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Introduzione all’ACUSTICA
L’acustica è la scienza del suono. I più importanti settori dell’acustica sono: l’acustica fisica, l’acustica
musicale, l’acustica architettonica, l’acustica fisiologica, l’acustica psicologica.
In FISICA
L’acustica fisica studia le proprietà e le caratteristiche del suono, inteso come ente fisico, e dei fenomeni
connessi alla sua propagazione nei vari mezzi. Studia in particolare i fenomeni legati alla riflessione, alla
diffrazione, alla risonanza, all’interferenza, all’assorbimento delle onde sonore e la loro amplificazione e
rivelazione tramite dispositivi o apparati di vario tipo. Il campo di frequenze si è esteso dalla banda
dell’udibile (onde elastiche), alle frequenze inferiori con gli infrasuoni, alla banda della sismologia (in
particolare le strutture edilizie); alle frequenze superiori (studiate dall’ultracustica), dagli ultrasuoni si è
passati agli ipersuoni. Sempre nell’ambito della fisica, l’acustica subacquea tratta i modi di propagazione del
suono e degli ultrasuoni nell’acqua e li sfrutta al fine delle telecomunicazioni (si possono superare distanze
anche dell’ordine delle migliaia di chilometri), degli impieghi militari (innesco di mine acustiche,
localizzazione di oggetti sommersi che producono la riflessione delle onde luminose), biologici (rilevamento
dei suoni emessi dagli organismi viventi), geomorfologici (rilevamento topografico dei fondali marini ed
oceanici tramite sonar o ecoscandagli), della pesca industriale (rilevamento di branchi di pesci con il sonar).
In MUSICA
L’acustica musicale studia i suoni musicali. Studia, in particolare, le nozioni relative alle scale musicali e ai
vari intervalli; i problemi relativi alle vibrazioni delle corde e delle piastre, alla propagazione del suono nei tubi
sonori e all’emissione dalle canne sonore, in relazione al funzionamento dei corrispondenti strumenti
musicali, ma comprende anche le tecniche di costruzione degli strumenti musicali tradizionali, elettrici ed
elettronici, in relazione alle caratteristiche dei suoni emessi, nonché i problemi costruttivi riguardanti gli
strumenti della musica sperimentale.
In ARCHITETTURA
L’acustica architettonica si occupa specificamente delle applicazioni dell’acustica fisica a diversi tipi di
strutture edilizie in relazione a due ordini di problemi: il primo riguarda le sale da concerto, i teatri, i
cinematografi, gli studi di ripresa cinematografica, radiofonica e televisiva (studio delle caratteristiche
volumetriche e costruttive degli ambienti, oltre che dei materiali da costruzione impiegati, al fine di ottenere
un buon ascolto in ogni punto dell’ambiente e di rendere più gradevole la riproduzione del suono); il secondo
problema riguarda lo studio delle proprietà fonoisolanti delle strutture murarie degli edifici al fine di ridurre la
presenza di suoni o rumori indesiderati all’interno dei locali che si intendono isolare acusticamente.
In FISIOLOGIA
L’acustica fisiologica riguarda i due campi dell’udito e della fonazione. L’acustica fisiologica differisce dalla
medicina perché non si interessa alle malattie, ai traumatismi e agli altri fenomeni patologici e limita
l’indagine anatomica a quanto è necessario dal lato funzionale. Dal lato uditivo, l’acustica fisiologica studia le
grandezze soggettive caratteristiche dell’ascolto (altezza, sensazione sonora, soglie differenziali di
frequenza e intensità) in relazione alle corrispondenti grandezze oggettive della stimolazione esterna
(frequenza, pressione sonora globale e sua distribuzione spettrale). Si interessa inoltre a tutti i fenomeni
caratteristici dell’ascolto (il mascheramento, la fatica uditiva, l’effetto direzionale, l’adattamento, i battimenti
mono- e binaurali e altri fenomeni temporali). Dal lato della fonazione, l’acustica fisiologica costituisce quella
parte della fonetica che comprende lo studio del meccanismo dell’emissione vocale.
In PSICOLOGIA
L’acustica psicologica è un settore della psicologia che studia il suono inteso come rappresentazione
psichica di una realtà esterna, esistente solo nella nostra mente. L’acustica psicologica studia come l’effetto
di onde elastiche sull’organo del senso dell’udito viene rappresentato mediante il suono, inteso come
sensazione psichica.
STORIA
