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ACUSTICA E PSICOACUSTICA

L’acustica è la disciplina della fisica che studia il suono in quanto fenomeno fisico, mettendo in luce
le sue proprietà e i suoi meccanismi di produzione e propagazione.

Il suono in quanto fenomeno fisico, può anche essere definito fenomeno sonoro.

Se il suono è trattato in relazione alla sua percezione da parte dell’uomo1, il suo studio diviene
compito specifico della psicoacustica2 .

IL SUONO, CARATTERISTICHE FONDAMENTALI: ALTEZZA, INTENSITÀ E TIMBRO


produce

Il suono è prodotto mettendo in vibrazione un corpo elastico, il quale vibrando risuona generando
energia acustica (o energia sonora), ne consegue che un corpo elastico messo in vibrazione
costituisce quindi una sorgente sonora.

L’energia acustica genera un flusso di onde sonore3, che costituisce il suono vero e proprio, con
caratteristiche di altezza, intensità e timbro tali da renderlo udibile all’orecchio umano.

L’onda sonora è anche definita onda acustica.

Le caratteristiche fondamentali del suono sono tre: altezza, intensità e timbro.

L'altezza è la qualità che permette di distinguere se un suono è acuto o grave, e dipende dalla
frequenza dell'onda sonora che lo “diffonde”: più la frequenza di un'onda sonora è alta e più il suono
è acuto, viceversa più la frequenza di un’onda sonora è bassa e più il suono è grave.

L’intensità indica la forza con cui viene prodotto un suono, ed è direttamente proporzionale
all’ampiezza della sua onda sonora, così da distinguere un suono di debole intensità da uno di forte
intensità4. L’intensità in relazione all’apparato uditivo5 è definita intensità percepita.

Il timbro è la caratteristica di un suono che lo rende riconoscibile rispetto agli altri suoni, e permette
ad esempio di distinguere due suoni che pur essendo identici per altezza (e magari pure per
intensità), sono pur tuttavia emessi da due sorgenti sonore diverse (ad esempio due differenti
strumenti musicali).

L’ONDA SONORA E LA PROPAGAZIONE DEL SUONO

Come detto il suono è costituito dalle onde sonore emesse da una sorgente sonora; esse
costituiscono un fenomeno ondulatorio e giungono all'orecchio attraverso un mezzo di propagazione.

L’ampiezza di un’onda sonora è determinata dalla sua variazione di pressione rispetto alla
condizione di quiete.

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Ma anche degli altri esseri viventi, come è “accennato” in Psicoacustica.
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La psicoacustica si può più precisamente definire lo studio della percezione acustica da parte degli esseri viventi ed in
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La psicoacustica si può più precisamente definire lo studio della percezione acustica da parte degli esseri viventi ed in
particolare dell’uomo.
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L’onda sonora appartiene alla categoria delle onde meccaniche, le quali si propagano solo nella materia in qualsiasi
stato essa sia, solida, liquida o aeriforme. Le onde meccaniche si propagano trasportando energia ma non materia.
Esistono anche altri tipi di onde, tra cui le elettromagnetiche, che hanno invece la proprietà di propagarsi anche nel vuoto;
questa caratteristica le rende molto utilizzate per la trasmissione di energia anche a lunga distanza e in particolari
condizioni, quale ad esempio lo spazio, ma non sono oggetto di studio di questa trattazione.
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L’intensità può essere anche genericamente definita il “volume” di un suono, ma in un contesto scientifico e didattico si
preferisce usare il termine intensità.
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I fenomeni sonori possono anche essere rilevati da particolari dispositivi elettronici come ad esempio i fonometri ecc.
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La pressione sonora più bassa che l’apparato uditivo umano riesce a percepire è definita soglia
dell’udibilità, mentre la pressione sonora più alta sopportabile da un essere umano è definita soglia
del dolore, poiché una volta che la si raggiunge si inizia a provare vero e proprio dolore fisico
all’apparato uditivo, correndo il serio rischio di incorrere in danni gravi e permanenti ai suoi organi, in
caso di esposizione prolungata nel tempo alle onde di pressione sonora, che raggiungono e persino
superano tale soglia.

