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X Il contributo indaga il repertorio innodico ambrosiano da una

prospettiva inedita. Esso infatti prende in considerazione un tipo di


testimoni sinora decisamente poco studiati, vale a dire i Salteri-Innari
ambrosiani a stampa editi a Milano nel Quattrocento e nel
Cinquecento. Nella prima parte del contributo sono descritti i sei
testimoni reperiti (tra cui due incunaboli), la tecnica tipografica
utilizzata, le caratteristiche della notazione musicale (molto diverse e
per certi aspetti in contraddizione tra loro), il contenuto dettagliato di
ogni singola edizione. Nella seconda parte si affrontano l’analisi del
Giulia repertorio tramandato, il confronto con le fonti manoscritte e quelle
Gabrielli
polifoniche e la trascrizione di otto brani significativi in una versione
Inni nei primi tanto rispettosa del testo quanto funzionale all’esecuzione pratica.
salteri ambrosiani Tutto ciò aiuta a ricostruire temi e problemi di un repertorio ancora
a stampa vivo nella tradizione orale, che pone lo studioso moderno di fronte ad

„ Libera
una serie di interrogativi ancora aperti sulla effettiva attendibilità del
testo scritto rispetto alla prassi esecutiva.
Università di
X The present essay focuses on the Ambrosian hymnical repertoire
Bolzano

giulia.gabrielli
from an original perspective. Indeed it deals with sources not that
@unibz.it
studied until now, the Ambrosian Psalters-Hymnaries printed in
„„„„ Milan in the fifteenth and sixteenth century. In the first part of the
essay I describe six different sources (among them two incunabula),
their typographical technique, their musical notation and the detailed
content of every edition. In the second part I analyze the repertoire,
comparing these sources with handwritten and polyphonic ones and I
transcribe eight significant pieces. All this helps in reconstructing
traits and problems of a repertoire still alive in oral tradition,
challenging the modern researcher with compelling questions
regarding the reliability of the written text in connection with
performance practice.

„ Musicologa e musicista trentina, ha studiato presso il conservatorio della


sua città, diplomandosi in Pianoforte e in Canto. Si è laureata in
Musicologia presso la Scuola di Paleografia e Filologia musicale di
Cremona - Università di Pavia, specializzandosi in Paleografia e Filologia
Musicale. Si occupa principalmente del canto cristiano liturgico e dei
testimoni che lo tramandano. Ha collaborato con le Province di Trento e
Bolzano ed il RISM austriaco per la catalogazione di importanti raccolte
musicali manoscritte. Dal 2008 lavora come ricercatrice presso la Facoltà di
Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano, sede di
Bressanone. Inoltre è attiva come cantante in diverse formazioni di musica
antica.

„ Musicologist and musician from Trento, she earned a Diploma in her


own city in Piano and Singing and she graduated in Musicology at the
Scuola di Paleografia e Filologia musicale of Cremona (Pavia University).
She deals particularly with liturgical Christian chant and its sources. She
collaborated with Provincia di Trento and Austrian RISM for the
cataloguing of important musical handwritten collections. Since 2008 she
works as researcher at the Faculty of Education of the Free University of
Bolzano-Bozen. She is also active as singer in different ancient music
ensembles.
RIVISTA ITALIANA DI MUSICOLOGIA Vol. XLVII (2012) pp. 7-59

Inni nei primi salteri ambrosiani a stampa


GIULIA GABRIELLI

N
egli ultimi due decenni la ricerca musicologica si è orientata allo studio
di repertori ancora poco indagati ma sicuramente degni di attenzione
per l’ingente quantità e qualità delle fonti, manoscritte e a stampa, che li
tramandano e che ne testimoniano l’importanza storica e musicale. Nel campo
della musica liturgica, in particolare, il cosiddetto gregoriano ‘tardo’ (cioè
quello attestato da fonti posteriori al XIII secolo) ed altri generi come la
polifonia semplice ed il canto fratto hanno suscitato l’attenzione di alcuni
studiosi che ne riconoscono il valore musicale, liturgico e storico.1
In Italia, in Spagna e presso gli Ordini mendicanti, per sette secoli (dal
Trecento a tutto l’Ottocento) grandissimo successo riscosse il ‘canto fratto’, un
tipo di canto caratterizzato da una notazione musicale nera con elementi
ritmico-proporzionali, la quale, a differenza della notazione quadrata del canto
liturgico tradizionale, definisce in maniera precisa, secondo un sistema


Il presente contributo costituisce una versione ampliata della relazione tenuta all’interno della
Giornata di Studio Milano e San Carlo: il canto e il rito, svoltasi a Milano il 30 ottobre 2010.
Ringrazio di cuore gli organizzatori, e in particolare Angelo Rusconi e Giacomo Baroffio, per
avermi concesso di pubblicare questo saggio nella Rivista Italiana di Musicologia. Un sentito
ringraziamento anche al personale delle biblioteche che conservano il materiale, in particolare a
Stefano Malaspina della Biblioteca del Capitolo metropolitano di Milano, per la disponibilità, e a
Marco Gozzi, Angelo Rusconi, Daniele Torelli per i preziosi consigli.
1
L’importanza delle fonti liturgico-musicali posteriori al sec. XIII è stata compresa tra i primi dal
musicologo americano di origine tedesca Laurence Feininger, che dopo il Concilio Vaticano II
radunò a Trento una straordinaria raccolta di edizioni e di manoscritti liturgici, fonti che
altrimenti, con ogni probabilità, si sarebbero disperse. I volumi raccolti da Feininger sono stati
oggetto di importanti pubblicazioni che hanno dato un forte impulso ad un settore di studi ancora
in buona parte inesplorato, il cui rilievo ero stato evidenziato prima di tutti da Antonio Lovato,
autore di alcuni fondamentali contributi sull’argomento. I manoscritti liturgici della Biblioteca
Feininger sono descritti in CESARINO RUINI, I manoscritti liturgici della Biblioteca musicale L.
Feininger presso il Castello del Buonconsiglio di Trento, 2 voll., Trento, Provincia autonoma di
Trento, 1998, 2002 (Patrimonio storico ed artistico del Trentino, 21, 25). Per le edizioni si vedano
MARCO GOZZI, Le edizioni liturgiche a stampa della Biblioteca musicale Laurence Feininger
presso il Castello del Buonconsiglio di Trento, Trento, Provincia autonoma di Trento, 1994
(Patrimonio storico ed artistico del Trentino, 17) e Il canto piano nell’era della stampa. Atti del
Convegno internazionale di studi sul canto liturgico nei secoli 15.-18., Trento-Venezia, 9-11
ottobre 1998, a cura di Giulio Cattin, Danilo Curti e Marco Gozzi, Trento, Provincia autonoma di
Trento, 1999. Sulla polifonia semplice si vedano: Le polifonie primitive in Friuli e in Europa, a
cura di Cesare Corsi e Pierluigi Petrobelli, Roma, Torre d’Orfeo, 1989; Un millennio di polifonia
liturgica tra oralità e scrittura, a cura di Giulio Cattin e F. Alberto Gallo, Venezia-Bologna,
Fondazione Levi - Il Mulino, 2002 (Quaderni di musica e storia, 3); Polifonie semplici. Atti del
Convegno internazionale di studi, Arezzo, 28-30 dicembre 2001, a cura di Francesco Facchin,
Arezzo, Fondazione Guido d’Arezzo, 2003.
8 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

proporzionale, la durata dei singoli suoni, oltre alla loro altezza.2 In siffatte
composizioni riusciva non troppo ostico improvvisare sulla voce principale
anche una seconda voce, la quale era probabilmente eseguita in modo
estemporaneo dai cantori.
I primi esempi di canto fratto sono costituiti da alcuni Credo composti
probabilmente nell’ambito della corte papale di Avignone nei primi decenni del
Trecento. Questo modo di comporre si è allargato nei secoli successivi all’intero
Ordinario della Messa. Dalla fine del Seicento e per tutto l’Ottocento, infatti, si
compongono vere e proprie Messe cicliche in canto fratto, con ricorrenze
melodiche che legano le diverse sezioni della Messa (Kyrie, Gloria, Credo,
Sanctus e Agnus). Ma tale notazione si può rilevare anche in altre composizioni
liturgiche come antifone, responsori, sezioni di proprio della Messa, sequenze
ed inni, due generi, questi ultimi, il cui testo è strutturato in base a precise
regole metrico-ritmiche ed ai quali risulta particolarmente naturale l’asso-
ciazione di melodie con note di diversa durata.3
La presenza di elementi ritmico-proporzionali nella notazione del repertorio
liturgico è riscontrabile anche in ambito ambrosiano, come ha dimostrato
Angelo Rusconi in un suo recente studio.4 L’innodia in particolare costituisce
un terreno privilegiato di ricerca, vista la prestigiosa tradizione degli inni
ambrosiani e le caratteristiche metriche di tali composizioni. Ma a parte gli
articoli citati, l’interesse degli studiosi fino ad oggi si è concentrato
principalmente sulle fonti più antiche e trascurando i testimoni recenti e le opere
a stampa. Su queste ultime si è ritenuto opportuno porre l’attenzione nel
presente studio.

I TESTIMONI

La tradizione delle edizioni liturgiche a stampa ambrosiane con notazione


musicale è molto antica e prestigiosa.5 Il primo libro liturgico ambrosiano con

2
Per una prima trattazione sistematica sull’argomento si rimanda ai due fondamentali volumi Il
canto fratto: l’altro gregoriano, Atti del Convegno internazionale di studi, Parma-Arezzo, 3-6
dicembre 2003, a cura di Marco Gozzi e Francesco Luisi, Roma, Torre d’Orfeo, 2005 e Cantus
fractus italiano: un’antologia, a cura di Marco Gozzi, Hildesheim - Zürich - New York, Georg
Olms Verlag, in stampa (Musica mensurabilis, Band 4).
3
Sulla possibile corrispondenza tra ritmo testuale e musicale negli inni giambici di Ambrogio si
veda ANGELO RUSCONI, Note sulla tradizione esecutiva degli inni, in Poesia dell’alto medioevo
europeo: manoscritti, lingua e musica dei ritmi latini, a cura di Francesco Stella, Firenze, Sismel
– Edizioni del Galluzzo, 2000, pp. 421-442.
4
ANGELO RUSCONI, Rhythmic notations in ambrosian books, in Quod ore cantas corde credas.
Studi in onore di Giacomo Baroffio, a cura di Leandra Scappaticci, Città del Vaticano, Libreria
Editrice Vaticana, in corso di stampa.
5
Per una panoramica sugli incunaboli italiani con notazione (non esente peraltro da omissioni ed
errori nell’interpretazione dei segni della notazione) si veda MARY KAY DUGGAN, Italian Music
GIULIA GABRIELLI 9

musica fu stampato a Milano nel 1482 dal tedesco Cristoph Valdarfer. La


notazione utilizzata ricorda molto da vicino quella dei manoscritti coevi. Nello
stesso decennio, lo stampatore parmense ma attivo a Milano Antonio Zarotto
pubblica nel 1487 il Liber Sacramentorum con la tipica notazione ambrosiana a
losanghe. Molte edizioni di libri liturgici ambrosiani, con e senza notazione,
videro la luce nei secoli successivi, ma per la prima edizione di un libro
ambrosiano musicale in senso stretto, cioè dedicato espressamente ai canti della
Messa e dell’Ufficio, bisogna attendere la fine dell’Ottocento con la pubbli-
cazione del Graduale e dell’Antifonario ambrosiani.6
Per quanto riguarda specificamente il Salterio-Innario, è utile ricordare che
esso deriva i suoi testi dal breviario ed è essenzialmente un libro d’uso destinato
al clero per la recita dell’ufficio in coro. La storia del Salterio è strettamente
legata a quella del Breviario ambrosiano, oggetto di un fondamentale studio di
Enrico Cattaneo, tuttora utilissimo per ricostruire le vicende storiche del salterio
e dell’innario ambrosiani.7

Il primo Salterio-Innario ambrosiano vide la luce a Milano nel 1486 per i


tipi dei tedeschi Leonhard Pachel e da Ulrich Scinzenzeler. A partire da questa
data si rintracciano diverse edizioni del Salterio e di altri libri liturgici
ambrosiani con notazione musicale. La Biblioteca del Capitolo Metropolitano di
Milano conserva tre Salteri-Innari a stampa risalenti al XVI secolo che
riportano, oltre al testo dei salmi, inni e dossologie con notazione musicale. Si
tratta di un volume di inizio Cinquecento e di due edizioni della seconda metà
del secolo datate rispettivamente 1555 e 1574, edite entrambe da Matteo
Besozzi. 8 Nei decenni a seguire, grandissima diffusione conobbe in area
ambrosiana il Salterio edito su volere del cardinal Federico Borromeo nel 1618.9
I Salteri-Innari quattro-cinquecenteschi considerati in questa sede
presentano caratteristiche assai diverse tra loro e sono testimoni di alcune

Incunabula: Printers and Type, Berkeley-Los Angeles-Oxford, University of California Press,


1992, pp. 153-154.
6
Antiphonarii Ambrosiani pars hyemalis missas et vesperas complectens ad fidem veterum
codicum iuxta decreta synodi dyoecesanae redacta adprobante eminentissimo ac reverendissimo
DD. Andreae Carolo card. Ferrari archiepiscopo, Milano, [Arturo Demarchi], 1898. L’opera, in
più volumi, fu curata da due canonici del Duomo, Luigi Mambretti e Ascanio Andreoni. La
notizia è tratta da RUSCONI, Rhythmic notations.
7
ENRICO CATTANEO, Il breviario ambrosiano: note storiche ed illustrative, Milano, s.n., 1943.
8
Incunaboli e cinquecentine della Biblioteca capitolare di Milano, catalogo a cura di Ubaldo
Valentini e Giovanni B. Malusardi, Milano, NED, 1983 (Archivio Ambrosiano, 48). Le edizioni
sono descritte a p. 195, nn. 701 e 707.
9
Si tratta del volume Psalterium, cantica et hymni, aliaque divinis officiis ritu Ambrosiano
psallendis communia modulationibus opportunis notata. Federici Cardinalis Archiepiscopi iussu
edita, Mediolani, apud haeredes Pacifici Pontii et Iohannem Baptistam Piccaletum impressores
archiepiscopales, MDCXVIII (1618). L’edizione è citata da RUSCONI, Rhythmic notations, che ne
riporta numerosi esempi.
10 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

significative tappe nella tradizione della notazione ambrosiana rintracciabile in


edizioni a stampa. Per quanto riguarda la parte musicale i volumi, come detto,
non sono stati sinora oggetto di studi specifici. 10

