca Ambrosiana, Inc. 2055, segnalato in IGI 8129). Rimane da chiarire l’eventuale
presenza di inni con notazione nell’edizione del 1509, un unicum conservato attualmente presso la
Biblioteca Nazionale di Parigi. Benché i repertori consultati non accennino alla presenza di inni
con notazione musicale, è molto probabile che l’edizione li riporti, dal momento che il titolo
completo recita: Incipiunt Psalmista secundum morem Ambrosianum cum hymnis notatis,
officium commune sanctorum, officium mortuorum cum responsoriis notatis et officium virginis
Marie una cum tabula diligentissime emendata.
GIULIA GABRIELLI 11
12
La notizia si apprende dallo spoglio dei repertori citati alla nota precedente, ma si legge anche
in CATTANEO, Il breviario ambrosiano, p. 100, nota 18. Cattaneo cita anche l’esemplare più
recente della serie di edizioni considerate in quest’articolo, vale a dire il Salterio edito da Federico
Borromeo nel 1618. Il volume presenta caratteristiche e contenuto molto simili a quelle del
Salterio del 1574 descritto di seguito, ed è stato ampiamente utilizzato e citato da Angelo Rusconi
nei suoi articoli sull’innodia ambrosiana.
13
Il presente contributo non contiene fotografie del testimone in esame, in quanto presso la
Biblioteca Ambrosiana non è consentito agli studiosi l’utilizzo di macchine fotografiche per
realizzare riproduzioni a fini di studio e di ricerca.
12 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA
14
Nell’esemplare consultato, conservato a Parma, Biblioteca Palatina, Inc. Pal. 171, la carta è
lacunosa in quanto sono state ritagliate le iniziali. Il volume è rilegato in pelle ed è molto rifilato
in corrispondenza del margine superiore.
14 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA
Hoc est Psalterium divi Ambrosii doctoris eximii archiepiscopi et patroni Mediolani
cum communi sanctorum et officio mortuorum cum responsoriis annotatis et
noviter stampatis: ac etiam cum officio Beate Virginis Marie cum rubrica
hymnorum et psalmorum diligenter impressum et correctum. Sunt etiam epistole
officium corporis Christi.
15
La cauda si rintraccia infatti sia in corrispondenza di incontri consonantici tali da richiederne
teoricamente l’introduzione, sia all’interno di contesti del tutto neutri da questo punto di vista. La
presenza di pedes composti da due brevi così variamente caudate rispecchia con ogni probabilità
una situazione presente nell’antigrafo. Anche nella coeva tradizione manoscritti le due breves
sono talvolta con cauda, talvolta senza. Si vedano a questo proposito gli esempi riportati in
RUSCONI, Rhytmic notations.
16
Incunaboli e cinquecentine, p. 95, n. 701.
17
Riguardo al primo episodio, il primo biografo di Ambrogio, Paolino, narra che mentre il presule
era ancora un bambino e dormiva nella sua culla all’improvviso uno sciame di api si posò sulla
GIULIA GABRIELLI 15
sua bocca. Le api entravano ed uscivano liberamente dalla bocca del bimbo senza che egli se ne
accorgesse. Dopodiché lo sciame si levò in volo salendo in alto e scomparendo alla vista di coloro
che erano presenti. Suo padre, impressionato da questo avvenimento straordinario, avrebbe
esclamato: “Se questo mio figlio vivrà, diverrà sicuramente un grand’uomo”, il che effettivamente
avvenne. L’episodio, riportato nella Legenda aurea di Jacopo da Varazze, gioca sull’assonanza
del nome Ambrosio con ‘ambrosia’ e fa riferimento alla parlata dolce come il miele del santo,
oltre all’elezione divina di Ambrogio e della chiesa milanese.
18
Il colophon recita letteralmente: «Alexandru(m) pilizonu(m) […] impensis Mercatoris
M(edio)l(an)i anno […] novembris».
19
La notizia si ricava dalla scheda di descrizione contenuta nel catalogo Incunaboli e
cinquecentine, p. 195, n. 701. Sull’attività del tipografo Alessandro Pellizzoni si veda SANDAL,
Editori e tipografi, vol. 1, pp. 43-47. L’edizione del Salterio non figura tra le opere del Pellizzoni
elencate in Sandal, che evidentemente all’epoca non era al corrente della sua esistenza.