Il più diffuso mezzo di propagazione del suono è l’aria6, in cui il suono, per convenzione e comodità di
calcolo della lunghezza7 dell’onda sonora, si afferma che viaggi alla velocità di c.a 340 m/s8 (metri al
secondo) alla temperatura di 20°, in condizioni ideali9 di umidità10 e pressione atmosferica.

Durante la vibrazione del corpo elastico, le particelle 11 d’aria, essendo attraversate dall’energia
sonora iniziano ad oscillare attorno alla loro posizione iniziale di quiete relativa12, generando un moto
vibratorio locale, propagando la perturbazione alle particelle vicine. Dopo il transito dell’onda sonora
le particelle, per loro natura, ritornano alla posizione iniziale.

fig. 1 - propagazione dell’onda sonora

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L’aria è un miscele omogenea inodore, insapore, incolore (per piccoli spessori) di elementi gassosi, prevalentemente di
azoto (N2), ossigeno (O2), anidride carbonica (CO2), argon (Ar) e di altri componenti in quantità minori (microparticelle
solide e altri gas) che hanno origine dal suolo, dal mare, dalle attività industriali ecc.
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La distanza tra due corrispondenti punti di un’onda sonora si chiama lunghezza d’onda o lunghezza dell’onda sonora.
La lunghezza d’onda è inversamente proporzionale alla frequenza: più la frequenza è alta più corta sarà la lunghezza
d’onda e viceversa (più la lunghezza d’onda è grande più bassa sarà la frequenza). Il Simbolo della lunghezza dell’onda
sonora è la lettera dell’alfabeto greco lambda λ.
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Da non confondere con ms che significa millisecondi.
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Oltre alla più nota ed convenzionalmente utilizzata velocità di propagazione del suono nell’aria di 340 m/s (pari a 1.224
km/h) a 20°, a volte vengono prese in considerazione anche altre velocità del suono nell’aria: 331 m/s (pari a 1.191,6
km/h) a 0 °C, ed evidentemente in diverse condizioni di rilevamento in relazione alla pressione ambientale e l’umidità,
anche le velocità 344 m/s (pari a 1.238,4 km/h) e di 345 m/s (pari a 1242 km/h) entrambi dichiarati a 20°C.
Le misurazioni del suono nell’aria sono molto sensibili alle reali condizioni di pressione dell’aria, che dovrebbe sempre
riferirsi all’unità di misura della pressione atmosferica, di 1 atmosfera - atm (che è data dal rapporto di 1033 g per
centimetro quadrato: 1033 g/cm²), e all’aperto dovrebbero essere effettuate sul livello del mare, in condizione di
prevalente assenza di vento e bassa umidità (nella percentale massima del 25/30%).
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Si tenga presente che maggiore è l’umidità presente nell’aria e più il suono dovrebbe viaggiare velocemente, poiché
cresce la sua densità, ma purtroppo l’aria non è un mezzo perfettamente omogeneo, e quindi compatto ed elastico, e
possono verificarsi delle attenuazioni, che dipendono quindi dalla consistenza molecolare dell’aria in relazione non solo
all’umidità e ma anche alla frequenza ed ampiezza delle onde sonore.
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In fisica una particella è un costituente microscopico della materia. Le particelle si suddividono in elementari e non-
elementari: le prime sono i costituenti indivisibili della materia, le seconde sono aggregati delle prime. Si è soliti quindi
definire particelle sia gli atomi che le molecole che costituiscono la materia, mentre si preferisce usare il termine
costituente subatomico per definire i componenti dell’atomo, vale a dire i protoni, neutroni (definiti anche nucleoni) ed
elettroni.
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Le particelle per loro natura, specialmente nell’aria, non sono mai completamnte prive di moto.
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Il moto vibratorio è il movimento che compiono le particelle della materia sottoposta a vibrazione,
oscillando durante il passaggio dell’onda sonora, e come detto, tramite cicli di compressione e
rarefazione, consente al suono di giungere all’apparato uditivo: nelle fasi di compressione si ha un
aumento della pressione ambientale13, mentre nelle fasi di rarefazione si ha una diminuzione della
medesima pressione.