Dallo spoglio dei repertori sono emersi in totale dieci Salteri-Innari


ambrosiani a stampa editi nei secoli XV e XVI. Nella tavola che segue sono
evidenziate in grassetto le date corrispondenti alle edizioni contenenti inni
corredati di notazione musicale. Tutte i volumi sono stampati a Milano, tranne
l’incunabolo del 1497, pubblicato a Venezia:11

Data Titolo stampatore/i Curatore Committente Repertori


1486 Psalterium Leonhard IGI 8148
Ambrosianum Pachel e
Ulrich
Scinzenzeler
1496 Psalterium … Antonio IGI 8149
Ambrosii Zarotto
1497 Psalterium Johann IGI 8150
monasticum Hamman (VE)
Ambrosianum
1501 Psalterium Alessandro CNCE

10
Colgo l’occasione per segnalare un importante contributo di prossima uscita sull’argomento,
riguardante in modo particolare il censimento e l’analisi delle tecniche di stampa delle edizioni
ambrosiane dei secc. XV-XVIII: DANIELE TORELLI, Liturgia e canto nell'editoria milanese tra Sei
e Settecento: libri liturgico-musicali e trattati, in La musica sacra nella Milano del Settecento,
atti del convegno internazionale di studi (Milano, 17-18 maggio 2011).
11
Si sono consultati i repertori RELICS (Renaissance Liturgical Imprints: A Census,
raggiungibile all’indirizzo <http://www-personal.umich.edu/~davidcr/>), IGI (Indice generale
degli Incunaboli delle biblioteche d’Italia, a cura del Centro generale d’informazioni
bibliografiche, Roma, Libreria dello Stato, 1943-1981), EDIT16 (Censimento nazionale delle
edizioni italiane del XVI secolo, < http://edit16.iccu.sbn.it/web_iccu/imain.htm >, a cui fa
riferimento la sigla CNCE), oltre al sito della Biblioteca ambrosiana di Milano
(<www.ambrosiana.eu/>) e ai volumi di ENNIO SANDAL, Editori e tipografi a Milano nel
Cinquecento, Baden-Baden, Koerner, 1977-1981, 3 voll. (Bibliotheca bibliographica Aureliana
68, 72, 83). Nell’elenco non sono segnalati i Salteri stampati a Milano ma di rito romano, come ad
esempio il Psalmista secundum morem curiae Romanae edito a Milano nel 1519 da Giovanni
Castiglione (conservato a Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, H.VIII.349, segnalato in
RELICS), così come i libri liturgici recanti titoli simili, ma appartenenti a tipologie diverse, come
il Psalterium cum commentario pubblicato da editore ignoto a Milano nel 1477 (Milano,
Biblioteca Ambrosiana, Inc. 2055, segnalato in IGI 8129). Rimane da chiarire l’eventuale
presenza di inni con notazione nell’edizione del 1509, un unicum conservato attualmente presso la
Biblioteca Nazionale di Parigi. Benché i repertori consultati non accennino alla presenza di inni
con notazione musicale, è molto probabile che l’edizione li riporti, dal momento che il titolo
completo recita: Incipiunt Psalmista secundum morem Ambrosianum cum hymnis notatis,
officium commune sanctorum, officium mortuorum cum responsoriis notatis et officium virginis
Marie una cum tabula diligentissime emendata.
GIULIA GABRIELLI 11

(?) divi Ambrosii Pellizzoni 11865


1509 Psalmista… Leonhard Sandal
ambrosianum Pachel 3:427
1516/ In hoc Giovanni CNCE
1540 volumine Castiglione / 11881,
habes Matteo 55268
Ambrosiane Besozzi
sacerdos
psalmos
Daviticos
1555 Psalterium Matteo Michele Giovanni CNCE
iuxta morem Besozzi per i Sovico Angelo 11888
ambrosianae fratelli Meda Arcimboldi
mediolanensis
ecclesiae
1578 Psalterium Matteo Pietro Carlo CNCE
ambrosianum Besozzi Galesini Borromeo 11901

1579 Psalterium Giacomo CNCE


monasticum Piccaglia 68545
ambrosianum
1592 Psalterium Pacifico CNCE
monasticum Ponzio 11915
ambrosianum

Il Salterio del 1486

Il primo Salterio-Innario ambrosiano a stampa di cui si abbia notizia è un


incunabolo edito a Milano nel 1486 dai tedeschi Leonhard Pachel e Ulrich
Scinzenzeler. 12 Il volume reca il seguente colophon (c. 94r):13

Psalterium Ambrosianum cum hymnis omnium sanctorum notatis, castigatis ac


diligenter emendatis. Impressum Mediolani per Leonardum Pachel et Uldericum
Scinzenzeller, impensis presbiteris Gasparis Lampugnani, iuris pontificij

12
La notizia si apprende dallo spoglio dei repertori citati alla nota precedente, ma si legge anche
in CATTANEO, Il breviario ambrosiano, p. 100, nota 18. Cattaneo cita anche l’esemplare più
recente della serie di edizioni considerate in quest’articolo, vale a dire il Salterio edito da Federico
Borromeo nel 1618. Il volume presenta caratteristiche e contenuto molto simili a quelle del
Salterio del 1574 descritto di seguito, ed è stato ampiamente utilizzato e citato da Angelo Rusconi
nei suoi articoli sull’innodia ambrosiana.
13
Il presente contributo non contiene fotografie del testimone in esame, in quanto presso la
Biblioteca Ambrosiana non è consentito agli studiosi l’utilizzo di macchine fotografiche per
realizzare riproduzioni a fini di studio e di ricerca.
12 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

professoris. Finitum quarto kalendas maij, olimpiadibus dominicis, Mcccclxxxvj


(1486)

L’edizione, di complessive 94 carte, è suddivisa in due parti: il Salterio


(Psalterium David secundum ordinem sancti Ambrosii, cc. 1r-75r) e l’Innario
(cc. 75v-94r). Quest’ultimo riporta 46 inni corredati di notazione musicale (la
lista degli incipit testuali è nella Tabella 1). L’edizione, stampata su carta
piuttosto pesante, è impressa in rosso e nero. La notazione musicale si riscontra
nell’Innario in corrispondenza della prima strofa di ogni inno. Dal punto di vista
della tecnica tipografica, la notazione è realizzata con caratteri mobili dopo che
sulla pagina è stato impresso il tetragramma in inchiostro rosso. La presenza di
imprecisioni nell’allineamento dei caratteri sul tetragramma rende spesso
difficile definire con certezza l’altezza delle note. Numerosi errori e
imprecisioni si riscontrano inoltre nella collocazione dei tipi grafici utilizzati per
le chiavi.
Di seguito alla melodia il volume riporta il testo delle altre strofe dell’inno,
ognuna delle quali presenta un’iniziale in rosso. Nella notazione si rintraccia
l’uso di chiavi di do e fa, custodes, stanghette verticali nere dell’altezza pari a
tre linee con funzione di suddivisione gli incisi. Per quanto riguarda le figure, si
rileva un uso esclusivo della breve caudata (in forma di longa) con stanghetta
discendente. A c. 81r, nell’inno natalizio Intende qui regis Israel, alla fine del
terzo inciso, in corrispondenza delle due sillabe che formano la parola coram, si
rileva l’impiego di due note parigrado accostate probabilmente per indicare un
allungamento dei valori (l’allungamento è segnalato chiaramente nell’edizione
del 1555, ma solo sulla prima della due sillabe). A c. 87r, nell’ultimo inciso
dell’inno per san Dioniso Regi polorum debitas, è riscontrabile un caso simile.
La presenza del melisma è segnalata attraverso una posizione ravvicinata delle
note. Nel complesso, la ricostruzione delle melodie si presenta piuttosto
problematica, in quanto nella notazione si riscontrano numerosi errori e si
trovano imprecisioni nella scelta e nella collocazione delle chiavi sul rigo
(spesso incoerente con l’andamento melodico) e delle note stesse, che non sono
mai collocate esattamente sulla riga o nello spazio corrispondenti. In molti punti
si rilevano inoltre tracce in inchiostro nero del blocchetto utilizzato per
stampare la nota.

Il Salterio del 1496

Esattamente dieci anni più tardi il parmense Antonio Zarotto pubblica a


Milano un elegante Salterio-Innario in rosso e nero. L’esemplare conservato a
Parma presenta nel complesso 118 carte. Il colophon a c. 114v recita:
GIULIA GABRIELLI 13

Impressum mediolani per magistrum Antonium Zarotum parmensem. Impensis


venerabilis domini presbiteri Nicolay Gorgonzole ducalis capellani. Anno domini
M.cccc.lxxxxvi, primo Julii (1496)

L’edizione presenta in apertura il calendario e l’indice dei brani, mentre il


titolo si rintraccia a c. 1v, la quinta carta del volume: Psalterium David
secundum […] Ambrosii cum officio communi sanctorum.14 Nella seconda parte,
alle cc. 76v-105r, l’edizione contiene testo e musica di 44 inni, elencati con le
rispettivi rubriche nella Tabella 2. Rispetto all’incunabolo del 1486 le rubriche
risultano più stringate, ma la successione dei brani è la stessa e si ritroverà in
tutte le edizioni successive ad esclusione del Salterio-Innario del 1574.
La notazione musicale, stampata in due colori, rosso per il rigo e nero per la
notazione, si rintraccia in corrispondenza della prima strofa di ogni inno e
risulta realizzata con caratteri mobili. Ogni tetragramma in inchiostro rosso è
impresso con un unico blocchetto della misura pari alla larghezza dello specchio
di scrittura. Stanghette di divisione degli incisi si rilevano solo in due inni (cc.
79v e 81r). Del tutto assenti risultano nel volume i segni indicanti alterazioni,
quali il bemolle e il diesis.
La notazione musicale risulta chiaramente modellata sull’esempio dei coevi
manoscritti ambrosiani. All’inizio di ogni rigo si rintracciano infatti due chiavi
sovrapposte: in basso la chiave di do in forma di C e, più in alto, quella di fa,
realizzata tramite l’accostamento di due lineette verticali. Le due chiavi si
trovano a distanza variabile. La chiave di do è collocata talvolta sulla riga ma
anche nello spazio, come avviene nei manoscritti ambrosiani. L’edizione mostra
delle incongruenze nella collocazione delle chiavi e per lo studioso moderno
risulta in alcuni casi problematico capire quale sia la nota di partenza della
melodia.
Le figure utilizzate sono quelle della coeva notazione ambrosiana: la
losanga per la nota isolata, la clivis formata da una nota quadrata seguita da una
nota a losanga piuttosto stretta (dall’apparenza di grossa cauda), il pes, il
torculus composto da un rombo seguito da un tratto discendente staccato, lo
scandicus, il custos. Il pes si presenta in tre forme diverse: nel caso
dell’intervallo di seconda ascendente compare o nella classica forma
ambrosiana composta dalla successione di due quadratini accostati, con o senza
cauda; talvolta invece i due quadratini sono sovrapposti verticalmente, senza
segno di ligatura o cauda. Le due versioni si rintracciano anche all’interno della
stessa composizione e sembrano utilizzate in modo indifferenziato. Si può
quindi escludere che la forma ‘disgregata’ possa indicare in questo contesto
allungamento dei valori o, nel caso in cui la seconda breve sia caudata,

14
Nell’esemplare consultato, conservato a Parma, Biblioteca Palatina, Inc. Pal. 171, la carta è
lacunosa in quanto sono state ritagliate le iniziali. Il volume è rilegato in pelle ed è molto rifilato
in corrispondenza del margine superiore.
14 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

liquescenza.15 Si veda ad esempio l’inno Optatus votis omnium per l’ascensione


(c. 86v), dove le due forme convivono all’interno della stessa composizione. La
forma con le note quadrate sovrapposte si rileva anche in combinazione nello
scandicus come primo elemento del neuma.
La terza forma di pes si rintraccia nel caso di intervalli più ampi (ad
esempio la quinta ascendente negli inni Post Petrum a c. 81v, Illuminans
altissime a c. 84r e Trinitati altissimae a c. 94r) e risulta formata da due note
quadrate sovrapposte con trattino di congiunzione tracciato a sinistra (non a
destra, come nella notazione ‘romana’). Nella Figura 1 si trova una riproduzione
delle cc. 83v-84r del Salterio, dove si possono rintracciare diverse forme di pes.
Nel complesso l’edizione sembra realizzata con accuratezza e, se si
escludono le ambiguità nella collocazione delle chiavi, è possibile risalire ad
una corretta ricostruzione dell’andamento melodico delle composizioni. Non
emergono segnali che possano dar adito ad un’interpretazione ritmica dei valori
utilizzati.
L’inno per santa Caterina presenta in quest’edizione una particolarità
rilevabile anche nei Salteri-Innari del 1501 e 1516/1540. Il volume riporta solo
il testo dell’inno, non la musica: il tetragramma infatti è vuoto.

Il Salterio del 1501(?)

Il terzo Salterio preso in esame è un unicum conservato presso la Biblioteca


del Capitolo Metropolitano. 16 Si tratta di un edizione stampata all’inizio
Cinquecento dal milanese Alessandro Pellizzoni. Il titolo completo recita:

Hoc est Psalterium divi Ambrosii doctoris eximii archiepiscopi et patroni Mediolani
cum communi sanctorum et officio mortuorum cum responsoriis annotatis et
noviter stampatis: ac etiam cum officio Beate Virginis Marie cum rubrica
hymnorum et psalmorum diligenter impressum et correctum. Sunt etiam epistole
officium corporis Christi.