I primi studi di acustica risalgono al secolo VI avanti Cristo con Pitagora e i pitagorici, che giunsero a stabilire
le relazioni esistenti fra la lunghezza delle corde vibranti e l’altezza dei suoni e a introdurre una delle prime
scale musicali. Con i Greci e poi con i Romani, lo sviluppo dell’acustica architettonica raggiunse traguardi
notevoli con la definizione di una forma ottimale di teatro all’aperto per un vasto auditorio. Dopo i Romani, un
progresso rilevante in acustica si ebbe solo con G. Galilei e con il suo contemporaneo M. Mersenne, che
determinarono sperimentalmente i rapporti matematici tra frequenza, lunghezza, tensione e massa delle
corde vibranti. Contemporaneamente alla ripresa degli studi di acustica, i teorici cominciarono a sviluppare la
teoria matematica delle onde, necessaria per la trattazione non solo dell’acustica, ma anche di gran parte
della fisica. L’analisi di un’onda periodica complessa nelle sue componenti spettrali, effettuata dal
matematico francese Jean-Baptiste Fourier (1768-1830), costituisce oggi uno strumento indispensabile non
solo in acustica, ma in moltissime altre branche della fisica. Il primo a collegare questi studi con il problema
fisiologico dell’udito fu il fisico tedesco Georg Simon Ohm (1787-1854), che scoprì che l’orecchio si comporta
come un analizzatore acustico in grado di scomporre un suono complesso nelle diverse componenti
armoniche. Contributi decisivi per l’avanzamento dell’acustica fisiologica furono dovuti allo scienziato
tedesco H. von Helmholtz (1821-1894), che pose anche le basi della psicoacustica particolarmente in
riferimento all’acustica musicale. La sua opera fu proseguita da G. von Békésy (1899-1972) che effettuò
esperienze basilari sull’orecchio e sull’udito. Fanno parte essenziale di qualsiasi trattato di acustica molti dei
lavori sperimentali dello scienziato inglese John Strutt, terzo barone di Rayleigh. All’inizio del Novecento
l’acustica risentì in modo determinante dell’introduzione dei tubi elettronici, l’uso dei quali ha reso possibile la
costruzione di altoparlanti, microfoni, amplificatori, registratori per frequenze acustiche e ultracustiche.
Aspetti generali
Come descritto nel precedente capitolo, i professionisti sono chiamati, in sede progettuale, a soddisfare i
valori imposti dalle nuove normative e quindi ad usare opportuni mezzi di controllo che attenuino la
propagazione dell’energia sonora sia essa provenga dall’interno sia dall’esterno dell’edificio.
A tale scopo e senza complicati calcoli di fisica acustica, si è voluto creare un aiuto per capire gli elementi
essenziali dell’acustica: le trasformazioni dell’energia sonora, la risposta dei materiali, i fattori di impedenza e
di assorbimento, aggiungendo, a concludere, alcune metodologie di intervento (anche con esempi pratici),
che superino la classica verifica affidata esclusivamente al peso della struttura come la “legge di massa”.
I tre elementi fondamentali attorno a cui ruota l’acustica sono:
• la sorgente emissiva che genera energia;
• l’elemento di propagazione (aria, acqua, legno, cemento etc.);
l’elemento ricettivo (il nostro orecchio) o un elemento che registra il fenomeno (ad esempio il fonometro);
In ambito edile si possono distinguere tre tipi di rumori:
• rumori aerei (che usano l’aria come veicolo di propagazione)
• rumori di impatto (generati dall’impatto di un oggetto su una parete o su di un solaio)
• rumori da impianti continui e discontinui (provocati da apparecchiature come:
ascensori, aria condizionata, tubazioni etc.)
Ognuno ha caratteristiche proprie e va affrontato con metodologie diverse. Il termine SUONO o RUMORE si
sviluppa in tre fasi:
• emissione
• propagazione
• ricezione
Dal punto di vista fisico é la rapida variazione di pressione atmosferica generata da un corpo vibrante es. le
nostre corde vocali, il piatto di una batteria etc. (emissione), che attraversa un corpo con caratteristiche
elastiche es. aria (propagazione) e che trasporta questa energia fino a raggiungere il no-stro timpano
(ricezione).
Se trasferiamo su un grafico cartesiano le sequenze di variazione di pressione caratterizzate da un
susseguirsi di compressione e rarefazione di particelle atmosferiche (300.000 /cm), otterremo unacurva
sinusoidale che descriverà appunto un’onda.
Le particelle non subiscono spostamenti ma ruotano intorno alla loro posizione di equilibrio trasmettendo
eslusivamente energia.