L’abbreviazione utilizzata in quest’edizione nel colophon per il termine ‘Mediolani’ («Mli») si
riscontra, tra quelle descritte da Sandal, solo in un’edizione del 1503 (Antonio da Cornazzano,
Sonetti e canzoni, p. 45, n. 77).
20
Sulla questione, ancora aperta, di quanti e quali inni ambrosiani siano da attribuire
effettivamente al presule milanese, si veda l’edizione critica di Ambrosius, Hymnes, a cura di
Jacques Fontaine, Paris, Editions du Cerf, 1992.
16 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA
affermare riguardo alla collocazione delle chiavi: allo studioso moderno riesce
difficile capire se si tratti di una variante melodica del celebre inno o
semplicemente – com’è probabile – di un problema nella collocazione dei
blocchetti tipografici.
In hoc volumine habes Ambrosiane sacerdos psalmos Daviticos, suis cum notulis
hymnos, officium commune sanctorum, officium defunctorum cum responsoriis
notulis distinctis. Cum indice, et omnia quidem a viro literato, diligentissime
correcta. Apud Matheum Besucium ad signum stelle, MCCCCCXXXX (1540)
21
Ringrazio Daniele Torelli che mi ha gentilmente dato notizia dell’esistenza di questo
esemplare, sfuggito in una prima ricognizione del materiale.
22
ARNALDO GANDA, Niccolò Gorgonzola editore e libraio in Milano (1496-1536), Firenze,
Olschki, 1988. L’edizione è descritta a p. 177.
18 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA
FIGURA 3: Daviticos, Milano, Giovanni Castiglione / Matteo Besozzi, 1516/1540, cc. 94v-95r
GIULIA GABRIELLI 19
Nel 1555 lo stampatore milanese Matteo Besozzi “ad signum stellae” dà alla
luce un Salterio-Innario in quarto di complessive 156 carte.23 L’edizione, come
specifica il Cattaneo,24 fu curata da Michele Sovico su commissione
dell’arcivescovo Giovanni Angelo Arcimboldi, predecessore di san Carlo
Borromeo. Alle cc. 76v-137r riporta testo e musica di 49 inni. Come nel
Salterio del 1516/40, le notazione musicale risulta molto precisa e leggibile in
quanto realizzata con tecnica xilografica.
Sul verso del frontespizio, al terzo capoverso l’indice introduce così la
sezione dedicata agli inni: Hymni ambrosiani cum modulationibus suis
reformatis et nonnullis etiam additis. Le modulationes, cioè le melodie degli
inni, stando all’indice sono quindi ‘riformate’. Ma di che riforma si tratta? Non
lo sappiamo con certezza. Ciò che risulta evidente già da una prima
ricognizione del Salterio è la particolarità della notazione musicale rispetto alla
tradizione manoscritta e a stampa dei precedenti innari ambrosiani. Il volume
presenta infatti una notazione caratterizzata dall’alternanza di figure già presenti
negli altri Innari (la nota isolata a rombo o losanga, la nota quadrata con e senza
gamba), che in questo contesto assumono un chiaro significato ritmico-
proporzionale, in accordo con le regole che caratterizzano la notazione della
musica figurata polifonica coeva. Il punctum romboidale assume valore di
semibreve, il punctum quadrato vale il doppio della precedente, le note
rettangolari caudate all’inizio e alla fine dei brani possono essere considerate
delle longae di lunghezza doppia rispetto alla brevis, ed anche le consuete
ligaturae, inserite in questo contesto, assumono valore ritmico-proporzionale. 25
Nell’inno Iam Christus astra ascenderat (a c. 96r, numerata erroneamente come
94r), la presenza di due note a forma di rombo con gamba all’interno di un
verso ipermetrico conferma la validità di questa interpretazione (Figura 4). La
notazione utilizza le chiavi di fa oppure di do; le chiavi non si presentano mai in
contemporanea, secondo l’uso ambrosiano. In alcuni punti si rintraccia inoltre
l’indicazione di bemolle, collocato direttamente davanti alla nota alla quale si
riferisce. Stanghette semplici suddividono gli incisi, mentre alla fine dei brani
23
Il Salterio è presente in più esemplari, rispettivamente con segnatura 2-R-3-34, 2-R-3-35 e 2-O-
6-42/1 nella Biblioteca del Capitolo Metropolitano. La descrizione del volume si trova nel
catalogo Incunaboli e cinquecentine, p. 195.