Nella parte superiore del frontespizio una xilografia riporta entro un


rettangolo disposto in orizzontale due scene della vita di Ambrogio: il miracolo
delle api e il vescovo benedicente. 17 L’edizione manca purtroppo di colophon

15
La cauda si rintraccia infatti sia in corrispondenza di incontri consonantici tali da richiederne
teoricamente l’introduzione, sia all’interno di contesti del tutto neutri da questo punto di vista. La
presenza di pedes composti da due brevi così variamente caudate rispecchia con ogni probabilità
una situazione presente nell’antigrafo. Anche nella coeva tradizione manoscritti le due breves
sono talvolta con cauda, talvolta senza. Si vedano a questo proposito gli esempi riportati in
RUSCONI, Rhytmic notations.
16
Incunaboli e cinquecentine, p. 95, n. 701.
17
Riguardo al primo episodio, il primo biografo di Ambrogio, Paolino, narra che mentre il presule
era ancora un bambino e dormiva nella sua culla all’improvviso uno sciame di api si posò sulla
GIULIA GABRIELLI 15

completo. Ancora leggibile, nonostante la lacuna nell’ultima carta, è il nome


dello stampatore, il milanese Alessandro Pellizzoni. 18 La data probabile di
stampa si colloca entro il primo decennio del Cinquecento.19
Il volume, di complessive 124 carte, riporta nell’ultima parte l’innario (cc.
78v-106v) con testo e musica per 42 inni (Tabella 3). La notazione musicale si
rintraccia in corrispondenza della prima strofa di ogni inno: anche in questo
caso si tratta della tipica notazione a losanghe della tradizione ambrosiana su
tetragramma rosso, con utilizzo prevalente della nota isolata a forma di rombo e
ligaturae in corrispondenza dei pochi e brevi melismi.
Confrontando quest’edizione con quella del 1496 si nota che la parte
relativa all’innario ripropone fedelmente l’impaginazione dell’incunabolo
zarottiano. L’edizione è stata presumibilmente ‘copiata’, vale a dire ricomposta
fedelmente, su modello dell’edizione del 1496 e ripropone addirittura la stessa
fascicolazione. Qualche minima variazione si riscontra nella forma dei tipi
utilizzati per il testo e per la notazione musicale (ad esempio nella forma della
clivis). Quest’ultima è realizzata con la medesima tecnica tipografica e riprende
in maniera fedele l’edizione del 1496: chiavi, note, stanghette di battuta sono
riproposte senza variazioni. A differenza dell’incunabolo di Zarotto, si
riscontrano numerose imprecisioni nel corretto posizionamento dei caratteri sul
tetragramma, così come nella collocazione del punzone utilizzato per le chiavi
di do e di fa (ma il problema delle chiavi era già presente nel modello).
Un esempio si può riscontrare in una delle più famose composizioni della
liturgia ambrosiana, l’inno Deus creator omnium, uno dei quattro attribuibili
con certezza a sant’Ambrogio (si veda la Figura 2).20 L’allineamento verticale
delle note sul tetragramma è decisamente problematico ed altrettanto si può

sua bocca. Le api entravano ed uscivano liberamente dalla bocca del bimbo senza che egli se ne
accorgesse. Dopodiché lo sciame si levò in volo salendo in alto e scomparendo alla vista di coloro
che erano presenti. Suo padre, impressionato da questo avvenimento straordinario, avrebbe
esclamato: “Se questo mio figlio vivrà, diverrà sicuramente un grand’uomo”, il che effettivamente
avvenne. L’episodio, riportato nella Legenda aurea di Jacopo da Varazze, gioca sull’assonanza
del nome Ambrosio con ‘ambrosia’ e fa riferimento alla parlata dolce come il miele del santo,
oltre all’elezione divina di Ambrogio e della chiesa milanese.
18
Il colophon recita letteralmente: «Alexandru(m) pilizonu(m) […] impensis Mercatoris
M(edio)l(an)i anno […] novembris».
19
La notizia si ricava dalla scheda di descrizione contenuta nel catalogo Incunaboli e
cinquecentine, p. 195, n. 701. Sull’attività del tipografo Alessandro Pellizzoni si veda SANDAL,
Editori e tipografi, vol. 1, pp. 43-47. L’edizione del Salterio non figura tra le opere del Pellizzoni
elencate in Sandal, che evidentemente all’epoca non era al corrente della sua esistenza.
L’abbreviazione utilizzata in quest’edizione nel colophon per il termine ‘Mediolani’ («Mli») si
riscontra, tra quelle descritte da Sandal, solo in un’edizione del 1503 (Antonio da Cornazzano,
Sonetti e canzoni, p. 45, n. 77).
20
Sulla questione, ancora aperta, di quanti e quali inni ambrosiani siano da attribuire
effettivamente al presule milanese, si veda l’edizione critica di Ambrosius, Hymnes, a cura di
Jacques Fontaine, Paris, Editions du Cerf, 1992.
16 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

FIGURA 1: Psalterium, Milano, Antonio Zarotto, 1496, cc. 83v-84r

FIGURA 2: Psalterium, Milano, Alessandro Pellizzoni, 1501 (?), c. 79v


GIULIA GABRIELLI 17

affermare riguardo alla collocazione delle chiavi: allo studioso moderno riesce
difficile capire se si tratti di una variante melodica del celebre inno o
semplicemente – com’è probabile – di un problema nella collocazione dei
blocchetti tipografici.

Il Salterio del 1516 con frontespizio datato 1540

La Biblioteca Trivulziana di Milano conserva un Salterio-Innario dalle


caratteristiche molto particolari.21 Si tratta di un’edizione di complessive 114
carte recante un frontespizio con marca tipografica dell’editore Matteo Besozzi
e la data 1540 e, sul recto dell’ultima carta, un colophon con le insegne e il
nome dello stampatore Niccolò Gorgonzola e la data 1516. Il frontespizio recita:

In hoc volumine habes Ambrosiane sacerdos psalmos Daviticos, suis cum notulis
hymnos, officium commune sanctorum, officium defunctorum cum responsoriis
notulis distinctis. Cum indice, et omnia quidem a viro literato, diligentissime
correcta. Apud Matheum Besucium ad signum stelle, MCCCCCXXXX (1540)

Il colophon, come detto, riporta una nota tipografica diversa:

Impressum Mediolani per Zanotum de Castelliono, ad instantiam Nicholai


Gorgonzole sacerdotis, MCCCCCXVI die XX Martij (1516)

Il volume costituisce un unicum (non si ha infatti notizia dell’esistenza di


altri esemplari) ed è stato descritto da Arnaldo Ganda nella sua monografia
dedicata allo stampatore Niccolò Gorgonzola.22 Lo studioso ipotizza che la
presenza contemporanea di due diverse note tipografiche sia attribuibile al
tentativo, attuato da Matteo Besozzi, di riutilizzare delle vecchie edizioni delle
quali era entrato in possesso attraverso la composizione e l’aggiunta di un
nuovo fascicolo posto in apertura del volume. Le prime dieci carte infatti
riportano il ‘nuovo’ frontespizio con la marca tipografica del Besozzi e la data
1540, un calendario stampato in rosso e nero (cc. 1v-7v), ed infine l’indice
alfabetico del contenuto (cc. 8r-10v). Il fascicolo aggiunto è chiaramente
riconoscibile, tra l’altro, dall’impiego della segnatura ‘a’ minuscola, mentre
all’attuale c. 11r inizia la segnatura con la quale iniziava verosimilmente il
volume nella sua versione originale del 1516 (caratterizzato della segnatura ‘A’
maiuscola e dall’inizio della cartulazione). Al pari delle edizioni viste in
precedenza, nella seconda parte il volume riporta una serie di inni con e senza

21
Ringrazio Daniele Torelli che mi ha gentilmente dato notizia dell’esistenza di questo
esemplare, sfuggito in una prima ricognizione del materiale.
22
ARNALDO GANDA, Niccolò Gorgonzola editore e libraio in Milano (1496-1536), Firenze,
Olschki, 1988. L’edizione è descritta a p. 177.
18 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

notazione. Si tratta in questo caso della tipica notazione milanese a losanghe. A


tal proposito è necessario sottolineare che, rispetto ai Salteri visti sinora, si
rileva una sostanziale differenza nella tecnica tipografica utilizzata, di tipo
xilografico. La melodia di ogni inno è infatti realizzata attraverso l’incisione in
un unico blocchetto di legno di tutti gli elementi costituenti la notazione: chiavi,
righi, note, alterazioni. Ciò permette una maggiore accuratezza e precisione
dell’immagine stampata, che non presenta i problemi di allineamento dei
caratteri provocati dalla doppia impressione delle edizioni in rosso e nero a
caratteri mobili (si veda la Figura 3). La stampa dell’Innario è tutta in nero. La
Tabella 4 riporta la serie dei 39 inni con notazione, rintracciabili alle cc. 83v-
107r, e dei sei inni senza notazione. La successione delle composizioni ricalca,
senza sostanziali differenze, quella del Salterio del 1486. La notazione è
caratterizzata da una notevole varietà di figure: punctum isolato a forma di
rombo, virga caudata, pes, clivis, torculus, scandicus, ma non si riscontrano
elementi riferibili ad un valore ritmico delle note.

Se i testimoni fin qui descritti presentano una notazione senza


caratterizzazione ritmica, ben diversa risulta la quarta edizione presa in esame,
di circa trent’anni più tarda.

FIGURA 3: Daviticos, Milano, Giovanni Castiglione / Matteo Besozzi, 1516/1540, cc. 94v-95r
GIULIA GABRIELLI 19

Il Salterio del 1555 curato da Michele Sovico

Nel 1555 lo stampatore milanese Matteo Besozzi “ad signum stellae” dà alla
luce un Salterio-Innario in quarto di complessive 156 carte.23 L’edizione, come
specifica il Cattaneo,24 fu curata da Michele Sovico su commissione
dell’arcivescovo Giovanni Angelo Arcimboldi, predecessore di san Carlo
Borromeo. Alle cc. 76v-137r riporta testo e musica di 49 inni. Come nel
Salterio del 1516/40, le notazione musicale risulta molto precisa e leggibile in
quanto realizzata con tecnica xilografica.
Sul verso del frontespizio, al terzo capoverso l’indice introduce così la
sezione dedicata agli inni: Hymni ambrosiani cum modulationibus suis
reformatis et nonnullis etiam additis. Le modulationes, cioè le melodie degli
inni, stando all’indice sono quindi ‘riformate’. Ma di che riforma si tratta? Non
lo sappiamo con certezza. Ciò che risulta evidente già da una prima
ricognizione del Salterio è la particolarità della notazione musicale rispetto alla
tradizione manoscritta e a stampa dei precedenti innari ambrosiani. Il volume
presenta infatti una notazione caratterizzata dall’alternanza di figure già presenti
negli altri Innari (la nota isolata a rombo o losanga, la nota quadrata con e senza
gamba), che in questo contesto assumono un chiaro significato ritmico-
proporzionale, in accordo con le regole che caratterizzano la notazione della
musica figurata polifonica coeva. Il punctum romboidale assume valore di
semibreve, il punctum quadrato vale il doppio della precedente, le note
rettangolari caudate all’inizio e alla fine dei brani possono essere considerate
delle longae di lunghezza doppia rispetto alla brevis, ed anche le consuete
ligaturae, inserite in questo contesto, assumono valore ritmico-proporzionale. 25
Nell’inno Iam Christus astra ascenderat (a c. 96r, numerata erroneamente come
94r), la presenza di due note a forma di rombo con gamba all’interno di un
verso ipermetrico conferma la validità di questa interpretazione (Figura 4). La
notazione utilizza le chiavi di fa oppure di do; le chiavi non si presentano mai in
contemporanea, secondo l’uso ambrosiano. In alcuni punti si rintraccia inoltre
l’indicazione di bemolle, collocato direttamente davanti alla nota alla quale si
riferisce. Stanghette semplici suddividono gli incisi, mentre alla fine dei brani

23
Il Salterio è presente in più esemplari, rispettivamente con segnatura 2-R-3-34, 2-R-3-35 e 2-O-
6-42/1 nella Biblioteca del Capitolo Metropolitano. La descrizione del volume si trova nel
catalogo Incunaboli e cinquecentine, p. 195.
24
Cattaneo, Il breviario ambrosiano, pp. 71-73.
25
I teorici dell’epoca parlano dell’allungamento della durata delle note anche in relazione ad una
maggiore solennità liturgica: si veda in proposito lo studio di DANIELE TORELLI, «Cantores
inchoent sequentem Antiphonam»: canto piano e canto figurato nella liturgia quotidiana tra
Cinque e Seicento in Barocco Padano 6, atti del XIV convegno internazionale sulla musica
italiana nei secoli XVII-XVIII (Brescia, 16-18 luglio 2007), a cura di Alberto Colzani, Andrea
Luppi, Maurizio Padoan, Como, A.M.I.S. (Antiquae Musicae Italicae Studiosi), 2010 (Contributi
musicologici del Centro Ricerche dell'A.M.I.S. - Como, 18), pp. 218-249.
20 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

FIGURA 4: Psalterium, Milano, Matteo Besozzi, 1555, c. 94r

risultano quasi del tutto assenti. La maggior parte delle melodie non riporta
infatti alla fine nessun segno di chiusura. Alcune melodie iniziano con una
pausa di semibreve. Si vedano ad esempio l’inno Deus creator omnium a c. 85v
(Figura 5), e gli inni Mysterium ecclesiae a c. 92r, Illuminans Altissime a c. 93v.
La pausa si rintraccia talvolta anche in corrispondenza dell’inizio di un inciso.
Si può supporre che in questo contesto il segno di pausa sia stata introdotto per
dare un senso di levare al valore (o ai valori) immediatamente seguenti,
costituiti sempre da semibrevi. Nel primo inciso dell’inno Victor, Nabor, Felix
per i santi Vittore, Nabore e Felice a c. 97r sul pentagramma si rintraccia un
punto che potrebbe essere interpretato come un punctum divisionis, ma
l’assenza dello stesso elemento negli altri inni sulla medesima melodia, così
come nell’edizione del 1574, fa supporre che si tratti più verosimilmente di un
elemento estraneo alla notazione (sarebbe quindi una semplice macchia di
inchiostro presente sul blocchetto).
La successione di note brevi e note lunghe definisce il metro delle melodie.
Talvolta interamente ternario, più spesso binario, in alcuni casi ‘misto’, in
quanto all’interno della stessa breve composizione si alternano incisi in metro
binario e ternario. La Tabella 5 ne riporta, a sinistra, gli incipit testuali seguiti
dalle rubriche e dall’indicazione del metro (2 = metro binario, 3 = ternario, 2/3
= ‘misto’).
GIULIA GABRIELLI 21

Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, il metro è nella maggior


parte dei casi binario (come in Iam surgit hora tertia), mentre solo in tre casi
risulta chiaramente ternario. Uno di questi ultimi è costituito dall’inno visto in
precedenza, Deus Creator omnium (Esempio musicale 1). In alcuni inni (come
ad esempio in Te lucis ante terminum) il metro non è univoco ed oscilla tra
binario e ternario.

