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A.A. 2021/2022
Fu la scuola pitagorica (VI secolo a.C.) a condurre i primi studi di acustica, con la
scoperta di alcune relazioni esistenti fra lunghezza, peso e tensione delle corde vibranti
e altezza (frequenza) del suono emesso (stimata ad orecchio).
Lo studio dei meccanismi e delle proprietà fisiche del suono, tuttavia, ha quindi assunto
un carattere scientifico e sistematico soltanto a partire dal XVII secolo, con le ricerche di
Galileo Galilei.
Nella sua opera "Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze
attinenti alla meccanica", infatti, egli enunciò le leggi dell'armonia e della dissonanza, e
diede inoltre una spiegazione teorica di come la frequenza naturale di vibrazione di una
corda tesa dipenda dalla lunghezza, dal peso e dalla tensione della corda stessa.
L’energia del moto oscillatorio si trasmette per urto tra particelle adiacenti dando luogo all’onda
sonora. Questa urtando contro il timpano del nostro orecchio dà luogo all’interno dell’orecchio stesso
ad una trasformazione dell’energia meccanica in segnali elettrici che stimolano nel nostro cervello la
percezione uditiva.
Quindi un’oscillazione studiata nel tempo e nello spazio prende il nome di onda.
Un’onda, dunque, è una perturbazione che si propaga nello spazio con una certa velocità. La
rappresentazione grafica di un’onda monocromatica (ovvero a singola frequenza) è data da una
curva che ha una forma detta sinusoidale.
Le onde si propagano nello spazio trasportando energia; la velocità con cui si propagano dipende
dal mezzo di propagazione. Naturalmente la facilità con cui l’energia si trasmette da una molecola
all’altra, e quindi la velocità di propagazione dell’onda, dipende dal legame tra le molecole, cioè
dallo stato di aggregazione della materia.
q Un’onda, infatti, è una perturbazione che si propaga nello spazio con una certa velocità. La
rappresentazione grafica di un’onda a singola frequenza è data da una curva che ha un aspetto
detto sinusoidale. Dove i punti più alti si definiscono creste e quelli più bassi ventri.
Cresta
Ventre
q La velocità v di un’onda sonora, la sua frequenza f e la lunghezza d’onda λ sono legate tra di
loro dalla relazione:
V=f·λ [m/s]
q La sensazione sonora, infine, descrive l'effetto prodotto da un suono così come viene
percepito dall'orecchio umano.
q Fenomeni oscillatori della stessa natura, la cui frequenza cade al di fuori dell’intervallo
dell’udibile, per frequenze > 20000 Hz prendono il nome di Ultrasuoni – comunemente
utilizzati per applicazioni mediche (ecografia), sottomarine (sonar), geologiche e per controlli
non distruttivi – e per frequenze < 20 Hz sono definiti Infrasuoni – onde prodotte da fenomeni
naturali come terremoti, eruzioni, tsunami – .
tempo
q Nei fluidi, gas e liquidi, si possono avere solo onde sonore di tipo longitudinale, mentre nei
solidi si possono avere contemporaneamente entrambe le tipologie. Nei solidi, la velocità di
propagazione delle onde traversali è diversa da quella delle onde longitudinali.
q E’ necessario che il mezzo di propagazione sia elastico e massivo, poiché questo comporta che
quando una particella del mezzo viene spostata dalla sua posizione di riposo, si generi una forza
interna al mezzo stesso che tende a riportarla nella configurazione originale.
q Il mezzo di propagazione più comune è l’aria, dove le perturbazioni che danno luogo alla
presenza del fenomeno sonoro sono provocate dalle variazioni del valore di pressione
indotte dalla sorgente sonora rispetto al valore di quiete rappresentato dal valore della
pressione atmosferica.
q Il movimento del pistone causa espansioni e compressioni del volume d’aria che generano
un’onda di pressione e.