24
Cattaneo, Il breviario ambrosiano, pp. 71-73.
25
I teorici dell’epoca parlano dell’allungamento della durata delle note anche in relazione ad una
maggiore solennità liturgica: si veda in proposito lo studio di DANIELE TORELLI, «Cantores
inchoent sequentem Antiphonam»: canto piano e canto figurato nella liturgia quotidiana tra
Cinque e Seicento in Barocco Padano 6, atti del XIV convegno internazionale sulla musica
italiana nei secoli XVII-XVIII (Brescia, 16-18 luglio 2007), a cura di Alberto Colzani, Andrea
Luppi, Maurizio Padoan, Como, A.M.I.S. (Antiquae Musicae Italicae Studiosi), 2010 (Contributi
musicologici del Centro Ricerche dell'A.M.I.S. - Como, 18), pp. 218-249.
20 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA
risultano quasi del tutto assenti. La maggior parte delle melodie non riporta
infatti alla fine nessun segno di chiusura. Alcune melodie iniziano con una
pausa di semibreve. Si vedano ad esempio l’inno Deus creator omnium a c. 85v
(Figura 5), e gli inni Mysterium ecclesiae a c. 92r, Illuminans Altissime a c. 93v.
La pausa si rintraccia talvolta anche in corrispondenza dell’inizio di un inciso.
Si può supporre che in questo contesto il segno di pausa sia stata introdotto per
dare un senso di levare al valore (o ai valori) immediatamente seguenti,
costituiti sempre da semibrevi. Nel primo inciso dell’inno Victor, Nabor, Felix
per i santi Vittore, Nabore e Felice a c. 97r sul pentagramma si rintraccia un
punto che potrebbe essere interpretato come un punctum divisionis, ma
l’assenza dello stesso elemento negli altri inni sulla medesima melodia, così
come nell’edizione del 1574, fa supporre che si tratti più verosimilmente di un
elemento estraneo alla notazione (sarebbe quindi una semplice macchia di
inchiostro presente sul blocchetto).
La successione di note brevi e note lunghe definisce il metro delle melodie.
Talvolta interamente ternario, più spesso binario, in alcuni casi ‘misto’, in
quanto all’interno della stessa breve composizione si alternano incisi in metro
binario e ternario. La Tabella 5 ne riporta, a sinistra, gli incipit testuali seguiti
dalle rubriche e dall’indicazione del metro (2 = metro binario, 3 = ternario, 2/3
= ‘misto’).
GIULIA GABRIELLI 21
26
Per la genesi del Salterio si veda CATTANEO, Il breviario ambrosiano, pp. 75-100.
27
Si tratta di quattro esemplari con segnatura 2-R-3-36, 2-R-3-37, 2-R-3-38. L’edizione è
descritta in Incunaboli e cinquecentine, pp. 195-196.
22 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA
ricordato si apprende come lo stampatore, Matteo Besozzi (lo stesso del salterio
del 1555), e il curatore del Salterio, Pietro Galesini, fossero impazienti di
pubblicare il volume. Ma un ritardo dell’autorizzazione papale sul nuovo inno
di sant’Ambrogio obbligò a posticiparne la stampa di quattro anni. Il
frontespizio era pronto già nel 1570 ed il quattro in cifre romane in calce alla
pagina venne aggiunto in seguito.28 La comparazione tra le due edizioni mostra
con chiarezza che il Besozzi recuperò molti elementi tipografici già utilizzati
nella pubblicazione del 1555, come i blocchetti xilografici con la musica degli
inni, che si presentano identici nelle due edizioni. Differenze significative si
riscontrano nell’impaginazione e nell’organizzazione dell’innario del 1574, più
organico rispetto all’edizione precedente. Gli inni risultano suddiviso in
temporale e santorale (mentre nell’edizione del 1555 inni del tempo e dei santi
erano mescolati); le rubriche che accompagnano le singole composizioni
diventano molto più dettagliate e precise (si veda la Tabella 6). Varianti
liturgiche e musicali si rilevano nella parte centrale dell’Innario (cc. 92r-99v),
contenente dei brani assenti nelle edizioni precedenti. L’aggiunta si riconosce
subito per la diversità delle caratteristiche grafiche (modulo, forma delle chiavi)
ed alcune particolarità della notazione musicale, che introduce un segno assente
nelle altre edizioni, una sorta di nota plicata (Figura 6), rilevabile ad esempio
sulla prima sillaba degli inni Conditor alme siderum (c. 92r) e nel Pange lingua
(c. 99r). Il segno compare già in alcuni Innari ambrosiani quattrocenteschi per
indicare l’allungamento dei suoni.29
GLI INNI
Il repertorio
28
CATTANEO, Il breviario ambrosiano, pp. 100, nota 18.