L’onda sonora, costituita dall’energia acustica generata dal movimento delle particelle d’aria “vibranti
in loco”, si muove nello spazio in tutte le direzioni a velocità costante e con un moto prevalentemente
longitudinale14 (parallelamente alla direzione di propagazione dell’onda sonora).

Un esempio di onda longitudinale si ha in una esecuzione al flauto, in cui la colonna d’aria in esso
contenuta viene messa in vibrazione dall’esecutore; in questo caso le particelle oscillano
orizzontalmente avanti e dietro con un moto orizzontale, parallelamente alla perturbazione causata
dal fiato dell’esecutore.
fig. 2 - onda longitudinale

Un efficace esempio di onda trasversale può essere costituito dalla "ola" a cui a volte si assiste allo
stadio, nel quale i tifosi si alzano e si abbassano con un moto verticale, rimanendo però sempre al
proprio posto senza seguire la perturbazione che si sposta lungo le gradinate dello stadio, vale a dire
che le particelle, in questo caso i “tifosi”, oscillano in senso perpendicolare alla direzione di
propagazione della perturbazione.
fig. 3 - onda trasversale

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La pressione dell’aria nell’ambiente in cui transita l’onda sonora.
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In realtà nei solidi oltre ad una prevalenza di onde longitudinali si generano sebbene in minima parte anche delle onde
trasversali. In acustica ci si occupa prevalentemente della propagazione del suono nell’aria, per cui in genere, ci si limita
allo studio delle onde longitudinali.
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È importante ribadire che nel susseguirsi dei cicli dell’onda sonora, nell’alternanza delle fasi di
compressione e rarefazione, una particella oscilla intorno alla sua posizione di equilibrio e non viene
portata via dal passaggio dell’onda sonora, per cui risulta corretto affermare che nella propagazione
del suono, generandosi solo vibrazioni locali, non c’è trasmissione di materia ma solo di energia
sonora.

Nell’aria libera da ostacoli, il suono si propaga in tutte le direzioni15, e la sua intensità diminuisce
all’aumentare della distanza dalla sorgente.

La Legge dell’inverso del quadrato stabilisce che l’intensità del suono in campo libero è inversamente
proporzionale al quadrato della distanza dalla sorgente sonora. Se la distanza raddoppia, l’intensità
si riduce a 1/4; se triplica, l’intensità si riduce a 1/9; se quadruplica, l’intensità si riduce a 1/16.

fig. 4 - legge dell’inverso del quadrato della distanza

Il suono si trasmette anche tramite altri materiali, siano essi gassosi, liquidi o solidi, poiché
ugualmente in grado di vibrare e quindi di propagare le onde sonore.

fig. 5 - velocità indicative del suono in alcuni materiali

I valori di velocità del suono di molti materiali sono generalmente maggiori, specialmene nei liquidi e
nei solidi, rispetto all’aria ed alcuni gas (anidride carbonica, azoto ecc.).
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In particolar modo per le frequenze medio-alte proporzionalmente al fronte di emissione della sorgente sonora.
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PERIODICITÀ DELL’ONDA SONORA, SUONO E RUMORE

La periodicità16 dell’onda sonora è un fattore importante per i suoni, poiché consente di definirne la
frequenza e di conseguenza l’altezza, e di distinguerli dai rumori i quali invece presentano in genere
un andamento pressocchè irregolare dell’onda sonora, in maniera tale che non se ne può definire
l’altezza17. Se ne deduce che i suoni presentano un’onda sonora periodica, e i rumori un’onda sonora
aperiodica.

Quanto detto nel precedente capoverso riguarda “l’aspetto fisico” del suono, ma si consideri che un
rumore può invece essere utilizzato come un vero e proprio “componente sonoro”, se inserito in una
composizione in cui esso possa essere impiegato in funzione espressiva.

fig. 6 - onda periodica e aperiodica

CARATTERISTICHE DELLE ONDE SONORE

In fisica è possibile studiare i fenomeni sonori semplici tramite la rappresentazione grafica dell’onda
sinusoidaile18 descritta matematicamente dalla funzione seno.