Lunghezza d’onda λ
q Con meccanismi diversi il suono si propaga anche in altri mezzi, ma a velocità differenti. Ad
esempio, nell’aria alla temperatura ambiente di 20°C il suono ha una velocità di 343 m/s,
mentre nell’acqua di 1484 m/s e nel ferro di 5100 m/s.
q Rappresentazione schematica della vibrazione dell’aria per la percussione di un gong. Gli strati
d’aria adiacenti si comprimono, poi si dilatano, poi si comprimono di nuovo, in un continuo
susseguirsi di compressioni e rarefazioni.
q Mezzo Acustico: può essere fluido (gas e liquidi) o solido e deve possedere elasticità e inerzia.
q Le proprietà elastiche e la massa del mezzo stabiliscono la “velocità” con cui la perturbazione
si trasmette e la quantità di energia meccanica trasferita dalla sorgente nella unità di tempo [W].
q Alcuni tipi di onde non sono né trasversali né longitudinali. Per esempio, in un’onda che si propaga sulla
superficie dell’acqua le particelle non si spostano né in direzione perpendicolare a quella in cui viaggia l’onda
né nella stessa direzione. I loro spostamenti hanno infatti sia una componente perpendicolare sia una
componente parallela alla direzione di propagazione dell’onda. In particolare, le particelle d’acqua più vicine
alla superficie descrivono traiettorie quasi circolari.
q Negli strumenti musicali a corda, come la chitarra, il violino e il pianoforte, le onde trasversali
sono generate pizzicando le corde, strofinandole con un archetto o percuotendole con un
martelletto.
q Il suono è costituito da onde longitudinali generate da un oggetto che vibra, la sorgente sonora,
come la corda di una chitarra, le corde vocali umane o la membrana di un altoparlante. Il suono
può essere generato e trasmesso solo in un mezzo materiale, come un gas, un liquido o un
solido. Quindi il suono non si propaga nel vuoto.
Lunghezza d’onda λ
q La lunghezza d’onda λ è uguale alla distanza tra due compressioni successive o due rarefazioni
successive.
q Il moto di vibrazione del timpano viene trasmesso al cervello il quale decodifica il segnale e lo
percepisce come suono. È necessario sottolineare come l’onda acustica non sia indotta dagli
spostamenti di masse d’aria (come ad esempio il vento), ma le zone di compressione e quelle
di rarefazione sono generate dall’oscillazione delle molecole che compongono il mezzo di
propagazione intorno alla loro posizione di equilibrio, alla quale poi ritornano quando la
perturbazione si esaurisce (la sorgente viene spenta).
q Quando la legge di variazione della pressione è descrivibile mediante una funzione di tipo
sinusoidale che varia armonicamente nel tempo si parla di Suono o Tono Puro, fenomeno
ondulatorio caratterizzato dall’avere una sola frequenza e quindi un numero di oscillazioni
costante nell’unità di tempo.
q Il diapason emette un suono puro, detto armonica, il cui andamento è descritto da una
sinusoide. Uno strumento musicale, per esempio una chitarra, emette un suono complesso, la
cui onda è determinata dalla sovrapposizione di più onde, ovvero di più armoniche.
Suono puro
q È possibile generare suoni che hanno frequenze minori o maggiori dei limiti di udibilità, anche
se normalmente questi suoni non vengono percepiti dall’orecchio umano.
q La capacità selettiva dell’orecchio si manifesta per gruppi di frequenze, detti Bande Critiche.
Suono puro
q Dall’acustica musicale, si ricorre ad analisi in bande di ottava o terzi d’ottava, ovvero a
intervalli di frequenza, con ampiezza crescente all’aumentare della frequenza stessa.
Suono complesso
q Fenomeni oscillatori della stessa natura, la cui frequenza cade al di fuori dell’intervallo
dell’udibile, per frequenze > 20000 Hz prendono il nome di Ultrasuoni, utilizzati per
applicazioni mediche (ecografia), sottomarine (sonar), geologiche e per controlli non distruttivi
e per frequenze < 20 Hz sono definiti Infrasuoni, onde prodotte da fenomeni naturali come
terremoti, eruzioni, tsunami.
q L'intervallo di frequenze che limita il campo entro il quale una specifica sorgente emette prende
il nome di banda. Dall’acustica musicale abbiamo preso in prestito le bande di ottava e le bande
di un terzo di ottava.
q Uno spettro acustico non è altro che la rappresentazione grafica, in funzione della frequenza,
del livello di pressione sonora (quella grandezza che esprimiamo in decibel e alla quale
facciamo comunemente riferimento per esprimere una misura dell’intensità del suono), ovvero
di come l’energia sonora si distribuisce nelle singole bande di frequenza.
