Sei sulla pagina 1di 55

Teoria della musica

Capitolo 1

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
N.B. La presentazione contiene numerose animazioni e esempi
sonori, perciò sarebbe meglio studiarla su un computer o su un
telefono, anziché su carta.

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari

fisica: il suono è una perturbazione dell’aria, che non implica
la presenza di un essere vivente (quindi la risposta è Sì)

psicologia: se nessuna persona è nel raggio di 100 Km, allora
la risposta e’ NO

Per comprendere la natura del suono è necessario approfondire sia i


suoi aspetti fisici, sia quelli psicologici, mettendoli in relazione fra loro
Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
1: FORZA 2: PRODUZIONE 3: PROPAGAZIONE 4: PERCEZIONE 5: SENSAZIONE/

ESTERNA DELLA VIBRAZIONE DELL'ONDA DEL SUONO DECODIFICA

Il suono è una sensazione uditiva, originata dalle oscillazioni di un corpo


elastico, che si propagano nell’aria o in un altro mezzo di trasmissione.
Conseguentemente lo studio dell’Acustica si può articolare in 3 parti:
• produzione (influenzata dall’azione dell’azione esterna, cioè
dell’esecutore allo strumento);
• propagazione dell’onda;
• percezione (che non è un’attività passiva, bensì attiva, con l’intervento
Vincenzo Pannarale
del cervello
Conservatorio di Musicanella decodifica
“N. Piccinni” - Bari di ciò che sentiamo).
Propagazione delle onde

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Quando le molecole vengono messe in moto, ognuna di esse si
muove leggermente e trasferisce il proprio moto alla particella
vicina.

Esempio di onda trasversale (le singole particelle si muovono


Vincenzo Pannarale in direzione perpendicolare alla propagazione dell’onda).
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
onda sferica
(la forma del
fronte d’onda
è sferica)

In realtà, la forma degli strumenti musicali determina una


direzione
Vincenzo Pannarale privilegiata di propagazione.
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
In generale la velocità di propagazione aumenta con la rigidità e
diminuisce con la densità del mezzo in cui si propaga il suono.

A 20 °C la velocità del
suono nell'aria è di circa
343 m/s.
Inoltre, poiché l'agitazione
delle molecole aumenta
con la temperatura, la
velocità varia di 6 m/s per
ogni 10 °C di aumento o
diminuzione della
temperatura.

Le variazioni di temperatura influenzano gli strumenti aerofoni.


La velocità del suono cresce con l'umidità dell'aria, in quanto le
molecole di vapore acqueo la rendono mediamente più
Vincenzo Pannarale
leggera.
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari

La distanza più piccola tra due punti corrispondenti dell’onda
sonora (ad esempio tra due massimi consecutivi) è detta
lunghezza d’onda. Essa corrisponde allo spazio percorso
dall’onda nel tempo di un periodo. Viene comunemente
indicata con il simbolo λ.

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Oscillazioni e onde sinusoidali

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
la sinusoide sarebbe data
dall’oscillazione del punto rosso, se un
nastro gli scorresse sotto a velocità
costante
una sinusoide è determinata da 3
parametri: frequenza, ampiezza e fase
La scienza delle onde sonore è
costruita sulle onde sinusoidali
Tempo

Frequenza
Forma
d’onda
Ampiezza
Fase

Vincenzo Pannarale y (t )= A s i n(w t )


Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Nella realtà, un pendolo non
sollecitato oscilla con una
sinusoide smorzata:
l’ampiezza diminuisce
progressivamente fino ad
annullarsi, a causa di:


Attriti sui supporti


Attrito con l'aria

Moto armonico smorzato



Attriti interni
Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Caratteristiche del suono

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Frequenza —> Altezza

Intensità —> Sonorità (volume)

Forma d’onda —> Timbro

Durata dell’onda —> Durata del suono


Come dicevamo all’inizio, occorre valutare le caratteristiche
percettive del suono, e quali siano le caratteristiche fisiche
da cui sono determinate.
Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Notiamo, nella figura precedente, che: la frequenza dell’ottava
superiore è sempre il doppio di quella inferiore. Cioè l’ottava
corrisponde a un rapporto 2:1, come è anche possibile vedere in
figura, dove sono rappresentate le onde corrispondenti a suoni
tutti più acuti di un’ottava rispetto a quello precedente:

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
C’è un rapporto diretto fra la variazione della frequenza di
oscillazione di un corpo e le dimensioni del corpo stesso.
Nel caso più semplice delle corde e dei tubi sonori, riducendo
della metà la lunghezza del corpo il suono prodotto passa
all’ottava alta. Questo avviene perché la velocità di propagazione
dell’onda è sempre la stessa (anche se è diversa su una corda
rispetto a un tubo) ma la lunghezza che l’onda deve percorrere è
la metà, e quindi le oscillazioni sono il doppio nello stesso tempo
di prima.
Il fenomeno è più complesso nei corpi come le membrane o le
barre.