Le grandezze delle onde sonore sono:


• frequenza “ f ” espressa in Hz, equivale al numero di cicli nell’intervallo di tempo di un secondo. Affinchè
queste pulsazioni possano essere percepite dall’orecchio umano esse devono essere comprese tra 20 e
20.000 Hz;
Hertz= velocità del suono (m/sec) / lunghezza d’onda (m)
lunghezza d’onda “” equivale alla distanza, espressa in metri, fra una compressione o una rarefazione e la
successiva;
• periodo “ T ” equivale all’intervallo di tempo tra due istanti consecutivi nei quali si ha un massimo e un
minimo della pressione, ossia l’inverso della fre- quenza (1/f);
• velocità “ c ” equivale alla velocità di propagazione che risulta proporzionale alla densità del mezzo
attraversato;
> c = velocità propagazione m/s> k = costente
> E = modulo elasticità N/m
> m = densità kg/m
___________________________________
LA VELOCITA’ E’ PROPORZIONALE ALLA DENSITA’ DEL MEZZO
MEZZO
temperatura C°
v. (m/s)

ossigeno
317

aria
20
343
1200km/h = 0.333km/s = 1km ogni 3 sec
piombo
20
1230

idrogeno
20
1286

acqua
20
1450

legno
20
3300

rame
20
3560

mattone
20
3600

cemento
20
3700

aluminio
20
5100

ferro
20
5130

granito
20
6000

L’onda sonora dovrà dunque usufruire di un mezzo con caratteristiche elastiche perché possa attraversare lo
spazio tra l’emissione e la ricezione e la sua velocità sarà proporzionale alla densità del mezzo usato.
Usufruendo dell’aria come mezzo elastico l’energia sonora percorre 1 km in 3 secondi.
Osserviamo un temporale: il tuono ed il lampo sono sincroni ma noi avvertiamo il fenomeno in tempi ditinti;
ciò è dovuto alla diversa velocità di propagazione:
luce 300.000 km/sec.
suono 343 m/sec.
Avvertire con più o meno ritardo questo fenomeno ci fa intuire la distanza ed il verso di spostamento del
temporale.
Esaminiamo un vecchio giocattolo:
colleghiamo due bicchierini di plastica con uno spago sottile.
_________________________________
Conferiamo delle caratteristiche elastiche al sistema interfonico mettendo in tensione lo spago.
In questa condizione lo spago, una volta sollecitato dall’energia sonora, entrerà in vibrazione trasformandosi
in veicolo di trasmissione.
Annullando la tensione il sistema diventerà anelastico; lo spago non potrà più vibrare e sarà azzerata la
trasmissione.
L’ esempio sottolinea due cose fondamentali:
• L’assoluta necessità di avere un corpo elastico per ottenere una trasmissione acustica e di conseguenza
l’importanza di usare un elemento anelastico come elemento inibente.
• Quanto sia facile realizzare un ponte acustico (in questo caso la sezione dello spago).
• Quanto sia delicato un qualsiasi sistema fonoimpedente.
– Qualche formula…
La pressione sonora (P) viene misurata in Pascal (1Pa=1 N/m2) e varia da:
2 x 10 Pa < P < 2 x 10 Pa
soglia di udibilità < P < lesioni uditive
Una sorgente sonora irradia una certa potenza W misurata in watt (1W=1Nm/s.) es:
voce umana 10 w
Jet 10 w
La potenza W trasportata da un’onda su un fronte di superficie S (m2) si definisce intensità sonora.
I=W/S
Il campo di variabilità delle pressioni può variare con un rapporto da 1 a 10 milioni.
Il rapporto tra la pressione minima percepibile (0,00002 Pascal) e la massima sopportabile (20 Pascal), è
pari ad un milione. Per evitare di lavorare su di un’area così vasta si è ricorso all’uso del logaritmo come
compressore di scala.
L’impiego del logaritmo è anche giustificato dal fatto che tutte le sensazioni entrano nel nostro corpo
compresse, nel senso che al raddoppio dello stimolo non c’è mai un raddoppio della sensazione.
Mettendo in relazione l’intensità sonora misurata con il fonometro e l’intensità “zero” (l ) corrispondente alla
nostra soglia uditiva, si identifica il livello di intensità sonora che (espressa in dB, compressa
logaritmicamente e moltiplicata per 10), sarà:
Li=10log(I/I0)
L’equivalente di pressione sonora sarà:
Lp=10log(p/p0)=20log(p/p0)
Misurando una intensità sonora pari a zero avremo: I = I0
Li = 10log1 [log1 = 0]
Li = 10 x 0 = 0
Raddoppiando l’intensità [ I=2I0]
Li = 10log2 [log2 = 0,3]
Li = 10 x 0.3 = 3
Applicando gli stessi dati sulla pressione avremo:
Livello di pressione sonora P= P0 => Lp=0
P=2P0 => Lp=6
Ciò sta a dimostrare che al raddoppio dell’energia acustica corrisponderà un aumento di 3 dB se misuriamo
il livello di intensità sonora, e di 6 dB se misuriamo il livello di pressione sonora.
Questo ci fa capire come sia possibile che una matita su di un foglio di carta produca 23 dB ed un Jet 140
dB.
Certo non ci vogliono 6 matite per fare il rumore di un aereo.
CENNI DI FISICA ACUSTICA
Il suono è un fenomeno fisico di carattere ondulatorio che stimola il senso dell’udito.
Un’onda sonora che viaggia attraverso l’aria non è altro che una successione di rarefazioni e compressioni di
piccole porzioni d’aria; ogni singola molecola trasferisce energia alle molecole adiacenti e, dopo il passaggio
dell’onda, ritorna pressappoco nella sua posizione iniziale.
I passaggi da rarefazione a compressione variano in frequenza, intensità e durata per cui ciascun suono può
essere descritto considerando queste tre caratteristiche .
Nelle figure di questo capitolo sono riportati, nella prima, suoni della medesima intensità, ma di diversa
frequenza; nella seconda tre suoni con la medesima frequenza, ma di diversa intensità.
Le unità di misura di frequenza, intensità e durata sono rispettivamente: Hertz (Hz), dB (decibel), sec. o
msec. (secondi o millisecondi).

La relazione esistente tra suono considerato come entità fisica e la sensazione sonora non è lineare, ma
segue la legge di Weber-Fechner, secondo la quale l’intensità di una sensazione fisiologica è proporzionale
al logaritmo dello stimolo per cui quando la pressione sonora si decuplica, il livello di pressione sonora
aumenta di 20 dB.
Questo è il motivo per cui è necessario sapere che la descrizione dell’intensità può essere fatta utilizzando o
i dB SPL (Sound Pression Level) quando si parla di pressione sonora o i dB HTL (Hearing Threshold Level)
quando si tratta di sensazione uditiva. Non è quindi corretto considerare simili i dB SPL misurati con il
fonometro (strumento di misura del suono) ed livelli di soglia uditiva valutati in dB HTL con l’audiometro, se
non servendosi di idonee tabelle di conversione.
Oltre a questo è utile ricordare che l’orecchio umano non è sensibile a tutte le frequenze nello stesso modo
per cui i fonometri permettono un’analisi acustica non solo lineare, ma anche con scale ponderate secondo
la sensazione uditiva (La scala più utilizzata è quella ponderata in A ed è questa la spiegazione per cui
l’intensità è spesso espressa in dBA sottointendendo l’acronimo SPL).
Quelli che sono stati finora descritti sono i toni puri (suoni semplici, monofrequenziali) quasi sconosciuti in
natura, dove, invece sono presenti i suoni complessi e cioè la presenza contemporanea di più suoni
semplici. Nel linguaggio parlato, nella musica e nel rumore è raro percepire toni puri poichè una nota
musicale contiene, oltre alla frequenza fondamentale, anche le armoniche successive; il parlato comprende
un gran numero di suoni complessi, alcuni dei quali (ma non tutti) in relazione armonica tra loro; il rumore poi
è costituito da una mescolanza di frequenze anche molto diverse (intuitivamente è paragonabile alla luce
bianca, che è la combinazione di tutti i colori) e rumori diversi si distinguono per il diverso peso delle varie
frequenze componenti per cui la loro descrizione può avvenire solo valutandone lo spettro e cioè il peso in
dB SPL di ciascuna frequenza componente.
Per quanto riguarda la durata si distinguono:
– rumore stabile o stazionario quando le variazioni di intensità non superano 3 dB;
– rumore fluttuante quando le variazioni superano i 3 dB;
– rumore intermittente quando un rumore di durata superiore a 1 sec. cade bruscamente in più riprese
durante il periodo di osservazione;
– rumore impulsivo caratterizzato da rumori di alta intensità e durata inferiore ad 1 sec.
La variabilità temporale dei vari rumori a cui si può essere sottoposti ha portato a considerare il valore
energetico medio ossia il Livello Equivalente (Leq) che rappresenta il valore in dBA di un rumore continuo
che ha la stessa energia sonora di tutti gli eventi acustici misurati nel periodo di osservazione.
Da un punto di vista fisico, quindi, il Leq è un integrale nel tempo di misure di livelli sonori ed il loro valore in
dBALeq viene calcolato dai cosiddetti fenomeni integratori che hanno la possibilità di integrare nel tempo le
varie energie sonore e di effettuare i calcoli matematici richiesti dalla formula del Leq. Generalmente gli
strumenti forniscono direttamente i valori del Leq oltre a tutta un’altra serie di parametri che è consigliabile
conoscere quali il Lmax o livello massimo e gli Ln e cioè i valori in dB misurati percentualmente in un certo
periodo di tempo (valore di punta L10 nel 10%; valore medio L50 nel 50%; valre di fondo L90 nel 90%).
Riassumendo: il rumore viene misurato con un fonometro integratore che ne quantifica l’intensità (espressa
in dB SPL con scala ponderata in A), lo spettro grazie a dei filtri (peso in dB di ciascuna frequenza) ed il
valore energetico medio (Leq).
Fonometri particolarmente sofisticati permettono, inoltre, di dedurre da una misurazione i livelli equivalenti ad
un’esposizione al rumore di otto ore o addirittura di una settimana lavorativa.
Le unità di misura per quest’ultime valutazioni sono i dB Lep d (day) ed i dB Lep w (week).
Acustica Architettonica
L’ acustica architettonica tratta sostanzialmente del controllo della riverberazione, dell’isolamento e del
controllo del rumore e della distribuzione e dell’ assorbimento del suono.
Essa mira alla chiarezza del parlato, alla libertà da rumori esterni indesiderati e alla ricchezza della musica.
Ambienti riverberanti e semiriverberanti
Sostanzialmente si possono dividere gli ambienti in due categorie, che si differenziano tra loro in base ad
alcune proprietà:
– ambienti riverberanti
Gli ambienti riverberanti sono delle sale appositamente costruite che hanno un coefficiente di assorbimento
nullo e sono munite di schermi atti a rendere uniforme la distribuzione del suono nell’ambiente.
Le pareti sono in grado di riflettere molto bene le onde sonore e quindi ad ogni riflessione le onde sonore
subiscono perdite molto basse.
Queste riflessioni producono una distribuzione di energia acustica uniforme cosi che in ogni punto della sala
si ha l’impressione che il suono arrivi da tutte le direzioni.
Normalmente sono camere di dimensioni non elevate e hanno la prerogativa di essere non regolari.
– ambienti semiriverberanti
La maggior parte degli ambienti comuni sono di tipo semiriverberante.
A differenza degli ambienti riverberanti, gli ambienti semiriverberanti assorbono parte delle onde emesse
dalla sorgente e di conseguenza si ha una perdita di energia.
Tempo di riverbero
Il tempo di riverbero nelle camere riverberanti è abbastanza alto, generalmente dell’ordine di 3-4 secondi.
Per misurare il tempo di riverbero ci sono due metodi:
1) metodo che si basa sul regime stazionario interrotto.
Supponiamo di porre una sorgente omnidirezionale all’interno di un ambiente.
Al tempo t = 0 accendiamo la sorgente e la lasciamo accesa per un certo intervallo di tempo in modo da
saturare l’ambiente e successivamente la spegniamo bruscamente.
Se andiamo a costruire un diagramma dei livelli sonori in funzione del tempo, avremo una situazione del tipo:
→→→
Al tempo t1 arriva il fronte diretto, che assume il valore L1.
A questo punto il livello rimane costante finché al tempo t2 non arriva il suono prodotto dalla prima riflessione
che va a sommarsi al suono dell’onda diretta cosi che il livello raggiunga il valore L2.
Come prima il livello rimane costante finché al tempo t3 non arriva la seconda riflessione la quale fa salire di
un gradino ancora l’intensità.
Via via che il tempo passa questi gradini diventano sempre più piccoli in quanto ad un suono forte si somma
un suono sempre più debole e di conseguenza si raggiungerà un livello costante (che abbiamo identificato
nel grafico con L0) che rappresenta la condizione di equilibrio energetico di un ambiente.
Nel momento in cui spegniamo la sorgente si verifica la situazione opposta.
Viene dapprima a mancare l’energia del suono diretto, però mentre questa all’atto di accensione aveva
causato un brusco aumento del livello sonoro (in quanto si era passato dal silenzio totale al suono
improvviso emanato dalla sorgente) adesso l’abbassamento che ne deriva è di entità molto modesta.
Ancora più modesto è l’abbassamento dovuto al primo raggio riflesso, cosi che dopo un primo tratto a gradini
la curva tende a zero con un andamento rettilineo.
Nel momento in cui viene spenta la sorgente vi è un brusco calo del livello sonoro.
Riverberazione
La riverberazione è la persistenza del suono in un ambiente chiuso, dopo che la sorgente sonora ha cessato
di irradiare, a causa della riflessione continuata del suono sulle pareti.
la riverberazione dipende dalle dimensioni e dalla forma dell’ambiente e dalla frequenza del suono.
Potere fonoisolante di strutture divisorie verticali
Normalmente le ditte appaltatrici sono convinte che sia sufficiente un doppio muro di qualsiasi materiale per
riuscire ad avere un buon isolamento, purtroppo la fisica ci dice che ciò non è vero, se non in pochi e
fortunati casi.
Ogni muro divisorio andrebbe calcolato in funzione del suo scopo finale, tenendo conto di tutti i fenomeni
fisici ad esso associato (ovvero legge di massa, fenomeni di risonanza, frequenze di coincidenza dei
materiali e contatti meccanici).
Potere fonoisolante dei solai
Analogamente alle partizioni verticali, è necessario studiare approfonditamente il problema della
suddivisione dei locali sovrapposti, anche in funzione del successivo problema della riduzione dell’indice del
calpestio.
Grazie all’esperienza accumulata nella progettazione di sale cinematografiche multischermo, che
necessitano di elevatissimi poteri fonoisolanti tra strutture sovrapposte, si è in grado di aiutare i tecnici ed i
progettisti nell’affrontare questi complessi problemi nel migliore dei modi.
Indice di riduzione del rumore da calpestio
Se siamo sopra una soletta in cemento nuda, e la percuotiamo con un martello, o anche lasciamo cadere
una semplice biglia di vetro, al di sotto sentiremo un rumore sicuramente assai sgradevole e spropositato per
l’energia acustica impegnata nel fenomeno.
Questo è dovuto al fenomeno della trasmissibilità meccanica, fattore estremamente importante in acustica
architettonica ma altrettanto sconosciuto o non considerato.
In pratica la vibrazione indotta dall’urto del martello si propaga per via solida, trasformandosi poi nuovamente
in energia acustica tramite il prodotto della vibrazione per la superficie interessata.
Un fenomeno che quotidianamente è fonte di disturbo nelle casa di abitazione è il rumore di calpestio degli
inquilini dei piani superiori rispetto alle abitazioni sottostanti.
Una persona che cammina nel proprio appartamento con le scarpe, se il solaio non è stato adeguatamente
isolato con opportuni strati di materiale smorzante, sarà sicuramente causa di sgradevole disturbo per gli
inquilini dell’appartamento sottostante; così come verranno percepiti anche l’accidentale caduta di oggetti, lo
spostamento di mobili o la messa in funzione di elettrodomestici come lavastoviglie e lavatrice.
Isolamento acustico delle facciate
Soprattutto per le abitazioni situate nei grandi centri urbani, è un grosso problema il disturbo causato dal
rumore di traffico.
Per contrastare l’immissione dei rumori provenienti dall’esterno negli ambienti abitativi, è necessario studiare
le strutture di facciata in modo che offrano un adeguato isolamento acustico.
La scelta dei materiali e dei sistemi di facciata, deve essere condotta alla luce del clima acustico presente
nell’area in cui verrà costruito l’edificio di progetto.
Quando le condizioni al contorno sono critiche per la presenza di fonti di disturbo, la fase progettuale è
preceduta da una campagna di misure nel periodo notturno e diurno.
Distribuzione del suono
La distribuzione del suono dà la variazione del livello di pressione acustica in funzione della posizione in un
dato ambiente chiuso. Per assicurare una crescita e una diminuzione graduale del suono, sale e edifici sono
progettati in modo che il suono sia distribuito casualmente, superfici riflettenti e diffusori.
Per studiare la distribuzione del suono si usano modelli analitici con raggi luminosi, ultrasuoni e onde
ordinarie. Si può usare anche la costruzione grafica delle onde sonore di prima riflessione su varie sezioni
trasversali come indicato in figura.
Disegno sala
Acustica delle sale
Una sala acusticamente ben progettata presenta una buona chiarezza dei suoni di sufficiente intensità
(tempo di riverberazione ottimale), assenza di rumori estranei indesiderati (isolamento acustico e riduzione)
e buona distribuzione del suono.
Se il suono arriva ad un ascoltatore per due vie di lunghezza troppo diversa esso produce uno spiacevole
effetto tremolante detto eco. Un tremolio del genere si ha in un ambiente tra una coppia di pareti parallele
opposte che siano lisce e molto riflettenti. Il suono viene riflesso avanti e indietro tra le due pareti
producendo echi multipli. La focalizzazione del suono è la concentrazione del suono in un punto di un
ambiente prodotta dalla riflessione delle onde sonore su superfici curve o circolari. Il risultato è una
distribuzione ineguale del suono. Un angolo morto è una zona con
deficienza di suono, cioè dove non si sente praticamente niente, a causa dell’interferenza di due o più onde
sonore.
L’articolazione percentuale, usata a volte per classificare la chiarezza delle sale, è determinata dalla forma e
dal rumore della sala, dalla riverberazione e dall’intensità sonora soggettiva.
Chiarezza
Il nostro orecchio ha la capacità di distinguere suoni a distanza di 50 ÷ 80 ms.
Tutte le riflessioni che arrivano a meno di 50 ÷ 80 ms da un suono diretto, rinforzano questo suono.
Se le riflessioni arrivano a più di 80 ms da un suono diretto si sente l’eco (flutter echo: eco ripetuto)
L’energia che arriva prima dei 50 ms si chiama energia utile, mentre l’energia che arriva oltre i 50 ms prende
il nome di energia dannosa.
La chiarezza è dunque data dal rapporto tra energia utile fratto quella dannosa.
L’alternativa alla chiarezza è il tempo baricentrico.
Tempo baricentrico
Il tempo baricentrico (ts) è una grandezza continua e varia continuamente nello spazio. Ts è il punto dove si
equilibra l’energia utile e l’energia dannosa.
Per il parlato ts è compreso tra 30 e 70 ms ; per la musica invece ts è compreso tra 70 e 120 ms.
Impianti tecnologici
Una fonte di disturbo alquanto fastidiosa, nonché frequente negli ambienti abitativi, è generata dal
funzionamento degli impianti tecnologici continui e discontinui.
La causa di questa sorgente di disturbo è da imputarsi alla scorretta e quantomai diffusa metodologia di
istallazione degli impianti stessi tramite connessioni rigide alle strutture.
Acustica • Acoustics
Parte della fisica che studia il suono e le sue caratteristiche.
Dal greco akouein, ascoltare. Comunemente è lo studio del suono e dei suoi comportamenti nei veri mezzi
ed ambienti in cui esso si propaga, comprendendo gli effetti di assorbimento, riflessione, interferenza,
rifrazione, diffrazione. In senso più ampio l’acustica è la fisica del suono trattata in tutti i suoi aspetti. Fino
all’inizio del xx secolo ‘suono’ ed ‘acustica’ si riferivano alle vibrazioni elastiche ed alle onde sonore nel
campo udibile dell’uomo: i territori dell’acustica oggi sono invece connessi con vibrazioni e onde non
associati direttamente o indirettamente con i processi uditivi. Spesso riguardano frequenze ed intensità al di
sopra o al di sotto dei limiti di udibilità umana.
Algoritmo • Algorithm
Specificazione della sequenza di operazioni da effettuarsi per la soluzione di un problema. Tale sequenza
può essere rappresentata con un diagramma di flusso e successivamente codificata con istruzioni nel
linguaggio di programmazione.
Armonica • Harmonic
Oscillazione pura (sinusoidale) appartenente ad una serie i cui termini sono multipli della frequenza
fondamentale. Le armoniche contribuiscono alla determinazione del timbro.
In acustica, quando un oggetto che vibra (ad esempio la corda di uno strumento musicale) è posto in
movimento, vibra sia per intero con una frequenza detta ‘fondamentale’ sia, con minore intensità, con alcune
sue sezioni. Se queste lunghezze minori corrispondono a frazioni intere della lunghezza totale della corda
(1⁄2, 1⁄3, 1⁄4…) le loro frequenze di oscillazione sono chiamate ‘armoniche’ e sono multipli interi della
fondamentale.
Bit
Cifra binaria. È la più piccola unità di informazione dell’elaboratore. Un bit può assumere solo due valori
rappresentati numericamente da I oppure da 0. Fisicamente, si può paragonare alla condizione di «aperto» o
«chiuso» di un interuttore.
Byte
Unità d’informazione costituita da 8 bit.
Decibel (dB)
Unità di misura relativa dell’ampiezza di un segnale. L’intensità espressa in decibel è proporzionale al
logaritmo del rapporto fra l’intensità del segnale ed un valore di riferimento.
forma d’onda • wave form
È determinata dal numero delle componenti parziali e dal rapporto di frequenza, ampiezza, fase.
Frequenza • Frequency
Il numero di ripetizioni di una funzione periodica in un secondo. È il parametro che permette di riconoscere
che un suono è più acuto o più grave di un altro. Si misura in § hertz (Hz)
Frequenza Audio • Audio Frequency
Qualsiasi frequenza compresa nella ‘zona’ udibile, normalmente tra i 20 e i 20000 Hz.
Frequenza di taglio • Cutoff frequency
Il valore di frequenza che fissa il limite della banda passante in un filtro.
Frequenza di campionamento • Sampling rate
Il numero di campioni che vengono usati in un secondo per definire un segnale. Per rappresentare
accuratamente un segnale, la frequenza di campionamento deve superare il doppio della frequenza relativa
alla componente più alta del segnale campionato. Lo standard più diffuso è di 44.100 campioni al secondo. §
registrazione digitale.
Funzione sinusoidale • Sine function
Funzione trigonometrica descrivente la proiezione verticale di un moto circolare uniforme. È la relazione
fondamentale nell’analisi delle forme d’onda secondo il § teorema di fourier; i suoi parametri sono
l’ampiezza, il periodo e la fase.
Hertz (Hz)
Unità di misura della frequenza di un segnale: equivale al numero di periodi in un secondo. Un suo multiplo
comunemente usato è il Kilohertz (KHz), che corrisponde a 1.000 Hertz.
Lunghezza d’onda • Wave length
Per qualsiasi onda periodica è la distanza di un punto in un’onda data e il punto corrispondente nel ciclo
successivo dell’onda, rappresentato con la lettera l.

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