FIGURA 5: Psalterium, Milano, Matteo Besozzi, 1555, cc. 85v-86r

Il Salterio del 1574 curato da Pietro Galesini su ordine di San Carlo

La notazione ritmica caratterizza anche la sesta ed ultima edizione presa in


esame, che venne alla luce circa due decenni più tardi della precedente. Risale
infatti al 1574 il Salterio-Innario edito su ordine di Carlo Borromeo
parallelamente alla compilazione del Breviario ambrosiano.26 Il Salterio è
composto di 174 carte e riporta alle cc. 78v-162r testo e musica di ben 56 inni.
Anche quest’edizione del Salterio si trova oggi, in più esemplari, presso la
Biblioteca del Capitolo Metropolitano.27 Dallo studio di Enrico Cattaneo già

26
Per la genesi del Salterio si veda CATTANEO, Il breviario ambrosiano, pp. 75-100.
27
Si tratta di quattro esemplari con segnatura 2-R-3-36, 2-R-3-37, 2-R-3-38. L’edizione è
descritta in Incunaboli e cinquecentine, pp. 195-196.
22 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

ricordato si apprende come lo stampatore, Matteo Besozzi (lo stesso del salterio
del 1555), e il curatore del Salterio, Pietro Galesini, fossero impazienti di
pubblicare il volume. Ma un ritardo dell’autorizzazione papale sul nuovo inno
di sant’Ambrogio obbligò a posticiparne la stampa di quattro anni. Il
frontespizio era pronto già nel 1570 ed il quattro in cifre romane in calce alla
pagina venne aggiunto in seguito.28 La comparazione tra le due edizioni mostra
con chiarezza che il Besozzi recuperò molti elementi tipografici già utilizzati
nella pubblicazione del 1555, come i blocchetti xilografici con la musica degli
inni, che si presentano identici nelle due edizioni. Differenze significative si
riscontrano nell’impaginazione e nell’organizzazione dell’innario del 1574, più
organico rispetto all’edizione precedente. Gli inni risultano suddiviso in
temporale e santorale (mentre nell’edizione del 1555 inni del tempo e dei santi
erano mescolati); le rubriche che accompagnano le singole composizioni
diventano molto più dettagliate e precise (si veda la Tabella 6). Varianti
liturgiche e musicali si rilevano nella parte centrale dell’Innario (cc. 92r-99v),
contenente dei brani assenti nelle edizioni precedenti. L’aggiunta si riconosce
subito per la diversità delle caratteristiche grafiche (modulo, forma delle chiavi)
ed alcune particolarità della notazione musicale, che introduce un segno assente
nelle altre edizioni, una sorta di nota plicata (Figura 6), rilevabile ad esempio
sulla prima sillaba degli inni Conditor alme siderum (c. 92r) e nel Pange lingua
(c. 99r). Il segno compare già in alcuni Innari ambrosiani quattrocenteschi per
indicare l’allungamento dei suoni.29

GLI INNI

Il repertorio

Nei sei testimoni presi in esame si rintracciano 54 testi innodici abbinati a


34 diverse melodie, per un totale di 60 diverse combinazioni. Nella Tabella 7 le
composizioni sono ordinate alfabeticamente per incipit testuale. Ad ogni inno è
stato attribuito un numero progressivo. Gli inni con stesso testo ma melodia
diversa sono indicizzati singolarmente. Seguono, nelle colonne a destra, il
riferimento al repertorio di Stäblein30 e la localizzazione del brano nei diversi
testimoni analizzati, espressa mediante il numero di carta.

28
CATTANEO, Il breviario ambrosiano, pp. 100, nota 18.
29
Si tratta dei manoscritti conservati a Milano, Archivio Capitolare della Biblioteca di
Sant’Ambrogio, M 25 e dell’Innario copiato da Ludovico Besozzi nel 1567 conservato presso la
Biblioteca del Capitolo Metropolitano, II.U.1.2. Le fonti sono discusse in RUSCONI, Rhythmic
notations.
30
BRUNO STÄBLEIN, Hymnen I. Die mittelalterlichen Hymnenmelodien des Abendlandes. 2.
Unveränderte Aufl., Kassel, Basel, Bärenreiter, 1995 (Monumenta Monodica Medii Aevi 1).
GIULIA GABRIELLI 23

Nella Tabella 8 le composizioni sono ordinate in base al loro profilo


melodico. Dalla tavola emerge chiaramente una delle peculiarità del repertorio
innodico: lo stesso testo si accompagna a melodie diverse (si veda ad esempio
l’inno Iam lucis orto sydere che ha melodia diversa per il tempo estivo e per
quello invernale), mentre molte melodie si ripresentano più volte associate a
testi diversi accomunati dallo stesso metro. Nel complesso, si rileva che quattro
melodie (le n. 6, 13, 20, 24 del repertorio di Stäblein) ricorrono per quattro
volte, cinque (n. 7, 11, 17, 23, 26) per tre volte, altre cinque (n. 12, 15, 16, 19,
56) per due volte.
Per quanto riguarda il repertorio nel suo insieme, si possono fare due
osservazioni preliminari. La prima riguarda la continuità nella tradizione a
stampa: se si escludono gli inni di nuova introduzione presenti nel volume del
1574, testi e melodie si ripresentano sostanzialmente invariate nelle diverse
edizioni, a prescindere dai diversi tipi di notazione (romana o ambrosiana, a
caratteri mobili o xilografica, ritmica o a valori pari). Oltre a ciò, si rileva una
sostanziale continuità tra il repertorio tramandato dalle edizioni quattro-
cinquecentesche e quello presente in una antico e autorevole testimone
dell’innodia ambrosiana, vale a dire l’Innario manoscritto del XIV secolo
conservato presso la Biblioteca Trivulziana di Milano con segnatura 347,
indicizzato da Stäblein e edito in apertura del suo volume. 31
Di seguito si dà notizia delle differenze più evidenti emerse dal confronto
tra i vari testimoni a stampa e l’innario trecentesco.
Gli inni Agathae sacrae virginis per sant’Agata (che nei testimoni figura
accompagnato da una melodia già utilizzata per l’inno di sant’Agnese, di san
Lorenzo e del comune di una vergine e di un martire) e Illuminans altissimus (o
altissime) per l’Epifania, si rintracciano in tutte le edizioni a stampa, ma
risultano assenti nel codice trivulziano.
L’inno Apollinaris martyris per sant’Apollinare presenta in tutte le edizioni
qui considerate una melodia chiaramente ispirata a Conditor alme siderum
(Figura 7), mentre la melodia del codice trivulziano è diversa.
Il caso dell’inno Pange sanctae Catharinae per santa Caterina è assai
singolare: la versione attestata nell’innario trivulziano è presente solo
nell’edizione del 1486. Le edizioni del 1496, 1501 e 1516/40 riportano il testo
ma non la musica dell’inno – il tetragramma è privo di notazione -, mentre
l’edizione del 1555 restituisce una melodia diversa (Figura 8), che non compare
né all’interno della stessa edizione, né negli altri testimoni. L’inno è assente
nell’edizione del 1574.
Varianti melodiche si riscontrano anche nell’inno per san Giovanni Battista
Almi prophetae progenies, una delle festività più solenni del Duomo di Milano.
Il testo è il medesimo in tutte le edizioni considerate, ma la musica varia: nelle

31
Si ratta dell’innario del XIV secolo conservato a Milano, Biblioteca Trivulziana, 347.
24 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

FIGURA 6: Psalterium, Milano, Matteo Besozzi, 1574, cc. 91v-92r

FIGURA 7: Psalterium, Milano, Matteo Besozzi, 1555, Apollinaris martyris, c. 99v


GIULIA GABRIELLI 25

edizioni più antiche (1486, 1496, 1501 e 1516/1640) la melodia è la stessa del
manoscritto trivulziano. L’edizione ritmica del 1555 tramanda una melodia
diversa, che si ripresenta, assai variata, nell’edizione del 1574, dove l’inno è
notato per intero (Esempio musicale 2). Quest’ultima versione è rintracciabile
anche nell’innario manoscritto del 1572 conservato presso la Biblioteca del
Capitolo metropolitano. 32
Passando ad un confronto tra le edizioni a stampa, la differenza più evidente
è senz’altro rappresentata dai ‘nuovi’ brani introdotti dall’Innario del 1574,
assenti sia nelle altre edizioni a stampa qui considerate sia, più in generale, nei
testimoni ambrosiani.33
Si tratta degli inni Audi benigne conditor (per la quaresima), Beate martyr
prospera (per san Vincenzo), Conditor alme syderum (per l’avvento), Ex more
docti mystico (per la quaresima), Gaude mater pietatis (per la trasfigurazione),
Hymnum dicamus Domino (per il rinvenimento della croce), Iam Christe sol
iustitiae (per le domeniche di quaresima), Pange lingua (per il Corpus Domini),
Vexilla regis (per la domenica delle palme) e il già citato Almi prophetae
progenies (per san Giovanni).
Come si può notare, si tratta per la maggior parte di inni destinati ai tempi di
avvento e quaresima, tempi liturgici sui quali san Carlo era intervenuto dal
punto di vista liturgico. L’introduzione di questi inni è presumibilmente da
annoverare tra gli effetti della parziale romanizzazione del rito milanese attuato
da san Carlo, messa in atto «per salvare dal naufragio il rito ambrosiano», per
usare l’espressione del Cattaneo. 34
Quattro degli inni citati (Conditor alme, Audi benigne, Vexilla regis, Almi
prophetae progenies) risultano notati per esteso, in quanto la musica è riportata
per tutte le strofe testuali. Ciò probabilmente al fine di agevolare l’esecuzione ai
cantori, poco avvezzi a queste ‘nuove’ melodie. La notazione di questi inni si
riconosce per la diversità del calibro e della forma della notazione musicale
rispetto all’edizione del 1555.
Negli altri inni di nuova introduzione si ricorse a melodie già presenti in
repertorio; in questi casi la notazione nell’edizione del 1574 si limita alla prima
strofa.

32
Sulle vicende legate all’introduzione della nuova melodia si sofferma RUSCONI, Rhythmic
notation, che riporta anche le riproduzioni fotografiche delle due versioni ritmiche dell’inno,
denominate dall’autore Version A e Version B, dati i richiami melodici esistenti tra le due. In
questa sede si è preferito indicizzare singolarmente le due versioni (si veda la Tabella 7).
33
Trascrizione e commento degli inni ambrosiani con indicazione delle fonti sono rintracciabile
in LUIGI COLOMBO – EMILIO GARBAGNATI, Gli inni del Breviario ambrosiano, Milano, Palma,
1897. Il repertorio è stato utilizzato anche da Stäblein, accanto all’Innario della Biblioteca
Trivulziana, per la sua monografia (p. VIII; le melodie tratte da Garbagnati sono trascritte alle pp.
17-23).
34
CATTANEO, Il breviario ambrosiano, pp. 93.
26 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

L’inno Hymnum dicamus domino compare solo nelle edizioni del 1516/40 e
1574 con melodia e destinazione liturgica diverse. L’edizione del 1516/40
destina l’inno al Giovedì santo (In coena Domini) e utilizza per questo testo una
variante melodica dell’inno Mysterium ecclesiae già presente nel trivulziano,
con alcune varianti melodiche rintracciabili nel terzo emistichio, dovute forse ad
un errore dell’incisore della xilografia. Nell’edizione del 1574 l’inno è presente
con la medesima destinazione e melodia, ma è riproposto anche per la festa del
rinvenimento della croce, con una diversa melodia chiaramente modellata su
quella dell’inno Veni creator. Questo abbinamento testo-musica non è presente
nei repertori consultati.
Un’altra combinazione ‘originale’ introdotta dall’edizione del 1574 è
costituita dall’inno Iam Christe sol iustitiae per le domeniche di quaresima, qui
intonato sulla melodia dell’inno Illuminans altissime, già presente in tutti i
testimoni come inno per l’epifania.

FIGURA 8: Psalterium Milano, Matteo Besozzi, 1555, Pange sanctae Catharinae, cc. 90v-91r
GIULIA GABRIELLI 27

Le trascrizioni

Nell’Appendice si trova l’edizione in trascrizione moderna di alcuni inni


corredati del testo completo e utilizzabili per l’esecuzione. 35 Si è scelto di
trascrivere i quattro inni sicuramente di Ambrogio nella versione ritmica del
1555-1574 ed altre quattro composizioni tratte dall’innario del 1574. Nelle
trascrizioni si è deciso di rispettare semplicemente la successione di note lunghe
e brevi senza introdurre indicazione di metro e stanghette di battuta. Stanghette
verticali (che assumono in questo contesto segno di respiro per l’esecutore) si
rintracciano normalmente al termine dei singoli versi e sono riportati nella
trascrizione solo quando presenti nell’originale. I segni di pausa indicanti un
attacco in levare e le alterazioni sono riportati come nell’originale.