Nella realtà “acustica” esiste un solo suono la cui onda sonora risulta essere pressocchè
sinusoidale, il diapason; gli altri suoni “semplici” sono generati elettronicamente, e insieme al
diapason 19 hanno la caratteristica di essere costituiti da un solo componente sonoro, definito
fondamentale (o anche 1° armonico).

Se esiste un solo suono “naturale” che sia semplice, si deduce che tutti gli altri suoni hanno un’onda
sonora più o meno complessa poiché essa risulta essere costituita da più onde sinusoidali, studiando
le quali, si può così comprendere buona parte dei fenomeni sonori20.

Le onde sonore sono essenzialmente caratterizzate dai seguenti parametri:


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Invero la periodicità dei suoni degli strumenti musicali acustici risulta più o meno regolare e non totalmente regolare,
mentre la periodicità esatta, che è tipica dei suoni puri, rappresentabili graficamente dalla sinusoide (e in quanti tali sono
anche definiti suoni sinusoidali), è praticamente assente in natura, ad eccezion fatta per il diapason (cfr 3° capoverso pag
5).
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Solo in rari casi si può approssimare (più o meno indefinitamente) l’altezza “relativa” di uno strumento a percussione a
suono indeterminato; ciò accade ad esempio nella batteria, dove è possibile accordare i tamburi mettendo in relazione le
loro “altezze approssimate”, a partire da quello con il diametro più piccolo che emette il suono più alto, a quello con il
diametro più grande che emette il suono più basso.
18
In matematica, in particolare in trigonometria, dato un triangolo rettangolo il seno di uno dei due angoli interni adiacenti
all'ipotenusa è definito come il rapporto tra le lunghezze del cateto opposto all'angolo e dell'ipotenusa.
19
Spesso definito anche corista.
20
Specialmente quelli dotati di prevalente periodicità.
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- A = ampiezza
- f = frequenza
- ϕ = fase
- T = periodo (ciclo)
- λ = lunghezza d’onda
- v = velocità del suono
fig. 7 - caratteristiche dell’onda sonora

Come detto nel 2° e 3° paragrafo, l’ampiezza è quella caratteristica dell’onda sonora, che consente di
percepirne il suono più o meno intensamente. Si ribadisce quindi che l’intensità di un suono è
direttamente proporzionale alla sua ampiezza21.

Nei suddetti paragrafi peraltro, definendo l’altezza di un suono la si è posta in relazione alla sua
frequenza, che è determinata dal numero di cicli (o oscillazioni) di vibrazione completi che la sua
onda sonora22 compie nell'unità di tempo23 (1 secondo) e si misura in Hertz24 (Hz).

fig. 8 - confronto25 tra onde sonore periodiche di 1, 2 e 3 Hertz

Un ciclo è quindi l’oscillazione26 completa delle particelle di un’onda sonora durante il suo moto
vibratorio, e tutti i suoni periodici (suoni determinati o ad altezza determinata) sono caratterizzati da
una precisa frequenza, in maniera tale che ad esempio un suono di 100 Hz, è propagato da un’onda
sonora che compie 100 oscillazioni al secondo. Il la3 di 440 Hz, spesso utilizzato come tono di
riferimento per accordare la maggior parte degli strumenti musicali, è un suono la cui onda sonora
compie 440 oscillazioni complete al secondo.
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La quale a sua volta è conseguenza della variazione di pressione ambientale, rispetto alla condizione di quiete,
causata dal transito della sua onda sonora.
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Ovviamente trattasi un’onda sonora periodica.
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In acustica per misurare una frequenza si contano i cicli che essa compie in 1 secondo (sec). In altre misurazioni
acustiche il tempo viene anche misurato in millisecondi (ms).
24
Si può altrimenti definire l’Hertz quale unità di misura della frequenza con cui si susseguono i fenomeni periodici. In
alcune pubblicazioni si può anche trovare l'equivalente unità di misura della frequenza espressa in cicli per secondo (cps).
L’apparato uditivo umano percepisce suoni aventi frequenze da circa 20 Hz fino a circa 20 KHz (20.000 Hz); al di sotto
dei 20 Hz si hanno gli infrasuoni, al di sopra dei 20.000 Hz si hanno gli ultrasuoni.
25
Confronto e non somma algebrica. Cfr. SPETTRO, ARMONICI E PARZIALI nella successiva dispensa ACUTICA II.
26
Nell’onda periodica un ciclo completo del moto vibratorio, dura il tempo necessario affinchè le particelle (coinvolte nel
moto) compiano un’intera oscillazione.
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fig. 9 - vibrazione della corda