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
In certi casi le interazioni fra le fasi delle onde sono importanti,
come per esempio nel caso dei battimenti. Se le frequenze delle
due onde sono leggermente diverse (fino a circa 20 Hz di
differenza) l’interferenza è a tratti costruttiva e a tratti distruttiva:
si ha un’onda risultante di ampiezza variabile e si percepisce un
suono pulsante, che “batte” tante volte al secondo, quant’è la
differenza di frequenza.

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
In musica i battimenti vengono utilizzati per:
• accordare gli strumenti. Per esempio in una viola, fra due corde
a intervallo di quinta, se queste non fossero accordate si
creerebbe un battimento fra la terza armonica del do e la
seconda armonica del sol. Eliminando il battimento, le due
corde risultano accordate;

• caratterizzare il timbro, come nel caso del pianoforte, le cui


corde doppie o triple sono accordate con frequenze diverse, o
del registro voce umana dell’organo, in cui le canne sono di
lunghezza leggermente diversa da quella delle canne
corrispondenti di altri registri.
Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Fra i cosiddetti suono di combinazione, che risultano dall’effetto
complessivo di più frequenze insieme, c’è il terzo suono di
Tartini, dato dalla differenza fra le frequenze dei due suoni che lo
generano.
Si tratta di un fenomeno non semplice da osservare e che deriva,
probabilmente, dalla deformazione della membrana del timpano.
Viene usato nella costruzione degli organi per evitare l’uso di
canne troppo lunghe per i suoni gravi o nel theremin.

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Intensità del suono

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
L’intensità di un suono è definita come l’energia in arrivo per
unità di tempo e per unità di superficie. Essa dipende
dall’ampiezza dell’onda.
Così come, per la frequenza, il passaggio alle ottave più alte
richiede un incremento di frequenza sempre maggiore, allo
stesso modo, per l’intensità, passare a livelli dinamici più forti
richiede incrementi di intensità sempre più grandi. Si utilizza
allora il dB (deciBel) che, per un’orchestra, fa corrispondere a
ogni incremento di 10 dB il passaggio a un livello dinamico
successivo:

80 dB = p ; 90 dB = mf; 100 dB = f; 110 dB = ff

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Sull’intensità possiamo fare almeno altre 2 considerazioni:

• L’intensità varia al variare della distanza dell’ascoltatore dalla


sorgente. Poiché il suono si propaga allargandosi in superfici
sferiche sempre più grandi, la potenza diminuisce in ogni singolo
punto della superficie (si pensi a un palloncino colorato:
gonfiandolo, il suo colore sbiadisce) -> 6 dB in meno per ogni
raddoppio della distanza
• Sommando le intensità in dB di due suoni uguali, l’intensità
complessiva non è il doppio, ma aumenta di soli 3 dB, per ogni
raddoppio delle voci o degli strumenti. Con N strumenti, che
suonino alla stessa intensità media dBmedio vale la relazione:

dBTOT = dBmedio + 10 log10 N

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Nei suoni reali, in special modo nei suoni emessi da strumenti
musicali, l'intensità di un suono non è costante per tutta la sua
durata; in generale, nell'evoluzione di un suono (inviluppo
d'ampiezza), dal momento dell'emissione all’estinzione, si
possono individuare quattro fasi principali:

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Combinazioni di onde sinusoidali e
Timbro dei suoni

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
(a)
Scegliendo le onde in modo
attento, si ha una combinazione
periodica (b)

Es. (a) 440 Hz


(b) 220 Hz
(c)
(c) 110 Hz
In questo modo, mentre la prima
fa 4 cicli, la seconda ne fa 2, e la
terza 1: la forma d’onda risultante
è periodica! (d)

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
In generale

Il caso più generale: un’onda completa un ciclo, un’altra ne


completa due, …si ha una serie armonica

f1 ,
f2 = 2 f1,
f3 = 3 f 1 ,

fn = n f 1


La combinazione è SEMPRE periodica.

Le singole frequenze possono avere ampiezza e fase
qualsiasi: ciò determina la FORMA dell'onda.

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Si consideri un qualsiasi suono periodico, complesso a
piacere:


si può SEMPRE suddividere in un certo numero di
componenti sinusoidali


le uniche sinusoidi necessarie sono quelle che formano
una serie armonica, con ampiezza e fase opportune
(teorema di Fourier).