Deus creator omnium (Esempio musicale 1)


L’inno è presente, con leggere varianti melodiche, in tutte le edizioni qui
considerate. Nelle edizioni ritmiche del 1555 e 1574 presenta chiaramente
metro ternario con alternanza semibreve-breve. Si tratta di uno dei pochi inni
con regolare andamento ternario presente nei due testimoni. La melodia non è
utilizzata in accompagnamento con altri testi. L’unico elemento che ‘rompe’ la
successione giambica (nota breve - nota lunga) si rintraccia alla fine del terzo
verso in corrispondenza dell’unica ligatura del brano, sulla sillaba finale di
lumine. Rispetto al manoscritto trivulziano, la melodia è trasposta alla quarta
superiore e presenta delle leggere varianti melodiche all’inizio del secondo
verso e in corrispondenza della penultima sillaba, dove le edizioni anticipano la
finalis con una nota parigrado (cadenza sol-sol anziché mi-re). La pausa
all’inizio del brano indica il carattere di levare della prima semibreve. Il segno
di bemolle rintracciabile sopra la pausa nel primo rigo si può considerare valido
per tutta la composizione.

Aeterne rerum conditor (Esempio musicale 2)


L’inno figura solo nelle edizioni ritmiche del 1555 e 1574. Anche in questo
caso la melodia è trasportata alla quarta superiore rispetto al manoscritto
trivulziano. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, la melodia
presenta inequivocabilmente un metro binario. La notazione utilizza i segni di
bequadro e bemolle ed una nota lunga non caudata all’inizio e alla fine del
brano. I melismi bisonici sono resi graficamente mediante una riduzione della
distanza tra i due valori interessati (ad esempio le due semibrevi sull’ultima
sillaba della prima parola Aeternae). Anche in questo caso, la melodia non si
ripresenta in associazione ad altri testi nelle edizioni esaminate.

35
Ringrazio Marco Gozzi per l’aiuto e i preziosi suggerimenti nel lavoro di trascrizione.
28 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

Iam surgit hora tertia (Esempio musicale 3)


La melodia compare in tutti i testimoni tranne l’edizione del 1516/40, dove
è presente solo il testo dell’inno. Il metro è chiaramente binario. All’inizio e al
termine si rintracciano due longae caudate. Il profilo melodico rispecchia
sostanzialmente il testimone trivulziano con delle piccole varianti nel melisma
rintracciabile alla fine del terzo verso, che nella versione ritmica risulta molto
amplificato nel finale a causa dell’utilizzo di tre breves. La stessa melodia si
rintraccia nei testimoni ritmici in associazione ai testi Beate martyr prospera
per san Vincenzo, Aeterna Christi munera per il comune degli apostoli, Deus
tuorum militum per il comune dei martiri.

Intende qui regis Israel (Esempio musicale 4)


Anche quest’inno è presente in tutti i testimoni presi in esame. La versione
ritmica è in metro binario e riprende la melodia tradizionale alla quarta
superiore. La melodia è più ornata delle precedenti: anche in questo caso il
melisma è reso attraverso una disposizione grafica più serrata dei valori
interessati. Il segno del bemolle è sistemato in corrispondenza del primo si ma
si può ritenere valido per tutta la composizione. Si riscontrano in totale quattro
piccole variazioni melodiche rispetto al manoscritto trivulziano (aggiunta o
sottrazione di note di passaggio) in cadenza alla fine del primo e del terzo verso,
nel terzo e nel quarto verso. Nel complesso anche in questo caso la versione
ritmica è fedele al profilo melodico dei testimoni più antichi. La melodia non
ricorre con altri testi.

Conditor alme syderum (Esempio musicale 5)


Come accennato, l’inno si trova nell’edizione del 1574 (alle cc. 92r-92v),
ma non è presente nelle edizioni a stampa precedenti. In questo caso emerge
però un significativo parallelo con la tradizione manoscritta: l’inno si rintraccia
con la medesima melodia e sempre notato per esteso in un manoscritto della
Biblioteca del Capitolo Metropolitano milanese, aggiunto in fondo ad un innario
copiato nel 1567 dal sacerdote Ludovico Besozzi.36 Le caratteristiche della
notazione sono le stesse dell’edizione promossa da san Carlo e presentano il
medesimo utilizzo della nota plicata per indicare probabilmente allungamento
dei suoni, 37 benché alla luce della versione melodica dell’Innario del 1574 non
si possa escludere il significato di liquescenza, dal momento che il segno si
ritrova in corrispondenza dell’incontro consonantico Conditor e che nelle strofe
successive non si ripresenti più, ma sia sostituito da una normale brevis
indicante allungamento. L’altra possibilità è che il segno sottolinei l’accento

36
Milano, Biblioteca del Capitolo Metropolitano, II.U.1.2. Il manoscritto è descritto da RUSCONI,
Rhythmic notation.
37
La riproduzione fotografica e un confronto con la versione presente nel Salterio-Innario del
1618 si trova in RUSCONI, Rhythmic notation.
GIULIA GABRIELLI 29

tonico nella parola sdrucciola (si veda il Pange lingua trascritto nell’ Esempio
musicale 7).

Vexilla regis (Esempio musicale 6)


È un inno di nuova introduzione presente solo nell’Innario del 1574 alle cc.
95v-96v. La composizione è notata per esteso ed utilizza in maniera sistematica,
oltre alla brevis e alla semibrevis, la nota plicata, indicante in questo caso
allungamento del suono precedente e resa nella trascrizione attraverso il punto
di valore. Lo stesso segno nell’inno Conditor alme potrebbe anche indicare la
liquescenza (si veda l’ Esempio musicale 5). Da notare l’alternanza tra passaggi
in metro binario e ternario, che caratterizza anche l’inno trascritto all’ Esempio
musicale 7.

Pange lingua (Esempio musicale 7)


La composizione è presente nell’Innario del 1574 alle cc. 99r-99v, dove
solo una strofa è corredata di notazione musicale, segno che forse la musica era
già conosciuta ai destinatari del libro liturgico. La melodia dell’inno in effetti è
quella adottata anche nelle moderne edizioni vaticane, ma presenta in questa
versione una ‘veste’ ritmica che alterna il metro binario con quello ternario. Si
rileva la presenza di due breves parigrado accostate, di cui la seconda è di
minore lunghezza rispetto alla prima in corrispondenza della prima sillaba atona
delle parole sdrucciole (ad esempio su prae[-tium], gen[-tium] nel primo
verso), trascritte anche in questo caso come nota puntata.

Almi prophetae (Esempio musicale 8)


L’inno per san Giovanni Battista nella versione dell’Innario del 1574 (cc.
105r-106v) presenta una notazione tipica del ‘canto fratto’, con una successione
più regolare, rispetto ai due inni precedenti, di tre diversi valori (brevis,
semibrevis, minima), segni di pausa e stanghette di divisione degli incisi, spia di
una data più tarda di composizione. 38 Come accennato, l’inno compare già in
questa versione nell’Innario manoscritto del 1567. Per quanto riguarda il
confronto con gli altri testimoni, si rimanda a quanto detto in precedenza.

Testimoni scritti e prassi esecutiva

Il contenuto e la notazione delle edizioni prese in esame suscitano alcune


riflessioni in merito al rapporto tra i testimoni e la concreta prassi esecutiva del
repertorio innodico.
Innanzitutto, la presenza di due testimoni – le edizioni del 1486 e del 1501 –
con tali e tanti errori ed imprecisioni nella notazione musicale e del tutto privi di

38
RUSCONI, Rhythmic notation.
30 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

eventuali correzioni manoscritte riapre la questione della reale funzione del


libro liturgico in relazione alla concreta prassi musicale: specchio fedele o
piuttosto semplice supporto mnemonico, utilizzato dai cantori soprattutto per la
parte testuale? Nel caso specifico degli inni, le caratteristiche intrinseche del
genere poetico-musicale (testo metrico corredato di una melodia
prevalentemente sillabica che si ripete, dando origine ad una composizione in
forma strofica), la sua genesi e la sua destinazione ‘popolare’ (si pensi al celebre
episodio della comunità cristiana radunata in chiesa che, per far fronte
all’assedio degli ariani, sfugge alla paura e alla noia intonando inni sotto la
guida del suo pastore Ambrogio), sembrano collocare questo repertorio
nell’ambito della tradizione orale, la cui versione scritta risulta spesso allo
studioso moderno ricca di incongruenze e, in sostanza, di difficile inter-
pretazione. 39
Nel caso specifico degli inni dobbiamo sottolineare come già nei testimoni
manoscritti quattrocenteschi si possa rilevare la presenza di elementi ritmici
nella notazione, quali l’indicazione di allungamento di alcuni suoni, che
potrebbero fungere da segnale per un’esecuzione binaria o ternaria dell’intera
composizione, o quantomeno di alcuni passaggi. Un confronto tra il già citato
manoscritto quattrocentesco della Biblioteca Capitolare milanese e l’edizione
‘ritmica’ del 1618 promossa dal cardinal Federico Borromeo mostra una
corrispondenza tra le due versioni: laddove nel manoscritto si rintraccia un
segno indicante allungamento (una sorta di nota ‘plicata’) nell’edizione a
stampa è presente normalmente una nota lunga, una brevis.40
Si può quindi ragionevolmente ipotizzare che all’altezza cronologica del
primo testimone qui esaminato fosse già da tempo in uso un’esecuzione ritmica
del repertorio innodico o almeno di parte di esso, per cui è lecito supporre che,
anche se notati a valori pari, alcuni inni venissero eseguiti ritmicamente.
Diversa è la situazione del Salterio del 1555, dove la notazione esprime con
grande precisione la durata dei suoni ed il rapporto proporzionale tra i valori è
applicato ‘a tappeto’ a tutto il repertorio. A quest’ultimo aspetto si riallaccia
forse l’espressione utilizzata al punto terzo dell’indice («Hymni ambrosiani cum
modulationibus suis reformatis»), per cui l’elemento di novità, la ‘riforma’ delle
melodie, potrebbe riferirsi all’applicazione sistematica dell’elemento ritmico-
proporzionale all’intero corpus innodico allora in uso, dal momento che non si

39
Una trattazione sintetica ma illuminante di alcune cruciali questioni riguardanti la tradizione
esecutiva degli inni a partire dall’alto medioevo (con panoramica sullo stato delle ricerche, alcune
importanti fonti teoriche e con esempi tratti da manoscritti ed edizioni) si può trovare in ANGELO
RUSCONI, Note sulla tradizione esecutiva. Alla luce di quanto riportato dalle fonti teoriche e dai
testimoni musicali, Rusconi propone ragionevolmente di evitare un’interpretazione univoca (ad
esempio strettamente ritmico-proporzionale), di interi repertori e di adottare anche nel caso degli
inni il criterio del ‘caso per caso’ (p. 436).
40
Il confronto si può trovare nel più volte citato RUSCONI, Rhythmic notations.
GIULIA GABRIELLI 31

rintracciano in questa edizione sostanziali varianti nel profilo melodico degli


inni rispetto ai testimoni precedenti.
Senz’altro utile per arricchire la conoscenza della prassi esecutiva degli inni
in ambito ambrosiano (e, forse, per illuminare il reale significato del segno sulla
pagina scritta) potrà rilevarsi il confronto tra le melodie tramandate dai libri
liturgici e quelle, su medesimo testo ma appartenenti al repertorio liturgico
ambrosiano popolare di trasmissione orale, che Angelo Rusconi sta studiando
nell’ambito di una ricerca promossa dalla Regione Lombardia.41 Non si può
tuttavia escludere che la prassi esecutiva variasse a seconda dei luoghi e degli
interpreti.

Monodia e polifonia: i ‘Libroni’ della Veneranda Fabbrica del Duomo

Per completare questa prima ricognizione sui Salteri ambrosiani del


Quattro-Cinquecento si è ritenuto utile un confronto con le versioni polifoniche
degli inni riportate nei cosiddetti ‘Libroni’ della Veneranda Fabbrica del
Duomo, al fine di indagare il rapporto tra le intonazioni monodiche e quelle
polifoniche in relazione alla struttura ritmica dei canti. In particolari solennità
gli inni venivano cantati dai canonici in alternanza con le versioni polifoniche
eseguite dalla cappella.
Nei Libroni 25 e 26, copiati all’inizio del Seicento, si rintracciano le
intonazioni polifoniche di alcuni inni.42 Le intonazioni risultano affidate a due
cori distinti, primo e secondo, che eseguivano gli inni in alternanza con il coro
dei canonici. I Libroni riportano infatti solo le strofe pari. La prassi prevedeva
l’esecuzione della prima strofa in versione monodica, cui seguivano la seconda
strofa eseguita dal primo coro in versione polifonica, la terza in monodia, la
quarta in polifonia dal secondo coro, ecc.
A titolo esemplificativo, si sono scelti due inni che nelle edizioni del 1555 e
del 1574, cronologicamente le più prossime al periodo di stesura dei Libroni e
caratterizzate da una notazione ritmica, presentano un andamento ternario:
Miraculum laudabile, inno per sant’Ambrogio, e il più volte citato Deus creator
omnium. Nel caso dell’inno Miraculum laudabile il Librone 25 destinato al
primo coro presenta solamente una strofa in metro ternario, Ingressus est
ecclesiam. L’andamento melodico del superius richiama chiaramente la
versione dei Salteri a stampa, ma la successione dei valori risulta invertita
rispetto a questi ultimi (lunga-breve, anziché breve-lunga), mentre le restanti

41
Il canto liturgico di tradizione orale – Area di rito ambrosiano, progetto di ricerca e
documentazione promosso dalla Regione Lombardia, Assessorato alla cultura, Archivio di
Etnografia e Storia sociale, all’interno di R.E.I.L., Registro delle Eredità Immateriali della
Lombardia (<www.aess.regione.lombardia.it>).
42
I volumi sono descritti in CLAUDIO SARTORI, La Cappella musicale del Duomo di Milano.
Catalogo delle musiche dell'Archivio, Milano, Veneranda Fabbrica del Duomo, 1957, pp. 54-56.
32 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

strofe risultano intonate in metro binario. Nell’inno Deus creator omnium,


analogamente al caso precedente, il richiamo melodico all’intonazione del
Salterio ambrosiano è evidente nella parte del superius, ma le strofe in polifonia
sia del primo sia del secondo coro presentano tutte metro binario (C tagliato).
In entrambi casi, quindi, non è possibile tracciare un parallelo tra la versione
monodica dei Salteri tardo cinquecenteschi e la versione polifonica tramandata
dai Libroni del primo Seicento. Ulteriori studi potranno senza dubbio
contribuire a chiarire la situazione alquanto complessa della ricostruzione
dell’esecuzione degli inni ambrosiani nel tardo Quattrocento e nel Cinquecento,
sulla quale i testimoni a stampa, finora trascurati, aiutano a gettare nuova luce.

TABELLE 1 - 8

Legenda:
n. numero progressivo dell’inno
c. numero di carta
M metro dell’inno (2=binario, 3=ternario; 2/3= alternanza tra binario e ternario)
Str. numero strofe corredate di notazione musicale/numero di strofe complessive
(solo testo)
F nota finale dell’inno
1486 Psalterium, Milano, Leonhard Pachel e Ulrich Schinzenzeler , 1486
1496 Psalterium, Milano, Antonio Zarotto, 1496
1501 Psalterium, Milano, Alessandro Pellizzoni, 1501(?)
1516 Psalmos Daviticos, Milano, Giovanni Castiglione / Matteo Besozzi, 1516/1540
1555 Psalterium, Milano, Matteo Besozzi, 1555
1574 Psalterium, Milano, Matteo Besozzi, 1574
1618 Psalterium, Milano, eredi di Pacifico Ponzio e Giovanni Battista Piccaglia,
1618
Stäblein BRUNO STÄBLEIN, Hymnen I. Die mittelalterlichen Hymnenmelodien des
Abendlandes. 2. Unveränderte Aufl., Kassel, Basel, Bärenreiter, 1995
(Monumenta Monodica Medii Aevi 1)
Garb LUIGI COLOMBO - EMILIO GARBAGNATI, Gli inni del Breviario ambrosiano,
Milano, Palma, 1897

TABELLA 1:
Psalterium Ambrosianum cum hymnis, Milano, Leonhard Pachel e Ulrich
Scinzenzeler, 1486

n. c. Incipit testo Destinazione liturgica (trascrizione delle rubriche) Note


1 75v Splendor paterne Iste hymnus dicitur a prima dominica de adventu usque
glorie ad festum beate marie exclusive
GIULIA GABRIELLI 33

2 76r Spelndor paterne Alleluia cottidianus


glorie
3 76r Iam lucis orto Hymnus yemalis ad primam et incipiuntur a prima
sydere dominica octobris usque ad pascha resurrectionis
4 76v Iam lucis orto Alius in estate
sydere
5 77r Iam surgit hora In dominicis diebus, in nativitate Domini, per totam
tertia octavam et in resurrectione per totam octavam et in
scensionem
6 77r Nunc sancte nobis In cottidianis diebus ad III
spiritus
7 77v Rector potens Ad sestam omni die
verax Deus
8 77v Rerum Deus tenax Ad nonam omni die
vigor
9 78r Deus creator Ad vesperum in dominicis et ferialibus diebus totius
omnium anni, nisi sit hymnus proprius
10 78v Christe qui lux es Ad completorium, in quadragesima tantum
11 78v Te lucis ante Alius hymnus ad completorium
terminum
12 79r Bellator armis Beati Martini pontificis
inclytus
13 79r Pange sancte Sancte Katerine virginis et martiris
Katerine
14 79v Post Petrum Sancti Andree apostoli
primum principem
15 80r Miraculum Beatissimi Ambrosii pontificis
laudabile
16 80v Misterium ecclesie Beate virginis Marie
17 81r Intende qui regis In die nativitatis Domini Uso di due
Israel note
parigrado
accostate per
indicare
allungamento
dei valori
18 81v Stephani primi In sancti Stephani
martiris
19 82r Amore Christi In sancti Johannis evangeliste
nobilis
20 82v Illuminans In epiphania Domini
altissimus
21 82v Agnes beate In sancte Agnetis virginis et martiris
virginis
22 83r Agathe sacre In sancte Agathe virginis et martitris
virginis
23 83v Magnum salutis In ramis palmarum
gaudium
24 84r Himnum dicamus In cena Domini
Domino
25 84v Hic est dies verus In resurrectione Domini
26 85r Opatus votis In ascensione Domini
omnium
27 85r Iam Christus astra In festo Pentecostes
ascenderat
28 85v Verbum supernum In sollemnitate corporis Christi
prodiens
34 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

29 86r Gesta sanctorum In sancti Georgii martiris


martirum
30 86v Victor Nabor Felix In sancti Victoris martiris
pii
31 86v Regi polorum In depositione beati Dionisii confessoris Allungamento
debitas quintultimo
suono.
32 87r Grates tibi Iesu In sanctorum Protasii et Gervasii
novas
33 87v Almi prophete In nativitate beati Iohannis Baptiste
progenies
34 88r Apostolorum In natali apostolorum Petri et Pauli
passio
35 88v Celorum regi In depositione beate Marie Magdalene
psallite
36 89r Apollinaris martiris In natali beati pontifici set martiris Apollinaris
37 89r Sacri triumphale In sanctorum martirum Nazarii et Celsi
38 89v Magni palmam In sancti Xisti pontificis et martiris
certaminis
39 90r Apostolorum In sancti Laurentii levite et martiris
supparem
40 90v Summi vatis In depositione beati Simpliciani episcope mediolanensi
preconium
41 90v Misteriorum In sancti Michaelis arcangeli
signifer
42 91r Christe cunctorum In dedicatione ecclesie
dominator
43 91v Deus tuorum In natale unius martiris
militum
44 92r Eterna Christi In natale plurimorum martirum
munera
45 92v Iesu corona celsior In depositione confesso rum
46 93r Iesu corona In natale virginum
virginum

TABELLA 2:
Psalterium David secundum […] Ambrosii, Milano, Antonio Zarotto, 1496

Destinazione liturgica (trascrizione delle


n. c. Incipit testo Note
rubriche)
1 76v Splendor paterne Iste hymnus dicitur ad matutinum in feriis
glorie
2 77r Iam lucis orto sydere Hymnus ad primam quotidie dicitur
3 78v Iam surgit hora tertia In dominicis diebus, in nativitate Domini, in
epiphania, in purificazione virgini, in
resurrectione domini et per totam octavam in
festo corporis christi et per octavam et in festo
visitationis beate Marie
4 78v Nunc sancte nobis In cottidianis diebus ad tertiam
spiritus
5 79r Rector potens verax Ad sextam omni die
Deus
6 79r Rerum Deus tenax Ad nonam omni die
vigor
GIULIA GABRIELLI 35

7 79v Deus creator Ad vesperum in dominicis et ferialibus diebus


omnium totius anni
8 80r Christe qui lux es Ad completorium, in quadragessima [sic]
tantum
9 80v Te lucis ante Alius hymnus ad completorium
terminum
10 81r Bellator armis Beati Martini pontificis
inclytus
11 81r Post Petrum primum Sancti Andree apostoli
principem
12 81v Miraculum laudabile Beatissimi Ambrosii pontificis
13 82r Misterium ecclesie Beatissime virginis Marie
14 82v Intende qui regis In die nativitatis Domini
Israel
15 83r Stephani primi In sancti Stephani
martiris
16 83v Amore Christi In sancti Johannis evangeliste
nobilis
17 84r Illuminans In epiphania Domini
altissimus
18 84r Agnes beate virginis In sancte Agnetis
19 84v Agathe sacre In sancte Agathe
virginis
20 85r Magnum salutis In ramis olivarum
gaudium
21 85v Hymnum dicamus In cena Domini
Domino
22 86r Hic est dies verus In resurrectione Domini
23 86v Opatus votis In ascensione Domini
omnium
24 87r Iam Christus astra In sancto [sic] Pentecostes
ascenderat
25 87v Verbum supernum In sollemnitate corporis Christi
prodiens
26 87v Gesta sanctorum In sancti Georgii
martirum
27 88r Victor Nabor Felix In sancti Victoris
pii
28 88v Regi polorum In depositione sancti Dionisii
debitas
29 89r Grates tibi Iesu In sanctorum Protasii et Gervasii
novas
30 89v Almi prophete In nativitate beati Iohannis Baptiste
progenies
31 90r Apostolorum passio In natali apostolorum Petri et Pauli
32 90v Celorum regi psallite In depositione beate Marie Magdalene
33 91r Apollinaris martiris In sancti Apollinaris
34 91r Sacri triumphale In sanctorum Nazarii et Celsi La seconda metà
dell’inno con
notazione ma senza
tetragramma
35 91v Magni palmam In sancti Sisti
certaminis
36 92r Apostolorum In sancti Laurentii
supparem
36 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

37 92v Summi vatis In depositione beati Simpliciani episcope


preconium mediolanensi
38 93r Misteriorum signifer In sancti Michaelis arcangeli
39 93v Christe cunctorum In dedicatione ecclesie
dominator
40 94r Trinitati altissime In commemorazione omnium sanctorum
41 94v Pange sancte In sancte katerine virginis et martiris Tetragramma vuoto,
Katerine senza notazione
musicale
42 95r Eterna Christi Incipit commune sanctorum. In natale unius
munera apostoli
43 99r Deus tuorum In natale unius martiris
militum
44 102r Iesu corona celsior In natale confesso rum
45 105r Iesu corona In natale unius tam virginis quam matrone seu
virginum martiris

TABELLA 3:
Psalterium divi Ambrosii, Milano, Alessandro Pellizzoni, 1501(?)

Destinazione liturgica (trascrizione delle


n. c. Incipit testo Note
rubriche)
1 78v Iam surgit hora In dominicis diebus, in nativitate Domini, in
tertia Epiphania, in Putificatione virginis, in
resurrection domini et per octavam, in festo
corporis Christi et per octavam et in festo
Visitationis beatae Mariae
2 78v Nunc sancte In cottidianis diebus ad tertiam
nobis
3 79r Rector potens Ad sextam omni die
verax Deus
4 79r Rerum Deus Ad nonam omni die
tenax vigor
5 79v Deus creator Ad vesperas in dominicis et ferialibus diebus
omnium totius anni
6 80r Christe qui lux es Ad completorium, in quadragesima tantum
7 80v Te lucis ante Alius ad completorium
terminum
8 81r Bellator armis Beati Martini pontificis
inclytus
9 81r Post Petrum Sancti Andreee apostoli
primum
principem
10 81v Miraculum Beatissimi Ambrosii pontificis
laudabile
11 82r Misterium Beatissime virginis Marie
eccelsiae
12 82v Intende qui regis In die nativitatis Domini
Israel
13 83r Stephani primi In sancti Stephani
martiris
14 83v Amore christi In sancti Iohannis evangeliste
nobilis
GIULIA GABRIELLI 37

15 84r Illuminans In Epiphania Domini


altissimus
16 84r Agnes beate In sancte Agnetis
virginis
17 84v Agathae sacre In sancte Agathe
virginis
18 85r Magnum salutis In ramis olivarum
gaudium
19 85v Himnum dicamus In cena Domini
Domino
20 86r Hic est dies verus In resurrectione Domini
21 86v Opatus votis In ascensione Domini
omnium
22 87r Iam Christus astra In festo Pentecostes
ascenderai
23 87r Verbum In sollenitate corporis Christi
supernum
prodiens
24 87v Gesta sanctorum In sancti Georgi
martirum
25 88r Victor Nabor In sancti Victoris
Felix pii
26 88v Regi polorum In depositione sancti Dionisii
debitas
27 89r Grates tibi Iesu In sanctorum Protasii et Gervasii
novas
28 89r Almi prophete In nativitate beati Iohannis Baptiste
progenies
29 90r Apostolorum In natali apostolorum Petri et Pauli
passio
30 90v Celorum regi In depositione beate Marie Magdalene
psallite
31 91r Apollinaris In sancti Apollinaris
martiris
32 91r Sacri triumphale In sanctorum Nazarii et Celsi
33 91v Magni palmam In sancti Sisti
certaminis
34 92r Apostolorum In sancti Laurentii
supparem
35 92v Summi vatis In depositione sancti Simpliciani
preconium
36 93r Misteriorum In sancti Michaelis archangeli
signifier
37 93v Christe In dedicatione ecclesiae
cunctorum
dominator
38 94r Trinitati altissime In commemoratione omnium sanctorum
39 94v Pange sancte In sancte Katerine virginis et martiris Tetragramma vuoto,
Katerine senza notazione
musicale
40 95r Eterna Christi Incipit commune sanctorum. In nativitate unius
munera apostoli. Ad vesperum Lucernarium
41 98r Deus tuorum In natale unius martyris
militum
42 102r Iesu corona In natale confessorum
celsior
38 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

43 104v Iesu corona In natale unius virginis et martyris


virginum

TABELLA 4:
In hoc volumine habes Ambrosiane sacerdos psalmos Daviticos, Milano,
Giovanni Castiglione / Matteo Besozzi, 1516/1540

Destinazione liturgica (trascrizione delle


n. c. Incipit testo Note
rubriche)
1 83v Splendor paterne Ad matutinum Senza notazione
glorie (solo testo)
2 84r Iam lucis orto Ad primam Idem
sidere
3 85r Iam surgit hora In dominicis diebus, ad tertiam Idem
tertia
4 85r Nunc sancte nobis Alius cottidianus ad tertiam Idem
spiritus
5 85v Rector potens Ad sextam Idem
verax Deus
6 85v Rerum Deus tenax Ad nonam Questo inno e i
vigor seguenti con musica
7 85v Deus creator Ad vesperum
omnium
8 86r Christe qui lux es Ad completorium in quadragesima
9 86v Te lucis ante Alius ad completorium
terminum
10 87r Bellator armis Beati Martini pontificis
inclitus
11 87r Post Petrum Sancti Andree apostoli
primum principem
12 87v Miraculum Beatissimi Ambrosii pontificis
laudabile
13 88r Misterium ecclesie Beatissime virginis Marie
14 88v Intende qui regis In die nativitatis Domini
Israel
15 88v Stephani primi In sancti Stephani
martiris
16 89r Amore Christi In sancti Johannis evangeliste
nobilis
17 89v Illuminans In epiphania Domini
altissimus
18 90r Agnes beate In sancte Agnetis
virginis
19 90r Agathe sacre In sancte Agathe
virginis
20 90v Magnum salutis In ramis olivarum
gaudium
21 91r Himnum dicamus In cena Domini
Domino
22 91v Hic est dies verus -
23 91v Opatus votis In ascensione Domini
omnium
GIULIA GABRIELLI 39

24 92r Iam Christus astra In sancto Pentecostes


ascenderai
25 92v Verbum supernum In sollemnitate corporis Christi
prodiens
26 93v Gesta sanctorum In sancti Georgii
martirum
27 93r Victor Nabor In sancti Victoris
Felix pii
28 93v Regi polorum In depositione beati Dionisii
debitas
29 94r Grates tibi Iesu In sanctorum Protasii et Gervasii
novas
30 94v Almi prophete In nativitate beati Iohannis Baptiste
progenies
31 95r Apostolorum In natali apostolorum Petri et Pauli
passio
32 95r Celorum regi In depositione beate Marie Magdalene
psallite
33 95v Apollinaris In sancti Apollinaris
martiris
34 96r Sacri triumphale In sanctorum Nazarii et Celsi
35 96v Magni palmam In sancti Sisti
certaminis
36 96v Apostolorum In sancti Laurentii
supparem
37 97r Summi vatis In depositione beati Simpliciani episcopi
preconium mediolanensi
38 97v Misteriorum In sancti Michaelis arcangeli
signifer
39 98r Christe cunctorum In dedicatione ecclesie
dominator
40 98v Trinitati altissime In commemorazione omnium sanctorum
41 98v Pange sancte Sancte Katerine virginis et martiris Tetragramma vuoto,
Katerine senza notazione,
come in 1496 e
1501
42 99r Eterna Christi Incipit commune sanctorum. In natale unius
munera apostoli ad vesperum
43 102r Deus tuorum In nativi tate unius martiris ad vesperum
militum
44 104v Iesu corona celsior In natale confesso rum
45 106v Iesu corona In natale unius tam virginis quam matrone seu
virginum martiris

TABELLA 5:
Psalterium ambrosianum, Milano, Matteo Besozzi, 1555

n. c. Incipit testo Destinazione liturgica (trascrizione delle rubriche) M Str. F


1 76v Aeterne Ad matutinum. Hymnus quotidianum ad matutinum in 2 1/9 G
rerum principio
conditor
40 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

2 76v Benedictus es Hymnus trium puerorum qui in hieme diebus festis dicitur 2 1/11 G
domine deus hoc modo: primum imponitur antiphona
3 77v Benedictus es In aestate vero, vidi licet dominicis diebus, at aliis diebus 2 1/11 G
domine deus festivis hymnus trium puerorum dicitur ordine
infrascriptum. Antiphona
4 84v Splendor Ad laudes. Sequens hymnus semper dicitur ad laudes 2 1/9 E
paternae quando fit officium de dominica vel de feria, nisi alia
gloriae rubrica aliud praeceperit. In hieme
5 84v Splendor In aestate 2 1/9 G
paternae
gloriae
6 85r Iam surgit Dominicis diebus ad tertiam hymnus 2 1/9 G
hora tertia
7 85v Nunc sancte Ad horas. Hymnus quotidianus ad tertiam 2 1/3 D
nobis
8 85v Deus creator Ad vesperas 3 1/9 G
omnium
9 90v Bellator In die sancti Martini pontificis et confessoris 3 1/9 G
armis
inclytus
10 90v Pange Sanctae Catharinae 2 1/10 D
sanctae
catharinae
11 91r Post petrum In die sancti Andreae apostoli 2 1/9 G
primum
principem
12 91v Miraculum De s. Ambrosio 3 1/11 G
laudabile
13 92r Mysterium Hymnus beatissimae virginis Mariae 2/3 1/9 G
ecclesiae
14 92v Intende qui In die nativitatis Domini nostri Iesu Christi 2 1/9 G
regis israel
15 92v Stephani S. Stephani 2 1/9 D
primi
martyris
16 93r Amore christi S. Iohannis evangelistae 2 1/9 G
nobilis
17 93v Illuminans In epiphania Domini 2/3 1/9 D
altissime
18 94r Agnes beatae In die sanctae virginis et martyris Agnetis 2 1/8 G
virginis
19 94r Agathae Sanctae virginis et martyris Agathae 2 1/9 G
sacrae
virginis
20 94v Magno In ramis olivarum 2 1/13 D
salutis gaudio
21 95r Hymnum In passione Domini 2 1/9 G
dicamus
domino
22 95v Hic est verus In resurrectione Domini 2 1/9 G
dei
23 95v Optatus votis In die ascensionis Domini nostri Iesu Christi 2 1/9 G
omnium
24 96r Iam chiristus In die Pentecostes 2 1/9 G
astra
ascenderat
GIULIA GABRIELLI 41

25 96v Verbum In solenni tate corporis Christi 2 1/6 G


supernum
prodiens
26 97r Gesta Sancti Georgii 2 1/9 D
sanctorum
martyrum
27 97r Victor nabor Sancto Victoris 2 1/9 E
felix pii
28 97v Regi polorum Sancti Dionysii 2 1/9 D
debitas
29 98r Grates tibi Sanctorum Protasii et Gervasii 2 1/9 E
iesu novas
30 98v Almi Sancti Ioannis Baptistae 2 9/9 G
prophetae
progenies
31 99r Apostolorum Sanctorum apostolorum Petri et Pauli 2 1/9 F
passio
32 99v Coelorum Sanctae Marie Magdalene 2 1/9 D
regi psallite
33 99v Apollinaris Sancti Apolinaris 2 1/9 D
martyris
34 100r Sacri Sanctorum Nazarii et Celsi 2 1/9 G
triumphale
tui
35 100v Magni Sancti Xysti 2 1/9 E
palmam
certaminis
36 101r Gaude mater Transfigurationis Domini 2 1/5 D
pietatis
37 101r Apostolorum Sancti Laurentii 2 1/9 G
supparem
38 101v Summis vatis Sancti Simpliciani 2 1/9 D
praeconium
39 102r Mysteriorum De sancto Michaele archangel 2 1/9 G
signifer
40 102v Christe In dedicatione templi 2 1/12 D
cunctorum
dominator
41 103r Trinitati Omnium sanctorum 2 1/10 C
altissimae
42 103v Aeterna Commune sanctorum. […] In vigilia unius apostoli ad 2 1/9 G
christi vesperas
munera
43 107r Deus tuorum In vigilia unius martyris ad vesperas 2 1/9 G
militum
44 110v Iesu corona In vigiliis unius confessoris, scaredotis, vel pontificis ad 3 1/9 G
celsior vesperas
45 113r Iesu corona In vigiliis unius sanctae virginis et martyris ad vesperas 2 1/5 G
virginum
46 115v Iam lucis orto Ad primam per totum annum. In hyeme 2 1 D
sydere
47 116r Iam lucis orto In aestate 2 1/5 D
sydere
48 136v Christe qui Ad completorium. Hymnus in quadragesima 2 1/9 D
lux et dies
49 137r Te lucis ante Alio tempore 2/3 1/3 G
terminum
42 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

TABELLA 6:
Psalterium ambrosianum, Milano, Matteo Besozzi, 1574
In grassetto sono evidenziate le rubriche che delimitano le diverse sezioni e gli
inni assenti nelle altre edizioni

Destinazione liturgica (trascrizione delle


n. c. Incipit testo M Str. F Note
rubriche)
1 78v Aeterne rerum Ad matutinum. Hymnus quotidianum ad 2 1/9 G
conditor matutinum in principio
2 78v Benedictus est Hymnus trium puerorum qui in hieme 2 1/11 G
domine deus diebus festis dicitur hoc modo: primum
imponitur antiphona
3 79v Benedictus est In aestate vero, vidi licet dominicis 2 1/11 H
domine deus diebus, at aliis diebus festivis hymnus
trium puerorum dicitur ordine
infrascriptum. Antiphona
4 86r Splendor Ad laudes. Sequens hymnus semper 2 1/9 E
paternae gloriae dicitur ad laudes quando fit officium de
dominica vel de feria, nisi alia rubrica
aliud preceperit. In hieme
5 86r Splendor In aestate 2 1/9 A
paternae gloriae
6 86v Iam surgit hora Dominicis diebus ad tertiam hymnus 2 1/9 G
tertia
7 87r Nunc sancte Ad horas. Hymnus quotidianus ad tertiam 2 1/3 D
nobis
8 87r Deus creator Ad vesperas 3 1/9 G
omnium
Hymni de tempore
9 92r Conditor alme In adventu ad vesperum & ad matutinum 2 6/6 D Garb p.
siderum post psalmum directum, nisi fiat de 33, lo
sanctis. segnala
come
presente
solo in
1574 e
1618
10 92v Mysterium In dominica sexta adventus, de 2 1/9 A
eccelesiae annuntiatione Beate Virginis Mariae et in
hymnum reliquis eiusdem festis diebus
11 93r Intende qui regis per totam octavam nativitatis domini nisi 2 1/9 G
Israel fiat de sanctis
12 93v Illuminans In epiphania domini 2 1/9 C
altissime
micantium
13 94r Audi benigne In feriis qudragesimae ad matutinum & ad 2 5/5 D Garb p.
conditor vesperas usque ad dominica olivarum 54: solo
in 1574 e
1618
14 94v Iam christe sol In dominicis quadragesimae ad 2 1/6 C
iustitiae matutinum post psalmum directum
15 95r Ex more docti In dominicis quadragesimae ad vesperas 2 1/8 D Garb p.
mystico 59: in
molti
mss.
GIULIA GABRIELLI 43

16 95r Magnum salutis In distributione olivarum 2 1/7 D


gaudium
17 95v Vexilla regis In dominica olivarum ad vesperas et ad 2/3 8/8 F Garb p.
prodeunt matutinum usque ad vesperas in coena 67: 1574,
domini exclusive 1619,
piccolo
ms (sec.
XVII o
XVIII
del
prefetto
del
capitolo
minore
18 96v Hymnum In die coene domini ad vesperas et ad 2 1/9 A
dicamus domino matutinum usque ad matutinum sabbathi
sanci inclusive
19 97r Hic est verus dei In resurrectione domini usque ad 2 1/9 G
ascensionem, nisi fiat de sanctis
20 97v Optatus votis In vigilia ascensionis ad vesperas et ad 2 1/9 A
omnium matutinum usque ad vesperas vigiliae
pentecostes, exceptis tribus diebus litania
rum, nisi fiat de sanctis
21 98r Hymnum In inventione sanctae crucis 2 1/9 G
dicamus domino
22 98v Iam chiristus In vigiliis pentecostes ad vesperas et ad 2 1/9 G
astra ascenderat matutinum et ad vesperas in die s. Pente.
et in feriis duabus sequent.
23 99r Verbum In solennitate corporis domini et per 2 1/6 A
supernum totam octavam ad vesperas, nisi fiat de
prodiens sancto Iohanne vel de sanctis apostolis
Petro et Paulo
24 99r Pange lingua In solemnitate corporis domini ad 3/2 1/6 D Garb p.
gloriosi matutinum per totam octavam, nisi fiat de 84: si
sancto Iohanne vel de sanctis apostolis trova nel
Petro et Paulo salteri
dal 1555
in poi
25 99v Gaude mater In transfiguratione domini 2 1/5 D
pietatis
26 100r Christe In dedicatione ecclesiae 2 1/12 F
cunctorum
dominator
Hymni de sanctis
27 100v Bellator armis In die sancti Martini pontificis et 3 1/9 D
inclytus confessoris
28 101r Post Petrum In die sancti Andreae apostoli 2 1/9 G
primum
principem
29 101v Miraculum De s. Ambrosio 3 1/11 D
laudabile
30 102r Stephano primo De s. Stephano protomartire 2 1/9 D
martyri
31 102r Amore christi De s. Iohannis evangelistae 2 1/9 G
nobilis
32 102v Agnes beatae In die sanctae virginis et martyris Agnetis 2 1/8 G
virginis
44 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

33 103r Beate martyr De sancto Vincentio 2 1/8 G


prospera
34 103v Agathae sacrae De sancta virgine et martyre Agatha 2 1/9 G
virginis
35 104r Victor Nabor De sancto Victore 2 1/9 F
Felix pii
36 104v Regi polorum De sancto Dionysio 2 1/9 D
debitas
37 105r Grates tibi Iesu De sanctis Protasio et Gervasio 2 1/9 F
novas
38 105r Almi prophetae De sancto Ioanne Baptista 2 9/9 F in Garb
progenies c’è al suo
posto
Nostrae
salutis
nuncio,
composto
dal
sacerdote
G. B.
Raulio,
morto nel
1630
39 107r Apostolorum De ss. Apostolis Petro et Paulo 2 1/9 F
passio
40 107v Coelorum regi De sancta Maria Magdalena 2 1/9 D
psallite
41 108r Apollinaris De sancto Apolinare 2 1/9 D
martyris
42 108v Sacri triumphale De sanctis Nazario et Celso 2 1/9 G
tui
43 108v Magni palmam De sancto Xysto 2 1/9 D
certaminis
44 109r Apostolorum De sancto Laurentio 2 1/9 G
supparem
45 109v Summis vatis De sancto Simpliciano 2 1/9 D
praeconium
46 110r Mysteriorum De sancto Michaele archangel 2 1/9 G
signifer
47 110v Aeterna Christi Commune sanctorum. In vigilia unius 2 1/9 G
munera apostoli
48 118v Deus tuorum Commune unius martyris 2 1/9 G
militum
49 126v Iesu corona Commune unius pont. et conf. 3 1/9 D
celsior
50 136r Iesu corona Commune unius virginis et martyris 2 1/5 G
virginum
Commune horarum
51 155r Iam lucis orto Ad primam 2 1 D
sydere
52 155r Iam lucis orto In aestate 2 1/5 D
sydere
53 158v Iam surgit hora Ad tertiam. Hymnus qui in dominicis et 2 1/9 G
tertia reliquis festis domini diebus et octavis
dicitur
54 159r Nunc sancte Hymnus alius qui in singulis feriis et 2 1/3 D
nobis spiritus festis sanctorum dicitur
GIULIA GABRIELLI 45

55 162r Christe qui lux es Ad completorium. Hymnus in 2 1/9 E


quadragesima
56 162r Te lucis ante Hymnus alio tempore 2/3 1/3 G
terminum

TABELLA 7:
Tabella riassuntiva degli inni
nelle sei edizioni prese in esame, ordinati per incipit testuale.
In parentesi quadre gli inni di cui è presente solo il testo ma non la melodia.