29
Si tratta dei manoscritti conservati a Milano, Archivio Capitolare della Biblioteca di
Sant’Ambrogio, M 25 e dell’Innario copiato da Ludovico Besozzi nel 1567 conservato presso la
Biblioteca del Capitolo Metropolitano, II.U.1.2. Le fonti sono discusse in RUSCONI, Rhythmic
notations.
30
BRUNO STÄBLEIN, Hymnen I. Die mittelalterlichen Hymnenmelodien des Abendlandes. 2.
Unveränderte Aufl., Kassel, Basel, Bärenreiter, 1995 (Monumenta Monodica Medii Aevi 1).
GIULIA GABRIELLI 23
31
Si ratta dell’innario del XIV secolo conservato a Milano, Biblioteca Trivulziana, 347.
24 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA
edizioni più antiche (1486, 1496, 1501 e 1516/1640) la melodia è la stessa del
manoscritto trivulziano. L’edizione ritmica del 1555 tramanda una melodia
diversa, che si ripresenta, assai variata, nell’edizione del 1574, dove l’inno è
notato per intero (Esempio musicale 2). Quest’ultima versione è rintracciabile
anche nell’innario manoscritto del 1572 conservato presso la Biblioteca del
Capitolo metropolitano. 32
Passando ad un confronto tra le edizioni a stampa, la differenza più evidente
è senz’altro rappresentata dai ‘nuovi’ brani introdotti dall’Innario del 1574,
assenti sia nelle altre edizioni a stampa qui considerate sia, più in generale, nei
testimoni ambrosiani.33
Si tratta degli inni Audi benigne conditor (per la quaresima), Beate martyr
prospera (per san Vincenzo), Conditor alme syderum (per l’avvento), Ex more
docti mystico (per la quaresima), Gaude mater pietatis (per la trasfigurazione),
Hymnum dicamus Domino (per il rinvenimento della croce), Iam Christe sol
iustitiae (per le domeniche di quaresima), Pange lingua (per il Corpus Domini),
Vexilla regis (per la domenica delle palme) e il già citato Almi prophetae
progenies (per san Giovanni).
Come si può notare, si tratta per la maggior parte di inni destinati ai tempi di
avvento e quaresima, tempi liturgici sui quali san Carlo era intervenuto dal
punto di vista liturgico. L’introduzione di questi inni è presumibilmente da
annoverare tra gli effetti della parziale romanizzazione del rito milanese attuato
da san Carlo, messa in atto «per salvare dal naufragio il rito ambrosiano», per
usare l’espressione del Cattaneo. 34
Quattro degli inni citati (Conditor alme, Audi benigne, Vexilla regis, Almi
prophetae progenies) risultano notati per esteso, in quanto la musica è riportata
per tutte le strofe testuali. Ciò probabilmente al fine di agevolare l’esecuzione ai
cantori, poco avvezzi a queste ‘nuove’ melodie. La notazione di questi inni si
riconosce per la diversità del calibro e della forma della notazione musicale
rispetto all’edizione del 1555.
Negli altri inni di nuova introduzione si ricorse a melodie già presenti in
repertorio; in questi casi la notazione nell’edizione del 1574 si limita alla prima
strofa.
32
Sulle vicende legate all’introduzione della nuova melodia si sofferma RUSCONI, Rhythmic
notation, che riporta anche le riproduzioni fotografiche delle due versioni ritmiche dell’inno,
denominate dall’autore Version A e Version B, dati i richiami melodici esistenti tra le due. In
questa sede si è preferito indicizzare singolarmente le due versioni (si veda la Tabella 7).
33
Trascrizione e commento degli inni ambrosiani con indicazione delle fonti sono rintracciabile
in LUIGI COLOMBO – EMILIO GARBAGNATI, Gli inni del Breviario ambrosiano, Milano, Palma,
1897. Il repertorio è stato utilizzato anche da Stäblein, accanto all’Innario della Biblioteca
Trivulziana, per la sua monografia (p. VIII; le melodie tratte da Garbagnati sono trascritte alle pp.