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Una definizione comunemente accettata è la seguente: il timbro
è la qualità percepita di un suono che ci permette di distinguere
due suoni che hanno la stessa altezza e la stessa intensità e
dipende dalla forma d’onda.

Ma quali sono i fattori che determinano il timbro?


La teoria classica risponde che il timbro dipende da:
1) numero delle frequenze costituenti
2) se le frequenze siano armoniche oppure no
3) l’ampiezza delle varie armoniche (o parziali)

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Onda nel tempo
Spettrogramma = ogni riga rappresenta
l’ampiezza dell’armonica, mentre la frequenza
è indicata sull’asse orizzontale. Non è indicata
la forma d’onda perché è sottinteso che sia
sinusoidale.
Esempio di spettro armonico. La frequenza fondamentale è 220 Hz e
vi sono, in totale, 8 armoniche. Alcune armoniche non sono
esattamente multiple della fondamentale (ad es., 1099 invece di 1100)
ma, in definitiva, la forma d'onda risultante è (quasi) periodica e la
sensazione d'altezza ben determinata. Tutti i cordofoni e gli aerofoni
Vincenzo Pannarale
producono
Conservatorio di Musica spettri di- questo
“N. Piccinni” Bari tipo.
Le prime 16 armoniche. La fondamentale, nei trattati italiani, è
chiamata do1. Le prime 6 armoniche appartengono all’accordo perfetto
maggiore; con la settima armonica si forma l’accordo di settima di
dominante. Inoltre, il rapporto fra l’ordine di due armoniche qualsiasi, è
rappresentativo dell’intervallo che si forma fra esse:
• fra le prime due armoniche c’è un intervallo di ottava (2:1);
• fra seconda e terza c’è un intervallo di quinta (3:2);
• fra terza e quarta un intervallo di quarta (4:3);
• fra quarta e quinta armonica un intervallo di terza maggiore (5:4);
• fra quinta e sesta armonica una terza minore (6:5);
• fra
Vincenzo ottava e nona armonica
Pannarale un tono (9:8).
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
forma d'onda
t

spettrogramma

In questo secondo caso abbiamo uno spettro inarmonico. Le


frequenze superiori non sono multiple della fondamentale e,
invece che di armoniche, si parla di “parziali” superiori. La forma
d'onda risultante non è periodica e la sensazione è quella di più
altezze, non ben fuse. Le campane e i gong, che sono piastre di
Vincenzo Pannarale
spessore
Conservatorio di Musicavariabile, hanno spettri di questo tipo.
“N. Piccinni” - Bari
Sib di pianoforte

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Sol basso di violoncello

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Sol di tromba

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Tam-tam

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Piatto di batteria
Alcuni strumenti hanno spettri talmente ricchi di parziali da poter
individuare delle bande strette, invece che dei picchi. Il suono è
più “rumoroso”, rispetto alla sovrapposizione di altezze varie
prodotta da una campana. Sono comunque visibili dei picchi
nello spettro che, a seconda della loro posizione più acuta o più
grave, producono un timbro più brillante o più scuro. In figura la
Vincenzo Pannarale
formadi Musica
Conservatorio d'onda e lo spettro
“N. Piccinni” - Bari di un piatto.
Fontana

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Se però provassimo a risintetizzare il suono di uno
strumento musicale partendo da una analisi anche accurata
del suo spettro, il risultato sarebbe deludente!

Suono originario Suono risintetizzato

Il suono è una cosa viva e si evolve nel tempo!


Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Sonogramma
(descrive
l’evoluzione
delle armoniche
nel tempo, con
il colore che
indica la loro
intensità)

In definitiva, nel timbro giocano un ruolo importante:


• Le parziali presenti
• La loro evoluzione nel tempo
• Il tipo di attacco (cioè l’inviluppo d’ampiezza)
• Eventuali altre sonorità significative (rumore di attacco, soffio,
Vincenzo Pannarale
etc.) di Musica “N. Piccinni” - Bari
Conservatorio
Un ultimo aspetto del timbro da tenere presente è il seguente. In ogni
strumento musicale possiamo identificare un oscillatore principale
(corda, aria, membrana…) e un risonatore, che filtra le armoniche
modificando la loro ampiezza e sagomando il segnale in uscita in modo
da creare picchi e avvallamenti. I picchi si chiamano formanti.
Ciascuno strumento è caratterizzato da una posizione e un’altezza dei
formanti che ne determinano, appunto, il timbro complessivo.

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Elementi di psicoacustica

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Curve isofone di Fletcher-Munson

Vincenzo Pannarale
Curve di ugual volume per persone dotate di udito molto acuto.
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Nella figura precedente ogni curva corrisponde a uno stesso livello
di sonorità percepita, che si misura in phon.
Perché le curve non sono rettilinee ma si innalzano alle frequenze
gravi e a quelle acute? Perché, man mano che ci si avvicina agli
infrasuoni e agli ultrasuoni, l’orecchio diventa gradualmente meno
efficiente, e quindi per avere la stessa sonorità percepita è
necessaria una intensità (livello di pressione sonora) sempre più
alta.

Per esempio, provando a muoversi lungo la curva indicata con 40


phon, si vede che a 1000 Hz bastano 40 dB di intensità fisica per
percepire una sonorità di 40 phon. Invece a 30 Hz servono più di 80
db per ottenere la stessa sonorità, e lo stesso accade muovendosi
verso le frequenze più acute.

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Teorie sulla consonanza
L’ascolto contemporaneo di 2 o più suoni distinti induce una
sensazione, che viene indicata come consonanza o dissonanza. Il
concetto di consonanza di un intervallo o di un accordo riveste
particolare importanza nella musica ed è stato a più riprese
investigato.

Le principali teorie al proposito sono 4:

1) La teoria di Pitagora
2) La teoria di Rameau
3) La teoria di Helmholtz
4) La teoria di Stumpf

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
La consonanza e la dissonanza non possono essere descritte
semplicemente come “gradevole” o “sgradevole”, ma hanno una
serie di attributi, come si vede nella figura sotto.

DISSONANZA CONSONANZA

TENSIONE DISTENSIONE

ASPETTATIVA RISOLUZIONE

SEPARAZIONE FUSIONE

SGRADEVOLEZZA GRADEVOLEZZA

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Inoltre, il giudizio e la spiegazione della consonanza e della
dissonanza possono essere basate sia su aspetti fisici e
psicoacustici, sia su convenzioni culturali.

Giudizio di consonanza

basato su tre livelli fisico


universale

psicoacustico

culturale soggettivo e variabile


nel tempo

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
La teoria pitagorica

Ottava 2:1

Quinta 3:2

Quarta 4:3

Tetraktys

Per la teoria pitagorica gli intervalli più consonanti sono quelli che
corrispondono a rapporti fra numeri interi piccoli, da 1 a 4,
contenuti
Vincenzo Pannarale nella divina Tetraktys.
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Teoria di Rameau

Le note costituenti l’accordo derivano da uno stesso basso fondamentale, cioè


sono le armoniche di una stessa serie di frequenze, la cui fondamentale
assume il ruolo di sintesi unificatrice che spiega la consonanza.

DO₀ DO₁ SOL ₁ DO₂ MI₂


SOL₂
1 2 3 4 5 6

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
La teoria di Helmholtz
• Gli intervalli erano consonanti quando non vi erano (o vi
erano pochi) battimenti fra le parziali.

• Gli intervalli erano dissonanti quando le armoniche delle


diverse note erano così vicine da produrre battimenti
percepiti come dissonanti. Questa deduzione di
Helmholtz è basata sul concetto di banda critica.

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
La banda critica

Mentre uno dei 2 suoni sinusoidali viene tenuto a frequenza f0 l’altro


varia con frequenza crescente o decrescente. Fino a differenze di
frequenza nell’ordine di 15-20 Hz si sentono battimenti. Subito oltre
si giunge ad un livello 0 di consonanza (cioè massima dissonanza,
come indicato dalla linea blu) finché la sensazione ritorna
gradualmente
Vincenzo Pannarale quella di consonanza quando le frequenze sono ben
separate.
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Per frequenze inferiori ai 440 Hz la banda critica è più ampia: a
bassa frequenza, affinché 2 note possano essere consonanti,
devono essere più distanziate che ad alta frequenza.
TuttiPannarale
Vincenzo gli intervalli maggiori di una 3a sono consonanti, anche la 7a!!
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Teoria di Stumpf

Nel caso di suoni complessi, esperimenti di psicoacustica


dimostrano che vengono percepiti dei massimi di consonanza in
corrispondenza degli intervalli storicamente ritenuti consonanti.
Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Domande

1. Quali sono le caratteristiche percettive del suono, e da


quali caratteristiche fisiche delle onde dipendono?
2. Perché sono importanti le onde sinusoidali?
3. Come si misura l’intensità del suono e da quali aspetti
fisici viene modificata?
4. Come si spiega il timbro dei diversi strumenti in funzione
dello spettro armonico/non armonico?

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
Bibliografia e sitografia

A. FROVA Appunti di acustica musicale

D. E. HALL Musical Acoustics Brooks/Cole Publishing


Company

fisicaondemusica.unimore.it

https://www.maurograziani.org/text_pages/acoustic/acustica/
MG_Acustica06.html

Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari

Potrebbero piacerti anche