La fase definisce un punto (un particolare istante) di un ciclo dell’onda sonora durante lo svolgersi di
un fenomeno periodico; a seconda del punto preso in considerazione, la fase di un ciclo può essere:
crescente e decrescente, positiva e negativa.

Un’esposizione più ampia sulla fase è presente nella successiva dispensa ACUSTICA II.

Il periodo è lo “spazio di tempo” in cui si compie un intero ciclo 27 , e come tale si può anche
semplicemente definire la durata di un ciclo in un moto vibratorio periodico28.

In altre parole, il periodo è il tempo impiegato da una particella, in un fenomeno periodico, per tornare
nello stesso punto, dopo aver cominciato lo spostamento dovuto alla vibrazione, e indica la durata di
una sua oscillazione completa29.

Il periodo è altrimenti definibile come la parte dell’onda sonora determinata da due qualsiasi punti
immediatamente successivi30 e corrispondenti in fase ed ampiezza.

Il periodo, si indica con la lettera T e si misura in millisecondi31 (ms) e risulta essere l’inverso32 della
! !
frequenza: 𝑇 = ! e di conseguenza 𝑓 = !, quindi nel caso di un suono la cui frequenza è di 10 Hz, il
suo periodo sarà di 1/10 di secondo (o 0,1 secondi o 100 ms33).

Da questa ulteriore definizione del periodo si può anche affermare che esso costituisce l’intervallo di
tempo dopo il quale, le caratteristiche di un fenomeno periodico tornano ad essere le stesse.

La lunghezza d’onda34 corrisponde al periodo, ed è la distanza, misurata in metri e suoi sottomultipli,


compiuta dall’onda sonora durante una sua oscillazione completa. La lunghezza d’onda si indica con
la lettera 𝛌 (lambda) ed è il prodotto tra la velocità del suono (v35) e il periodo 𝜆 = 𝑣 ∗ 𝑇 dell’onda
sonora, ed essendo il periodo l’inverso della frequenza, si può pure definire che la lunghezza d’onda
!
è data dal rapporto tra la velocità del suono e la frequenza 𝜆 = ! , da cui la velocità del suono 𝑣 = 𝜆 ∗
!
𝑓 ma anche 𝑣 = ! 36 .

27
Come già detto un’oscillazione completa (cfr. il 1° capoverso di questa pagina).
28
Come ad esempio quello di una sorgente sonora come una corda di uno strumento musicale.
29
Potrebbe altrimenti definirsi come la distanza tra due punti corrispondenti e consecutivi dell’onda sonora.
30
Compreso i punti che determinano il ciclo vale a dire 0° e 360°. Ovviamente si tenga presente che nella successione
dei cicli 360° coincide con 0°.
31
Il millisecondo è la millesima parte di un secondo; da non confondere con m/s che sta per metri al secondo.
32
Il loro rapporto è inversamente proporzionale con l’aumentare della frequenza decresce il periodo e viceversa. Cfr fig. 7.
33
Si ricordi che ms = millisecondo. Cfr. nota nr. 8 pag. 2.
34
Cfr. 3° capoverso pag. 2.
35
Anche indicata con la lettera c (minuscola).
36
Dato che come appena detto sopra la lunghezza d’onda è data dal prodotto della velocità del suono e il periodo
dell’onda sonora.
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