17-23).
34
CATTANEO, Il breviario ambrosiano, pp. 93.
26 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA
L’inno Hymnum dicamus domino compare solo nelle edizioni del 1516/40 e
1574 con melodia e destinazione liturgica diverse. L’edizione del 1516/40
destina l’inno al Giovedì santo (In coena Domini) e utilizza per questo testo una
variante melodica dell’inno Mysterium ecclesiae già presente nel trivulziano,
con alcune varianti melodiche rintracciabili nel terzo emistichio, dovute forse ad
un errore dell’incisore della xilografia. Nell’edizione del 1574 l’inno è presente
con la medesima destinazione e melodia, ma è riproposto anche per la festa del
rinvenimento della croce, con una diversa melodia chiaramente modellata su
quella dell’inno Veni creator. Questo abbinamento testo-musica non è presente
nei repertori consultati.
Un’altra combinazione ‘originale’ introdotta dall’edizione del 1574 è
costituita dall’inno Iam Christe sol iustitiae per le domeniche di quaresima, qui
intonato sulla melodia dell’inno Illuminans altissime, già presente in tutti i
testimoni come inno per l’epifania.
FIGURA 8: Psalterium Milano, Matteo Besozzi, 1555, Pange sanctae Catharinae, cc. 90v-91r
GIULIA GABRIELLI 27
Le trascrizioni
35
Ringrazio Marco Gozzi per l’aiuto e i preziosi suggerimenti nel lavoro di trascrizione.
28 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA
36
Milano, Biblioteca del Capitolo Metropolitano, II.U.1.2. Il manoscritto è descritto da RUSCONI,
Rhythmic notation.
37
La riproduzione fotografica e un confronto con la versione presente nel Salterio-Innario del
1618 si trova in RUSCONI, Rhythmic notation.
GIULIA GABRIELLI 29
tonico nella parola sdrucciola (si veda il Pange lingua trascritto nell’ Esempio
musicale 7).
38
RUSCONI, Rhythmic notation.
30 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA
39
Una trattazione sintetica ma illuminante di alcune cruciali questioni riguardanti la tradizione
esecutiva degli inni a partire dall’alto medioevo (con panoramica sullo stato delle ricerche, alcune
importanti fonti teoriche e con esempi tratti da manoscritti ed edizioni) si può trovare in ANGELO
RUSCONI, Note sulla tradizione esecutiva. Alla luce di quanto riportato dalle fonti teoriche e dai
testimoni musicali, Rusconi propone ragionevolmente di evitare un’interpretazione univoca (ad
esempio strettamente ritmico-proporzionale), di interi repertori e di adottare anche nel caso degli
inni il criterio del ‘caso per caso’ (p. 436).
40
Il confronto si può trovare nel più volte citato RUSCONI, Rhythmic notations.
GIULIA GABRIELLI 31
41
Il canto liturgico di tradizione orale – Area di rito ambrosiano, progetto di ricerca e
documentazione promosso dalla Regione Lombardia, Assessorato alla cultura, Archivio di
Etnografia e Storia sociale, all’interno di R.E.I.L., Registro delle Eredità Immateriali della
Lombardia (<www.aess.regione.lombardia.it>).
42
I volumi sono descritti in CLAUDIO SARTORI, La Cappella musicale del Duomo di Milano.
Catalogo delle musiche dell'Archivio, Milano, Veneranda Fabbrica del Duomo, 1957, pp. 54-56.
32 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA
TABELLE 1 - 8
Legenda:
n. numero progressivo dell’inno
c. numero di carta
M metro dell’inno (2=binario, 3=ternario; 2/3= alternanza tra binario e ternario)
Str. numero strofe corredate di notazione musicale/numero di strofe complessive
(solo testo)