Destinazione
n. Incipit testo Stäblein 1486 1496 1501 1516/40 1555 1574
liturgica
1 Aeterna Vigliae unius 006 92r 95r 95r 99r 103v 110v
christi apostolis (p.4)
munera
2 Aeterne Ad matutinum 001 - - - 76v 78v
rerum (p.2)
conditor
3 Agathae Agathae 024 83r 84v 84v 90r 94r 103v
sacrae (p.13)
virginis
4 Agnes Agnetis 024 82v 84r 84r 90r 94r 102v
beatae (p.13)
virginis
5 Almi Iohannis Baptistae 021 87v 89v 89v 94v
prophetae (p.12)
progenies
6 Almi Iohannis Baptistae - 98v
prophetae
progenies
7 Almi Iohannis Baptistae 033 105r
prophetae (p.19)
progenies
8 Amore Iohannis evangelistae 016 82r 83v 83v 89r 93r 102r
christi (p.9)
nobilis
9 Apollinaris Apollinaris 023 89r 91r 91r 95v 99v 108r
martiris (p.13)
10 Apostolorum Petri et Pauli 012 88r 90r 90r 95r 99r 107r
passio (p.7)
11 Apostolorum Laurentii 024 90r 92r 92r 96v 101r 109r
zuppare (p.13)
12 Audi In feriis quadr. ad 031 - - - - - 94r
benigne matutinum et ad (p.18)
conditor vesperas usque ad
dominica olivarum
13 Beate martyr Vincentii 006 - - - - - 103r
prospera (p.4)
14 Bellator Martini 011 79r 81r 81r 87r 90v 100v
armis (p.6)
inclitus
15 Coelorum Mariae Magdalenae 020 88v 90v 90v 95r 99v 107v
regi psallite (p.11)
46 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

16 Christe Dedicationis 025 91r 93v 93v 98r 102v 100r


cunctorum ecclesiae (p.14)
dominator
17 Christe qui Ad completorium, in 009 78v 80r 80r 86r 136r 162r
lux es quadragesima (p.5)
18 Conditor In adventum ad 023 - - - 92r
alme vesperum et (p13)
siderum matutinum post
psalmum directum
nisi fiat de sanctis
19 Deus creator In dominicis et 008 78r 79v 79v 85v 85v 87r
omnium ferialibus diebus (p.5)
totius anni ad
vesperas
20 Deus tuorum Unius martyris 006 91v 99r 99r 102r 107r 118v
militum (p.4)
21 Ex more In dominicis quadr. 020 - - - - - 95r
docti mistico ad vesperas (p.11)
22 Gaude mater Transfigurationis 056 - - - - 101r 99v
pietatis Domini (p.385)
23 Gesta Georgii 018 86r 87v 87v 93v 97r
sanctorum (p.10)
martyrum
24 Grates tibi Gervasii et Protasii 019 87r 89r 89r 94r 98r 105r
iesu novas (p.10)
25 Hic est dies In resurrectione 017 84v 86r 86r 91v 95v 97r
verus (1486, Domini (p.9)
1496, 1501,
1516)
Hic est verus
dei (1555,
1574)
26 Hymnum In coena Domini 013 84r 85v 85v - 95r 96v
dicamus (p.7)
domino
27 Hymnum In inventione sanctae 017 - - - 91r - 98r
dicamus crucis (p.9)
domino
28 Iam christe In dominicis quadr. 026 - - 91r - 94v
sol iustitiae ad matutinum post (p.14)
ps.dir.
29 Iam christus In festo Pentecostes 017 85r 87r 87r 92r 96r 98v
astra (p.9)
ascenderai
30 Iam lucis Ad primam in aestate 005 76r 77r - [84r] 116r 155r
orto sidere (p.3)
31 Iam lucis Ad primam in hyeme 004 76v - - - 115v 155r
orto sidere (p.3)
32 Iam surgit In dominicis diebus 006 77r - 78v [85r] 85r 86v
hora tertia at tertiam (p.4)
33 Iesu corona In natale confessorum 011 92v 102r 102r 104v 110v 126v
celsior (p.6)
34 Iesu corona Unius virginis et 024 93r 105r 105r 106v 113r 136r
virginum martyris (p.13)
35 Illuminans In Epiphania Domini 026 82v 84r 84r 89v 93v 93v
altissime (p.14)
(1555, 1574)
GIULIA GABRIELLI 47

Illuminans
altissimus
(1486, 1496,
1501,1516)
36 Intende qui Nativitatis Domini 014 81r 82v 82v 88v 92v 92v
regis Israel (p.8)
37 Magni Sisti 023 89v 91v 91v 96v 100v 108v
palmam (p.13)
certaminis
38 Magno In ramis 015 83v 85r 85r 90v 94v 95r
salutis olivarum/palmarum (p.8)
gaudio
(1555)
Magnum
salutis
gaudium
(1486, 1496,
1501, 1516,
1574)
39 Miraculum Ambrosii 011 80r 81v 81v 87v 91v 101v
laudabile (p.6)
40 Mysteriorum Michaelis 016 90v 93r 93r 97v 102r 110r
signifier (p.9)
41 Mysterium Marie 013 80v 82r 82r 88r 92r 92v
eccelsiae (p.7)
42 Nunc sancte In cottidianis diebus 007 77r 78v 78v [85r] 85v 87r,
nobis ad tertiam / hymnus (p.4) 159r
alius qui in singulis
feriis et festis
sanctorum dicitur
43 Optatus Ascensionis Domini 013 85r 86v 86v 91v 95v 97v
votis (p.7)
omnium
44 Pange lingua Corporis Christi ad 056 - - - - 99r
gloriosi matutinum (p.385)
45 Pange Catharinae 027 79r [94v] [94v] [98v] -
sanctae (p.15)
Catharinae
46 Pange Catharinae - 90v -
sanctae
Catharinae
47 Post Petrum Andreae 012 79v 81r 81r 87r 91r 101r
primum (p.7)
principem
48 Rector Ad sextam omni die 007 77v 79r 79r [85] - -
potens verax (p.4)
Deus
49 Regi Dionisii 020 86v 88v 88v 93v 97v 104v
polorum (p.11)
debitas
50 Rerum Deus Ad nonam omni die 007 77v 79r 79r 85v - -
tenax vigor (p.4)
51 Sacri Nazarii et Celsi 022 89r 91r 91r 96r 100r 108v
triumphale (p.12)
tui
52 Splendor Ad laudes in hieme 002 75v - - [83v] 84v 86r
paternae (p.2)
gloriae
48 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

53 Splendor Ad laudes in aestate 003 76r 76v - 84v 86r


paternae (p.2)
gloriae
54 Stephani Stephani 015 81v 83r 83r 88v 92v 102r
primi (p.8)
martiris
(1486, 1496,
1501, 1516,
1555)
Stephano
primo
martiri
(1574)
55 Summi vatis Simpliciani 020 90v 92v 92v 97r 101v 109v
preconium (p.11)
56 Te lucis ante Alius hymnus ad 010 78v 80v 80v 86r 137r 162r
terminum completorium (p.6)
57 Trinitati Omnium sanctorum 026 - 94r 94r 98v 103r -
altissime (p.14)
58 Verbum Corporis Christi 013 85v 87v 87v 92v 96v 99r
supernum (p.7)
prodiens
59 Vexilla regis In dominica olivarum 032 - - - - - 95v
prodeunt ad vesp. et mat. (p.18)
60 Victor Victoris 019 86v 88r 88r 93r 97r 104r
Nabor Felix (p.10)
pii

TABELLA 8:
Tabella riassuntiva degli inni delle edizione prese in esame in base alle melodie.

Stäblein Incipit testo Destinazione liturgica


001 (p.2) Aeterne rerum conditor Ad matutinum
002 (p.2) Splendor paternae gloriae Ad laudes in hieme
003 (p.2) Splendor paternae gloriae Ad laudes in aestate
004 (p.3) Iam lucis orto sydere Ad primam in hyeme
005 (p.3) Iam lucis orto sydere Ad primam in aestate
006 (p.4) Iam surgit hora tertia In dominicis diebus at tertiam
006 (p.4) Beate martyr prospera Vincentii
006 (p.4) Aeterna christi munera Vigliae unius apostolis
006 (p.4) Deus tuorum militum Unius martyris
007 (p.4) Nunc sancte nobis In cottidianis diebus ad tertiam / hymnus alius qui in
singulis feriis et festis sanctorum dicitur
007 (p.4) Rector potens verax Deus Ad sextam omni die
007 (p.4) Rerum Deus tenax vigor Ad nonam omni die
008 (p.5) Deus creator omnium In dominicis et ferialibus diebus totius anni ad
vesperas
009 (p.5) Christe qui lux es Ad completorium, in quadragesima
010 (p.6) Te lucis ante terminum Alius hymnus ad completorium
011 (p.6) Bellator armis inclytus Martini
011 (p.6) Miraculum laudabile Ambrosii
011 (p.6) Iesu corona celsior In natale confessorum
012 (p.7) Post Petrum primum principem Andreae
GIULIA GABRIELLI 49

012 (p.7) Apostolorum passio Petri et Pauli


013 (p.7) Mysterium eccelsiae Marie
013 (p.7) Hymnum dicamus domino In coena Domini
013 (p.7) Optatus votis omnium Ascensionis Domini
013 (p.7) Verbum supernum prodiens Corporis Christi
014 (p.8) Intende qui regis Israel Nativitatis Domini
015 (p.8) Stephani primi martyris Stephani
(1486,1496,1501,1516, 1555)
Stephano primo martiri (1574)
015 (p.8) Magno salutis gaudio (1555) In ramis olivarum/palmarum
Magnum salutis gaudium
(1486,1496,1501,1516,1574)
016 (p.9) Amore christi nobilis Iohannis evangelistae
016 (p.9) Mysteriorum signifier Michaelis
017 (p.9) Hic est dies verus (1486, 1496, In resurrectione Domini
1501, 1516)
Hic est verus dei (1555, 1574)
017 (p.9) Hymnum dicamus domino In inventione sanctae crucis
017 (p.9) Iam christus astra ascenderai In festo Pentecostes
018 (p.10) Gesta sanctorum maryrum Georgii
019 (p.10) Victor Nabor Felix pii Victoris
019 (p.10) Grates tibi iesu novas Gervasii et Protasii
020 (p.11) Regi polorum debitas Dionisii
020 (p.11) Ex more docti mystic In dominicis quadragesimae ad vesperas
020 (p.11) Summi vatis preconium Simpliciani
020 (p.11) Coelorum regi psallite Mariae Magdalenae
021 (p.12) Almi prophetae progenies (1486, Iohannis Baptistae
1496, 1501, 1516)
022 (p.12) Sacri triumphale tui Nazarii et Celsi
023 (p.13) Magni palmam certaminis Sisti
023 (p.13) Apollinaris martiris Apollinaris
023 (p.13) Conditor alme siderum In adventum ad vesperum et matutinum post
psalmum directum nisi fiat de sanctis
024 (p.13) Apostolorum supparem Laurentii
024 (p.13) Agnes beatae virginis Agnetis
024 (p.13) Iesu corona virginum Unius virginis et martyris
024 (p.13) Agathae sacrae virginis Agathae
025 (p.14) Christe cunctorum dominator Dedicationis ecclesiae
026 (p.14) Trinitati altissime Omnium sanctorum
026 (p.14) Illuminans altissime (1555, 1574) In Epiphania Domini
Illuminans altissimus (1486, 1496,
1501, 1516)
026 (p.14) Iam christe sol iustitiae In dominicis quadr. ad matutinum post ps.dir.
027 (p.15) Pange sanctae Catharinae (1486, Catherinae
1496)
031 (p.18) Audi benign conditor In feriis quadr. ad matutinum et ad vesperas usque
ad dominica olivarum
032 (p.18) Vexilla regis prodeunt In dominica olivarum ad vesperum et matutinum
033 (p.19) Almi prophetae progenies (1574) Iohannis Baptistae
056 (p. 385) Pange lingua gloriosi Corporis Christi ad matutinum
056 (p. 385) Gaude mater pietatis Transfigurationis Domini
- Almi prophetae progenies (1555) Iohannis Baptistae
- Pange sanctae Catharinae (1555) Catherinae
50 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

APPENDICE
Esempi musicali

Deus creator omnium, Psalterium, Milano, 1555, c. 85v

ESEMPIO MUSICALE 1
GIULIA GABRIELLI 51

Aeternae rerum conditor, Psalterium, Milano, 1555, c. 76v

ESEMPIO MUSICALE 2
52 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

Iam surgit hora tertia, Psalterium, Milano, 1555, c. 76v

ESEMPIO MUSICALE 3
GIULIA GABRIELLI 53

Intende qui regis Israel, Psalterium, Milano, 1555, c. 92v

ESEMPIO MUSICALE 4
54 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

Conditor alme syderum, Psalterium, Milano, 1574, c. 92r

ESEMPIO MUSICALE 5
GIULIA GABRIELLI 55

Vexilla regis, Psalterium, Milano, 1574, c. 95v

ESEMPIO MUSICALE 6
56 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

Pange lingua, Psalterium, Milano, 1574, c. 99r

ESEMPIO MUSICALE 7
GIULIA GABRIELLI 57

Almi prophetae, Psalterium, Milano, 1555, c. 105r

ESEMPIO MUSICALE 8
58 INNI NEI PRIMI SALTERI AMBROSIANI A STAMPA

ESEMPIO MUSICALE 8 (continuazione)


GIULIA GABRIELLI 59

Psalterium, Milano, Matteo Besozzi, 1555, frontespizio.

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