Frequency
[Hz]
LA NATURA DEL SUONO
q Per considerare il fatto che suoni con pari valore di livello di pressione sonora, ma con
frequenza diversa vengono percepiti dall’uomo in modo diverso, occorre utilizzare dei filtri di
pesatura o ponderazione.
q Questi filtri, che non sono altro che quantità numeri che vengono sommati o sottratti al valore
di livello di pressione sonora misurato, derivano dalle applicazioni relative al campo della
psicoacustica, che costituisce quella parte dell’acustica che studia la sensazione uditiva e quel
complesso processo per cui un suono fisico diventa una percezione sonora.
y
Punto di misura Punto di misura Punto di misura
Pressione
x
Posizione
q Il grafico mostra anche l’ampiezza della pressione, che è il valore massimo della differenza tra la
pressione in una regione di compressione e il valore della pressione atmosferica normale.
q La caratteristica del suono che dipende dall’ampiezza della pressione è la sua intensità:
tanto maggiore è l’ampiezza della pressione, tanto più forte è il suono.
q L’intensità di un suono è una caratteristica sia oggettiva sia soggettiva. Infatti l’ampiezza
della pressione può essere misurata con opportuni strumenti, ma uno stesso suono può essere
percepito come più forte o più debole da persone diverse a seconda della sensibilità del loro
apparato uditivo.
q Per quanto riguarda la sua intensità un suono può essere definito forte o debole. Oltre alla sua
intensità, una nota musicale è definita dalla frequenza di oscillazione indotta nel mezzo
trasmissivo dallo strumento che la produce.
q L'intervallo di frequenze che ne limita il campo entro il quale una specifica sorgente emette
prende il nome di banda. Dall’acustica musicale abbiamo le bande di ottava e le bande di un
terzo di ottava.
25 3 6 .2
31.5 4 1.8 88.5
90
40 4 9 .1
50 57.0
63 6 4 .0 79.3 78.7 78.9
78.4 78.7
80 77.3 77.5
76.0
80 6 5.7 74.1 74.9 74.4
72.6 72.2
100 6 7.1 70.3
71.3
69.7
68.6
125 6 8 .6 70 67.1
65.7 66.1
160 70 .3 64.0
63.1
200 71.3 60.2
Livello di Potenza [dB]
800 78 .4 40 36.2
1K 78 .7
1.25K 79 .3
1.6 K 78 .7 30
2K 78 .9
2.5 K 77.5
3.15K 74 .4 20
4K 72 .2
5K 6 9 .7
10
6.3 K 6 6 .1
8K 6 3 .1
10 K 6 0 .2 00
500
125
200
315
800
20
50
80
12.5K 57.2
20 K
31.5
1.25K
2K
3.15K
8K
12.5K
5K
16 K 54 .2
20 K Frequenze [Hz]
LW r i sul t . 8 8 .5
25 104,3 112, 0
31,5 92,4
40 101,4 110, 0
104, 3
50 95,5
101, 4 101,101,
3 100,
1 4
63 93,9 100, 1
98, 8
98, 098, 5 98, 2
80 98,0 100, 0 95, 9 96, 6 96, 6
95, 2 95, 5 95, 5 94, 9
93, 9 93, 5 94, 2
100 98,5 92, 4 91, 6
92, 8
125 95,5 89, 4 89, 0
90, 0 86, 5 87, 0 87, 1
160 86,5
83, 4
200 95,9
250 87,0
80, 0
315 89,4
400 96,6
500 93,5
70, 0
630 83,4
800 87,1
1K 89,0
60, 0
1.25K 91,6
1.6 K 92,8
2K 94,9
50, 0
2.5 K 96,6
3.15K 98,8
4K 100,1
40, 0
5K 101,3
6.3 K 101,1
8K 100,4
30, 0
10 K 98,2
12.5K 94,2
16 K
Fre que nz e [Hz ]
20 K
LW risult. 112,0
12.5K
16 K
20 K Fre que nz e [Hz ]
LW risult. 125,5
q Nel caso delle onde sonore di solito la perturbazione interessa delle superfici, generando onde
che sono dette superficiali con fronti d’onda che possono essere di diversa geometria, ad
esempio piani, sferici o cilindrici. Si hanno in particolare onde sferiche, quando la
propagazione avviene lungo tutte le direzioni che si irradiano da un unico punto (sede della
sorgente sonora), per esempio nel caso di sorgente sonora avente la forma di una sfera pulsante,
attraverso un mezzo omogeneo o non omogeneo.
q Una seconda causa di attenuazione del suono, sempre presente, è l'assorbimento da parte
dell'aria ambiente. L'effetto è praticamente trascurabile alle basse frequenze e diventa
dell'ordine di 0.01 dB/m a 2000 Hz; pertanto diventa significativo per distanze dell'ordine delle
centinaia di metri e se ne deve tenere conto nella propagazione del suono all'aperto, mentre, di
solito, è trascurabile negli ambienti chiusi.
q Quando si allontana dalla sorgente che l’ha emessa, come ad esempio un altoparlante, l’onda sonora
si propaga attraversando superfici di area sempre maggiore. Attraverso le superfici indicate in figura
passa la stessa potenza, ma l’intensità del suono è minore nella superficie più lontana perché si
distribuisce su una superficie maggiore.
q La potenza trasportata da un’onda sonora si propaga con l’onda dopo che è stata emessa dalla
sorgente, che in questa figura è l’altoparlante. Perciò l’onda attraversa perpendicolarmente prima la
superficie 1 e poi la superficie 2 che ha un’area maggiore.
q Dapprima vengono sollecitati gli strati più vicini alla sorgente e successivamente quelli più
distanti con una azione che si propaga con velocità finita grazie alle caratteristiche di elasticità e
di inerzia del mezzo stesso.
q Il fenomeno sonoro provoca una sensazione nel ricettore, che ha luogo secondo le caratteristiche
di risposta proprie dell’orecchio stesso, cioè la propria sensibilità.
q Le modalità di trasmissione delle vibrazioni locali valgono sia per i solidi che per i fluidi. Nel
caso dei fluidi, che non possono trasmettere sforzi di taglio, le vibrazioni sono tuttavia sempre
parallele alla direzione di propagazione dell’onda, per cui si parlerà di onde longitudinali, mentre
nel caso dei solidi, che possono trasmettere sforzi di taglio, vi saranno anche vibrazioni
perpendicolari alla direzione dell’onda, cui corrispondono perciò delle onde trasversali.
q L’energia per unità di volume trasferita al mezzo da una sorgente sonora è data dalla
somma di due contributi: l’energia cinetica legata al quadrato della velocità di vibrazione
delle particelle nel mezzo stesso e l’energia potenziale che correla una grandezza direttamente
misurabile, come la pressione sonora con l’energia immagazzinata a causa della compressione
elastica del mezzo.
q In generale, quindi, la valutazione corretta del contenuto energetico del campo sonoro richiede la
simultanea ed indipendente misurazione sia della pressione sonora, sia della velocità delle
particelle.
p ( t ) = P ( t ) - Pa
Dove P(t) è il valore della pressione nell’aria.
q Nel caso di sorgente sferica il valore di Intensità I dipende unicamente dalla distanza r tra il
centro della sorgente ed il punto in cui viene effettuata la rilevazione.
• POTENZA SONORA
q La Potenza Sonora è definita come l’energia sonora emessa dalla sorgente nell’unità di tempo,
si esprime in Watt [W].
q Come già detto, la differenza sostanziale tra suono e sensazione sonora risiede nel fatto che non
tutti i fenomeni vibratori sono percepiti dall'orecchio umano come suono, ma soltanto le
vibrazioni aventi frequenze comprese tra i 20 Hz e 20000 Hz.
q Le frequenze che interessano la voce umana sono comprese mediamente tra 100 e 4000 Hz
mentre le frequenze caratteristiche della musica vanno da 50 a 10000-20000 Hz. Circa l’80%
dell’energia emessa dalla voce umana interessa frequenze più basse di 600 Hz. La sensibilità
massima dell'orecchio nel percepire i suoni si ha attorno ai 3500 Hz.
q Le potenze e le intensità sonore associate ai fenomeni che l’orecchio dell’uomo può percepire
hanno un ampio range di ordini di grandezza, dalla soglia dell’udibile alla soglia del dolore.
q Per questo motivo si fa uso di una scala logaritmica, nella quale, al valore della grandezza in
esame, si fa corrispondere il logaritmo del rapporto tra il valore reale misurato ed un valore
prefissato di “riferimento”, che si esprime in DECIBEL [dB].
q Il vantaggio che deriva dall’uso della scala del decibel consiste nella evidente riduzione del
campo di variabilità e riduzione degli ordini di grandezza che entrano in gioco.
q I valori di intensità, potenza e pressione acustica variano su range piuttosto ampi (la soglia di
udibilità e quella del dolore sono separate da 12 ordini di grandezza) e l’orecchio umano ha
una sensibilità approssimativamente logaritmica, è sorta quindi la necessità di esprimere
queste grandezze in scala logaritmica.
q Si è operata quindi una trasformazione nelle unità di misura passando a considerare non il
valore della grandezza ma il suo livello rispetto a un valore di riferimento.
q Le grandezze acustiche sono quindi definite da Livelli espressi in decibel [dB] al di sotto o al
di sopra del livello di riferimento.