F nota finale dell’inno
1486 Psalterium, Milano, Leonhard Pachel e Ulrich Schinzenzeler , 1486
1496 Psalterium, Milano, Antonio Zarotto, 1496
1501 Psalterium, Milano, Alessandro Pellizzoni, 1501(?)
1516 Psalmos Daviticos, Milano, Giovanni Castiglione / Matteo Besozzi, 1516/1540
1555 Psalterium, Milano, Matteo Besozzi, 1555
1574 Psalterium, Milano, Matteo Besozzi, 1574
1618 Psalterium, Milano, eredi di Pacifico Ponzio e Giovanni Battista Piccaglia,
1618
Stäblein BRUNO STÄBLEIN, Hymnen I. Die mittelalterlichen Hymnenmelodien des
Abendlandes. 2. Unveränderte Aufl., Kassel, Basel, Bärenreiter, 1995
(Monumenta Monodica Medii Aevi 1)
Garb LUIGI COLOMBO - EMILIO GARBAGNATI, Gli inni del Breviario ambrosiano,
Milano, Palma, 1897
TABELLA 1:
Psalterium Ambrosianum cum hymnis, Milano, Leonhard Pachel e Ulrich
Scinzenzeler, 1486
TABELLA 2:
Psalterium David secundum […] Ambrosii, Milano, Antonio Zarotto, 1496
TABELLA 3:
Psalterium divi Ambrosii, Milano, Alessandro Pellizzoni, 1501(?)
TABELLA 4:
In hoc volumine habes Ambrosiane sacerdos psalmos Daviticos, Milano,
Giovanni Castiglione / Matteo Besozzi, 1516/1540
TABELLA 5:
Psalterium ambrosianum, Milano, Matteo Besozzi, 1555
2 76v Benedictus es Hymnus trium puerorum qui in hieme diebus festis dicitur 2 1/11 G
domine deus hoc modo: primum imponitur antiphona
3 77v Benedictus es In aestate vero, vidi licet dominicis diebus, at aliis diebus 2 1/11 G
domine deus festivis hymnus trium puerorum dicitur ordine
infrascriptum. Antiphona
4 84v Splendor Ad laudes. Sequens hymnus semper dicitur ad laudes 2 1/9 E
paternae quando fit officium de dominica vel de feria, nisi alia
gloriae rubrica aliud praeceperit. In hieme
5 84v Splendor In aestate 2 1/9 G
paternae
gloriae
6 85r Iam surgit Dominicis diebus ad tertiam hymnus 2 1/9 G
hora tertia
7 85v Nunc sancte Ad horas. Hymnus quotidianus ad tertiam 2 1/3 D
nobis
8 85v Deus creator Ad vesperas 3 1/9 G
omnium
9 90v Bellator In die sancti Martini pontificis et confessoris 3 1/9 G
armis
inclytus
10 90v Pange Sanctae Catharinae 2 1/10 D
sanctae
catharinae
11 91r Post petrum In die sancti Andreae apostoli 2 1/9 G
primum
principem
12 91v Miraculum De s. Ambrosio 3 1/11 G
laudabile
13 92r Mysterium Hymnus beatissimae virginis Mariae 2/3 1/9 G
ecclesiae
14 92v Intende qui In die nativitatis Domini nostri Iesu Christi 2 1/9 G
regis israel
15 92v Stephani S. Stephani 2 1/9 D
primi
martyris
16 93r Amore christi S. Iohannis evangelistae 2 1/9 G
nobilis
17 93v Illuminans In epiphania Domini 2/3 1/9 D
altissime
18 94r Agnes beatae In die sanctae virginis et martyris Agnetis 2 1/8 G
virginis
19 94r Agathae Sanctae virginis et martyris Agathae 2 1/9 G
sacrae
virginis
20 94v Magno In ramis olivarum 2 1/13 D
salutis gaudio
21 95r Hymnum In passione Domini 2 1/9 G
dicamus
domino
22 95v Hic est verus In resurrectione Domini 2 1/9 G
dei
23 95v Optatus votis In die ascensionis Domini nostri Iesu Christi 2 1/9 G
omnium
24 96r Iam chiristus In die Pentecostes 2 1/9 G
astra
ascenderat
GIULIA GABRIELLI 41
TABELLA 6:
Psalterium ambrosianum, Milano, Matteo Besozzi, 1574
In grassetto sono evidenziate le rubriche che delimitano le diverse sezioni e gli
inni assenti nelle altre edizioni
TABELLA 7:
Tabella riassuntiva degli inni
nelle sei edizioni prese in esame, ordinati per incipit testuale.
In parentesi quadre gli inni di cui è presente solo il testo ma non la melodia.
Destinazione
n. Incipit testo Stäblein 1486 1496 1501 1516/40 1555 1574
liturgica
1 Aeterna Vigliae unius 006 92r 95r 95r 99r 103v 110v
christi apostolis (p.4)
munera
2 Aeterne Ad matutinum 001 - - - 76v 78v
rerum (p.2)
conditor
3 Agathae Agathae 024 83r 84v 84v 90r 94r 103v
sacrae (p.13)
virginis
4 Agnes Agnetis 024 82v 84r 84r 90r 94r 102v
beatae (p.13)
virginis
5 Almi Iohannis Baptistae 021 87v 89v 89v 94v
prophetae (p.12)
progenies
6 Almi Iohannis Baptistae - 98v
prophetae
progenies
7 Almi Iohannis Baptistae 033 105r
prophetae (p.19)
progenies
8 Amore Iohannis evangelistae 016 82r 83v 83v 89r 93r 102r
christi (p.9)
nobilis
9 Apollinaris Apollinaris 023 89r 91r 91r 95v 99v 108r
martiris (p.13)
10 Apostolorum Petri et Pauli 012 88r 90r 90r 95r 99r 107r
passio (p.7)
11 Apostolorum Laurentii 024 90r 92r 92r 96v 101r 109r
zuppare (p.13)
12 Audi In feriis quadr. ad 031 - - - - - 94r
benigne matutinum et ad (p.18)
conditor vesperas usque ad
dominica olivarum
13 Beate martyr Vincentii 006 - - - - - 103r
prospera (p.4)
14 Bellator Martini 011 79r 81r 81r 87r 90v 100v
armis (p.6)
inclitus
15 Coelorum Mariae Magdalenae 020 88v 90v 90v 95r 99v 107v
regi psallite (p.11)
46 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA
Illuminans
altissimus
(1486, 1496,
1501,1516)
36 Intende qui Nativitatis Domini 014 81r 82v 82v 88v 92v 92v
regis Israel (p.8)
37 Magni Sisti 023 89v 91v 91v 96v 100v 108v
palmam (p.13)
certaminis
38 Magno In ramis 015 83v 85r 85r 90v 94v 95r
salutis olivarum/palmarum (p.8)
gaudio
(1555)
Magnum
salutis
gaudium
(1486, 1496,
1501, 1516,
1574)
39 Miraculum Ambrosii 011 80r 81v 81v 87v 91v 101v
laudabile (p.6)
40 Mysteriorum Michaelis 016 90v 93r 93r 97v 102r 110r
signifier (p.9)
41 Mysterium Marie 013 80v 82r 82r 88r 92r 92v
eccelsiae (p.7)
42 Nunc sancte In cottidianis diebus 007 77r 78v 78v [85r] 85v 87r,
nobis ad tertiam / hymnus (p.4) 159r
alius qui in singulis
feriis et festis
sanctorum dicitur
43 Optatus Ascensionis Domini 013 85r 86v 86v 91v 95v 97v
votis (p.7)
omnium
44 Pange lingua Corporis Christi ad 056 - - - - 99r
gloriosi matutinum (p.385)
45 Pange Catharinae 027 79r [94v] [94v] [98v] -
sanctae (p.15)
Catharinae
46 Pange Catharinae - 90v -
sanctae
Catharinae
47 Post Petrum Andreae 012 79v 81r 81r 87r 91r 101r
primum (p.7)
principem
48 Rector Ad sextam omni die 007 77v 79r 79r [85] - -
potens verax (p.4)
Deus
49 Regi Dionisii 020 86v 88v 88v 93v 97v 104v
polorum (p.11)
debitas
50 Rerum Deus Ad nonam omni die 007 77v 79r 79r 85v - -
tenax vigor (p.4)
51 Sacri Nazarii et Celsi 022 89r 91r 91r 96r 100r 108v
triumphale (p.12)
tui
52 Splendor Ad laudes in hieme 002 75v - - [83v] 84v 86r
paternae (p.2)
gloriae
48 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA
TABELLA 8:
Tabella riassuntiva degli inni delle edizione prese in esame in base alle melodie.
APPENDICE
Esempi musicali
ESEMPIO MUSICALE 1
GIULIA GABRIELLI 51
ESEMPIO MUSICALE 2
52 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA
ESEMPIO MUSICALE 3
GIULIA GABRIELLI 53
ESEMPIO MUSICALE 4
54 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA
ESEMPIO MUSICALE 5
GIULIA GABRIELLI 55
ESEMPIO MUSICALE 6
56 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA
ESEMPIO MUSICALE 7
GIULIA GABRIELLI 57
ESEMPIO MUSICALE 8
58 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA