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Andrea Peracchi 131547 Lezione del 12 novembre 2001 ore 14.30-16.

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CORSO DI FISICA TECNICA
ANNO 2001-2002
PROF. ANGELO FARINA
FACOLTA DI INGEGNERIA UNIVERSITA DEGLI STUDI
DI PARMA


Lacustica un argomento abbastanza vicino alla nostra esperienza sensoriale
diretta e che conseguentemente non ha grosse difficolt concettuali a venire
compreso. Il meccanismo di generazione e propagazione di un suono sicuramente
molto complesso da descrivere matematicamente, ma comunque intuitivo capirne
gli aspetti fondamentali osservando ci che ci circonda. Sappiamo tutti cos il suono
perch lo percepiamo in maniera diretta.
Che il suono trasportato dallaria altrettanto facile da mostrare con
lesperimento di una sveglia sotto una campana di vetro nella quale si fa il vuoto:
man mano che la pressione dellaria nella campana cala (ovvero viene tolto il mezzo
della propagazione), il suono della sveglia si affievolisce fino al silenzio completo
quando si raggiunto il vuoto spinto.

Figura 1 Esperimento della sveglia

Dunque il suono una perturbazione dellaria; di conseguenza viene possibile lo
studio di questa perturbazione con le nozioni di cui siamo in possesso: laria un gas
perfetto e dunque la sappiamo trattare, mentre lo studio del movimento delle
particelle compito della fluidodinamica.
Quando si parla, le particelle daria che escono dalla bocca non viaggiano
nellaria con un moto dassieme: se le particelle daria fossero tante palline disposte
in un reticolo regolare, tramite una perturbazione la pallina si sposta dalla sua
posizione di equilibrio, urtando la successiva e poi torna al punto di partenza, e cos
via. Un altro modello fisico di tale mezzo considerare le particelle daria come la
successione di volumi dotati di massa e di molle connesse tra loro: se viene
perturbato lo stato di quiete di uno di questi volumi, esso comincer ad oscillare
attorno alla sua posizione di equilibrio caricando e scaricando le molle che lo
connettono alle masse adiacenti che, a loro volta, iniziano ad oscillare.
Le onde sonore hanno la caratteristica fondamentale che le particelle della
materia coinvolta nel trasporto del suono fluttuano intorno alla posizione di
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equilibrio seguendo un moto che avviene parallelamente alla direzione dellonda (in
questo caso si parla di onde longitudinali).
rilevante osservare che non solamente le onde sonore trasmettono il suono: se
considero una persona che parla in una stanza, possibile che la sua voce possa
essere udita (se il locale non correttamente insonorizzato) anche in una stanza
adiacente; in tal caso per le onde sonore si propagano nelle infrastrutture sotto
forma di altre onde di tipo trasversale (in cui la fluttuazione delle particelle avviene
perpendicolarmente alla direzione dellonda, come per esempio onde di taglio o di
riflessione), le quali poi irradiano onde sonore nellambiente ricevente.

Si tratta di un meccanismo di trasporto dellenergia senza trasporto di
materia, eppure la materia necessaria affinch si verifichi tale trasporto poich il
campo acustico ha bisogno di una materia in cui potersi propagare. Anche se le
singole particelle rimangono nella stessa posizione e rimbalzano avanti e indietro
attorno alla posizione di equilibrio, se tolgo le particelle, tolgo anche la
propagazione. Il suono dato dal moto delle particelle che compongono laria, pur
non essendoci un moto dassieme. un movimento locale attorno alle posizioni di
equilibrio che rimangono le stesse poich non si ha fenomeno di trasporto di massa
nel suo complesso.

Questo movimento delle particelle daria avviene secondo la legge del moto:
dato che la propagazione si verifica in un sistema tridimensionale, il moto pu
avvenire in qualunque direzione e quindi si definiscono i seguenti vettori:
vettore spostamento S
r
,
vettore velocit u
r
,
vettore accelerazione a
r
,
che rappresentano, per ciascun punto dello spazio dove sta andando il fluido di cui ne
vogliamo studiare il moto, la sua accelerazione e la sua velocit.
Nel caso che stiamo considerando lo spostamento avviene lungo lasse x (per
tale motivo i vettori che si utilizzeranno sono X
r
,
x
u
r
,
x
a
r
) e le particelle di fluido si
muovono di un moto di tipo oscillatorio attorno alla posizione di equilibrio che ha
spiccate analogie con quello che in meccanica si studia come il moto di un pendolo:
le oscillazioni semplici di un pendolo che va avanti e indietro attorno alla sua
posizione di equilibrio coincidono con le oscillazioni delle particelle daria.



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Figura 2 Oscillazione di una particella daria attorno alla sua posizione di
equilibrio

Nota preliminare: teoria del moto armonico
Il moto armonico si ha ogni qualvolta la forza di richiamo su
una particella spostata dalla posizione d'equilibrio proporzionale
allo spostamento.
Esempi comuni di un tale moto sono un corpo attaccato a una
molla e un pendolo semplice (per piccoli spostamenti
dall'equilibrio).


Figura 3
Il moto armonico trova inoltre applicazioni nello studio delle
onde sia sonore, sia elettromagnetiche e, in generale, di tutti i
fenomeni di tipo periodico.
Pi in generale diremo moto armonico il moto individuato su
un diametro della circonferenza (o su una retta qualsiasi parallela
al diametro medesimo) da un punto che si muove di moto
circolare uniforme sulla circonferenza medesima.
Figura 4
Detto P il punto che si muove di moto circolare uniforme con
velocit angolare sulla circonferenza di raggio R e sia la sua
posizione angolare in un generico istante t.
Quando P percorre la circonferenza, le sue proiezioni sui due
assi, rappresentate dai punti X e Y, si muovono avanti e indietro
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sugli assi, oscillando attorno al centro O della circonferenza. In
particolare quando P si muove da A verso B, la proiezione X si
muove da A verso O; quando P va da B a C, X va da O verso C;
quando P va da C a D, X ritorna da C verso O e quando P
conclude il giro da D ad A, X ritorna da O verso A.
Il tempo impiegato dal punto che si muove di moto armonico
a percorrere l'intero diametro e ritornare alla posizione di partenza
(oscillazione completa) coincide con il tempo impiegato dal punto
per percorrere l'intera circonferenza. Il periodo di un'oscillazione
completa del moto armonico coincide con il periodo del moto
circolare. Quindi il moto armonico avr anche la stessa frequenza
e la stessa velocit angolare del moto circolare uniforme.
Inoltre dalla figura si ricava = cos R X , ma trattandosi di
moto circolare uniforme, vale la relazione t
0
+ = dove
0

la posizione angolare iniziale
Quindi la legge oraria del moto armonico semplice :
) t cos( R ) t ( x
0
+ = . (1)
Tale formula giustifica il nome ampiezza assegnato a R, che
costituisce il massimo valore assoluto di x; la quantit
0
t + si
chiama fase, la quantit
0
si chiama costante di fase. D'ora in poi
supponiamo che la costante di fase sia zero.
La velocit
x
u del moto armonico la proiezione sull'asse x
della velocit u del moto circolare di P.
Si pu dedurre che la velocit :
nulla agli estremi A e C di oscillazione;
massima al centro O di oscillazione;
negativa da A a C;
positiva da C ad A.

La sorgente sonora normalmente una superficie mobile; dunque per studiare
lorigine fisica del suono e meglio comprendere il meccanismo della propagazione
nel mezzo si pu fare riferimento alla classica esperienza del cilindro con un
pistone in grado di muoversi di moto alternato lungo lasse longitudinale; potrebbe
essere, per esempio, il cono mobile di un altoparlante. Si supponga che il tubo sia
riempito con un mezzo comprimibile (per esempio laria) e che sia tanto lungo da
potere trascurare le riflessioni allaltro estremo. Se il pistone si muove
alternativamente avanti e indietro, produce nel mezzo compressioni alternate a
rarefazioni. A causa delle forze di tipo meccanico interne al mezzo, le compressioni e
le rarefazioni si propagano lungo il tubo.

Figura 5 Onda longitudinale

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Tale velocit viene a sua volta imposta alle particelle a contatto con il pistone, le
quali, per lipotesi delladerenza, seguono la parete solida e vengono trascinate con
s; queste a loro volta muovono le particelle successive e cos via.
Dunque il moto originato dallimposizione di una velocit al contorno ovvero
si pu dire che la condizione al contorno del campo fisico una velocit. Il modo pi
semplice per imporre questa velocit attraverso un albero rotante con una biella;
Lalbero ruota attorno al suo centro con una velocit angolare

[
s(secondo)
(radianti) rad
] e
ha un certo disassamento della biella di R; quindi la legge del moto che il pistone
segue di tipo armonico:

) sen( R ) ( X = (2)
per cui la velocit
) cos( R
d
) ( dX
) ( u
x
=

= (3)
per cui laccelerazione
) sen( R
d
) ( du
d
) ( X d
) ( a
2 x
2
2
x
=

= (4)

r
0
x

Figura 6 Pistone generatore di onde acustiche

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Laria un mezzo elastico cosicch, muovendo in avanti il pistone per un
piccolo tratto, se ne comprime lelemento diretto a contatto con la superficie del
pistone e quindi si provoca un aumento locale di pressione. Aumentando il
movimento del pistone, lelasticit dellaria provoca allora unespansione nella
direzione di allontanamento del pistone (in quanto questo un corpo rigido).
Le molecole che costituiscono lelemento daria in pressione spingono allora
quelle costituenti lelemento adiacente comprimendolo; in questo modo, per spinte
successive, ha luogo la propagazione, lungo il condotto, della perturbazione causata
dal movimento del pistone. Muovendo il pistone in senso opposto ha luogo
esattamente lo stesso fenomeno: una momentanea depressione dellelemento daria
richiama altro gas dal volume adiacente che a sua volta lo richiama da quello
precedente e cos via; in questo caso si ha per un valore negativo della pressione.
Pressioni positive e negative sono intese come valori superiori o inferiori a quello
della pressione atmosferica del gas (aria) posto nel tubo in condizioni di riposo.
Lorecchio umano lo strumento in grado di farci percepire le variazioni di
pressione come fenomeni acustici; queste perturbazioni generate dal movimento del
pistone non sono per percepibili come suono dallorecchio: se un singolo fronte
donda raggiunge il nostro orecchio noi possiamo percepire un colpo con un tono
secco o sordo che dipende dalla velocit con cui stato mosso il pistone.
Per avere una vera e propria generazione di suono necessario di una serie
continua di onde di pressione che equivale a muovere continuamente avanti e
indietro il pistone con una certa velocit.


Figura 7 Diagramma orario di un moto armonico

Figura 8 Diagramma velocit tempo di un moto armonico
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Figura 9 Diagramma accelerazione tempo di un moto armonico

I grafici delle equazioni del moto armonico sono rappresentati nelle figure
limitatamente a un periodo, cio al tempo

=
2
T
Dall'osservazione del diagramma orario si possono dedurre le seguenti propriet:
per 0 t = e per

=
2
t il punto Q (proiezione del punto P sull'asse x) si trova
nell'estremo A di oscillazione;
per

=
2
t il punto Q si trova nell'estremo B di oscillazione;
per

=
2
t e per

=
2
3
t il punto Q passa attraverso il centro O di
oscillazione.
Dall'osservazione del diagramma orario si pu dedurre il diagramma velocit
tempo. Tenendo conto che la velocit la pendenza della retta tangente al
diagramma orario, si ha che la velocit :
nulla agli estremi A e C di oscillazione dove la pendenza della tangente
zero;
massima al centro O di oscillazione dove la pendenza della tangente
massima;
negativa da A a C;
positiva da C ad A.
Analogamente, essendo l'accelerazione la pendenza al grafico velocit tempo,
si ha che l'accelerazione :
nulla nel centro O di oscillazione dove la pendenza della tangente zero (per

=
2
t e per

=
2
3
t );
massima in valore assoluto agli estremi A e C di oscillazione dove
massima la pendenza della tangente (per

= t e per

=
2
t );
negativa da A a O e da O ad A;
positiva da O a C e da C a O.

La particella daria immediatamente a contatto con il pistone segue questa legge
di tipo armonico, ma cosa succede alle particelle daria che stanno pi in l non
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cos scontato, ovvero potrebbe variare la legge del moto (non detto che questa
legge si trasmette tale e quale a qualunque distanza dalla superficie a contatto col
pistone). In generale si ha una variazione di ampiezza: normalmente allontanandosi
dalla sorgente il campo si estingue; lampiezza delloscillazione si riduce e
contemporaneamente si hanno degli sfasamenti poich la propagazione non avviene
in un tempo nullo (il suono impiega del tempo a spostarsi nellaria dato che ha una
velocit di propagazione finita). Quella che non varia la frequenza, infatti si
ipotizza che tutti i fenomeni che riguardano il campo acustico siano lineari.

Un sistema (che pu comprendere non solo il campo acustico) si dice lineare se:
segnale A segnale
A
R
segnale B segnale
B
R


applichiamo in ingresso al sistema un segnale dingresso A e il sistema risponde
con un segnale
A
R ; analogamente per un segnale dingresso B. Allora:

B A B A
R R R B , A
+
= + (5)

segnale B A+ segnale
B A
R R +


Dunque un sistema lineare si gode della propriet additiva sia allingresso che
alluscita: se sommo due segnali in ingresso, alluscita trovo la somma delle
risposte che ciascun segnale da solo mi dava (il nostro il caso particolare in cui
A e B sono uguali).

Il campo acustico un sistema lineare fino a livelli sonori altissimi: il problema
di avere fenomeni non lineari nellaria in cui devono vivere degli esseri viventi non
si pone; esistono nella tecnologia moderna eventi in cui si ha a che fare con fenomeni
di propagazione acustica fortemente non lineari (per esempio: scarico di un reattore,
esplosione di una bomba atomica). Le onde che si propagano non si chiamano pi
onde acustiche ma onde durto, che non vengono studiate dallacustica. La non
linearit pu presentarsi nei trasduttori, in particolare negli altoparlanti; essi sono
dispositivi altamente non lineari: il segnale che esce dallaltoparlante composto
anche da distorsioni che non fanno parte del fenomeno della propagazione acustica,
ma di fenomeni elettromagnetici: una volta che una certa legge del moto stata
prescritta allaria dal cono che si muove dellaltoparlante, laria propaga questa legge
del moto in maniera perfettamente lineare.
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Il concetto importante comunque che se ad un sistema lineare applico in
ingresso uneccitazione che un segnale armonico semplice, in uscita si pu avere
una variazione di ampiezza e velocit del segnale, ma non di frequenza. Mentre, se il
sistema genera una risposta a frequenza diversa da quella delleccitazione, allora
questo sintomo di non linearit.

Definiamo le principali grandezze utilizzando le leggi del moto armonico:
SUONO PURO (detto anche tono puro) una legge del moto rappresentata
graficamente da ununica sinusoide; per un suono puro le grandezze fondamentali
che si definiscono sono
la frequenza f (numero di giri che fa il motore di quellalbero nellunit di
tempo):
2

f =
[ Hz
s
1
= (Hertz)] (6)


Figura 10 - Differenza tra i suoni generati da onde di uguale ampiezza,
ossia con la medesima intensit, e con frequenze
che siano in rapporto di 2 a 1

il periodo T (inverso della frequenza, unoscillazione completa che mi riporta
al punto di partenza ovvero il tempo necessario affinch il sistema completi
unoscillazione e si rimetti nella condizione da cui partito):

2
f
1
T = =
[s (secondo)] (5)

Quando un suono ha una forma donda caratterizzata da una legge che si ripete
sempre uguale a se stessa dopo un certo intervallo, si chiama un suono periodico.
Dunque il suono puro un suono periodico; eppure esistono suoni non puri che sono
periodici (forma donda complicata come il dente di sega che viene ripetuta sempre
uguale e dunque esiste un periodo di ripetizione). La periodicit non garanzia di
purezza:
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lampiezza A (parlando di velocit, valore massimo che la forma donda
assume).
Figura 11 Ampiezza e volume
L'ampiezza dell'onda la propriet fisica che determina il volume dei suoni.
Essa rappresenta lo spostamento massimo delle molecole d'aria che oscillano
intorno alla posizione di equilibrio al passaggio della perturbazione acustica.
All'aumentare di questo spostamento aumenta la forza con cui le molecole
colpiscono la membrana timpanica e, quindi, l'intensit del suono che
percepiamo. Le tre onde qui rappresentate sono caratterizzate dalla stessa
frequenza: producono il suono della stessa nota, ma vengono udite a volume
diverso.

Dunque la legge del moto delle particelle dellaria pu essere scritta come:

) sen( A ) ( X = (6)

) cos( u ) cos( A u
MAX x
= = (7)

Il suono possa diffondersi, il mezzo attraverso cui viaggiano le onde sonore deve
essere elastico, dunque ritornando al caso del pistone mobile, si pu dire che la
compressione dellaria (essendo un mezzo elastico), dovuta all'avanzata del pistone,
viaggia con velocit finita.

SUONO PURO SUONO PERIODICO
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Quindi ad un determinato istante di tempo e ad una opportuna distanza dal
pistone, esister sempre uno strato di particelle rimaste ferme che costituisce una
barriera all'avanzamento delle particelle perturbate dal moto del pistone. Si ha il
cosiddetto fenomeno di confinamento inerziale il quale fa s che, sebbene non vi sia
una parete solida, il volume del gas diminuisca e che, di conseguenza, aumenti la
pressione. Quando il pistone torna indietro, il volume e la pressione ritornano ai loro
valori originari: anche la pressione segue il moto del pistone fluttuando nel tempo
con legge sinusoidale.

cost V p

=
(8)
0 1 2 3 4 5
0
0.5
1
1.5
2
2.5
3
Volume
P
r
e
s
s
i
o
n
e
Figura 12 Compressione del pistone e relativo grafico di oscillazione della
pressione in funzione del volume

Il sistema , seguendo questa legge, osciller intorno al punto (
0 0
V , p ) , cio
intorno alla pressione atmosferica. Quando il suono si propaga, dobbiamo accettare il
fatto che non c solo il moto della particella, ma questo moto anche accompagnato
da fluttuazioni della pressione in un punto; questo corrisponde, nel caso del
pendolo, al fatto che lenergia si trasforma periodicamente da potenziale a cinetica e
viceversa (il pendolo un sistema conservativo).
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O
Energia cinetica massima

Energia potenziale nulla
Energia cinetica nulla

Energia potenziale massima

Figura 13 Pendolo semplice

Anche nel campo acustico succede qualcosa del genere, ovvero, pur non
essendo un sistema conservativo (nel campo acustico lenergia entra da una parte ed
esce dallaltra; ovvero dal punto di vista energetico un sistema di trasporto di
energia, e dunque aperto: c una fonte che produce energia e c un recettore che
lassorbe), nel corso della propagazione si ha un periodico travasarsi di energia tra la
sua forma cinetica e la sua forma potenziale. Dalla legge del moto si nota che ci
sono degli istanti in cui le particelle hanno velocit nulla; quando la velocit di una
particella nulla, inevitabilmente nulla lenergia cinetica associata alla particella.
Per il primo principio di conservazione dellenergia insegna che lenergia non si
crea e distrugge, ma si trasforma, dunque in questa situazione essa immagazzinata
sotto forma di energia potenziale, ma non energia potenziale gravitazionale come
nel caso del pendolo che oscilla; in tale istante le particelle dispongono di energia
potenziale poich si trovano momentaneamente ad una pressione diversa da quella
atmosferica. Quindi cos come oscilla la particella attorno alla sua posizione di
equilibrio, cos oscilla anche la pressione. Il contributo cinetico fruibile fino a che
la particella in movimento; quando questa si ferma per un attimo primo di
riportarsi nella posizione iniziale, lenergia immagazzinata diventa potenziale,
presente nel campo sonoro appunto sotto forma di pressione.
Se vado a diagrammare landamento della pressione (pressione atmosferica in
assenza della perturbazione causata dal campo acustico) nel tempo, avendo definito
con p la pressione acustica, che non la pressione totale nel punto, ma una
pressione relativa poich la differenza tra la pressione istantanea ) ( p e la
pressione atmosferica media ) ( p
0
101325Pa nel punto considerato:

0
p ) ( p p = (9)

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pressione atmosferica
pressione sonora
0 2 4 6 8 10 12
0
0.5
1
1.5
2
2.5
3
3.5
4
4.5
5
0
p
tempo



Figura 14 Fluttuazione con legge sinusoidale della pressione attorno alla
pressione atmosferica
0
p

Quando due particelle si avvicinano localmente la pressione si innalza, mentre
quando due particelle rimbalzano lontano luna dallaltra, il gas si dirada e la
pressione scende al di sotto del valore della pressione atmosferica. Queste
fluttuazioni di pressione sono piccole, poich la pressione acustica enormemente
pi piccola rispetto alla pressione atmosferica: una pressione acustica di 1 Pa
(
MAX
p ) equivale a un livello di pressione sonora
p
L di circa 91 dB (molto elevato e
addirittura dannoso per lorganismo umano). Dunque la fluttuazione di pressione
rispetto a
0
p trascurabile, perch un valore centomila volte pi piccolo del
valore medio che ha la pressione atmosferica; stiamo quindi parlando di un
fenomeno che implica un trasporto di informazione con una minima spesa
dellenergia. Una tale legge del moto si propaga anche in istanti molto grandi con
pochissima variazione: vero che cambier ampiezza, che ruoter la fase, ma la
forma donda viene trasportata priva di alterazioni a distanze anche notevoli e
rimane perfettamente decifrabile il significato del suono. La capacit di trasportare
informazione grandissima in rapporto alla quantit di energia impiegata (solo
recentemente se riusciti a trasportare lo stesso livello di informazione voce
umana, parlando di telefonia cellulare a distanze maggiori di quelle di cui in
grado di fare il campo acustico impegnando potenze confrontabili con queste). un
efficiente sistema di trasporto: con segnali dotati di pochissima energia si in grado
di trasportare un quantitativo di informazione notevole anche a grandi distanze.

La propagazione dellonda sonora nel tubo avviene con progressivo ritardo di
fase perch londa impiega del tempo per propagarsi, con attenuazione pressoch
nulla dellampiezza. Suppongo di avere un tubo anche molto lungo (distanze
chilometriche); se introduco un segnale che d luogo a una pressione di 1 Pa, al
termine del tubo trovo un segnale con pressione di ancora 1 Pa. Il problema che
pone un tale tipo di trasporto dellinformazione la sua velocit, che non n
infinita n molto grande (gli aerei supersonici volano ad una velocit superiore: il
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suono che laereo vorrebbe buttare in avanti viaggia alla sua stessa velocit e quindi
si ammucchia tutto sul muso dellaereo; a forza di accumularsi pu raggiungere
livelli tali da diventare una vera e propria onda durto, spaccando in due laereo a
causa dellenorme sollecitazione a cui sottoposto laereo ma in questo caso si
entra a che fare con lacustica non lineare che una scienza che ha pi a che fare
con la gasdinamica che con lacustica vera e propria).
La velocit con cui londa sonora si propaga dentro questo tubo si chiama
0
c :
s
m
340
0
c (10)
Tale velocit non dipende dalla forma donda: tutti i suoni, a tutte le frequenze,
ampiezze, viaggiano con la stessa velocit. Dunque la propagazione del suono oltre
ad essere un fenomeno lineare anche non dispersivo. Si chiamano invece
dispersivi i fenomeni di propagazione che avvengono con velocit variabile, e che
tendono a distruggere la forma donda del segnale tutte le volte che la stessa non
una sinusoide perfetta: se abbiamo due sinusoidi che viaggiano con velocit
differenti, si combinano in maniera diversa rispetto a prima poich una subisce un
ritardo maggiore dellaltra.
bene osservare che il moto delle particelle daria attorno alla loro posizione
di equilibrio non ha niente a che vedere con il moto di propagazione dellonda che si
diffonde con un velocit c e che indipendente dalla legge del moto; al contrario
ogni suono ha una diversa legge del moto e dunque cambia la velocit delle
particelle (u). Nel momento in cui la particella daria oscilla, lenergia dellonda
gi passata, dunque si pu dire che la velocit del movimento diversa dalla
velocit di movimento.
Lespressione matematica corretta facilmente ricavabile dalle equazioni che
descrivono la pressione in campo sonoro sono quelle dei gas perfetti, gi incontrate
nella termodinamica,:

mRT V p =

=
0 0
V p V p (11)

dove = rapporto tra calore specifico a pressione costante e calore specifico a
volume costante
=
0 0
V p punto di equilibrio intorno a cui avviene la fluttuazione.

Ricordando che la densit il reciproco del volume specifico (
V
1
= ) posso
scrivere la legge dei gas perfetti come:

=
0 0
p p

Quindi la pressione in funzione della densit risulta essere:


=
0 0
p p

La pressione non cresce linearmente con la densit ma esponenzialmente, cio
con la densit elevata alla . Si pu calcolare la pendenza di questa curva tramite la
sua derivata e nellipotesi di piccoli spostamenti valutarla nel punto di equilibrio che
si riferisce, in tal caso, alla pressione atmosferica
0
p ; si ottiene cos:
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In particolare unanalisi dimensionale della derivata fa scoprire che questa ha le
dimensioni di una velocit al quadrato, infatti il rapporto

p
dimensionalmente
corrisponde a
2
2
s
m
; quindi questa velocit , che non quella delle particelle, ma
bens quella di propagazione dellonda sonora nel mezzo pari a:


0
0

p
c = (12)

ma, per lequazione dei gas perfetti: T R
p
0
0
=

,
dunque tale relazione viene scritta come:

RT c = (13)

il che conferma quanto supposto precedentemente cio che la velocit di
propagazione dipende dal mezzo e non dalla ampiezza o dalla frequenza.
Questa relazione mi d una dipendenza dalla temperatura: a bassa temperatura la
velocit del suono nellaria bassa e cresce allaumentare della temperatura. La
velocit del suono stata misurata con il famoso esperimento delle cannonate: prima
il lampo prodotto dalla combustione della polvere, dopo il boato; misurando il tempo
di ritardo tra lampo e boato a varie distanze dal cannone.

Questa significativa proporzionalit tra la velocit del suono e la temperatura
rende possibile la cosiddetta termometria acustica. Uno degli impieghi di questa
branca dellacustica la determinazione della temperatura in ambienti difficilmente
accessibili anche dalle sonde di misurazione. Per la misurazione della temperatura in
tali ambienti, le fornaci ad esempio, si dispongono due microfoni che distanziati tra
loro e rilevano la presenza in un certo istante di unonda acustica; conoscendo quindi
la distanza d tra i due microfoni e il tempo che londa ha ritardato su un
microfono possibile , tramite la formula

=
d
c , determinare la velocit e quindi
tramite la relazione precedente ( RT c = ) risalire alla temperatura

Nei liquidi la relazione:

0
c

= (14)
dove
cost T
V
p
V
=

= chiamato modulo di compressibilit isoterma e


0
0
0
) 1 (
0
p p
p p
p
0


=
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rappresenta la attitudine di un liquido a crescere di
pressione per una certa variazione di volume;
mentre nei solidi:

0
E
c

= (15)
dove E chiamato modulo elastico di compressione.

Essendo i liquidi solitamente poco comprimibili, la velocit del suono in un
mezzo di questo tipo spesso abbastanza elevata. Questa anche la causa delle
diffusissima incapacit di determinare la provenienza di un suono quando siamo in
immersione; infatti la determinazione della provenienza di una suono
principalmente basata sul tempo di ritardo che londa acustica accumula nel
raggiungere lorecchio pi lontano dalla sorgente sonora. Nel corpo umano le
orecchie sono distanziate circa di 170 mm; in aria la velocit del suono di circa
340
s
m
quindi un segnale direzionato lateralmente impiega un 1 ms in pi per
raggiungere lorecchio pi lontano dalla sorgente sonora rispetto a quanto impieghi a
raggiungere quello pi vicino. Il tempo di ritardo aiuta quindi il cervello
evolutivamente addestrato a riconoscere la provenienza dellonda acustica. Il nostro
sistema uditivo infatti "calibrato" per percepire suoni provenienti dall'aria: in base
al ritardo che impiega un suono a giungere alle nostre orecchie (IDT, interaural delay
time o ILD, interaural level difference per le alte frequenze), capiamo da dove arriva.
In acqua per la velocit di propagazione quintuplica e quindi il tempo di
ritardo cinque volte pi piccolo rispetto a quello che siamo abituati a registrare.
Questo provoca un disorientamento del cervello che quindi lo ritiene provenire
sempre dalla stessa direzione cio quella frontale.


Mezzo Velocit del suono [ s m ]
Rame 3650
Argento 5100
Nickel 4970
Oro 2000
Platino 2650
Stagno 2500
Ottone 3500
Alluminio 5100
Acciaio 5060
Quarzo 5486
Piombo 1230
Ferro 5130
Ardesia 4500
Vetro 4000-5500
Marmo 3810
Mattone 3650
Sughero 500
Granito (a 293 K) 6000
Avorio 3010
Lezione del 12 novembre 2001 ore 14.30-16.30


-17-
Gomma vulcanizzata 54
Acqua (a 297 K) 1430
Legno di pino 3313
Legno di quercia 3837
Legno di olmo 4108
Legno di abete 4640
Legno di acero 4110
Legno di frassino 4670
Legno di pioppo 4280
Alcol 1240
Benzina 1166
Aria (a 273 K) 330
Ossigeno 317
Azoto (a 300 K e 1 BAR) 355
Azoto (a 300 K e 100 BAR) 379
Mercurio 1451
Glicerina 1895
Idrogeno (a 273 K) 1286
Freon 156
Elio 600

Tabella 1 La tabella riporta alcune velocit di propagazione del suono
caratteristiche degli elementi citati .

Osserviamo che lazoto non pu essere considerato un gas perfetto perch la
velocit del suono varia con la pressione. E' importante osservare che, oltre all'alta
velocit dellonda sonora, lacqua possiede un bassissimo coefficiente di perdita: il
suono infatti pu percorrere in acqua anche centinaia di chilometri prima di perdere
ampiezza.

Considerando l'esempio del pistone e il concetto di mezzo elastico e massivo,
andando a osservare l'andamento del moto da un punto distante
n
x dallo stantuffo, si
nota che lo strato di particelle aderenti al pistone agisce elasticamente trasmettendo
la spinta al secondo strato dopo un certo istante di tempo; quindi l'onda sonora non si
propaga a velocit infinita, ma con la velocit c che stata definita prima. La velocit
della generica particella ( che, importante ripeterlo, non la velocit dell'onda )
presente nel tubo in corrispondenza dell'ascissa
n
x ricavabile tramite una
traslazione nel tempo della legge vista in precedenza:

)]
c
x
( [ sin A ) x , ( X
n
n
= (16)
La traslazione
c
x
n
non altro che il tempo necessario per percorrere la distanza
n
x .

Dire che il suono viaggia con questa velocit vuol dire che se impongo una certa
legge del moto al pistone, trascorso un certo tempo, trover questa legge del moto
identica in un punto dello spazio che sta pi a destra. Quindi conoscere la velocit
del suono significa legare la legge del moto espressa come velocit nel tempo con la
Lezione del 12 novembre 2001 ore 14.30-16.30


-18-
legge del moto espressa come velocit nello spazio: se ho una situazione in un certo
istante
0
, trascorso un intervallo di tempo , la ritrover invariata; Dunque il
concetto di velocit del suono non ha senso applicato al concetto di suono puro: una
sinusoide sempre uguale a s stessa e dunque non mi accorgo dellimportanza del
concetto di velocit del suono.

Il ritardo applicato nel caso di un segnale acustico un fattore spesso
trascurabile, e si pu dimostrare attraverso un esempio pratico: consideriamo unaula
universitaria lunga 13 metri ed una persona che parla dal fondo della stanza; la sua
voce giunger allascoltatore con un ritardo di:
s 0382 , 0
340
13
t
1
=
Come si vede benissimo, anche attraverso le normali esperienze, questo tempo non
tale da far sembrare il suono ed il movimento delle labbra fuori sincronia, ma
ponendoci in un contesto di distanza molto pi alta, e contando sul fatto che
normalmente un uomo parlando pronuncia 3 sillabe al secondo, in una distanza dieci
volte pi ampia della precedente ( 130 m ) notiamo un ritardo di :
s 382 , 0
340
130
t
2
=
e quindi uno sfasamento di circa una sillaba. In realt il valore qui sopra ricavato si
riferisce al ritardo della sola onda sonora diretta e non a quello degli innumerevoli
effetti di riflessione e riverberazione presenti negli ambienti chiusi, che in generale
possiedono un ritardo maggiore rispetto all'onda diretta. La voce della persona
arriverebbe quindi all'orecchio dell'ascoltatore con una sorta di coda sonora derivante
dalla somma di tali effetti:
A
m
p
i
e
z
z
a
Tempo

Figura 15 Coda del tempo

Il trasporto del suono presenta dunque questo enorme problema della lentezza:
il segnale di partenza di una gara datletica si traduce in una certa legge del moto e
viene udito a 340 metri un secondo dopo; il direttore di unorchestra batte il tempo
agli orchestrali muovendo una bacchetta; essi si sentono perfettamente a tempo
perch la luce ha velocit elevata e lo strumento che percuotono vicino a loro e
non c ritardo da propagazione; ma il suono prodotto dagli orchestrali impiega del
tempo a raggiungere il direttore, per cui non lo sentir sincrono al suo battito.
Lezione del 12 novembre 2001 ore 14.30-16.30


-19-
Diventa dunque complesso riuscire a tenere assieme lorchestra; a questo scopo
si ricorre a sistemi elettronici che captino i suoni vicino agli orchestrali e li portino
tutti con tempi molto ridotti al direttore e agli altri componenti. Il problema del
transitorio invece ha scarsissima rilevanza nella termodinamica; mentre nellacustica
siamo sempre in regime transitorio perch il regime stazionario non fa quasi mai in
tempo a stabilirsi: prima che il sistema raggiunga la situazione di regime,
lemissione del suono gi terminata.

Lultimo concetto che dobbiamo chiarire riguardo alle leggi del moto
sinusoidale la lunghezza donda: se potessi fare una fotografia in un certo istante
di come varia la velocit nei vari punti allinterno del condotto, vedrei che qui sarei
nel punto di spostamento nullo (minimo) e velocit massima; dunque se diagrammo
la velocit lungo lasse x, man mano che vado avanti trovo dei valori che stavano
prima nel tempo perch vedr in punti dello spazio pi a destra punti del tempo pi
a sinistra; muovendomi verso destra vedo il passato, ossia quello che successo
prima. A una certa distanza vedr un valore di velocit nullo che corrisponde a
quello che era accaduto di periodo prima di tale istante. Questo diagramma mi
rappresenta dunque landamento della forma donda nello spazio, non nel tempo:
nello spazio vedo un periodo di oscillazione completa pari alla lunghezza donda
del suono, legata alla frequenza e alla velocit del suono dalla relazione:
Dunque dopo la distanza vedo quello che accaduto T secondi prima,
ovvero il suono nel tempo T ha percorso lambda metri che c volte il tempo
stesso; la lunghezza donda proporzionale al periodo e inversamente
proporzionale alla frequenza:
T c
f
c
= =
(17)

Figura 16 Onda trasversale

La velocit del suono praticamente una costante (dipende dalla temperatura),
quindi le lunghezze donda del suono variano molto perch variano molto le
frequenze che siamo in grado di udire: il nostro apparato uditivo pu percepire
frequenze comprese tra 20 e 20.000 Hz (col passare degli anni il campo delle
frequenze superiori va a perdersi), ovvero c un fattore 1000 tra la frequenza pi
bassa udibile e quella pi alta, e conseguentemente c unenorme differenza tra le
lunghezze donda pi basse e quelle pi alte.
Un altro passaggio fondamentale da capire il legame tra frequenza e
lunghezza donda, perch linterazione del suono con gli oggetti diverso nel caso
che loggetto sia molto grande o confrontabile o molto piccolo rispetto alla
lunghezza donda. Nel campo della luce visibile ad esempio, le lunghezze donda
variano tra 0.4 e 0.7 nano metri e dunque in un intervallo strettissimo in confronto
allintervallo acustico perch il rapporto tra la lunghezza donda massima e la
Lezione del 12 novembre 2001 ore 14.30-16.30


-20-
lunghezza donda minima circa . Calcoliamo i corrispondenti valori di lunghezza
donda per avere qualche riferimento numerico:
Quindi la lunghezza donda enorme e qualunque oggetto risulta confrontabile
o piccolo rispetto a :

17m
20
340
f
c

1
= = =
;

0.34m
1000
340
f
c

2
= = =
:
la parete del cubo diventata una superficie speculare per un suono con quella
frequenza, perch enormemente pi grande della lunghezza donda;

0.017m
20000
340
f
c

3
= = =
:
a questa frequenza, la lunghezza donda comincia ad essere confrontabile con le
asperit della parete, che dunque non si comporta pi come un riflettore speculare,
ma diventa una superficie scabra dove i fronti donda si dividono in tanti altri fronti
donda che si dipartono in direzioni diverse.


sorgente
1 m

Figura 17 Cubo investito da unonda sonora

Dunque una stessa superficie pu essere: a bassa frequenza inesistente perch il
suono le gira attorno rimanendo inalterato, a media frequenza speculare, ad alta
frequenza diffondente.

Il suono sempre nella stessa natura, il fenomeno fisico non cambiato, ma
cambia la lunghezza donda; dunque difficile realizzare un trasduttore che funzioni
ugualmente bene a bassa e ad alta frequenza: a bassa frequenza, in un altoparlante
ho bisogno di coni grandi perch devono essere proporzionati alla lunghezza donda
che devono produrre, ma aumentando la frequenza, non ho pi bisogno di superficie
enormi per produrre il suono, anzi un male perch non riesco pi a controllare le
emissioni; ecco limpossibilit di utilizzare un unico altoparlante e lutilit di avere
due altoparlanti, uno per le alte e uno per le basse, o addirittura anche tre (uno per i
medi), per potere far fronte a questo enorme span di lunghezze donda.

Lezione del 12 novembre 2001 ore 14.30-16.30


-21-
Andiamo avanti con le definizioni: abbiamo visto che nel campo acustico le
grandezze fisiche che intervengono sono due: una di tipo cinematico, ovvero la
velocit delle particelle e la fluttuazione di pressione; vediamo come queste due
grandezze interagiscono fra di loro. Ci sono due modi primari in cui fare interagire
pressione e velocit delle particelle:

Rapporto fra pressione e velocit:

Mi posiziono in un punto del tubo monodimensionale e misuro una certa p e u;
mi porto in un altro punto muovendomi verso lasse x e avr un diverso valore di p
e v (dunque ) , x ( p p = e ) , x ( u u = sono funzioni sia dello spazio che del tempo).


0 dx
) ( u u
) ( p p
=
=

) , x ( u u
) , x ( p p
=
=


Figura 18

Il legame tra la funzione di x e la funzione del tempo dato dalla velocit, ma
questo vero sono nel caso di propagazione intubata, perch sappiamo che qui il
segnale rimane uguale a se stesso e che mi basta muovermi di uno spazio pari alla
lunghezza donda per ritrovare lo stesso segnale ( un caso particolare di
propagazione). Questo porta a rendere la funzione non pi funzione di due variabili
indipendenti x e t, ma di una variabile unica:

x) c , 0 p( ) p(x, = . (18)

Negli altri casi di propagazione non pi vero: in qualunque punto di questa
stanza si stabilisce una pressione e una velocit che sono funzione del tempo (perch
non sto emettendo sempre gli stessi suoni e quindi in ogni istante il segnale
diverso) e dello spazio (perch dipende dalla distanza dalla sorgente e dunque
dallampiezza del segnale che raggiunge il ricevitore).

In generale in ogni punto le due grandezze pressione e velocit subiscono
fenomeni simili: se cala lampiezza in termini di velocit, cala normalmente anche
lampiezza in termini di pressione, quindi le grandezze sono strettamente correlate.
Lezione del 12 novembre 2001 ore 14.30-16.30


-22-
Questo pu essere visto facendo il rapporto tra le due: se in qualunque punto e in
qualunque istante vado a fare:
u
p
Z
r
= , (19)
definisco la grandezza impedenza acustica che il rapporto tra la pressione e la
velocit delle particelle.

1 Problema: la velocit un vettore, la pressione uno scalare, dunque prendo
il modulo del vettore, senza preoccuparci di come orientato nello spazio perch
limpedenza uno scalare.

2 Problema: pur restando nel campo dei segnali sinusoidali, non detto che
pressione e velocit siano in fase; in generale vedo su un oscilloscopio a due
canali logici uno con u e laltro con p, trovo due sinusoidi che non hanno lo
stesso punto dorigine, ma sono sfasate (parallelismo tra corrente e tensione in
un circuito elettrico alimentato con un generatore di tensione alternata). I casi in
cui p e v sono in fase rappresentano uneccezione rarissima: questo vuol dire che
normalmente limpedenza acustica una grandezza complessa perch il
rapporto di due grandezze sfasate.


Figura 19 Oscilloscopio: uno strumento capace di analizzare qualunque
tipo di segnale elettrico visualizzandolo sullo schermo fluorescente di un tubo
a raggi catodici. Si possono determinare cos la forma, la dipendenza dal
tempo e l'ampiezza di un segnale, come pure confrontare pi segnali
contemporaneamente.

un concetto delicato: lo si fa per analogia molto stretta con lo studio delle
correnti elettriche nei conduttori, ma diventa invece ora molto difficile da vedere a
livello di comprensione fisica. Infatti limpedenza acustica una grandezza
complessa sebbene sia il rapporto di due grandezze che non sono affatto complesse
(p e v sono grandezze assolutamente reali): un fatto abbastanza asimmetrico; tutto
discende da una convenzione di coerenza della scelta dellasse dei tempi tra
grandezze di tipo pressione, velocit, poich il fatto di avere unorigine dei tempi
comune porta a definire una fase che governa questo fenomeno. Se prendo la
pressione come riferimento, ho la seguente legge sinusoidale:

Lezione del 12 novembre 2001 ore 14.30-16.30


-23-
) sen( p p
MAX
= ; (20)

se voglio ora esprimere la velocit anchessa con una legge sinusoidale, avr che:

) sen( u u
MAX x
= , (21)

ovvero deve trascorrere un tempo di ritardo positivo

= dato che lasse delle


ascisse un tempo; ovvero ho dovuto aspettare un certo tempo per trovare un segnale
di velocit identico al segnale di pressione (naturalmente i valori di ampiezza
saranno diversi); in una situazione di questo tipo limpedenza vale:

=
j
MAX
MAX
e
u
p
Z
; (22)

il modulo il rapporto fra i moduli e la fase (usando la notazione di Eulero,
che sta alla base del calcolo con grandezze complesse che si usa sia in elettrotecnica
che in acustica: + =

sen j cos e
j
).


pressione - potenziale
velocit - corrente
0 2 4 6 8 10 12 14 16
-1.5
-1
-0.5
0
0.5
1
1.5
tempo


Figura 20
Dunque, in generale limpedenza intesa come grandezza complessa costituita
da unimpedenza reale
Re
Z e da una impedenza immaginaria
Im
Z :

= + =
j
Im Re
e Z jZ Z Z , (23)
dove
2 2
Im Re
Z Z Z + =
Re
Im
Z
Z
artg =

Lezione del 12 novembre 2001 ore 14.30-16.30


-24-
Ricapitolando: abbiamo due grandezze fisiche (pressione e velocit), in
generale anche nel caso pi semplice di moto armonico (quindi di tono puro),
troveremo in ciascun punto dello spazio e in ciascun istante che due segnali pur
essendo due sinusoidi, non sono in fase fra loro, ma c un certo sfasamento; quando
faccio il rapporto di queste due grandezze, trovo una grandezza con modulo pari al
rapporto dei moduli e una fase pari alla differenza tra le fasi della velocit e della
pressione.

Nota:


2


=
=
b
a
arctg
b
a
arctg
2
2

a
a
bb


La funzione arctg definita per valori di < < 90 90 , mentre la funzione
2
arctg per < < 180 180 ; per esempio prendo un certo angolo che pu
assumere i valori su tutto langolo giro; se cade nel secondo e terzo
quadrante, ovvero per valori di maggiori di pi o meno 90, la funzione
arctg classica specularizza quellangolo nel primo o secondo quadrante,
mentre l
2
arctg lo riporta correttamente a tutto langolo giro. Questo utile
quando lo sfasamento tra pressione e velocit tale da finire nel secondo e
terzo quadrante e dunque utilizzare l
2
arctg mi permette di non perdere
informazione sullangolo.

Prodotto tra pressione e velocit:

Torniamo al nostro pistone che spinge laria con la sua legge del moto;
considero il caso particolarmente semplice di segnali sinusoidali e suppongo che
sulla pelle del pistone pressione e velocit siano in fase fra loro: se impongo una
velocit al pistone, il sistema reagisce con una proporzionale pressione.
Calcolo lenergia sonora E [J(Joule)] che sto cedendo al campo acustico:

A X p E = (24)
dove
A = area del pistone
p = pressione
X = spostamento;

e la potenza acustica [W(Watt)]:

A u p P
x
=
. (25)
Lezione del 12 novembre 2001 ore 14.30-16.30


-25-

Dunque una sorgente sonora caratterizzata dallenergia sonora che in grado
di irradiare nellunit di tempo, altrimenti detta potenza acustica e che rappresenta
una parte molto piccola della potenza globale posseduta, normalmente meccanica e
termica.
Nel caso di una sorgente di ridotte dimensioni (puntiforme) ed
omnidirezionale (sorgente che emette in tutte le direzioni) posta in un mezzo (aria)
isotropo, che presenta cio la stessa resistenza in ogni punto, lenergia si irradia
nello spazio circostante in modo uniforme al variare della direzione; si avr quindi
una propagazione (campo acustico attivo) per onde sferiche. Misurando la
variazione della pressione atmosferica causata dalla perturbazione, si noter che
essa diminuisce di ampiezza man mano che ci si allontana dalla sorgente perch
lenergia si distribuisce su una superficie sempre maggiore (fronte donda) di
emissione.
In una posizione qualsiasi dello spazio si pu allora descrivere il campo
acustico con una grandezza caratterizzata da direzione, verso ed ampiezza (vettore),
che rappresenti la quantit di energia che fluisce attraverso lunit di superficie.
Questa caratteristica detta intensit del campo acustico ed una grandezza
estremamente importante, anche se quella che viene pi comunemente misurata in
acustica la pressione acustica (misura fonometrica) in quanto la variazione di
pressione atmosferica una quantit relativamente semplice da rilevare.

Figura 21 Intensit di una sorgente sonora attraverso una superficie

Formalmente si definisce il vettore intensit sonora o acustica I
r
come il
prodotto della variazione di pressione p per la velocit di oscillazione u delle
particelle costituenti un ipotetico elemento daria:
u P I
r
r
= (26)

Lezione del 12 novembre 2001 ore 14.30-16.30


-26-
u p
A
P
I
r
r
= =
(27)
(essendo una potenza acustica su superficie, misurata in [
2
m
W
]).
Nel caso pi generico di forme donda non perfettamente sinusoidali e non in
fase, il concetto rimane vero localmente, ovvero istante per istante il prodotto tra il
valore istantaneo della pressione e della velocit produce la cosiddetta intensit
istantanea i, che pu assumere valori alternativamente positivi o negativi:

) ( u ) ( p ) ( i = (28)

Nel caso delle due sinusoidi sfasate (un caso ancora relativamente semplice),
lintensit istantanea oscilla con frequenza doppia dei segnali di partenza.
0 2 4 6 8 10 12 14 16
-1
-0.8
-0.6
-0.4
-0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
p()
u()
i()


Figura 22

In presenza di segnali complessi con pi sinusoidi sovrapposte lintensit
istantanea assume valori senza senso; tuttavia, se faccio una media nel tempo
dellintensit istantanea ritrovo comunque lintensit media
m
I , che mantiene un
significato fisico importante:

=

d ) i(
T
1
I
T
0
m (29)

mi dice, integrando sul tempo T (che nel caso di segnali periodici coincide con
il periodo, mentre se il segnale aperiodico rappresenta il tempo di vita
delloscillazione). Ottengo dunque uninformazione energetica che ha un
significato: lenergia che si trasferita attraverso il mio sistema; stiamo parlando
di un sistema di propagazione che trasporta energia e dunque c un flusso di
energia che attraversa il tubo (anche se localmente tale flusso pu oscillare in
Lezione del 12 novembre 2001 ore 14.30-16.30


-27-
maniera bizzarra). Lasciando esaurire loscillazione trovo un trasferimento di
energia netto che passato lungo il tubo: non si tratta di un sistema conservativo in
cui lenergia intrappolata in un canale, ma un sistema che travasa energia: entra
energia a sinistra ed esce a destra come un conduttore elettrico (il paragone
continua: il tubo assomiglia a un filo percorso da corrente elettrica alternata che
porta un segnale elettrico e dunque potenza elettrica, ma questo un caso particolare
perch c una sola eccitazione elettrica di tipo sinusoidale, non vi sono forme
donda strane o fenomeni complessi di pi frequenze le correnti elettriche nei
circuiti viaggiano a 50 Hz e basta). Nel caso delle correnti elettriche questo integrale
si risolve dando il risultato noto:
cos u p I
m m m
= (30)

dove =
m
p pressione media

=
m
u velocit media

= angolo di sfasamento

e pu essere applicato al caso acustico supponendo per di avere una sola frequenza
in una guida donda che trasmette il segnale senza dispersione di energia (assenza di
fenomeni di attenuazione). Il caso limite si ha quando lo sfasamento di 90, perch
in questa situazione non c pi trasporto di energia: lenergia oscilla avanti e
indietro, ma le aree positive pareggiano le aree negative e quindi siamo in presenza
di unonda stazionaria, ovvero di un sistema che sta oscillando senza pi trasportare
energia.
-0.4
-0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
p()
u()
i()


Figura 24

La relazione tra potenza e intensit insita nella definizione di questultima:
potenza su unit di superficie; quindi possibile determinare la potenza emessa da
una o pi sorgenti poste allinterno di una superficie chiusa, integrando nello spazio
lintensit misurata sulla superficie:
Lezione del 12 novembre 2001 ore 14.30-16.30


-28-

=
S
s d I P
r
r
(31)
Mentre la relazione potenza intensit valida in qualsiasi tipo di campo
acustico, non invece derivabile unespressione diretta che leghi potenza potenza
salvo che per il caso del campo libero. Per capirne la problematica si deve prestare
attenzione al fatto che mentre lintensit rappresenta molto semplicemente la
potenza acustica di una sorgente distribuita sulla superficie di emissione, la
pressione una conseguenza di un fenomeno vibrazionale e dipende dalla potenza
acustica della sorgente, dalla direzionalit dellemissione, dallambiente
circostante, e varie altre situazioni al contorno.
Lanalogia del discorso acustico potrebbe essere fatta con quello termico: una
stufa elettrica una sorgente di potenza termica in grado di riscaldare un ambiente,
ed il grado di riscaldamento viene misurato con una misura di temperatura; la
stessa stufa posta in un altro ambiente mantiene la stessa potenza termica, ma la
temperatura di questaltro ambiente non sar necessariamente la stessa del
precedente, in quanto intervengono fattori come il volume dellambiente e il grado di
isolamento termico delle pareti. La misura della temperatura infatti corrispondente
alla misura di pressione acustica: essa dipende dal volume dellambiente e dalle
caratteristiche fonoassorbenti delle pareti che lo delimitano.
La relazione precedente rimane valida anche se la sorgente che irradia energia
acustica, posta allinterno della superficie, non ha unemissione isotropica
(omnidirezionale), come anche nel caso in cui la superficie di misura non ha una
forma regolare. Nel caso semplice di una emissione per onde sferiche, si ricava
lintensit della potenza attraverso la superficie di emissione:

2
r 4
P
I

= , (32)

che permette di comprendere come lintensit sonora di una sorgente non sia costante
ma vari a seconda della distanza da questultima, in virt della dipendenza da r.

La determinazione della potenza acustica richiede il calcolo dellintegrale di
superficie della componente dellintensit perpendicolare ad una superficie di misura
racchiudente la sorgente:

=
S
s d I P
r
r
. Laccuratezza di questo tipo di misura
limitata da tre fattori:
laccuratezza della stima della componente normale di intensit;
la precisione dellintegrazione;
la stazionariet della sorgente e del rumore di fondo durante la misura.

La precisione nella misura della componente del vettore intensit limitata da due
tipi di errore: quello sistematico e quello casuale. Gli errori casuali possono essere
eliminati usando un tempo di mediazione sufficientemente lungo. Nellintervallo
utile di frequenze di un analizzatore di intensit, caratterizzato da buone propriet
direzionali, gli errori sistematici sono predominanti a causa di disaccoppiamenti di
fase tra i canali di misura.

Lezione del 12 novembre 2001 ore 14.30-16.30


-29-
La precisione dellintegrazione dipende dalla complessit del campo sonoro
sulla superficie di misura, dalle dimensioni dei segmenti e dal tipo di tecnica usata
per stimare la componente normale di intensit associata ad ogni segmento.
Le due tecniche di misura pi usate sono in genere quella a punti (definita dalla
normativa ISO 9614) e quella a scansione, questultima generalmente pi rapida e
pi pratica.
La misura a scansione si effettua con un tempo di media sufficientemente lungo
per poter eseguire una scansione completa dellelemento di superficie, come se si
dovesse verniciarlo con un pennello. Quello che si ottiene un singolo valore medio
dellintensit nello spazio che, moltiplicato per larea della superficie, d il valore
della potenza acustica attraverso larea dellelemento considerato; sommando poi i
valori di ogni singola superficie si ottiene la potenza acustica totale. Se la sonda
usata a mano, essa richiede un operatore esperto e deve essere mossa a velocit
costante. Con la tecnica a scansione non possibile riportare esattamente che cosa
stato fatto nella misura e vengono perse le informazioni dettagliate riguardo al campo
sonoro sulla superficie di misura, anche se spesso pi precisa da un punto di vista
matematico perch si avvicina di pi allintegrale continuo nello spazio.
La tecnica per punti richiede in genere un tempo pi lungo, ma possibile
unesatta descrizione della procedura usata e la misura dei valori in ogni posizione
rende possibile una stima della precisione; per questo motivo le attuali stesure di
normative ISO in materia permettono solo questultimo tipo di misura.
Mirco Maccari matr. 131232 Lezione del 12/11/01 ora 14:30-16:30
- 1 -
Introduzione
Il suono
Leggi del moto
Pressione e velocit: analogia col pendolo semplice
Parametri acustici
Lunghezza d'onda
Funzione d'onda sonora
Impedenza acustica
Parametri acustici di tipo energetico

Introduzione
L'acustica la scienza teorica e sperimentale del suono; comprende lo studio di
tutti i fenomeni relativi alla produzione, alla propagazione e alla rivelazione delle
onde elastiche nei mezzi solidi, liquidi e gassosi, in particolare di quelle sonore;
stabilisce le leggi di vibrazione dei corpi e spiega le sensazioni acustiche fornite sia
dai suoni musicali che dai rumori.

Il suono
Il fenomeno del suono tra quelli pi vicini alla nostra esperienza sensoriale
diretta. Una definizione approssimativa di suono pu essere quella di rapida
variazione di pressione prodotta in un mezzo elastico dalla vibrazione di un corpo
materiale (detta sorgente sonora), che risulti percepibile attraverso gli organi
dell'udito umano. Essa inoltre una forma di trasporto di energia meccanica che
avviene senza trasporto di materia. Tale trasporto per potersi compiere necessita di
un mezzo, il quale deve essere dotato di massa ed elasticit, come ad esempio l'aria.
Un esperimento che si pu fare per dimostrare la necessit del mezzo nella
propagazione del suono quello della campanella posta sotto una campana di vetro
nella quale togliamo l'aria progressivamente tramite una pompa da vuoto. Il suono
inizialmente squillante della campanella si affievolisce fino a scomparire.

Figura 1 Esperimento della campanella; una volta spinto il vuoto tramite
una pompa, cio privata l'onda acustica del mezzo, si annulla la propagazione
dell'onda sonora.
Lezione del 12/11/01 14:30-16:30
- 2 -

Approssimando l'aria come un gas perfetto, quando un certo numero di particelle
in una certa regione dello spazio subisce una perturbazione dovuta alla vibrazione di
un corpo elastico si ha un moto d'assieme del fluido causato dagli urti di tali
particelle che si trasmettono.
Il modello fisico che meglio spiega il comportamento del mezzo aria in queste
condizioni di perturbazione quello di una successione di volumi dotati di massa e di
molle connesse tra loro. Se io perturbo la quiete di uno di questi volumi questo
inizier ad oscillare attorno alla sua posizione di equilibrio caricando e scaricando le
molle che lo connettono alle masse adiacenti che, a loro volta, cominceranno ad
oscillare.

^^^^^^^^^^ ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

0
X

Figura 2 La figura rappresenta in modo intuitivo il mezzo elastico massivo
di cui necessita l'onda sonora per propagarsi. Il comportamento dei volumi
collegati tramite molle una volta sottoposti ad una perturbazione dal proprio
stato di equilibrio analogo a quello delle particelle d'aria sottoposte ad una
perturbazione di tipo acustico.
Studiando pi specificatamente la legge del moto di tali particelle si nota che per
ognuna di esse si pu definire un vettore spostamento, un vettore velocit e un
vettore accelerazione. Anche se pu apparire macroscopicamente che il suono abbia
un moto uniforme nella direzione Sorgente - Ascoltatore, microscopicamente la
legge del moto di tipo oscillatorio. Come si pu notare facilmente nel modello dei
volumi collegati con molle la perturbazione che si muove con moto uniforme,
mentre le singole masse si muovono oscillando attorno alla propria posizione di
equilibrio.
Per meglio comprendere il meccanismo della propagazione nel mezzo si pu
fare riferimento alla classica esperienza del cilindro (contenente aria) con un pistone
posto ad una estremit a sua volta collegato tramite una biella ad un albero rotante.
Lezione del 12/11/01 14:30-16:30
- 3 -

Figura 3 Cilindro con pistone collegato ad un albero motore tramite una
biella. Disassamento della biella dal centro dell'albero motore pari a R.

L'aria un mezzo elastico cosicch, muovendo in avanti il pistone per un piccolo
tratto, se ne comprime l'elemento a diretto contatto con la superficie del pistone e
quindi si provoca un aumento locale di pressione. Arrestando il movimento del
pistone l'elasticit dell'aria provoca allora una espansione nella direzione di
allontanamento dall'origine O. (vedi fig.3)

Figura 4 Cilindro di lunghezza infinita contenente un mezzo elastico.
Le molecole che costituiscono l'elemento d'aria in pressione spingono allora
quelle costituenti l'elemento adiacente comprimendolo; in questo modo per spinte
successive ha luogo la propagazione, lungo il condotto. L'orecchio umano lo
strumento in grado di farci percepire le variazioni di pressione come fenomeni
acustici.

Leggi del moto

Ritornando all'esperimento se l'albero motore ruota con una velocit angolare
e il disassamento delle biella dal centro del cerchio pari a R, le oscillazioni dello
stantuffo e delle particelle d'aria che "appoggiano" contro lo stantuffo stesso,
seguono la legge di moto armonico:

Lezione del 12/11/01 14:30-16:30
- 4 -
) ( ) ( Rsin X = (1)





Figura 5 Andamento dell'ampiezza dell'oscillazione sinusoidale al variare
del tempo. Il grafico relativo alla formula assumendo come costanti R=1m,
T=2s.

Con semplici operazioni di derivazione rispetto alla variabile tempo, possiamo
ricavare l'andamento della velocit e dell'accelerazione.
)
2
( ) cos( ) (

= = = sin R R Rsin
d
d
V (2)

) ( ) ( ) (
2 2
2
2

= = = sin R sin R Rsin


d
d
A (3)


Lezione del 12/11/01 14:30-16:30
- 5 -




Figura 6 Andamento della velocit e della accelerazione in funzione del
tempo. Nel grafico della velocit le costanti assunte sono R=1m, T=2s. Nel
grafico dell'accelerazione le costanti assunte sono invece R=0.5m, T=2s.

Non vero, per che tali leggi del moto valgano ovunque per tutte le particelle
d'aria contenute nel cilindro. A causa di fenomeni di attrito e altri fenomeni
dissipativi l'ampiezza e la fase di tali oscillazioni varia in funzione della distanza
della molecola che stiamo studiando rispetto il pistone. Non varia per la frequenza
di oscillazione. Si pu infatti classificazione i sistemi acustici nella famiglia dei
sistemi lineari. Un sistema si dice lineare se ad esso applicabile il principio di
sovrapposizione degli effetti. In ambito acustico, ci vuol dire che se noi
applichiamo ad un sistema una eccitazione che combinazione lineare di frequenze
singole, in uscita da tale sistema abbiamo una risposta che combinazione lineare
delle risposte delle singole componenti frequenziali. Si pu dimostrare che se noi
applichiamo un impulso sonoro contenente una unica frequenza, in uscita, pu
cambiare ampiezza e fase di tale impulso ma frequenza rimane la stessa
dell'eccitazione.

Pressione e velocit: analogia col pendolo semplice.
Per capire la relazione tra velocit e pressione si deve pensare all'analogia col
caso fisico del pendolo. Nel pendolo la massa in oscillazione trova lungo il suo
percorso, punti nei quali quando la sua energia cinetica massima, l'energia
potenziale nulla e quando massima l'energia potenziale la velocit nulla. In
assenza di attriti o altre perturbazioni esterne il pendolo presenta una oscillazione
senza fine. Per il principio di conservazione dell'energia si spiega anche la continua
conversione da energia cinetica a potenziale e viceversa negli spostamenti del
pendolo.
Lezione del 12/11/01 14:30-16:30
- 6 -

Figura 7 Pendolo semplice, descrizione qualitativa dell'andamento
dell'energia cinetica ed energia potenziale della massa.

Allo stesso modo nello studio dei fenomeni acustici, in assenza di perturbazioni
esterne, si ha una continua mutazione di energia delle singole particelle d'aria da
cinetica a potenziale e viceversa. Come si nota bene dalla figura 8 ci sono punti
dello spazio di propagazione del suono in cui le particelle d'aria ad un determinato
istante di tempo, hanno velocit nulla. L'energia di tali particelle per
immagazzinata in forma potenziale e come effetto di ci si ha un valore di massimo o
minimo relativo della pressione dell'aria rispetto alla pressione atmosferica.
Analogamente in altri punti in cui la pressione di annulla, la velocit delle particelle
assume, in modulo, il valore di massimo relativo. Il grafico di fig. 8 evidenzia una
propriet fondamentale dei sistemi acustici: gli andamenti di pressione e velocit
sono generalmente sfasati di un angolo . Nella fig.8 mostrato il caso in cui lo
sfasamento pari a novanta gradi.

Lezione del 12/11/01 14:30-16:30
- 7 -
u
X
P
X

Figura 8 Andamento della velocit e della pressione di particelle d'aria in
funzione dello spazio, fissato l'istante di tempo.

A tal proposito significativo sottolineare una interessante analogia tra la
propagazione acustica attraverso un mezzo elastico - massivo e la propagazione di
una corrente alternata in un circuito elettrico. In questo infatti facendo viaggiare
corrente si hanno due grandezze imprescindibili: la tensione V e la corrente I. Si pu
giungere alla conclusione che la pressione in acustica sta alla tensione in
elettrotecnica come la velocit sta alla corrente. Infatti se la situazione come quella
rappresentata in figura 8 cio quando la pressione in modulo massima, la velocit
nulla ho un trasferimento di energia sonora nulla. Per essere pi chiari, questo
sarebbe il caso di un onda stazionaria cio un sistema dove energia c' ma oscilla
periodicamente nelle due forme che abbiamo pi volte detto. Di questo argomento
parleremo pi aventi introducendo poi il concetto di impedenza sonora.
La grande potenzialit del suono quella di avere una fortissima capacit
informativa senza una grossa spesa energetica. Abbiamo infatti visto le variazioni di
pressione necessarie per la propagazione del suono sono dell'ordine del decimo del
Pascal o del Pascal stesso, molto inferiori rispetto al valore della pressione
atmosferica pari a 101325 Pa. Inoltre il suono ha la propriet di essere un genere di
Lezione del 12/11/01 14:30-16:30
- 8 -
propagazione non dispersiva, questo perch le forma d'onda ossia l'informazione
trasportata rimane immutata anche per distanze anche chilometriche.

Parametri Acustici

Nello studio dei fenomeni acustici, si pu incominciare a trattare quei suoni
definiti PURI, cio quei suoni periodici caratterizzati da un andamento sinusoidale
del valore della pressione nello spazio in cui il suono si propaga. Tale periodicit
della pressione non avverr attorno un valore di 0 Pa, ma attorno al valore della
pressione atmosferica pari a 101325 Pa.

Le grandezze fondamentali per lo studio di tali suoni sono:
1. Frequenza f definita dalla formula

2
= f (4)
pari al numero di giri al secondo dell'albero motore di figura 3. L'unit di
misura l'Hertz.

2. Periodo T definito come il tempo necessario all'albero motore per compiere un
giro completo o analogamente alle particelle dell'aria a stretto contatto col pistone
per compiere un oscillazione completa rispetto alla propria posizione di
equilibrio. Il periodo relazionato alla frequenza dalla nota formula

f
T
1
= (5)
L'unita di misura naturalmente il secondo.

3. Ampiezza p'max ossia il valore massimo raggiunto dall'andamento sinusoidale
della pressione nello spazio.


Lunghezza d'onda
In campo sono la distanza che intercorre tra due successive compressioni, o
rarefazioni, definita lunghezza d'onda del suono nel mezzo considerato; la
situazione del campo sonoro ad un certo istante pu essere rappresentata mediante il
grafico di figura 9 dove in ordinata sono riportate le variazioni della pressione in
Lezione del 12/11/01 14:30-16:30
- 9 -
funzione della distanza perturbata; con
max
p si indica l'ampiezza ovvero il valore
massimo della variazione di pressione.

Figura 9 Suono sinusoidale: variazione della pressione in funzione della
distanza. Rappresentazione della lunghezza d'onda.
Analogamente la situazione del campo sonoro pu essere analizzata osservando
come varia la pressione in un punto in funzione del trascorrere del tempo: in tal caso
graficamente il fenomeno del tutto analogo a quello riportato in fig. 9, ma avendo
questa volta in ascissa il tempo ed in luogo della lunghezza d'onda il periodo T,
tempo necessario per compiere un ciclo, ovvero l'intervallo di tempo che passa tra
due istanti consecutivi nei quali, nel punto considerato, si ha un massimo od un
minimo relativo di pressione.

Figura 10 Tono puro sinusoidale : variazione in funzione del tempo.
La relazione che lega la velocit di propagazione c del suono nel mezzo alla
lunghezza d'onda ed alla frequenza f la seguente:

T
f c
1
= = (6)

Nel nomogramma di figura 10 visualizzato il rapporto che intercorre tra e f.
Lezione del 12/11/01 14:30-16:30
- 10 -

Figura 11 Nomogramma lunghezza d'onda - frequenza.

L'aumento della frequenza diminuisce la lunghezza d'onda e viceversa; le
relazioni appena scritte hanno una grande rilevanza pratica. Si consideri un cubo di
spigolo pari ad 1 metro innanzi al quale posta una sorgente sonora. Le dimensioni
dell'onda ad alte frequenze divengono trascurabili rispetto a quelle del cubo il quale
costituisce un ostacolo alla propagazione sonora.

Facciamo alcuni esempi: per f=20000Hz mm 17 = ho dimensioni irrisorie
rispetto a quelle del cubo che quindi oscurer l'onda acustica;

f=1000Hz m 34 . 0 = questa una situazione ibrida, infatti dietro al mio cubo
si formeranno complessi fenomeni d'interferenza;

infine per f=20Hz m 17 = questa volta sono le dimensioni dell'ostacolo ad
essere trascurabili rispetto a quelle dell'onda.


f lunghezza d'onda f lunghezza d'onda f lunghezza d'onda
20 17 6680 0,050898204 13340 0,025487256
686 0,495626822 7346 0,046283692 14006 0,024275311
1352 0,25147929 8012 0,042436345 14672 0,023173391
2018 0,168483647 8678 0,039179534 15338 0,022167167
2684 0,126676602 9344 0,036386986 16004 0,021244689
3350 0,101492537 10010 0,033966034 16670 0,020395921
4016 0,084661355 10676 0,031847134 17336 0,019612367
4682 0,072618539 11342 0,029977076 18002 0,01888679
5348 0,063575168 12008 0,028314457 18668 0,018212985
6014 0,056534752 12674 0,026826574 20000 0,017

Figura 12 La tabella compilata con un foglio di calcolo riporta la lunghezza
d'onda corrispondente ad una certa frequenza quando il mezzo propagante
l'aria.
Lezione del 12/11/01 14:30-16:30
- 11 -
0
5
10
15
20
0 5000 10000 15000 20000 25000
frequenza
l
u
n
g
h
e
z
z
a

d
'
o
n
d
a

Figura 13 Il grafico ottenuto interpolando i dati dell'andamento della
lunghezza d'onda in funzione della frequenza.

Funzione d'onda sonora
Per comprendere meglio i concetti che esprimeremo consideriamo nuovamente il
cilindro di fig. 3, in cui si muove il pistone e prendiamo un punto di ascolto al suo
interno alla distanza D dal pistone; ovvio pensare che la legge del moto delle
particelle in tale punto sia a meno di un ritardo uguale a quella delle particelle che
aderiscono al pistone. Tale ritardo dovuto al tempo che l'onda acustica impiega per
raggiungere l'orecchio dell'ascoltatore posto alla distanza D dalla sorgente, quindi in
tale punto la legge del moto sar:

(

= ) ( ) , (
c
D
Asin D X (7)

dove D rappresenta lo spazio che l'onda deve percorrere e c la velocit di
propagazione del suono. Il loro rapporto rappresenta il tempo di ritardo.
Il rapporto
c

(8)
una nuova quantit che chiamiamo numero d'onda e indichiamo con la lettera
k.
L'unit di misura il
1
m .
La formula (7) pu essere riscritta allora come:

) ( ) , ( kD Asin D X = (9)

dove la pulsazione dell'oscillazione, pari al numero di giri al secondo dell'albero
motore espresso in radianti.
Con tali accorgimenti, possiamo dire che la stessa pressione e la stessa velocit delle
particelle del mezzo, possono essere viste come onde che si propagano nel cilindro.
Possiamo quindi scrivere analogamente e con i dovuti accorgimenti di carattere
dimensionale:

) ( ) , (
max
kD sin v D v = (10)

) ( ) , (
max
= kD sin p D p (11)
Lezione del 12/11/01 14:30-16:30
- 12 -

Come abbiamo gi detto il ritardo

c
D
(12)

nella formula (7) rappresenta il tempo impiegato dall'onda a raggiungere
l'ascoltatore. Tale ritardo pu essere anche molto dannoso; per esempio,
nell'organizzazione di una orchestra sinfonica si deve tenere conto della distanza del
direttore d'orchestra rispetto ai musicisti. Se tale distanza troppo grande il suono
giunger alla platea di ascoltatori sfasato rispetto al tempo battuto dal direttore
d'orchestra. Questo ritardo, dovuto al fatto che, qualunque sia il mezzo nel quale il
suono si propaga, la sua velocit di propagazione avr sempre un valore finito. Per
l'aria la velocit di propagazione del suono stata stimata essere 340 m/s, valore
molto alto rispetto alle velocit che caratterizzano la nostra vita e i nostri
spostamenti, per ancora basso per un trasporto di informazioni a distanze
chilometriche. Infatti supponendo l'assenza di fenomeni dissipativi, il suono impiega
un secondo per percorrere 340m e impiegherebbe minuti ed ore se lo volessimo
impiegare come ipotetico mezzo di comunicazioni tra parti diverse del globo
terrestre.
Di notevole interesse inoltre la relazione che lega la velocit di propagazione
di un suono in un mezzo elastico - massivo alla temperatura. Riferendosi a relazioni
ricavate nello studio della termodinamica, sotto le ipotesi di approssimare l'aria come
un gas perfetto, si giunge alla importante relazione

RT c = (13)

dove un particolare coefficiente definito come il rapporto tra il calore
specifico a pressione costante e il calore specifico a volume costante del mezzo in cui
si propaga il suono, R la costante di Boltzman, e T la temperatura del mezzo
misurata in gradi Kelvin. Numericamente per l'aria, la velocit del suono vale 340
m/s.

Impedenza acustica

Da queste considerazioni e dalle propriet dei materiali in relazione alla
attitudine di trasmettere suoni si pu introdurre il concetto di Impedenza acustica.
Se la propagazione avviene senza sfasamento tra pressione e velocit di oscillazione
delle particelle (ossia nullo il nella formula (11)) si pu definire impedenza
acustica di un generico materiale il prodotto della sua densit per la velocit di
propagazione longitudinale del suono
l
c nel materiale stesso (espressa in rayl).
Per l'aria, essendo la sua densit, in condizioni di temperatura 20C ed alla
pressione atmosferica di 1.013 bar , e la velocit di propagazione pari a circa 340
m/s, l'impedenza vale circa 400 rayl.

| |
| |
| |
2
m s
Kg
Rayl

=
Lezione del 12/11/01 14:30-16:30
- 13 -
Nel caso in cui si presenti durante la propagazione di un'onda sonora in un
materiale uno sfasamento non nullo tra la velocit di oscillazione e la pressione si
pu dare all'impedenza sonora, il cui simbolo z, un'altra definizione; scrivendo la
formula (10) come

| |
) (
max
Re
kD i
e v v

=

(14)

e scrivendo la formula (11) come

| |
) (
max
Re

=
kD i
e p p (15)

ricavate dalle formule di Eulero, si definisce impedenza acustica il rapporto

i
e
v
p
v
p
z

= =
max
max
(16)

tale grandezza nella sua forma pi generale una grandezza complessa e si pu
anche scrivere nella forma:

I R
iz z z + = (17)

come somma della parte reale di z e di i-volte la parte immaginaria di z.
Nella tabella seguente sono riportati i valori dell'impedenza acustica per alcuni
tipi di materiali, dalla quale si rileva la differenza esistente tra i valori dei mezzi
aeriformi rispetto a quella notevolmente pi elevata, dei mezzi solidi.


Materiale C(m/s)
) 3
/ ( m Kg Z(rayl) Materiale c(m/s)
) 3
/ ( m Kg Z(rayl)
Metalli Legno nel
senso della
fibra

Acciaio 5000 7800 390 Abete 4640 450 20.8
Argento 5100 2700 138 Acero 4110 670 27.8
Nickel 4970 8700 430 Faggio 3340 750 25
Oro 2000 19300 386 Frassino 4670 700 32.7
Ottone 3500 8400 295 Olmo 4120 570 23.4
Piombo 1220 11400 138 Pino 3320 500 16.6
Platino 2650 21400 572 Pioppo 4280 370 15.9
Rame 3560 8900 317 Quercia 3850 800 30.7
Stagno 2500 7300 182 Idem trasv.
alla fibra
Valori
ridotti
di 1/3

Zinco 3700 7000 259
Non metalli Liquidi
Ardesia 4500 3000 135 Acqua a
13C
1441 1000 14.4
Avorio 3010 1800 54 Alcool 1240 800 9.9
Gomma 54 1000 0.54 Benzina 1166 900 10.5
Non metalli Gas
Lezione del 12/11/01 14:30-16:30
- 14 -
Granito 3950 2700 107 Aria a 0C 331 1.3 4.27e-3
Marmo 3810 2700 103 Aria a 15C 341 1.21 4.11e-3
Mattone 3650 1800 66 Azoto 336 1.25 4.2e-3
Vetro 5500 2600 142 Ossigeno 317 1.43 4.5e-3
Sughero 500 240 1.2 Idrogeno 1269 0.09 1.1e-3

Osservando la tabella si rileva come vi sia una stretta relazione tra densit e
velocit di propagazione del suono nello stesso mezzo: in generale i materiali solidi,
essendo dotati di maggiore densit, sono in grado di trasmettere pi velocemente i
suoni essendo evidentemente le particelle pi a stretto contatto tra di loro; tuttavia
avendo una impedenza acustica pi elevata a parit di velocit di vibrazione delle
loro particelle, necessitano una maggiore quantit di energia rispetto ai gas e ai
liquidi. L'impedenza acustica cos fisicamente analoga all'impedenza elettrica.
Infatti, nel caso particolare di sfasamento nullo tra pressione e velocit si
possono scrivere ancora le seguenti relazioni:

z
p
c
p
v =

(18)

e anche

z v p = (19)

(Legge di Ohm acustica, per analogia alla legge di Ohm elettrica)

dove v la velocit di oscillazione delle particelle, p la pressione, c la
velocit di propagazione nel mezzo e la densit del mezzo stesso.



Principali Grandezze Acustiche di tipo energetico.

La quantit di energia irradiata da una sorgente sonora nell'unit di tempo
denominata potenza sonora ) (Watt P
W
. La potenza sonora
W
P emessa da una
sorgente irradiata nel mezzo elastico, come l'aria, attraverso una determinata
superficie S (o fronte d'onda) come lavoro dovuto al prodotto della forza di pressione
p per la velocit di spostamento delle particelle v intorno al punto di equilibrio.

Lezione del 12/11/01 14:30-16:30
- 15 -

Figura 14 Uno dei possibili fronti d'onda per il calcolo della potenza sonora
dissipata da un camion.

Con riferimento al modello di generazione sonora che ha portato alla
formulazione delle relazioni (18) e (19), la potenza sonora
W
P pu quindi essere
correlata alla pressione sonora dall'equazione:
| | W S
c
p
S
c
p
p P
W

|
|
.
|

\
|

=

2
(20)

Per una sorgente che irradia uniformemente in tutte le direzione (mezzo
isotropo), ovvero in campo libero
1
, il fornte d'onda S pari alla superficie di una
sfera (vedi figura 15 ); alla distanza r dalla sorgente la potenza sonora sar dunque
pari a:
2
2
4 r
c
p
P
W

|
|
.
|

\
|

= (21)

Figura 15 Potenza sonora di una sorgente nello spazio.


1
Il campo sonoro si distingue idealmente in campo libero (spazio ideale privo di riflessioni) e
campo diffuso (spazio perfettamente diffondente delimitato da superfici altamente riflettenti).
Lezione del 12/11/01 14:30-16:30
- 16 -
Nella pratica le sorgenti sonore irradiano con potenze estremamente variabili che
vanno dal valore della voce umana a livello di conversazione, pari circa a W
6
10

, al
rumore di un turbogetto pari a W
4
10 . (Vedi tabella sottostante).
Tabella 2: Tipici valori della potenza sonora di alcune sorgenti.
SORGENTE AEREO
TURBOGETTO
AEREO
TURBOELICA
ORCHESTRA
(75 ELEM.)
MARTELLO
PNEUMATICO
RADIO ALTO
VOLUME
AUTO IN
AUTOSTRADA
Potenza
(W)
4
10
3
10
10 1
1
10


2
10



SORGENTE VENTILATORE
ASSIALE (1500
GIRI/L'ORA)
CONVERSAZIONE
NORMALE
SUSSURRO
Potenza
(W)
3
10


6
10


9
10



Sia
W
P la potenza sonora irradiata da una sorgente su un fronte d'onda S, nel caso
di campo libero sussiste la seguente relazione tra potenza sonora e intensit sonora
I:

(

= =
2
2
2
4 m
W
c
p
r
P
I
W

(22)

e quindi l'intensit definita come l'energia che, nell'unit di tempo, fluisce
attraverso l'unit di area del fronte d'onda. La relazione (22) scritta semplificata al
caso in cui il fronte d'onda costituito da una sfera di raggio r.
Una definizione pi rigorosa e pi complessa pu essere la seguente:
L'intensit acustica una grandezza di natura vettoriale a cui corrisponde una
densit di flusso di energia per unit di tempo. Essa determinata dal prodotto della
pressione acustica e della velocit delle particelle oscillanti attorno alla loro
posizione di equilibrio:

) ( ) ( ) ( t v t p t I = (23)

Fissando un punto nello spazio, per un'onda sonora di pulsazione , la
pressione pu essere identificata da

) cos( ) (
max
t p t p = (24)

e la velocit di oscillazione delle particelle dal vettore

) cos( ) ( max + = t v t v , (25)

Lezione del 12/11/01 14:30-16:30
- 17 -
essendo lo sfasamento tra pressione e velocit. Allora l'intensit definita da
(23) diventa

) ( ) 2 (
2
) cos( ) ( cos
max
max 2
max
max
sin t sin
v p
t v p I i = (26)

utilizzando le formule di addizione del coseno.
Il primo termine della differenza della formula (26) detto l'intensit attiva
istantanea
a
I , e descrive l'energia trasferita e trasmessa dal mezzo. Esso il
termine in cui la pressione e la velocit sono in fase.
Il secondo termine detto intensit reattiva istantanea
r
I , corrisponde ad una
oscillazione di energia il cui valor medio temporale in ogni periodo nullo.

) cos( ) ( cos
2
max
max
t v p I
a
= (27)

) ( ) 2 (
2
max
max
sin t sin
v p
I
r
= (28)

Il valore di intensit pi comunemente utilizzato l'intensit media come
media temporale del valore istantaneo.

) cos(
2
1 1 1 1
max
max
0 0 0
v p dt I
T
dt I
T
dt I
T
I
T
r
T
a
T
i = = =

(29)

E' molto forte in questo studio, l'analogia con l'elettrotecnica nell'analisi della
potenza elettrica in circuiti in regime alternato. Anche in quel argomento la potenza
elettrica media come media temporale della potenza elettrica istantanea era scritta
come:

) cos(
2
1
max max
V I P
elettrica
= (30)


Ritornando nell'ambito acustico, in campo libero, ossia quando lo sfasamento tra
pressione e velocit nullo, le complesse relazioni di prima si semplificano
notevolmente, e grazie alla nozione di impedenza acustica si pu scrivere:

c
p
v p I

= =

2
(31)

e per la (22) risulta che la pressione sonora cos legata alla potenza :

2
1
2
4
(


=
r
c P
p
W

(32)

Lezione del 12/11/01 14:30-16:30
- 18 -

In un'onda piana invece la superficie del fronte d'onda rimane costante (ad es. nel
rumore generato da un elettroventilatore all'interno di un condotto a sezione costante)
e se non vi sono dissipazioni sulle pareti del condotto (ad es. materiale
fonoassorbente), l'intensit non varia all'aumentare della distanza. La relazione pi
generale tra potenza ed intensit insita nella definizione di quest'ultima: "potenza
per unit di superficie", quindi possibile determinare la potenza emessa da una o
pi sorgenti poste all'interno di una superficie chiusa, integrando nello spazio
l'intensit misurata sulla superficie:
ds I P
S
W
=

(33)
Mentre la relazione Potenza - Intensit valida in un qualsiasi tipo di campo
acustico, non invece derivabile un'espressione diretta che leghi Potenza - Pressione,
salvo che per il caso gi considerato di campo libero. (Formula (32)).
Per capirne la problematica si deve prestare attenzione al fatto che mentre
l'Intensit rappresenta molto semplicemente la Potenza acustica di una sorgente
distribuita sulla superficie di emissione, la Pressione una conseguenza del moto
vibrazionale e dipende dalla Potenza acustica della sorgente e da altri parametri pi
complessi e variabili, come la Direzionalit dell'emissione, dall'ambiente circostante,
e varie altre situazioni al contorno. L'analogia del "discorso acustico" potrebbe essere
fatta con quello termico: una stufa elettrica la sorgente di potenza termica in grado
di riscaldare l'ambiente, ed il "grado" di riscaldamento viene determinato con una
misura di temperatura, la stessa stufa posta in un atro ambiente, mantiene la stessa
potenza termica ma la temperatura di questo ambiente non sar necessariamente la
stessa del precedente, in quanto intervengono fattori come il volume dell'ambiente e
il grado di isolamento termico delle pareti. La misura della temperatura infatti
corrispondente alla misura di Pressione acustica, essa dipende dal volume
dell'ambiente e dalle caratteristiche fonoassorbenti delle pareti che lo delimitano.

Lezione del 12/11/2001 16.30-18.30
- 1 -
Analisi Armonica del Suono
La maggior parte, anzi la quasi totalit dei suoni che udiamo nel mondo reale, non
sono suoni semplici, o puri, ma suoni complessi, cio suoni composti da una
maggiore o minore quantit di suoni puri; questi vengono detti componenti del suono
complesso.Per meglio comprendere questo fenomeno, stabiliamo unanalogia con
lottica. noto come alcuni colori, detti fondamentali, siano puri, cio non
ulteriormente scomponibili. Questi colori sono il rosso, il giallo e il blu. A ciascuno
di essi corrisponde una certa lunghezza donda del raggio luminoso, e il prisma (che
scompone la luce bianca nei sette colori dello spettro luminoso) mostrer solamente
quella componente. La medesima cosa avviene per il suono. A una certa lunghezza
donda del suono corrisponde una certa altezza percepita. Se non presente
contemporaneamente nessunaltra frequenza, il suono sar puro.Un suono puro, o
sinusoide, ha forma donda sinusoidale, ed la rappresentazione della funzione
trigonometrica
sin (x)
ed costituito da una sola frequenza, senza armoniche. Viene detto perci anche
suono puro. Se le componenti sono in rapporto di frequenza intero con la
componente di frequenza pi bassa, si dicono armoniche. La componente a
frequenza pi bassa si chiama fondamentale o prima armonica; la componente di
frequenza doppia della fondamentale si chiama seconda armonica;la componente di
frequenza tripla della fondamentale si chiama terza armonica, etc. Per la definizione
dello spettro di un suono armonico, se supponiamo che siano sempre presenti tutte le
armoniche (fino al limite superiore di udibilit, dal momento che componenti
ultrasoniche non influenzano la percezione timbrica), sar sufficiente definire le
ampiezze di tutte queste armoniche, per esempio con tabelle di questo genere:
ARMONICA I II III IV V VI VII etc.
AMPIEZZA 1 0.5 0.33 0.25 0.2 0.13 0.2 etc.
che pu anche essere rappresentata in grafico:

Questo lo spettro di un suono: sullasse orizzontale vi sono le frequenze, in kHz,
sullasse verticale le ampiezze in dB. Si pu notare come questo spettro sia di tipo
armonico, in quanto le frequenze sono equispaziate: ci significa che sono tutte in
Lezione del 12/11/2001 16.30-18.30
- 2 -
rapporto armonico con la fondamentale, infatti sono presenti le frequenze: .1, .2, .3,
.4, .5, .6, .7, .8, .9, 1 kHz, che equivalgono a: 100, 200, 300, 400, 500, 600, 700, 800,
900, 1000 Hz. Sono quindi presenti tutte le armoniche fino alla X. In figura
mostrato uno spettro di tipo armonico (figura sopra). Si pu notare come questo tipo
di spettro dia luogo a unonda periodica (figura sotto); infatti ben visibile la
ripetizione della forma donda nella parte destra della figura in basso.

Le componenti possono per essere in rapporti non armonici, come si pu vedere in
figura:

Le frequenze non sono pi equispaziate, e i rapporti di frequenza con la pi bassa
non sono interi, anzi sono addirittura irrazionali. Londa risultante non quindi
periodica, e infatti nella rappresentazione dellonda non si notano ripetizioni, non
possibile individuare i cicli. I suoni periodici (o meglio, quasi periodici, dal
momento che in fisica si definisce periodico un fenomeno che prosegue allinfinito)
vengono percepiti come dotati di altezza definita, per esempio i suoni degli strumenti
musicali ad altezza determinata o i suoni vocalici nella voce umana. I suoni non
periodici invece non vengono percepiti come dotati di altezza definita; al massimo
possibile individuare una gamma o banda di frequenza in cui c un addensamento di
componenti dotate di ampiezza rilevante; per esempio i suoni degli strumenti
musicali ad altezza non definita (piatti, gong, triangolo) o i suoni consonantici della
voce umana. Abbiamo fino a qui costruito suoni complessi con la somma di suoni
semplici, si cio svolto un processo di sintesi. Ma anche possibile effettuare il
cammino opposto, di analisi, cio scomporre un suono complesso nelle sue
componenti.
Lezione del 12/11/2001 16.30-18.30
- 3 -
Il teorema di Fourier (dal filosofo e scienziato francese Jean Baptiste Fourier)
assicura che qualsiasi forma donda, purch periodica, rappresentabile con una
serie di armoniche, ciascuna dotata di una particolare ampiezza (e fase); quindi
possibile ricavare lo spettro di qualsiasi suono periodico. Da quanto si detto
evidente la differenza del parametro timbro rispetto agli altri due precedentemente
esaminati (frequenza e ampiezza): mentre infatti queste ultime sono grandezze
unidimensionali (un solo numero cio sufficiente alla loro completa definizione, ed
esse possono essere rappresentate da punti su una retta, cos che sempre possibile
affermare per esempio che una certa frequenza maggiore di unaltra), il timbro (o
meglio, lo spettro) una grandezza pluridimensionale (per la sua definizione
necessaria una serie di numeri, le ampiezze di ciascuna componente).
Ne deriva che non possibile organizzare gli spettri in scale, come per la frequenza e
lampiezza, poich un determinato spettro non rappresentabile come punto di una
retta, bens come punto di una spazio a n dimensioni, o n- dimensionale, dove n il
numero di componenti di ampiezza diversa da zero. Ricordiamo quanto detto nel cap.
6 a proposito della somma di onde: istante per istante i valori istantanei
dellampiezza delle diverse onde si sommano algebricamente, cio con il loro segno,
positivo o negativo. Quando due onde della stessa frequenza si sommano, si ha il
fenomeno dell interferenza. Quindi se due onde hanno la stessa frequenza,
lampiezza risultante dalla loro somma sar la somma delle singole ampiezze. Questo
per vero se le due onde sono in fase, cio se i loro picchi positivi coincidono. Se le
due onde non sono in fase, picchi positivi e picchi negativi non coincidono pi, e
quindi lampiezza massima andr calcolata sommando punto per punto le ampiezze
istantanee delle due onde. Se poi le due onde sono sfasate di un semiperiodo ( o
sono, come si dice, in controfase), allora lampiezza dellonda risultante risulter
dalla differenza delle ampiezze massime delle due onde. Al limite, se le due onde
sono in controfase e le loro ampiezze sono uguali, la loro somma sar nulla, in
quanto le due onde si annulleranno reciprocamente.

Consideriamo invece la somma di due onde di frequenza poco diversa, come nella
figura seguente:
Lezione del 12/11/2001 16.30-18.30
- 4 -

Inizialmente le due onde siano in fase. Dopo un certo numero di periodi, a causa
della lieve differenza di frequenza, si troveranno in controfase, e le ampiezze si
sottrarranno. Dopo un certo altro numero di periodi le onde saranno di nuovo in fase,
e cos via. Il risultato sar una oscillazione dellampiezza dellonda risultante, e
questa oscillazione avr frequenza pari alla differenza di frequenza delle due onde
che lo provocano. Questo fenomeno si chiama battimento. Se la
differenza di frequenza superiore alla minima frequenza udibile (circa 30 Hz), in
certe condizioni la frequenza di battimento diviene udibile, e d luogo al cosiddetto
suono differenziale o terzo suono di Tartini.

Microfoni
Scopo del microfono di convertire, o trasdurre, lenergia acustica (meccanica) in
energia elettrica.
Esistono diversi tipi di microfoni, che si basano su principi fisici diversi; nellaudio
professionale si usano solo microfoni a bassa impedenza (600 ) e con collegamento
bilanciato, per minimizzare i disturbi captati dai cavi. Praticamente si usano solo
microfoni dinamici e microfoni a condensatore. Questi ultimi sono di altissima
qualit, ma sono delicati e necessitano di alimentazione esterna a 48 V (phantom
power, cos chiamata perch viene fornita ai microfoni con gli stessi conduttori del
segnale), in genere fornita dal mixer. Per i microfoni si usano quasi universalmente
connettori tipo XLR (detti anche Cannon), in cui, sul cavo, il connettore femmina
dal lato microfono e quello maschio dal lato mixer.
Nella tabella seguente si riassumono le caratteristiche dei principali tipi di
microfono:
Tipo Tensione di
uscita
Impedenza Qualit Note
Dinamico Da 1 a 10 mV Alta o
bassa
Da cattiva a molto
buona
Robusti
A
condensatore
1 mV Bassa Ottima Delicati,
necessitano
Lezione del 12/11/2001 16.30-18.30
- 5 -
di alimentazione
esterna
A elettrete 1 mV Bassa Discreta Necessitano di
batterie
Piezoelettrico 100 mV Alta Cattiva



1. CHE COSA IL MICROFONO
Il microfono un trasduttore di segnale: trasforma infatti lenergia meccanica del
suono in energia elettrica. Senza il microfono non sarebbe possibile la registrazione
di suoni, Il microfono perci un elemento essenziale della catena elettroacustica
(microfono / amplificatore / registratore / altoparlante). Attualmente anche
lelemento pi delicato e pi debole della catena. Poich contiene parti meccaniche,
che per ottenere una buona qualit devono essere di altissima precisione, anche
lelemento pi costoso (almeno per quanto riguarda i modelli di alta qualit).
2. LE CARATTERISTICHE DEI MICROFONI
Le caratteristiche fondamentali di un microfono sono:
a. Il principio di trasduzione: a condensatore, dinamico, a electret, piezoelettrici
b. la risposta in frequenza, che dovrebbe essere il pi possibile regolare (piatta). A
prescindere da usi particolari, i microfoni usati nella musica dovrebbero essere
quanto pi lineari possibile, e comunque non avere variazioni di livello di uscita
superiori a 3 dB nella banda di frequenza comprese fra 30 e 20000 Hz.
c. La sensibilit il rapporto fra ampiezza del segnale elettrico uscente dal
microfono e ampiezza del segnale acustico, cio unespressione del rendimento del
microfono. Viene di solito espressa in mV/bar (milliVolt per microbar). 1 bar
corrisponde a 74 dB. Valori usuali sono di 1 mV/bar, dal che si pu dedurre che il
segnale uscente da un microfono molto basso, circa 300 volte minore del segnale
uscente dalle altre apparecchiature dello studio; esso va perci preamplificato per
portarlo allo stesso livello degli altri segnali. Gli ingressi per microfono presenti nelle
apparecchiature sono perci diversi dagli ingressi per segnali ad alto livello detti
ingressi di linea.
d. La massima pressione acustica o pressione acustica limite, espressa in dB,
specialmente critica per la registrazione di strumenti in grado di produrre suoni di
grande intensit, come gli strumenti a percussione.
e. La direzionalit esprime la capacit del microfono di captare pi o meno bene i
segnali in base alla direzione di provenienza. In figura sono indicate le caratteristiche
direzionali di microfoni omnidirezionali (o panoramici), unidirezionali (a cardioide),
bidirezionali (a otto) e superdirezionali (a clava). La direzione frontale indicata con
langolo di 0, quella posteriore con langolo di 180. Osservando il diagramma di un
Lezione del 12/11/2001 16.30-18.30
- 6 -
microfono omnidirezionale, si nota che la sensibilit la medesima per i suoni che
provengono da qualsiasi direzione. Per un microfono a cardioide (cos chiamato
perch la sua caratteristica direzionale ha approssimativamente la forma di un cuore),
si nota che per i suoni provenienti dalla direzione frontale (0) la sensibilit quella
nominale di 0 dB; ma, via via che la sorgente sonora si sposta, al sensibilit
diminuisce, per ridursi di 24 dB quando la direzione di provenienza posta dietro il
microfono (180).

Grande importanza ha poi, nei microfoni direzionali, la variazione della caratteristica
in funzione della frequenza: la direzionalit infatti pi accentuata per le frequenza
alte, mentre alle frequenze basse il microfono si comporta praticamente come
panoramico. Questo fenomeno, insito nel principio di trasduzione dei microfono, pu
dare luogo, se trascurato, a difetti nella ripresa del suono, ma pu anche suggerire
particolari tecniche di ripresa microfonica. Alcuni microfoni dispongono di un
selettore che permette di variarne la caratteristica direzionale, e quasi tutti quelli di
elevata qualit comprendono un filtro passa-alto, detto di roll-off, che consente una
attenuazione delle basse frequenze (di solito da 80 Hz in gi), indispensabile in
ambienti particolarmente riflettenti per evitare il cosiddetto effetto rimbombo.
Sotto laspetto del principio di funzionamento, gli unici microfoni che consentono
una ottima qualit per usi musicali sono quelli dinamici (di solito a bobina mobile) e
quelli a condensatore. La qualit migliore in assoluto si ottiene con i microfoni a
condensatore, che sono per piuttosto delicati (sensibili agli agenti atmosferici e agli
urti) e necessitano di una alimentazione in corrente continua di 48 Volt (phantom
power), che pu essere fornita dal mixer, o, in mancanza, da appositi alimentatori.
I microfoni a elettrete si basano sullo stesso principio di quelli a consensatore (pur
essendo di qualit nettamente inferiore), ma date le diverse caratteristiche costruttive
possono essere alimentati a batterie, di piccole dimensioni e di lunga durata, che sono
alloggiate nel corpo stesso del microfono. I microfoni dinamici forniscono una buona
qualit, sebbene inferiore a quelli a condensatore, non necessitano di alcuna
alimentazione, sono robusti e in grado di sopportare notevoli sovraccarichi acustici.
Lezione del 12/11/2001 16.30-18.30
- 7 -

3. MICROFONI DINAMICI
Il principio di funzionamento dei microfoni dinamici si basa sulleffetto
elettromagnetico: quando in un campo magnetico viene fatto muovere un conduttore,
in questo conduttore si genera una corrente elettrica I .
Quanto pi intenso sar il campo magnetico, tanto pi intensa sar la corrente
elettrica che si genera. Quando in un conduttore circola corrente elettrica, per la
legge di Ohm ai suoi capi si crea una differenza di potenzale, cio una tensione
elettrica, che rappresenta le variazioni di pressione dellonda sonora, ed proprio il
segnale che desideriamo esca dal microfono. Elemento essenziale del microfono il
diaframma, cio un piccolo elemento, di solito a forma circolare e al giorno doggi di
materiale plastico speciale, che viene messo in vibrazione dalle onde sonore.

Al diaframma collegata una bobina mobile (il conduttore indicato in figura)
immersa in una campo magnetico generato da un piccolo magnete fisso, di solito a
forma di anello. Quando il diaframma, messo in vibrazione dalle onde sonore, si
muove oscillando in su e in gi, fa muovere anche la bobina ad esso solidale, e ai
capi della bobina si genera una tensione elettrica che segue, pi o meno fedelmente,
landamento dellonda sonora.
Vi sono diversi tipi di microfoni dinamici, che si differenziano moltissimo a seconda della qualit (da
pochi Euro, come i microfoni forniti di serie con le schede audio pi comuni, e adatti per applicazioni
vocali) fino a centinaia di Euro, adatti per applicazioni musicali. Fra le caratteristiche dei microfoni
dinamici si pu ancora citare la relativa insensibilit ai rumori meccanici esterni (come il
maneggiamento del microfono) e lo spiccato effetto di prossimit, cio la caratteristica di variare la
risposta in frequenza, e quindi la timbrica, a seconda della distanza del microfono dalla sorgente
sonora. I microfoni dinamici sopportano, generalmente, elevate pressioni acustiche. Fra i modelli pi
noti i Sennheiser MD421 e MD422, gli Shure SM57, SM58, Beta 52 e Beta 58, gli Electrovoice PL20,
e gli AKG D12 e 112.
4. MICROFONI A CONDENSATORE
Un condensatore un apparato elettrico costituito da due piastre di materiale
conduttore, separate da un isolante (aria o altro, chiamato dielettrico). Se alle due
Lezione del 12/11/2001 16.30-18.30
- 8 -
piastre viene applicata una tensione continua, non vi passaggio di corrente, mentre
se alle piastre viene applicata una tensione alternata la corrente passa, pi o meno
bene a seconda della sua frequenza e della distanza fra le piastre. Nel microfono a
condensatore una delle piastre fissa, mentre laltra costituita dal diaframma messo
in vibrazione dalle onde sonore, ed perci mobile: la distanza fra le piastre varia
quindi a seconda della posizione del diaframma.

Alle piastre viene applicata una tensione continua di 48 Volt, chiamata phantom power (alimentazione
fantasma) che viaggia sugli stessi conduttori usati per portare il segnale. Quando il diaframma
sollecitato da unonda sonora si muove, e la distanza fra le piastre varia, modulando perci la tensione
continua. Con adatti circuiti la tensione continua viene eliminata, e rimante soltanto la parte alternata,
che costituisce proprio il segnale elettrico che ci serve, e che segue landamento di pressione dellonda
sonora. Fra le caratteristiche dei microfoni a condensatore lelevata sensibilit, e la delicatazza, oltre
che la sensibilit ai rumori meccanici, come il maneggiamento del microfono. Fra i modelli pi noti i
quasi mitici Neumann U84 (il microfono di riferimento, specialmente per la voce) e TLM103, gli
Schoeps CMC5, gli AKG 414, gli Shure SM81 e Beta 87, e i Sennheiser MKH 40P48.
Costanti di Tempo
Il rivelatore uno strumento che trasforma il segnale elettrico alternato, filtrato o
meno, in una tensione continua proporzionale al valore efficace o al valore di picco
del fenomeno rilevato, che va poi a pilotare lindice del quadrante di misura. Inoltre
esso provvede alle costanti di tempo e cio a determinare la rapidit con la quale
lindice dello strumento segue le variazioni del segnale. La velocit di risposta
dellindice dello strumento viene determinata dal tempo di integrazione scelto (pi
lungo il tempo di integrazione, pi piccole saranno le fluttuazioni) per cui il livello
massimo che viene raggiunto dallindice funzione di tale costante di tempo oltrech
del tipo di rumore in esame. Anche le varie costanti di tempo sono state normalizzate
internazionalmente e, precisamente:
1. slow (lenta): tempo di integrazione 1050 msec; decade di 10dB in meno di 3
sec dal momento in cui cessa il segnale;
Lezione del 12/11/2001 16.30-18.30
- 9 -
2. fast (veloce): tempo di integrazione 125 msec; decade di 10 dB in meno di
0,5 sec dal momento in cui cessa il segnale;
3. impulse (impulsiva): tempo di integrazione 35 msec; decade di circa 3 dB al
sec; dispone anche del circuito di memoria (hold);
4. peak (picco): tempo di inerzia 0,02 msec; data lestrema velocit di risposta
luscita da tale circuito viene necessariamente inviata al circuito di memoria
(hold).

E importante sottolineare che le costanti slow, fast e impulse esprimono un dato
RMS, mentre la peak indice del valore di picco.
Dalla differenza dB peak h - dB imp h, cio dalla differenza tra il valore di picco e il
valore RMS, si pu avere in prima approssimazione unidea della forma donda
dellimpulso sonoro: pi londa stretta maggiore sar tale differenza.
Altra annotazione importante che, dato un impulso sonoro, larea sottesa dalle
risposte fast e slow identica ed inferiore a quella che si ricava con impulse.
Quanto detto prima si pu anche intendere nei termini seguenti: se si analizza
statisticamente una serie di impulsi sonori successivi con le tre diverse costanti di
tempo RMS, usando tempi di campionamento sufficientemente brevi si otterr un
valore identico per slow e fast ed un valore maggiorato per impulse.
Nella quasi totalit le normative esistenti fanno riferimento a valori valutati in RMS e
tuttavia il valore di picco pu essere molto importante soprattutto in due casi:
per valutare il carico acustico fisico sulla membrana timpanica dovuto ad un
impulso;
per garantirci che il fattore di cresta del segnale che si intende misurare sia
compatibile con le caratteristiche dello strumento usato (fattore di cresta =
valore di picco / valore efficace).

APPENDICE:

Il valore di picco esprime la massima escursione della pressione rispetto alla
pressione statica del mezzo presa in modulo; il valore di picco-picco, dato invece
dall'escursione massima positiva pi l'escursione massima negativa sempre valutata
come modulo. Il valore medio, poco usato in acustica, dato dalla somma delle
diverse variazioni della pressione in funzione del tempo, divisa per il tempo durante
il quale la somma viene eseguita:
dt t P
T
P
T
medio
=
0
) (
1


Il valore efficace (RMS) quello che rappresenta meglio il contenuto energetico
dell'onda, si rappresenta matematicamente come:

=
T
rms
dt t P
T
P
0
2
) (
1

Le onde sonore emesse dalla sorgente si propagano nello spazio attraverso superfici
sempre pi grandi; il rapporto W/S definisce l'intensit acustica I del suono sulla
superficie S. Il suono in un certo punto dello spazio viene valutato attraverso la
Lezione del 12/11/2001 16.30-18.30
- 10 -
misurazione della pressione sonora p la quale dipende, oltre che dalla potenza W
della sorgente e dalla distanza di questa dal punto considerato, anche da diverse
condizioni ambientali e di propagazione. In sintesi si pu affermare che la potenza
sonora la causa dell'inquinamento acustico, mentre la pressione sonora ne l'effetto
ed la grandezza che viene misurata in pratica.

Impedenza e intensit acustica

L'impedenza acustica una grandezza complessa (cio dotata di parte reale e parte
immaginaria), data dal rapporto tra la pressione acustica [Pa] e la velocit [m/s] delle
particelle di fluido indotta dal passaggio dell'onda, entrambe in rappresentazione
complessa. L'impedenza acustica sintetizza le caratteristiche di un sistema acustico
proprio come l'impedenza elettrica sintetizza le caratteristiche di un circuito elettrico.
Infatti, la parte reale dell'impedenza acustica dipende dall'attitudine del sistema a
dissipare energia acustica, mentre la parte immaginaria indica la capacit del sistema
di immagazzinare energia acustica e di restituirla sfasata.


c
p
v
p
0
= = | | ( ) Rayl
s m
Pa
Z
(

=
/

c = velocit del suono
p
0
= densit dellaria
Limpedenza viene espressa come rapporto tra i moduli e questa infatti una
caratteristica delle onde piane: la pressione sonora e la velocit sono in fase.
In questo caso prende il nome di impedenza acustica caratteristica.
Per onde sonore generiche diventa impedenza acustica specifica ed un numero
complesso, in conseguenza del fatto che pressione e velocit non sono in fase tra
loro.
Esprimendo tutto con le formule di Eulero.
| |
) (
max
Re
kx wt j
e p p

=
| |
) (
max
Re
+
=
kx wt j
e v v

Si ottiene limpedenza in forma complessa:
j
e
v
p
Z

=
max
max


Esempio: Calcolare limpedenza caratteristica dellaria alla temperatura di 20 C.

v = 340 m/s
p = 1,2 kg/m
3


Z = p / v = p
0
c = 1,2 * 340 = 408 Rayl

Il valore dellintensit acustica si ricava facendo la media temporale dellintensit
istantanea:
Lezione del 12/11/2001 16.30-18.30
- 11 -

=
T
dt t I
T
I
0
) (
1

misurata in W/m
2
.
Ma ricordandosi lespressione dellintensit istantanea. pv I =

Z
p
Z
p
pvdt
T
I
rms
T
2 2
max
0
2
1 1
= = =


Questa formula vale solo quando pressione e intensit acustica sono in fase.
Normalmente si deve considerare che limpedenza Z complessa e introduce quindi
uno sfasamento.

I Livelli Sonori

Abbiamo visto, nel paragrafo precedente, che i valori della pressione sonora p e
dellintensit acustica I variano su range piuttosto ampi: in particolare,
abbiamo visto che la pressione sonora (cio la variazione di pressione rispetto al
valore atmosferico) varia nellintervallo | | ) ( 10 ), ( 20
4
Pa Pa .
Il valore minimo di 20 Pa un valore medio statistico ritenuto appunto come il
minimo percepibile dallascoltatore medio; il valore di 10
4
Pa, invece, corrisponde
pressoch a quello che si percepisce per un colpo di arma da fuoco, a distanza
ravvicinata.

Livello di intensit
dB
Condizione ambientale Effetto sull'uomo
120 Soglia del dolore Lesioni dellorecchio
110
Picchi dintensit di una grande
orchestra
100 Interno della metropolitana
90 Picchi di intensit di un pianoforte
Zona pericolosa per l'orecchio
80 Via a circolazione media
75 Voce forte, a un metro
70
Conversazione normale, a un
metro
60 Ufficio commerciale
Zona di fatica
50 Salotto calmo
40 Biblioteca
Zona di riposo (giorno)
30
Camera da letto molto calma (
notte)
20 Studio di radiodiffusione
0 Soglia di udibilit
Zona di riposo (notte)

E quindi conveniente esprimere queste grandezze in scala logaritmica.
Per fare questo, si introducono i cosiddetti livelli di grandezze acustiche
contemporaneamente si introduce il Decibel (simbolo dB), sottomultiplo del Bel, ma
oggi comunemente usato per le misure di acustica.

Livello di pressione sonora:
Lezione del 12/11/2001 16.30-18.30
- 12 -
2
2
log 10
o
rms
p
p
p
L =
con p
0
= 2 Pa valore di riferimento.
Esistono diversi Livelli ognuno riferito ad una diversa grandezza acustica.

Livello di intensit acustica:
o
I
I
I
L log 10 =
con I
0
= 10
-12
W/m
2
.
Essendo il logaritmo una funzione invertibile, se conosciamo il livello di intensit
acustica, possiamo facilmente ricavare lintensit acustica espressa in unit naturali:
10
10
I
L
o
I I =

Livello di densit sonora:
o
D
D
D
L log =
il cui valore di riferimento D
0
= 3 10
15
J/m
3


Livello di potenza acustica:
o
W
W
W
L log 10 =
con W
0
= 10
12
W.
Analogamente a quanto fatto prima possiamo ricavare la densit sonora W.
10
10
W
L
o
W W =

Livello di velocit :
2
2
log 10
o
rms
v
v
v
L =
E importante notare che i vari valori di riferimento sono stati scelti in modo tale che
i relativi livelli risultassero tra loro correlati in maniera opportuna.
In molte situazioni di misura le fluttuazioni del livello sonoro sono troppo ampie e
irregolari per consentire una lettura precisa, persino usando la costante di misura
slow. Si possono facilitare e rendere pi precise le misure di rumore impulsivo o
ampiamente fluttuante utilizzando il concetto di livello equivalente (Leq), definito
come la vera energia media del livello sonoro nell'intero periodo di misura.
Matematicamente esso si desume dalla equazione:

(

=

T
L
eq
dt
T
L
0
1 , 0
10
1
log 10
rappresentando pertanto la media ponderata in termini energetici dell'area sottesa
dall'andamento di l.p.s. in funzione del tempo. La misura del Leq su tempi brevi
facilita il confronto di singoli eventi quali il transito di veicoli, il passaggio di treni,
Lezione del 12/11/2001 16.30-18.30
- 13 -
ecc. , mentre la misura del Leq su tempi lunghi consente la valutazione precisa del
rumore delle comunit, consentendo il raffronto alle pi recenti normative tecniche.

SOMMA DI SEGNALI

La somma di due o pi livelli sonori pu essere coerente o incoerente.

Se i due segnali sono coerenti significa che le due onde corrispondenti ai due segnali
sono perfettamente identiche e in fase. Inoltre si deve avere che la distanza
dellascoltatore o del microfono sia la stessa da entrambe le sorgenti.

1
2
0
1
2
0
2 1
6 log 10 4 log 10 log 10 L
P
P
P
P P
L
TOT
+ =
|
|
.
|

\
|
+ =
|
|
.
|

\
| +
=
in quanto P
1
= P
2
.
Nel caso si sommino due segnali con L = 80 dB

86 80 6 80 80
2 1
= + = + = + = L L L
TOT
dB
Solitamente per la somma di due segnali da intendersi come somma incoerente.
Questo pu essere il caso di due casse acustiche collegate ad uno stereo: i due segnali
sono diversi perch hanno fase casuale a causa delle riflessioni nellambiente. Ci
possono allora essere momenti in cui due picchi di pressione si sommano
enfatizzandosi e altri in cui un picco ed una valle si sommano eliminandosi. In tal
caso per il principio di conservazione dellenergia lintensit sonora data dalla
somma delle due intensit dei segnali reali, la densit di energia sonora data dalla
somma delle due densit mentre per la pressione non vale tale uguaglianza. La
pressione al quadrato risulta proporzionale alla densit di energia e vale la formula:
2
2
2
1
P P P
TOT
+ =

Per cui la formula della somma risulta essere:
2
0
2
2
2
1
log 10
P
P P
L
TOT
+
=
o lequivalente:

=
i
L
TOT
i
L
10
10 log 10
Esempio:
Supponiamo di avere due suoni cui corrispondono i livelli di intensit L
1
= 70 dB e
L
2
= 70 dB. Calcoliamo il livello di intensit totale.

= = + =
|
|
.
|

\
|
+ = =

7 7 7
10 10 10
10 2 log 10 ) 10 10 log( 10 10 10 log 10 10 log 10
2 1
L L
i
L
TOT
i
L
dB dB dB 73 3 70 2 log 10 10 log 10
7
= + = + =

In generale il calcolo del livello si pu eseguire attraverso un grafico.

Lezione del 12/11/2001 16.30-18.30
- 14 -


Data la differenza tra idue livelli si ottiene il valore da aggiungere al maggiore dei
due. Infatti grazie alle propriet del logaritmo il valore da sommare dipende solo
dalla differenza di livello tra i due segnali e non dal livello di partenza.
Se per esempio i due livelli sonori fossero di 70 dB e di 65 dB la loro somma
incoerente sarebbe:

dB 2 , 71 2 , 1 70 dB 2 , 1 dB 5
1 2 1 2 1
= + = + = + = = = L L L L L L L L
TOT
.


Alessio Caramaschi matr. 131003 Lezione del 12/11/01 ora 16.30-18.30
- 1 -
ANALISI DI SUONI COMPLESSI

Lo scopo dellanalisi in frequenza quello di definire il contenuto di un suono
complesso, che contiene componenti a diverse frequenze, anche variabili
istantaneamente.
Ricordando che il campo sonoro udibile umano va circa dai 20 Ha ai 20 kHz e
che lorecchio non percepisce tutte le frequenze allo stesso modo, si capisce come
mai in molte applicazioni tecniche che vanno dalla registrazione e riproduzione della
musica allanalisi del rumore prodotto da macchinari o ambienti, si interessati a
valutare non tanto il livello sonoro complessivo, cio lenergia totale del suono, bens
la sua distribuzione alle varie frequenze.
In natura non esistono per solo suoni puri (le sinusoidi utilizzate in teoria e
molto comode per unanalisi matematica sono molto lontane dalla realt); sono
presenti forme donda molto strane (ad esempio dallanalisi della voce umana si nota
che essa non ha nulla a che fare con una semplice sinusoide). Anche il suono
prodotto da uno strumento musicale (una ben precisa nota) non fatto unicamente di
sinusoidi.
In un suono reale sono quindi sempre presenti sinusoidi discrete con opportune
ampiezze, frequenze e fasi alle quali sovrapposta una quota di rumore.
Effettuare lanalisi in frequenza significa partire da una rappresentazione del
suono nel dominio del tempo, cio dalla forma donda, ed arrivare a definire lo
spettro (un procedimento analogo fatto nellottica dove la luce scomposta nelle
sue componenti cromatiche, nientaltro che onde a diversa frequenza).
In sostanza, un suono puro un onda sonora la cui pressione acustica
istantanea una semplice funzione sinusoidale del tempo, esprimibile quindi
mediante una relazione lineare del tipo :

P t P sen t m ( ) ( ) =


In pratica, i suoni puri permanenti sono un eccezione : normalmente, infatti, il
fenomeno sonoro si presenta come suono complesso costituito da un insieme
discreto o continuo di oscillazioni sinusoidali. Se la funzione P(t) che rappresenta il
fenomeno sonoro periodica, essa analizzabile in serie di fourier in quanto
unoscillazione periodica complessa pu essere considerata come una somma di una
serie di oscillazioni sinusoidali semplici, le cui frequenze costituiscono una
progressione aritmetica.
Cio, se considero un segnale x(t) periodico di periodo T e frequenza f = 1/T, lo
posso sviluppare come somma di infiniti termini armonicamente correlati, ciascuno
dei quali caratterizzato da una frequenza multipla della frequenza f (frequenza
fondamentale) . In formule risulta che



x t xn
f t
n
n
n
( ) =
=
=+


j2
e



dove i coefficienti dello sviluppo sono
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 2 -


x x t dt n
f t n
1/ T e
-T/ 2
T/ 2

j2
=

( )









La frequenza f1, pi bassa, viene chiamata frequenza fondamentale, mentre le
altre componenti, di frequenze f2=2f1, f3=3f1...,sono dette armoniche (va tenuto
presente che la prima armonica la fondamentale, la seconda armonica la f2, e cos
via). Sono di questo tipo i suoni emessi dagli strumenti musicali.
Oltre alle frequenze multiple della stessa fondamentale, un suono pu risultare
costituito anche da frequenze che stanno ancora in rapporto semplice, ma non intero,
con la pi bassa ; queste frequenze sono chiamate parziali e rivestono un ruolo
importante in acustica musicale, ad esempio negli strumenti a percussione.
Armoniche e parziali caratterizzano il timbro del suono. Possono presentarsi anche
casi in cui il suono complesso costituito da una serie di frequenze pure che stanno
tra loro in relazione non armonica. Cio accade, ad esempio, quando quando si
eccitano contemporaneamente pi modi propri di di oscillazione di corpi vibranti,
quali le membrane tese o le piastre, che possiedono appunto frequenze proprie di
risonanza in relazione non armonica.
In ogni caso, i suoni complessi sopra definiti possono essere rappresentati
mediante un certo numero (teoricamente infinito!) di termini sinusoidali semplici i
quali, come noto, restano individuati ciascuno dai parametri A, f, , ossia dall
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 3 -
ampiezza massima di oscillazione, dalla frequenza e dalla fase. La conoscenza di tali
grandezze permette quindi di ricostruire l oscillazione complessa.
Potendosi trascurare, agli effetti dell ascolto, la fase in quanto l orecchio
avverte principalmente le differenze di ampiezza e frequenza di oscillazione, il suono
complesso po essere rappresentato graficamente da una successione di righe,
ciascuna delle quali individua con la sua ascissa la frequenza e con la sua ordinata l
intensit.



Se, invece, il suono periodico non puro, ma complesso, allora la
situazione in frequenza quella della figura seguente :







Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 4 -
Normalmente, si usa prendere come grandezza rappresentativa dell intensit il
valore efficace P della pressione acustica, definita come :

=
T
rms
dt t P
T
P
0
2
) (
1


dove
p t
2
( )
non altro che la pressione istantanea al quadrato.

Il valore efficace (RMS) quello che rappresenta meglio il contenuto energetico
dell'onda.

L insieme di righe del grafico prende il nome di spettro acustico, o
diagramma di analisi armonica.

Il valore efficace dell oscillazione armonica nel suo insieme dato dalla
relazione :
P Pn
n
=

2


essendo Pn il valore efficace dell ennesima armonica.
Nella maggior parte dei casi pratici, la funzione P(t) che definisce la pressione
sonora in un punto, non analizzabile in serie di frequenze pure, ma e una funzione
aleatoria che presenta uno spettro continuo in frequenza. E questo il caso di un gran
numero di rumori quali, ad esempio, il rumore termico di apparecchiature
elettroniche, il rumore generato da aviogetti, ecc.
Infine esistono fenomeni acustici (musica, linguaggio parlato, ecc.) costituiti da
un gran numero di suoni di breve durata che si susseguono in rapida successione;
ciascuno di tali suoni risulta in genere caratterizzato da un transitorio di attacco e un
transitorio di estinzione, durante i quali l ampiezza della perturbzaione di pressione
cresce sino ad un valore di regime e, rispettivamente, decresce fino ad annullarsi.
Anche questi tipi di fenomeni acustici possono essere convenientemente
rappresentati da un diagramma spettrale, purch si tenga conto della variazione
temporale delle grandezze acustiche che li caratterizzano.








SPETTRO SONORO : FILTRAGGIO


Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 5 -
Lo spettro di un segnale (e
quindi la forma stessa del segnale)
pu essere modificato se sottoposto
ad unoperazione di filtraggio. Un
filtro appunto un dispositivo che
opera una trasformazione sulla
struttura spettrale di un segnale,
trasmettendone una parte ed
eliminandone le parti restanti. In
altre parole un filtro ha la propriet
di agire, modificandola, sulla
ampiezza delle componenti,
lasciando inalterata la loro
frequenza. Consideriamo ad
esempio un segnale periodico le cui
armoniche abbiano tutte la stessa
ampiezza, cio le cui righe spettrali
siano tutte della stessa altezza (A).
Esistono quattro modalit tipiche di
trasformarlo con unoperazione di
filtraggio. Se il filtro trasmette solo le
armoniche aventi frequenza
inferiore alla cosiddetta frequenza
di taglio (f
t
), si parla di filtraggio
passa-basso (B); si parla invece di
filtraggio passa-alto (C) quando
sono trasmesse solo le armoniche
di frequenza superiore a quella di
taglio. Quando le armoniche
trasmesse sono quelle di frequenza
compresa fra due frequenze di
taglio si parla di filtraggio passa-
banda (D); mentre se le armoniche
comprese fra due frequenze di
taglio vengono eliminate si tratta di
un filtraggio elimina-banda (E).


Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 6 -
Le trasformazioni spettrali
descritte sono realizzate da filtri
ideali; per esempio un filtro passa
basso ideale, come si visto,
trasmette senza attenuazione tutte
le frequenze inferiori a f
t
, ed elimina
completamente tutte quelle
superiori. In realt non esistono filtri
ideali: ogni filtro reale inizia ad
attenuare (leggermente) in
prossimit della frequenza di taglio
e dopo di questa opera una
attenuazione progressiva (pi o
meno marcata) e non una drastica
eliminazione. Nel caso dei filtri reali,
la frequenza di taglio f
t
, definita
come la frequenza a cui il filtro
attenua di 3 dB il livello di ampiezza
massimo. Inoltre il tasso di
attenuazione oltre la frequenza di
taglio viene chiamata pendenza e si
misura in dB per ottava (dB/oct).
Quanto pi la pendenza di un filtro
(reale) grande, tanto pi esso si
avvicina al corrispondente filtro
ideale. Nel caso di un filtro passa-
banda, in alternativa alle due
frequenze di taglio pi usato il
parametro larghezza di banda, o
banda passante, definito come la
differenza fra le frequenze di taglio
stesse.


Inoltre, nel caso di un filtro
passa-banda simmetrico un ulteriore
suo parametro caratteristico la
frequenza centrale (f
c
), definita
come la media delle due frequenze
di taglio. Spesso nei passa-banda
simmetrici la simmetria non
definita su una scala lineare di
frequenza, bens su una scala
logaritmica del valore percentuale
di frequenza.


Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 7 -
La tabella illustra i
valori preferenziali
di frequenza (centrale)
utilizzati negli
analizzatori,
rispettivamente, di
ottava, di 1/2
ottava. di 1/3
dottava.Questa serie
di frequenze intesa
per misure acustiche e
non concerne il campo
musicale. Come base
di tutte e tre le serie di
frequenze preferenziali
stata scelta (come
tradizione in acustica)
la frequenza di 1000
Hz. Si noti che in
queste serie di valori di
frequenza si utilizza un
incremento
percentuale costante
e non un incremento
assoluto costante.
Per esempio, nella
scala di ottava, un
dato valore di
frequenza pari al
200% del valore
precedente, cio
lincremento
(percentuale costante)
del 100% e ad esso
corrispondono
incrementi assoluti (in
Hz) crescenti col
crescere della
frequenza.


Laltra tecnica fa ricorso ad un
singolo filtro passa-banda di cui
viene fatta variare nel tempo la
frequenza centrale: in tal modo il
filtro compie una esplorazione
della scala di frequenza e misura in
successione lampiezza (e la
frequenza) di ciascuna armonica. In
questo caso lanalisi avviene in
tempo differito, cio intercorre un
certo ritardo fra limmissione del
segnale e la definizione completa
del suo spettro. E importante,
perch il filtro passa-banda estragga
ciascuna armonica singolarmente,
che la sua larghezza di banda sia
inferiore allintervallo di frequenza
che separa due armoniche
di ti i lt l l
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 8 -
adiacenti; in altre parole la
larghezza di banda deve essere
inferiore alla frequenza del segnale
complesso periodico da analizzare.
In tal caso si dice che il filtro a
banda stretta. Di contro si parla di
filtri a banda larga, quando la loro
larghezza di banda maggiore della
frequenza del segnale, per cui essi
misurano nello stesso tempo due o
pi armoniche del segnale. In
questo caso, si ottiene un risultato
(spettrale) che ancora largamente
utilizzabile in Fonetica.

Rappresentazione schematica della tecnica di analisi di
un segnale complesso periodico composto da due armoniche
ad opera di un filtro passa-banda che esplora lasse delle
frequenze.




TIPI DI RAPPRSENTAZIONE DELLO SPETTRO


Uno spettro, a seconda della tecnica utilizzata per ricavarlo e del tipo di
visualizzazione impiegata, pu cambiare notevolmente daspetto. Esiste, infatti, una
prima differenza tra lanalisi in banda stretta e in banda percentuale costante, ed una
seconda differenza nella rappresentazione con asse delle frequenze lineare e
logaritmica.

Prendiamo, di seguito, in esame lo spettro di uno stesso segnale, analizzato con
lo stesso strumento e rappresentato in quattro differenti modi.

1. Analisi per bande percentuali costanti in terzi dottava con asse delle frequenze in
scala logaritmica (fig. 1) (i terzi presentano tutti la stessa larghezza).
Graficamente notiamo un segnale piuttosto livellato con un picco alla frequenza
di circa 2000 Hz.

Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 9 -

Fig.1


2. Analisi per bande percentuali costanti in terzi dottava con asse delle frequenze in
scala lineare (fig. 2) (aumentando la frequenza i terzi si allargano). Dallo spettro
si nota un segnale che presenta un picco a frequenza apparentemente bassa e che
va diminuendo di livello salendo ad alta frequenza.

Fig. 2

Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 10 -
Apparentemente i due spettri sono molto differenti, ma in realt rappresentano
sempre lo stesso segnale: si pu vedere questo osservando il valore indicato dal
cursore. In entrambi i casi si ha un picco di 87,3 dB alla frequenza di 1982,1286 Hz.

Passiamo ora dai filtri a banda percentuale costante a quelli a banda costante.

3. Analisi in banda stretta con asse delle frequenze logaritmica (fig. 3).

Fig. 3





4. Analisi in banda stretta con asse delle frequenze lineare (fig. 4).

Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 11 -

Fig. 4


Negli ultimi due casi, essendo le bande pi strette, esse riescono a catturare
frequenze ad unenergia mediamente inferiore a quella catturata dalla banda in terzi
dottava. Normalmente, rispetto allandamento in terzi dottava, un segnale
visualizzato in banda stretta, tender ad attenuare i livelli ad alta frequenza ed ad
incrementare quelli a bassa frequenza. Questo si pu notare sia dalla fig. 18 sia dalla
fig. 19.
Infine passando dallanalisi in terzi dottava alla banda stretta il valore in dB del
segnale varia. Notiamo che a 2 kHz nei primi due grafici si otteneva un picco a 87,13
dB mentre negli ultimi due esso valeva 66,87 dB (circa 20 decibel di differenza).

Possiamo concludere con certezza che necessario stabilire il tipo danalisi in
frequenza in quanto la scala tipografica della rappresentazione dello spettro ne pu
alterare notevolmente la lettura.

Resta comunque da sottolineare che il nostro udito meglio rappresentato
dallanalisi in terzi dottava con asse delle frequenze in scala logaritmica.

INTENSITA ACUSTICA

Un altra grandezza che interessante calcolare per valutare il fenomeno del
trasporto di energia dellonda piana progressiva lintensit acustica che rappresenta
il valore medio nel tempo dellintensit istantanea Ii(t)

( ) ( ) ( ) u p I
i
= (19)

Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 12 -
da cui lintensit media

( ) ( ) d u p I

0
1
(20)

Dopo aver riscritto le equazioni della velocit e della pressione in funzione
dellimpedenza:

( ) ( ) ( ) kx
z
p
kx u kx k u = = = sin sin sin
max
max max
(21)

( ) ( ) ( ) kx z u kx p kx p = = = sin sin sin '
max max max 0
(22)

posso calcolare lintensit media (ricordando la formula trigonometrica :
x x 2 sin
2
1
2
1
sin
2
+ = (23)
la quale vale se integrata mediamente nel tempo ) ottenendo tre possibili risultati:


max max
2
1
p u I = (24)


2
max
1
2
1
p
z
I = (25)


2
max
2
1
u z I = (26)

Se poi si utilizzano le espressioni dei valori medi efficaci ,in quanto si parla di
grandezze sinusoidali,
rms
p e
rms
u (lacronimo rms sta per Root Mean Square):

2
max
p
p
rms
= (27)

2
max
u
u
rms
= (28)

lintensit pu essere riscritta come:

rms rms
u p p u I = =
max max
2
1
(29)

z
p
p
z
I
rms
2
2
max
1
2
1
= = (30)

2 2
max
2
1
rms
u z u z I = = (31)
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 13 -

In generale c la tendenza ad abusare di queste formule per la loro estrema
comodit di calcolo e semplicit,soprattutto per quanto riguarda la (30).Infatti fino
agli anni Ottanta questa espressione era usata per calcolare lintensit di qualsiasi
forma donda,commettendo un grossolano errore dal momento che recentemente si
appurato che vale solo per londa piana progressiva!Ci che aveva tratto in inganno
era il significato fisico di equivalente energetico del valor medio efficace.Si indicava
con esso ,sbagliando, lenergia immagazzinata dal sistema invece di far riferimento
solo allenergia potenziale.Avendo calcolato solo il valor medio efficace della
pressione in un campo acustico generico,non si in grado di valutare lenergia
cinetica in quanto non detto che tutta lenergia potenziale si trasformi in energia
cinetica!Anzi solitamente lenergia immagazzinata come energia potenziale
mediamente maggiore dellenergia cinetica e viceversa ci sono casi in cui vero il
contrario ,cio che lenergia immagazzinata in termini di velocit,e quindi lenergia
cinetica, superiore allenergia potenziale.Solo per londa piana progressiva sussiste
la seguente uguaglianza:

2
2
rms
rms
u z
z
p
= (32)

e dalluguaglianza dellintensit si scrive:

2 2 2
rms rms
u z p = (33)

Quindi nellapprestarsi allo studio di un onda qualsiasi non sufficiente
conoscere solo la pressione per valutare lintensit,occorrono pressione e velocit.
Lunico termine che rimane sempre valido lintensit valutata come media integrale
nel tempo.



MISURE FONOMETRICHE


Le misure fonometriche ci permettono di analizzare e quantificare il suono.
Ogni giorno siamo investiti da onde sonore rumori, voci, musica e talvolta pu essere
utile poterli misurare: in ambienti di lavoro, di studio, strade ecc. allo scopo di
rilevare il livello di inquinamento acustico.
Per effettuare tali misure si utilizza il fonometro.
Si possono trovare in commercio diversi tipi di fonometro con diverse prestazioni e
diverse caratteristiche.
Lo strumento, grazie al microfono di cui dotato, in grado di rilevare le variazioni
di pressione generate dalle onde sonore e di visualizzare successivamente su un
display (eventualmente su un elaboratore elettronico) il livello di campo misurato.
Oggigiorno i fonometri sono anche in grado di effettuare lanalisi in frequenza del
segnale captato.

Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 14 -


Fig.1) Partendo da sinistra: microfono, fonometro, generatore di tono puro
(indispensabile alla calibrazione del fonometro), cuffietta di protezione anti-vento.



Prima di descrivere il funzionamento del fonometro avvalendomi dello schema a
blocchi, devo effettuare alcune importanti premesse.

Grandezze misurate e definizione di Livello Equivalente (L
EQ
)

Il fonometro in grado di misurare i livelli di pressione, esso campiona il
segnale in ingresso ad intervalli di tempo ben definiti che possono variare a seconda
della costante di tempo ( = RC) scelta dallutente; esistono tre tipi di costanti di
tempo:

Periodo T (ms) N di campioni al sec.
SLOW 1000 1
FAST 125 8
IMPULSE 35 28


Una volta scelta la costante di tempo desiderata, il fonometro rileva nellunit di
tempo i livelli di pressione (L
P
) istantanei. (Es: 8 rilevazioni al secondo nel caso di
costante FAST ).


Matematicamente il livello di pressione (L
p
) definito da:

2
0
2
10
P
P RMS
log Lp =
dove:

=
T
i RMS
d P
T
0
2 2
1
P

P
RMS
rappresenta il valore medio efficace.
P
i
= Pressione istantanea del campo sonoro.
P
0
= Pressione di riferimento, circa 2x10
-5
(Pa)

Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 15 -
Possiamo dare, a questo punto ,la definizione matematica di livello equivalente
(L
EQ
)

=

2
0
0
2
1
10
P
dt P
T
i T
log L
EQ


Per calcolare fisicamente il L
EQ
possiamo avvalerci di un semplice circuito
elettronico (RC) che, utilizzato come rivelatore del valore medio efficace, fornisce
una risposta di questo tipo:

CIRCUITO RC :

SCHEMA A BLOCCHI:

RC
V
in
V
out

SCHEMA ELETTRICO:
V
IN
V
OUT
I
R
R
C
I
C


Supponiamo di applicare in ingresso un segnale delta-di-Dirac (
(t)
) allo scopo
di trovare la risposta impulsiva ( h
(t)
) del filtro.
La funzione di trasferimento del filtro sar quindi:

(t)
h RI + =
(t)



ma:

dt
dh
C
t ) (
C R
I I I = = =

imposto quindi lequazione differenziale:

) (
) (
(t)

t
t
h
dt
dh
RC + =
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 16 -

e
RC
t
A

=
(t)
h

risolvo lequazione applicando il metodo della variazione delle costanti:

e e e
RC
t
(t)
RC
t
(t)
RC
t
(t)
A A RC A
RC
RC
+ + =
1
(t)


RC

e
RC
t
(t)

=
1
(t)
A

integrando ambedue i membri



d
RC
e
RC
t
t

=
) ( (t)
A
RC
1
=
(t)
A 0 > t


quindi:

RC
e
RC
t

=
(t)
h 0 > t
0 =
(t)
h 0 < t

a questo punto posso sfruttare h
(t)
per trovare il generico segnale di uscita (V
out
);
lelevamento al quadrato deriva dal fatto che mi interessa il valore medio
efficace.



il segnale di uscita V
out
quindi ottenuto dalla convoluzione tra V
in
e h
(t)
:

) ( ) ( ) (
V
t t IN t OUT
h V =
2 2

d
RC
RC
t
V
IN t

=

+

exp
V
) ( ) OUT(
2 2



(t < 0 ) h
(t)
= 0 quindi il segnale di uscita sar:

d e V
RC
RC
t t
IN

=
2 2
1
) ( OUT(t)
V

Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 17 -

Il termine esponenziale, presente allinterno dellintegrale, rappresenta una
memoria in funzione del tempo; dal grafico riportato qui sotto (Fig.2) si nota
landamento ideale (rappresentato con un tratto di linea pi spesso) e lesponenziale
negativo, che rappresenta la memoria presente nei fonometri analogici:
Oss. Lesponenziale decresce infinitamente, ma dopo un tempo pari a 5 non
influenza pi il nostro sistema.

V
1
t
T
Fig. 2)


FORMULA PRATICA PER DETERMINARE L
EQ


Il livello equivalente una media energetica: cio una media dei valori di intensit
del segnale campionato, non di livello.

=

=
N
N
N
i
Li
i
1
10
10
10log L
EQ

L
i
= Livello campionato (dB)
N
i
= numero di campioni rilevati per il livello L
i

Il calcolo del livello equivalente (L
EQ
) pu essere fatto direttamente dal
fonometro oppure i dati del segnale campionato possono essere elaborati per esempio
da un foglio di lavoro .
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 18 -


Per la misura di L
eq
necessario effettuare il campionamento dellandamento
temporale. Questo stesso campionamento ha un'ulteriore rilevanza, dovuta al decreto
misure del marzo '98, il quale afferma che sul suono misurato possono essere
effettuate tre possibili correzioni:

1) C
1
(per componente impulsiva)
2) C
2
(per componente tonale)
3) C
3
(per componente tonale a bassa frequenza)

Per ogni correzione di questo tipo vengono addizionati 3 dB e il livello del
rumore ambientale (L
AMB
) dato dalla somma :
L
AMB
= L
eq +
C
1 +
C
2 +
C
3


E' necessario, allora, stabilire secondo il decreto misure del marzo '98 che cosa si
intenda per rumore impulsivo. Il decreto afferma che:

"Il rumore considerato avente componenti impulsive quando sono verificate le
condizioni seguenti:

levento ripetitivo;
la differenza tra L
AImax
ed L
ASmax
superiore a 6 dB;
la durata dellevento a -10 dB dal valore L
AFmax
inferiore a 1 s."

La prima condizione chiarita nel decreto qualche riga pi avanti.

"Levento sonoro impulsivo si considera ripetitivo quando si verifica almeno 10
volte nellarco di unora nel periodo diurno ed almeno 2 volte nellarco di unora
nel periodo notturno."

Passiamo quindi al secondo punto. L
AImax,
e L
ASmax
rappresentano
rispettivamente il massimo livello misurato secondo la metodologia IMPULSE e
secondo la metodologia SLOW. Allora per avere un rumore impulsivo deve valere la
condizione:
L
AImax
- L
ASmax
> 6 dB



La formula precedente, tuttavia, soddisfatta anche dalla voce umana (il che
significa che una condizione debole, perch facilmente verificabile). Per questo
motivo stata introdotta la terza condizione, dove compare il termine L
AFmax
che
indica il massimo livello misurato con la costante di tempo FAST. La terza
condizione pu essere schematizzata dal seguente grafico (Fig. 3).

Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 19 -
< 1 s
-10 dB


Fig. 3)


Data la traccia FAST del segnale, deve essere verificato che, abbassandosi di 10
dB rispetto al valore massimo, la durata dell'impulso sia minore di un secondo. Si
vede cos che necessario misurare contemporaneamente landamento temporale
con le tre costanti di tempo IMPULSE, FAST e SLOW. Tuttavia l'unico strumento
che permette direttamente una misura di questo tipo il fonometro della Larson
Davis ed molto costoso. La maggior parte dei fonometri invece permette una
misurazione per volta. Quindi l'unica soluzione quella di registrare il segnale e poi
inserirlo nuovamente nel fonometro in metodologia IMPULSE, FAST e SLOW.
Devo per fare attenzione a registrare il segnale in modo da non perdere nessuna
informazione e da non introdurre nessun disturbo. Un modo corretto quello di
registrarlo su disco fisso nel computer o su un sistema di registrazione "senza
perdite". Infatti se decidessi di fare la registrazione ad esempio su un CD,
perderemmo molte delle informazioni necessarie, proprio perch il CD utilizza
algoritmi di compressione che perdono parte del segnale.





ESEMPIO:
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 20 -

Fig. 4) Osservando il grafico, che riporta un segnale campionato con costanti
SLOW, FAST, IMPULSE; notiamo che siamo in un classico caso di applicazione
della penalizzazione.

FONOMETRO:

SCHEMA A BLOCCHI:

Log
RMS/Peak
Detector
Hold
("Impulse"
only)
External
Filters
Overload
Detector
AC
Exit
Calculator
Indicator
System
DC
Exit
Impedance
Converter
Microphone
Amplifier
and
Frequence
Weighting
Attenuator


DESCRIZIONE DEI SINGOLI BLOCCHI:

MICROFONO (MICROPHONE): Il microfono il trasduttore pressione -
tensione che permette di rilevare le variazioni del campo sonoro. Contenuto in una
struttura tubolare sensibile unicamente alla pressione, e non alla velocit del
campo. E quindi totalmente privo delleffetto prossimit (per il quale si avrebbe
una sovramplificazione delle basse frequenze).
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 21 -
La caratteristica fondamentale di questi microfoni, la Sensibilit .
La sensibilit microfonica espressa in mV/Pa (millivolt/Pascal). I valori tipici
rientrano nella fascia da 2 100 mV/Pa. Per esempio un microfono con sensibilit
100 mV/Pa molto sensibile, e viene utilizzato per misure di precisione.
Differentemente un microfono con sensibilit di 2 mV/Pa un microfono poco
sensibile (duro), usato per rilievi in cui non necessaria una particolare precisione.

Il microfono a noi in dotazione ha una sensibilit di 50 mV/Pa, ha quindi una
discreta precisione.
I microfoni per misure fonometriche sono di due tipi:
- per misure in campo libero
- per misure in campo diffuso
I microfoni per misure in campo libero hanno una risposta piana, quando
investiti da unonda piana progressiva di testa. Possono essere usati allaperto,
puntandoli verso la sorgente sonora oppure in tutti gli ambienti a patto che siano
orientati verso la sorgente sonora predominante.
Usati scorrettamente, ossia ad esempio orientati con un angolo di 90 rispetto la
sorgente, essi sottostimano le componenti ad alta frequenza.

O n d a p ia n a F o n o m e t r o

Fig.5) Esempio di microfono per misure in campo libero orientato correttamente
dB
f 2 20 k 5 k
Ut iliz zato co rret ta me nte
Ut iliz zato in modo er rato

Fig. 6) Risposta in frequenza per un microfono a campo libero

Per poter effettuare misure in ambienti con pi sorgenti acustiche con presenza
di rimbombi, e quindi molto ricchi di campi sonori, sono stati inventati i microfoni a
campo diffuso. Usato scorrettamente, ossia orientato verso la sorgente sonora,
produce una sovrastima delle alte frequenze.


Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 22 -
d B
f 2 2 0 k 5 k
Ut iliz zato co rret ta me nte
Ut iliz zato in mo d o er rato

Fig. 7) Risposta in frequenza per il microfono a campo diffuso


Avendo uno dei due microfoni, possibile usarlo per una misura in campo
opposto, apportando alcune correzioni, in base allambiente in cui si effettua la
misura.
Dovendo infatti utilizzare un microfono per campo libero in campo diffuso, si
corregge la curva tramite circuiti di compensazione interni al fonometro stesso (per
esempio in quello della Bruel&Kjaer).Questi circuiti correggono la curva dei livelli
tramite unoperazione di filtraggio. Per il caso contrario (microfono per campo
diffuso in campo libero), sufficiente orientare lo stesso a 90 rispetto alla sorgente
sonora.
E bene sapere che tutti questi microfoni, sono in CLASSE 1.
Questo significa che la ditta produttrice garantisce la risposta in frequenza del
dispositivo entro i limiti di tolleranza indicati e previsti dalle norme.


Il microfono costituito da due membrane: una vincolata agli estremi esposta al
campo sonoro, ed una sottostante libera nella quale sono presenti delle fessure per il
passaggio dellaria. Queste membrane sono sottoposte ad una differenza di
potenziale (V), detta di polarizzazione, solitamente di 200 Volt. Le due membrane
costituiscono un condensatore .
Il microfono viene di conseguenza chiamato microfono a condensatore .
Allarrivo del campo sonoro, le membrane si avvicinano e si allontanano
proporzionalmente alla pressione del campo, e si ha cos una variazione di capacit e
quindi di tensione. In serie al condensatore costituito dalle membrane se ne trova un
altro, necessario per bloccare la componente continua e, permettere unicamente il
passaggio della variazione di tensione.
Esistono in commercio anche microfoni autopolarizzati ,che hanno la
polarizzazione internamente, ma sono meno stabili e quindi meno affidabili.
Il segnale in uscita ora un segnale elettrico.


ADATTATORE DI IMPEDENZA ELETTRICA (IMPEDANCE CONVERTER):

Questo dispositivo non altro che un adattatore di impedenza che consente al
sistema di funzionare.
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 23 -
Infatti il microfono a condensatore non funziona se chiuso su di un carico, poich si
ha linnesco del processo di scarica del condensatore stesso (attraverso la resistenza
del circuito a valle), per la quale non verrebbero rilevate le variazioni di tensione.
Chiudendo invece il circuito su di una impedenza infinita o comunque molto
grande, il condensatore (microfono), non si scarica e, la variazione di tensione, viene
rilevata dal circuito a valle. Questi adattatori sono comunemente costituiti da
transistori unipolari (JFET transistori ad effetto di campo) a guadagno unitario, i
quali disaccoppiano il microfono dal resto del circuito. La caratteristica di questi
dispositivi proprio quella di riportare a monte unimpedenza elevata, e a valle una
impedenza bassa sulla quale pu scorrere una corrente non trascurabile.
Parecchie volte erroneamente questo stadio viene chiamato preamplificatore
microfonico ; questo termine improprio, perch come gi detto, il guadagno
unitario e di conseguenza non si ha amplificazione del segnale. E possibile inoltre
porre il microfono a distanza dal fonometro tramite lapplicazione di un cavo tra
luscita del convertitore di impedenza e lo strumento vero e proprio.


ATTENUATORE E FILTRI DI PONDERAZIONE (AMPLIFIER Fr
WEIGHTING ATTENUATOR):

Questo dispositivo consente pi operazioni:

- selezionare il fondo scala desiderato
- selezionare il tipo di ponderazione
- selezionare eventualmente lanalisi in frequenza

Selezionare il fondo scala importante perch, un suono troppo forte, pu
saturare lo strumento il quale non riesce pi a leggere il segnale. In questa condizione
il fondo scala selezionato troppo basso. Analogo il discorso nel caso in cui stato
selezionato un fondo scala troppo alto per un segnale piuttosto debole, il quale non
viene rilevato.
Il fondo scala va quindi adattato in modo che il livello sonoro, rientri nel
range di valori selezionato.
Il nostro strumento della Delta Ohm ha un range di lavoro di 60dB per quattro
fondo scala:
- 24 84 dB
- 44 104 dB per misure ambientali
- 64 124 dB per misure in ambienti di lavoro
- 84 144 dB

I pi usati sono i due della fascia centrale.

Per esempio:
- il livello della voce di un professore che parla in aula con il microfono di
circa 79 80 dB
- il rumore di fondo causato dai soffioni di unaula di universit di circa 49
50 dB
E possibile inoltre la scelta della ponderazione ( A,B,C,D ) oppure dellanalisi
in frequenza.
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 24 -
Un errore in cui spesso si incorre quello di affrontare lanalisi in frequenza del
segnale gi ponderato. Come visibile nello schema a blocchi, questo fonometro
permette di selezionare o una o laltra analisi del segnale, grazie ad un commutatore,
che determina il collegamento del resto del sistema o con lattenuatore, o con un
sistema di filtri per lanalisi in frequenza.


INDICATORE DI OWERFLOW e UNDERFLOW (OWERFLOW DETECTOR):

Questo stadio indica quindi quando si presentano gli stati di overflow o di
underflow , in modo che lutente venga informato, e selezioni lesatto fondo scala
per poter effettuare la misura.


FILTRI ESTERNI (EXTERNAL FILTER):

Questo insieme di filtri rende possibile lanalisi in frequenza del segnale. Negli
strumenti moderni questo blocco interno al sistema e realizzato da circuiti
elettronici. I fonometri non recenti venivano collegati invece ad un dispositivo
secondario, contenente appunto i filtri (a valvole) che occupavano per molto pi
spazio. Ecco perch erano collegati esternamente.


RILEVATORE DI PICCO LOGARITMICO (LOG RMS PEAK DETECTOR):

Passando attraverso questo stadio, il segnale precedentemente filtrato e
predisposto per la ponderazione o per lanalisi in frequenza, viene innanzitutto
raddrizzato (elevamento a quadrato), viene poi rilevato per farne la media efficace
(RMS).
Da questo stadio viene quindi operata una conversione da logaritmico ad un
valore efficace RMS.


SISTEMA DI CALCOLO E DI INDICAZIONE (CALCULATOR INDICATOR
SYSTEM):

Il sistema di calcolo campiona il segnale con costante assegnata (FAST, SLOW,
IMPULSE).
Se ad esempio, la misura viene effettuata su un intervallo di tempo di 10 minuti, ed
il campionamento avviene con costante FAST, si ha:
10 min = 600 s
costante Fast = 125 ms
N = n campioni = 600 * 8 = 4800
Come sar specificato poi in seguito, il sistema fornisce in uscita il livello
equivalente del campo.
Viene eseguita cio dal sistema di elaborazione una media di tutti i valori
campionati.
La stessa viene poi aggiornata nel tempo, ed possibile vedere il cosiddetto
running della media, ossia, landamento della media nel tempo.

Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 25 -

DISPLAY

I vecchi strumenti erano analogici (a lancetta) e anche se non erano
particolarmente precisi, fornivano unindicazione molto intuitiva del livello di
rumore misurato.
Gli strumenti moderni, con display digitale, sono sicuramente pi precisi, ma
anchessi riportano al di sopra del display una lancetta digitale che fornisce
lindicazione analogica della stessa misura.


HOLD (IMPULSE ONLY)

E una cella di memoria che permette di mantenere la misura eseguita fissa sul
display (come un tasto pause in un registratore). Nella pratica poco usato.



DISPOSITIVI DI USCITA DEL SEGNALE:

Il fonometro, riporta diversi tipi di prese per poter prelevare il segnale:

- presa AC pre-filter (nei fonometri recenti)
Da questa presa possibile prelevare il segnale non ponderato,
ottimo per lanalisi in frequenza.
- presa AC post-filter (nei fonometri recenti)
Da questa presa possibile prelevare il segnale gi ponderato.
- presa DC (nei fonometri non recenti)
Questa presa oggi poco usata, era dedicata a strumenti di
registrazione della vecchia generazione.
- una porta seriale per la eventuale connessione ad un Pc

Le prese AC vengono utilizzate anche per la registrazione dei campioni tramite
registratori digitali, come i DAT, schede di campionamento, Pc, ecc.


LA SCALA DEI DECIBEL


Lo scienziato statunitense Graham Bell (1847-1922) osserv che la sensazione
sonora, alla frequenza campione di 1000 Hz, raddoppia se lintensit del suono che la
provoca cresce di un fattore pari a circa 3.16 10 . Tale valore naturalmente
approssimato, in quanto la risposta ad una variazione in pressione dipende dalle
caratteristiche dellonda sonora, ma risulta essere abbastanza preciso. In particolare
tale valore convinse Bell ad usare una scala logaritmica per misurare la sensazione
sonora: scegliendo ad esempio una scala arbitraria alle varie pressioni si avrebbero i
seguenti risultati

Pressione sonora (Pa) Sensazione (S)
0.01 1
0.0316 2
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 26 -
0.1 3
0.316 4
1 5

dove laumento di S di ununit indica il raddoppio della sensazione.
Bell defin quindi la sensazione sonora come:
2
0
2
lg
P
P
RMS
S =
utilizzando come unit di misura per tale grandezza il Bel [B] (dove lg indica il
logaritmo in base dieci). Si pu notare come le pressioni usate non siano quelle
massime associate allonda, ma il valor medio efficace (RMS) mediato su un
periodo, in quanto tale valore pi semplice da calcolare. La quantit P
0
la
pressione di riferimento, fissata al valore
10 2
5
Pa, che corrisponde al pi basso
suono udibile avente frequenza 1000 Hz. I valori ottenuti con tale formula
corrispondono bene a quelli trovati sperimentalmente, ma tale scala si rivel presto
troppo grossolana: per questo che ancora oggi si usano i suoi sottomultipli, in
particolare il Decibel [dB]. Il Decibel non una vera e propria unit di misura, ma
indica il livello della grandezza al quale riferito:
2
0
2
lg 10
P
P
RMS
L =
il risultato di tale espressione quindi il livello di pressione associato al suono.
Il Decibel viene riferito a qualsiasi grandezza di cui sia necessario avere una
scala logaritmica; ad esempio le scale usate per indicare il volume di molti stereo
sono espresse in decibel negativi: esse misurano il livello di attenuazione del segnale
sonoro originario. Unaltra caratteristica importante del decibel risiede nella sua
semplicit pratica ai fini del calcolo. Se, ad esempio, due suoni hanno una differenza
nel livello della pressione pari a 6dB, attraverso semplici calcoli si pu risalire alla
differenza di pressione sonora che li distingue:
2 lg 20 6 6 lg 10
6 lg 10 lg 10 6
2
1
2
2
2
1
2
2
2
1
2
0
2
2
2
0
2
1
2 1
= =
= =
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
dB L L

Se il segnale sonoro trasmesso da unonda piana sinusoidale con velocit e
pressione in fase, utile definire un livello per tutte le sue grandezze caratteristiche.
Si definisce quindi il Livello di velocit:
2
0
2
lg 10
V
V
L
RMS
v
=
che indica la velocit dellonda sonora rispetto alla velocit di riferimento;
questultimo valore si ricava facilmente ricordando che V P 400 :
s
m
P
P
V
P V
RMS
RMS 8 0
0 0
10 5
400

= = =



Livello di pressione sonora:
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 27 -
2
2
log 10
o
rms
p
p
p
L =
con p
0
= 2 Pa valore di riferimento.


Il Livello di intensit sonora:
0
lg 10
I
I
L
I
=
dove il valore di riferimento dato da:
2
12
0
2
0
0
0
2
10 1
m
W
c
P
I
c
P
I
RMS
= = =


Infine il Livello di densit sonora:
0
lg
D
D
L
D
=
dove il valore di riferimento dato da:
3
15 0
0
10 3
m
J
c
I
D
c
I
D

= = =
Utilizzando i livelli cos definiti per analizzare unonda piana sinusoidale si ottiene:
D I v p
L L L L = = =


ESEMPIO : SOMMA DI SEGNALI

Somma coerente
Dati due segnali sonori possibile calcolare i livelli associati nei due casi:
] [ lg 10
2
0
2
1
1
dB
P
P
L
= ] [ lg 10
2
0
2
2
2
dB
P
P
L
=
Se i due segnali sono perfettamente in fase, istante per istante le due pressioni
sonore possono essere sommate per trovare un livello totale:
( )
] [ lg 10
2
0
2
2 1
dB
P
P P
L
TOT
+
=
Se, inoltre, P1=P2:
( )
] [ lg 10 6 ] [ lg 10 4 lg 10 ] [
2
lg 10
2
0
2
1
2
0
2
1
2
0
2
1
dB dB dB
P
P
P
P
P
P
L
TOT
+ = + =

=
Sommando in pressione due livelli si ottiene un incremento massimo di 6 dB.
Per cui giungiamo allinaspettato risultato che dB dB dB 76 70 70 = + .

Somma incoerente
Nel caso in cui si abbiano a disposizione due altoparlanti che emettono lo stesso
segnale, ricevere con un microfono due suoni assolutamente identici praticamente
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 28 -
impossibile: spesso, infatti, due segnali sono gi lievemente differenti in partenza e
percorrono distanze diverse prima di raggiungere il microfono. In un punto
arbitrariamente lontano, quindi, a volte i segnali si sommano raddoppiando la
pressione sonora, s'annullano oppure si presentano sono a fasi intermedie.

Generalmente, per somma di due livelli si considera una somma incoerente.

Quindi, per ottenere il livello sonoro totale si sfrutta il principio di conservazione
dell'energia: esso prevede che la densit d'energia sonora sia uguale alla somma
aritmetica delle due prese singolarmente.
Altoparlante 1 Altoparlante 2
Microfono

Fig. 12: Somma incoerente

Quindi, sommando le intensit dei due segnali si ottiene:
I
I I
LTOT
0
2 1
lg 10
+
=
Se I
1
=I
2
allora:
] [ lg 10 3 ] [ lg 10 2 lg 10
0
1
0
1
dB dB
I
I
I
I
LTOT
+ = + =

Per cui, ad esempio, dB dB dB 73 70 70 = + e non dB dB dB 140 70 70 = + .
Possiamo quindi affermare che: sommando due livelli L
1
ed L
2
, si ottiene un
segnale che dato dal maggiore dei due incrementato al massimo di 3 dB (lo si pu
notare anche dal grafico seguente).
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 29 -
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Differenza di livello (dB)
V
a
l
o
r
e

i
n

d
B

d
i

c
u
i

i
n
c
r
e
m
e
n
t
a
r
e

i
l

l
i
v
e
l
l
o

m
a
g
g
i
o
r
e

Fig. 13
Dalle propriet del logaritmo possiamo inoltre capire che il valore da sommare
al maggiore dei due suoni dipende unicamente dalla differenza di livello tra i due,
non dal livello di partenza.
In fig. 13 indicato quanto si deve sommare al livello del maggiore tra i due
segnali per ottenere il livello totale.
Come si pu notare, se i due livelli differiscono per pi di 10 dB, lincremento
sul maggiore sostanzialmente nullo (di soli +0,4 dB).
Ad esempio dB dB dB 80 70 80 = + .

Supponiamo allora di essere in presenza di una sorgente forte e di una debole:
lorecchio umano percepisce entrambe le sorgenti, un fonometro invece soltanto la
prima. Il suono quindi trascurabile dal punto di vista del livello totale, ma
comunque udibile (sempre che non sia presente il fenomeno del mascheramento).

Interferenza
In presenza dello stesso segnale riprodotto da due altoparlanti si possono avere
effetti di interferenza: vi sono, cio, zone in cui i due segnali sono in fase (la somma
avviene in pressione per un incremento massimo di 6 dB) ed altre in cui essi sono in
controfase (uno ha un massimo e laltro un minimo). In queste zone i due segnali
elidono mutuamente i loro effetti. In particolare, i minimi dintensit si trovano a
distanza proporzionale a mezza lunghezza donda.
Gli effetti dinterferenza sono problematici quando si hanno solo due sorgenti di
segnale. Con pi sorgenti sarebbe praticamente impossibile trovare un punto in cui il
segnale totale si annulla completamente.

Loperazione di cancellazione di un suono con un controsuono praticamente
irrealizzabile in una vasta regione: solo in condizioni geometriche molto favorevoli
ottenibile una zona di cancellazione pi grande di di lunghezza donda. In
condizioni normali, invece, le bolle silenti che si vengono a creare sono
relativamente piccole (gi ad una frequenza di 1000 Hz ho una lunghezza donda di
34 cm e quindi una bolla di raggio molto piccolo).
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 30 -





Giordano Colombo 130356 13/11/01 14.30-16.30
- 1 -

ACUSTICA PSICOFISICA

Misura dei fenomeni acustici in decibel

I fenomeni acustici consistono in fenomeni oscillatori della materia; quindi,
contrariamente alle onde elettromagnetiche non si propagano nel vuoto e necessitano
per la loro propagazione di un mezzo elastico.
Lorecchio umano percepisce questi fenomeni per un intervallo di frequenze che va
dai 20 Hz e i 20 kHz. Le oscillazioni non percepibili che si trovano al di sopra dei 20
kHz vengono chiamate ultrasuoni, mentre al di sotto dei 20 Hz infrasuoni.
Il suono si propaga nel mezzo elastico tramite onde di pressione. La sorgente sonora,
cio un corpo in vibrazione, trasmette sollecitazioni di pressione al mezzo, mediante
una legge matematica in funzione del tempo. Le particelle del mezzo, sollecitate,
oscillano attorno alla loro posizione di riposo, dando origine a trasformazioni della
loro energia potenziale elastica in energia cinetica e viceversa. Nel mezzo di
propagazione si ha quindi una perturbazione di pressione, la cui velocit chiamata
velocit del suono.
I fenomeni acustici vengono espressi mediante la scala logaritmica dei decibel (dB),
che fa riferimento alla pressione acustica; questultima la differenza tra la pressione
p(t) presente nellistante t e la pressione statica che ci sarebbe nello stesso punto e
nello stesso istante t in assenza del passaggio dellonda sonora. Il livello di pressione
acustica L in dB al di sopra di un livello zero di riferimento, che corrisponde alla
pressione di riferimento P
0
, dato dalla relazione:

L = 20 log
10
( P / P
0
)

dove P la pressione acustica.
La scala dei decibel tiene quindi conto della percezione logaritmica che lorecchio
umano ha del suono e che caratteristica di tutte le sensazioni umane, le quali sono
proporzionali al logaritmo dello stimolo.


La sensazione uditiva

I fenomeni acustici sono caratterizzati da due grandezze: pressione acustica e
frequenza. La prima dipende dalla pressione esercitata dallonda sonora sulle
particelle del mezzo di propagazione, la seconda dal numero doscillazioni che
avvengono al passaggio dellonda in un secondo.


Giordano Colombo 130356 13/11/01 14.30-16.30
- 2 -


fig. 1

Il grafico (fig. 1) mette in relazione queste due grandezze e delimita larea della
sensazione uditiva che racchiude tutti i suoni percepibili dalludito umano;
superiormente essa limitata da una curva detta soglia del dolore e inferiormente
dalla curva chiamata soglia dudibilit.


Laudiogramma normale di Fletcher e Munson

Laudiogramma normale di Fletcher e Munson (fig. 2) fornisce dati sul
comportamento delludito umano nel caso di suoni puri con riferimento allintensit
soggettiva; questultima legata al livello di pressione e alla frequenza dellonda
sonora. Laudiogramma il frutto di studi compiuti su un gran numero di individui
aventi un udito normale e privo di difetti. E limitato inferiormente da una curva che
corrisponde alla soglia di udibilit e superiormente da tre tipi di curve dette: soglia
del disturbo, soglia del dolore e soglia del danno uditivo che naturalmente non
determinabile sperimentalmente. La zona tra la soglia di udibilit e quella del dolore
detta area di udibilit normale; le due soglie tendono inoltre a congiungersi ai due
estremi della banda delle frequenze udibili; lestremo inferiore della banda si trova
ad una frequenza di 1620 Hz, quello superiore a 16 kHz. Al di sopra della banda vi
la banda degli ultrasuoni, al di sotto quella degli infrasuoni.

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- 3 -


fig. 2

Per tracciare laudiogramma sono stati effettuati dei confronti tra una serie di toni
puri, sparsi in tutta la banda delle frequenze, e un tono puro di riferimento con
frequenza di 1000 Hz. Mantenendo fisso il livello di pressione del tono di riferimento
e modificando quello degli altri toni puri fino a raggiungere la condizione di
isointensit soggettiva, e misurando per tutti i toni puri i valori del livello di
pressione che fanno capo alla condizione di isointensit soggettiva, possibile
tracciare sullaudiogramma i punti sperimentali corrispondenti. Tramite
uninterpolazione possibile disegnare una curva dove costante il livello di
intensit di sensazione; questa curva detta isofonica. Ogni curva fornisce un valore
diverso del livello di intensit soggettiva, la cui unit di misura il phon.
Le isofoniche sono graficamente abbastanza simili tra loro ma non sono mai
sovrapponibili e la loro forma mostra la forte non linearit che caratterizza ludito
umano. Dallaudiogramma si nota come lorecchio umano sia pi sensibile alle
medie frequenze fra qualche centinaio e qualche migliaio di Hz; ci dipende dalla
configurazione strutturale del padiglione auricolare che amplifica specificamente i
suoni solo per una fascia di valori delle frequenze.
La scala dei Phon caduta in disuso per due motivi, uno di tipo pratico e laltro di
natura teorica: il primo consiste nella difficolt a lavorare con curve complicate, non
determinabili da un'unica legge e difficilmente utilizzabili con una tecnologia di tipo
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- 4 -
analogico che rendeva necessaria addirittura una conversione a mano dei dati; il
secondo motivo prende in considerazione il fatto che questa scala utilizza solo suoni
puri, cio sinusoidi perfette, diretti frontalmente allorecchio umano con perdita della
tridimensionalit del campo sonoro.


Il sistema uditivo

Il sistema uditivo delluomo pu essere sintetizzato in tre parti: orecchi esterno,
orecchio medio e orecchio interno.




fig. 3


Lorecchio esterno, oltre al padiglione auricolare, comprende un condotto, detto
canale auricolare, alla cui estremit si trova il timpano, membrana elastica e sottile,
ma robusta; questa divide orecchio esterno e medio, e funziona inoltre da barriera,
poich non permette n allacqua n allaria di entrare allinterno dellorecchio.
Lorecchio medio si trova racchiuso nella cassa timpanica, cavit ossea del cranio,
che contiene tre ossicini (martello, incudine e staffa (fig. 4)), i quali hanno la
funzione di trasmettere le vibrazioni prodotte dai suoni nella zona pi interna
dellorecchio.


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- 5 -


fig. 4


La cassa timpanica inoltre messa a contatto con le retrocavit nasali tramite la
tromba di Eustachio. Orecchio medio ed interno sono separati da unaltra membrana
detta finestra ovale, la quale a contatto con la staffa. Il compito degli ossicini
trasformare la forma ma non il contenuto del segnale sonoro per non perderne la
qualit quando nellorecchio interno il segnale deve attraversare lendolinfa, liquido
dotato di una propria impedenza acustica.

Lorecchio interno costituito dalla coclea e dal labirinto (fig. 5).




fig. 5

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- 6 -
La coclea, che il vero organo uditivo, un condotto formato da due canali che ha
forma di chiocciola. Questi canali sono divisi da una membrana detta basale e
prendono il nome di canale vestibolare e timpanico (fig. 6).




fig. 6

Il segnale sonoro percorre interamente il primo per poi passare nel secondo; al suo
passaggio si verifica tra i due condotti una differenza di pressione che viene recepita
dalle cellule cigliate che si trovano sulla membrana ed ospitano terminazioni
nervose. Inoltre lo spessore della membrana aumenta allallontanarsi dalla finestra
ovale diventando per pi molle. Questa struttura permette di distinguere le varie
frequenze: i suoni ad alta frequenza sono registrati dalla prima porzione della
membrana, mentre le pi basse frequenze dallultima. Proprio perch le frequenze
sono separate, un danno alludito a livello delle terminazioni nervose che si trovano
sulla membrana basale non pregiudica la ricezione totale dei suoni ma solo quella
che avviene alle frequenze corrispondenti alle terminazioni danneggiate.


Perdita delludito

I danni al sistema uditivo umano possono essere temporanei oppure permanenti.Un
danno temporaneo pu comparire con lesposizione per alcune ore dellorgano
uditivo a livelli sonori alti; pu causare nausea, perdita dellequilibrio, labirintite ed
dovuto alla maggiore sforzo meccanico che lorgano deve compiere. Si hanno danni
permanenti specialmente per lesposizione, prolungata negli anni, a suoni di livello
medio alto, come spesso avviene in certi ambienti di lavoro.
Il grafico seguente mette in relazione la perdita in decibel rispetto alle varie
frequenze, secondo il periodo di esposizione prolungata a livelli medio alti.



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- 7 -


fig. 7


Dal grafico di fig. 7 si pu vedere come lesposizione prolungata a suoni con un
livello di 90 dB arrechi pi danni intorno ai 4000 Hz. La sensibilit del sistema
uditivo umano infatti maggiore tra i 2000 e i 4000 Hz, poich in questa banda di
frequenze vengono emesse le consonanti. Una persona con un danno uditivo riporta
quindi difficolt a percepire le consonanti, mentre sente bene le vocali che hanno
frequenze intorno ai 400 Hz. Il risultato che la persona con udito leso sente che le si
sta parlando, ma ha difficolt a capire quello che le viene detto.


Esempio

Lesempio seguente mostra come si possa ridurre linquinamento acustico spostando
lenergia in gioco ad una frequenza pi bassa.
Una ventola formata da quattro pale lavora a 3000 G/min e quindi ad una frequenza f
pari a 200 Hz. Infatti f = 50 (G/sec) * 4 (npale) = 200 (Hz). Una ventola di questo
tipo produce un inquinamento acustico di 81 dB(A) 90 dB. Per diminuire i dB(A)
bisogna diminuire la frequenza; volendo mantenere costanti i 3000 G/min non resta
che diminuire il numero delle pale. Utilizzando due pale, pi grosse delle precedenti,
posso ridurre il rumore prodotto a 71 dB(A).


Curve di ponderazione

Lo strumento standard utilizzato per compiere le misure fonometriche il misuratore
di livello sonoro normalizzato, chiamato comunemente fonometro.

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- 8 -
M S A1 G P R A2
M = microfono panoramico A1- A2 = attenuatori G = amplificat ore
P = rete ponderat rice R = rettificatore S = misuratore di tensione in dB
fig. 8

Da una schematizzazione a blocchi del fonometro (fig. 8) vediamo che il segnale dal
microfono panoramico, attraverso un attenuatore, arriva ad un amplificatore e poi
passa attraverso una rete ponderatrice. Le reti ponderatrici del fonometro sono
selezionate da un commutatore ed il loro incarico quello di assegnare allo
strumento una curva di risposta affinch essa riproduca il corrispondente
comportamento delludito. Una curva di ponderazione, che in pratica una isofonica
ribaltata, rappresenta la caratteristica sensibilit-frequenza. Dopo essere stato
ponderato il segnale viene inviato per mezzo di un rettificatore e di un attenuatore ad
uno strumento indicatore, che tarato in dB.




fig. 9


Vi sono varie curve di ponderazione (fig. 9) , anche se quella comunemente usata la
curva di ponderazione A che risultata quella meglio correlata con gli effetti
indesiderati dei rumori da valutare. La curva A corrisponde alla isofonica di 40 phon
dellaudiogramma normale di Fletcher e Munson, la B a quella di 70 phon, mentre la
C a quella di 100 phon. La curva D utilizzata per la valutazione della rumorosit
del traffico aereo. Il fonometro non garantisce una approssimazione precisa nel caso
di suoni a spettro complesso; il gap tra il livello sonoro restituito dal fonometro e il
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- 9 -
livello in phon supera spesso le 10 unit logaritmiche. Lo scopo che si raggiunge con
la ponderazione comunque quello di convertire in scala logaritmica il segnale
elaborato dagli strumenti in forma lineare.


Filtri passa-banda

Per effettuare lanalisi in frequenza pu venire utilizzato un banco di filtri passa-
banda. Questo metodo consiste nello studiare il segnale sonoro a frequenze separate:
ogni singolo filtro del banco infatti costruito in modo da permettere il passaggio
delle sole frequenze che fanno parte di un determinato intervallo. Fornendo ogni
filtro di un voltmetro si pu quindi misurare il livello di ogni intervallo di frequenze.
Se il nostro filtro fosse ideale la curva del guadagno (fig. 10) dovrebbe essere
equivalente ad un impulso rettangolare mentre nella realt i fronti di salita e discesa
non raggiungono mai la perfetta perpendicolarit rispetto allasse delle frequenze per
limiti tecnologici (fig. 10).


f
G



fig. 10



fig. 11

Il grafico (fig. 11) che rappresenta il guadagno ipotetico di un filtro reale costituito
da una parte centrale in cui esso vale costantemente 0 dB che prende il nome di
banda efficace (f), che compresa tra le due frequenze di taglio f
1
e f
2
posizionate a
met energia rispetto alla banda passante; alle due estremit di questa banda vi sono
due zone in cui il guadagno trascurabile che devono comunque avere una pendenza
variabile entro una determinata tolleranza definita dallI.E.C.(organizzazione per la
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- 10 -
definizione degli standard delle misure acustiche). Il guadagno corrispondente a f
1
e
f
2
vale -3 dB. f
c
detta frequenza di centro-banda e naturalmente il guadagno
equivale a 0 dB. I principali spettri per bande sono: quello a bande costanti,
caratterizzato dalla medesima ampiezza di tutte le bande, e quello a bande
percentuali costanti, dove ogni banda il doppio della precedente. Spettri a bande
percentuali costanti sono quelli a banda dottava. Lottava, che corrisponde allottava
musicale, delimitata tra due frequenze f
1
e f
2
tali che il rapporto f
1
/f
2
sia uguale a 2
(f
1
<f
2
); sono valide per essa le seguenti relazioni:

2 ,
2
, 2
2 1 1 2
= = =
c
c
f f
f
f f f

Lottava una banda piuttosto larga e in talune applicazioni necessario suddividere
la banda dottava in bande sottomultiple; i filtri di questo tipo sono chiamati a
frazione dottava. La suddivisione pi nota quella di 1/3 dottava, ma sono comuni
anche filtri di 1/6, 1/12, 1/24 dottava. Ogni filtro di questo tipo dovr verificare che
il rapporto tra la differenza delle frequenze f
2
e f
1
e la frequenza di centro-banda sia
equivalente ad un valore costante.
const
f
f f
f
f
c c
=

1 2

Questo valore costante per i filtri dottava equivale a:
707 , 0
2
1

La frequenza massima di un filtro risulta uguale alla minima di quello seguente.
Se prendiamo in considerazione filtri a 1/12 dottava il rapporto tra f
1
e f
2
il
seguente:
2
12
1
2
=

f
f

05946 , 1 2
12
1
2
= =

f
f

Il rapporto tra f
1
e f
2
nel caso di un filtro a 1/3 dottava :

2
3
1
2
=

f
f

2599 , 1 2
3
1
2
= =

f
f

I filtri a 1/3 dottava sono i pi utilizzati poich meglio si rapportano al sistema
uditivo umano, specialmente per frequenze sopra i 600 Hz; al di sotto di questo
valore non infatti possibile riprodurre la risoluzione delludito umano.
La seguente tabella mostra che con dieci filtri dottava possibile ricoprire lintero
spettro delle frequenze udibili. Ciascun filtro ha frequenza di centro banda doppia di
quella del filtro precedente. Linsieme dei dieci filtri copre le frequenze tra i 20 Hz e
i 20 kHz.
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- 11 -

f
c1
f
c2
f
c3
f
c4
f
c5
f
c6
f
c7
f
c8
f
c9
f
c10

31,5 Hz 63 Hz 125 Hz 250 Hz 500 Hz 1 kHz 2 kHz 4 kHz 8 kHz 16 kHz

Un banco di filtri a 1/3 dottava sar quindi formato da trenta filtri mentre uno a 1/12
dottava da ben 120 filtri.


fig. 12
I filtri reali non possono separare alla perfezione le frequenze. La probabilit che un
suono puro cada nella zona in cui due filtri ad 1/3 dottava (fig. 12) si sovrappongono
alta; in questo caso la sovrapposizione del 31%. Alle frequenze f2 e f3 riportate in
figura ad esempio lo spettro rileva energia sia nella banda inferiore sia in quella
superiore.

Rappresentazioni spettrali
Uno stesso segnale pu essere rappresentato tramite vari tipi di spettri, differenti per
tipo di banda o per scala dellasse delle frequenze. Dal punto di vista grafico gli
spettri di uno stesso segnale risultano molto diversi luno dallaltro.
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- 12 -
Dallanalisi dello stesso segnale per bande percentuali costanti in terzi dottava prima
con asse delle frequenze in scala logaritmica (fig. 13) e poi lineare (fig. 14 ) si vede
che nel primo caso i terzi rimangono costanti, mentre nel secondo questi si allargano
allaumentare della frequenza; nel primo grafico il segnale appare abbastanza
livellato, mentre nel secondo diminuisce daltezza con laumento della frequenza. In
entrambi i casi il picco di 87.3 dB si trova alla frequenza di 1982,1286 Hz. A
testimonianza che il segnale studiato il medesimo.


fig.13
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- 13 -

fig. 14
I seguenti grafici mostrano lanalisi in frequenza dello stesso segnale in banda stretta
con asse delle frequenze prima in scala logaritmica (fig. 15 ) e dopo lineare (fig. 16 ).
Anche questa volta il grafico in scala lineare tende ad essere livellato, mentre quello
in scala lineare decresce in altezza. Con lanalisi in banda stretta il picco scende a
66.87. Lanalisi in banda stretta restituisce frequenze in media pi basse rispetto
allanalisi in terzi dottava; essa attenua i livelli a pi alte frequenze, mentre
amplifica quelli a frequenze minori.

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- 14 -

fig. 15

fig. 16


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- 15 -
Esercizio
Data la seguente tabella calcolare il livello totale in dB e in dB(A).
frequenza dB A dB(A)
31,3 90 -39,4 50,6
63 87 -26,2 60,8
125 80 -16,1 63,9
250 82 -8,6 73,4
500 79 -3,2 75,8
1000 80 0 80
2000 75 1,2 76,2
4000 72 1 73
8000 70 -1,1 68,9
16000 70 -6,6 63,4


dB L
TOT
0 , 93
10 10 10 10 10
10 10 10 10 10
lg 10
7 7 2 , 7 5 , 7 8
9 , 7 2 , 8 8 7 , 8 9
=

+ + + + +
+ + + +
=

) ( 7 , 83
10 10 10 10 10
10 10 10 10 10
lg 10
34 , 6 89 , 6 3 , 7 62 , 7 8
58 , 7 34 , 7 39 , 6 08 , 6 06 , 5
,
A dB L
A TOT
=

+ + + + +
+ + + +
=







Stefano Danesi matr. 131608 Lezione del 13/11/2001 ora 14:30-16:30
- 1 -
ACUSTICA PSICOFISICA

Introduzione
In questa lezione tratteremo il funzionamento del sistema uditivo umano e
vedremo che le nostre orecchie sono come dei sensori e la sensazione uditiva non
proporzionale allo stimolo ma al suo logaritmo.
Per una legge elaborata dal fisico e filosofo tedesco T.G. Fechner (1801-1887),
ritenuto il fondatore della psicofisica, alcune sensazioni fisiologiche, come quelle
prodotte dalle onde sonore, non crescono come si potrebbe intuitivamente ritenere, in
proporzione lineare con lo stimolo, bens aumentano con il logaritmo in base 10 della
grandezza fisica che produce la sensazione. Cos, se lintensit dello stimolo cresce
secondo le potenze di 10 (10, 10
2
, 10
3
, 10
4
, ecc.), le conseguenti sensazioni
aumentano secondo i valori dei rispettivi esponenti (1, 2, 3, 4, ecc.).

La sensazione sonora
Il suono caratterizzato da due grandezze fondamentali: la pressione, che
dipende dallintensit dellonda che trasporta il segnale, e la frequenza, che dipende
dal numero di onde o vibrazioni che si susseguono in un secondo. Sottoponendo
individui otologicamente normali a diversi stimoli sonori, variabili in pressione e
frequenza, possibile tracciare un grafico delle risposte/sensazioni uditive, detto
diagramma di sensazione.


Fig.1 - Diagramma di sensazione
Lezione del 13/11/2001 14:30-16:30
- 2 -

Il limite inferiore del grafico o soglia di udibilit, rappresenta le pressioni
minime, alle diverse frequenze, che sono percepite dalluomo; il limite superiore o
soglia del dolore, indica la massima intensit sonora che non provoca dolore; queste
due linee delimitano larea della sensazione uditiva, che contiene tutti i suoni udibili.

Audiogramma di Fletcher e Munson
I ricercatori Fletcher e Munson, utilizzando un diverso approccio al problema,
elaborarono negli anni 30 un diagramma pi completo, basato sulle curve
isofoniche. Tali curve rappresentano il livello di pressione che deve avere un suono,
alle diverse frequenze, per provocare la stessa sensazione; in altre parole le curve
sono il luogo dei punti che determinano la stessa sensazione sonora.
Il diagramma evidenzia che luomo ha scarsa sensibilit per i suoni a bassa
frequenza. Viceversa, superati i 1000 Hz, c un avvicinamento ad una massima
sensibilit che si verifica a circa 3500 Hz (vedi fig.2); poi, aumentando ulteriormente
la frequenza, si ritorna ad una bassa sensibilit di ricezione.
Il procedimento adottato per rilevare il diagramma il seguente: un ascoltatore
viene sottoposto ad un suono puro, generato da unonda piana sinusoidale con
pressione e velocit in fase, e in seguito ad un suono di riferimento di 1 dB a
frequenza 1000Hz; regolando lintensit del suono di riferimento in modo che le due
sensazioni corrispondano, si stabilisce a quale curva appartiene la coppia di valori
pressione-frequenza del primo suono.





Fig.2 - Audiogramma di Fletcher e Munson


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- 3 -
Prendendo in esame un elevato numero di studenti universitari otologicamente
normali tracciarono le curve di isosensazione, o isofone, che rappresentano il livello
in pressione sonora che deve avere un suono per dare la stessa sensazione alle varie
frequenze. La curva inferiore, denominata MAF (Minimum Audible Field), riporta la
soglia di udibilit binaurale in un campo frontale di toni puri per persone
otologicamente normali di et compresa tra 18 e 30 anni.
Il nome audiogramma normale dato da Fletcher e Munson al grafico ottenuto
non propriamente corretto, perch le condizioni sotto le quali stato realizzato
(purezza del suono, onde sinusoidali piane) non sono quasi mai confrontabili con la
realt. Non veniva inoltre considerato l'aspetto della tridimensionalit del suono, che
non pu generare lo stesso effetto su ambedue le orecchie perch sono diversamente
poste nello spazio. Limportanza di tale grafico comunque considerevole, perch
utilizzato per valutare le misure effettuate con sistemi che hanno una risposta uguale
a tutte le frequenze; su di esso si basano inoltre le normative che stabiliscono per
legge il livello sonoro limite al quale pu essere sottoposto luomo.

Analisi macroscopica dell'organo dell'udito.
E' ormai noto che il suono o vibrazione sonora si propaga nellaria (e negli altri
mezzi solidi, liquidi o gassosi) come onde di compressione e rarefazione.
Luomo dotato di un sistema di sensori atti a captare (orecchio esterno) e a
trasmettere (orecchio medio) tali vibrazioni all'organo dell'udito vero e proprio, la
coclea, ove tali segnali vengono trasformati in segnali elettrici che, una volta
raggiunta la corteccia cerebrale uditiva, ci permetteranno di percepire e di
interpretare i segnali acustici.






Fig.3 - Sezione dell'orecchio umano


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Il padiglione uditivo ed il condotto uditivo esterno costituiscono nel loro insieme
un canale aereo (canale auricolare) atto a raccogliere le onde acustiche ed a
convogliarle sulla membrana timpanica che chiude il condotto uditivo stesso. Si
tratta di una membrana dotata di grande flessibilit ed elasticit che viene quindi fatta
facilmente vibrare dalle onde acustiche. Sulla faccia interna della membrana
timpanica fissato un sistema di leve (la catena degli ossicini: martello, incudine,
staffa) che consente di trasmettere le vibrazioni del timpano fino alla finestra ovale, e
da questa all'organo dell'udito propriamente detto (l'organo del Corti).




Fig.4 - Ossicini e rappresentazione srotolata della coclea

La catena degli ossicini tuttavia non costituisce un sistema di trasmissione
totalmente passivo ma consente di modulare (amplificare o ridurre) la vibrazione
timpanica.
Il processo di amplificazione ottenuto in modo molto semplice ed ingegnoso
(fig.4); l'area della membrana timpanica risulta, infatti, circa 20 volte maggiore di
quella della finestra ovale; a livello di quest'ultima pertanto la pressione delle onde
acustiche risulter circa 20 volte maggiore rispetto a quella che ha colpito il timpano.
L'efficienza di trasmissione della catena degli ossicini, e quindi la quantit di
energia che viene trasferita alla finestra ovale, pu essere ampiamente ridotta
dall'attivit di due piccoli muscoli, lo stapedio ed il tensore del timpano. La
contrazione del primo fa s che la staffa tenda a spostarsi al di fuori della membrana
ovale, e quindi a trasferire meno energia alla membrana ovale stessa, mentre la
contrazione del secondo, agendo sul martello, aumenta la tensione della membrana
timpanica e quindi, riducendone l'elasticit, ne limita le escursioni. Pertanto, se i
suoni sono deboli i due muscoletti sono totalmente rilassati ed il sistema timpano-
catena degli ossicini trasferisce il massimo dell'energia alla finestra ovale mentre, se i
suoni sono pi intensi i muscoletti si contraggono progressivamente attenuando (fino
a circa 100 volte, vale a dire 40 dB) il segnale acustico. Questo particolare riflesso
nervoso, noto come riflesso timpanico, ha chiare funzioni protettive nel senso che
tende ad attenuare stimolazioni acustiche troppo intense che potrebbero danneggiare
i delicati recettori uditivi. Tuttavia il tempo necessario per evocare questo riflesso
compreso tra 50 e 150 ms e quindi il riflesso non pu proteggere l'orecchio da suoni
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- 5 -
molto intensi e brevi quali ad esempio quelli di uno sparo; stimoli molto intensi,
infatti, possono causare danni irreparabili di alcune porzioni cocleari.
Ma veniamo ora a descrivere brevemente l'organo sensoriale vero e proprio. Si
tratta di un canale membranoso della lunghezza di circa 35 mm ed avvolto su se
stesso fino a formare una struttura a spirale di 2 giri e 3/4 (la coclea), ben visibile in
fig.3. Il canale cocleare diviso longitudinalmente dalle due membrane, la
membrana basilare e la membrana vestibolare (o di Raissner), in tre parti denominate
scala vestibolare, scala media e scala timpanica (fig.5-6). La scala media ripiena di
endolinfa mentre le altre due scale sono ripiene di perilinfa, liquidi distinti che non si
devono mescolare. La parte sensoriale della coclea (vale a dire quella che analizza le
onde sonore) rappresentata dall'organo del Corti; tale organo appoggiato sulla
membrana basilare e si estende per tutta la lunghezza della coclea stessa.




Fig.5: Orecchio medio e Coclea


L'organo del Corti costituito da numerose popolazioni cellulari di cui, da un
punto di vista funzionale, le pi importanti sono le cellule sensoriali ciliate ancorate
sulla membrana basilare. Le informazioni acustiche partono dalle cellule ciliate e
attraverso le fibre nervose arrivano al Sistema Nervoso Centrale.
L'attivazione delle cellule ciliate un processo biologico che esula dallo scopo
di questa trattazione, tuttavia conveniente descrivere, seppure a grandi linee, i
principali eventi che consentono di trasformare l'attivazione delle cellule ciliate in
scariche di potenziali d'azione che, tramite le vie acustiche, raggiungeranno le aree
acustiche corticali.
Il movimento della staffa contro la finestra ovale produce corrispondenti onde di
compressione e rarefazione nel liquido contenuto nella scala vestibolare. Tale
oscillazioni, essendo la membrana di Reissner estremamente sottile e flessibile,
vengono prontamente trasmesse alla scala media e, da questa, alla membrana basilare
su cui si trova l'organo del Corti. Durante l'onda di compressione pertanto la
membrana basilare tender a flettersi verso la scala timpanica mentre durante l'onda
di rarefazione tender a flettersi verso la scala vestibolare (fig.5), con un movimento
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simile a quello del tubo di Bourdon negli strumenti manometrici che misurano la
pressione dei fluidi.
Le caratteristiche visco-elastiche della membrana basilare relative al modo
proprio di vibrare ( pi spessa vicino alla coclea e pi sottile lontano da essa) fanno
s che le frequenze pi elevate (suoni acuti) facciano oscillare pi efficacemente
quelle porzioni di membrana poste vicino alla finestra ovale mentre le frequenze pi
basse (suoni gravi) facciano oscillare le porzioni terminali della membrana stessa,
vale a dire quelle poste verso le regioni apicali della coclea. Inoltre, sempre le
caratteristiche della membrana basilare, fanno s che la zona di massima oscillazione
sia limitata ad un tratto molto piccolo della membrana stessa. In tal modo, solo un
piccolo gruppo di cellule ciliate, ma non altre, saranno sollecitate da quella
particolare frequenza sonora. Questo permette di analizzare con grande precisione il
segnale acustico e di percepire anche piccole variazioni di frequenza, e quindi del
tono dello stimolo sonoro.




Fig.6 - Sezione della coclea


Molto interessante il ruolo giocato dalle cellule ciliate interne ed esterne nella
funzione uditiva. Le cellule ciliate interne, seppure in numero minore rispetto a
quelle esterne, sono le vere cellule uditive, nel senso che sono loro che, liberando un
particolare neurotrasmettitore, attivano le fibre nervose che trasportano
l'informazione sensoriale dall'organo periferico al Sistema Nervoso Centrale. Le
cellule ciliate esterne, infatti, non hanno funzione propriamente uditiva, ma i loro
movimenti sono in grado di modificare le propriet vibratorie della membrana
basilare e quindi di modificare il guadagno dell'organo sensoriale verso particolari
frequenze. Questo consente un'ampia trattazione dei suoni e quindi di esaltare,
deprimere e persino "inventare" frequenze acustiche.
Occupiamoci ora di come i vari parametri che costituiscono uno stimolo acustico
vengano trasformati in una serie di potenziali d'azione che, tramite il nervo acustico,
raggiungono il Sistema Nervoso Centrale; questo processo va sotto il nome di
"codificazione" dell'informazione sensoriale.
Abbiamo visto che un suono generalmente costituito da una miscela complessa
di toni puri i quali, a loro volta, sono caratterizzati da tre parametri fondamentali:
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durata, intensit e frequenza; quest'ultima, vale a dire la frequenza dell'oscillazione,
quella che determina il tono (acuto e grave) del suono stesso. Vi tuttavia un
problema di base: abbiamo detto che, grazie alle sua propriet, la membrana basilare
in grado, a seconda della frequenza del suono, di attivare gruppi discreti di cellule
ciliate. Tuttavia, mentre le frequenze percepibili dalluomo arrivano fino a circa
20.000 Hz (20.000 impulsi al secondo) la frequenza dei potenziali d'azione
conducibili dalle fibre nervose non pu essere superiore a circa 500 Hz (ogni singolo
potenziale d'azione, infatti, ha una durata di circa 2 msec). In teoria quindi non
dovrebbe essere possibile percepire suoni ad alta frequenza (superiori a 500 Hz). Il
problema stato brillantemente risolto nel seguente modo: le onde di compressione e
rarefazione che fanno vibrare la membrana basilare e che quindi attivano le cellule
ciliate interne, grazie al lavoro delle cellule ciliate esterne, vengono, per cos dire,
"scomposte" in una serie di armoniche ognuna delle quali corrisponde a una data fase
dello stimolo originale ed ognuna delle quali pu quindi attivare una data
popolazione di cellule ciliate. Pertanto, mentre per le frequenze pi basse (20-500
Hz) un numero elevato di fibre nervose trasmettono impulsi ad ogni ciclo di
oscillazione della membrana basilare, quando la frequenza del suono aumenta ogni
fibra trasmette impulsi ogni due o pi cicli di oscillazione e solo durante una ben
definita fase dell'onda sonora.
In questo modo la frequenza dello stimolo sonoro, soprattutto di quelli acuti,
viene rilevata utilizzando non singole fibre nervose ma un sistema multicanale
costituito da una pi fibre nervose, ognuna della quali scarica unicamente durante
una ben determinata fase dello stimolo. Questi segnali, in parte elaborati lungo le vie
acustiche raggiungono poi la corteccia uditiva, struttura organizzata secondo precise
mappe sensoriali (mappe tonotopiche) ove danno luogo alla percezione del segnale
sonoro e alla successiva interpretazione.
Dunque la membrana basale funge inoltre da filtro molto selettivo per quanto
riguarda le frequenze percettibili; i suoni ad alta frequenza vengono quindi
riconosciuti subito, mentre quelli a bassa frequenza devono percorrere tutto il canale
vestibolare (ca. 30 mm) prima di essere uditi. Questo fenomeno provoca
lattenuazione dei suoni a basse frequenze e spiega landamento delle curve
isofoniche del diagramma di Fletcher e Munson.
Un altro aspetto importante che si pu osservare nellapparato uditivo umano
risiede nel fatto che il canale di trasmissione del suono unico e assai limitato:
questo fa s che, quando sono presenti al suo interno troppe informazioni, quelle
aventi minore intensit vengono trascurate. Questo accade quando un suono
caratterizzato da diverse componenti, simili in frequenza, ma in cui una prevalga per
intensit: la sensazione che riceviamo coincide quindi con la componente pi intensa,
mentre le altre non sono percepibili.
In sintesi possiamo dire che il suono o vibrazione sonora si propaga attraverso
l'aria, colpisce la membrana del timpano che si muove trasmettendo il movimento
alla catena degli ossicini. L'ultimo di questi, la staffa, scuote la finestra ovale,
trasmettendo il movimento ai liquidi endolinfatici del labirinto membranoso. Il
movimento dei liquidi si propaga all'interno della chiocciola stimolando le cellule
acustiche dell'organo del Corti che vengono eccitate e da cui parte lo stimolo nervoso
che attraverso i filuzzi nervosi che vanno a costituire il nervo acustico si propaga fino
all'encefalo e viene percepito e interpretato in maniera cosciente.


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Il danno uditivo.
Se l'orecchio viene esposto a rumori molto intensi pu generarsi una perdita
della capacit uditiva che pu essere temporanea o permanente a seconda
dell'intensit e della dose assorbita dall'individuo.
Per stabilire la capacit uditiva normalmente vengono effettuati dei test acustici
con suoni di livello via via crescente per stabilire il minimo livello sonoro udibile
dall'individuo oggetto di esame.
Un individuo normale dovrebbe presentare un diagramma della perdita in dB in
funzione della frequenza quasi piatto e nullo. Nel caso invece sia presente un danno
uditivo medio si riscontrano grafici che presentano un andamento a cucchiaio come
quello schematizzato in fig.7. Dal grafico si pu notare che lindividuo tende a non
percepire pi distintamente le alte frequenze nellintorno dei 4000 Hz, questo perch
lorecchio umano molto sensibile in quellintervallo.



Fig.7 - Perdita di udito in funzione della frequenza


Col passare degli anni il punto di minimo (pancia del cucchiaio) dell'ipoacusia si
abbassa ulteriormente. Se il punto di minimo si abbassa tra 40-50 dB allora non si
parla pi di ipoacusia ma di sordit.
La sordit una malattia invalidante oggetto di intervento sia in ambito sanitario
sia in ambito previdenziale. Per quanto riguarda l'aspetto sanitario lo Stato
chiamato ad intervenire nell'ambito del Sitema Sanitario Nazionale per curare la
malattia. Per quanto riguarda la parte previdenziale, lo Stato spesso chiamato ad
erogare a livello pensionistico un compenso di natura assicurativa conseguente
l'eventuale invalidit conseguita durante lattivit lavorativa e a causa della stessa.


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Aspetti giurisprudenziali collegati alla prevenzione del danno.
La legislazione italiana, in armonia con direttive della Comunit Economica
Europea (direttive CEE), si sviluppata negli anni privilegiando sempre pi la
prevenzione delle malattie ed in particolare la prevenzione delle malattie
professionali che hanno tutte un costo sociale elevato sia in termini umani (qualit
della vita), sia in termini economici (spese sanitarie e previdenziali). Naturalmente
tale normativa comprende anche la prevenzione dell'ipoacusia e della sordit.
Pertanto meritano di essere citate alcune leggi vigenti all'argomento che, avendo
riflessi di natura penale, evidenziano la rilevanza che lo Stato attribuisce alla materia:
Decreto Legislativo del 15 agosto 1991, n. 277, prescrive misure in materia di
protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dallesposizione ad agenti chimici,
fisici, biologici durante il lavoro. In particolare vengono dettate norme sulla
protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione al rumore durante il lavoro. La
norma fissa in 80 dBA il valore medio di dose, superato il quale si entra decisamente
nell'area dell'attivit rischiosa. Superato tale limite tra laltro risulta necessario:
organizzare lattivit produttiva in maniera da ridurre il rumore sotto il valore
medio di 80 dBA;
oppure ridurre il periodo di esposizione dellindividuo in maniera tale che la sua
dose cumulativa di rumore sia inferiore a 80 dBA;
qualora non sia proprio assolutamente possibile ridurre la dose come predetto,
dotare il personale di opportuni strumenti di protezione individuale (per esempio
adeguate cuffie antirumore);
avviare unattivit di informazione e formazione dei lavoratori sui rischi dovuti
allesposizione;
L'art. 39 definisce anche il concetto di esposizione quotidiana al rumore che
identifica con la formula

T
T
L L
o
e
Te Aeq d EP
log 10
10
, ,
+ = (1)

dove

=
T
dt
P
P
T
L
e
o
t A
e
Te Aeq
0
) (
10
,
2
1
log 10 ; (2)

Te = durata quotidiana dell'esposizione al rumore;
To = 8 h = 28800 s ;
Po = 20Pa ;
PA = pressione acustica istantanea ponderata, in Pascal, cui rsposta, nell'aria a
pressione atmosferica, una persona che potrebbe o no spostarsi da un punto ad un
altro del luogo di lavoro; tale pressione si determina basandosi su misurazioni
specifiche.
Decreto Legislativo 19 settembre 1994 , n.626 , una normativa di carattere
generale, che prescrive misure per la tutela della salute e per la sicurezza dei
lavoratori durante il lavoro, in tutti i settori pubblici e privati. Tali misure sono
essenzialmente finalizzate alla prevenzione degli infortuni e delle malattie
professionali.
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La prevenzione intesa come il complesso delle disposizioni adottate (o previste) in
tutte le fasi dell'attivit/processo lavorativo per evitare (o diminuire) i rischi
professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell'integrit dell'ambiente
esterno.
Questo comporta in particolare che in relazione alla natura dell'attivit dell'azienda e
nella scelta delle attrezzature e dei luoghi di lavoro , il datore di lavoro deve valutare
i rischi per la sicurezza e per la salute dei lavoratori. In esito alla valutazione di detti
rischi il datore di lavoro deve elaborare e conservare un documento scritto (chiamato
"mappatura del rischio") contenente:
una relazione sulla valutazione dei rischi (mappatura) nellazienda e sui criteri
adottati per la valutazione stessa;
l'individuazione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti alla
precitata valutazione;
il programma temporale previsto per diminuire/eliminare i rischi
precedentemente individuati.
La normativa , che detta anche precise responsabilit a tutti gli elementi
dell'organizzazione (preposti, lavoratori, medico, ecc.), prevede anche attivit di
formazione e informazione al personale sui rischi esistenti nel processo lavorativo.
Normalmente nelle misure di prevenzione e protezione sono previste visite mediche
periodiche specifiche del personale esposto ai rischi specifici. Nel caso di rischio
uditivo l'individuo periodicamente sar sottoposto a visita medica uditiva ed
eventualmente ad altre visite finalizzate alla prevenzione della malattia professionale.
In sintesi tutta la normativa del D.L. 626/94 ha grande rilevanza di carattere generale
e si applica pienamente alla materia acustica-uditiva.
Legge 26 ottobre 1995 , n. 447 , nota come " Legge quadro sull'inquinamento
acustico " . La legge stabilisce nuovi principi in materia di tutela dell'ambiente
esterno e dell'ambiente abitativo dall'inquinamento acustico. Per inquinamento
acustico la norma intende l'introduzione di rumore nell'ambiente abitativo o esterno
tale da provocare fastidio o disturbo al riposo ed alle attivit umane, pericolo per la
salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, o
tale da interferire con le fruizioni degli ambienti stessi.
Decreto del Presidente della Repubblica del 24 luglio 1996 n. 459 , pi noto con
la denominazione di "DIRETTIVA MACCHINE" . Le norme si applicano alle
macchine ed ai componenti di sicurezza immessi separatamente sul mercato. Esse
stabiliscono tra laltro che per costruzione le macchine devono essere atte a
funzionare, ad essere regolate e a subire manutenzione senza che tali operazioni (se
effettuate nelle condizioni previste dal fabbricante) espongano a rischi le persone.
Le stesse norme conseguentemente precisano i requisiti essenziali di sicurezza e di
salute delle macchine e dei componenti.

La scala dB
Le curve isofoniche hanno tutte forma molto simile, con picco di udibilit
intorno ai 3500 Hz, ma si pu notare come al crescere dellintensit la risposta del
sistema uditivo si appiattisce. Ci nonostante possibile ricavare lunit di
raddoppio, ovvero il fattore per cui devo moltiplicare lintensit sonora per avere una
sensazione di raddoppio. Tale valore fu stabilito da Graham Bell in 10 , cio 3,16.
Ricordiamo che esso solo un valore mediato, in quanto la risposta ad una
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variazione di pressione sonora diversa a seconda della frequenza e dellampiezza.
Bell defin la sensazione sonora come:

| | B
P
P
S
2
0
2
lg = (3)

dove lunit di misura tra parentesi quadre il Bel, mentre P0 la pressione di
riferimento, stabilita in
10 2
5
Pa, corrispondente al suono pi debole udibile
dalluomo a 1000 Hz. Da notare che ora non pi considerato tale, come mostra la
curva MAF, comunque continua ad essere preso come pressione di riferimento.
Questa scala si rivel per essere troppo grossolana, ed oggi lunita di misura
pi comunemente usata il decibel (dB), ovvero il decimo di Bel. Per evitare
confusioni il valore in dB chiamato livello (L) e non sensazione, per cui
scriveremo:

| | dB
P
P
L
2
0
2
lg 10 = (4)

Alcune osservazioni: un suono a 0 dB, secondo Bell, corrispondeva al suono pi
debole udibile a 1000 Hz (infatti perch il logaritmo sia zero il suo argomento deve
essere 1, ovvero P deve essere uguale a P0). Il fatto che i termini di pressione siano
elevati al quadrato suggerisce che il nostro sistema uditivo abbia una risposta
proporzionale al loro valor medio efficace, e quindi al contenuto energetico (che
sappiamo essere proporzionale al quadrato della pressione).
In definitiva le caratteristiche con cui posso costruire uno strumento pi simile
all'orecchio umano funziona a livelli di pressione RMS con costante di tempo fast
(125 ms). In formula:

P
P
S
RMS
RMS
2
2
0
lg = (5)

La scala dB(A)
Per raggiungere una buona approssimazione della risposta umana occorre
compensare strumentalmente il fatto che l'orecchio sente meglio le frequenze alte
rispetto alle basse. Questa operazione, detta di ponderazione, eseguita tramite il
diagramma di Fletcher Munson, andando cio a vedere a quale curva isofonica
appartiene una determinata coppia frequenza-livello. Per facilitare l'operazione
sufficiente avere a disposizione un grafico di Fletcher Munson ribaltato, che ci
permette di stabilire quale valore dobbiamo sommare ai livelli sonori ottenuti alle
varie frequenze per ottenere l'effettiva sensazione umana.
Come gi detto, le curve isofoniche sono simili tra loro, ma comunque variano
all'aumentare del livello, per cui avremmo bisogno di pi curve da utilizzare nei vari
casi. A tale riguardo esistono la curva A (per livelli sotto i 60 dB), la curva B (tra 60
e 80 dB), la curva C (oltre 80) e la curva D (per rumori molto forti, come quelli degli
aerei) e si definiscono le misure in dB(A), dB(C) ecc. a seconda della curva di
ponderazione utilizzata (fig.8).
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Fig.8 - Curve di ponderazione



Tab.1 - Ponderazione A

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Per i nostri scopi sar utile avere a disposizione la sola curva di ponderazione A,
di cui sono riportati anche i valori gabellati (tab.1). La curva di ponderazione "A"
quella meglio correlata con la risposta soggettiva umana a rumori generici a larga
banda; questo fatto, unito alla facilit di una misurazione fonometrica in dB(A), ha
portato all'adozione della curva "A" in molte norme e leggi nazionali ed
internazionali.
Per quanto l'adozione della curva "A" si presti a fondate critiche essa resta per la
sua semplicit un riferimento comune fondamentale per una prima approssimata
valutazione dei rumori a larga banda. La curva "A" suole essere definita come un
filtro nel dominio della frequenza dato da una precisa espressione numerica.


Fig.9 - Curva di ponderazione A

Relazione tra dB e dB(A) secondo la curva di ponderazione "A".
Per quanto precedentemente esposto risulta quanto segue:
50 dB + 50 dB = 53 dB ;
50 dB(A) + 50 dB(A) = 53 dB(A) ;
dB e dB(A) sono tra loro grandezze incommensurabili.
Ora ci poniamo il problema di analizzare una espressione mista del tipo :
50 dB(A) + 50 dB .
Bisogna subito sottolineare che i due termini di questa operazione presentano due
diverse composizioni frequenziali. I dB(A) possono essere un fattore amplificato o
ridotto rispetto ai dB a seconda di come mi muovo sulla curva di ponderazione "A".


Fig.10-11
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Se vogliamo ad esempio calcolare il valore in dB(A) di 90 dB a 200 Hz (suono
che pu essere assimilato al rumore prodotto da un elica a quattro pale che
gira a N = 3000 G/min = 50 G/sec e quindi la frequenza degli eventi rumorosi che
si ripetono ogni secondo vale f = N 4 = 50 4 = 200 Hz ) riferito alla fig.10-11,
utilizzando i valori tabulati della curva "A", riportati nel paragrafo precedente,
otteniamo 81 dB(A).
Se voglio invece calcolare 90 dB a 100 Hz ( suono che pu essere assimilato al
rumore prodotto da un'analoga elica a due pale con lo stesso numero di giri N = 3000
G/min e quindi con f = 50 2 = 100 Hz) , pervengo ad un risultato di 71 dB(A)
diverso dal precedente.
Lo scarto di 10 dB(A) trovato dovuto alla monotonia della curva "A" nell'intervallo
frequenziale considerato (la curva scende dolcemente, vedi fig.9).

Generalit sull'analisi in frequenza.

Lo scopo dellanalisi in frequenza di definire il contenuto di un suono
complesso, che contiene componenti a diverse frequenze, anche variabili
istantaneamente.
In natura non esistono per solo suoni puri (sinusoidi perfette), in un suono reale
sono sempre presenti sinusoidi discrete con opportune ampiezze, frequenze e fasi alle
quali sovrapposta una quota di rumore.
Effettuare lanalisi in frequenza significa partire da una rappresentazione del
suono nel dominio del tempo, cio dalla forma donda, ed arrivare a definire lo
spettro, cio un diagramma cartesiano che riporta sullasse delle ascisse le frequenze
in Hz e su quello delle ordinate i corrispondenti livelli in db (fig. 12). La forma
donda in sostanza un grafico che visualizza landamento di un segnale elettrico
generato da un microfono, il quale si basa di solito sulla variazione della pressione
nel mezzo in cui immerso.


Fig.12


Le conversioni dal dominio del tempo nello spettro sono sempre imprecise: non
esiste, a tuttoggi, unapparecchiatura in grado di riprodurre fedelmente i fenomeni di
analisi in frequenza che avvengono nel nostro orecchio, che rimane quindi un
apparato migliore di qualunque macchinario realizzato finora.
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- 15 -
Se il segnale stazionario (costante nel tempo) lanalisi in frequenza facile da
realizzare: si pu analizzare una frequenza alla volta e non si presentano problemi.
Lo studio verr allora diviso in due parti: una dedicata allanalisi dei segnali
STAZIONARI e una a quella dei TRANSIENTI.
Nel primo caso (il pi semplice) oggetto di studio sono segnali sempre uguali a
se stessi, di cui possiamo quindi analizzare le frequenze una alla volta mettendo
insieme i risultati: per questo lanalisi frequenziale semplice, tanto che i sistemi di
conversione eguagliano, e a volte superano, la percezione umana.
Nel secondo caso invece, si prendono in considerazione segnali che variano in
maniera non prevedibile nel tempo e quindi l'analisi non riesce ad eguagliare le
capacit umane.

Filtri dottava e a frazione dottava.
Un primo metodo per effettuare lanalisi in frequenza dei segnali stazionari
prevede lutilizzo di un banco di filtri passa banda (come i filtri dottava), vale a
dire di una serie di dispositivi ciascuno dei quali permette il passaggio solo di un
determinato campo frequenziale (range), escludendo le componenti del suono a
frequenze maggiori e minori. Con uno strumento di misura (voltmetro RMS)
possibile misurare il livello del particolare intervallo di frequenze (fig. 13).


Fig.13 - Schema di misurazione di un intervallo di frequenze


Si pu rappresentare un filtro passa-banda con una zona in cui il guadagno
pressoch costante e pari a 0 Db (banda efficace, f) e con due zone, esterne alla
prima, in cui il guadagno trascurabile. La banda efficace compresa tra f
1
e f
2
,
dette frequenze di taglio, poste a met energia rispetto alla banda passante; per
definizione G(f
1
) = G(f
2
) = -3 db. f
c
definita frequenza di centro banda ed tale che
G(f
c
) = 0 db.
Un filtro ideale dovrebbe avere come curva del guadagno un impulso
rettangolare, ma essendo il dispositivo realizzato con componenti passivi i fronti di
salita e di discesa non potranno mai essere perfettamente verticali.
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- 16 -
La pendenza dei fronti della caratteristica deve comunque essere contenuta
allinterno di una tolleranza definita dallI.E.C., (organizzazione che si occupa della
definizione degli standard per le misure acustiche).



Fig.14 - Guadagno di un filtro passa-banda


Fondamentalmente esistono due spettri per bande: lo spettro a bande costanti, in
cui tutte le bande hanno la stessa ampiezza, e lo spettro a bande percentuali costanti,
in cui ogni banda ampia il doppio della precedente.
Si definisce quindi lottava come intervallo in cui la frequenza minima (f
1
) e quella
massima (f
2
) verificano le relazioni:

2 ,
2
, 2
2 1 1 2
= = =
c
c
f f
f
f f f (6)

In sostanza, la frequenza massima esattamente il doppio della minima.
In molte applicazioni, per, la suddivisione dellasse delle frequenze in bande
dottava approssimativa: vi quindi la necessit di usare filtri a banda pi stretta (a
frazione dottava), che mantengano per sempre la proporzione tra la larghezza di
banda e la frequenza di centro banda:

const
f
f f
f
f
c c
=

1 2
(7)

Per i filtri d'ottava, questa costante pari a:

707 , 0
2
1
(8)

In questo modo la frequenza massima di un filtro sempre uguale alla minima del
successivo. Questi sono appunto i filtri ad apertura percentuale costante.
Esistono quindi diversi tipi di filtri, in base al numero di parti in cui divisa ogni
banda:
dottava;
di 1/3 dottava;
di 1/6 dottava;
di 1/12 dottava;
di 1/24 dottava.
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Consideriamo il caso di filtri con banda di 1/12 di ottava , cio ogni ottava viene
suddivisa in 12 sottobande pi strette.
Quindi il rapporto frequenziale il seguente:

2
12
1
2
=
|
|
.
|

\
|
f
f
(9)

e cio

05946 , 1 2
12
1
2
= =
|
|
.
|

\
|
f
f
(10)



Fig.15 - Schema grafico di filtri in 1/12 di ottava


La maggior parte degli esseri umani non in grado di percepire alcuna variazione.
Mentre le frequenze normalizzate di sottobanda sono 10 , avrei 120 frequenze
differenti e impercettibili ; quindi 1/12 di ottava eccessivo. Si usa 1/3 di ottava.


Fig.16 - Schema grafico di filtri in 1/3 di ottava

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2
3
1
2
=
|
|
.
|

\
|
f
f
(11)

e cio

2599 , 1 2
3
1
2
= =
|
|
.
|

\
|
f
f
(12)

Il nuovo rapporto frequenziale in 1/3 di ottava vale 1,2599.
Il maggiore utilizzo dei filtri in 1/3 di ottava dovuto alla loro con buona
approssimazione al sistema uditivo umano soprattutto per frequenze al di sopra dei
600 Hz (al di sotto di questo valore non infatti possibile ricostruire la crescente
risoluzione del nostro udito).
Ad esempio possiamo calcolare quanti filtri occorrono per coprire lintero
campo delle frequenze udibili. Per far questo prendiamo dei filtri ciascuno dei quali
ha una frequenza di centro banda doppia di quella del filtro precedente. (il tutto
disciplinato da norme I.S.O.):

f
c1
f
c2
f
c3
f
c4
f
c5
f
c6
f
c7
f
c8
f
c9
f
c10

31,5 Hz 63 Hz 125 Hz 250 Hz 500 Hz 1 kHz 2 kHz 4 kHz 8 kHz 16 kHz
Tabella 2

Dalla tabella precedente si nota che con 10 filtri dottava viene coperto lintero
spettro udibile in quanto il filtro centrato a 16 kHz arriva a coprire oltre i 20 kHz e
quello a 31,5 Hz arriva a frequenze inferiori di 20 Hz.
Dal momento in cui in ogni ottava vi sono tre terzi dottava, il numero di filtri in terzi
dottava cresce a 30.



Fig.17 - Tre filtri da 1/3 d'ottava


Lezione del 13/11/2001 14:30-16:30
- 19 -
Dalla fig. 17 possibile vedere che i filtri non separano mai perfettamente le
frequenze. Vi infatti unelevata probabilit che un suono puro cada nella zona in
cui due bande da 1/3 dottava si sovrappongono. Questo fenomeno si presenta spesso
dato che la sovrapposizione circa del 31%.

Vari tipi di rappresentazione dello spettro
Uno spettro, a seconda della tecnica utilizzata per ricavarlo e del tipo di
visualizzazione impiegata, pu cambiare notevolmente daspetto. Esiste, infatti, una
prima differenza tra lanalisi in banda stretta e in banda percentuale costante, ed una
seconda differenza nella rappresentazione con asse delle frequenze lineare e
logaritmica.
Prendiamo, di seguito, in esame lo spettro di uno stesso segnale, analizzato con
lo stesso strumento e rappresentato in quattro differenti modi.
1. Analisi per bande percentuali costanti in terzi dottava con asse delle frequenze in
scala logaritmica (fig. 18) (i terzi presentano tutti la stessa larghezza).
Graficamente notiamo un segnale piuttosto livellato con un picco alla frequenza
di circa 2000 Hz.



Fig.18


2. Analisi per bande percentuali costanti in terzi dottava con asse delle frequenze in
scala lineare (fig. 19) (aumentando la frequenza i terzi si allargano). Dallo spettro
si nota un segnale che presenta un picco a frequenza apparentemente bassa e che
va diminuendo di livello salendo ad alta frequenza.

Lezione del 13/11/2001 14:30-16:30
- 20 -

Fig.19


Apparentemente i due spettri sono molto differenti, ma in realt rappresentano
sempre lo stesso segnale: si pu vedere questo osservando il valore indicato dal
cursore. In entrambi i casi si ha un picco di 87,3 dB alla frequenza di 1982,1286 Hz.
Passiamo ora dai filtri a banda percentuale costante a quelli a banda costante.
3. Analisi in banda stretta con asse delle frequenze logaritmica (fig. 20).


Fig.20
Lezione del 13/11/2001 14:30-16:30
- 21 -

4. Analisi in banda stretta con asse delle frequenze lineare (fig. 21).


Fig.21



Negli ultimi due casi, essendo le bande pi strette, esse riescono a catturare
frequenze ad unenergia mediamente inferiore a quella catturata dalla banda in terzi
dottava.
Normalmente, rispetto allandamento in terzi dottava, un segnale visualizzato in
banda stretta, tender ad attenuare i livelli ad alta frequenza ed ad incrementare quelli
a bassa frequenza. Questo si pu notare in ambedue fig. 18-19. Infine passando
dallanalisi in terzi dottava alla banda stretta il valore in dB del segnale varia.
Notiamo che a 2 kHz nei primi due grafici si otteneva un picco a 87,13 dB mentre
negli ultimi due esso valeva 66,87 dB (circa 20 decibel di differenza).
Possiamo concludere con certezza che necessario stabilire il tipo danalisi in
frequenza in quanto la scala tipografica della rappresentazione dello spettro ne pu
alterare notevolmente la lettura. Resta comunque da sottolineare che il nostro udito
meglio rappresentato dallanalisi in terzi dottava con asse delle frequenze in scala
logaritmica.


Esercizio svolto durante la lezione.
Siano dati i livelli delle componenti alle varie frequenze di un segnale sonoro
secondo quanto riportato nella tabella seguente:

Lezione del 13/11/2001 14:30-16:30
- 22 -
Frequenza Livello in dB Fattore di correzione Livello in dB(A)
31,5 90 -39,4 50,6
63 87 -26,2 60,8
125 80 -16,1 63,9
250 82 -8,6 73,4
500 79 -3,2 75,8
1000 80 0 80
2000 75 1,2 76,2
4000 72 1 73
8000 70 -1,1 68,9
10000 70 -6,6 63,4

Tab.3


Si richiede di calcolare il livello totale in dB e quello ponderato in dB(A).


dB L
TOT
0 , 93
10 10 10 10 10
10 10 10 10 10
lg 10
7 7 2 , 7 5 , 7 8
9 , 7 2 , 8 8 7 , 8 9
=
|
|
.
|

\
|
+ + + + +
+ + + +
= (13)

Proviamo ora a calcolare il livello totale in dB(A): come si vede dalla tabella,
sufficiente applicare i fattori correttivi indicati precedentemente per ottenere i livelli
in dB(A)


) ( 7 , 83
10 10 10 10 10
10 10 10 10 10
lg 10
34 , 6 89 , 6 3 , 7 62 , 7 8
58 , 7 34 , 7 39 , 6 08 , 6 06 , 5
,
A dB L
A TOT
=
|
|
.
|

\
|
+ + + + +
+ + + +
= (14)






Pietro Catone matricola 130198 Lezione del 13/11/2001 ore 14:30 16:30
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ACUSTICA PSICOFISICA

Lapparato uditivo umano in grado di percepire un range di pressione sonora
compreso tra 20 Pa e 60 Pa (per pressioni superiori possono insorgere danni uditivi
immediati); la capacit dinamica del nostro udito si estende cio per oltre 6 ordini di
grandezza. E stato inoltre provato che la risposta soggettiva ad uno stimolo, sia esso
uditivo, olfattivo o comunque relativo ai nostri 5 sensi, risulta correlata alla sua
energia e quindi al quadrato della pressione (infatti la densit di energia data da
( )
2
0
2
c
p
c
I
D

= =

)
, dove
2
p
p =
)
il valore efficace della pressione sonora
e p lampiezza della pressione) ancor pi che alla pressione stessa, quindi il campo
di variazione diventa dell ordine di 10
12
.
Per questo comportamento non lineare delludito e per evitare di lavorare con
valori di pressione, intensit, potenza, densit di energia e velocit (queste sono le
grandezze fondamentali per lo studio di un onda sonora) molto grandi o molto piccoli
dispersi su un campo troppo esteso, si deciso di adottare una scala compressa, di
tipo logaritmico. Una scala di questo tipo permette il confronto tra i valori in esame
di una determinata grandezza con dei valori standard di riferimento della stessa
grandezza. Si cos introdotto il decibel (dB) per misurare, ad esempio, il livello di
pressione sonora:
2
0
2
10
log 10
p
p
L
p
= , 20
0
= p Pa la pressione di riferimento.
E evidente che il decibel definisca una quantit adimensionale, ciononostante nella
pratica adoperato come una vera e propria unit di misura.
Per meglio capire perch la risposta dellapparato uditivo agli stimoli sia non
lineare si fa riferimento alla sensazione sonora e allanatomia delludito stesso.

Sensazione sonora (S)
Quando si parla di sensazione sonora, in inglese loudness, ci si riferisce alla
caratteristica di un suono che lo fa giudicare pi o meno intenso da un ascoltatore.
Per misurare tale sensazione si introdotto il concetto di livello di sensazione sonora,
ottenuto variando il livello di intensit di un suono rispetto ad un altro di riferimento
e si sono determinate delle curve dette isofoniche che rappresentano un ugual livello
di sensazione.
Fletcher e Munson nel 1937 ottennero la prima famiglia di curve isofoniche, per
ascolto binaurale in cuffia , presentando a soggetti otologicamente normali un suono
puro, alternato ad un suono di riferimento alla frequenza di 1 kHz con livello di
pressione sonora variabile. Il livello di pressione sonora del suono di riferimento, per
cui la sensazione sonora uguale a quella del suono puro in esame, fu definito come
livello di sensazione sonora espresso in phon. F. e M. confrontarono le sensazioni
prodotte per una serie di suoni puri di diversa frequenza e intensit, ottennero una
famiglia di curve, ciascuna delle quali caratterizzata da un valore in phon,
numericamente uguale al livello di pressione sonora del tono di frequenza 1 kHz, che
causa la stessa sensazione.




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Figura 1: Curve isofoniche di Fletcher e Munson.

Il livello di sensazione sonora per una grandezza soggettiva, in quanto legata
alla sensibilit uditiva dellindividuo, relativa, essendo ottenuto dal confronto con un
tono puro a 1 kHz e fortemente influenzata dalle condizioni di ascolto (ad esempio
potrei fare le misurazioni con suoni presentati in cuffia, con ascolto monoaurale o
binaurale, o potrei usare un altoparlante, in campo libero o diffuso).
Un miglioramento delle misurazioni di F. e M. fu eseguito da Robinson e
Dadson nel 1956 che scoprirono le curve isofoniche adottate dalla normativa attuale
(ISO 226).

Figura 2: Curve isofoniche riportate nella norma ISO 226.

Essi utilizzarono suoni puri riprodotti direttamente da un altoparlante, in campo
libero. Con questo termine si intende che il suono generato da una sorgente si
propaga in un mezzo illimitato, privo di discontinuit od ostacoli. Ovviamente
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condizioni del genere sono solo una idealizzazione delle reali condizioni in cui un
suono si propaga. Tuttavia se siamo in uno spazio allaperto, con condizioni
atmosferiche stabili e omogenee, e in cui non vi siano superfici od ostacoli in una
zona sufficientemente ampia attorno alla sorgente, possiamo approssimare la
situazione con quella di campo libero. Oppure, a livello di laboratorio, se operiamo
nella cosiddetta camera anecoica, in cui tutte le superfici assorbono completamente
le onde sonore che le investono e lunico suono esistente allinterno quello prodotto
dalla sorgente per assenza di suono riflesso dalle superfici.
Rispetto allaudiogramma normale di F. e M. le differenze si hanno soprattutto
nei campi di frequenza prossimi a 4 kHz e 8 kHz, questo perch R. e D. lavorarono
in assenza di un ascoltatore e quindi non ebbero problemi di diffrazione dellonda
sonora intorno alla testa e al padiglione auricolare. In entrambe le famiglie di curve si
nota una zona di scarsa sensibilit sonora in corrispondenza delle basse frequenze,
mentre intorno ai 3-4 kHz si ha una zona di massima sensibilit. Ci significa che a
basse frequenze la sensazione sonora aumenta rapidamente allaumentare del livello
di pressione sonora; ad alti valori di frequenza le isofoniche sono quasi parallele e la
sensazione aumenta meno rapidamente, il che un indicatore di non linearit. Una
novit introdotta da R. e D. la curva isofonica a 4,2 phon, indicata con MAF
(Minimum Audible Field), rappresenta, per ogni frequenza, il minimo livello di
pressione sonora per cui un suono udibile, e corrisponde alla soglia uditiva. La
norma ISO 226 attualmente in fase di revisione e molto probabilmente nella nuova
versione riporter curve isofoniche leggermente diverse, sulla base di studi condotti
negli anni ottanta e novanta in numerosi laboratori.
A livello teorico attraverso le curve isofoniche sarebbe possibile stabilire per
qualsiasi suono di frequenza diversa da 1 kHz la corrispondenza tra sensazione
sonora (phon) e livello di pressione sonora (dB), ma in realt per suoni di tipo
complesso servirebbe una valutazione diretta della sensazione. Servirebbe cio
conoscere la relazione sensazione livello di pressione di un suono a 1 kHz. Per la
norma ISO 131, la relazione fra sensazione s (in son) e livello di sensazione (in
phon) era espressa dalla relazione:
son S
P
10
40
2

= ,
ossia:
phon P S ) 40 ( 003 , 0 log = .
Per definizione il son la sensazione prodotta da un suono puro di frequenza 1
kHz e L
p
= 40 dB. Anche se la ISO 131 non pi in vigore la definizione del son
data sempre da quella norma. Poich P e per definizione pari alla L
p
di un suono puro
a 1 kHz, che produce nel soggetto la stessa sensazione del suono in esame (cio per
frequenza di 1 kHz,
|
.
|

\
|
=
0
10
log 20
p
p
P phon), si ricava che per il suono puro a 1
kHz:
son
p
p
S
6 . 0
0
01 , 0
|
|
.
|

\
|
= .
Questa relazione confermata da numerose prove sperimentali e stabilisce che la
dipendenza della S da p esponenziale, e quindi la relazione tra livelli di sensazione
sonora e livelli di pressione lineare. Per un aumento di 10 dB del livello si ha un
raddoppio di sensazione.


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Figura 3: Relazione fra sensazione sonora e livello di pressione sonora per un
suono di frequenza 1 kHZ.

Cenni allanatomia e al funzionamento del sistema uditivo
In natura ci sono mammiferi come i cani, che sono in grado di captare suoni con
frequenze comprese tra 15 e 40.000 Hz, i pipistrelli, tra 1.000 e 120.000; i delfini e le
orche sono quelli con sensibilit acustica pi sviluppata e percepiscono ultrasuoni
fino a una frequenza di 200.000 periodi. Luomo invece limitato all intervallo di
frequenze 1620.000 Hz e nel grafico seguente sono rappresentate, su base
sperimentale, alle varie frequenze la soglia di udibilit (intensit minima di un suono
per essere udito) e quella di dolore (intensit minima per avere danni uditivi anche
per brevi esposizioni).

Figura 4: Area della sensazione uditiva.

In anatomia lapparato uditivo umano si suddivide in:
a) orecchio esterno;
b) orecchio medio;
c) orecchio interno.
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a) Lorecchio esterno costituito dal padiglione auricolare e dal condotto
uditivo esterno. Il padiglione auricolare ha una struttura cartilaginea
ricoperta di cute ed ha la funzione di convogliare i suoni verso il condotto
uditivo esterno; nelluomo questa funzione trascurabile dato che il
padiglione ha perso loriginaria mobilit. Il condotto uditivo esterno ha la
lunghezza di 2,5 cm nelladulto, nel suo decorso trasversale presenta 2
curvature e si chiude con la membrana timpanica. Il condotto uditivo svolge
una funzione protettiva, sia meccanica sia termica, nei riguardi della
membrana timpanica e attraverso il cerume si mantiene pulito. La funzione
pi importante del condotto quella di convogliare lenergia sonora sulla
membrana timpanica e di amplificare i suoni, comportandosi come un
risonatore con frequenza di risonanza tra 3e 4 kHz.


Figura 5: Schema anatomico dellorecchio medio e della coclea.

b) Lorecchio medio costituito da: cassa timpanica, tromba dEustachio e
cellule mastoidee. La cassa timpanica una piccola cavit a forma di lente
biconcava, ripiena daria; in essa ci sono 3 piccole formazioni ossee che
costituiscono la catena degli ossicini: il martello, lincudine e la staffa. La
membrana timpanica, che separa la cassa timpanica dal condotto uditivo
esterno, da un punto di vista fisico molto sofisticata, in quanto la
disposizione delle fibre al suo interno le consente di comportarsi come una
membrana aperiodica (infatti in grado di vibrare ugualmente in uno spettro
molto ampio di frequenza) e smorzata (cio si arresta immediatamente
allorch cessa la stimolazione vibratoria). La membrana timpanica, saldata al
manico del martello, insieme con la catena degli ossicini e al legamento
anulare della staffa, si comporta come ununica struttura vibrante, le cui
caratteristiche meccaniche possono essere in parte modificate dalla
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contrazione di due piccoli muscoli striati: il tensore del timpano e lo
stapedio. Le cellule mastoidee sono costituite da una serie di cavit ossee ma
hanno scarsa importanza per ludito. La tromba dEustachio un sottile
condotto, circa 4 cm lungo, che fa comunicare la cassa timpanica con
lambiente esterno; la sua funzione principale quella di equalizzare la
pressione che si genera sulla faccia interna della membrana timpanica con
quella che si realizza sulla faccia esterna, consentendo il passaggio dellaria
dallesterno allinterno della cassa timpanica. Se tale passaggio inibito
allinterno della cassa si crea una modica depressione che altera in maniera
sensibile le capacit vibratorie del timpano. Da un punto di vista funzionale,
lorecchio medio funziona da adattatore di impedenza, trasmette cio le
vibrazioni dallaria ai liquidi cocleari, senza perdita di energia nella
trasmissione. Il sistema uditivo in grado di variare limpedenza
dellorecchio medio principalmente attraverso la contrazione del muscolo
stapedio, che fa irrigidire la catena degli ossicini. Il riflesso stapeidale
attivato da un stimolo indicativamente superiore agli 85 dB ed crociato, nel
senso che uno stimolo allorecchio destro provoca una reazione anche nel
sinistro. Tale riflesso non svolge propriamente una funzione protettiva, come
si sarebbe portati a pensare, perch la riduzione di trasmissione dei suoni si
ha per frequenze inferiori a 1kHz e in quanto il riflesso ha un tempo di
reazione pari a 150 200 ms mentre il suono perviene alla coclea in 5 6
ms; esso allora serve a modificare le capacit vibratorie per recepire meglio i
suoni a basse frequenze. Una mancanza congenita o una distruzione delle
strutture dellorecchio medio portano non alla sordit completa, ma bens ad
un deficit massimo di 60 dB.
c) Lorecchio interno costituito da una serie di canali che sono in
comunicazione tra di loro e che costituiscono il labirinto osseo. Asportando
il labirinto osseo si trova un labirinto membranoso separato da quello osseo
da un liquido chiamato perilinfa. All interno del labirinto membranoso
presente lendolinfa e il labirinto si distingue in posteriore (dove hanno sede
le strutture deputate alla funzione dellequilibrio) e anteriore o coclea (dove
vengono svolte le funzioni uditive).


Figura 6: Sezione trasversale della coclea.

La coclea paragonabile ad un tubo attorcigliato su se stesso, lungo circa 35
mm, in cui si riconoscono 3,75 giri. Essa divisa in tre parti da lamine
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membranose, una di queste la membrana basilare su cui trova posto
lorgano del Corti. Tale organo costituito da cellule di sostegno e da cellule
sensoriali, dotate di formazioni filamentose rigide: le cellule ciliate. Quando
la staffa, sollecitata dalla catena degli ossicini, impone allendolinfa un
movimento ondoso, londa si propaga dalla base allapice della coclea e
quindi anche allorgano del Corti; allora una flessione delle cellule ciliate
crea un potenziale elettrico che stimola il nervo acustico. E la teoria detta
dellonda migrante per la quale, si afferma che, se la coclea stimolata da
suoni ad alta frequenza, la massima escursione di vibrazione si ottiene a
livello di giro basale, mentre i suoni a bassa frequenza riguardano lapice.
Lapparato uditivo pi sensibile a suoni ad alta frequenza perch la
sensibilit in ambito frequenziale varia in funzione della distanza lungo la
membrana basilare e per suoni bassi in frequenza la massima risposta in
prossimit dellapice della coclea, dove lorecchio meno sensibile.

Figura 7: Sezione longitudinale della coclea con corrispondente posizione
del massimo della risposta.

Il progresso tecnologico ha permesso di costruire apparecchiature capaci di
analizzare fenomeni acustici di energia estremamente bassa; si introdotto un
microfono nel condotto uditivo e si scoperto che lorecchio emette suoni detti
emissioni oto-acustiche. Queste sono di tre tipi:
I. Eco acustico: dopo che si inviato un segnale nel condotto, tempo di risposta
10-20 ms si rileva un eco; poich tale eco non stato rilevato su animali
morti, non si tratta solo di un fenomeno di riflessione;
II. Prodotto di distorsione acustica: se si inviano due toni con frequenze molto
vicine f
1
e f
2
si registra nel condotto un tono di frequenza ) ( 2
2 1
f f ;
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III. Emissione spontanea: nel condotto uditivo di alcuni soggetti normali si
rilevano dei toni puri anche in assenza di stimolazione, il che in linea con il
modo di funzionare dellorecchio: un trasduttore instabile di segnali acustici,
capace di trasportare segnali sia dallesterno verso linterno che viceversa.

Curve di ponderazione
Quando si parlato delle curve di Fletcher e Munson si accennato al fatto che
le misurazioni furono ottenute usando solo toni puri (mentre nella realt quasi mai ci
confrontiamo con suoni descritti da sinusoidi perfette, ma il pi delle volte i suoni
non hanno proprio nulla di armonico) e trascurando le varie possibilit di
provenienza direzionale del suono (trattando solo il caso della diffusione frontale), si
trattava in altre parole di unanalisi troppo semplicistica. Da un punto di vista pratico
poi, era difficilissimo con lelettronica analogica di cui si disponeva sino a pochi
decenni fa, creare degli strumenti di misura capaci di implementare curve
dallandamento cos complesso come le isofoniche. Si allora introdotto negli
strumenti di misurazione del suono un circuito elettrico analogico, costituito di soli
elementi passivi, che implementa una certa curva che al variare della frequenza d
luogo ad una valutazione del livello sonoro che si avvicina alla valutazione non
lineare compiuta dagli esseri umani.
In particolare, prendendo alcune isofoniche e ribaltandole si possono ottenere dei
filtri di ponderazione in frequenza fatti in modo che ad una soglia di sensazione pi
alta corrisponda una ponderazione pi penalizzante. Ad esempio con la curva dei 40
phon si ottiene la curva A e ribaltando quelle a 70 e 100 phon si ottengono le
ponderazioni B e C. Per alcune tipologie di rumore particolari sono state
proposte delle apposite curve di ponderazione, ad esempio per il disturbo arrecato dal
rumore aeronautico c la curva D. Un livello sonoro misurato con il filtro A
viene espresso in dB(A) e cosi per gli altri filtri avremo i dB(B), i dB(C) ecc.
Figura 8: Curva di ponderazione "A".
-60
-50
-40
-30
-20
-10
0
10
2
0
3
1
,
5
5
0
8
0
1
2
5
2
0
0
3
1
5
5
0
0
8
0
0
1
2
5
0
2
0
0
0
3
1
5
0
5
0
0
0
8
0
0
0
1
2
5
0
0
2
0
0
0
0
Frequenza (Hz)
Valore relativo del
livello di pressione
sonora (dB)

Per visualizzare altre curve di ponderazione B, C, D fare clic col destro sulla figura e dal sottomen
Oggetto Grafico scegliere Apri, poi ciccando 2 volte sulla riga di una delle curve si disegnano/cancellano le
stesse.


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La curva A risultata in media meglio correlata con la risposta soggettiva
umana a rumori generici a larga banda, se a ci si aggiunge la facilit di una
misurazione fonometrica in dB(A), si capisce il perch questa curva sia stata adottata
in molte norme e leggi a livello nazionale e internazionale.

Tabella 1: Valori della curva A per le frequenze da 20 Hz a 20 kHz.

Frequenza
(Hz)
Ponderazione A
(dB)
Frequenza
(Hz)
Ponderazione A
(dB)
20 -50,5 800 -0,8
25 -44,7 1000 0,0
31,5 -39,4 1250 0,6
40 -34,6 1600 1
50 -30,2 2000 1,2
63 -26,2 2500 1,3
80 -22,5 3150 1,2
100 -19,1 4000 1,0
125 -16,1 5000 0,5
160 -13,4 6300 -0,1
200 -10,9 8000 -1,1
250 -8,6 10000 -2,5
315 -6,6 12500 -4,3
400 -4,8 16000 -6,6
500 -3,2 20000 -9,3
630 -1,9

E necessario puntualizzare che dB e dB(A) sono grandezze tra loro
incommensurabili; se, cio, devo fare la somma: ) ( 50 50 A dB dB + la risposta non
univoca. Devo vedere la frequenza del suono e in base ad essa trasformare i dB in
dB(A) usando la curva di ponderazione. Poi posso fare la somma e solo a 1 kHz ho:
. 53 ) ( 53 ) ( 50 50 dB A dB A dB dB = = +
Volendo fare un esempio pratico si consideri un motore da 3000 giri/min che
equivalgono a 50 Hz e tale motore costituito da 4 pale allora ho una frequenza
Hz Hz f 200 50 4 = = . Il livello sonoro di 91 dB, mi chiedo: quanti dB(A) sono?
Dalla curva A vedo che a 200 Hz ho una ponderazione di 10,9 dB. Allora i miei
91 dB corrispondono a circa 80,1 dB(A). Se voglio diminuire i dB(A) posso
intervenire sul motore utilizzando magari del materiale fonoassorbente, ma posso
anche considerarne un altro con caratteristiche diversi. Adopero un motore da 3000
giri/min con 2 pale cio ho una frequenza Hz Hz f 100 50 2 = = . La ponderazione
corrispondente a 100 Hz di -19,1 dB per cui i miei 91 dB questa volte diventano
71,9 dB(A). Dal punto di vista fisico il rumore non cambiato, infatti lenergia
rimasta la stessa, ma il lavoratore nel caso del motore con 2 pale sar disturbato di
meno: ci che conta sono i dB(A)!



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Inquinamento acustico
Da un punto di vista fisico rumore e suono non sono definibili perch troppi
sono i fattori soggettivi che concorrono alla definizione delluno e dellaltro. Si pu
dire che il rumore un suono non caratterizzato da una frequenza determinata o da
vibrazioni regolari. Quindi qualsiasi cosa pu emettere un rumore, il che rende
difficile stabilire, per legge, limiti assoluti o fissare standard minimi a protezione
della popolazione e dellambiente. Linquinamento acustico pu dipendere non solo
da rumori, ma anche da suoni, da quelli che per qualcuno sono suoni e per qualcun
altro sono rumori; per questo la legislazione si occupa di inquinamento acustico e
non di rumore.
Per poter paragonare fra loro rumori di diversa intensit e durata, si pu
calcolare il valore del rumore mediato in un determinato periodo di tempo: il
cosiddetto livello continuo equivalente (L
eq
). Eventi sonori con un uguale valore di
L
eq
, a parit di tempo di misura, hanno lo stesso contenuto di energia sonora e
questultima pu essere correlata ai possibili danni al sistema uditivo. La
caratterizzazione oggettiva del disturbo da rumore tener conto dei seguenti parametri:
Livello di rumore percepito istante per istante;
Spettro delle frequenze componenti;
Durata;
Distribuzione nel tempo;
Caratterizzazione acustica dellambiente in cui il rumore viene immesso
(si tratta del cosiddetto rumore di fondo, che si riscontra in assenza
della sorgente disturbante).

Tabella 2: Alcuni livelli sonori indicativi riferiti a sorgenti
SORGENTE SONORA LIVELLO SONORO IN dB(A)
Soglia di udibilit 0
Soglia di rilevabilit di un normale
fonometro
20
Ambiente considerato molto silenzioso 25
Conversazione sussurrata 30
Frigorifero 35
Condizionatore daria autonomo 50
Auto a bassa velocit 55
Lavabiancheria lavaggio 60
Conversazione normale 60
Aspirapolvere 70
Cacciata di W.C. 70
Automobile 71
Lavabiancheria centrifuga 75
Traffico intenso 75
Pianoforte 80
Autocarro 80
Treno in transito 85
Strumento musicale a corda 90
Clacson dauto 97
Strumento musicale a fiato 100
Aereo in fase di decollo 120
Soglia del dolore 130
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Il rumore pu incidere profondamente sullo stato di benessere e quindi di salute
dellindividuo. La scienza medica concorde nellaffermare che gli eccessi di
rumore oltre a danneggiare lapparato uditivo, possono provocare disturbi al sistema
nervoso, allapparato cardiovascolare e a quello digerente e respiratorio. Alcune
correlazioni tra causa (rumore) ed effetto (disturbo) sono ormai assodate:
Il disturbo aumenta proporzionalmente al tempo di esposizione;
I tempi di recupero del disturbo sono pi lunghi di quelli di esposizione al
rumore;
Gli effetti sono maggiori nel riposo e nel sonno;
Interessa maggiormente i cittadini in et non lavorativa (bambini ed
anziani);
Non si determina adattamento;
Si manifesta anche in assenza di disturbi soggettivi;
Non influenzato dallatteggiamento motivazionale positivo o negativo.


Figura 9: Esempio di tracciato audiometrico normale.

In ambito lavorativo gli effetti uditivi del rumore sono di tipo diverso e sono
rappresentati essenzialmente dall'ipoacusia da rumore, patologia determinata
dall'esposizione ad elevate intensit di rumore. L'ipoacusia da rumore di natura
professionale certamente la malattia pi frequentemente indennizzata dalle
compagnie assicuratrici.
Si possono distinguere tre tipi di disturbo arrecato dal rumore:
Effetti nocivi sullorgano delludito
Il danno specifico pi grave dellorgano delludito rappresentato dalla sordit.
La perdita delludito un danno permanente (le cellule danneggiate non possono
riprodursi) ed un evento che si verifica in genere in seguito ad esposizione a
livelli molto elevati di rumore, per periodi prolungati e dellordini di anni.
Generalmente si possono raggiungere tali livelli di rumore solo in ambiente
lavorativi, pi rara la perdita di udito a causa di eventi occasionali (esplosioni,
traumi). La sensibilit al rumore ha comunque una spiccata variabilit
individuale: mentre alcuni individui sono in grado di tollerare alti livelli di
Lezione del 13/11/2001 ore14:30 16:30
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rumore per lunghi periodi, altri nello stesso ambiente vanno rapidamente
incontro ad una diminuzione della sensibilit uditiva (ipoacusia). Non esiste una
cura per l'ipoacusia da rumore e, considerata la non facile applicazione delle
protesi, l'unico rimedio rappresentato dalla prevenzione.

Figura 10: Tracciati audiometrici caratteristici di tre stadi evolutivi del
danno uditivo da rumore.

Si distinguono due tipi di ipoacusia: da trauma acustico cronico e da trauma
acustico acuto.
Nel primo caso vediamo come si manifesta il deficit uditivo da un punto di vista
sintomatologico. Dopo alcuni giorni dall'inizio di un lavoro rumoroso,
soprattutto alla fine della giornata lavorativa, possono comparire fischi o ronzii
alle orecchie con sensazione di orecchio pieno, lieve cefalea, senso di
intontimento. Successivamente questi sintomi tendono a scomparire tanto che il
lavoratore esposto ha l'impressione di abituarsi al rumore. Esaurita la
resistenza dell'apparato uditivo, si assiste ad un progressivo peggioramento
della soglia uditiva; il lavoratore non sente pi il ticchettio dell'orologio e lo
squillo del telefono (deficit per i suoni con frequenze alte). Successivamente il
lavoratore prova difficolt ad udire la voce dei familiari e dei colleghi di lavoro
e chiede loro di parlare a voce pi alta, ha bisogno di alzare il volume della
radio e della televisione per comprendere bene le parole (deficit per i suoni con
frequenze pi basse). Il deficit uditivo fino a questo punto instauratosi
irreversibile e nella maggioranza dei casi non evolutivo una volta cessata
l'esposizione a rumore. Perdurando l'esposizione a rumore e senza mezzi di
protezione il deficit progredisce fino a che si raggiunge a distanza di qualche
anno o di molti anni la sordit.
Nel caso di ipoacusia da rumore acuto la patologia la seguente:
si instaura dopo esposizione ad un fronte sonoro di elevata intensit e di breve
durata. frequentemente monolaterale in quanto il capo fa da schermo
all'orecchio controlaterale. Si pu verificare la rottura della membrana
Lezione del 13/11/2001 ore14:30 16:30
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timpanica e le lesioni possono interessare sia l'orecchio medio che l'orecchio
interno.
Pur tenendo conto della variabilit individuale, esistono livelli di rumore che
possono essere ritenuti sicuri: generalmente nei soggetti esposti a livelli inferiori
a 75 dB(A) non compaiono disturbi all'udito. Possono verificarsi i primi danni
solo a seguito di un'esposizione a 75 dB(A) per 8 ore al giorno per 40 anni.
Effetti extrauditivi psicosomatici
Quando avvertiamo un rumore fastidioso, la prima reazione quella di
individuarne la sorgente e, se possibile, evitare il disturbo. In numerose
occasioni questo non possibile, per cui l'organismo rimane esposto ad un
agente che gli nocivo. Ci determina l'instaurarsi di una condizione stressante:
il rumore il pi noto e studiato fattore di stress fisico dell'ambiente.Esso
determina, come gli altri fattori di stress, una serie di reazioni di difesa
(modificazioni del ritmo del respiro e accelerazione della frequenza cardiaca) e
se lo stimolo permane a lungo o se le capacit di difesa dell'organismo vengono
meno, possono verificarsi vere e proprie malattie psicosomatiche: disturbi
all'apparato cardiovascolare (aumento della pressione e del battito cardiaco),
gastroenterico (aumento della secrezione acida dello stomaco, aumento della
motilit intestinale), respiratorio (aumento della frequenza respiratoria) e del
sistema nervoso centrale. Tali disturbi vengono indicati come effetti extrauditivi
del rumore proprio perch interessano altri apparati dell'organismo. A seconda
della reattivit dei singoli soggetti gli effetti si possono manifestare gi per
livelli di rumore inferiori ai 70 dB(A), tuttavia possono comparire anche a
seguito di stimolazioni molto lievi. Considerando che i livelli di rumore urbano
generalmente sono compresi tra i 40 e gli 80 dB(A) comprensibile la rilevanza
di insorgenza di effetti extrauditivi tra la popolazione. Va considerato che
l'abitudine ad un certo tipo di rumore non salva chi lo subisce dai danni
fisiologici che provoca.
Effetti generali di disturbo
Anche per livelli molto bassi e per esposizioni brevi possono verificarsi
condizioni di alterazione della stato di benessere. Il rumore pu disturbare il
riposo, il sonno e la comunicazione degli esseri umani, come singoli e come
comunit. Le interferenze con le varie attivit umane, la ridotta comprensione
delle parole, i disturbi del sonno e del riposo, le interferenze sull'attenzione, sul
rendimento e sull'apprendimento determinano condizioni che possono ostacolare
le attivit di relazione e in generale peggiorare la qualit della vita. E' stato
identificato nell'esposizione ad un livello sonoro continuo equivalente nell'arco
delle 24 ore non superiore a 55 dB(A) il limite compatibile per la buona salute
dei cittadini.

Analisi spettrale
Quando abbiamo a che fare con un suono complesso non siamo nel caso
semplice del suono puro, in cui con una precisa legge sinusoidale riusciamo a
descrivere completamente il segnale. Per un suono complesso non facile
analizzarne il contenuto energetico, si ricorre allora allanalisi spettrale. Questa
utilizza un sistema costituito da un microfono, un amplificatore, un filtro, o meglio
un banco di filtri ed un voltmetro tipo Root Mean Square (RMS). Come filtro posso
usare, ad esempio, la curva A, in modo da avere un guadagno variabile per ogni
frequenza ed avere una misurazione in dB(A), o un filtro passa-banda che permette
di far passare solo una certa banda di frequenze, relativamente stretta e centrata sulla
Lezione del 13/11/2001 ore14:30 16:30
- 14 -
frequenza che mi interessa studiare, e annulla il contributo delle frequenze al di
fuori della banda passante. Il pi delle volte comunque si usa un banco di filtri.

forma donda
10 filtri dottava
f (Hz)
L (dB)
p
Figura 11: Analisi spettrale con un banco di filtri dottava.

Volendo rappresentare un filtro passa-banda non ideale esso costituito da una
zona di guadagno pari pressoch a 0 dB detta banda efficace f, e da due zone di
forte attenuazione ai lati di f in cui il guadagno cala velocissimamente. I punti f
1
e
f
2
che delimitano la banda efficace sono dette frequenze di taglio esse sono a met
energia rispetto alla frequenza di centro banda f
c
(G(f
c
) = 0) e per definizione G(f
1
) =
-3dB = G(f
2
).

Figura 12: Filtro passa-banda.
Se uso pi di un filtro consecutivo, questo deve incrociarsi col successivo per
legge a 3 dB. Cos se ho un suono di 90 dB che cade proprio nel punto di incrocio
di due filtri: il primo filtro mi misura 87 dB ed il secondo, nello stesso punto, pure 87
dB. Sommando i dB su tutto lo spettro riottengo il valore 90 dB di origine.
Nellanalisi spettrale ci sono 2 tipi di filtri:
i. Filtri ad ampiezza costante;
ii. Filtri ad ampiezza percentuale costante.
Lezione del 13/11/2001 ore14:30 16:30
- 15 -
Per i filtri del primo tipo ciascuna banda ha sempre la stessa ampiezza. Se per
esempio scegliamo 100 Hz come ampiezza di banda ci vuole un banco da 200 filtri
per coprire tutto il campo delludibile 20-20000 Hz.
I filtri del secondo tipo sono i pi usati. Da un punto di vista fisiologico, come in
termini di ampiezza la risposta delluomo proporzionale al logaritmo dellampiezza
del segnale, cos in termini di frequenza la risposta proporzionale al logaritmo della
frequenza, ma non si misura in dB bens si usa il concetto musicale di ottava. Un
ottava un raddoppio di frequenza; in musica infatti un fa di una ottava ha frequenza
doppia rispetto al fa dellottava precedente e cos per uno qualsiasi dei 12 semitoni
(note) di un ottava. In musica si unanimi sul fatto che il passaggio da unottava alla
successiva comporti un raddoppio di frequenza , ma non si sa bene come le bande di
ottave stesse si collocano nella gamma di frequenze percepibili. In acustica invece lo
IEC (International Electrotechnical Commission) ha normalizzato le bande dottava
fornendo dei precisi valori di centro banda e dei punti di incontro fra una banda e la
successiva.
Tabella 3: Frequenze di centro banda dottava, standard IEC.
f
c1

(Hz)
f
c2
(Hz)
f
c3
(Hz)
f
c4
(Hz)
f
c5
(Hz)
f
c6
(Hz)
f
c7
(Hz)
f
c8
(Hz)
f
c9
(Hz)
f
c10
(Hz)
31,5 63 125 250 500 1000 2000 4000 8000 16000

In unottava il limite inferiore (f
1
), quello superiore (f
2
), e la frequenza di centro
banda (f
c
) verificano le seguenti relazioni:

=
=
c
c
f
f
f
f
f f
2
1
1 2
2
risolvendo ho:

=
=
c
c
f f
f f
2
2
2
1
2

Se ad esempio la f
c
= 1 kHz, allora f
1
= 707 Hz e f
2
= 1414 Hz e per la successiva
ottava f
3
= f
2
= 1414 Hz e f
4
=2828 Hz.
Lanalisi in filtri dottava pu essere accettabile in campo rumoristico ma
grossolana per calcolare ad esempio la risposta di un altoparlante, in cui necessaria
unanalisi con pi risoluzioni in frequenza, cio con pi filtri pi stretti. Si usa in
questi casi una analisi in frequenza in bande di frazioni di ottava (1/3, 1/6, 1/12, 1/24,
ecc.); se si vogliono le relazioni tra i limiti di sottobanda f
1
e f
2
e si chiama con N il
numero di parti in cui suddivido unottava

ho:
N
f
f
1
1
2
2 = , e in generale:
N
i i
f f
1
1
2 =
+
con i = 1, 2, , N+1.

Per calcolare le frequenze di centro banda nelle varie sottobande uso la relazione:
.
1 , +
=
i i i c
f f f
Cos se ho un N = 12, cio in dodicesimi di ottava, per un suono a 1 kHz:
05946 , 1 2
12
1
= , per cui le frequenze di taglio sono:

f
1
(Hz)
f
2
(Hz)

f
3
(Hz)

f
4
(Hz)

f
5
(Hz)

f
6
(Hz)

f
7
(Hz)

f
8
(Hz)

f
9
(Hz)

f
10
(Hz)

f
11
(Hz)

f
12
(Hz)

f
13
(Hz)
707 749 793,6 840,8 890,4 943,3 999,4 1058,9 1121,8 1188,5 1259,1 1334,6 1414
Tabella 4: Frequenze di taglio per le bande di 1/12 dottava di un suono a 1 kHz

Lezione del 13/11/2001 ore14:30 16:30
- 16 -
Quella in dodicesimi dottava e la risoluzione che meglio approssima le capacit
dellorecchio umano normale. Una persona otologicamente normale infatti in grado
di arrivare a percepire fino ad una nota di differenza fra due suoni simili, per frazioni
dottava inferiori non si riescono a cogliere differenze. Nella realt lanalisi in
frequenza ad ampiezza percentuale costante pi usata di un terzo dottava.
Con N = 3, 25992 , 1 2
3
1
= , per cui se f
c
= 1 kHz:

f
1
(Hz)
f
2
(Hz)

f
3
(Hz)

f
4
(Hz)

707 890,8 1122,3 1414
Tabella 5: Frequenze di taglio per bande di 1/3 dottava a 1 kHz.


Figura 13: Filtro di banda di 1/3 dottava.

Le frequenze di centro banda in questo caso sono:
Hz Hz f f f
c
7 , 793 ) ( 8 , 890 707
2
2 1 1 ,
= = = e nominalmente Hz f
c
800
1 ,
=
Hz Hz f f f
c
1000 ) ( 3 , 1122 8 , 890
2
3 2 2 ,
= = =
Hz Hz f f f
c
4 , 1587 ) ( 1414 3 , 1122
2
4 3 3 ,
= = = e nominalmente kHz f
c
6 , 1
3 ,
=

Tabella 6: Frequenze nominali per filtri di 1/3 dottava per tutto lo spettro
udibile.
f
c1
(Hz)
f
c2
(Hz)
f
c3
(Hz)
f
c4
(Hz)
f
c5
(Hz)
f
c6
(Hz)
f
c7
(Hz)
f
c8
(Hz)
f
c9
(Hz)
f
c10
(Hz)
f
c11
(Hz)
f
c12
(Hz)
f
c13
(Hz)
f
c14
(Hz)
f
c15
(Hz)
25 31,5 40 50 63 80 100 125 160 200 250 315 400 500 630

f
c16
(Hz)
f
c17
(Hz)
f
c18
(Hz)
f
c19
(Hz)
f
c20
(Hz)
f
c21
(Hz)
f
c22
(Hz)
f
c23
(Hz)
f
c24
(Hz)
f
c25
(Hz)
f
c26
(Hz)
f
c27
(Hz)
f
c28
(Hz)
f
c29
(Hz)
f
c30
(Hz)
800 1k 1250 1,6k 2k 2,5k 3,15k 4k 5k 6,3k 8k 10k 12,5k 16k 20k
Lezione del 13/11/2001 ore14:30 16:30
- 17 -

Lo spettro di un suono assume un aspetto grafico molto diverso in base al tipo di
rappresentazione. Se utilizzo filtri ad ampiezza percentuale costante si tende ad usare
lasse delle frequenze logaritmico, mentre per filtri ad ampiezza costante lasse delle
frequenze si presta ad una scala lineare. Iniziando dai filtri dottava in figura 14 si
nota come lo spettro (f scala logaritmica) sia rappresentato con molte componenti a
basse frequenze, che invece con una scala lineare risultano compresse in modo da
concentrare in un breve intervallo un numero notevole di informazioni (figura 15).
Essendo la scala delle ascisse logaritmica ogni tacca verticale individua un margine
di taglio di una delle 30 sottobande in cui si divide lo spettro (infatti ho 31 tacche!).

Figura 14:filtro di 1/3 dottava con asse delle frequenze logaritmico.


Figura 15:filtro di 1/3 dottava con asse lineare delle frequenze.

Quando passo allanalisi spettrale ad ampiezza costante mi accorgo subito di una
grossa differenza: il livello sonoro segnalato alla frequenza di 1902 Hz passa da 87
Lezione del 13/11/2001 ore14:30 16:30
- 18 -
dB circa, per lanalisi con filtri di 1/3 dottava, a 67 dB circa per lanalisi ad
ampiezza costante. Questo calo si spiega col fatto che le bande da 1/3 dottava sono
molto pi larghe di quelle costanti e quindi possono far passare frequenze con
energia mediamente elevata anche se non filtro il picco massimo. In ogni caso lo
spettro pi usato, che approssima meglio il nostro udito, quello con frequenze in
scala logaritmica e filtro in terzi dottava (figura 14).


Figura 16: Spettro in banda stretta con frequenza logaritmica.


Figura 17: Spettro in banda stretta con frequenza lineare.



Lezione del 13/11/2001 ore14:30 16:30
- 19 -
Esercizio
Di un segnale sonoro, tramite analisi spettrale, mi vengono forniti i livelli sonori a
diverse frequenze:

Frequenza (Hz) Livello sonoro
(dB)
Ponderazione A Livello ponderato
(dB(A))
31,5 90 -39,4 50,6
63 87 -26,2 60,8
125 80 -16,1 63,9
250 82 -8,6 73,4
500 79 -3,2 75,8
1000 80 0 80
2000 75 +1,2 76,2
4000 72 +1 73
8000 70 -1,1 68,9
16000 70 -6,6 63,4

Determinare il livello totale in dB e quello ponderato in dB(A).
2
0
2
1
10
log 10
p
p
L = , con p
0
= 20 Pa

per definizione di livello sonoro.

Sapendo che se ho 2 livelli L
1
e L
2
con
10 2
0
2
1
1
10
L
p p =
e
10 2
0
2
2
2
10
L
p p =

se ne faccio la somma incoerente ottengo:
( )
10 10
10
2 1
10 10 log 10
L L
TOT
L + =
.
Quindi nel mio caso il livello sonoro totale :
( )
. 93
10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 log 10
7 7 2 , 7 5 , 7 8 9 , 7 2 , 8 8 7 , 8 9
10
dB
L
TOT
=
= + + + + + + + + + =

Se voglio il livello ponderato:
( )
). ( 7 , 83
10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 log 10
34 , 6 89 , 6 3 , 7 62 , 7 8 58 , 7 34 , 7 39 , 6 08 , 6 06 , 5
10 ,
A dB
L
A TOT
=
= + + + + + + + + + =

Alessio Onofri - matr. 132321 Lezione del 13/11/01 ore 16.30-18.30
- 1 -
Elaborazione numerica dei segnali

Lelaborazione numerica dei segnali o Digital Signal Processing (DSP) una
tecnologia relativamente giovane, divenuta possibile una decina di anni fa grazie
allutilizzazione di appositi processori chiamati appunto DSP. Essi rendevano
possibile lanalisi di un dato segnale in diretta, ovverosia mentre il segnale veniva
campionato, il processore provvedeva anche alla sua elaborazione e alla sua
visualizzazione sul display dello strumento utilizzato per lanalisi dello spettro.
Attualmente limpiego di questi processori dedicati utilizzato altrove, soprattutto
per il fatto che, ormai, basta un semplice PC.

Osservando infatti il diagramma in Figura 1 possiamo notare come la potenza di
calcolo dei personal computer raddoppi ogni anno, a differenza di quella dei circuiti
dedicati DSP che raddoppiano circa ogni 5 anni. Il sorpasso avvenuto nel 1998 e al
momento un personal computer ha una potenza di calcolo superiore di 20-50 volte
anche del pi costoso DSP. Per quel che riguarda le Workstation RISC, esse hanno
dominato il settore tra il 1995 e il 1999, ma anche loro oggigiorno devono cedere il
passo ai PC

Figura 1: Diagramma potenza di calcolo in funzione dellanno di produzione

Analisi in frequenza

Lelaborazione numerica del segnale tratta in particolare dellanalisi in
frequenza, elaborazione il cui scopo quello di ottenere lo spettro del segnale.
Esso una rappresentazione grafica su un piano cartesiano avente in ascissa la
frequenza f ed in ordinata una grandezza che quantifichi lampiezza del suono
espressa in decibel (dB)
I passi da compiere per ottenere lo spettro di un segnale sono 3:
Campionamento
Elaborazione con FFT
Post-Processing

Lezione del 13/11/01 - ore 16:30 18:30
- 2 -
Campionamento

Il campionamento consente di ottenere un segnale a tempo discreto, cio una
successione o sequenza x[n] di numeri rappresentabile con una funzione di variabile
intera relativa avente valori reali o complessi, partendo dal segnale analogico.
Campionare un generico segnale x(t) significa estrarre dal segnale stesso i
valori che esso assume a istanti temporali equispaziati, cio multipli di un intervallo
T detto periodo di campionamento. Con questa operazione viene a crearsi una
sequenza il cui valore n-esimo x[n] il valore assunto dal segnale a tempo continuo
allistante nT: x[n]=x(nT).
Loperazione di campionamento viene simbolicamente effettuata da un
dispositivo, il campionatore, indicato con una sorta di interruttore che si chiude per
un intervallo di durata infinitesima. La cadenza con cui linterruttore si chiude pari
a:
T
fc
1
= (1)
e prende il nome frequenza di campionamento (sampling frequency), misurata in Hz
o in campioni/secondo. Prima dell'avvento del digitale il campionamento era ottenuto
tramite filtri analogici passivi, la cui curva di risposta in frequenza approssimava con
curve gaussiane lo spettro delle odierne bande, e in cui veniva fatto passare il
segnale. In Figura 2 rappresentato un generico segnale analogico in funzione del
tempo t, si pu vedere come varii con continuit. L in ordinata rappresenta il livello
del segnale, che per i segnali acustici solitamente espressa in decibel (dB).
t
L

Figura 1: Piano analogico
La Figura 3 rappresenta il corrispettivo digitale del precedente segnale analogico: in
questo caso si vede chiaramente che abbiamo a che fare con una sequenza discreta di
valori e non pi con un continuo, coi valori della sequenza che distano tra loro un
tempo T pari al periodo di campionamento.
n
L

Figura 2: Piano digitale
Lezione del 13/11/01 - ore 16:30 18:30
- 3 -


Il convertitore A/D comandato da un segnale di clock (temporizzazione) alla
frequenza di campionamento. Il campionatore ideale estrae in corrispondenza di
ogni impulso di clock il valore del segnale in ingresso all'istante di campionamento,
che in generale un numero reale con infinite cifre decimali. Diversamente dal
campionatore ideale, il convertitore A/D rende invece una rappresentazione finita di
questo numero reale (segnale numerico), e precisamente in aritmetica binaria su un
numero finite di cifre (bit), variabile da 8 a 24. Il piccolo errore insito nella
rappresentazione del numero reale su un numero finito di cifre rappresenta la
seconda operazione del convertitore: la quantizzazione. Di fatto quindi il
convertitore effettua una doppia operazione di "discretizzazione": la prima sull'asse
dei tempi, dove determina gli istanti in cui si deve considerare il segnale; la seconda
sull'asse delle ampiezze dove il segnale viene approssimato al "quanto" pi vicino in
base alla risoluzione in bit del convertitore.
I convertitori A/D sono caratterizzati da due parametri fondamentali:
Numero di livelli discreti con cui pu essere descritta l'ampiezza del segnale.
Periodo di campionamento.

I convertitori tipici sono a 16 bit (il numero di bit utilizzato dai lettori CD)
corrispondenti ad una frequenza di campionamento di 44.1 kHz, mentre il numero di
bit utilizzato dalle schede audio in genere di 20 che eleva la frequenza di
campionamento a 48 kHz. I 16 bit impongono che il valore del segnale debba
appartenere all'intervallo che va da -32767 a +32767. Su un simile intervallo l'errore
di quantizzazione commesso dal convertitore non trascurabile, di fatto quindi si
introduce un rumore che fa dello standard audio a 16 bit uno standard di basso
livello. Per questo motivo nelle applicazioni professionali e nei lettori DVD si
utilizzano convertitori che hanno 24 bit di livelli possibili in ampiezza e frequenza di
campionamento a 96 kHz. In questo caso l'errore assoluto di quantizzazione lo
stesso, ma distribuito su un intervallo di possibili valori delle ampiezze maggiore, e
quindi il rumore introdotto molto inferiore. Infatti con la risoluzione a 24 bit il
rapporto fra segnale e rumore molto elevato, pari a 196 dB.
Dal teorema di Shannon (o di Nyquist) si ha che:

max
2 f f
c
(2)

dove f
max
rappresenta la frequenza massima contenuta nel segnale, ed anche
conosciuta come frequenza di Nyquist, mentre f
c
la frequenza di campionamento.
Questo affinch un segnale dopo il campionamento possa nuovamente essere
ritrasformato in analogico. Ad esempio un segnale con frequenze fino a 20000 Hz
dovr essere campionato con una frequenza pari o superiore a 40000 Hz.


Lezione del 13/11/01 - ore 16:30 18:30
- 4 -

Figura 4: Segnale campionato

Ricapitolando la larghezza dei gradini del segnale campionato (Figura 4) data
dallintervallo di campionamento nel tempo mentre laltezza dei gradini data dalla
risoluzione del convertitore A/D.
E chiaro che se si aumenta la risoluzione sullasse delle ampiezze con un
convertitore A/D migliore, si deve aumentare anche la risoluzione sullasse dei
tempi. Ad esempio non ha senso avere una risoluzione di 24 bit sottocampionata nel
dominio del tempo (44,1 kHz). Quando i gradini non sono proporzionati tra loro si
creano gli artefatti vivi.
Alla fine del campionamento ho un vettore numerico che entra nel computer
memorizzato in celle di memoria e che divido in blocchi di n-punti (Figura 5) dal
momento che lalgoritmo che dovr applicare agir su un numero n di punti.
Successivamente, di ogni blocco verr calcolato lo spettro.


Figura 5: Vettore di dati in celle di memoria


Elaborazione con FFT

Lalgoritmo matematico che calcola lo spettro a partire dai campioni quantizzati
si chiama FFT (Fast Fourier Transform). Esso opera sugli N campioni reali nel
tempo in ingresso trasformandoli in N/2+1 campioni complessi in frequenza con
spaziatura costante, ciascuno costituito da una parte reale e da una parte
immaginaria: lalgoritmo quindi produce un andamento lineare sullasse delle
frequenze. Una rappresentazione di questo tipo attribuisce la stessa importanza a
tutte le frequenze sia basse che alte.
Lezione del 13/11/01 - ore 16:30 18:30
- 5 -

FFT
1 2 / + N
N
Re Im


Figura 6: Schema di algoritmo FFT

Il primo elemento che si ottiene ha valore reale e rappresenta il valore medio del
segnale, cio la sua componente continua, ed chiaramente una componente a
frequenza nulla. Il secondo elemento, ha frequenza:

T N
f

=
1
1
(3)

con T il periodo di campionamento. Le frequenze successive sono:

1
f i f
i
= (4)

con i=1,2,3...N/2 dove l'ultima frequenza quella di Nyquist.
Dal punto di vista del calcolo della trasformata, l'algoritmo FFT pi efficace se
nella sua esecuzione si utilizza parte reale e parte immaginaria invece che ampiezza e
fase, e se in termine di numeri viene scelto N come un esponente di 2, ad esempio
N = 4096. Applicando lalgoritmo a questo numero di campioni si ottengono 2048
linee spettrale; in realt se ne dovrebbero ottenere 2049 (N/2+1) considerando la
componente continua del segnale, ma se si svolto correttamente il campionamento
la componente continua di un segnale acustico nulla.
Utilizzando una frequenza di campionamento di 48 kHz si ha un campo di
frequenze che va da 0 a un massimo di 24 kHz (frequenza di Nyquist). La risoluzione
sar quindi pari a:

Hz 71875 , 11
2048
kHz 24
= = f (5)

Si ottiene cos uno spettro in banda stretta.

Post-Processing

Ottenuto lo spettro in banda stretta si applica il post-processing, cio
unelaborazione successiva alla realizzazione dello spettro che permette di cambiare
lasse delle frequenze da lineare in terzi di ottava e nel tempo produce una costante di
tempo Fast o Slow in modo da non avere tanti spettri, ognuno senza memoria del
Lezione del 13/11/01 - ore 16:30 18:30
- 6 -
passato, ma di mediarli nel tempo e di visualizzare le bande che variano in maniera
pi graduale, pi morbida.

Analisi in terzi di ottava

Per analizzare un segnale audio con lausilio di un PC utilizzeremo un
analizzatore di spettro software come SpectraRTA scaricabile facilmente da sito
internet www.soundtechnology.com.
Con SpectraRTA (Real Time Analizer) possibile analizzare lo spettro di un
suono in tempo reale poich il programma mostra i valori in ingresso direttamente
sullo schermo senza dover registrare il suono prima per elaborarlo poi. Questo
applicativo permette di calcolare direttamente lo spettro a banda percentuale costante
di 1/1 ottava, 1/3 di ottava, 1/6 di ottava, 1/12 di ottava o 1/24 di ottava. Consente
inoltre luso di un generatore di segnali che per mezzo della scheda audio del PC
genera diversi segnali di prova quali ad esempio rumore bianco, rumore rosa,
sinusoidi sovrapposte, sinusoidi sweep. Il programma implementa funzioni avanzate
quali il calcolo della distorsione armonica totale, della distorsione di
intermodulazione, del rapporto segnale rumore, della ricerca del ritardo tra i canali e
della visualizzazione della fase stereo.
Attraverso questo programma viene prima svolta unanalisi in tempo reale della
voce catturata dal microfono del PC. La scheda audio che utilizziamo lavora a
48 kHz con una risoluzione di 20 bit, pi che sufficienti a rappresentare in maniera
perfetta il suono.


Figura 7: Spettro della voce

I valori in decibel visualizzati sullasse delle ascisse non sono i decibel acustici,
ma sono chiamati dBr, cio decibel relativi; infatti lo zero corrisponde al fondo scala
della scheda audio. Per visualizzare i decibel acustici il sistema deve essere calibrato
attraverso luso di un generatore di segnale con livello noto.
Come si pu osservare da questa prova (Figura 7), la voce umana dominata da
un campo di frequenze medie (200 Hz 4000Hz).
Lezione del 13/11/01 - ore 16:30 18:30
- 7 -
Ora utilizzando il generatore di segnali presente nel programma, generiamo un
particolare suono chiamato rumore rosa (pink noise): questo un suono che ha la
stessa energia a tutte le frequenze e pi precisamente la stessa energia in ogni banda
in terzi di ottava. Per essere analizzato il segnale viene prelevato direttamente
dalluscita della scheda audio senza passare attraverso il microfono (Figura 8).


Figura 8: Spettro del rumore rosa

Dallanalisi del segnale si nota come lo spettro del rumore rosa sia uno spettro
pressoch piatto. Mediando con un tempo infinito si osserverebbe un ulteriore
livellamento. Il fatto che non sia perfettamente piatto dipende dalla scheda audio del
PC, che non uno strumento professionale.
Svolgo ora la stessa misura inserendo da programma la curva di ponderazione A
(Figura 9). La ponderazione A un tipo di equalizzazione che esalta le frequenze
maggiormente percepite dalluomo e taglia quelle meno udibili (basse frequenze).


Lezione del 13/11/01 - ore 16:30 18:30
- 8 -
Figura 9: Spettro del rumore rosa ponderato A

Si nota come la curva di ponderazione A abbia ridotto notevolmente le basse
frequenze e lievemente amplificato le alte frequenze.
Una prova interessante pu essere il confronto tra lanalisi dello spettro della
voce senza alcun filtraggio e lanalisi con linserimento della ponderazione A. La
Figura 10a e la Figura 10b rappresentano questo confronto.


Figura 10a: Spettro della voce senza filtraggio


Figura 10b: Spettro della voce ponderato A





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- 9 -

Analisi in banda stretta

Lanalisi vista fino ad ora attraverso il programma SpectraRTA unanalisi in
terzi di ottava. Per svolgere invece unanalisi in banda stretta del segnale audio
abbiamo bisogno di un altro programma di nome SpectraLAB
(www.soundtechnology.com).
A differenza di SpectraRTA, il programma SpectraLAB prevede tre modi di
funzionamento: Real Time, Recorder e Post Process. Nel modo Real Time
viene svolta unanalisi in tempo reale del segnale acquisito dalla scheda audio,
mostrandone i risultati sullo schermo. In questa modalit non viene memorizzato
nulla su disco e non possibile quindi eseguire analisi successive sullo stesso
segnale. Nel modo Recorder, oltre ad eseguire lanalisi, il programma memorizza
sullhard disc il segnale audio acquisito. In questo modo di funzionamento
possibile anche riascoltare un segnale preventivamente memorizzato, rianalizzarlo ed
eventualmente compiere filtraggi digitali. Nel modo Post Process consentito
rielaborare un segnale registrato, con caratteristiche di dettaglio di analisi
particolarmente avanzate. Sono inoltre disponibili diverse interessanti utilities quali
ad esempio il marker (che consente di etichettare le frequenze di particolare
interesse), il trigger (che consente di sincronizzare lacquisizione al verificarsi di
determinate condizioni), il calcolo della distorsione armonica totale, ecc. Inoltre
SpectraLAB non si limita solo a fornire lo spettro di quanto acquisito, ma visualizza
anche la forma donda audio nel tempo (come un oscilloscopio), su un sonogramma
e un waterfall (che esamineremo pi avanti).
Vediamo come appare lanalisi spettrale del suono della voce in questo
programma dalla Figura 11.


Figura 11: Analisi nella frequenza (sopra) e nel tempo (sotto) di un segnale vocale

Per vedere la differenza tra lanalisi in banda stretta e lanalisi in terzi dottava
ripetiamo la prova del rumore rosa, grazie al generatore di segnali interno al
programma.
Lezione del 13/11/01 - ore 16:30 18:30
- 10 -


Figura 12: Spettro del rumore rosa in banda stretta

Dalla Figura 12 si nota che lo spettro non pi piatto, ma scende lentamente
allaumentare delle frequenze e pi precisamente cala di 3 dB per ogni ottava.
Questo perch ogni ottava larga il doppio della precedente e cattura il doppio
dellenergia e come abbiamo visto con il campionamento in terzi di ottava lo spettro
deve risultare piatto; quindi passando allanalisi in banda stretta le alte frequenze del
rumore rosa hanno un livello minore delle basse frequenze. Comunque anche in
SpectraLAB possibile, una volta acquisito il segnale, visualizzare unanalisi in terzi
di ottava attraverso un post-processing.
Ripetiamo la prova utilizzando un altro segnale chiamato rumore bianco
(white noise) che definito come quel rumore che ha uno spettro con lo stesso livello
a tutte le frequenze in banda stretta: in proporzione quindi il rumore bianco ha molta
pi energia alte frequenze del rumore rosa.


Figura 13: Spettro del rumore bianco

Lezione del 13/11/01 - ore 16:30 18:30
- 11 -

Andando a visualizzare lanalisi in terzi di ottava del rumore bianco (Figura 14)
si vede come lo spettro sia una rampa crescente: cresce di 3 dB ogni ottava per le
stesse motivazioni viste per il rumore rosa.


Figura 14: Spettro del rumore bianco in terzi di ottava



Teorema di Fourier

Lenunciato di questo teorema afferma che qualunque suono periodico sempre
rappresentabile come sovrapposizione di un opportuno numero d'onde sinusoidali
(toni puri) di determinate ampiezze, frequenze e fasi:

) ( sen ) (
i
1
+ =


=
i
N
i
i
A x (6)

La dipendenza dalle frequenze della (6) espressa dalla seguente relazione:

i i
f 2 = (7)

Per ogni indice i c una ampiezza, una frequenza e una fase. Con un numero
sufficientemente grande di sinusoidi possibile rappresentare qualsiasi segnale
purch periodico; questo vuol dire che se si suddivide il flusso di dati proveniente dal
convertitore A/D e si prende un blocco di N campioni, la periodicit implica che il
blocco successivo e il blocco precedente devono essere perfettamente uguali.
Il problema che in genere i segnali non sono periodici. I problemi possono
insorgere anche per un segnale periodico. Per esempio si ponga in ingresso al
campionatore una sinusoide a 1000 Hz di frequenza.

Lezione del 13/11/01 - ore 16:30 18:30
- 12 -

Figura 15: Segnale sinusoidale campionato

In Figura 15 sullasse delle ordinate rappresentato il valore tradotto dal
convertitore A/D a 16 bit (escursione massima da 32768 a 32768, che corrisponde
ad un fondo scala elettrico di 100 mV con un microfono di sensibilit 50 mV/Pa),
mentre sullasse delle ascisse sono rappresentati il numero di campioni. Andiamo a
calcolare la pressione istantanea (p
ist
) di ogni campione (x):

Pa
mV
50
32768
mV 100
) ( ) ( = i x i p
ist
(8)

e quindi il livello acustico istantaneo (L
ist
) associato a questa pressione:

=
6
10 20
) (
log 20 ) (
i p
i L
ist
ist
(9)

Andando a rappresentare il livello acustico istantaneo in funzione del numero di
campioni si ottiene la Figura 16.



Figura 16: Andamento del livello acustico istantaneo in funzione del n di campione
Lezione del 13/11/01 - ore 16:30 18:30
- 13 -

Il livello medio di 94 dB (pari ad una pressione di 1 Pa) mentre il livello
massimo di 97 dB; la differenza tra valore istantaneo e valore medio detta fattore
di cresta. Come si vede nellesempio, il fattore di cresta di una sinusoide di 3 dB.
Il fattore di cresta importante per la scelta del convertitore A/D perch il valore
istantaneo non deve eccedere il valore massimo di fondo scala (in questo caso il
fondo scala di 100 dB) altrimenti si ha una saturazione del sistema che porta ad una
distorsione della forma donda.
Analizziamo ora il problema legato alla periodicit del segnale. Se il
campionamento iniziato per caso in corrispondenza di un passaggio per lo zero,
non detto che anche al termine del periodo si abbia un campione che sia uno zero
crossing. Quindi tra una finestra che contiene N campioni e la successiva la forma
donda discontinua.


Figura 17: Sinusoide discontinua

Intermini di analisi di frequenza questa discontinuit produce uno spettro bianco,
cio uno spettro piatto che si sovrappone a quello della sinusoide. In Figura 18 si pu
vedere lanalisi di Fourier di una sinusoide discontinua confrontata con lanalisi di
una sinusoide pura (una sola riga spettrale).


Figura 18: Spettro di una sinusoide discontinua

Lezione del 13/11/01 - ore 16:30 18:30
- 14 -
Questo fenomeno che distribuisce energia su tutto lo spettro prende il nome di
fenomeno di Leakege. Una soluzione sarebbe quella di campionare il segnale con
un numero di campioni tali da terminare esattamente ogni finestra in uno zero
crossing, ma non possibile sapere a priori la lunghezza del periodo.
Il vero problema che il suono una grandezza non periodica e per poter
sfruttare lanalisi di Fourier bisogna renderlo tale. Per fare ci necessario portare
progressivamente a zero i campioni alle estremit della finestra applicando una
ponderazione (pesatura dei campioni). Chiamando w questa ponderazione, un
esempio rappresentato dalla Figura 19, dove w una funzione a campana.


Figura 19: Pesatura dei campioni

La forma donda pi semplice con cui andare a pesare i campioni quella del
mezzo seno (finestra di Hanning) che rappresentata in Figura 20.


Figura 20: Finestra di Hanning

Una schematizzazione di come opera la Hanning sui campioni del segnale data
dalla Figura 21.

Lezione del 13/11/01 - ore 16:30 18:30
- 15 -
finestra di
Hanning
N

c
a
m
p
i
o
n
i
N

c
a
m
p
i
o
n
i

s
u
c
c
e
s
s
i
v
i

Figura 21: Finestra di Hanning applicata allo stream di dati

Applicando la finestra di Hanning al segnale sonoro in ingresso si ha che
questultimo viene forzato ad andare a zero (Figura 22).


Figura 22: Finestra di Hanning applicata al segnale sinusoidale

In questo modo si riesce a rendere periodico il segnale e a ridurre il fenomeno
del Leakege. Viene per introdotto un grosso problema: tutto ci che accade
nellintorno del passaggio da una finestra alla successiva viene ignorato dal sistema
perch moltiplicato per un coefficiente praticamente nullo. Quindi se tra due finestre
consecutive si verifica un evento importante ai fini dellanalisi, questo evento viene
perso.
Per ovviare a questo problema non si lavora con finestre consecutive, ma con
finestre sovrapposte (overlapp di finestre) e la sovrapposizione deve essere di almeno
il 50 % (Figura 23). In questo modo si ottiene una finestra che ha peso 1 l dove
prima si aveva peso 0. Per le misure aventi valore legale si vuole la certezza che tutti
i campioni abbiano lo stesso peso e si dimostra matematicamente che per avere ci
necessario utilizzare un overlapp del 75 %.

Lezione del 13/11/01 - ore 16:30 18:30
- 16 -
N
finestra di
Hanning
finestra di
Hanning
Shiftata di N/2
N/2

Figura 23: Sovrapposizione di finestre

Visualizzazione di spettri variabili nel tempo

Se si vuole analizzare un fenomeno che evolve nel tempo e avere una
rappresentazione di tutti gli spettri ad istanti successivi si deve svolgere unanalisi
multispettring. Esistono due tecniche di rappresentazione di unanalisi
multispettring:

Waterfall: gli spettri vengono visualizzati uno dopo laltro lungo una terza
dimensione ( un diagramma 3-D). Questa una tecnica di
visualizzazione molto efficace soprattutto per analizzare i
transitori (avviamento di un motore, una macchina in fase di
accelerazione, ecc).


Figura 24: Waterfall

Sonogramma: un diagramma bidimensionale dove in ascissa riportato il
tempo, in ordinata la frequenza, mentre laltezza dei picchi
Lezione del 13/11/01 - ore 16:30 18:30
- 17 -
rappresentata da una scala cromatica. Il sonogramma molto
utilizzato nellanalisi della voce, la cosiddetta impronta
vocale.


Figura 25: Sonogramma




Bibliografia essenziale

Marco Luise, Giorgio M. Vitetta, Teoria dei segnali, McGraw-Hill 1999

V. Oppenheim, R. W. Schafer, Discrete-time signal processing, Prentice-Hall, 1989

J.S.Orfanidis, Introduction to signal processing, Prentice Hall, 1996


Alessandro Ponzi - matr. 127699 Lezione 19/11/2001 Ora 14.30 16.30

-1-
INTRODUZIONE : LACUSTICA

Lo studio di fenomeni acustici, dal punto di vista fisico, strettamente legato ad altri
settori della scienza quali la fisiologia e la psicologia. La prima di queste studia il
meccanismo di percezione dei suoni e gli organi delludito laltra studia le sensazioni
sonore in relazione agli stati danimo prodotti in chi ascolta.
Gi gli antichi filosofi greci (in particolare Aristotele) avevano osservato che quando
un corpo emette dei suoni si trova in uno stato di vibrazione, movimento che si
comunica allaria circostante provocando onde paragonabili ai cerchi prodotti sulla
superficie di uno specchio dacqua dalla caduta di un sasso. Si pu dunque dire che
lacustica studia i suoni e le onde sonore. Noi ci soffermeremo nello studio di queste
ultime, in particolare nella stesura dellequazione di DAlambert mostrando una sua
applicazione ed infine parleremo di Densit dellenergia sonora.

Nota storica : Jean Le Rond DAlambert

Matematico e filosofo francese vissuto a Parigi tra il 1717 ed il 1783, membro
DellAcademia a soli 20 anni scrisse varie opere ed esegui vari studi tra i quali il
moto delle corde vibranti dando una formulazione rigorosa del problema matematico
di queste :

Il moto di una corda che vibra descritto da un equazione differenziale alle
derivate parziali del 2
ordine nelle variabili spazio e tempo, detta equazione di DAlambert


Lequazione di DAlambert

Iniziamo col posizionare un volumetto di fluido (studieremo onde che si propagano
dellaria) in un sistema di riferimento cartesiano tridimensionale :

x
y
z
dy
dx
dz

Figura 1


Le dimensioni del volumetto, scomposte nelle rispettive direzioni, danno il volume
di questo :

dz dy dx dV =

Conoscendo la relazione che lega la massa di un corpo con il suo volume
(massa=densitavolume) otteniamo, appunto, la massa del volumetto di fluido,
infatti :

dz dy dx dV dM = =
Lezione 19/11/2001 Ora 14.30 16.30
-2-
(dove con indichiamo la densit del fluido)
Ricaveremo lequazione di DAlambert dalla Legge di Newton :

a m F =
(forza=massa accelerazione)

quindi mancano le forze in gioco e laccelerazione, ricaviamo queste grandezze
partendo dallaccelerazione.
In una dimensione :
dt
du
a =

portando tale relazione in un sistema di riferimento tridimensionale si avr che :

dt
du
dt
du
dt
du
a
z y
x
+ + =
(dove con u
x
,u
y
,u
z
indichiamo le velocit, delle particelle di fluido, riferite alle
rispettive direzioni figuranti a pedice)

Abbiamo cosi ottenuto la relazione :

+ + =
dt
du
dt
du
dt
du
dM dF
z
y
x


[ Mettiamo in risalto il fatto che nellequazione dellaccelerazione la velocit sarebbe
U detta velocit dassieme totale del sistema. Questa ha una componente detta
velocit acustica, (scomposta nelle componenti direzionali), da noi utilizzata ed un
componente, termine di trasporto, ritenuta da noi nulla in quanto facciamo lipotesi
che il fluido sia fermo, quindi a velocit nulla.]

Ci serve ora una espressione per la forza dF.
Sapendo che una forza pu essere definita come una pressione esercitata su di una
superficie possiamo scrivere :

A p F =
(dove p la pressione esercitata sulla superficie A)


Ora pensando ad una faccia del volumetto , preso ad esempio nella direzione x, e
bilanciando le forze in gioco si ha :

Px+dx Px
x x+dx
x
A

Figura 2
Lezione 19/11/2001 Ora 14.30 16.30
-3-
La forza complessiva diviene :

dz dy P P dA P P dF
dx x x dx x x x
= =
+ +
) ( ) (

sfruttando il Teorema del Differenziale :

dx
dx
dP
P P
x dx x
+ =
+


si ha :

dV
dx
dP
F
x
=

e ragionando lungo le tre direzioni :

dV k
dz
dP
j
dy
dP
i
dx
dP
dF

=



Eguagliando lequazione con la Legge di Newton

+ + =
dt
du
dt
du
dt
du
dV dF
z
y
x



si ottiene :

+ + =


dt
du
dt
du
dt
du
dV dV k
dz
dP
j
dy
dP
i
dx
dP
z
y
x




Infine, introducendo il gradiente della pressione, semplificando i termini comuni
(dV) avremo :

1 equazione
dt
dU
P =

Arrivati a questo punto, ricordando che il volumetto composto da un fluido, di
questo fluido ci interessa come la sua densit vari al variare della pressione.
Pensando ad un gas perfetto (il nostro caso il fluido) introdotto in un pistone
sottoposto, quindi, ad una pressione
P P P + =
0


Lezione 19/11/2001 Ora 14.30 16.30
-4-
v
p
Gas
V
0
P
0
P
0
+P

Figura 3

Si nota che applicando una pressione P al gas il sistema oscilla attorno al punto di
equilibrio (p,v), lungo la tg a questo. Possiamo cosi ricavare la relazione tra
pressione e densit :

=
0 0
V P P


e la pendenza della retta tangente :

d
dP


essendo P
0
= cost questo implica dP
0
= 0 quindi d = d.
Trascurando i termini di 2 ordine e semplificando i termini reciproci
(
1
0
1
0

V ) si ottiene :

= =
0 0 0 0
V P
d
dP
d V P dP

introducendo lequazione di stato dei gas perfetti :

T R V P =
0 0


abbiamo :

2 equazione c RT
d
dP
= =



essendo c la velocit del suono ( RT c = )

Questo risultato ci dice che il gas tanto meno comprimibile quanto pi la
propagazione avvine velocemente.

Lezione 19/11/2001 Ora 14.30 16.30
-5-
Abbiamo cosi due equazioni :

1.
dt
dU
P =
2. c RT
d
dP
= =



in tre incognite P,u,.

Lequazione delle onde acustiche legata a queste due.

essenziale introdurre il Potenziale di velocit :

u =

Risolvendo le equazioni precedenti utilizzando il Potenziale di velocit :

dt
d
P

=
0

Perch queste siano uguali deve essere:
dt
d
P

=
0
.

) (
0
u div
dt
d
=



sostituendo si ha:

=
0

dt
d


Moltiplicando questa per
d
dP
c = ed inserendo
dt
d
P

=
0
otteniamo un
equazione differenziale di 2 grado detta equazione di DAlambert :

=

c
dt
d


Questa equazione pu essere risolta attraverso una :

Soluzione analitica (casi risolubili come onde piane progressive, onde piane
stazionarie, onde sferiche).
Soluzione numerica (utilizzando metodi discreti tipo il metodo degli elementi
finiti o quello delle differenze finite dove si discretizza rispettivamente lo
spazio ed il tempo).
Lezione 19/11/2001 Ora 14.30 16.30
-6-

Si pu concludere dicendo che :

Risolvere lequazione delle onde significa risolvere un
campo scalare del Potenziale della velocit


Applicazione : intensimetro

Lintensimetro uno strumento acustico che ricava lintensit sonora ,o meglio la
velocit sonora utilizzata per calcolare lintensit, tramite la pressione esercitata dal
suono cio dalle particelle portatrici del suono, su microfoni (nel nostro caso due)
posizionati in un certo modo.
Noi useremo una coppia di microfoni che , ovviamente, devono essere uguali il pi
possibile tra loro per avere un appropriato studio della variazione di pressione.

P1 P2
d

Figura 4


A livello circuitale si collegano le uscite dei microfoni ad un operazionale avente , a
sua volta, luscita collegata ad un integratore che presenter, in uscita, un segnale
proporzionale alla componente cartesiana associata alla posizione dei microfoni,
della velocit. Per avere le tre componenti di uno spazio tridimensionale avremo
bisogno di tre coppie di microfoni posizionati lungo i tre assi cartesiani dello spazio
3D.
Operatore
P1
Integratore
P2
U
x
+
_

Figura 5
Lezione 19/11/2001 Ora 14.30 16.30
-7-


Ricaviamo lintensit del suono lungo lasse x .

P u I
x x
=
Dove
2
2 1
P P
P
+
= .

Quello che ci manca la u
x
,qui entra in gioco lintensimetro.
Utilizziamo lequazione di Eulero

dt
du
P
0
=

approssimando il metodo discreto delle differenze finite ed integrando otteniamo :

= dt P P
d
u
x
) (
2 1
0




Supponendo il segnale sinusoidale si ha :


= = wt
jw
P wtdt P Pdt sen
1
sen
max max


cio lintegratore non altro che un filtro che divide per (pulsazione), sfasando il
segnale di 90 e scende di 6dB per ottava.
ora utile lequazione di DAlambertt per onde piane progressive.
In un onda piana progressiva tutte le particelle di un piano si muovono in ununica
direzione con uguale velocit e pressione, una sorgente di questo moto pu essere un
pistone che , in modo armonico, si muove allinterno di un tubo.


Figura 6

Le condizioni al contorno sono date dallipotesi che allistante t=0 lo spostamento sia
nullo (s=0) e la velocit sia massima (u=u
max
).
Lequazione di DAlambert per un onda piana progressiva :

) cos(
max
kx wt =

dove k=w/c il numero donda.

Utilizzando la notazione di Eulero, la rappresentazione della precedente formula si
pu scrivere :
Lezione 19/11/2001 Ora 14.30 16.30
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[ ]
) (
max
kx wt j
e

=

in quanto solo la parte reale della formula coerente in un contesto fisico. Spesso
comunque Re viene omesso.

Nel nostro caso, essendo in una dimensione, si ha :

dx
d
u

= =

quindi

) (
max
kx wt j
e jk u

=

Imponendo le condizioni al contorno si ha:

) (
max
) (
max
) , (
kx wt j kx wt j
e u t x u e u u

= =


E la Pressione ?
Sappiamo che :

dt
d
P

=
0


allora possiamo scrivere

) (
max 0
kx wt j
e j P

=

perci :

) , ( ) , (
0
t x u c t x P =

e volendo calcolare lintensit relativa :

) ( 2
max 0

kx wt j
e u c u P i

= =


Infine facendo una media temporale dellintensit istantanea si ricava il valore di
intensit acustica detta anche intensit media :

= =

2
1
) (
1
max 0
0
m
V
u c dt t i
T
I
T


Lezione 19/11/2001 Ora 14.30 16.30
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Densit dellenergia sonora

La propagazione di unonda, in un mezzo qualsiasi, e precisamente la variazione di
velocit e pressione a livello locale, comporta anche la propagazione di energia.
Per misurare tale energia si introduce il coefficiente di densit di energia che d una
misura dellenergia per unit di volume :

=
m
J
V
E
D

Se torniamo a pensare ad un pistone in un cilindro, detta A larea del pistone avremo
che :

t I A E
t c A V
=
=


Prendendo t=1 secondo e sostituendo tali grandezze nella definizione di densit di
energia ricaviamo che :

c
I
D =

Potendo scrivere lintensit dal punto di vista energetico come un contributo
potenziale ed un contributo cinetico :

[ ]

= + =

2
1
2
1
0
0
RMS
RMS
cin pot
u c
c
P
E E I



possiamo ricavare lequazione di densit di energia con i contributi energetici :

2
1
0
0
RMS
RMS
u
c
P
D



Si pu cosi affermare che :
La densit dellenergia sonora per definizione costante.

Certo le sue componenti potenziale e cinetica si travasano tra loro, compensando le
proprie variazioni.

Notiamo che nel caso di un onda piana progressiva

D
I
c =

Lezione 19/11/2001 Ora 14.30 16.30
-10-
e nel caso generale

D
I
U =

dove U diverso da c, cio si pu dire che :

la velocit dellenergia minore o uguale della velocit del suono

dove luguaglianza vale solo nel caso di onde piane progressive.

Da quanto detto, per conoscere le caratteristiche del sistema da analizzare, in
acustica si ha che :

dal punto di vista fisico necessario rilevare i valori di velocit e di pressione.
dal punto di vista energetico necessario rilevare i valori di intensit sonora e di
densit di energia.

Introduciamo per finire il livello di densit.
Ogni grandezza acustica misurata in dB. Introduciamo alcuni livelli :
livello di pressione Pa P
P
P
L
rif
rif
RMS
p
5
10 2

log 10

= =
livello di velocit s m
c
P
v
v
v
L
RMS
v
/ 10 5

log 10
8
0
0
0
0

= =


livello di intensit / 10 1 log 10
12
0
0
m W I
I
I
L
I

= =
livello di densit / 10 94 . 2 log 10
15
0
0
0
m J
c
I
D
D
D
L
D

= = =

Per un onda piana progressiva tutti questi livelli sono uguali tra loro, in generale il
livello di intensit pi piccolo o al pi uguale a quello di densit :

D I
L L

il livello di pressione pu superare il livello di densit al pi di 3 dB tanto come
quello di velocit.
Si definisce indice di reattivit del nostro corpo la differenza che vi tra il livello di
densit e quello di intensit :

I D
L L

quanto pi reattivo il nostro corpo tanto pi questo indice grande.
Spesso si indica lindice di reattivit come la differenza tra il livello di pressione e
quello di intensit :

Lezione 19/11/2001 Ora 14.30 16.30
-11-
I P
L L

ma questo sbagliato in quanto questa differenza potrebbe essere negativa , un
indice negativo indicherebbe che un campo si pu propagare pi velocemente di un
onda piana progressiva, per quanto detto prima questo impossibile.
Lezione 19/11/2001 Ora 14.30 16.30
-12-
Appendice


Vibrazione : movimento oscillatoria di particelle attorno alla posizione di equilibrio.

Onde : si osserva spesso che le perturbazioni di una data grandezza fisica, in una
certa regione dello spazio, si trasmette alle regioni circostanti. Questo
comportamento, comune a molti fenomeni fisici, noto come propagazione delle
onde. La propagazione del suono, della luce, delle vibrazioni di un corpo elastico
sono esempi di questo comportamento.

Accelerazione : variazione di velocit che un copro subisce in un certo intervallo di
tempo.

Legge di Newton : ogni corpo mantiene il suo stato di quiete o di moto rettilineo
uniforme finch forze esterne, agendo su di esso, non lo costringono a mutare il suo
stato. La forza, quindi, pu essere espressa come la massa del corpo moltiplicata per
laccelerazione che subisce tale corpo.

Equazione di stato dei gas perfetti : dette p la pressione, v il volume specifico, T la
temperatura espressa in Kelvin, R
0
costante universale (=8314 J/mol K) , la massa
molare degli elementi componenti il gas si ha :

T R v p =
0


Potenziale : grandezza scalare tridimensionale tale che il suo gradiente uguale ad
un vettore dato,nel nostro caso la velocita.

Maximilian James Arpaio matr. 130684 Lezione del 19/11/01 ora 16:30-18:30
- 1 -
Onde sferiche

Le equazioni unidimensionali, ricavate nelle precedenti lezioni in un sistema di
coordinate cartesiane, valgono per la propagazione di onde piane lungo una sola
dimensione.
In una stanza senza eco o nello spazio libero, si preferisce esprimere
matematicamente la propagazione del suono come proveniente da una fonte sferica
o non direzionale. In questo caso, londa sonora si espande per effetto di contrazioni
ed espansioni come se si allontanasse dalla sorgente creando un fronte donda
costituito da superfici sferiche concentriche.


Figura 1: Propagazione dellonda sferica

Per applicare le equazioni donda alle onde sferiche, dobbiamo modificare alcuni
operatori e passare a coordinate sferiche polari.
Supponendo per ipotesi una eguale propagazione in tutte le direzioni,
lequazione donda unidimensionale nel nuovo sistema di coordinate risulta essere:


2
2
2 2
2
1 2
t
p
c r
p
r r
p

(1)

dove:

p(r,t) la pressione dellonda
r il raggio distanza dal centro delle sfere concentriche
c la velocit del suono
t il tempo

Una semplice sostituzione ottenuta ponendo
r
p

= mi permette di riscrivere la
(1) come:


2
2
2
2
1
t c r


(2)
Lezione del 19/11/01 16:30-18:30
- 2 -

E doveroso notare che p era funzione di x e di t mentre la nuova variabile
funzione di r e di t.
Una soluzione a questa nuova equazione differenziale ricordandomi della
sostituzione effettuata pu essere espressa come:


t j
jkr jkr
e
r
e A
r
e A
t r p

|
|
.
|

\
|
+ =
+

+
2 ) , (
(3)

Dove
+
A la grandezza della pressione sonora dellonda uscente ad una
distanza unitaria dal centro della sfera; conseguentemente

A la stessa cosa per


londa riflettente. Se non vi nessuna superficie riflettente nel mezzo, necessario
solo il primo termine dellequazione.
Nellesempio del pistone era ovvio considerare lesistenza di unonda destra e di
una sinistra rispetto allo stantuffo, ma nel caso di onde sferiche non studiamo mai
londa implodente data levidente situazione di asimmetria e la sua non utilit. In
realt londa implodente risulta assai utile nello studio e nella progettazione della
bomba atomica. Essa infatti scoppia grazie ad unonda implodente che esercita una
pressione dallesterno. Si avvicina il materiale fissile,cio i nuclei degli atomi , si
vincono cos le forze intermolecolari e si inizia il processo di fusione a catena.
Vediamo ora di assegnare anche una velocit alle particelle in moto. Sapendo
che:


t
q
gradp

=
0

(4a)

dove q il vettore velocit della particella, riesco a scrivere che:


jkr t j
e
jkr
e
cr
A
t r u
+
|
|
.
|

\
|
+ =
1
1
2
) , (
0

(4b)

E immediato, arrivati a questo punto, andare a ricavare limpedenza acustica
specifica data dal semplice rapporto tra lequazione (3) e la (4b):


jkr
jkr
c
u
p
Z
s
+
= =
1
0

(5)
Al tendere di kr allinfinito posso riscrivere la (5) come:


c Z
s 0
=
(5b)



Lezione del 19/11/01 16:30-18:30
- 3 -

Figura 2: Andamento del modulo dellimpedenza in funzione di kr

Limpedenza in questo caso quasi puramente resistiva e circa uguale alla
impedenza caratteristica di unonda piana. In altre parole, limpedenza acustica
specifica a larga distanza dalla sorgente sferica circa uguale a quella calcolabile in
un tubo nel quale non vi siano riflessioni dalla parete posta a chiusura del tubo
stesso.
Le equazioni (3) e (4b) mi confermano allora quanto detto e - sar oggetto di
alcune riflessioni pi avanti - mi rivelano le differenze tra la risposta di un microfono
sensibile alla pressione ed uno invece sensibile alla velocit delle particelle daria
quando essi si trovano vicini ad una piccola sorgente di suono a basse frequenze.


Figura 3: Andamento della parte reale ed immaginaria di Z in funzione di kr
Lezione del 19/11/01 16:30-18:30
- 4 -

Noto quindi che limpedenza non pi una quantit sempre reale ed ha una fase
non costante poich la parte reale ed immaginaria variano con r. Facciamo qualche
altro piccolo ragionamento: per kr che tende allinfinito, la parte reale
dellimpedenza tende al valore
o
c mentre quella immaginaria diventa piccola. Per kr
invece che tende a zero la parte reale decresce e predomina quella immaginaria
E immediato allora notare che pressione e velocit sono fuori fase di 90:
questo mi porta a dire che lenergia nulla. Avendo infatti imposto un certo valore di
potenza nella sorgente, questo si traduce in oscillazioni di pressione e di velocit
davvero enormi rispetto al prodotto dei loro moduli. Su una superficie sferica molto
piccola il prodotto tra P ed U molto pi grande di intensit equivalentemente
trasmessa. Cerchiamo di chiarire il discorso: questo vuol dire che non posso avere
una sorgente puntiforme; al limite, per il tendere a zero delle dimensioni della
sferetta, la potenza va a zero. Se non voglio che la mia efficienza scenda troppo,
comunque devo avere una sorgente relativamente grande. Questo particolarmente
importante per le basse frequenze. Sullascissa del grafico va sottolineato la
presenza di kr con k= /c; andare a sinistra sul diagramma vuol dire andare al centro
della sfera e gi di frequenza: ecco perch a basse frequenze ci vuole una sorgente
grossa. Gli altoparlanti per le basse frequenze, ne sono un esempio.
Se per caso realizzassi un altoparlante piccolo, che magari meccanicamente
riuscisse a dare tutta la potenza che voglio al piccolo pistone che va avanti e indietro,
questa potenza non verrebbe lanciata nellaria perch il campo acustico reagirebbe
male ed in maniera inaspettata. E una questione puramente geometrica: non dipende
dallambiente o dal materiale con cui stato fabbricato; non ho potenza acustica
perch la legge trovata mi porta a sfasare la pressione facendomi rilevare energia
nulla.
Una parziale soluzione al problema ci giunge dagli altoparlanti a tromba. Una
tromba in effetti un trasformatore acustico. Esso in grado di incrementare la
potenza di uscita senza il problema della risonanza che generalmente si riscontra nei
coni. Un diaframma che ha unarea larga, ha un impedenza di radiazione che molto
pi resistiva oltre la frequenza desiderata, rispetto ad uno che ha unarea piccola.
Come principale conseguenza ho una maggiore potenza irradiata a basse frequenze
per un dato volume di velocit daria. Essi sono largamente usati nei cinema, teatri e
nei concerti: ovunque deve essere irradiata una grossa potenza acustica e dove
desiderato il controllo della direzione sonora. Questultima caratteristica per anche
uno dei suoi limiti: lalto costo, le dimensioni maggiori ed una non omogenea
propagazione frenano il pi delle volte il suo utilizzo.




Figura 4: Altoparlante a tromba
Definisco ora lintensit di unonda sferica come il tempo medio durante il
quale lenergia fluisce attraverso una regione di area unitaria nel mezzo acustico.
Nel sistema mks le unit dellintensit sono watt per metro quadro. Lintensit il
Lezione del 19/11/01 16:30-18:30
- 5 -
prodotto della pressione sonora per la componente in fase della velocit della
particella. Possiamo calcolare lintensit media in un certo punto del mezzo lungo
una data direzione tramite lequazione:


cos
*
q ep I =
(6a)

dove:
p* il complesso coniugato della pressione sonora
q velocit complessa della particella nella direzione in cui londa viaggia
langolo tra la direzione di spostamento e la direzione in cui lintensit
viene determinata

Calcoliamo ora lintensit nel caso di unonda sferica. Poniamo per definizione:

jkr
r
e
r
A
p
+
=
(6b)

Allora:

t j
r
e p t r p

2 ) , ( =
(6c)


e la velocit complessa della particella pari a:


|
.
|

\
|
=
kr
j
c
p
u
r
r
1
0

(6d)

e sostituendo semplicemente i valori, ottengo:

cos 1
0
*
(

|
.
|

\
|
=
kr
j
c
p
ep I
r
r (7)
Unespressione pi interessante possibile ricavarla da questa ultime equazione:
la potenza totale per ogni raggio r uguale a:

c p r I r W
r 0
2
2 2
/ 4 4 = = (7b)


Quindi per unonda sferica ottengo un importante risultato:


2
4 r
W
I

=
per 0 = (8)

Lezione del 19/11/01 16:30-18:30
- 6 -
Per la legge della conservazione dellenergia, W indipendente da r se non ci
sono perdite nel mezzo cos che lintensit varia inversamente col quadrato della
distanza r. Dallequazione 6b invece si nota che p
r
varia con linverso della distanza.
Applicazione ai microfoni
Rovesciamo ora il discorso e vediamo cosa succede nel caso io abbia un
microfono. I microfoni sono trasduttori elettroacustici, il cui scopo quello di
trasformare il segnale sonoro, caratterizzato da una variazione di pressione, in
segnale elettrico. In base a come avviene questa trasformazione, i microfoni si
possono dividere in due grandi classi: microfoni dinamici e microfoni a
condensatore.
Nei microfoni dinamici le onde provocano la vibrazione di un sottile diaframma
metallico il quale provoca a sua volta la vibrazione di una bobina ad esso collegata e
immersa in un campo magnetico generato da un magnete fisso. Tale movimento della
bobina crea delle correnti elettriche che riproducono il comportamento delle onde
sonore di partenza. Questo tipo di microfono particolarmente adatto per riprendere
strumenti singoli e non richiede alimentazione.
Nei microfoni a condensatore il diaframma costituisce una delle due armature di
un condensatore tra cui viene prodotto un potenziale elettrico applicando un basso
voltaggio per mezzo di una sorgente (batteria), che pu essere interna o esterna al
microfono stesso. Il potenziale elettrico prodotto dipende dal voltaggio della
sorgente, dall'area dell'armatura e dalla loro distanza. Il diaframma mobile e cambia
posizione in risposta al suono incidente. La corrente prodotta per tanto debole da
dover essere amplificata in uno stadio immediatamente successivo. Una variante di
questa configurazione utilizza un diaframma di materiale plastico con una carica
permanente.
Le caratteristiche principali di un microfono sono la sensibilit, definita come il
rapporto tra la tensione duscita e la pressione acustica del campo sonoro, la risposta
in frequenza, cio il modo di variare della sensibilit in funzione della frequenza
dellonda sonora e infine la direzionalit, cio il modo di variare della sensibilit con
la direzione darrivo del suono. In pratica si riscontra che la sensibilit decresce al
diminuire del diametro del microfono stesso, mentre la gamma utile in frequenza
aumenta. E chiaro quindi che luso di un microfono che abbia una banda passante
molto ampia, paga il prezzo in termini di sensibilit e viceversa.
Riuscire a scegliere un microfono adatto per tutti i tipi di misura praticamente
impossibile: avere una buona sensibilit va a scapito di una buona risposta in
frequenza e viceversa. Esistono comunque dei microfoni di utilit generale che
riescono ad avere dei compromessi fra i vari fattori.
I microfoni a condensatore sono di qualit sicuramente superiore rispetto ai
microfoni dinamici: hanno una maggiore sensibilit, una risposta in frequenza pi
lineare ed estesa e un rumore di fondo bassissimo. Queste qualit ne limitano anche
l'impiego: sono adatti a riprendere solo quegli strumenti che non hanno transitori
troppo potenti (sono l'ideale per le voci).


Microfono a velocit pura
E un particolare trasduttore che risponde alla differente pressione tra due punti
molto vicini tra loro. Il modello pi elementare prevede un diaframma con entrambi i
lati esposti allonda sonora.
Lezione del 19/11/01 16:30-18:30
- 7 -





Figura 5: Schema di un microfono a velocit

Se un microfono a velocit molto piccolo posto in una certa direzione x, la
forza che lo muove data da :


cos l
x
p
S f

=
(9)

dove:
p la pressione sonora
cos
x
p

la componente del gradiente di x della pressione che agisce


attraverso le facce del diaframma
langolo che la normale al diaframma fa con la direzione di moto
dellonda.
l leffettiva distanza tra i due lati del diaframma
S larea del diaframma

Questa relazione vera per qualsiasi tipo di onda. Inoltre per ogni data
frequenza , la risposta del microfono proporzionale a cos creando la
caratteristica relazione ad 8.

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- 8 -

Figura 6: Direttivit di un microfono a velocit

Il grosso vantaggio di questo microfono la sua direzionalit. Allo stesso tempo
questa direzionalit bilatera ossia il microfono cattura i suoni provenienti anche dal
lato opposto a quello in cui direzionato. Questo mi porta ad avere onde costruttive
o distruttive che si vanno a sovrapporre a quella che realmente mi interessa
distorcendomela o addirittura annullandola. Un altro sgradevole svantaggio
leffetto di prossimit. Si nota da questa curva che luscita del microfono aumenta
col diminuire della frequenza, quindi, quando una persona parlando o cantando si
muove vicino a questo tipo di microfoni la sua voce diventa grave o acuta. E per
questa ragione che la voce di radio cronista suona cupa quando parla molto vicino ad
un microfono sensibile alla velocit che stato invece progettato per dare il massimo
quando posizionato ad una maggiore distanza dalla sorgente. I cantanti professionisti
sfruttano questa variazione di risposta timbrica per equalizzare la voce.


Figura 7: Uso del microfono in studio di registrazione

Microfoni Misti
Questo tipo di microfono risponde sia alla velocit che alla pressione di unonda.
Questo mi permette di produrre uno schema che ha un solo massimo (caratteristica
unidirezionale). Le due unit devono essere posizionate il pi vicino possibile cos
Lezione del 19/11/01 16:30-18:30
- 9 -
che la risultante caratteristica sia indipendente alla frequenza. I microfoni con questa
caratteristica sono usati prevalentemente nelle trasmissioni dove si vuole sopprimere
i suoni indesiderati che provengono rispetto al microfono dalla parte opposta.


Figura 8: Figura di direttivit a cardioide

Se la proporzionalit tra la pressione e la velocit del 50% allora la figura di
direttivit una cardioide; in caso contrario ho un ipercardioide - aumentando la
velocit - o una subcardioide aumentando la componente in pressione.
In commercio si possono trovare diversi tipi di microfoni con queste
caratteristiche: alcuni gi tarati, altri che mi permettono di scegliere la proporzione
tra la pressione e la velocit desiderati, permettendo di scegliere in loco la modalit
preferita e altri ancora che mi danno uscite specifiche per pressione e velocit
permettendomi di comporre il segnale desiderato in post produzione. E vero che i
canali in questo caso raddoppiano, avendo ben quattro canali supponendo le uscite
stereo, ma li posso sempre mixare.
Microfoni Virtuali
Supponiamo ora di avere tre microfoni a velocit posizionati lungo le
componenti cartesiane ed uno a pressione posizionato al centro, ottenendo lo schema
in figura 9. Ho cos quello che si chiama un B-Format. Il concetto di
tridimensionalit pu essere confermato con le proprie orecchie . Quando si ascolta
un suono come il canto di un uccellino su un albero siamo in grado allistante di
dare una collocazione nello spazio alla sorgente del suono. Il B-Format non fa altro
che definire il suono in tre dimensioni. La sua comodit inoltre sta nel poter
registrare il suono e poi ridirezionarlo a mio piacere in un secondo momento. Si
pensi allesecuzione di una canzone con un orchestra di numerosi elementi. In post
produzione posso regolare la direzione di prelevamento del suono in modo da
esaltare lassolo di uno strumento o viceversa nascondere la stonatura di un altro.
Per questa realizzazione i microfoni soundfield (www.soundfield.com ) risultano i
migliori .


Lezione del 19/11/01 16:30-18:30
- 10 -


Figura 9: Figura di direttivit in tre dimensioni ed in pianta


Microfoni da misura: i Fonometri
La misura della pressione sonora e della velocit delle particelle sono di
necessaria utilit per chi lavora nel campo dellacustica. Lo strumento utilizzato -
chiamato fonometro - sostanzialmente un microfono da misura a pressione.

Figura 10: Fonometro della Larson & Davis (L&D-824)


Da quanto detto prima per i trasduttori risulta che quando si usa il microfono
accoppiato meccanicamente con lamplificatore occorrer fare attenzione affinch il
corpo dello strumento non si comporti da riflettore per le frequenze le cui lunghezze
donda coincidono con le dimensioni del fonometro. La migliore alternativa sempre
quella di allontanare il microfono dal fonometro per uno o pi metri anche
considerando il fatto che il corpo delloperatore a sua volta un riflettore. Dovendo
Lezione del 19/11/01 16:30-18:30
- 11 -
operare da vicino bene usare per il microfono una prolunga con il cavalletto. La
parte del fonometro volta alla sorgente di rumore ha una forma affusolata tale da
deviare le riflessioni rispetto al microfono. Lingombro frontale ridotto al minimo
in modo da riflettere solo suoni con frequenze molto elevate.




Figura 11: Rilevazioni fonometriche in una strada trafficata



Vediamo lo schema di funzionamento a blocchi:


Log
RMS/Peak
Detector
Hold
("Impulse"
only)
External
Filters
Overload
Detector
AC
Exit
Calculator
Indicator
System
DC
Exit
Impedance
Converter
Microphone
Amplifier
and
Frequence
Weighting
Attenuator


Il microfono tradizionalmente a condensatore in quanto lunico traduttore
elettroacustico che risponde unicamente alla pressione. Le sue caratteristiche gli
garantiscono una notevole precisione e non vengono influenzate dallumidit e dalla
temperatura entro limiti molto ampi. E una capsula del diametro di circa 12 cm il cui
diaframma fatto di un film plastico metallizzato molto sottile; la membrana
rivestita di quarzo per garantire la massima protezione in ambienti umidi e corrosivi.
In questo caso necessario usare i tipi di microfoni provvisti di foro di
Lezione del 19/11/01 16:30-18:30
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compensazione della pressione statica e dotarli di deumidificatori, del dispositivo
parapioggia e dell'indispensabile schermo controvento. Larmatura del microfono
fissa mentre sotto la griglia di protezione c il diaframma che fluttua avanti e
indietro mosso dalla pressione dellaria. Varia allora la capacit del condensatore
costituito dal foglietto che vibra e larmatura metallica che ci sta dietro: la variazione
di capacit viene tradotta in una tensione proporzionale al movimento della
membrana da un piccolo preamplificatore di tipo FET; porta poi fuori un segnale
che proporzionale come tensione alla pressione donda: il rapporto di conversione
si chiama sensibilit del microfono ed ha un valore compreso tra i 10 e i 50 mV/Pa.
Dopo il preamplificatore previsto un blocco che rivela la presenza di una
situazione di sovraccarico presente in ingresso e tiene sotto controllo la dinamica del
segnale in arrivo, inoltre avverte tramite una indicazione sul display la presenza di
eventuali sovraccarichi. In tal caso loperatore potr aggiustare il fondo scala agendo
con appositi commutatori su un attenuatore dingresso, il quale permette di regolare
lescursione del segnale amplificandolo o attenuandolo a secondo dei casi.
Successivamente il segnale incontra dei particolari circuiti di filtraggio che
provvedono a pesare opportunamente il segnale. E relativamente semplice
fabbricare un circuito elettronico dove la sensibilit vari con la frequenza, nello
stesso modo come per l'orecchio umano, simulando le curve di uguale sensazione
sonora. Sono state sviluppate tre curve caratteristiche e normalizzate
internazionalmente definite come ponderazioni A, B e C.
Il circuito di ponderazione A rappresenta una buona approssimazione per le
curve di uguale sensazione sonora ai bassi livelli di pressione sonora, il circuito "B"
si comporta analogamente per le curve di uguale sensazione sonora a livelli medi di
pressione sonora, mentre il circuito C si comporta analogamente agli elevati livelli
di pressione sonora. Attualmente la ponderazione A la pi utilizzata, poich B
e C non si correlano a causa delle curve di uguale sensazione sonora che sono
basate su delle prove con toni puri, mentre i suoni che incontriamo pi
frequentemente sono dei segnali complessi contenenti un infinito numero di toni
differenti.
In questo modo viene modificata la sensibilit dello strumento alle varie
frequenze e, per il caso della curva A, rendendola uguale con buona
approssimazione a quella dellorecchio umano. Solo per qualche fonometro
possibile inserire un pacco filtri esterno switch-out a baionetta che consentono di
eseguire lanalisi in frequenza in banda dottava e terzi dottava, necessaria per
lindividuazione delle varie componenti tonali del segnale. Dopo una opportuna
amplificazione intermedia, il segnale entra in un blocco rettificatore che provvede ad
estrarre il suo valore efficace (RMS). In questo blocco sono normalmente inserite le
costanti di tempo che sono note come: FAST (veloce), SLOW (lento) ed in alcuni
IMPULSE (impulso) e PEAK (picco). In pratica con esse si determina la risposta
dello strumento alle variazioni del segnale. Nella maggior parte dei casi la misura del
suono riguarda segnali fluttuanti, cio segnali che variano continuamente il loro
livello e per effettuare una misura corretta bisogna essere in grado di apprezzare nella
maniera pi accurata possibile le variazioni del segnale. Se per il livello di
pressione fluttua troppo rapidamente, lago del display analogico pu muoversi in
maniera cos irregolare da rendere impossibile la lettura di un valore significativo.
Per questa ragione sono stati standardizzati vari tempi di risposta dello strumento
ponendoli a:

FAST a 125 ms (1/8 di secondo)
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SLOW a 1 sec
IMPULSE a 35 ms di salita e 1,5 sec in discesa

Nei moderni fonometri per , il problema della misura di rumori oscillanti viene
parzialmente risolto utilizzando un display digitale ; in tal caso il valore delle misure
viene aggiornato ogni secondo riportando il valore efficace (RMS) massimo che lo
strumento ha misurato nel secondo precedente. Vi poi parte di analisi del risultato,
che pu essere un circuito di memoria che consente di memorizzare lultimo valore
massimo e poi c un processore digitale finale che costituisce sostanzialmente il
display dello strumento.
Risulta inoltre molto utile la presenza di due uscite AC da cui possibile
prelevare il segnale elettrico. Ma cosa vuol dire questo ? Nella prima uscita mi trovo
un segnale aumentato in ampiezza e ponderato magari dalla presenza di uno o pi
filtri; nella seconda invece gi parzialmente ponderato: la soluzione pi comune
quella di campionarli interagendo con la scheda audio o registrarli direttamente
su un determinato supporto. Questo risulta molto utile quando non si ha tempo di fare
tutte le valutazioni del caso. C comunque da dire che gli strumenti moderni
tendono a fare comunque le analisi e le mettono nei dischi fissi interni in modo da
garantire una copi di riserva. La normativa italiana permette di registrare e di
analizzare in un secondo tempo a patto che gli strumenti siano di tipo loss-less. Ma
vediamoli pi in dettaglio:

Professionali: sono registratori digitali che usano un supporto magnetico;
le due case leader nel settore sono la Tascam (www.tascam.com) che utilizza
cassette DA38 da 8mm o la Alesis (www.alesis.com) che utilizza cassette
video VHS su sistemi ADAT.


Figura 12a: Strumentazione Alesis

DAT: sono piccole cassette stereo da 4mm con durata di circa 3 ore
facilmente leggibili da lettori portatili e molto maneggevoli.


Figura 11b: Cassetta audio tradizionale e cassetta DAT

CD-Recorder: registra su un supporto CD 16 bit a 44.100 KHz a lettura
Lezione del 19/11/01 16:30-18:30
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ottica. I parametri sono appena sufficienti per essere ammessi dalla normativa
e il notevole consumo di corrente e la dimensione del supporto lo rendo
sconsigliabile.

Figura 11c : CD riscrivibile Traxdata da 650 Mb ( 74 min )

Allo scopo di verificare lesatta messa a punto del fonometro indispensabile
controllare periodicamente la taratura dello strumento. Un simile processo molto
importante in quanto consente di valutare linsorgenza o la presenza di eventuali
difetti di funzionamento. Generalmente il calibratore ha la forma di un cilindro con
un buco in mezzo dove viene inserito il microfono. Luso semplicissimo: basta
infilare il microfono nella cavit dello strumento impiegando gli adattatori in
dotazione ed immediatamente si produce al suo interno il livello di pressione sonora
costante sulla membrana del microfono. La calibrazione prevista con un segnale di
riferimento stabilizzato, ricavato da un circuito oscillatore interno, tipicamente alla
frequenza di 1 KHz e di ampiezza pari a 50 mV, corrispondenti in dB a:

( )
dB dB
P
L
rms
p
94 979 . 93
20
log 10
2
5
2
= =



I 94 dB di livello del segnale fanno perci riferimento a un microfono la cui
sensibilit corrisponde a 50mV/Pa. Purtroppo non tutti i microfoni anche dello
stesso tipo hanno uguale sensibilit: conseguentemente necessario che i 94 dB di
riferimento vengano opportunamente corretti in base alleffettiva sensibilit del
microfono. Uno dei punti di riferimento in Italia sono i laboratori della Spectra
(www.Spectra.it )
Il fonometro visto in aula un analizzatore di spettro dotato di un DSP che mi
trasforma il segnale nel dominio della frequenza e visualizzato con uno spettro in
base di terzi di ottava . Il notevole vantaggio consiste in una memoria interna da
20Mb e da una porta PCMCIA in cui poter espandere il tutto a prezzi molto
economici garantendomi misure lunghe e durature nel tempo.
In pi, svitando il microfono, mi rendo conto della possibilit di inserirne un
secondo tramite un cavetto sdoppiatore sfruttando lingresso bicanale dello
strumento, facendo lavorare i due trasduttori per differenza.
Infine, qualora la zona delle rilevazioni fosse accidentalmente influenzata da
rumore, una memoria interna mi consente di cancellare gli ultimi dieci secondi di
registrazione.


Ferrari Matteo matr. 132112 Lezione del 20/11/01 ora 14:30 - 16:30
- 1 -
ONDE STAZIONARIE

Prima di tutto dobbiamo affermare che questa propriet non specifica delle
onde acustiche, ma di tutte le onde in genere.
La formazione di onde stazionarie un caso d'interferenza (ovvero
sovrapposizione), dato che si tratta della somma di onde di uguale frequenza ma di
fase non ovunque uguale.
In acustica per ottenere la sovrapposizione di 2 onde di ugual frequenza
relativamente semplice, basta considerare unonda sonora e la corrispondente onda
riflessa da un qualsiasi materiale.
Se consideriamo il precedente fenomeno isolato allinterno di un tubo troveremo
punti chiamati Nodi dove onde trasmesse e riflesse arrivano in opposizione di fase e,
componendosi annullano i loro effetti; mentre nei cosiddetti Ventri, esse arrivano in
concordanza di fase ottenendo massima risultante dalla loro somma. Sulla
formazione di onde stazionarie basato il funzionamento delle casse risonanti o
casse armoniche degli strumenti musicali.



Figura 1

Questo fatto pu essere messo facilmente in evidenza mediante il tubo di Kundt
(Figura 1), che un semplicissimo pezzo di tubo di vetro del diametro di un paio di
cm, e della lunghezza di circa 1 m, tagliato agli estremi e disposto orizzontalmente.
Un tappo di sughero forzato nel tubo pu esservi spostato mediante un lungo
manico o bacchetta, delimitando cos la porzione di tubo utilizzata per l'esperimento.
Sul fondo del tubo si dispone una traccia di polverina costituita da granellini
particolarmente fini e leggeri. Si dispone una sorgente sonora all'estremit aperta del
tubo. Spostando il tappo di sughero nel tubo di vetro si ricerca lunghezza utile di
quest'ultimo per la quale la colonna d'aria in esso contenuta entra in risonanza con la
nota emessa dalla sorgente di onde sonore.
Si nota allora che la formazione di onde stazionarie nell'area contenuta nel tubo
visualizzata dalla disposizione della polvere che, in corrispondenza dei ventri si
sparge su un'ampia porzione della parete del tubo mentre, in corrispondenza dei nodi
giace sul fondo dello stesso.La distanza tra ventri e nodi, cos rilevata, consente una
misura delle lunghezze d'onda acustiche.




Lezione del 20/11/01 14:30-16:30
- 2 -
Nella realt non esistono materiali che consentono una riflessione totale
dellonda sonora (con impedenza Z infinita), cio questi ultimi saranno responsabili
di una attenuazione dampiezza dellonda riflessa.
Studiando lacustica, diventa quindi indispensabile analizzare il comportamento
dei materiali se sottoposti a sollecitazioni sonore.


Coefficienti Acustici

Analizzando lacustica diventa indispensabile conoscere il comportamento dei
materiali sottoposti a sollecitazioni sonore.
Quando il treno donde iniziale viene a contatto con un materiale con
caratteristiche meccaniche (principalmente impedenza) si suddivide in 3 parti: una
parte delle onde riflessa dal materiale e torna indietro, unaltra parte assorbita dal
materiale ed infine una parte attraversa il materiale stesso. In termini di intensit
sonora si riassume nella figura 2:


I
t

I
i

I
r

I
a

Solido
Ambiente 1 Ambiente 2


Figura 2

In termini di intensit si definiscono tre indici:
Intensit Incidente (I
i
): lintensit che ha londa appena prima di
entrare in contatto con il materiale;
Intensit Assorbita (I
a
): lintensit della parte donda assorbita;
Intensit Trasmessa (I
t
): lintensit della parte donda trasmessa oltre il
materiale;
Intensit Riflessa (I
r
): lintensit della parte donda riflessa;


Esprimendo quanto disegnato in formule analitiche:


t r a i
I I I I + + = (1)

dividendo la precedente per I
i
si ha
Lezione del 20/11/01 14:30-16:30
- 3 -

i
r
i
t
i
a
i
i
I
I
I
I
I
I
I
I
+ + = =1

dove si definiscono tre nuovi valori:
Coefficiente dAssorbimento:
i
a
I
I
= a
Coefficiente di Riflessione:
i
r
I
I
= r
Coefficiente di Trasmissione:
i
t
I
I
= t


e la loro somma da 1; in particolare si possono vedere cos:

t r a = 1 (2)

Ora possiamo individuare il Coefficiente di Assorbimento Acustico
Apparente (), che il principale strumento per valutare la capacit di assorbimento
acustico di un materiale; il suo valore :

r t a = + = 1 (3)

Come si vede dalla definizione di Coefficiente Apparente, per valutare la
capacit di assorbimento di un materiale non importa la quantit di suono assorbito o
trasmesso ad un ambiente esterno collegato, ma la quantit di onde riflesse; anche
per questo che tale coefficiente detto di assorbimento apparente, in realt infatti
considera solo le onde riflesse e la condizione migliore si ha quando tutto il suono
assorbito dal materiale.
Il caso migliore ed ideale si ha quando r = 0 e quindi = 1, in questo caso si
parla di materiali perfettamente fonoassorbenti, nel caso ( = 0 e r = 1) si parla
invece di materiali perfettamente riflettenti.
Facendo un esempio pratico, considerando la diffusione del suono in una stanza
chiusa con una finestra, il migliore materiale assorbente acusticamente sono le
finestre aperte; infatti laria il materiale con minor coefficiente di riflessione
acustica essendo la sua densit e consistenza molto piccola (ovvero offrendo un
impedenza molto piccola).
Tralasciando il paradosso della finestra che ha scarso significato ingegneristico,
buoni materiali che offrono alto assorbimento delle onde sonore sono i materiali
espansi a celle aperte come il poliuretano espanso, lana di roccia, velluto, ecc. O in
generale i materiali detti fonoassorbenti (con valori di prossimi a 1). La
caratteristica comune di questi materiali che si lasciano attraversare dallaria
opponendo per molta resistenza, il che equivale a presentare unalta impedenza per
le onde sonore.
Il principio con cui funzionano tali materiali fonoassorbenti quello di
incanalare le onde sonore in tanti cunicoli di piccolissime dimensioni smorzando le
stesse per effetto del loro attrito contro le pareti di tali cunicoli. Inevitabilmente
questo attrito che viene prodotto si trasforma in calore e moto vibrazionale delle
pareti stesse.
Lezione del 20/11/01 14:30-16:30
- 4 -


Come Calcolare il
Coeff.di Assorbimento Apparente

Prendiamo un altoparlante ed inseriamolo allinterno di un tubo, ed allestremit
opposta mettiamo un materiale che ha la capacit di riflettere (o meglio senza
variazione di ampiezza o frequenza) quello che gli viene trasmesso . Se
laltoparlante produce un tono puro avremo un treno donde che finendo contro il
tassello del precedente materiale ideale verr riflesso. Tutto questo provocher punti
(o meglio piani siccome il fronte donda prodotto dallaltoparlante piano) in cui
londa diretta e quella riflessa avranno interferenza costruttiva oppure distruttiva.



Figura 3

Sappiamo che per lintensit misurata allinterno del tubo vale sempre IDc, e
che il simbolo duguaglianza vale solo per onde piane progressive senza onda
riflessa, ossia quando =1.

rif inc
I I I = e
rif inc
D D D + =

Le due onde interne al tubo, prese separatamente sono onde piane
progressive per le quali vale la relazione I
I
=Dc.
c
I
c
I
D
rif
inc
+ =
rif inc
I
I I I + = (4)
ottengo il risultati
2
I cD
I
inc
+
=
2
I cD
I
rif

= (5)
Utilizzando la (5) posso riscrivere la (3)
I cD
I cD
I
I
inc
rif
+

= = 1 1 (6)


Definizione di CRF

Supponiamo che il tubo abbia lunghezza L, dove lorigine del sistema di
riferimento stata messa in corrispondenza della chiusura del tubo(Vedi figura 2).

Ora vediamo quali sono i dati noti del nostro esperimento:

Lezione del 20/11/01 14:30-16:30
- 5 -
Limpedenza del campione che chiude il tubo z
loc
=p/u

La velocit imposta dallaltoparlante allinizio del tubo in x=-L:
) cos(
max
u u = (7)

Per come definito il potenziale della velocit possiamo ricavare lespressione
della velocit u:

x
u

=

(8)

Possiamo ora scrivere il potenziale della velocit delle particelle del mezzo
(risulta particolarmente semplice perch il caso monodimensionale):


) ( ) ( kx i kx i
e e
+

+
+ =

(9)

dove
+
il massimo potenziale dellonda incidente
-
il massimo potenziale
dellonda riflessa; ed effettuando la derivata spaziale della (12) ottengo:

[ ]
ikx ikx i
e e ike u

+
=

(10)

e la pressione p grazie alla relazione:

=
0
p (11)
dove
0
indica la densit media dellaria prima della sollecitazione acustica
dovuta altoparlante:

[ ]
ikx ikx i
e e e i p

+
+ =

0
(12)


Per porre la condizione al contorno devo calcolare limpedenza z:


u
p
z = (13)


ikx ikx
ikx ikx
e e
e e
k
z

+
=

0
(14)
E possibile riscrivere lespressione della pressione in questo modo:

] [
ikx ikx i
e p e p e p

+
+ =

(15)
dove

+ +
= i p
0
e

= i p
0
(16)

attraverso la stessa semplificazione posso riscrivere la velocit(10):
] [
1
0
ikx ikx i
e p e p e
i
u

+
=


(17)
Lezione del 20/11/01 14:30-16:30
- 6 -
a questo punto possiamo scrivere z utilizzando le (14),(16), (17):
ikx ikx
ikx ikx
e p e p
e p e p
c z

+
=
0
(18)
ricordando che
k
c

= (dove k il numero donda).
Applicando la condizione al contorno la (18) si pu scrivere :

(19)
A questo punto definendo il rapporto di riflessione CRF come:
+

=
p
p
CRF (20)
possiamo calcolare il coefficiente dassorbimento
c p
c p
r
0
2
0
2
2
1
2
1
1 1

= = o anche
2
) ( 1 CRF = (21)
Utilizzando la (20) riscriviamo la (19):
CRF
CRF
c z
loc

+
=
1
1
0
(22)

Dunque se dalla (22)si calcola CRF:
c z
c z
CRF
loc
loc
0
0

= (23)
posso dare lespressione per calcolare derivante dalla (21):

2
0
0
1

=
c z
c z
loc
loc

(24)
Dopo tutti questi calcoli ci siamo accorti che saranno punti in cui la pressione
dovuta allonda diretta e quella dovuta allonda riflessa si sommano ed altri in cui
avviene uninterferenza di tipo distruttivo.
Analiticamente,questo si scrive:

+
+ = p p p
max

+
= p p p
min
(25)
Vediamo ora quali sono i passi da compiere per misurare sperimentalmente il
valore del coefficiente di assorbimento.


Operazioni sperimentali per lindividuazione
del Coeff.di Assorbimento

E semplice misurare i valori di minimo e massimo della pressione allinterno
del tubo, occorre un microfono a pressione in grado di muoversi al suo interno.
In questo modo si misura solo il modulo della pressione; per riuscire ad ottenere
anche la fase dellonda occorre misurare la distanza d, tra un massimo o un minimo
della pressione, e dove il tubo chiuso, ed infine imponendo la relazione:
1 ) 2 cos( = kd (26)
Dove il 1 indica che le due onde sono in controfase.
Lezione del 20/11/01 14:30-16:30
- 7 -
min
max
0
p
p
c z
loc
= kd 2 + = (27)
i
loc loc
e z z = (28)

N.B. Tuttavia la fase dellimpedenza non ha un preciso significato fisico;
leffetto dovuto a un materiale a impedenza complessa equivale a quello di un
materiale a impedenza reale spostato a destra o a sinistra rispetto alla posizione in cui
effettivamente si trova durante leffettuazione della misura. Il contributo della fase
pu essere interpretato come se londa riflessa non fosse generata sulla superficie del
campione ma a una certa profondit. Per questa ragione, normalmente si richiede
solo il modulo dellimpedenza.

Notiamo anche che p
min
non nullo in quanto londa riflessa ha intensit minore
di quella incidente.
Possiamo ora sperimentalmente fare una lettura della pressione, attraverso un
microfono posto allinterno del tubo.
Osservando il grafico 1, bisogna ricordarsi che il microfono non pu distinguere
londa incidente da quella riflessa, e quindi P sar la somma delle due onde.


p
max
p
min
X
L
p

Grafico 1

Il metodo appena descritto per individuare
max min
, p p e di conseguenza il valore
dellimpedenza del materiale,presenta lenorme svantaggio della dispendiosit in
termini di tempo. Infatti questo strumento richiede la presenza di un operatore, che
per ogni frequenza del suono dellaltoparlante sposti il microfono lungo lasse delle x
alla ricerca del valore minimo della pressione. Inoltre risulta difficile effettuare
misure accurate soprattutto alle alte frequenze dove le lunghezze donda sono molto
piccole, ed un errore di qualche m pu diventare rilevante.
Per ovviare a questo problema si usano due microfoni fissi, distanti d, allinterno
del tubo.Questi possono compiere le stesse operazioni di prima senza spostare
continuamente il microfono per trovare i massimi e i minimi.
Dai due microfoni leggo le due pressioni p
1
e p
2
, e da esse posso ricavare:
2
2 1
p p
p
media
+
= (29)
Lezione del 20/11/01 14:30-16:30
- 8 -

d
p p
u
2
1
2 1
0
+
=

(30)
Avendo la pressione media p
media
la velocit u, posso ricavare lintensit I e la
densit denergia D

= =
T
pudt
T
pu I
0
1
(31)
2
0
2
2
0
2
1
2
1
c
p
u D
RMS
RMS

+ = (32)
e da qui possibile calcolare il coefficiente di assorbimento del materiale grazie
alle formule(4)(5)(6).
Dove il primo addendo della (32) rappresenta la Densit Cinetica (D
c
) mentre il
secondo la Densit Potenziale (D
p
).In assenza di eventi esterni, per la legge della
conservazione dellenergia queste due componenti si bilanceranno in modo che la
loro somma sia costante.
In generale il grado di assorbimento varia in funzione della frequenza (f) e dello
spessore del materiale (confrontando lo stesso materiale a diversi spessori).

Graficamente:



f
1
SPESSO
SOTTILE

Grafico 2

La capacit fonoassorbente di un materiale quindi non costante a tutte le
frequenze e per essere apprezzabile deve essere dellordine della lunghezza delle
onde sonore che deve smorzare. Inoltre ci sono comportamenti limite: alle basse
frequenze per ottenere alti valori di necessario usare materiali con grandi spessori
o meglio ricorrere ad altre tecniche di assorbimento acustico; al contrario alle
altissime frequenze bastano materiali semplici e di piccolo spessore.
Come si vede difficile individuare un corretto spessore in grado di comportarsi
uniformemente a tutte le frequenze; una regola che comunque usata per stabilire
quanto spesso deve essere il materiale fonoassorbente :

4

= s (33)

(dove s lo spessore del materiale da usare e la lunghezza donda del suono).
Per assorbire le basse frequenze di solito si usano sistemi di doppie pareti una
esterna cedevole al suono e una interna rigida, separate da un sottile strato daria o di
materiale elastico.
Lezione del 20/11/01 14:30-16:30
- 9 -
Leffetto che si crea simile a quello di una massa M collegata ad una molla
fissata (di elasticit k) ad una parete come in figura:


k
M

Figura 4

Questo sistema quando si trova in condizioni di risonanza assorbe
completamente le oscillazioni imposte dalle onde sonore. Tale frequenza di
oscillazione, detta frequenza naturale di oscillazione :

M
k
f
nat
=
2
1
(34)

E comunque importante notare la distinzione tra assorbimento acustico ed
isolamento acustico: nel primo caso si fa riferimento alla riflessione delle onde
sonore, nel secondo caso si parla di isolamento di un ambiente dalle onde acustiche
di un altro ambiente ad esso collegato.
Ad esempio sul soffitto delle aule della nostra facolt stato utilizzato del
polistirene ondulato, in modo che le onde sonore della voce dellinsegnante
scontrano con esso si infrangono disperdendosi in tante onde pi piccole con
direzione casuale(oltre che ad essere convogliate nei pori piccolissimi di questi
materiali). Quindi nelle aule universitarie si predilige il suono diretto rispetto a quello
riflesso, che a volte risulta spiacevole perch produce leco.

Propagazione del suono in ambiente esterno
Gli esempi che si possono fare su sistemi interessati da queste speculazioni sono
molteplici:
rumore prodotto da mezzi di trasporto (auto, treni, aeroplani)
edifici (sistemi di refrigerazione, ventilatori)
sistema di amplificazione per esterni (per concerti in uno Stadio)
Propagazione Sferica
La propagazione sferica facile da descrivere: una distanza sorgente ricevitore
sufficientemente elevata rispetto alla lunghezza donda in modo che questultimo
possa considerare la sorgente come un punto.
Lenergia che si propaga resta in prima approssimazione costante (nessun
assorbimento da parte dellaria) ma la intensit sonora diminuisce perch si
distribuisce su una superficie sempre pi grande.
Lezione del 20/11/01 14:30-16:30
- 10 -

Figura 5

2
4 r
W
S
W
I

= =

Sia L
I1
=80dB lintensit a 1m, L
I2
a 2m vale ( ) dB
r
r
a
b
74 6 80 log 10 80
2
2
= + = + .
La diminuzione di intensit al raddoppio della distanza ha una sigla (DL2) e nel caso
della propagazione sferica vale sempre DL2=6dB ed il livello massimo che si pu
ottenere da una qualsiasi propagazione.
0
log 10
W
W
L
W
= (35)

0
log 10
I
I
L
I
= (36)
2
0
2
log 10
P
P
L
P
= (38)
0
log 10
D
D
L
D
= (37)
2
0
2
log 10
u
u
L
u
= (39)

Sono tutti livelli espressi in decibel. Solo L
W
non omogenea alle altre (il
livello di potenza dipende dalla sorgente e di conseguenza L
W
resta costante in ogni
punto)
Fissato dunque L
W,
possiamo dedurre il livello di
intensit:
2
0
0
0 0
0
0
2
0
2
0
log 10
4
1
log 10 log 10 log 10
4
log 10
4
log 10 log 10

+ + + =

= = r
I
W
W
W
W
W
I
r
W
I
r
W
I
I
L
I


Essendo i valori di riferimento W
0
e I
0
arbitrari li possiamo scegliere uguali al
fine di semplificare la relazione e i loro valori effettivi (valori che saranno spiegati in
seguito) sono:
Lezione del 20/11/01 14:30-16:30
- 11 -
2
12
0
12
0
10
10
m
W
I
W W

=
=
e dalle altre relazioni
r r log 20 log 10
11
4
1
log 10
2
=
=


Possiamo ricavare la (36) dalla (35):
11 log 20 = r L L
W I
(40)
Determinato questo valore vogliamo che le altre relazioni (37) (38) e (39)
assumano in un dato punto lo stesso valore che assume L
I
per poter cos parlare di
unico Livello Sonoro, e ci sempre possibile visto che i valori di riferimento sono
arbitrari.

Conosciamo anche una relazione che unisce la velocit alla pressione (solamente
nelle onde piane progressive o in onde sferiche) c
u
p
z
0
= = .
Se prendiamo un valore particolare della Pa P
5
0
10 2

= il valore di u
0
resta
fissato e vale s m
c
P
z
P
u / 10 2
400
10 2
8
5
0
0 0
0

= = =

.
( )
W
c
P
I
12
2
5
0
2
0
0
10
400
10 2

= =


abbiamo cos ottenuto il valore di I
0
precedentemente usato (che anche uguale
a W
0
).
3
15
12
0
0
10 94 . 2
340
10
m
j
c
I
D Dc I

= = = =
In queste condizioni facile da verificare che
u P D I
L L L L = = = .
Ovviamente fuori dal caso di onda piana progressiva le relazioni vengono meno.
E gi stato verificato che in un tubo i valori p e v si alternano. Non solo il caso del
tubo, ma semplicemente in ogni stanza reale, dove i valori di I, D, P, u, sono
leggermente diversi in ogni punto. Una grandezza comunque limitata :
D I
L L , la
prima lenergia che si propaga (e interferisce con lenergia riflessa), mentre la
seconda unenergia vera e propria, e dunque somma sia dellenergia che si propaga
e dellenergia riflessa.
Possiamo dunque utilizzare questa differenza
I D
L L per stimare la
propagazione teorica di un suono in un ambiente.
Ricordiamo che le grandezze sono omogenee e solo in prima approssimazione
rappresentano lenergia. In un ambiente minimamente riflettente, ogni grandezza ha
una storia a parte.
In un tubo ad onde stazionarie per esempio non possiamo legare mai L
I
per
esempio a L
P
.
I P
L L varia da punto a punto, mentre
I D
L L dipende dal termine .
La norma ISO9614 da considerarsi in questo senso obsoleta in quanto usa
come metro di campione proprio la differenza
I P
L L invece che la pi corretta
I D
L L .

Lezione del 20/11/01 14:30-16:30
- 12 -

Sorgente Sonora Lineare

Consideriamo adesso il caso di una sorgente sonora non pi puntiforme, ma
lineare. I fronti donda adesso non sono pi sferici, ma cilindrici.
Questo argomentazione permette la trattazione di strade, ferrovie, linee di
trasporto in generale, visto che si propagano in modo lineare.

Al fine del calcolo del livello equivalente obbliga a scomporre un singolo evento
in una serie di piccoli, ma continui eventi.

Figura 5

I due segnali sono per profondamente differenti: se raddoppio la distanza dal
primo il livello scende di 6dB, se mi allontano dal secondo solo di 3dB:
r r l
l
S
W
I

2 2
= = = dove con ho indicato la densit di energia (energia
prodotta da 1 m)

Figura 6
DL2=3dB

Se mi allontano da unautostrada (sorgente lineare) il livello sonoro scende di
3dB/raddoppio, mentre se mi allontano da una fabbrica (sorgente concentrata) il
livello sonoro cala di 6dB/raddoppio della distanza. Mentre se per sorgenti
Lezione del 20/11/01 14:30-16:30
- 13 -
puntiformi la costante era 11
4
1
log 10 =

ora per sorgenti lineari la costante


diventa 8
2
1
log 10 =

.

Esercizio 1:

Unautostrada percorsa da una fila uniforme di soli autocarri (sorgente lineare).
Calcolare il livello sonoro in un ipotetico centro residenziale a 50m di distanza
dallautostrada.
L
w
(di un autocarro) = 100 dB
V di ogni autocarro = 80 Km/h
n di camion per unit di tempo = 1000 veicoli/h




Effettuando lapprossimazione di eventi continui, utilizzando V e il numero di
veicoli che passano in unora, posso calcolare la distanza tra un camion e laltro che
sar d = 80m.
veicolo TOT
P P
1
1000 =
130 30 100 1000 log 10
1 1
= + = + =
veicolo W wTOT
L L dB
L
P
P
TOT
TOT =
'
su unit di lunghezza
81 800000 log 10 130 log 10
'
= = = L L L
WTOT
wTOT dB
56 50 log 10 8
'
= = W
I
L L dB


ESERCIZIO 2:

Unonda stazionaria che si propaga in un tubo chiusa ad una estremit (vedi Figura )
L
I
= 83 dB
L
D
= 88 dB

Determinare il coefficiente dassorbimento e il livello di pressione massima L
Pmax
:

Lezione del 20/11/01 14:30-16:30
- 14 -
o
Irif Iinc
I
I
I
L log 10 ] 10 10 log[ 10
10 10
= =
10
83
10
10 10 = =
Li
I
Quindi:
2
I Dc
I
inc
+
=
2
I Dc
I
rif

=
10
10
D
L
D =
415241788
2
10 10
3 , 8 8 , 8
=
+
=
inc
I W/m
2
215715557
2
10 10
3 , 8 8 , 8
=

=
inc
I W/m
2

48 , 0 1 = =
inc
rif
I
I

Per trovare il livello di pressione massima devo sommare le pressioni dellonda
incidente e dellonda riflessa, in pratica quando si ha uninterferenza costruttiva.

18 , 86 log 10
0
= =
I
I
L
inc
Pinc
dB 34 , 83 log 10
0
Pr
= =
I
I
L
rif
if
dB
95 , 90 ] 10 10 log[ 20
20 34 , 83 20 18 , 86
max
= + =
P
L dB

In questo esercizio se fosse stato =0 avremmo ottenuto L
D
=88 dB e L
inc
=85dB=L
rif
ed L
P
=91 dB

Roberto Gazzola - matricola 132514 - lezione del 20/11/2001 ore 16:30 - 18:30


- 1 -



PROPAGAZIONE ESTERNA


In questa lezione si cercato di fissare la teoria per la propagazione del suono in
ambiente esterni.Gli effetti che dobbiamo considerare sono in parte legati ai
fenomeni atmosferici e in parte causati da ostacoli artificiali.Cominciami dai primi.







Effetto della temperatura dellaria





Figura 1-Grafico dell'altezza in funzione della temperatura

La temperatura negli strati bassi dellatmosfera, cio nella troposfera,diminuisce
generalmente con laltezza con un gradiente termico che di solito inferiore a 1 C
ogni 100 metri,e dipende notevolmente dalle condizioni meteorologiche.In alcuni
casi,invece,si pu avere un aumento:si parla allora di inversione termica.
Infine c un terzo caso (figura 1-c), in cui la temperatura decresce
inizialmente,in un secondo tempo si ha linversione termica;successivamente
riprende a diminuire con laltezza.



Lezione del 20/11/2001 16:30-18:30
- 2 -
Per quanto riguarda landamento dei raggi sonori,facciamo riferimento alle
figure 2 e 3.Allora,quando c una corrente puntiforme posizionata sopra il terreno
abbiamo queste due curve a seconda che la temperatura vada calando o crescendo
con la quota.





Figura 2- Andamento dei raggi sonori in condizioni normali

Caso a): In condizioni normali il raggio sonoro incurvato verso lalto;data una
certa altezza della sorgente da terra,esiste un raggio limite che va a toccare il
terreno,per cui al di sotto di esso si crea una zona dombra,cio una zona in cui al
suono non arriva.




Figura 3 -Andamento dei raggi sonori in condizioni di inversione termica

Lezione del 20/11/2001 16:30-18:30
- 3 -
Caso b): Se si verificano situazioni dinversione termica,la situazione si rovescia
rispetto al caso a):per cui i raggi sonori sono incurvati verso il basso,non si creano
pi zone dombra e quindi il rumore pu oltrepassare eventuali ostacoli.Questa
situazione dinversione termica piuttosto comune nella Pianura Padana,in cui circa
il 30% del tempo in un anno in questa condizioni climatiche.

Caso c):Questo fenomeno avviene normalmente in presenza di nebbia.Il terreno
caldo,ma la nebbia pi fredda e la temperatura scende.Appena si supera la
coltre,il sole riscalda laria e la temperatura aumenta,fino a quando torna a prevalere
la diminuzione di temperatura con laltezza.Il suono viene intrappolato in un canale e
pu essere trasportato per parecchi chilometri ,prima di ricadere sul terreno,con
unattenuazione molto bassa.








Effetto della velocit del vento





Figura 4- Propagazione del suono in funzione del vento
Lezione del 20/11/2001 16:30-18:30
- 4 -
Quando ho il campo velocit ,il vettore di velocit del vento si somma
vettorialmente col vettore velocit dello strato (c1).Se un raggio sonoro passa da una
zona senza vento ad una zona con vento,la velocit del suono si somma alla velocit
del medesimo.



La presenza di un gradiente di vento mi giustifica la curvatura dei raggi
sonori;cio non lintervento del vento in s,ma il fatto che esso per ipotesi
delladerenza fornisce sempre una velocit nulla a contatto col terreno ,mentre va
aumentando con il crescere dellaltezza. I raggi sonori non sono curvati dal vento che
scorre con una stessa velocit da terra. Infatti,se il vento uniforme, non si ha un
effetto di curvatura,ma semplicemente leffetto della composizione vettoriale.
Viceversa,in presenza di velocit anche ridotta ma con forte gradiente, si verifica la
curvatura dei raggi sonori.Questa curvatura fa s che si formino delle zone
dombra,al di sotto dellultimo raggio tangente con il suolo.
A monte del vento della sorgente, il gradiente con la foga del vento curva i raggi
verso lalto. Se la velocit del vento varia linearmente con la quota,i raggi sonori
curvano sottovento. A favore di vento si sentono di pi i suoni, perch la curvatura
dei raggi fa s che il suono superi gli ostacoli.












Figura 5-Propagazione del suono in relazione al vento

Lezione del 20/11/2001 16:30-18:30
- 5 -



Esistono delle regole di calcolo di questi fenomeni? Bisognerebbe rispondere di
no .In realt esistono,in quanto c un regolamento ,che si chiama ISO 9313 2 ,il
quale descrive le regole di calcolo di questi fenomeni causati dal vento.Di
fatto,per,non le usa praticamente nessuno a causa della difficolt dei calcoli.



Quindi,quando c vento mi metto in una situazione di controvento,quando ci
sono dei gradienti termici mi metto in una situazione di inversione termica.Per cui
considero sempre i raggi sonori presenti nellaria con un certo raggio di
curvatura.Questo raggio di curvatura viene descritto dalla norma.
Consideriamo ad esempio un raggio di curvatura di 3000 metri e supponiamo di
voler calcolare la propagazione a 30 metri di distanza. Larco 1/100 del
raggio,quindi piuttosto trascurabile.Dunque la differenza tra la propagazione per
raggio curvo e la propagazione per raggio dritto ,si apprezza quando la distanza di
propagazione confrontabile con il raggio di curvatura. A 500-600 metri il raggio di
curvatura inizia gi ad essere rilevante,ma non a 50-100 metri di distanza dalla
sorgente.Noi consideriamo i raggi acustici per praticit sempre verso il basso.





Figura 6-Raggio acustico incurvato verso il basso










Lezione del 20/11/2001 16:30-18:30
- 6 -

Riflessione sul terreno






Figura 7- Riflessione sul terreno


In generale si ha riflessione ogni volta che si ha una discontinuit e una
interfaccia nel mezzo in cui unonda sonora si propaga. Londa riflessa dipende
dallonda incidente,dallangolo di incidenza,dalla superficie riflettente e dalle
impedenze caratteristiche dei mezzi.

Quando i raggi sonori provenienti da una sorgente incidono su una superficie
piana,si formano dei raggi riflessi che sembrano provenire da una sorgente
immagine,che si ottiene specularizzando la sorgente reale rispetto al campo.Come
calcolare allora il livello sonoro?Esso sar la somma del livello diretto pi quello
riflesso.Facciamo un esempio numerico.






Esempio: La sorgente situata ad unaltezza dal suolo
S
Z = 4 m.Il ricevitore
situato ad unaltezza
R
Z = 1.5 m.La distanza tra la sorgente e il ricevitore e d = 25
m.Il livello della sorgente 100 dB. Infine,la superficie del terreno caratterizzata da
un valore di coefficiente di riflessione = 0.1.Si vuole calcolare il livello di
intensit al ricevitore.Il livello riflesso come se provenisse da una sorgente
virtuale,cio la sorgente immagine
IMM
S ,situata ad una quota
'
S
Z = -4 m.

Lezione del 20/11/2001 16:30-18:30
- 7 -

S
R
Z
S
-Z
S
Z
R
I
INC
S
IMM
I
RIF
d
r
dir
r
rif

Figura 8-Suono riflesso su un terreno


Innanzitutto,calcoliamo il livello diretto. Siccome la sorgente puntiforme,
abbiamo:

DIR
L =
W
L - 11 20 log
dir
r (1)

In realt
dir
r non veramente 25 m,ma per essere precisi :

dir
r =
2 2
) ( d Z Z
R S
+ = 25.12 m
Quindi,sostituendo nella (1) trovo:

DIR
L = 100 11 20 log (25.12) = 61 dB

A questo punto calcoliamo il livello riflesso,che proviene da una sorgente
IMM
S
pi lontana.

rif
r =
2 2
) ( d Z Z
R S
+ + = 25.6 m
Per cui,sapendo che solo il 90% dellenergia passa,posso scrivere:

RIF
L =
W
L + 10 log (1- ) 11 20 log
rif
r = 60.38 dB

A questo punto devo valutare come il suono riflesso si combina con quello
diretto.Il suono calcolato in queste due quote impiega tempi diversi ad arrivare alla
velocit di propagazione del suono c = 340 m/s.

c
r
dir
dir
= = 73.88 ms


c
r
rif
rif
= = 75.29 ms

Quindi, =1.41 ms .

Lezione del 20/11/2001 16:30-18:30
- 8 -
A noi interessa la variazione perch la natura del suono emesso da una sorgente
caratterizzata in termini di variabilit temporale della sua funzione di
autocorrelazione.La funzione di autocorrelazione (ACF), una funzione che mi
indica quanto il segnale della sorgente rimane uguale nel tempo,confrontandolo con
s stesso traslato di un certo tempo.






ACF




Figura 9-Funzione di autocorrelazione




La funzione di autocorrelazione ACF raggiunge il valore 1 per = 0 e va
praticamente a 0 trascorso un tempo abbastanza ridotto.Si definisce la durata
effettiva della funzione di autocorrelazione
ACF
,quel valore per cui linviluppo
della funzione di autocorrelazione assume il valore 0.1 (cio il 10%).Si pu ritenere
che quando il segnale tende a mescolarsi con s stesso con un >
ACF
,trovo un
segnale che non assolutamente equivalente con s stesso: abbiamo cio due segnali
diversi.Quindi :





se
ACF
< la sorgente incoerente.Si sommano le due sorgenti non
correlate e quindi con la normale somma energetica:


) 10 10 log( 10
038 . 6 1 . 6
+ =
TOT
L = 63.71 dB

In questo caso il suono riflesso si andato a mescolare con il suono diretto.

Lezione del 20/11/2001 16:30-18:30
- 9 -



Se
ACF
>> la sorgente coerente. Vuol dire che il suono diretto e il
suono riflesso interferiscono e a seconda dalle fase si avr:
- interferenza costruttiva
- interferenza distruttiva.



Per cui quando sono nel caso di interferenza costruttiva ho :
) 10 10 log( 20
20
38 . 60
20
1 . 6
+ =
MAX
L = 66.71 dB



Dove linterferenza distruttiva ho :

) 10 10 log( 20
20
38 . 60
20
1 . 6
=
MIN
L = 37.76 dB






























Lezione del 20/11/2001 16:30-18:30
- 10 -
Schermatura o diffrazione del suono



Quando le onde sonore incontrano un ostacolo,esse aggirano i bordi
dellostacolo stesso dando luogo alla diffrazione del suono.In altre parole,le
direzioni di propagazione delle onde sonore sono deformate dagli ostacoli che esse
incontrano sul loro cammino.Inoltre le onde sonore sono diffratte pi che riflesse se
la loro lunghezza donda paragonabile con le dimensioni degli oggetti che
dovrebbero rifletterle.



Le onde sonore interagiscono con la materia,ma il loro comportamento diverso
se sono a basse oppure ad alte frequenze.



Figura 10-Diffrazione di uno schermo (a) e di un buco (b) a basse frequenze




La figura 10 illustra quello che succede alle basse frequenze attraverso un muro
e attraverso un buco di parete.Mentre alle alte frequenze,nel caso dello
schermo,londa cilindrica non completa e si forma una zona dombra;nel caso del
buco di una parete ho zone dombra sopra e sotto la fessura e poi si ha una parziale
ricomposizione dellonda nella zona successiva allo schermo.
Lezione del 20/11/2001 16:30-18:30
- 11 -


Figura 11-Diffrazione di uno schermo (a) e di un buco (b) ad alte frequenze


Supponiamo di avere una sorgente ,uno schermo (teoricamente indefinito) e un
ricevitore dietro allo schermo in una posizione che non vede direttamente la
sorgente.Gli studi pi importanti sullargomento sono stati fatti da Maekawa. I suoi
risultati permettono di calcolare lattenuazione :


DIFFRATTO DIRETTO
L L L = (*)



S
R
d
Schermo sottile
A
B

Figura 12-Differenza di cammino a causa di una barriera sottile

Nella figura sono rappresentati i cammini che il suono percorrerebbe nel caso ci
fosse lo schermo(tratto verde) e nel caso in cui non ci fosse(tatto rosso).Abbiamo
quindi una differenza di cammino = A + B d.
Lezione del 20/11/2001 16:30-18:30
- 12 -
Si definisce inoltre numero di Fresnel : N =
c
f

2 2
= ,dove la
lunghezza donda.Abbiamo che lattenuazione in funzione del numero di Fresnel,
preso in scala logaritmica, una funzione perfettamente lineare.




La formula di Maekawa a seconda del tipo di sorgente :
-se la sorgente puntiforme L = 10 log [3 + 20N]
-se la sorgente lineare L = 10 log [2 + 5.5N]

Con il modello di Maekawa possibile calcolare il valore dellattenuazione.





Figura 13-Diagramma di Maekawa


Esempio: Data una sorgente puntiforme calcolare il livello sonoro dello
schermo,sapendo che
W
L =100 dB,la frequenza dominante f 250 Hz,d = 18 m,e
laltezza h=3 m.Inoltre supponiamo di mettere lo schermo ad una distanza di 5 m
dalla sorgente.Di conseguenza la distanza del ricevitore dallo schermo 13 m.

Lezione del 20/11/2001 16:30-18:30
- 13 -


Vado a calcolare il cammino diffratto. Allora :
A =
2 2
5 3 + = 5.83 m B =
2 2
3 13 + = 13.34 m
Per cui =A + B d = 1.271 m.

Calcolo la lunghezza donda:
f
c
Hz
=
250
= 1.36 m.
E quindi adesso posso trovare il numero di Fresnel : N =
Hz 250
2


= 1.869.
Applicando la prima formula di Maekawa cio quella per una sorgente
puntiforme trovo :
L = 10 log [3 + 20N] = 10 log [3 + 20 1.869] = 16 dB.

Quindi,se la sorgente aveva un livello di potenza di 100 dB,allora il livello
diretto senza schermo era:

DIRETTO
L =
W
L - 11 20 log d = 100 - 11 20 log 18 = 63.9 dB

Applicando (*) trovo il livello schermato: L L L
DIRETTO DIFFRATTO
= = 47.9 dB.





























Lezione del 20/11/2001 16:30-18:30
- 14 -
Studio delle sorgenti sonore la cui emissione non costante nel
tempo


Ci sono molti casi in cui il livello sonoro non costante nel tempo.Un primo
approccio di studio di questo fenomeno consiste nellanalizzare leffettiva legge di
variazione del livello sonoro nel tempo.
Ad esempio possiamo considerare una sorgente che si attacca e si stacca
ripetutamente.



dB
EQ
L

Figura 14-Emissione di una sorgente non costante nel tempo

Come si fa a calcolare la rumorosit di questo esempio? Secondo lapproccio
che abbiamo usato,potrei fare ad esempio 8 misure al secondo,cio ogni 125 ms,ed
andare ad osservare come si evolve il disegno nel tempo.Per non so quanto quale il
rumore di fondo. E poi,ho superato il limite di legge?Infatti esistono dei limiti sul
rumore esterno e sul rumore in ambiente di lavoro.Questi limiti vengono sempre
espressi col concetto di livello equivalente.
Per livello equivalente,si intende il livello integrato su un tempo di
misura.Ricordiamo la definizione di pressione media efficace:

=
T
EQ RMS
d P
T
P
0
2
,
) (
1


Il livello equivalente definito :
( )

=

T
EQ
p
d P
T
L
0
2
0
2
1
log 10

= 10 log
2
0
2
,
p
P
EQ RMS

dove
10
2
10
L
P = la pressione quadratica e
0
p la pressione di riferimento. Il
EQ
L
misura sempre da 0,cio dallistante in cui incominciamo la misura, al tempo T
attuale. Quindi,io posso continuare a calcolarlo mano a mano che passa il tempo:ci
corrisponde alla linea blu della figura 14.

Lezione del 20/11/2001 16:30-18:30
- 15 -
Nella figura 14,allinizio il
EQ
L era basso perch lemissione della sorgente era
basso. Poi,comincia a crescere (e quindi anche il
EQ
L ) ,poi cala e ricresce ancora
periodicamente.Le oscillazioni del livello equivalente tendono ad attenuarsi,per cui
basta effettuare una misura per un tempo sufficientemente lungo ,per fare in modo
che il
EQ
L risulti univocamente stabile.

La legge italiana parla di livello equivalente di lungo periodo che pu essere: 8
ore per lambiente di lavoro (tipica giornata lavorativa), mentre in ambiente esterno
distinguiamo il periodo diurno (dalle 6 alle 22) e il periodo notturno (dalle 22 alle 6).




Esempio : Il livello equivalente del suono di una sirena in una fabbrica come
segue dalla figura.Si ha una zona di rumorosit durante il giorno intorno ai 50 dB e
per 30 secondi va a 80 dB. Calcolare il livello equivalente complessivo.


EQ
L


Figura 15-Suono della sirena in una fabbrica


Il numero di secondi in 16 ore : 16 3600 = 57600 s , di cui : 57570 a 50 dB e
30 a 80 dB. Quindi:

+
=
57600
10 30 10 57570
log 10
8 5
EQ
L = 51.82 dB
Dunque il livello equivalente cresciuto molto poco.Supponiamo ora di avere
30 minuti ad 80 dB. Per cui ho 55800 s a 50 dB e 1800 s a 80 dB. Quindi:

+
=
57600
10 1800 10 55800
log 10
8 5
EQ
L = 65.08 dB


Lezione del 20/11/2001 16:30-18:30
- 16 -
Esempio : Un operaio lavora 8 ore suddivise come suggerisce la
tabella.Calcolare il livello equivalente.


ore macchina
EQ
L (dB)
2 tornio 82
1 fresa 85
1 trapano 78
0.5 smerigliatrice 96
0.5 pausa 65
3 saldare 81


Abbiamo che :

+ + + + +
=
8
10 3 10 5 . 0 10 5 . 0 10 1 10 1 10 2
log 10
1 . 8 5 . 6 6 . 9 8 . 7 5 . 8 2 . 8
8 , h EQ
L =
= 85.8 dB

La legge dice di valutare il livello di esposizione personale
h EP
L
8 ,
,che coincide
con il livello equivalente
EQ
L nel momento in cui loperaio lavora 8 ore.Se per
loperaio lavora 10 ore,il
h EP
L
8 ,
assume sempre 8 come numero totale di ore.








Esempio : Un operaio lavora 10 ore suddivise come suggerisce la
tabella.Confrontare il livello di esposizione personale con il livello equivalente.


ore macchina dB
2 Tornio 82
3 Fresa 85
1 Trapano 78
0.5 Smerigliatrice 96
0.5 Pausa 65
3 Saldare 81




Lezione del 20/11/2001 16:30-18:30
- 17 -

+ + + + +
=
10
10 3 10 5 . 0 10 5 . 0 10 1 10 3 10 2
log 10
1 . 8 5 . 6 6 . 9 8 . 7 5 , 8 2 . 8
10 , h EQ
L =
= 10 log

10
A
= 85.68 dB

=
8
log 10
8 ,
A
L
h EP
= 86.65 dB

Per la legge devo considerare
h EP
L
8 ,
che risulta essere pi alto del livello
equivalente.








Il territorio viene suddiviso dal comune in 6 classi e in ciascuna di esse c un
limite diurno e un limite notturno.



Classi Limite diurno/notturno Zona
I. 50/40 Parchi pubblici ,ospedali,scuole,
II. 55/45 Quartiere residenziale
III. 60/50 Mista,escluse le citt(es. Pianura Padana)
IV. 65/55 Centri storici,dove ci sono i negozi
V. 70/60 Industriale normale
VI. 80/70 Industriale








Lezione del 20/11/2001 ore 16:30 - 18:30
- 1 -
PROPAGAZIONE IN AMBIENTE ESTERNO

Durante questa lezione si sono studiati i fattori che influenzano la propagazione delle onde
sonore in ambiente esterno. Questi studi sono importanti per capire in che modo possa variare la
propagazione delle onde in particolari condizioni in modo da poter progettare sistemi (come sistemi
di amplificazione per esterni) che funzionino correttamente in ogni situazione.
I fattori che influenzano la propagazione del suono sono legati a fenomeni ambientali ma anche
alla presenza di barriere o superfici tra la sorgente ed il ricevitore. Cercheremo ora di capire quali
sono le variazione introdotte da tali fattori e in che modo possibile considerarle in fase di
progetto.


1. Effetto della temperatura

Il primo fattore che influenza landamento dei fronti donda la variazione di temperatura.
Infatti la temperatura varia al variare della quota ed esistono diverse configurazioni di variazione.
Esamineremo ora tre casi che possono presentarsi:


a) Andamento normale

In condizioni normali la temperatura decresce man mano che ci si allontana dalla superficie. I
raggi sonori (nelle varie figure rappresentati con le linee di campo ortogonali al fronte donda e
rappresentanti punti di iso-intensit sonora) sono curvati verso lalto. Esiste una superficie limite
teorica tangente al terreno, al di sotto della quale si forma una zona dombra dovuta allassenza di
onde sonore.


b) Inversione termica

In questa situazione il terreno pi freddo dellaria circostante e quindi a basse quote la
temperatura al suolo pi bassa della temperatura in quota. Allaumentare della distanza dal suolo
si ritorna ad un andamento di tipo normale. Questa una delle situazione climatiche tipiche di zone
come la pianura Padana. In questi casi i raggi sonori sono curvati verso lalto ci comporta

Figura 1: Andamento normale della temperatura e dei raggi sonori
Lezione del 20/11/2001 ore 16:30 - 18:30
- 2 -
lassenza di zone dombra; questo pu dare origine a strani fenomeni perch il suono pu piovere
su zone che non sarebbero raggiungibili se i fronti donda avessero landamento consueto.


c) Canale sonoro

E il fenomeno pi strano e raro. Si forma un canale sonoro quando ho uno strato daria che
pi caldo (o pi freddo) rispetto agli strati circostanti. In questo caso le onde sonore vengono
intrappolate nello strato di diversa temperatura e possono uscire soltanto quando varia
nuovamente la temperatura; possono quindi percorrere anche parecchi chilometri prima di ricadere
e questo pu dare origine ai cosiddetti miraggi sonori. Una situazione simile si pu verificare in
presenza di nebbia: infatti la coltre di nebbia sul suolo forma una zona dove la temperatura e minore
di quella del terreno, mentre sopra lo strato di nebbia i raggi del sole rendono la temperatura pi
alta. Questa variazione di temperatura crea un canale in cui possono restare intrappolate le onde
sonore


Nel progettare sistemi occorre tenere conto di questi fenomeni termici. La normativa italiana
stabilisce che in sede di calcolo necessario considerare il caso mediamente sfavorevole, cio
quello dellinversione termica.

Figura 2: Andamento della temperatura e dei raggi sonori in caso di inversione termica

Figura 3: Andamento della temperatura e dei raggi sonori in caso di canale
sonoro
Lezione del 20/11/2001 ore 16:30 - 18:30
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2. Effetto del vento

Anche il vento pu influire notevolmente sullandamento dei raggi sonori. In presenza di vento
infatti la velocit del suono e quella del vento si sommano come composizione vettoriale. In
realt, il vento pu trasportare il suono solo quando la velocit del vento confrontabile con quella
del suono (e questo abbastanza raro).


Il vento inoltre pu curvare i raggi sonori. Infatti in presenza di un gradiente di velocit al
variare della quota fa si che i raggi sonori curvino sottovento.


Questa curvatura data dal vento porta alla formazione di una zona dombra sopravento e di una
zona in cui il suono piove sottovento.

Figura 4: Composizione vettoriale del vento con i raggi sonori

Figura 5: Effetto di curvatura del vento sui raggi sonori
Lezione del 20/11/2001 ore 16:30 - 18:30
- 4 -
Per tenere conto di questi fenomeni esiste la normativa ISO-9613/2 che descrive i metodi di
calcolo appropriati. Tale normativa risulta per estremamente complessa, tanto da risultare
praticamente inapplicabile senza lutilizzo di calcolatori avanzati.
Per semplificare il calcolo considero sempre la condizione di sottovento e quindi immagino i
raggi sonoro sempre curvati verso il basso. In genere si utilizza un raggio di curvatura di 2000 o
3000 metri. In ogni caso, la curvatura del raggio sonoro si apprezza solo quando la distanza di
propagazione confrontabile con il raggio di curvatura scelto.


3. Riflessioni sul terreno

Il terreno una fonte di riflessione per le onde sonore. Tale riflessione dipende dalla superficie
riflettente, dallangolo che si forma tra il suono e la superficie ed, in generale, dalla tipologia del
mezzo in cui avviene tale riflessione (infatti laria non un mezzo perfettamente elastico e pu
introdurre delle attenuazioni che dipendono dallumidit e dalla frequenza delle onde sonore).
Per calcolare lentit di tale riflessione si utilizza lapprossimazione della sorgente
immagine che sfrutta il fatto che i raggi riflessi sembrano provenire da una sorgente simmetrica a
quella reale rispetto alla superficie riflettente. Questa approssimazione inoltre migliora tanto pi la
superficie considerata liscia e dura.


Per calcolare il livello in presenza di riflessione occorre quindi considerare linterazione di due
sorgenti, una reale e una immagine speculare a quella reale. Per prima cosa si calcola il livello del
suono diretto dovuto alla sorgente reale e poi si calcola il livello dovuto alla riflessione. Nel fare
questo occorre tenere presente che, come detto, la riflessione dipende dalla superficie riflettente;
infatti tale superficie pu non riflettere completamente il suono. Si definisce quindi un coefficiente
di riflessone che esprime lentit di tale riflessione.
Una volta calcolati i due contributi occorre stabile in che modo le due sorgenti interagiscono tra
loro. Per fare ci si considera la funzione di autocorrelazione (ACF). Questa funzione indica
quanto il suono differisce da una sua replica ritardata. Questa funzione vale 1 in zero e decresce
rapidamente raggiungendo un valore prossimo a zero dopo un tempo abbastanza ridotto. Si

Figura 6: Riflessione su una superficie piana
Lezione del 20/11/2001 ore 16:30 - 18:30
- 5 -
definisce quindi la durata effettiva della funzione di autocorrelazione (
ACF
) come il tempo che
impiega linviluppo della funzione a raggiungere il valore 0.1 (cio il 10% del valore massimo).


Considerando il ritardo che intercorre tra il suono diretto e il suono riflesso e la durata effettiva
della funzione di autocorrelazione posso stabilire in che modo interagiscono tra loro sorgente reale
e sorgente immagine. Infatti:

1. Se
ACF
< t allora la sorgente incoerente e i due contributi si sommano usando la somma
energetica;

2. Se
ACF
> t la sorgente coerente e suono riflesso e diretto interagisco tra loro. Tale
interazione pu essere costruttiva (il livello totale aumenta) oppure distruttiva (il livello
totale diminuisce). In questultimo caso si presenta un ulteriore problema in quanto possono
crearsi zone di cancellazione del suono.

Vediamo di applicare il metodo descritto in un esempio numerico:

Esempio: Si consideri una sorgente puntiforme posizionata a 4 m di altezza dal suolo ed un
ricevitore posizionato a 1.5 m di altezza ad una distanza di 25 m dalla sorgente. Sapendo che il
livello della sorgente di 100 dB e che il terreno ha un coefficiente di riflessione = 0.1 si vuole
calcolare il livello che raggiunge il ricevitore.


Figura 7: Un esempio di funzione di autocorrelazione

Figura 8: Situazione dell'esempio
Lezione del 20/11/2001 ore 16:30 - 18:30
- 6 -
I livello che raggiunge il ricevitore formato da due contributi: quello diretto e quello dato
dalla riflessione con il terreno. Partiamo calcolando il primo. La distanza tra sorgente e ricevitore

r
dir
d z
r
z
s
= + = =
2
63125 2512 ( ) . . m

Possiamo ora calcolare il livello diretto che essendo dato da una sorgente puntiforme si calcola
con la formula:

L
dir
L
w
r
dir
= = = 11 20 100 11 20 2512 61 log( ) log( . ) dB

Ora dobbiamo calcolare il livello riflesso. Consideriamo quindi una nuova sorgente immagine
puntiforme ad una quota di -4 m. Prima di tutto calcoliamo la distanza della nuova carica dal
ricevitore:

r
rif
d z
r
z
s
= + = + =
2
25
2
55
2
2560 (
'
) ( ) ( . ) . m

Infine procediamo al calcolo del livello, tenendo conto che il terreno ha un coefficiente di
riflessione pari al 10%:

L
rif
L
w
r
rif
= + =
= + =
10 1 11 20
100 10 0 9 11 20 2560 60 3
log( ) log( )
log( . ) log( . ) .

dB


Per calcolare il livello totale occorre considerare in che modo suono riflesso e suono diretto
interagiscono. Calcoliamo per tanto i tempi di propagazione ed il ritardo:

dir
r
dir
c
rif
r
rif
c
= = =
= = =

2512
7388
2560
7529
.
.
.
.
m
340 m/ s
ms
m
340 m/ s
ms
t = 1.41 ms

A seconda del valore di
ACF
otterremo valori diversi di L
TOT
. Se
ACF
> t la sorgente
incoerente e ottengo:
L
TOT
L
dir
L
rif
= + = + = 10 10 10 10 10
610
10
6 038
6371
10 10
log( ) log(
. .
) . dB

Se
ACF
< t posso avere interferenze costruttive e distruttive. Indico con L
TOT+
il livello dovuto
a interazione costruttiva e con L
TOT-
quello dovuto ad interazione distruttiva:

L
L
TOT
L
dir
L
rif
TOT
L
dir
L
rif
+

= + = + =
= = =
20 10 10 20 10
305
10
3019
67 72
20 10 10 20 10
305
10
3019
37 76
20 20
20 20
log( ) log(
. .
) .
log( ) log(
. .
) .
dB
dB


Lezione del 20/11/2001 ore 16:30 - 18:30
- 7 -
4. Diffrazione

Il fenomeno della diffrazione si verifica quando le onde sonore oltrepassano il bordo di un
ostacolo. Questo fenomeno porta ad una deformazione delle onde ogni qual volta che si presenta un
ostacolo durante la propagazione. Inoltre si verifica una diffrazione quando le dimensioni di una
superficie (su cui teoricamente dovrebbe avvenire una riflessione) sono confrontabili con la
lunghezza donda del suono. La frequenza dellonda sonora influisce anche sul tipo di diffrazione
che si verifica. Infatti ad alte frequenze si verificano deformazioni completamente diverse da quelle
che si osservano a bassa frequenza. Ci si rende facilmente conto di questo se, ad esempio, si
considera la deformazione apportate da una fenditura in una parete:


Come illustra la figura, a basse frequenze la fenditura, per effetto diffrattivo, diventa sorgente
di unonda sferica, mentre ad alte frequenze dal foro si forma un raggio sonoro che tanto pi
collimato tanto pi alta la frequenza.
Un altro interessante caso di diffrazione si ha quando si pone una barriera sottile lungo la
propagazione dellonda. Anche qui si ottengono effetti diversi al variare della frequenza dellonda:


In questo caso ad altre frequenze si viene a creare una zona dombra in prossimit della barriera
(che potrebbe essere ad esempio un muro) mentre lontano dallostacolo londa rimane praticamente
imperturbata.

Figura 9: Diffrazione attraverso una fenditura a basse frequenze (a) e ad alte frequenze (b)

Figura 10: Diffrazione attraverso una barriera a basse frequenze (a) e ad alte frequenze (b)
Lezione del 20/11/2001 ore 16:30 - 18:30
- 8 -
Differente leffetto per le basse frequenze: in questo caso infatti il bordo diviene a sua volta
sorgente di unonda cilindrica e il livello sonoro che verrebbe avvertito da un ricevitore posizionato
oltre la barriera sarebbe dato dallinterazione dellonda diretta con londa rifratta.
In genere, difficile quantificare lentit di questi fenomeni sia per basse che per alte
frequenze. Vi per unimportante eccezione: infatti stata trovata un relazione analitica
approssimata per quantificare le variazioni introdotte da uno schermo sottile di lunghezza indefinita
posto tra sorgente e ricevitore. Tale approssimazione nota come relazione di Maekawa, dal nome
dello studioso che la present.
Immaginiamo di avere una sorgente puntiforme (o lineare) di onde sonore, un ricevitore posto
ad una certa distanza ed uno schermo (teoricamente di lunghezza indefinita) posto tra sorgente e
ricevitore in modo da nascondere il ricevitore alla sorgete come illustrato in figura:


La relazione di Maekawa ci consente di calcolare lattenuazione dovuta alla presenza della
barriera. Tale attenuazione dipende dalla lunghezza donda del suono e dalla differenza di
cammino, cio la differenza tra il cammino teorico dellonda diretta (indicato con la lettera C in
figura) e quello reale dellonda diffratta (indicato con i tratti A e B in figura). Generalmente la
differenza di cammino si indica come = A + B - C; si definisce inoltre il numero di Fresnel N
come (tale valore un numero puro):

N
f
c
= =
2 2




Nelle relazioni proposte da Maekawa lattenuazione dipende dal solo numero di Fresnel e, se
rappresentate in scala logaritmica la relazione perfettamente lineare. Tali relazioni sono:

a) In caso di sorgenti puntiformi:

L = 10 3 20 log( ) + N

b) In caso di sorgenti lineare:

L = + 10 2 55 log( . ) N

Nella grafico seguente vengono rappresentate le curve di Maekawa in scala logaritmica. Viene
inoltre rappresentata anche lattenuazione calcolabile con lapprossimazione di Kirchoff per
sorgenti puntiformi. Egli fu il primo a studiare il fenomeno diffrattivo cercando unapprossimazione
ma la sua teoria si rivel errata

Figura 11: Diffrazione dovuta ad una barriera sottile
Lezione del 20/11/2001 ore 16:30 - 18:30
- 9 -


Vediamo ora un esempio applicativo di questa teoria.

Esempio: Consideriamo un sorgente puntiforme di livello sonoro L
w
= 100 dB con frequenza
dominante f = 250 Hz. Ad una distanza di 18 m dalla sorgente vi un ricevitore. Fra sorgente e
ricevitore presente una barriera sottile che sovrasta di 3 m la sorgente e dista 5 m dalla sorgente
stessa. Calcolare lattenuazione introdotta dalla barriera.


Per prima cosa occorre calcolare la differenza di cammino e quindi il numero di Fresnel.

Figura 12: Diagramma di Maekawa

Figura 13: situazione dell'esempio
Lezione del 20/11/2001 ore 16:30 - 18:30
- 10 -
Indicando con x
1
il tratto dalla sorgente alla barriera e con x
2
il tratto dalla barriera al ricevitore
dal teorema di Pitagora ricavo:

A x h
B x h
= + = + =
= + = + =
1
2 2 2 2
2
2 2 2 2
5 3 583
13 3 1334
( ) ( ) .
( ) ( ) .
m
m


A questo punto possiamo facilmente calcolare e N:


= + = + =
= = =

=
A B C
N
f
c
583 1334 18 117
2 2 2 117 250
340
172
. . .
.
.
m


Ora calcoliamo lattenuazione introdotta dalla barriera grazie alla formula per sorgenti
puntiformi di Maekawa:

L dB = + = + = 10 3 20 10 3 20 172 1573 log( ) log( . ) . N

Lo schermo posto tra sorgente e ricevitore introduce quindi unattenuazione di 15.73 dB su
livello che si avrebbe senza ostacolo. Calcoliamo ora quanto vale il livello percepito dal ricevitore:

L L d
L L
dir w
scher dir
= = =
= = =
11 20 100 11 20 18 6389
6389 1573 4816
log( ) log( ) .
. . .
dB
L dB



In queste considerazioni sulla diffrazione data da una barriera si sempre trascurato ogni altro
contributo. Infatti, non si mai presa in considerazione il terreno che pu introdurre una riflessione;
tenendo conto della riflessione occorre tenere presente che anche le onde riflesse subiscono il
fenomeno della diffrazione. E poi possibile estendere il ragionamento della barriera in pi
dimensione considerando un ostacolo formato da un piano in un sistema di riferimento in 3
dimensioni. In tal caso ognuno dei bordi introduce una diffrazione.


5. Valutazione della rumorosit dei suoni

Fino ad ora abbiamo considerato sorgenti sonore con un livello sonoro costante nel tempo. In
realt, vi sono molti casi in cui il livello sonoro non costante nel tempo e occorre valutarne la
rumorosit. Un primo approccio a questo problema quello di ricercare la funzione matematica che
descrive landamento del livello sonoro. Questo ci consente di valutare il livello sonoro il un dato
istante ma non fornisce uninformazione sulla rumorosit globale. Se ad esempio avessimo una
sorgente che si accende ad intermittenza, conoscere esattamente landamento del tempo non ci aiuta
nel valutare il livello sonoro che produce in un determinato tempo. Si definisce quindi un livello
equivalente che si calcola come:

L
p t
p
t
EQ
=
|
\

|
.
|

10
1
2
0
2
log
( )
T
d
0
T


Lezione del 20/11/2001 ore 16:30 - 18:30
- 11 -
Il livello equivalente rappresenta una sorta di media del livello sonoro sul periodo di tempo T
considerato. In figura rappresentato landamento (quantitativo) del livello emesso da una sorgente
intermittente ed il corrispondente livello equivalente:


Come si vede dal grafico, il livello equivalente si stabilizza sempre pi allaumentare della
finestra di integrazione considerata. Limportanza di questo livello quella di consentirci di
quantificare il livello sonoro emesso da una sorgente attraverso un unico numero. Infatti il livello
equivalente usato nella legislazione per stabilire i limiti tollerabili di rumore. In particolare la
legge italiana stabilisce tre intervalli di tempo diversi per effettuare le rilevazioni:

1. 8 ore, che corrispondono al tempo di lavoro da utilizzare per misurare la rumorosit sul
luogo di lavoro;
2. dalle 6 alle 22, corrispondenti al periodo diurno
3. dalle 22 alle 6, corrispondenti al periodo notturno

Tutte le misure che si effettuano durante il giorno vanno integrate sulle 16 ore del periodo diurno
e, similmente, le misure effettuate di notte vanno integrate sulle 8 ore del periodo notturno.
Vediamo ora un esempio delle modalit di calcolo del livello equivalente.

Esempio: Si vuole misurare il livello equivalente di una sirena che segnala la pausa pranzo in una
fabbrica. Questa sirena suona alle 12 precise e rimane in funzione per 30 secondi.

Teoricamente dovrei misurare il livello sonoro per 16 ore per determinare landamento del
livello sonoro nel periodo diurno. Questa strada in realt non percorribile. Procedo allora
misurando per unora il livello sonoro a sirena spenta e poi i 30 secondi in cui suona la sirena. Dalle
misure effettuate risulta che:

50 dB per 1 h in cui la sirena era spenta
80 dB per i 30 s in cui la sirena era in funzione

Estendiamo ora le nostre misure campione per tutto il periodo diurno. Nel tempo totale t
TOT
=
16 h = 576000 s di finestra legale, per t
1
= 30 s abbiamo misurato un livello sonoro di L
1
= 80 dB,
nel restante tempo t
2
= 57570 s consideriamo valida la misurazione di L
2
= 50 dB effettuata per
unora.

Figura 14: Livello sonoro di una sorgente intermittente e livello equivalente
Lezione del 20/11/2001 ore 16:30 - 18:30
- 12 -
A questo punto lintegrale si trasforma in una somma discreta ed semplice calcolare il livello
equivalente come:

L
t t
t
EQ
L L
TOT
=
+
|
\

|
.
|
|
|
|
=
+ |
\

|
.
| = 10
1
10
2
10
10
57570 10 30 10
57600
5182
1
10
2
10
5 8
log log . dB

Si nota come la sirena influenzi molto poco il livello equivalente che aumenta di meno di 2 dB
rispetto al livello a sirena spenta. Supponendo invece che la sirena suoni per 30 minuti (pari a 1800
s) invece che per 30 secondi, ripetendo i calcoli otterrei:

L
EQ
=
+ |
\

|
.
| = 10
55800 10 1800 10
57600
6508
5 8
log . dB


Il procedimento illustrato nellesempio valido per qualunque misura effettuata in ambiente
esterno. Nel caso in cui si debba misura il livello sonoro a cui esposto un lavoratore sul luogo di
lavoro il modo di procedere cambia leggermente
Infatti la legge italiana stabilisce che in questi casi occorre considerare il livello di esposizione
personale (L
EP
). Questo livello si calcola analogamente, ma il calcolo sempre effettuato sulle 8 ore
lavorative, indipendentemente dalle ore lavorate dalla persona; solo nel caso in cui la persona
considerata lavori per 8 ore il livello equivalente e quello personale coincidono.
Vediamo questo discorso applicato a due esempi pratici.

Esempio 1: Un lavoratore su pi macchine durante le 8 ore della giornata lavorativa. Calcolare il
livello di esposizione personale.

Tempo (h) Macchina usata Livello (dBA)
2 tornio 82
1 fresa 85
1 trapano 78
0.5 smerigliatrice 96
0.5 pausa pranzo 65
3 saldatrice 81

Il livello di esposizione personale in questo caso coincide con il livello equivalente in quanto il
lavoratore ha lavorato per 8 ore. Procediamo nei calcoli come al solito e otteniamo:

L
t
EP
i
L
i
=

(
(
(
(
(
=
+ + + + +
=
=

10
10
8
10
2 10 1 10 1 10 05 10 05 10 3 10
8
8583
10
8 2 8 5 7 8 9 6 6 5 8 1
log log
. .
.
. . . . . .
dBA


Lezione del 20/11/2001 ore 16:30 - 18:30
- 13 -
Esempio 2: Un lavoratore su pi macchine per un totale di 10 ore lavorative. Calcolare il livello di
esposizione personale.

Tempo (h) Macchina usata Livello (dBA)
2 Tornio 82
3 Fresa 85
1 Trapano 78
0.5 Smerigliatrice 96
0.5 Pausa 65
3 Saldare 81

In questo caso le ore lavorate sono 10, ma il livello personale va comunque calcolato sulle 8
ore standard come segue:

L
EP
=
+ + + + +
= 10
2 10 3 10 1 10 05 10 05 10 3 10
8
86 65
8 2 8 5 7 8 9 6 6 5 8 1
log
. .
.
. . . . . .
dBA

Se effettuassimo il calcolo del livello equivalente (ovvero dividessimo per 10 nella formula
precedente otterremmo:

L
EQ
=
+ + + + +
= 10
2 10 3 10 1 10 05 10 05 10 3 10
10
8568
8 2 8 5 7 8 9 6 6 5 8 1
log
. .
.
. . . . . .
dBA



6. Limiti di rumore

La legge italiana stabilisce dei limiti di rumore per tutelare la salute dei cittadini. Sia sul posto
di lavoro che nellambiente esterno esistono dei limiti che obbligatorio rispettare se non si vuole
incorrere in pesanti sanzioni.
Sul posto di lavoro, come detto, il livello viene misurato come livello di esposizione
personale e la legge stabilisce 4 fasce di rumorosit:

Sotto 80 dBA il rumore considerato tollerabile senza che il lavoratore subisca
danni permanenti;
Tra 80 dBA e 85 dBA sono obbligatorie visite periodiche per i lavoratori e controlli
costanti sul rumore per tentare di ridurlo;
Tra 85 dBA e 90dBA obbligo di intervento sui macchinari in quanto la legge proibisce
lutilizzo di macchine che producono un livello di rumore
superiore a 85 dBA. Inoltre sono obbligatorie visite ogni anno per
i dipendenti;
Oltre 90 dBA in questo caso necessaria una denuncia entro 60 giorni alle
autorit competenti. In mancanza di una denuncia, la fabbrica pu
incorrere nella chiusura e in una multa (intorno ai 30000.00
EUR) per ogni giorno successivo al 60.
Tabella 1: Limiti di rumore nell'ambiente di lavoro
Lezione del 20/11/2001 ore 16:30 - 18:30
- 14 -
In ambiente esterno invece esistono limiti diversi. La legge stabilisce 6 zone con limiti di
rumore diversi per il periodo diurno e per quello notturno. Le zone sono riassunte nella tabella
seguente:

Zona Limite diurno (dBA) Limite notturno (dBA) Nome zona
1 50 40 Alta cautela (ospedali, scuole, ...)
2 55 45 Residenziale
3 60 50 Campagna
4 65 55 Centri storici
5 70 60 Industriale normale
6 80 70 Esclusivamente industriale
Tabella 2: Limiti di rumore in ambiente esterno
Autore Caterina Salghetti - Lezione del 26/11/2001 - ore 14:30 16:30

ACUSTICA NEGLI SPAZI CHIUSI


In questo capitolo vedremo quali sono i fattori che influenzano il comportamento di
una suono allinterno di un ambiente chiuso (es. una stanza) e quali sono le formule
con cui si legano questi fattori.


S ____________________________ R
d

Fig. 1 Propagazione del suono


Data una sorgente S di suono a una certa distanza d dal ricevitore R, lespressione
che lega il livello di pressione a una certa distanza dalla sorgente :

Lp = Lw 20 log ( d ) 11 + 10 log ( Q )

Q = direttivit della sorgente.
m
I
I
Q

=
I intensit nella direzione, Im intensit omnidirezionale

Dipende da come posizionata la sorgente :


Fig. 2 Direttivit della sorgente




Lezione del 26/11/2001, ore 14:30 16:30
- - 2
Immaginiamo una sorgente in uno spazio aperto.






S d R

Fig. 3 Propagazione del suono in uno spazio aperto


Le onde sonore emesse dalla sorgente (S) si diramano in tutte le direzioni e giunge al
ricevitore (R) solo londa DIRETTA ( cammino di propagazione diretto, percorso
dallonda sonora senza subire alcuna riflessione, che si ottiene congiungendo
idealmente con un tratto rettilineo la sorgente e il ricevitore).

In una spazio chiuso (es. stanza)




Fig. 4 Propagazione del suono in uno spazio chiuso

Vi sono raggi che urtano le pareti (onda riflessa dalla parete)e arrivano al
RICEVITORE dopo un certo tempo, oltre allonda DIRETTA .
Non possiamo pi applicare la formula di prima (valida solo per londa diretta).


RITARDO
Se facciamo un grafico riguardo lenergia che arriva al ricevitore rispetto al tempo
impiegato:
E







T
Fig. 5 Energia al rivcevitore

Lezione del 26/11/2001, ore 14:30 16:30
- - 3
Numero riflessioni medie: n (t) = 4 Ct
V

Con C velocit media del suono nellaria e V volume dellambiente.
Si vede come n dipenda da t (le linee verticali del grafico si infittiscono col passare
del tempo).
La prima linea, quella pi alta, rappresenta londa diretta, le altre le onde riflesse che
impiegano pi tempo per giungere al ricevitore e quindi dissipano una maggiore
energia durante il tragitto.
Per vedere come si riflettono le onde contro le pareti:










S
Fig. 6 Riflessione di onde contro le pareti

Per calcolare il cammino ci si riferisce alle SORGENTI IMMAGINE.
Costruiamo una sorgente immagine S
1
specularizzando la sorgente reale rispetto a
una delle pareti. Attraverso semplici considerazioni geometriche, siamo in grado di
tracciare il percorso seguito dallonda sonora, trovando cos un cammino riflesso. La
lunghezza del cammino riflesso esattamente uguale alla distanza tra la sorgente
immagine S
1
e il ricevitore.
Allaumentare del numero delle sorgenti immagine, avvengono due fatti importanti:
- aumenta la distanza della sorgente dal ricevitore e, di conseguenza,
diminuisce il contributo energetico del singolo raggio riflesso;
- il numero totale di raggi riflessi cresce in modo esponenziale. (fig. 5)

In S londa attenuata dallassorbimento della parete.
Potremmo calcolare tutta lenergia E che arriva al ricevitore R se applico il calcolo e
analizzo tutte le onde.
E quello che fanno certi software.
In questo modo si calcola la pressione finale del ricevitore.

EQUAZIONI CHE REGOLANO GLI AMBIENTI CHIUSI

Gli ambienti si dividono in due categorie: RIVERBERANTI e
SEMIRIVERBERANTI.
Hanno diverse equazioni per descrivere i comportamenti del suono al suo interno.

1. Ambienti riverberanti
Le pareti hanno coefficienti dassorbimento nullo.
LE emessa resta nellambiente (conservazione).
Lezione del 26/11/2001, ore 14:30 16:30
- - 4
Il raggio verr attenuato per il cammino percorso e laria.
Il livello di pressione uguale in tutti i punti e non c livello dintensit (
relativo allo spostamento di pressione).
Sono camere di forma non regolare (si potrebbero creare onde con picchi di
massimi o minimi di pressione (per sovrapposizione di onde) ), dimensioni non
elevate (2x3 m) e rivestite di materiali isolanti al suono.
Queste camere utilizzate negli esperimenti sul suono sono ambienti SABINIANI,
cio caratterizzati da dimensioni confrontabili e sono utilizzate per determinare il
coeff. di certi materiali.

2. Ambienti semiriverberanti
Le pareti assorbono pi o meno parte delle onde emesse dalla sorgente con
conseguente perdita di energia.

PARAMETRI

Definiamo dei parametri che ci aiuteranno a chiarire il comportamento del suono
nellambiente.

Tr tempo di riverbero
Lm libero cammino medio
coefficiente dassorbimento medio dellambiente


Tr

In ambiente riverberante Tr molto alto, anche 2-4 secondi.
Si pu misurare il Tr di un ambiente in due modi:

Metodo che sfrutta il regime stazionario interrotto
Data una sorgente omnidirezionale (di solito un dodecaedro con 12 altoparlanti)
nellambiente, si accende e si aspetta che lambiente si saturi del suono.
A questo punto si spegne bruscamente.


E Er Er
saturazione Spegnimento






t t t
Fig. 7 Variazione di energia al ricevitore
Accensione: il campo sonoro si mantiene al livello L
0
= L
W
1120lg r, finch arriva
la prima onda riflessa, poi il livello totale si trova sommando i livelli del suono
diretto e del suono riflesso.
Trascorso un ulteriore ritardo, inferiore a quello precedente, arriva un altro
suono riflesso e il livello totale aumenta di un altro gradino. I suoni riflessi successivi
Lezione del 26/11/2001, ore 14:30 16:30
- - 5
giungono sempre pi ravvicinati: il livello totale non ha pi un andamento a gradini,
ma aumenta in modo continuo, seguendo una curva che tende al valore di regime
L
reg
. Questo valore viene raggiunto quando si stabilisce un bilancio tra lenergia
emessa dalla sorgente e quella assorbita dalle pareti.

Spegnimento: dal momento in cui viene spenta la sorgente, trascorre di nuovo un
tempo
0
affinch il livello totale cominci a scendere: si esaurisce per primo il
contributo del suono diretto e si ha un piccolo gradino, perch ora il grosso
dellenergia dovuto al suono riflesso; successivamente, scompaiono i contributi dei
suoni riflessi.

Quindi al momento dello spegnimento vi un brusco calo di energia al ricevitore
(calo di pressione).

|
|
.
|

\
|
=
0
log 10
D
D
L
d


Con D0 densit sonora.

Il persistere per un certo tempo del suono nellambiente, dopo che levento sonoro
terminato, viene chiamato fenomeno della coda sonora o riverberazione.
Nel 1902, W. C. Sabine diede la seguente definizione di tempo di riverbero, o durata
convenzionale della coda sonora: data una sorgente stazionaria interrotta, il tempo di
riverbero il tempo che intercorre tra listante in cui si esaurisce il suono diretto e
listante in cui il livello sonoro sceso di 60 dB; esso viene indicato con T
60
.


dB regime stazionario

-5 Tr = T60
60 dB regime transitorio
-65


t
Tr

Fig. 8 Tempo necessario affinch il livello sonoro decada di 60 dB

Spesso non si riesce a fare (60 decibel unescursione molto elevata).
Allora si considerano due o pi intervalli di minore escursione:

30 dB (da 5 a 35) T30
20 dB (da 5 a 25) T20

Preso lintervallo di 20 o 30 dB, si ipotizza costante la pendenza e si allarga
lintervallo fino a 60 dB.
Lezione del 26/11/2001, ore 14:30 16:30
- - 6


5
d
B

6
0
d
B

3
0
d
B

2
0
d
B

L
I

L
reg
T
60
T
30
/2
T
20
/3


Fig. 9 T60, T30, T30

p
r
L
T
T

=
60


Analisi della risposta dellambiente allimpulso
il metodo pi utilizzato e pi rapido.
Misuriamo la cosiddetta risposta impulsiva, cio luscita del sistema in
corrispondenza delleccitazione impulsiva X(t)=(t), dove con (t) indichiamo la
funzione generalizzata impulso unitario, nota anche come delta di Dirac. Questo
particolare impulso riproducibile in modo approssimativo con un colpo di pistola o
con lo scoppio di un palloncino daria.
Convenzionalmente la risposta impulsiva viene indicata con h(t). Abbiamo quindi
che:

)] ( [ ) ( t f t h =

Il segnale di uscita pu essere calcolato attraverso la convoluzione del segnale di
ingresso con la risposta impulsiva.
Dato limpulso dingresso X(t), registrando e analizzando il segnale in uscita Y(t) si
pu ricavare la risposta dellambiente h(t) tramite il procedimento di integrazione
allindietro di Schroeder.


h(t)
X(t)= (t) Y(t)

Fig. 10 Analisi di un segnale

+

= = ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( t t h d t h t Y



Lezione del 26/11/2001, ore 14:30 16:30
- - 7
Il difetto di utilizzare strumenti come la pistola che non tutte le frequenze sono
sollecitate, il risultato pu variare da esperimento a esperimento, ma gli aspetti
positivi sono che uno strumento molto semplice da utilizzare e da trasportare,
nonch la velocit del metodo.

Spesso al posto del segnale impulsivo delta di Dirac sono utilizzati anche altri tipi di
segnali, in particolare : i segnali MLS e una sinusoide sweeppata ( Sine Sweep ).
Vediamoli in breve.
-Segnali MLS
Il segnale MLS (acronimo di Maximum Length Sequence) una sequenza binaria
del tipo riportato in Figura 6.
true
false

Fig. 11 Segnale MLS
Questo segnale oggi pu essere ottenuto da un qualunque personal computer
mediante un software dedicato, che implementi uno shift register(registro a
scorrimento), ma fino a poco tempo fa venivano utilizzate delle schede che
implementavano per via hardware lo shift register, tra queste schede famosa quella
costruita nel 1989 dallamericano Douglas Rife, e corredata da un software chiamato
MLSSA (melissa) particolarmente potente, tanto da essere tuttora usato.
I vantaggi principali che ci derivano dalluso di un segnale MLS sono innanzitutto la
semplicit di calcolo del segnale inverso, essendo noto il segnale a priori,
sufficiente applicare loperazione di inversione di Hadamard per ottenere il segnale
MLS
-1
. Il grosso limite nelluso di questo segnale dovuto alla forte dipendenza
dalla linearit del sistema: anche con altoparlanti estremamente fedeli sufficiente il
surriscaldamento dei trasduttori per introdurre nel sistema forti non-linearit.
-Segnali Sine Sweep
Lo SWEEP , come noto, un segnale composto da un tono puro la cui frequenza
aumenta nel tempo con un certo andamento. Attualmente il segnale che si preferisce
utilizzare un seno il cui argomento parte dalle frequenze pi basse e giunge fino
alle pi alte.

) ( ) ( t sen t x =

La risposta allimpulso dellambiente si ottiene dalla convoluzione del segnale di
risposta con lo SWEEP inverso.
In base al tipo di relazione che governa la crescita della frequenza si possono
distinguere segnali Sine Sweep di tipo:

Lezione del 26/11/2001, ore 14:30 16:30
- - 8
1. Lineare
2. Logaritmico
Generalmente la preferenza ricade sui segnali di tipo logaritmico perch questi
hanno il pregio di fornire pi energia nella regione delle basse frequenze, che
rappresenta una zona critica, e di procedere pi speditamente nella regione delle alte
frequenze. Inoltre lo spettro di un segnale Sine Sweep logaritmico assomiglia molto a
quello di un rumore rosa, ed ha quindi il vantaggio di essere pi gradevole allascolto
rispetto al rumore bianco.
Lunico inconveniente che questo tipo di segnale cade di 6dB per ottava, ma il
problema si risolve facilmente equalizzando il segnale.
Osserviamo, inoltre che i segnali Sine Sweep hanno una interessante caratteristica:
linverso di questo tipo di segnale lo stesso segnale invertito sullasse dei tempi,
secondo la tecnica Time Reversal Mirror.
Lunica controindicazione nellimpiego di questo segnale la potenza di calcolo che
esso richiede. Loperazione di convoluzione, infatti, non trae nessun vantaggio
dallutilizzo di questo segnale, e presenta quindi la ben nota complessit di calcolo.
Per questa ragione, infatti, si incominciato ad utilizzare questo segnale solo in
tempi recenti, ossia da quando gli elaboratori hanno messo a disposizione maggiore
potenza di calcolo.




Se in un ambiente non possiamo misurare il Tr si pu comunque provare a stimarlo.

=
i
i i
R
S
V
T

16 , 0

Con i dati: A assorbimento equivalente dellambiente

=
i
i i
S
V
A


( coefficiente di assorbimento per ogni parete i ci da una misura della
quantit di onda sonora che viene ritrasmessa dopo lurto e tiene quindi conto sia
della percentuale di onda assorbita, sia della percentuale che viene ritrasmessa dalla
parte opposta; Si area della rispettiva parete i; V volume proprio dellambiente ) .



I valori ottimali di Tr dipendono dalluso a cui finalizzato lambiente:


Ambiente T
opt
(secondi)
Aula scolastica piccola 0,5
Aula scolastica grande 1
Cinema 0,7 0,8
Teatro dopera (musica lirica) 1,3 1,5
Sala da concerto (musica sinfonica) 1,7 2,3
Chiesa (musica sacra) 2,5 5

Lezione del 26/11/2001, ore 14:30 16:30
- - 9


20
100
500
1.000
5.000
10.000
100.000
50.000
0 1 2 3 4
Tempo di riverberazione (s)
V
o
l
u
m
e

a
m
b
i
e
n
t
e

(
m
3
)


Fig. 12 Valori ottimi del tempo di riverberazione

Anche ambienti con stessi Tr possono avere dei comportamenti diversi: questo
parametro non basta a descrivere tutta lacustica dellambiente.


Non c riverbero, lascolto migliore perch
non ci sono onde riflesse.




Lascolto peggiore, vi dell eco.




Fig. 13 Posizioni di altoparlanti




FORMULE CHE DECRIVONO LANDAMENTO DELLA PRESSIONE AL
RICEVITORE




Parete
fonoassorbente


Fig. 14 Camera con una parete fonoassorbente
Lezione del 26/11/2001, ore 14:30 16:30
- - 10

Accendiamo la sorgente e aspettiamo che lenergia nellambiente arrivi a regime.
Tutta lenergia emessa viene assorbita dallunica parete fonoassorbente.

Lm : cammino che il raggio percorre tra due riflessioni consecutive

S
V
Lm
4
=

tm : tempo tra due riflessioni
CS
V
t
m
4
=


con S superficie interna dellambiente e C velocit del suono .

Vediamo come esempio un rubinetto che riempie un contenitore: a regime lacqua
inizia con il riempire il recipiente e successivamente fuoriesce da esso.
Cos le onde saturano la stanza e se la sorgente continua e emetterne queste nuove
finiscono per essere tutte assorbite dalla parete fonoassorbente.

La variazione di energia data dai fattori: dE = Es E

Ne deriva che lenergia Es, che lenergia assorbita dalla parete data
dallequazione:
Es = dE + E

Unaltra grandezza molto importante nello studio dellacustica la densit di
energia, misura che si indica con D o a volte anche con w.
Si misura in
(

3
m
j
.

In regime stazionario E=D V , ma nel caso che stiamo studiando:

dt
t dD V
dt
dE ) (
=


Per un dato istante tm nella stanza:
dt
t
t D V
E
m
inc
) (
=
| | Eincidente E
inc
=

dt
V
S C V
dt
t
t dD V
E
m
4
) (
=



Lezione del 26/11/2001, ore 14:30 16:30
- - 11
dt
S C
E
4



con

=
i
i
i
i i
S
S



La potenza cos risultante :

dt
V
S C t D
dt
dt
t D
V dt t W
4
) ( ) (
) (

+ =


Semplifichiamo:
) (
4
t D
V
S C
W

=

S C
W
D
regime

=

4
(densit di energia a regime)

=
i
i i
S A


A C
W
D
regime

=
4


|
.
|

\
|

+ =
A C
L L
w d
4
log 10


In campo riverberante il livello di pressione rispone a questa equazione:

( ) ( ) Q d L L
w p
log 10 11 log 20 + =


In questo tipo di campo importante sia londa diretta che la riflessa(lenergia al
ricevitore dipende da entrambe).
Si pu riscrivere anche in questa forma:
|
.
|

\
|

+ =
2
4
log 10
d
Q
L L
w p




In ambiente semiriverberante Lp pu essere visto come somma di due termini:
Lezione del 26/11/2001, ore 14:30 16:30
- - 12

|
.
|

\
|
+ + =
A d
Q
L L
w p
4
4
log 10
2



(contributo dellonda diretta e dellambiente riverberante).



Lp livello riverberante

livello diretto



d = | S R |
Fig. 15 Contributi al livello di pressione

Sommando trovo il livello di pressione nella stanza.


Lp





d
Fig. 16 Livello di pressione in amb. Semiriverberante

Il punto dincontro delle due rette si chiama distanza critica e si indica con Dc
(distanza alla quale il livello del campo diretto e il livello del campo riverberante
assumono lo stesso valore, cio L
dir
= L
reg
).
A d
Q 4
4
2
=

16 4 4

= =
i
i i
c
S Q
A Q
D


Se si lavora sulla distanza o sul comportamento dellambiente si pu regolare Lp.
Ad esempio si pu inscatolare la sorgente (es. macchina rumorosa in una fabbrica)
cos da confinarne il rumore, oppure si possono aggiungere nellambiente degli
elementi assorbenti.

ESERCIZIO
Tramite le formule precedenti possiamo scoprire come si comporta il suono in una
stanza.
Avendo T ricavo A dalla formula inversa di
A
V
T = 16 , 0
Q noto dalla posizione della sorgente, quindi possiamo trovare Lp dalla formula:
Lezione del 26/11/2001, ore 14:30 16:30
- - 13
|
.
|

\
|
+ + =
A d
Q
L L
w p
4
4
log 10
2


Purtroppo spesso se confrontiamo i dati trovati con quelli sperimentali, noteremo
come non coincidano.

Come ricavare T60
Date le equazioni sopra trovate, cerchiamo un'altra forma dellequazione per trovare
Tr, in particolare T60.
A
V
Tr = 16 , 0
dt
S C t D
dt
dt
t dD
V
4
) ( ) (
=
dt
V
A C
t D
t dD
4 ) (
) (
=
dt
V
A C
t D
t dD
t
t
4 ) (
) (
0
0
60


( )
0
0
4 ) (
) (
ln t t
V
A C
t D
t D

=
|
|
.
|

\
|


Per trovare T60 prendiamo
6
0
10

= t
( )
4
10 ln 4
6
60
V
C
T
|
|
.
|

\
|
=
+


Negli ambienti riverberanti a volte:

( )
|
.
|

\
|
+ = 1
4
log 10
A
L L
w p

In generale il termine ( ) 1 viene ignorato.


AUTORE: Giampiero Savalla matr. 148465 lezione del 26/11/2001 ore 14-30 16-30
- 1 -
ACUSTICA NEGLI AMBIENTI CHIUSI

Abbiamo visto nei capitoli precedenti che data una sorgente S di suono posta ad una
certa distanza d dal ricevitore R, lespressione che lega il livello di pressione al
ricevitore :

Lp = Lw 20 log ( d ) 11 + 10 log ( Q ) (1)

Dove con Q si indica la direttivit della sorgente nella particolare direzione ,
definita come il rapporto tra lintensit emessa in una certa direzione e lintensit
media emessa in tutte le direzioni :
m
I
I
Q

= (2)
In base al posizionamento della sorgente avremo ad esempio :



Q = 2 Q = 4 Q = 8



Mentre in uno spazio aperto le onde emesse dalla sorgente si diramano in tutte le
direzioni e giunge al ricevitore londa diretta (quellonda il cui cammino si ottiene
congiungendo idealmente con una retta, sorgente e ricevitore) in uno spazio chiuso la
situazione risulta molto diversa.

PROPAGAZIONE DEL SUONO IN UNA STANZA

Supponiamo di trovarci in una stanza allinterno della quale si trova una sorgente
omnidirezionale che emette fronti donda sferici con uguale intensit in ogni
direzione e un ricevitore R posto a distanza d dalla sorgente, come mostra la figura.





lezione del 26/11/2001 ORE : 14-30 16-30
-2-
R
S
d
distanza
sorgente-ricevitore
parete

Anche in questo caso avremo un raggio che parte dalla sorgente e arriva direttamente
al ricevitore, ma gli altri raggi, che prima si disperdevano nello spazio, adesso
rimbalzano contro le pareti e arrivano lo stesso al ricevitore ma con un certo ritardo.
Di conseguenza oltre allonda diretta dovremo considerare anche le onde riflesse e
quindi la formula trovata per gli spazi aperti risulta inadeguata.
Se visualizziamo in un diagramma landamento dellenergia che giunge al ricevitore
in funzione del tempo avremo un andamento del tipo :


E
2



E
3

E
1
Tempo
E

Fig.2- grafico del livello denergia in
funzione del tempo




lezione del 26/11/2001 ORE : 14-30 16-30
-3-
Dove E1 dovuto al suono diretto, cio il suono che ha percorso la minima distanza
possibile tra sorgente e ricevitore senza aver subito alcun fenomeno di riflessione,
mentre gli altri valori sono dovuti al suono che raggiunge il ricevitore dopo essere
stato riflesso.
Si osservano fondamentalmente due cose:
1) le intensit si riducono al passare del tempo fino a decadere a zero come
conseguenza dellassorbimento delle pareti
2) i tempi ai quali arriva un nuovo raggio si infittiscono sempre pi a causa della
crescita del numero di raggi riflessi.
Il fenomeno appena considerato noto come riverberazione.
Con tale termine si intende dunque la persistenza del suono in un ambiente chiuso,
dopo che la sorgente sonora ha cessato di irradiare, a causa della riflessione
continuata del suono sulle pareti.
Il numero di riflessioni che nellunit di tempo arrivano al ricevitore definito come:

V
t c
t n
2 3
4 ) ( = (3)
Per dare un idea di come unonda riflessa faccia ad arrivare dalla sorgente al
ricevitore, basta applicare alcuni semplici concetti geometrici

S
S
R
Fig. 3 costruzione sorgenti immagine


come detto in precedenza londa riflessa arriva al ricevitore con un certo ritardo
rispetto allonda diretta questo perch a causa della riflessione dovr compiere una
distanza maggiore.
, dunque, come se provenisse da una sorgente immaginaria S posta al di fuori della
stanza e avente distanza dalla sorgente maggiore rispetto a quella dellonda diretta.
Se il raggio arriva dopo essere stato riflesso pi volte avremo sorgenti immagine del
secondo ordine, terzo ordine, quarto ordine e cos via.

AMBIENTI RIVERBERANTI E SEMIRIVERBERANTI
Sostanzialmente possiamo dividere gli ambienti in due categorie, che si differenziano
tra loro in base ad alcune propriet.
Avremo:

- ambienti riverberanti
lezione del 26/11/2001 ORE : 14-30 16-30
-4-
Gli ambienti riverberanti sono delle sale appositamente costruite che hanno un
coefficiente di assorbimento nullo e sono munite di schermi atti a rendere
uniforme la distribuzione del suono nellambiente.
Le pareti sono in grado di riflettere molto bene le onde sonore e quindi ad ogni
riflessione le onde sonore subiscono perdite molto basse.
Queste riflessioni producono una distribuzione di energia acustica uniforme cosi
che in ogni punto della sala si ha limpressione che il suono arrivi da tutte le
direzioni.
Normalmente sono camere di dimensioni non elevate e hanno la prerogativa di
essere nn regolari.
Esse vengono utilizzate per la determinazione del coefficiente di riduzione del
rumore, per controllare il rendimento di materiali e strutture, etc..
- ambienti semiriverberanti
La maggior parte degli ambienti comuni sono di tipo semiriverberante.
A differenza degli ambienti riverberanti, gli ambienti semiriverberanti assorbono
parte delle onde emesse dalla sorgente e di conseguenza si ha una perdita di
energia.
PARAMETRI CARATTERISTICI DELLAMBIENTE
Alcuni parametri caratteristici dellambiente, sono:
- TR = tempo di riverbero
- Lm = libero cammino medio
- coefficiente dassorbimento medio dellambiente
Tempo di riverbero
Il tempo di riverbero nelle camere riverberanti abbastanza alto, generalmente
dellordine di 3-4 secondi.
Per misurare il tempo di riverbero ci sono due metodi:
1) metodo che si basa sul regime stazionario interrotto
Supponiamo di porre una sorgente omnidirezionale allinterno di un ambiente.
Al tempo t = 0 accendiamo la sorgente e la lasciamo accesa per un certo
intervallo di tempo in modo da saturare lambiente e successivamente la
spegniamo bruscamente.
Se andiamo a costruire un diagramma dei livelli sonori in funzione del tempo,
avremo una situazione del tipo :



t0 t1 t2 t
L
Fig.4 livello sonoro allaccensione di una sorgente staz.
L0
L1

Al tempo t1 arriva il fronte diretto, che assume il valore L1.
lezione del 26/11/2001 ORE : 14-30 16-30
-5-
A questo punto il livello rimane costante finch al tempo t2 non arriva il suono
prodotto dalla prima riflessione che va a sommarsi al suono dellonda diretta cosi che
il livello raggiunga il valore L2.
Come prima il livello rimane costante finch al tempo t3 non arriva la seconda
riflessione la quale fa salire di un gradino ancora lintensit.
Via via che il tempo passa questi gradini diventano sempre pi piccoli in quanto ad
un suono forte si somma un suono sempre pi debole e di conseguenza si
raggiunger un livello costante (che abbiamo identificato nel grafico con L0) che
rappresenta la condizione di equilibrio energetico di un ambiente.
Nel momento in cui spegniamo la sorgente si verifica la situazione opposta.
Viene dapprima a mancare lenergia del suono diretto, per mentre questa allatto di
accensione aveva causato un brusco aumento del livello sonoro (in quanto si era
passato dal silenzio totale al suono improvviso emanato dalla sorgente)adesso
labbassamento che ne deriva di entit molto modesta.
Ancora pi modesto labbassamento dovuto al primo raggio riflesso, cosi che dopo
un primo tratto a gradini la curva tende a zero con un andamento rettilineo.



t0 t1 t2 Spegnimento t
L
Fig 5 Spegnimento di una sorgente stazionaria



Nel momento in cui viene spenta la sorgente vi un brusco calo del livello sonoro:


|
|
.
|

\
|
=
D
L
D
D
0
log 10 (4)

D0 densit sonora.
Agli inizi del XX secolo W. Sabine defin il tempo di riverbero come il tempo
necessario affinch la pressione acustica nellambiente diminuisca di 60 dB, in
seguito allo spegnimento della sorgente.
lezione del 26/11/2001 ORE : 14-30 16-30
-6-

t0 t1 t2 Spegnimento t
L
Fig. 6 calcolo del tempo di riverbero
L0


T
60
60 dB
-5 dB




-65dB

Viene indicato con il termine T60.
Seguendo le disposizioni della normativa si usa far partire il cronometro quando il
livello sceso di 5 dB, in modo da evitare il tratto scalinato, e si ferma quando
sceso di 65 dB complessivamente.
Rimane da fare una piccola considerazione.
Dal momento che 60 dB un escursione abbastanza elevata spesso si considerano,
per il calcolo del tempo di riverbero, intervalli minori i pi comuni dei quali sono ad
esempio 20 dB o 30 dB.
In questo modo avremo il T20 e il T30 .
Attenzione: il T20 (tempo che impiega il livello sonoro a decadere di 20 dB) non
equivale ad 1/3 del T60 ma deriva da una estrapolazione fatta su una misura di 20 dB.
Il rapporto tra un tempo di riverbero e laltro del tipo:

L
T
P
R
T

=
60
(5)

2) metodo della risposta dellambiente allimpulso
Si tratta di un metodo molto utilizzato data la sua semplicit e rapidit.
Consiste nel misurare luscita del sistema (la cosiddetta risposta impulsiva) in
seguito ad una eccitazione impulsiva
( ) t t X = ) (
dove con (t) si indica la funzione generalizzata impulso unitario, detto anche delta
di Dirac, riproducibile approssimativamente mediante un colpo di pistola.
Noto limpulso dingresso X(t) una volta analizzato il segnale duscita Y(t) possiamo
ricavare la risposta dellambiente h(t) mediante lintegrazione allindietro di
Schroeder:

+

= = ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( t t h d t h t Y
(6)
Spesso invece di utilizzare il delta di Dirac vengono utilizzati altri tipi di segnali, fra
i quali vi sono:
- Segnali MSL(Maximum Length Sequence)
Si tratta di una sequenza di tipo binario, come mostrato nel grafico sottostante:
lezione del 26/11/2001 ORE : 14-30 16-30
-7-

true
false
Fig. 7 segnale MLS

ottenibile con un software particolare che implementi uno shift register.

- segnali Sine Sweep
Si tratta di un segnale con tono puro la cui frequenza varia con il tempo.
Sostanzialmente li possiamo dividere in due cartegorie:
- lineare
- logaritmico
quelli pi utilizzati sono quelli di tipo logaritmico in quanto hanno la qualit di
fornire pi energia nelle regioni di bassa frequenza, che una zona critica, e di
procedere pi velocemente nelle zone ad alta frequenza.
Tuttavia si presentano anche aspetti negativi dovuti alla potenza di calcolo che
richiede.

Ritornando al tempo di riverbero chiaro che questo uno degli aspetti pi
importanti della progettazione acustica degli ambienti.
Infatti in base alluso cui sar adibito un ambiente vi sar un certo tempo di
riverbero, che sar detto tempo di riverbero ottimo.
Nella tabella sottostante sono riportati i valori di tempo di riverbero ottimale per
alcuni ambienti:

Utilizzo dellambiente Tempo di riverbero ottimale (in sec.)
Aula scolastica piccola 0,5
Aula scolastica grande 1,0
Cinema 0,7 0,8
Sala concerti 1,7 2,3
Chiesa 8,0 10,0

Grande importanza riveste anche il posizionamento degli altoparlanti in una stanza, a
tal proposito introduciamo il concetto di distanza critica.
lezione del 26/11/2001 ORE : 14-30 16-30
-8-
La distanza critica quella distanza dalla sorgente alla quale il campo sonoro
diretto assume lo steso valore del campo sonoro riverberante.

16
QS
D
C
= (7)
Se ci si trova entro la distanza critica dalla sorgente allora il suono diretto risulta
chiaro e nitido a differenza del suono riverberante che risulta confuso.
In ambienti in cui bisogna prestare particolare attenzione a ci che viene detto bene
dunque che lascoltatore venga posizionato entro la distanza critica.

Zona assorbente

fig 9 altoparlante direttivo
Laltoparlante cos posizionato molto direttivo infatti il suono va a colpire
direttamente le persone cos che il suono tutto diretto.
In una situazione del tipo:

fig. 10 altoparlante poco direttivo
Laltoparlante risulta poco direttivo dando origine a forme di eco che sono causa di
disturbo.
Un altoparlante poco direzionale pu comunque essere utilizzato a patto che le pareti
abbiano un alto coefficiente di assorbimento, per evitare il fenomeno suddetto.
Sintetizzando quanto detto finora, dal punto di vista ingegneristico ci che ci
interessa sapere riuscire a quantificare il tempo di riverbero partendo dalle
caratteristiche acustiche dellambiente.
Possiamo fare ci servendoci della cosiddetta formula di Sabine:

S
V
T

16 , 0
60
= (7.1)
che esamineremo pi avanti.
Andamento della pressione al ricevitore
lezione del 26/11/2001 ORE : 14-30 16-30
-9-
R
S
Parete
fonoassorbente

fig 11 sorgente allinterno di un ambiente

Supponiamo di posizionare una sorgente allinterno dellambiente, la accendiamo e
dopo un po di tempo il sistema andr a regime e di conseguenza tanta energia viene
fornita tanta ne viene assorbita dalle pareti.
Volendo fare un paragone con lidraulica si potrebbe pensare ad un rubinetto che
versa acqua in un contenitore.
Giunti a regime il livello che si stabilisce nel recipiente tale che la portata dacqua
che entra uguale a quella che ne esce.


fig 12 paragone con lidraulica

Definiamo le seguenti grandezze:

S
V
Lm
4
=
(8)

che mi fornisce il cammino che il raggio percorre tra due riflessioni consecutive;e


cS
V
t m
4
= (9)

che mi da il tempo medio che intercorre tra due riflessioni.
Con:
lezione del 26/11/2001 ORE : 14-30 16-30
-10-
S superficie totale dellambiente;
V volume dellambiente;
c velocit del suono.
Lespressione della conservazione denergia pu essere scritta come:
dE = Es E (10)
da cui lenergia del sistema data da:
Es = dE + E
Introduciamo adesso la grandezza densit di energia (indicata con D o con w) la cui
unit di misura :
(

=
3
m
J
D
In ogni intervallo di tempo infinitesimo dt vi una frazione denergia dE che
colpisce le pareti e viene in parte riflessa in parte assorbita:

( )
dt
t dD V
dE

= (11)
nellistante di tempo tm lenergia incidente vale:

( )
dt
t
t D V
m
inc incidente E E

= = (12)
per quanto concerne lenergia assorbita, questa vale:
( ) V t D

dove:

=
i
i
i
i
i
S
S
(13)
rappresenta il coefficiente di assorbimento medio, ossia la media dei coefficenti di
assorbimento di tutte le pareti.
Lenergia assorbita nel tempo dt risulta di conseguenza:

( )
dt
t
t D V
m
assorbita E E

= =

(14)
e andando a sostituire, in questa formula, a tm il valore trovato prima =>

( )
dt
S c t D
E
4

=

(15)
allora andando a sostituire nella Es = dE + E i valori appena trovati abbiamo che la
potenza sar:



( ) ( )
( ) ( )
dt
S c t D
dt
dt
t dD
V t d t W
4

+ =
(16)

che una relazione generale applicabile sia al caso stazionario che a quello variabile
nel tempo.
Dopo un certo intervallo di tempo si raggiunger la densit di regime data da:

S c
W
Dreg

=

4
(17)

da cui ponendo:
lezione del 26/11/2001 ORE : 14-30 16-30
-11-

Si
i
i
A

=

(18)
abbiamo che:

cA
W
D D reg regime
4
= = (19)
Quindi possiamo scrivere che:
|
.
|

\
|
+ =
cA
L L w D
4
log 10 (20)
ma a noi interessa il livello di pressione in un ambiente riverberante, che sar dato
da:
|
.
|

\
|
+ =
A
L L w p
4
log 10 (21)
Questa formula descrive solo in maniera molto approssimata quello che accade nella
realt.
Esiste per una versione che tiene conto sia dellonda diretta che di quella riflessa.
Considerando la formula:
|
.
|

\
|
+ =
2
4
log 10
d
Q
L L w p

(22)
con Q (direttivit della sorgente).
Dalla somma algebrica delle due ultime equazioni otteniamo:
|
.
|

\
|
+ + =
A d
Q
L L w p
4
4
log 10
2

(23)
che rappresenta lequazione del campo semi-riverberante, comunemente utilizzata
per determinare il campo sonoro dentro gli ambienti chiusi.



Nel grafico, di cui sopra, si riporta landamento del suono diretto e del campo
riverberante.
Si nota come la sola presenza del suono diretto determini un decadimento
perfettamente rettilineo (rappresentato dalla parte tratteggiata).
Calcolo del tempo di riverbero T60

Dalla formula trovata precedentemente (formula 16) che riscrivo per comodita:
lezione del 26/11/2001 ORE : 14-30 16-30
-12-
( ) ( )
( ) ( )
dt
S c t D
dt
dt
t dD
V t d t W
4

+ =
si ricava che:


( ) ( )
dt
S c t D
dt
dt
t dD
V
4

= (24)
da cui:


( )
( )
dt
V
A c
t D
t dD
4

= (25)

Siccome ragiono in termini di decrementi di energia dellordine di 60 :

( )
( )
dt
t
V
A c
t D
t dD
t


=

0
4
0
60
(26)
da cui:


( )
( )
( )
t
t
t
V
A c
t D
D
0
0
4
ln

=
|
|
.
|

\
|
(27)
Per trovare il tempo t60, poniamo:
6
0
10

=
t
=>


( )
A
V
c
T |
|
.
|

\
|
=
6
60
10 ln 4
(28)

e tenendo presente che
( )
16 , 0
10 ln 4
6
=
|
|
.
|

\
|
c
abbiamo che:

A
V
T 16 , 0
60
= (29)


















lezione del 26/11/2001 ORE : 14-30 16-30
-13-



Scilabra Davide matr. 132624 Lezione del 26/11/01 ora 16:30-18:30
- 1 -
Studio della propagazione del rumore in
ambienti industriali bassi e vasti

Introduzione
E' noto che la propagazione del rumore in ambienti industriali bassi e vasti
avviene con modalit sostanzialmente diverse da quelle solitamente verificate in
ambienti pi regolari; in particolare, le ipotesi dell'acustica statistica (formulazione
di Sabine) non sono rispettate, ed il decadimento del livello sonoro con la distanza
dalla sorgente esibisce un andamento fortemente divergente da quello ottenibile dalla
classica formulazione del campo semi-riverberante.
La conseguenza di quanto sopra duplice: da un lato, nel caso di rilievi della
potenza sonora di macchinari secondo ISO 3744/46 e norme derivate, oppure del
livello sonoro al posto operatore secondo le norme della serie ISO 11200, il fattore di
correzione ambientale K viene drasticamente sottostimato allorquando lo stesso
viene calcolato sulla base delle unit assorbenti stimate a partire dal tempo di
riverberazione del locale tramite la formula di Sabine. Dall'altro, il beneficio
ottenibile da interventi di trattamento fonoassorbente dei locali, ed in particolare
della copertura, viene anch'esso fortemente sottostimato, con il risultato che sovente
si sconsiglia il trattamento di questi ambienti, quando invece i risultati conseguibili
sono notevoli.
Nel presente lavoro si operato su due diversi fronti: rilievi sperimentali e
simulazioni numeriche. Nel primo caso si fatto ricorso ad avanzate tecniche di
misura, ivi incluso il rilievo di potenza con tecnica intensimetrica (ISO 9614/2) e la
misura del decadimento del livello sonoro con la distanza (progetto di norma UNI
U20.00.054.0).
Si poi operata la simulazione numerica della propagazione del rumore in uno
dei 4 stabilimenti studiati sperimentalmente, facendo uso di un codice di calcolo di
tipo "pyramid tracing": tale algoritmo applicabile anche ad ambienti fortemente
non Sabiniani, quali quelli qui studiati.
Dall'analisi dei risultati ottenuti, stato possibile evidenziare il tipico
comportamento degli ambienti industriali bassi e larghi, e quantificare l'errore che si
commette impiegando le classiche relazioni derivate dalla teoria di Sabine per
stimare il contributo del campo riverberante al livello sonoro in ciascun punto.
E' stato inolte possibile ricavare una semplice espressione empirica per la stima
di un Volume ridotto dell'ambiente, che introdotta nelle relazioni gi previste dalle
norme ISO per la stima delle unit assorbenti del locale e del fattore di correzione
ambientale K, consente di minimizzare l'errore commesso nell'impiego delle stesse,
pur consentendo il rispetto formale delle norme ISO.

Lezione del 26/11/01 16:30-18:30
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Teoria classica (Sabine)
La classica formulazione teorica valida in ambienti che obbediscono alle ipotesi
di Sabine riassumibile nelle seguenti 3 equazioni


A
V
T

16 . 0 (1)

+

+ =
A d
Q
L d L
W P

4
4
log 10 ) (
2
(2)

+ =
A
S
k
4
1 log 10 (3)

In cui T il tempo di riverberazione, V il volume dell'ambiente, A la superficie
totale delle pareti dello stesso, il coeff. di assorbimento acustico medio, d la
distanza del punto di ascolto dal centro acustico della sorgente, ed S la superficie di
inviluppo utilizzata per la misura del livello di potenza sonora.
Queste relazioni sono fra loro congrue nell'ipotesi che una sorgente puntiforme
omnidirezionale, di livello di potenza costante L
W
, venga posta a breve distanza da
un pavimento riflettente, cosicch il fattore di direttivit Q risulti pari a 2, e la
superficie S di inviluppo venga assunta uguale a quella di una semisfera di raggio d.
Tale formulazione abbastanza accettabile solo in ambienti che obbediscono
strettamente alle ipotesi di Sabine, le quali richiedono che le tre dimensioni
dell'ambiente siano fra loro confrontabili, che non vi siano ostacoli all'interno del
volume, e che il coefficiente di assorbimento acustico delle pareti sia ovunque poco
discosto dal valore medio . In tali ipotesi, il libero cammino medio dei raggi sonori
approssima il valore teorico:
A
V
m c l

=
4
. . . (4)
Quando viceversa una delle tre dimensioni del locale significativamente
inferiore alle altre 2 (nel nostro caso laltezza h), il libero cammino medio tende a
risultare poco maggiore di tale dimensione minima, indipendentemente dal volume
complessivo. Sperimentalmente si verifica che il livello sonoro cala incessantemente
allaumentare della distanza d, mentre in base alla relazione (2) esso dovrebbe
tendere a stabilizzarsi ad un valore costante. Inoltre si verifica che a distanze dalla
sorgente dellordine di 5-15m (tipiche di rilievi su macchine di dimensioni rilevanti),
il fattore di correzione ambientale K risulta sottostimato anche di 4-5 dB.
Non sono mancati studi teorici sulla propagazione del rumore in ambienti bassi,
tuttavia gli stessi erano finalizzati principalmente alla individuazione della legge di
decadimento del livello sonoro (espressa in dB per raddoppio della distanza), e non
alla stima del fattore di correzione ambientale K.
Lezione del 26/11/01 16:30-18:30
- 3 -
Rilievi sperimentali
Al fine di ottenere sperimentalmente il fattore di correzione ambientale K in
ambienti bassi e vasti, si adottata una procedura combinata che prevedeva i
seguenti punti:
Impiego di una sorgente omnidirezionale (dodecaedro) di potenza sonora
nota (110 dBA), alimentata con rumore rosa
Misurazione simultanea del livello di potenza sonora della stessa su una
superficie di inviluppo standardizzata (5.4x5.4x2.7m), mediante le
metodologie ISO 3746 (pressione) ed ISO 9614/2 (intensimetria)
Misurazione del decadimento del livello sonoro con la distanza secondo
norma UNI U20.00.054.0
Misura del tempo di riverberazione dell'ambiente secondo ISO3382
(risposta all'impulso ottenuta con tecnica MLS, integrazione all'indietro di
Schroeder ed estrapolazione del tratto di decadimento sonoro compreso fra
-5 e -25 dB)
Verifica pratica mediante misurazione in condizioni operative del livello di
potenza sonora di una o pi macchine, impiegando simultaneamente sia la
tecnica intensimetrica che il tradizionale rilievo in pressione sonora.
Tranne l'ultimo rilievo in condizioni operative, tutti gli altri rilievi sono stati
eseguiti a stabilimento fermo, con rumore di fondo trascurabile rispetto a quello
emesso dalla sorgente di prova.
La seguente tabella riporta i principali dati relativi ai 4 stabilimenti studiati:

Nome V (m
3
) H (m) T
med
(s) K
sperim
(dBA) K
Sabine
(dBA)
Thessaloniki 48836 8.3 2.60 2.40 0.48
Pelfort 72000 11.92 2.45 1.45 0.48
Patrasso 32000 8.0 3.50 2.75 0.51
Fredericia 27575 7.62 0.80 1.45 0.40



Tab 1, Fig 1 Riepilogo dei rilievi eseguiti

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- 4 -
Il valore sperimentale del fattore di correzione ambientale K
sperim
, riportato
nella tabella, il risultato della differenza fra il livello di potenza misurato secondo la
norma ISO3746 (senza applicazione del fattore K teorico) e quello misurato secondo
ISO9614/2 (che di sua natura immune dal contributo della riverberazione del
locale). Si nota che lo stesso drasticamente superiore al valore riportato nellultima
colonna della tabella, ottenuto dalla applicazione della applicazione della
formulazione di Sabine classica, sulla base delleq. (3).
Le seguenti 4 figure mostrano il confronto fra i livelli sonori in funzione della
distanza ottenuti sperimentalmente e quelli ricavati dalla relazione (2):





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Figure 2,3,4,5 Confronto tra livelli sonori sperimentali e
teorici (equazione (2)) in funzione della distanza

Si osserva come i tracciati siano sostanzialmente divergenti, e come a distanze
dalla sorgente dellordine dei 5-15 m si verifichino differenze anche di 4-5 dB(A).
Ci significa che le formule basate sulla teoria di Sabine sottostimano in modo
rilevante il contributo del campo sonoro riverberante prodotto da sorgenti sonore
situate in questo range di distanze, e dunque sia il fattore di correzione ambientale,
sia il contributo di sorgenti estranee a quella di oggetto di misura vengono
drasticamente falsati, con il risultato che il livello di potenza sonora della macchina
in esame viene sovrastimato.
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Simulazione numerica
E' stata eseguita la simulazione numerica della propagazione del rumore nel caso
dello stabilimento di Fredericia. La seguente figura illustra il modello CAD
dell'ambiente stesso, usato per le simulazioni acustiche.

Figura 6 Modello CAD dello stabilimento di Fredericia

I valori dei coefficienti di assorbimento dei materiali sono stati aggiustati
manualmente, onde minimizzare lo scostamento fra i valori sperimentali e quelli
calcolati dei tempi di riverberazione T
20
alle varie frequenze.
La seguente figura riporta il confronto fra i valori del livello sonoro rilevati
sperimentalmente e calcolati dal codice di calcolo a varie distanze dalla sorgente.


Figura 7 Confronto tra valori di livello sonoro rilevati
sperimentalmente, teoricamente e con codice di calcolo
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Si nota che l'accordo molto buono. E' stata altres eseguita la simulazione del
funzionamento dell'intero stabilimento, introducendo nel modello numerico un
adeguato numero di sorgenti sonore, caratterizzate da livelli di potenza ottenuti da
rilievi sperimentali eseguiti sulle singole macchine effettivamente installate nello
stabilimento. Il confronto fra la mappatura dei livelli sonori ottenuti
sperimentalmente e quelli calcolati dal programma visibile nella seguente figura.


Figura 8 Confronto tra mappatura dei livelli sonori
sperimentali e di quelli calcolati dal programma Ramsete

Anche se l'accordo non cos buono come nel caso della simulazione eseguita
con la sola sorgente omnidirezionale di riferimento, comunque si ottenuto un
andamento della distribuzione del livello sonoro in discreto accordo con quella
sperimentale, con un valore medio quadratico dell'errore di calcolo di 1.6 dB(A), e
con errore massimo di 3.5 dB(A). Ci si attende un significativo miglioramento della
precisione di calcolo dall'impiego di dati di emissione delle sorgenti sonore pi
raffinati, ottenuti mediante tecnica intensimetrica, comprendenti anche i "balloon" di
direttivit delle singole sorgenti.
E' comunque evidente da entrambe le simulazioni eseguite che l'algoritmo di
pyramid tracing non ha di per se alcun problema nell'analisi di ambienti bassi e vasti,
e consente dunque di valutare le condizioni di propagazione e stimare correttamente
il valore del fattore di correzione ambientale K, note che siano la geometria
dell'ambiente e le caratteristiche di fonoassorbimento delle superfici dello stesso.
L'attuale limite di impiego della simulazione numerica di ambienti industriali
risiede soltanto nella mancanza di idonei dati in ingresso, in particolare sia per
Lezione del 26/11/01 16:30-18:30
- 8 -
quanto riguarda le propriet fonoassorbenti delle superfici, sia soprattutto per i livelli
di potenza sonora e la direttivit delle sorgenti, che per di pi sono sovente variabili
in funzione delle lavorazioni eseguite o della tipologia di prodotto trattato.
Entrambi questi problemi possono comunque essere risolti grazie all'impiego di
avanzate tecniche di rilievo sperimentale in situ, facenti impiego dell'intensimetria
acustica. E' stato infatti gi mostrato come tramite questa tecnica si possa procedere
al rilevamento in situ del coeff. di assorbimento acustico dei materiali ed alla esatta
quantificazione della emissione sonora di una macchina, purch il campo sonoro
nell'ambiente resti stazionario nel corso del rilievi.







Formulazione empirica semplificata
Nonostante la tecnica di simulazione numerica impiegata abbia fornito risultati
soddisfacenti, la stessa non pu attualmente essere impiegata in modo generalizzato,
sia per la mancanza di dati gi delineata, sia per il tempo necessario alla
modellizzazione geometrica di ambienti sovente molto complessi. Quest'ultimo
fattore solitamente la voce di costo pi rilevante, in quanto la messa a punto della
rappresentazione numerica tridimensionale dell'ambiente pu risultare da sola pi
costosa dello stesso acquisto dello strumento di calcolo...
E' pertanto estremamente utile disporre di una formulazione empirica molto
semplice, alternativa all'impiego delle formule basate sulla teoria di Sabine gi
illustrate, che consenta una stima del fattore di correzione ambientale K decisamente
meno errata di quella ottenibile con queste ultime.
E' inoltre opportuno che tale formulazione si integri con le prescrizioni contenute
nelle norme ISO 3744/46 ed 11203/4, dimodoch la stessa possa venire lecitamente
impiegata nell'esecuzione di rilievi aventi valore legale in ambienti bassi e vasti. A
questo proposito, la formula empirica qui proposta consente di mantenere valide le
relazioni (1), per il calcolo del numero di unit assorbenti totali S a partire dal
valore sperimentale del tempo di riverberazione T, e (3), per il calcolo del fattore di
correzione ambientale K. Il trucco consiste nellintrodurre nella (1), al posto del
volume complessivo dellambiente, un volume ridotto V, funzione dellaltezza del
locale h e della distanza del punto considerato dalla sorgente d, ovvero della
estensione della superficie di inviluppo S considerata:

h S h h d h V + = + =
3 2 3
10 2 10 ' (5)
formula empirica

Impiegando tale relazione per il calcolo del fattore di correzione ambientale K, si
ottengono dei valori teorici in buon accordo con quelli rilevati sperimentalmente nei
4 stabilimenti studiati, come mostrato nelle seguenti 4 figure.
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Figure 9,10,11,12 Fattori K sperimentali, teorici (Sabine)
e calcolati col volume ridotto V a confronto

Anche se l'accordo con i dati sperimentali non perfetto ovunque, si osserva
comunque una drastica riduzione dell'errore nella stima del fattore di correzione
ambientale K rispetto all'impiego della formula di Sabine (1) con il volume
complessivo dell'ambiente. L'accordo molto buono soprattutto per distanze dalla
sorgente comprese fra 5 e 10 m, che corrispondono ai casi pi frequentemente
incontrati nella pratica, mentre a distanze maggiori compare qualche scostamento,
sicuramente dovuto alla particolare geometria degli ambienti ed alla presenza in esso
di ostacoli o superfici schermanti/riflettenti, che ovviamente non vengono prese in
considerazione dalla semplice formula empirica (5), e che invece, se correttamente
introdotte in un modello di simulazione numerica, possono venire risolte come
mostrato nel precedente paragrafo.

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Normativa a tutela della salute negli ambienti di lavoro
Concetti generali
Ligiene del lavoro ha per scopo lidentificazione ed il controllo dei fattori di
rischio relativi allambiente di lavoro al fine di assicurare il benessere delluomo
nellambito del processo lavorativo.
Per ambiente di lavoro si intende lo spazio, nel quale si svolge lattivit
lavorativa, caratterizzato da fattori fisici (clima, microclima, radiazioni ionizzanti e
non, rumore, ultrasuoni e vibrazioni) e fattori chimici (sostanze allo stato
corpuscolare e volatile).
Per benessere si intende il complesso ottimale delle condizioni ambientali
nellambito del processo lavorativo in relazione alle componenti fisiologiche
delluomo rapportate al tempo di esposizione.
Per ogni fattore fisico e chimico vengono stabilite correlazioni tra i valori
ammissibili relativi al fattore considerato (detto anche fattore di rischio) ed i
tempi di esposizione degli operatori; tali correlazioni sono stabilite in base a dati
ricavati dallesperienza operativa, o risultati di ricerche sperimentali sia su animali
che sulluomo.
I valori ammissibili dei fattori di rischio sono valori di riferimento per la
progettazione igienica degli ambienti di lavoro.

Poniamo ora la nostra attenzione, nellambito di questa normativa digiene cos
complessa e variegata, sulle norme riguardanti il fattore fisico rumore.

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Rumore



Effetti negativi del rumore
Danni a carico delludito, danni a carico di altri organi o della psiche, disturbo
del sonno e del riposo, interferenza sulla comprensione della parola o di altri segnali
acustici, interferenza sul rendimento, lefficienza, lattenzione, lapprendimento,
sensazione generica di fastidio. Per i danni a carico delludito nellambito
dellambiente di lavoro, di grande significativit il livello equivalente continuo
del rumore, ponderato A, riferito alla durata normale dellorario di lavoro (8
h/giorno, 5 giorni/settimana, 50 settimane/anno) e si indica con L
eq
.



Rilevazione del rumore
Per i metodi di rilevazione e la strumentazione necessaria, prevista dalla
normativa vigente, per indagini sul rumore negli ambienti di lavoro si veda la
seguente tabella

Scopo dellindagine Metodiche da impiegare Strumentazione
Acquisizione dei dati per la
valutazione del rischio di danno
uditivo



Acquisizione dei dati per
lattuazione di provvedimenti di
protezione acustica







Effettuazione dei controlli
per accertare lentit della dose
di rumore assordante
Valutazione del livello
sonoro in dB(A) per lettura
diretta
Valutazione del livello
equivalente continuo


Analisi spettrale del
rumore per bande di ottava
Studio della disposizione e
del contributo delle diverse
sorgenti alla rumorosit globale
Studio delle caratteristiche
acustiche del locale



Dosimetri individuali
Misuratore sonoro (IEC
179)
Registratore magnetico
professionale




Misuratore di livello sonoro
continuo equivalente
Misuratore di livello sonoro
con banco di filtri per bande di
ottava o di 1/3 di ottava
Generatore di rumore
bianco (per tempo di
riverberazione)
Registratore magnetico
professionale


Dosimetria del rumore in
rapporto al tempo di esposizione
Individuazione del
superamento di un livello di tetto
precalcolato
Tabella 2 Metodiche di rilevazione e strumentazione
necessaria per indagini sul rumore negli ambienti di lavoro


Lezione del 26/11/01 16:30-18:30
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Prevenzione da rumore
Principali provvedimenti per la prevenzione del danno da rumore nellambito
dellambiente di lavoro:
riduzione rumore alla sorgente (riduzione di vibrazione durto, vibrazioni da
sfregato, vibrazioni forzate, vibrazioni libere, risonanza mediante riduzione,
equilibratura, ripartizione delle forze meccaniche, riduzione delle superfici
radianti, riduzione dellefficienza di emissione delle superfici vibranti ecc.),
intervalli sulle vie di trasmissione del rumore (incapsulamento sorgenti
installazione schemi, isolamento basamenti ecc.),
interventi di protezione acustica dellambiente (isolamento di pavimenti,
pareti, soffitti ecc., installazione di pannelli e strutture fonoassorbenti, cabine
insonorizzate di telecomando delle macchine ecc.),
provvedimenti di protezione acustica individuale (cabine insonorizzate per il
riposo silente degli operatori, cuffie antirumore, tappi auricolari, ecc.).
Il personale va sottoposto a controlli audiometrici periodici.



Aspetti normativi
Allo scopo di tutelare i lavoratori dai rischi di rumore il D.L. 277 del 15/8/91
concernente lattuazione delle direttive CEE n. 80/1107, n. 82/605, n. 86/188 e n.
88/642 in materia di protezione dei lavoratori contro rischi derivanti da esposizione
ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro. Il capo IV di tale decreto
interamente dedicato alla protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a
rumore durante il lavoro.

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Conclusioni
Lo studio eseguito, svolto grazie ad una collaborazione fra SASIB Beverage ed
Universit di Parma, ha consentito di evidenziare il peculiare comportamento
acustico degli edifici industriali bassi e vasti. Esso causa un rilevante contributo
dovuto alle riflessioni sonore, che producono un innalzamento del livello sonoro
complessivo ben superiore a quanto solitamente ipotizzato sulla base della teoria di
Sabine. Tale effetto particolarmente drammatico in quei comparti produttivi
caratterizzati da numerose sorgenti sonore distribuite, legate a macchinari di
trasporto (imbottigliamento, packaging), e contemporaneamente da posizioni degli
operatori situate a distanze di alcuni metri dalle sorgenti sonore.
In ogni caso, comunque, la corretta valutazione dell'emissione sonora dei
macchinari o dell'esposizione dei lavoratori viene alterata da tale meccanismo di
propagazione, senza che i termini correttivi previsti dalle norme ISO di pi comune
impiego riescano a compensarlo adeguatamente.
I rilievi sperimentali hanno mostrato come la tecnica intensimetrica consenta la
corretta stima del livello di potenza sonora, e come l'impiego di una sorgente sonora
di riferimento (di potenza nota) consenta altres di accedere direttamente al valore
"vero" del fattore di correzione ambientale K. Tuttavia tali tecniche di rilievo sono
costose e complesse, e probabilmente la maggior parte degli operatori continuer ad
usare semplici rilievi fonometrici ancora per molti anni.
E' stata anche valutata la possibilit di impiegare avanzati programmi di
simulazione numerica per studiare la propagazione del rumore in ambienti
industriali: i risultati sono stati incoraggianti, e mostrano come con tali strumenti si
possa ottenere una ragionevole valutazione previsionale nel caso della progettazione
di nuovi reparti produttivi. Il tempo richiesto comunque risultato tuttora troppo
elevato per l'utilizzo generalizzato di tali metodiche al semplice scopo di stimare il
valore corretto del fattore di correzione ambientale K.
Sulla base dei dati rilevati sprimentalmente ed ottenuti dalle simulazioni
numeriche, stata pertanto derivata una semplice relazione empirica per la stima di
un volume ridotto dell'ambiente, da introdurre nella relazione di Sabine onde
"aggiustarla" nel caso di impiego in ambienti bassi e vasti. Tale relazione richiede
semplicemente la conoscenza dell'altezza media del locale e della distanza del punto
considerato dalla sorgente sonora, ovvero della superficie di inviluppo impiegata. Le
dimensioni effettive in pianta dell'ambiente risultano cos in pratica ininfluenti sul
risultato.
L'impiego della relazione empirica qui presentata consente un significativo
miglioramento della stima del fattore di correzione ambientale K, mantenendo
comunque la pi completa compatibilit con la formulazione prevista dalle norme
tecniche vigenti.
Il proseguimento della ricerca consister nell'affinamento delle tecniche di
simulazione numerica, ed in particolare nel rilevamento di dati di ingresso per le
simulazioni (assorbimento dei materiali, potenza sonora delle macchine) e nel
miglioramento dell'interfaccia CAD, onde ridurre i tempi necessari alla modellazione
geometrica dell'intero stabilimento.
Si cercher inoltre una giustificazione teorica della relazione (5), sulla linea di
quanto fatto a suo tempo per la formula di Sabine stessa, che dopo essere stata
ricavata sulla base di risultati sperimentali, stata giustificata teoricamente solo dopo
ulteriori, avanzati studi.
Lezione del 26/11/01 16:30-18:30
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Esempio applicativo (1)

Si vuole valutare leffetto di un trattamento ambientale in uno stabilimento basso
e vasto. I dati di calcolo sono i seguenti:
Sia S una sorgente di rumore puntiforme
Sia r un ricevitore posto al centro delledificio
Lambiente sia semiriverberante con le seguenti dimensioni:



r
3 s


5
10

Siano dati i seguenti coefficienti di assorbimento
1 . 0 =
pavim

1 . 0 =
pareti

2 . 0 =
soffitto

La potenza della sorgente sonora sia:
[ ] W W
sonora sorg
5
.
10

=

1. Si richiede di calcolare all'interno della stanza il livello di pressione al
ricevitore L
p
dovuto allonda diretta.
2. Calcolare il livello di pressione dovuto allonda riverberante.
3. Calcolare il livello di pressione totale al ricevitore.

Risoluzione
Per un ambiente semiriverberante vale la seguente formula per calcolare il
livello di potenza dellonda diretta:
) log( 10
4
1
log 20 ) log( 20
,
Q d L L
W dir p
+ =

(1)
Calcoliamo ora la distanza dalla sorgente sonora al centro della stanza

1.5
5
s
r
d

[ ] m d 25 . 27 5 . 1 5
2 2
= + = (2)
Lezione del 26/11/01 16:30-18:30
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Il livello di potenza dato da
[ ] dB
W
W
L
rif
sonora sorg
W
70
10
10
log 10 log 10
12
5
.
=

(3)
Per la direttivit Q, ricordiamo le seguenti possibilit

Posta su sup.
Omnidirezionale riflettenti ad angolo nel vertice
Q=1 Q=2 Q=4 Q=8

Valore della direttivit a seconda della posizione della
sorgente sonora

Quindi nel nostro caso
4 = Q (4)
Sostituendo (2), (3) e (4) in (1) si ottiene il livello di pressione richiesto al
ricevitore dovuto allonda diretta
( ) [ ] dB L
dir P
6 . 50 ) 4 log( 10 11 25 . 27 log 20 70
,
= + = (5)
Prima di calcolare il livello di pressione dovuto allonda riverberante, facciamo
alcune osservazioni preliminari: guardando il grafico seguente

L
P
L
W
= 19.4
d / Q
1/2
= 2.6


Ad ogni distanza, il valore di K rappesenta la differenza fra
il livello del campo semi-riverberante e quello del campo
libero.
Lezione del 26/11/01 16:30-18:30
- 17 -
In un ambiente di questo tipo, non prevarr londa diretta, ma anche una parte
significativa di onda riverberante, ci si aspetta di ottenere un valore di livello di
pressione maggiore di quello dovuto alla sola onda non-riverberante.
Procediamo dunque al calcolo del livello di pressione dovuto allonda
riverberante, utilizzando la seconda formula della teoria di Sabine.

+ =
A
L L
W riv P
4
log 10
,
(6)
dove A definito come
( ) ( ) ( ) ( )
[ ]
2
24
1 . 0 3 10 2 1 . 0 3 5 2 2 . 0 5 10 1 . 0 5 10
m
S A
i i
=
= + + + =
= =


allora
[ ] dB L
riv P
2 , 62
24
4
log 10 70
,
=

+ = (7)
Il livello di pressione totale risulta
[ ] dB
A d
Q
L L
W SR P
5 . 62
24
4
25 . 27 4
4
log 10 70
4
log
4
log 10
2
,
=

+

+ =


+ =

(8)
Osservazione:
Il livello di pressione non si discosta molto da quello dovuto alla componente
riverberante; si poteva quindi trascurare il contributo dellonda diretta in quanto il
livello di pressione trascurabile rispetto a quello dovuto allonda riflessa
Daltra parte, facendo la somma logaritmica di (5) e (7), si vede subito quanto
appena asserito.

+ = =
10 10
, , ,
, ,
10 10 log
riv P dir P
L L
riv P dir P SR P
L L L (9)

Supponiamo ora di avere unaltra sorgente sonora allinterno della stanza.
Per calcolare il livello di pressione totale al ricevitore si applica la
sovrapposizione degli effetti:



R S2
S1





2 , , 2 , , 1 , , 1 , , , riv P dir P riv P dir P SR P
L L L L L = (10)
Lezione del 26/11/01 16:30-18:30
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Esempio applicativo (2)

Ricavare il valore del coefficiente di assorbimento
P
di una superficie di prova
posta in camera riverberante.
Sia data una camera riverberante con le seguenti dimensioni:



5


7
8

Dimensioni della superficie di prova:
[ ]
2
10 m S
prova
=
I coefficienti di assorbimento delle pareti del soffitto e del pavimento
sono uguali
6 ,..., 1 , = = j i
j i

Il tempo di riverberazione quando la stanza vuota
[ ] s T 10
1
=
con la presenza della lastra di prova invece
[ ] s T 4
2
=

Risoluzione
Il tempo di riverbero :
C C
C
R
S
V
T

16 . 0 (1)
Da questo possiamo ricavare il coefficiente di assorbimento della camera.
0171 . 0
5 7 2 5 8 2 7 8 2
5 7 8
10
16 . 0
16 . 0
1
=
+ +

=

=
T S
V
C
C
C
(2)
Da notare che il valore ottenuto molto basso in quanto la camera riverberante
e non vi assorbimento.

Al momento del posizionamento della lastra si pu scegliere di adagiarla su una
superficie qualsiasi, poich allinterno della camera riverberante il livello di
pressione uguale in ogni punto. In termini pratici, una volta posizionata la
superficie di prova, viene modificato il valore del coefficiente di assorbimento
equivalente.
( )
P P C P C
S S S A + =
2
(3)
Lezione del 26/11/01 16:30-18:30
- 19 -

A
2
viene calcolato dai dati iniziali
[ ]
2
2
2
2 . 11
4
2800
16 . 0 16 . 0 m
T
V
A
C
= = = (4)
da (3) e da (4) si calcola infine il coefficiente della superficie di prova
( )
69 . 0
2
=

=
P
C P C
P
S
S S A
(5)


Marco Gardellini Matricola 131400 Lezione del 27/11/2001 - 14:30-16:30

Misure acustiche nelle sale

Universit degli Studi di Parma
Corso di Fisica Tecnica



Parte prima: Osservazioni introduttive

Lanalisi dellacustica di una sala e la misurazione dei parametri acustici che la
caratterizzano si compie sollecitando il sistema con un segnale impulsivo e
ricavandone cos la risposta allimpulso.

Parte seconda: Descrizione dellesperimento

La tecnica di misura pi tradizionale per ricavare la risposta allimpulso della
sala, oggetto della nostra analisi, basata sulla simulazione del segnale impulsivo
attraverso luso di colpi di pistola a salve.
A tale scopo si pu utilizzare una pistola a tamburo, sulla punta della quale
montato un diffusore dalluminio tutto forellato, in modo che il suono emesso abbia
un fronte di propagazione abbastanza uniforme.
Chi spara deve avere inoltre laccortezza di proteggersi le orecchie con delle
cuffiette oppure con degli appositi tappi antirumore che filtrano molto le alte
frequenze, lasciando passare di pi le basse.
La misurazione della risposta allimpulso della sala deve avvenire in assenza di
sistemi di amplificazione accesi (per esempio radiomicrofoni).
La risposta della sala viene registrata utilizzando un piccolo registratore stereo
digitale, chiamato in gergo tecnico dat (digital audio tape), mentre come microfoni si
possono utilizzare un paio di cuffie dotate di due microfoni stereo molto piccoli che
si devono collocare allimboccatura del condotto uditivo.
Questo microfono consente di fare una registrazione su due canali dove ciascun
segnale, ciascun canale destro e sinistro, presenta il suono allingresso del condotto
uditivo.
Una volta effettuati gli spari i dati relativi alla coda sonora che ne deriva sono
registrati sulla cassettina del dat.
Questa registrazione digitale viene trasferita sulla scheda audio del computer
dove vi si operer in digitale.
Nel caso in cui non si fosse dotati di una scheda audio professionale con
lingresso in digitale si costretti a fare il trasferimento della registrazione in
analogico e poi ad effettuare una nuova conversione A/D peggiorando la qualit dei
dati.
Per trasferire la registrazione dalla cassettina del dat al computer ci si avvale di
un editor di forme donda, il pi comune Cool Edit Pro, con questo programma si
genera unonda dello stesso formato con cui il segnale stato registrato sul dat (il
dat, normalmente, pu registrare massimo a 48 KHz stereo 16 bit), si collega poi il
cavetto del dat con lingresso della scheda audio e si effettua la registrazione.
Cool Edit Pro un programma che consente di registrare i suoni e di elaborarli
in molti modi diversi preparandoli ad esempio per farne poi un CD, quindi un
Lezione del 27/11/2001 - 14:30-16:30

- 2 -
software molto usato negli studi di registrazione e nelle radio private dove c
necessit di campionare i suoni e di modificarli in vari modi: allungarli, accorciarli,
filtrarli, riverberarli, ecc...
Una volta che si hanno le risposte allimpulso sul computer le si va a salvare su
disco, tipicamente queste registrazioni vengono salvate su un computer in formato
.wav (.wav il formato tipico dei file audio su Windows).
Il formato .wav pu contenere un qualsivoglia numero di canali con qualunque
frequenza di campionamento e qualunque risoluzione come numero di bit.
Cool Edit in grado di supportare una vasta gamma di formati avanzati dei
file .wav, sia a 24 che a 32 bit (3 e 4 byte), quindi sostanzialmente in grado di
salvare qualunque tipo di formato non solo di file .wav ma anche di molti altri tipi di
file del suono, i pi comuni sono:
- .aif, il formato pi comune sulle macchine Unix oppure Macintoshes.
- .voc, il formato della Sound Blaster.
E un formato obsoleto perch la Sound Blaster una scheda audio obsoleta,
serve solo per la compatibilit col passato.
- .tim, il formato del sistema Mlissa, sistema che ha fatto la storia delle misure
acustiche.
Il nome di questa estensione unabbreviazione della parola inglese time, sta
a indicare che questi file sono segnali nel dominio del tempo.
E importante mantenere la compatibilit con questo formato soprattutto
perch il software di Mlissa molto utilizzato anche oggi in quanto, pur
trattandosi di un vecchio programma DOS privo di interfaccia grafica, in
grado di fare dei tipi di elaborazione che di fatto anche i programmi pi
moderni sotto Windows non sono mai riusciti ad eguagliare.
Tutti questi formati vengono supportati da Cool Edit Pro grazie allesistenza di
molti programmini addizionali che sono, dal punto di vista tecnico, delle DLL
(dinamic link library), cio delle librerie a link dinamico che vengono scritte e
compilate in maniera indipendente dal programma principale.
Ogni DLL viene salvata nella stessa directory del programma principale, in
questo caso Cool Edit, e viene resa operativa ogni volta che il programma aprendosi
la rileva.
In generale le DLL del Cool Edit sono di due tipi: quelle aventi estensione .flt (i
filter, che nella terminologia del Cool Edit sono filtraggi dingresso e duscita, cio
di salvataggio e di lettura da disco, filtri di importazione) e quelle aventi estensione
.xfm (xfm lacronimo di transform, i filtri veri e propri che processano il segnale).
Il file aif.flt, per esempio, la DLL che serve a leggere e a scrivere i file in
formato .aif, mentre tim.flt quella che rende in grado Cool Edit Pro di leggere e
scrivere i file nel formato .tim della scheda Mlissa, quindi, quando si in presenza di
un formato sconosciuto a Cool Edit, sufficiente aggiungere al programma la DLL
corrispondente e questi diventa cos in grado di leggere e di scrivere qualunque tipo
di formato. In questo modo si possono estendere le funzionalit di Cool Edit Pro.

Parte terza: Analisi dei dati sperimentali

Siamo ora in possesso della risposta dellambiente chiuso ai nostri spari e dalla
risposta allimpulso si possono estrarre un grande quantitativo di informazioni
sullacustica dellambiente, come i tempi di riverberazione e molti altri parametri
acustici caratteristici della sala.

Lezione del 27/11/2001 - 14:30-16:30

- 3 -


Figura 1 Risposta allimpulso dellambiente.


- Tempi di riverberazione

Sulla curva di decadimento di una sorgente sonora stazionaria si definisce il
tempo di riverberazione come il tempo necessario al decadimento di 60 dB, si indica
infatti con T
60
.
Attraverso il procedimento matematico noto come lintegrazione allindietro di
Schroder possibile in maniera molto semplice e veloce il calcolo del decadimento
di un suono stazionario interrotto (tempo di riverbero) in una sala mediante la misura
della risposta allimpulso.
Questoperazione dintegrazione allindietro viene svolta nella nostra esperienza
da Acoustical Parameters, un ulteriore funzione di Cool Edit Pro.



Figura 2 Integrale di Schroeder.


Lezione del 27/11/2001 - 14:30-16:30

- 4 -
In Acoustical Parameters ci viene richiesta una serie di parametri tra cui
lintervallo in decibel su cui estrapolare la pendenza della curva di decadimento, e
quindi calcolare un particolare tempo di riverberazione, chiamato dal programma
T
USER
, in quanto basato su dati forniti dallutente.
In teoria noi dovremmo seguire la definizione di Sabine e calcolare il tempo di
riverbero sullintervallo 0 - 60 dB, ma in situazioni reali non si verifica mai un
decadimento sonoro di 60 dB.
Nel caso illustrato in figura 3 stato scelto lintervallo da 5 a 15 dB rispetto al
livello della sorgente stazionaria a regime, quindi un range di soli 10 dB anzich 60,
il valore cos misurato si chiama in gergo tecnico T
10
.
Quando la sorgente stazionaria viene spenta il livello a regime decresce fino a
raggiungere il livello minimo del rumore di fondo (L
0
), ad esempio il rumore
dellimpianto di ventilazione della stanza.
In teoria si dovrebbe considerare il punto sul piano L - t in cui il livello pari al
livello a regime (-0 dB) e il punto in cui si ha un decadimento di 60 dB, in pratica,
come gi detto, non sempre si ha un decadimento di 60 dB, allora si fa in modo che il
computer consideri il punto nel quale si raggiunto un decadimento di 5 dB e
quello in cui si ha un decadimento di 15 dB e gli si fa calcolare la pendenza del
tratto congiungente, in modo che riportando questa pendenza ad un decadimento
teorico di 60 dB, estrapolandola dal risultato ottenuto, si arrivi a misurare il tempo di
riverbero su questo segmento estrapolato (T
10
).
Il T
10
non , dunque, il tempo necessario ad un decadimento di 10 dB,
comunque il tempo necessario ad un decadimento di 60 dB, per estrapolato da un
tratto lungo il quale il livello decresce di 10 dB.

























Figura 3 Misura del tempo di riverbero sulla curva di decadimento.


L [dB]
LREG
L0
-60 dB
-5 dB
-15 dB
t [s]
Lezione del 27/11/2001 - 14:30-16:30

- 5 -
Analogamente si pu fare questa estrapolazione prendendo due punti aventi
livello -5 e 25 e questo ci dar quello che si chiama il T
20
, oppure si pu considerare
i due punti aventi livello 5 e 35 in modo da ottenere il T
30
.
Il tempo di decadimento del primo tratto della curva di decadimento stessa, da -0
a 10 dB, si chiama edt (early decay time).
Tutti questi parametri (T
10
, T
20
, T
30
) sono sempre tempi per un decadimento di
60 dB, solo che vengono estrapolati da un intervallo lungo 10, 20 oppure 30 dB.
Quindi in una stanza non esiste un unico valore del tempo di riverbero, ma ne
esistono tanti, esiste lEDT, esiste il T
10
, esiste il T
20
, esiste il T
30
.
Se il decadimento fosse lineare tutti questi parametri avrebbero lo stesso valore,
che quello che chiamiamo normalmente il T
60
, cio il tempo di riverbero di Sabine;
in realt, poich per gli ambienti reali la curva di decadimento solitamente una
linea curva che cambia spesso concavit, non necessariamente questi valori sono
coincidenti e quindi noi troveremo facilmente, nella nostra analisi di una sala, dei
valori di EDT diversi, ad esempio, dai valori di T
30
.
La variazione del tempo di riverbero in funzione del range di decadimento
considerato un indicatore del tipo di campo sonoro, pi i valori dei vari parametri
sono vicini tra loro, pi il campo si dice sabiniano, cio ubbidisce alla teoria di
Sabine; la presenza, invece, di valori molto diversi tra lEDT e il T
30
indice del
contrario.
Acoustical Parameters riporta i valori dei vari tempi di riverbero (lEDT, il T
10

(nel nostro caso coincidente con il T
USER
), il T
20
e il T
30
) tutti in ununica tabella
(figura 4).

OCTAVE BAND ACOUSTICAL PARAMETERS

Band Lin 31.5 63 125 250 500 1k 2k 4k 8k 16k
Parameters
C50 [db] 7.554 4.121 10.25 7.583 4.832 8.746 7.321 5.862 8.12 9.469 12
C80 [db] 13.48 12.39 18.65 12.71 10.39 14 14.86 11.28 14.76 15.48 19.69
D50 [%] 85.06 72.09 91.38 85.15 75.26 88.22 84.37 79.41 86.64 89.85 94.06
TS [ms] 27.89 41.96 21.68 33.48 36.33 32.26 29.27 30.74 28.5 23.49 22.87
EDT [s] 0.3425 0.3191 0.226 0.3534 0.4178 0.2593 0.3305 0.4187 0.3195 0.2912 0.2255
RT20[s] 0.3174 0.6298 0.2825 0.343 0.4307 0.3156 0.3125 0.3052 0.3062 0.2888 0.2278
r RT20 0.9986 0.9625 0.9751 0.9682 0.9863 0.9962 0.9913 0.9914 0.9965 0.9985 0.9959
RT30 [s] 0.3325 0.6633 0.3402 0.3957 0.4487 0.3182 0.334 0.3147 0.3134 0.2911 -
r RT30 0.9983 0.9878 0.9827 0.957 0.9947 0.9956 0.9949 0.9964 0.9985 0.9986 -
RTU [s] 0.3257 0.4439 0.3748 - 0.3819 0.3072 0.2947 0.3671 0.284 0.2958 0.2476
r RTU 0.9978 0.8523 0.9575 - 0.9551 0.9626 0.9773 0.9939 0.9937 0.995 0.9877
Noise
Correction
Yes yes yes yes Yes yes yes yes yes yes yes

Figura 4 Tabella di Acoustical Parameters.


In questa tabella compaiono altri cinque parametri molto importanti per capire la
qualit acustica di una sala, la loro importanza varia a seconda della funzione della
Lezione del 27/11/2001 - 14:30-16:30

- 6 -
sala, sono infatti due i principali tipi di informazione che il canale acustico trasmette
tra le persone: il parlato e la musica.
Sebbene questi due tipi di informazione abbiano requisiti diversi, i parametri che
si utilizzano per la valutazione degli ambienti sono in parte gli stessi.
Il tempo di riverberazione gi di per s un indicatore della qualit della sala,
valori estremi del tempo di riverbero (molto bassi o molto alti) sono infatti indicatori
di un difetto acustico.
Per ogni tipo di edificio esistono valori ottimali del tempo di riverberazione,
suggeriti in funzione della frequenza sonora e in funzione delle dimensioni del
locale.
I requisiti acustici per gli edifici di utilizzo scolastico, ad esempio, sono fissati
nel decreto ministeriale del 18\12\1975; questo un decreto importantissimo, in
quanto, in assenza di altri decreti, si fa riferimento a questi parametri anche per altri
tipi di edifici pubblici (tribunali, ospedali).
In questo decreto vengono normalizzati, tra le altre cose, anche i tempi di
riverberazione (vedi figura 5). I tempi di riverberazione ottimali sono dati in funzione
della frequenza da una curva a campana rovesciata che mostra come il valore
minimo del tempo di riverbero si ha intorno ai 2000 Hz; tollerato un aumento del
tempo di riverbero verso le basse frequenze, che normalmente si verifica, ed
tollerato anche un aumento verso le alte, che normalmente non si verifica, perch
lassorbimento dellaria diventa un elemento rilevante.
Quindi la norma mi impone dei valori limite sul tempo di riverbero.


Valori ottimi del tempo di riverberazione
20
100
500
1.000
5.000
10.000
100.000
50.000
0 1 2 3 4
Tempo di riverberazione (s)
V
o
l
u
m
e

a
m
b
i
e
n
t
e

(
m
3
)



0 0.5 1.0 1.5 2.0
50
100
200
500
1000
5000
2000
10000
F
r
e
q
u
e
n
z
a

(
H
z
)

Valori relativi del tempo ottimo di riverberazione
Dipendenza dalla frequenza del tempo
ottimo di riverberazione


Figura 5 Grafici A e B tratti dal D.M. del 18/12/1975 (dati non ufficiali: fare riferimento alla
documentazione originale).


Il grafico B rappresenta i valori ottimali del tempo di riverberazione per un
ambiente che ha un volume di mille metri cubi.
Lezione del 27/11/2001 - 14:30-16:30

- 7 -
Se lambiente ha un volume pi grande o pi piccolo consentita una
variazione, in proporzione al volume, dei valori limite del tempo di riverbero definiti
dalla stessa campana rovesciata traslata verso lalto o verso il basso.
Il decreto ministeriale del 1975 fissa per le aule scolastiche parametri molto
selettivi, in Italia le aule scolastiche che rispettano questa norma si calcola che non
siano pi del 5%; paesi, invece, molto avanti nella protezione dei loro cittadini dal
rumore sono lAustralia e la Nuova Zelanda.




Chiese
Sale concerto

Ambienti scolastici
D.M. 18/12/75
Teatri
Sala polifunzionale
Studi televisivi


Figura 6 Tempo di riverberazione ottimale in funzione del volume e dellutilizzo
dellambiente.


- Indice di definizione

La norma tecnica che definisce il calcolo degli altri parametri acustici, oltre al
tempo di riverberazione, la norma ISO 3382 del 1997, quindi una norma
abbastanza recente, questo dovuto al fatto che nel settore del calcolo dei parametri
acustici si verificata unevoluzione molto rapida soprattutto nellultimo decennio
che ha reso la precedente versione della norma (datata 1989) completamente
obsoleta, in quanto, nel frattempo, erano state introdotte nuove tecniche di misura e
definiti nuovi parametri acustici.
Questa evoluzione, se possibile, negli ultimi quattro anni si ulteriormente
accelerata, per cui le tecniche di misura descritte nella norma del 97 sono oggi gi
obsolete.
La tecnica di misura dei parametri acustici prevista nella norma del 1997 , per,
una tecnica molto economica, richiede soltanto, come abbiamo gi visto, un semplice
registratorino digitale (dat) e una pistola a salve, quindi diventata, anche se un po
obsoleta, la tecnica standard per la misurazione dei parametri acustici nelle sale.
I parametri stessi sono poi facili da calcolare in quanto sono tutti parametri
basati sul rapporto tra energia utile ed energia dannosa:

DANNOSA
UTILE
E
E
.

Lezione del 27/11/2001 - 14:30-16:30

- 8 -
In una risposta allimpulso si intende la prima parte (il suono diretto e le prime
riflessioni che arrivano in breve ritardo rispetto al suono diretto) come suono utile e
la coda riverberante come dannosa; questo perch il nostro sistema uditivo integra su
un certo periodo e le prime riflessioni servono a rafforzare lunicit del suono diretto
e a rendere il trasferimento dellinformazione pi chiaro e pi preciso mentre la coda
riverberante, pur essendo energia sonora che contribuisce in maniera rilevante al
livello complessivo, non contribuisce al trasferimento dellinformazione (vedi figura
7).

0
0

L
0
L
I

L
reg


Figura 7 Risposta impulsiva (in rosso) e sua integrazione nel tempo (in blu).


Tutti questi parametri acustici vengono descritti dal rapporto fra due integrali,
quello a numeratore lenergia utile, quello a denominatore lenergia dannosa.
In questi rapporti tra energia utile ed energia dannosa il valore ottimale non ,
come si potrebbe pensare, infinito; esiste un valore ottimale finito per questi
parametri, come esiste un valore ottimale finito del tempo di riverbero.
Esistono, inoltre, valori ottimali diversi per il parlato e per la musica. Per la
musica, infatti, un certo impastamento dei suoni, una certa fusione delle note, un
certo intorbidamento spaziale del suono risulta un pregio, mentre non lo ,
evidentemente, dal punto di vista delludibilit della parola.
Il primo parametro acustico che venne introdotto fu la Definizione:

=
0
2
50
0
2
50
) (
) (


d p
d p
D
ms


Lenergia in questa formula espressa come il quadrato della pressione.
La Definizione fu definita da uno studioso tedesco; nel campo dellacustica delle
sale (room acoustic) i tedeschi sono sempre stati la prima potenza mondiale.
Il simbolo D esteso con il pedice 50 sta a ricordare che il suono che viene
assunto come utile al trasferimento dellinformazione quello presente nei primi 50
ms.
Lezione del 27/11/2001 - 14:30-16:30

- 9 -
Questo parametro, per come definito, una grandezza adimensionale, un
numero, che pu variare da 0 a 1; nel caso di presenza di solo suono diretto vale 1,
nel caso, assurdo, di completa assenza di suono diretto ed esclusiva presenza di
campo riverberante il valore limite del rapporto tende a 0.
Questo un indice che venne definito primariamente con lo scopo di
caratterizzare le sale destinate alla parola (come ad esempio le aule scolastiche), per
le sale destinate a questo utilizzo i valori ottimali dellindice di definizione sono
allincirca 0,7 / 0,8 (70 80 %).

- Indice di chiarezza C50

Unaltra grandezza che viene definita nella norma ISO3382 lindice di
chiarezza.
Lindice di chiarezza venne definito da Reimer e Muller, altri due studiosi
tedeschi.
La sua definizione :

=
ms
ms
d p
d p
C
50
2
50
0
2
50
) (
) (
log 10




Nel rapporto che compare nella definizione dellindice di chiarezza a numeratore
vi lenergia utile e a denominatore lenergia dannosa: ci rende questo parametro
molto funzionale, perch comprende in s la definizione del proprio valore ottimale.
Valori di chiarezza positivi (1, 2 dB) indicano un campo sonoro molto chiaro,
troppo chiaro dopo i 2 dB; viceversa valori negativi (-1, -2 dB) indicano un campo
sonoro poco chiaro, e valori inferiori ai 2 dB sono considerati eccessivamente bassi.
Quindi lintervallo ottimale, per questo parametro, dai 2 ai +2 dB.

- Indice di chiarezza C80

Quando si analizza una sala che ha anche una funzione musicale (si possono
infatti avere sale che hanno la doppia funzione: tipicamente un auditorium) il
parametro C
50
non pi il parametro corretto, C
50
un parametro corretto solo per il
parlato, per la musica, siccome vogliamo un suono pi legato, pi mescolato,
accettiamo riflessioni pi tardive; una riflessione, infatti, che arriva 70 ms dopo il
suono diretto gi dannosa per il parlato, ma ancora utile per la musica: di
conseguenza, per lutilizzo musicale, si definisce un ulteriore indice di chiarezza,
chiamato C
80
:

=
ms
ms
d p
d p
C
80
2
80
0
2
80
) (
) (
log 10




Lezione del 27/11/2001 - 14:30-16:30

- 10 -
Nel rapporto vi a numeratore lenergia utile (si considera tale, in questo caso, il
suono da 0 a 80 ms) e a denominatore lenergia dannosa (il suono da 80 ms
allinfinito).
Una propriet importante della definizione dellindice di chiarezza, valida anche
per il C
80
, che porta in s la definizione del proprio valore ottimale.
Il C
80
ha lo stesso intervallo ottimale del C
50
: (2 dB, +2 dB).
Lindice di chiarezza, cos come definito dagli studiosi tedeschi Reimer e
Muller, si presta ad una critica abbastanza fondata formulata per la prima volta dallo
studioso americano Meranek.
Questa critica si basa sul fatto che, seguendo la definizione dellindice di
chiarezza, data in precedenza, nello svolgere lanalisi acustica di una sala, si arriver
ad una incongruenza, ad un assurdo tra il parametro ricavato matematicamente e la
realt fisica della stanza.
Si trover, infatti, un punto della stanza in cui vi una riflessione tardiva di 79
ms, costituente energia ancora utile al trasferimento dellinformazione, movendosi di
poco da quel punto e rilevando cos quella riflessione dopo 81 ms, in realt, il nostro
sistema uditivo, non avendo assolutamente un millisecondo di risoluzione, non ha
percepito la bench minima e apprezzabile differenza e in effetti non praticamente
cambiato niente in realt, ma il valore numerico misurato attraverso la definizione di
indice di chiarezza cambia notevolmente, perch nella formula lenergia riflessa a 79
ms stava a numeratore mentre a 81 ms finisce a denominatore.
Questo fa in modo che mappando i valori di chiarezza nellambito della sala si
riscontrino improvvisamente delle brusche variazioni anche di 1 - 1,5 dB.
Questo chiaramente un artefatto numerico (dato dal fatto che ci debba essere
un limite di integrazione fisso) perch noi ci troviamo in un contesto stazionario.
Per ovviare a questo problema Meranek propose una transizione incrociata (illustrata
in figura 8):
















Figura 8 Transizione incrociata proposta da Meranek.


La funzione w() vale 1 fino a 50 ms, tra i 50 e i 100 ms decresce linearmente,
fino a raggiungere il valore nullo dopo 100 ms, questo per il calcolo dellenergia
utile. Per lenergia dannosa w() vale 0 fino a 50 ms, sale linearmente tra i 50 e i 100
ms, fino a raggiungere il valore unitario dopo i 100 ms.
1
50 ms 100 ms
EUT EDAN
w()
Lezione del 27/11/2001 - 14:30-16:30

- 11 -
Attraverso questa transizione incrociata possibile calcolare il rapporto presente
nelle formule dellindice di chiarezza e dellindice di definizione con un limite di
integrazione che, nellintervallo da 50 a 100 ms, non pi fisso ma variabile e
ricavabile dal grafico di figura 8.
Purtroppo per allinterno del gruppo di lavoro che formul la norma ISO i
tedeschi la facevano da padroni, con Muller capo dellacustica mondiale, e quindi
lindice di chiarezza venne definito con lestremo di integrazione fisso e non venne
adottato questo criterio, anche se migliore.

- Tempo baricentrico

Il tempo baricentrico t
s
, ennesimo parametro acustico definito da uno studioso
tedesco, definito in questo modo nella ISO3382:

=
0
2
0
2
) (
) (


d p
d p
t
s


Il tempo baricentrico un parametro importante, perch, pur mantenendo il
concetto di rapporto energetico, tuttavia un parametro dimensionalmente omogeneo
che non presenta il margine di decadimento ma la quantit di energia che possiede la
coda riverberante rispetto al campo diretto, quindi rappresenta la distribuzione
dellenergia rispetto al suono diretto.
Purtroppo non vi ancora accordo su quali siano i valori ottimali di questo
parametro per quanto riguarda il parlato, in campo musicale, invece, per la musica
sinfonica tedesca il valore suggerito 100 130 ms.
Una sala con tali caratteristiche molto riverberante, cio dotata di scarsa
chiarezza.
A Vienna, a Berlino esistono dei teatri privi di palcoscenico, sale rettangolari
dove lorchestra suona al centro e tuttattorno vi sono le gradinate: questi teatri si
chiamano Concert Hall, sale da concerto.
Nelle Concert Hall si fa una musica diversa da quella che si fa nei nostri teatri,
per questo tipo di sale vengono normalmente graditi valori pi elevati del tempo
baricentrico, perch in queste sale non c quel filtro costituito dal boccascena, o
dalla presenza della buca dorchestra.
Il suono diretto, tendenzialmente, sarebbe sempre troppo forte (ci sono delle
persone che si trovano a 4 - 5 metri dagli orchestrali), da qui sorge la necessit di una
maggiore presenza del campo riverberante, in modo da controbilanciare leccessiva
crudezza ed asprezza del suono.

- Strenght

Il quinto e ultimo (venne inserito allultimo, in appendice) parametro acustico
definito nella norma ISO3382 la Strenght (simbolo: G).
Questo parametro, probabilmente il pi importante di tutti, altro non che il
livello sonoro.
La definizione esatta della Strenght :
Lezione del 27/11/2001 - 14:30-16:30

- 12 -

m p p
L L G
10 ,
=


G quindi, semplicemente, il livello di pressione normalizzato rispetto al livello
della mia sorgente sonora misurata a 10 m di distanza in campo libero, quindi
allaperto, senza la riflessione della sorgente.
A sua volta Lp,10m si pu esprimere come:

31 10 log 20 11
10 ,
= =
w w m p
L L L

da cui:

31 + =
w p
L L G

La Strenght G , quindi, sostanzialmente, la differenza fra il livello di pressione
(Lp) e il livello di potenza (Lw), offsettata di 31 dB.
I valori ottimali della G, fortunatamente, sono allincirca gli stessi valori ottimali
dellindice di chiarezza.
Fra tutti i parametri acustici di cui si fin qui parlato, questo lunico sul quale
si ha effetto accendendo o spegnendo il sistema di amplificazione della sala, una
differenza cos significativa ininfluente per tutti gli altri parametri e questo
significa che sono tutti parametri meno significativi rispetto a questo, che
indubbiamente il pi importante.
Anche gli altri parametri hanno la loro importanza soprattutto quando il
problema non sentire poco ma sentire bene, luoghi dove la funzione acustica lo
scopo stesso dellesistenza delledificio.

Parte quarta: Esercizio applicativo

In questo esercizio viene illustrato come il valore della Strenght sia legato al
tempo di riverbero.
Questo legame rende possibile trasformare il requisito posto dal decreto del 75
in termini di tempo di riverbero, in un corrispondente vincolo sulla Strenght.

Figura:


6m
16m
10m


Dati:
Volume della stanza V = 1000 m
3

Superficie interna totale S = 632 m
2

Lezione del 27/11/2001 - 14:30-16:30

- 13 -
T
30
a 1000Hz T
30
= 1,43 s
L
w
della sorgente (pistola) L
w
= 120 dB
Q = 1
L
p, 8 m, SALA
= ?

Svolgimento:

Determino (coefficiente di assorbimento medio dell ambiente):
178 , 0
632 43 , 1
1000
161 , 0 161 , 0 161 , 0 43 , 1
30
30 =

= =
S T
V
S
V
T

.

Determino S :

2
6 , 112 m S = .

A questo punto andiamo a calcolare il livello sonoro che si sviluppa se la sorgente
sonora si trova ad una distanza di 8 m dal microfono (L
p, 8 m, SALA
):

dB
S d
Q
L L
ERANTE SEMIRIVERB
CAMPO
NTE RIVERBERAS
CAMPO
DIRETTO
SUONO
W SALA m p
65 , 105
6 , 112
4
8 4
1
log 10 120
4
4
log 10
5 , 105
8 , 90
2 2 , 8 ,
=

+ =

+ =
4 4 4 4 3 4 4 4 4 2 1
3 2 1
3 2 1

.


Il risultato completamente riverberante, questo vuol dire che siamo molto lontani
dalla distanza critica, calcoliamola:

m d
CRITICA
49 , 1
4
6 , 112
4
1
= =

.

Se noi siamo a una distanza maggiore della distanza critica conta solo il campo
riverberante.

Determino ora il livello diretto:

dB L L G
w DIR
8 , 1 31 120 8 , 90 31 = + = + =

dB L
DIR
94 , 90 8 log 20 11 120 = = .
1
Roberto Pagliari 131863 27.11.01 14:30 - 16:30
Misure fonometriche
e
parametri acustici nelle sale

Premessa
La risposta impulsiva di un ambiente molto importante perch il suo andamento indipendente
dal tipo di segnale di eccitazione, ed quindi una caratteristica intrinseca del sistema che si vuole
analizzare. La risposta all'impulso di una sala ha per un andamento caratteristico che varia da caso
a caso solo per i valori di range del sistema stesso. In base alle caratteristiche di questa sono stati
definiti alcuni parametri acustici per la valutazione degli ambienti interni di cui parler in seguito.
E' stato poi svolto un esperimento nell'aula di lezione in facolt per determinare i valori dei
principali indici acustici.

Risposta impulsiva di un ambiente
Un ambiente interno, dal punto di vista acustico, pu essere pensato come un sistema il cui ingresso
una sorgente sonora. Tale segnale sar modificato e l'uscita sar il suono che ogni ascoltatore (o
equivalentemente ogni simulatore) all'interno riceve all'interno della stanza. Grazie alla teoria dei
segnali sappiamo che dato un sistema, ad un ingresso corrisponde una ed una sola uscita
corrispondente alla convoluzione del segnale di input con la funzione h(t), ovvero la risposta
all'impulso.


Fig.1 schema base di un sistema
y(t) = x(t) h(t)
La risposta impulsiva di una stanza, in ambito energetico, composta da numerosi singoli impulsi,
il primo dei quali rappresenta il suono diretto, mentre gli altri rappresentano le riflessioni del suono
per mezzo delle pareti

Fig.2 rappresentazione energetica della risposta impulsiva

2
27.11.01 14:30 - 16:30
Quindi la relazione precedente e il grafico mostrano come il segnale risultante dato dall'integrale
di convoluzione del segnale d'ingresso con una serie di impulsi cui danno contributo diversi fattori:
il primo il suono diretto; quelli immediatamente susseguenti sono detti "riflessioni precoci" e in
ambito energetico fanno parte della cosiddetta energia utile, mentre tutti gli altri rientrano
nell'energia dannosa.
La sorgente di un suono impulsivo in genere lo sparo di una pistola; se di tale risposta
rappresentiamo l'andamento della pressione sonora in funzione del tempo, vediamo che il grafico
caratterizzato da una crescita iniziale abbastanza consistente, susseguita immediatamente da una
diminuzione, meno spiccata ma pi duratura, e di una situazione a regime che tende a stabilizzarsi
alla pressione dell'ambiente.
Ai fini del calcolo e della previsione numerica la rappresentazione pi conveniente della risposta di
un interno rimane quella in frequenza in cui la variabile dipendente il valore del segnale espresso
in decibel.


Fig.3 risposta in frequenza di un sistema

Sotto il profilo temporale l'andamento della risposta impulsiva ottenibile, ad esempio, come
antitrasformata del rapporto fra le trasformate dei segnali d'uscita e d'ingresso
H(f) = Y(f) / X(f)
H(f) =
-1
[ Y(f) / X(f) ]
L'andamento temporale della risposta all'impulso del tipo riportato in figura


Fig.5 risposta impulsiva di un ambiente
3
27.11.01 14:30 - 16:30

Esperimento
Per calcolare il tempo di riverbero viene eseguita una prova in ambiente


Fig.4 esempio di dispositivo per misure acustiche

un riproduttore produce l'impulso e il microfono riceve il segnale che poi viene elaborato dal
computer.
Nel nostro caso per il segnale di eccitazione non stato prodotto dal calcolatore per mezzo di un
collegamento con il riproduttore, ma stato sparato un colpo a salve. La ricezione del segnale
avvenuta grazie al fonometro o DAT (digital audio tape), uno strumento col quale stato registrato
il segnale in modalit stereo a 16bit e 44kHz.A prescindere dal principio di funzionamento ci
serviremo del fonometro come "rilevatore" di segnale che opera nel dominio della frequenza.
Una volta effettuata la misura il fonometro stato collegato al calcolatore per l'elaborazione dei dati
mediante Cool Edit Pro.


Tempi di riverbero
Come si vede dalla figura 3 la curva di decadimento non ha un andamento propriamente lineare;
questo dovuto al fatto che l'ambiente in cui sono state effettuate le misure non aveva tutte le pareti
ugualmente riflettenti, e quindi non era perfettamente sabiniano. Tuttavia il grafico lascia intuire
una linearizzazione del fenomeno.
Quello che si pensa di fare, infatti, di linearizzare l'andamento di decadimento del suono tramite
l'estrapolazione dei dati dal grafico stesso. Quindi non rimane che scegliere due valori di
riferimento, per mezzo dei quali ricostruire la retta passante per essi che determina quindi il tempo
di riverbero nell'intersezione con l'asse delle ascisse. In genere i punti per i quali si linearizza tale
fenomeno non si scelgono arbitrariamente, ma sono in un certo senso standardizzati e sono scelti in
corrispondenza di determinati valori dell'attenuazione del segnale

simbolo I punto II punto
T20 -5 -25
T30 -5 -35
EDT (early decay time) 0 -10
4
27.11.01 14:30 - 16:30
se la curva di decadimento avesse un andamento lineare i valori precedenti sarebbero tutti uguali. In
realt le condizioni di Sabine non sono mai perfettamente verificate quindi ci non avviene. Di
conseguenza i valori T20, T30 e EDT differiscono.
Dall'esperimento sono stati estrapolati i seguenti valori


T20 (s) frequenza (Hz)
1,73 125
1,27 2000


Normativa sull'acustica
Il tempo di riverbero per gli edifici regolamentato dal decreto ministeriale del 18.12.1975; in
questa legge vengono stabiliti in che termini devono rientrare i parametri acustici negli edifici
scolastici. Non essendo per presenti altre leggi a riguardo, anche per altri edifici viene indicato
questo decreto come criterio di valutazione.
In particolare fornito l'andamento del tempo di riverbero in funzione della frequenza................

Per quanto riguarda il nostro esperimento i valori da rispettare sono

T20 (s) frequenza (Hz)
1,8 100
1 2000

La perdita di potere fonoassorbente dei materiali delle pareti stato il probabile fattore che ha
determinato la non congruenza fra i valori ottenuti e quelli ottimali.


Parametri acustici delle sale
Dopo gli studi di W.C. Sabine il tempo di riverbero come funzione della frequenza era considerato
l'unico parametro necessario per la descrizione della condizione acustica di una sala o, pi in
generale, di un ambiente interno. Era per evidente che differenti ambienti col medesimo tempo di
riverbero erano giudicati soggettivamente differenti, cos come lo erano differenti posizioni
all'interno dello stesso luogo. Per questa ragione sono stati definiti altri parametri che, nel corso
degli anni, sono diventati pi importanti del tempo di riverbero.
Innanzitutto osserviamo che secondo il modello di Sabine il decadimento sonoro dovrebbe avere un
andamento lineare, mentre in realt non cos. Gli studiosi Kurer e Kurze, per esempio,
dimostrarono che la pendenza iniziale della curva di decadimento dipende anche dalla posizione
dell'ascoltatore nella stanza, in contrapposizione con il modello di Sabine. Quindi, come succede
sempre nelle applicazioni scientifiche, oltre al modello matematico del fenomeno in questione
dobbiamo servirci di simulazioni svolte al calcolatore ed esperimenti per avere una descrizione
suffucientemente corretta della realt. Inoltre il fatto che le valutazioni e le impressioni soggettive
gichino un ruolo non marginale nella preparazione acustica di un ambiente, implica che anche la
scelta dei parametri acustici vada distinta, oltre che per gli utilizzi, anche secondo criteri statistici.
I parametri acustici, i primi dei quali furono introdotti da Muller e Cremer, si basano sulla
distinzione acustica fra suono diretto, riflessioni precoci e "coda" sonora. In base a ci sono state
elaborate diverse caratteristiche acustiche di un ambiente interno, quali definizione, chiarezza,
strenght.


5
27.11.01 14:30 - 16:30
definizione
Molti esperimenti mostrano che la parte del suono utile non rappresentata solamente dal suono
diretto, ma anche dalle sue prime riflessioni, che arrivano all'ascoltatore entro un intervallo di 50ms.
Data la risposta impulsiva, questo parametro (che si indica con D, distinctness) calcolato come

=
0
2
50
0
2
50
) (
) (


d p
d p
D
ms


la definizione viene anche indicata con la lettera e negli spazi aperti raggiunge un valore massimo
dell'unit, cosicch tale parametro viene solitamente espresso come una percentuale.
Successivamente gli studiosi Beranek e Schultz introdussero il fattore

( 1 - ) /

che rappresenta la frazione di suono riverberante rapportata a quello utile. In Germania solito
considerare il logaritmo di tale quantita, indicato con R (Hallmass, indice di riverbero)

R = 10log( (1-) / )dB

Nell'esperimento svolto abbiamo trovato un valore del 30%, mentre le condizioni ottimali
richiederebbero circa il 70-80%. Questo dovuto alla mancanza delle riflessioni precoci, che
nell'integrale della formula diminuiscono il valore del numeratore, diminuendo cos la definizione.
Un possibile accorgimento correttivo sarebbe l'introduzione di pannelli riflettenti, in modo da
produrre una maggiore quantit di suono riflesso.


chiarezza
Studi condotti da Reichardt mostrarono che il limite imposto per calcolare la definizione era
strettamente riferito al parlato. Infatti per quanto riguarda la musica, da test svolti con la
collaborazione di ascoltatori, venne in risalto che il limite di percezione del suono utile non era
50ms, ma andava spostato a 80ms. E' stato quindi definita la chiarezza, utilizzata quindi per usi
musicali, che definita come

=
ms
ms
d p
d p
C
50
2
50
0
2
50
) (
) (
log 10


=
ms
ms
d p
d p
C
80
2
80
0
2
80
) (
) (
log 10




ovviamente la C
50
fornisce le stesse informazioni della definizione, mentre quella di maggior rilievo
la C
80
.
Valori buoni della chiarezza sono compresi fra -2 e +2, con un valore ottimale di 0; questo vale sia
nel caso della C50 che nel caso della C80. Nell'esperimento stato trovato un valore di -3.7 / -3.8 a
medie frequenze.



6
27.11.01 14:30 - 16:30
Appare chiaro come un piccolo spostamento nel tempo di arrivo di una riflessione incida su questo
indice, come su quello precedente. Infatti un impulso potrebbe essere ritardato da diversi fattori,
anche il solo cambio di posizione all'interno dell'ambiente da parte dell'ascoltatore, cambierebbero i
due integrali e conseguentemente il valore di D e C. Questo problema stato risolto da Lochner e
Burger, che introdussero una funzione peso per dare maggiore importanza al suono precoce
piuttosto che alla coda, in modo da smorzare le eventuali perturbazioni provocate da possibili time-
shifting degli impulsi.

Fig.5 Funzione peso

time shifting
Sempre in base ai precedenti criteri stato definito il rapporto segnale-rumore, secondo la funzione
peso, come

= =
95
2
95
0
2
) (
) ( ) (
dt t p
dt t a t p
E
E
dannosa
utile



Un'altro fattore introdotto per evitare gli inconvenienti presentati da D e C il rise time definito
come l'istante per cui l'energia utile e l'energia dannosa sono uguali.
Viene anche indicato un fattore t
r
' di rise time, valore per il quale il segnale ha subito
un'attenuazione di 5dB.
Tutti e tre i fattori esposti non subiscono variazioni significative a seguito di un time-shifting.

tempo baricentrico
Una definizione di carattere strettamente matematico fornita dal cosiddetto "tempo baricentrico",
che riprende la definizione di momento di una funzione; nel nostro caso tale formula si riduce a

=
0
2
0
2
) (
) (


d p
d p
t
s

7
27.11.01 14:30 - 16:30

Per quanto riguarda la musica sinfonica un buon tempo baricentrico assume un valore attorno a 100
- 130ms.

distribuzione direzionale del suono
Una possibilit che si profila nell'ascolto della musica il poter capire la direzione di provenienza
del suono. Questo fenomeno dovuto alla presenza, nell'uomo, di un sistema stereofonico di
ricezione del suono, composto da un apparato uditivo che ha i suoi "terminali" nelle orecchie destra
e sinistra. Questo tipo di studi si sviluppato soprattutto negli ultimi decenni, grazie ad alcuni
utilizzi specifici, come lo sviluppo della realt virtuale acustica, presente ad esempio in ambito
cinematografico, oppure nell'ambito dell'elettronica ad alta fedelt.
Sono stati definiti diversi coefficienti per quantificare il grado di stereofonia. Uno di questi
l'indice di cross-correlazione inter-aurale, definito come

=
T T
R L
T
R L
LR
d p d p
d p p
k
0 0
2 2
0
) ( ) (
) ( ) (





strength
Un ultimo parametro acustico la strength. La definizione pi recente, adottata da Lehmann,
consiste nella misura della pressione del suono diretto a una distanza di 5m dalla sorgente che arriva
in un intervallo di tempo precedentemente definito; questa pressione misurata stata poi
normalizzata ad una distanza in cui la sfera attorno la sorgente sonora era di circa 1m
2
. Si quindi
ottenuta la formula

dB x
dt t x p
dt t x p
G
t
o

2
0
0
2
0
2
4
) , (
) , (
log 10


La definizione di questo parametro da noi adottata invece riferita a 10m, quindi si ha

G = L
p
- L
p10m

sapendo poi che
L
p10m
= L
w
- 11 - 20log10 = L
w
- 31
si ottiene
G = L
p
- L
w
+ 31

quindi il parametro G migliora con l'amplificazione del segnale. Il suo valore ottimale 0 e tale
parametro il pi importante di tutti.

Esempio
L'aula in cui abbiamo svolto l'esperimento ha un volume complessivo di circa 1000 m
3
e una
superficie di
S = ( 320 + 192 + 120 )m
2
= 632m
2

8
27.11.01 14:30 - 16:30
A frequenze medie il tempo di riverbero trovato
T = 1,43s = 0,161 V / (S)
dove il coefficente di assorbimento. Trovando si ottiene
= 0,161 x 1000 / (1,43 x 632) = 0,178
quindi S = 112,6m
2


Nel caso si voglia calcolare G riferito a 8m di distanza si ha
L
p, 8m, sala
= L
w
+ 10log( Q / 4d2 + 4 / (S) ) =
= 120 - 14.35 = 105.65
volendo poi calcolare la G, sapendo che L
dir
= 90.8dB, si ottiene
G = (90.8 - 120 + 31)dB = 1.8dB

Nella tabella seguente riportato un esempio di valori trovati in ambiente Cool Edit tramite
simulazione


Band Lin 31.5 63 125 250 500 1k 2k 4k 8k 16k
Parameters

C50 [db]

7.554 4.121 10.25 7.583 4.832 8.746 7.321 5.862 8.12 9.469 12
C80 [db]

13.48 12.39 18.65 12.71 10.39 14 14.86 11.28 14.76 15.48 19.69
D50 [%]

85.06 72.09 91.38 85.15 75.26 88.22 84.37 79.41 86.64 89.85 94.06
TS [ms]

27.89 41.96 21.68 33.48 36.33 32.26 29.27 30.74 28.5 23.49 22.87
EDT [s]

0.3425 0.3191 0.226 0.3534 0.4178 0.2593 0.3305 0.4187 0.3195 0.2912 0.2255
RT20[s]

0.3174 0.6298 0.2825 0.343 0.4307 0.3156 0.3125 0.3052 0.3062 0.2888 0.2278
r RT20

0.9986 0.9625 0.9751 0.9682 0.9863 0.9962 0.9913 0.9914 0.9965 0.9985 0.9959
RT30 [s]

0.3325 0.6633 0.3402 0.3957 0.4487 0.3182 0.334 0.3147 0.3134 0.2911 -
r RT30

0.9983 0.9878 0.9827 0.957 0.9947 0.9956 0.9949 0.9964 0.9985 0.9986 -
RTU [s]

0.3257 0.4439 0.3748 - 0.3819 0.3072 0.2947 0.3671 0.284 0.2958 0.2476
r RTU

0.9978 0.8523 0.9575 - 0.9551 0.9626 0.9773 0.9939 0.9937 0.995 0.9877
Noise
Correction

Yes yes yes yes Yes yes yes yes yes yes yes


Tutti i paramteri precedentemente descritti sono menzionati nella legge ISO3382 del 1997 che
stabilisce i valori che devono assumere nelle diverse circostanze.

Valutazione dei parametri
In realt la valutazione combinata dei parametri molto complicata, e non definito un algoritmo
che, dati i valori dei parametri, permette di calcolare un indice di bont del livello acustico di una
sala. Inoltre le condizioni acustiche di un ambiente dipendono enormemente dall'uso che se ne deve
poi fare: in primo luogo se adibito al parlato (auditorium), o alla musica, e in quest'ultimo caso
bisogna distinguere fra musica lirica, sinfonica, da camera e cos via. Non bisogna poi escludere
casi come le chiese utilizzate per la loro funzione, o quelle sconsacrate che possono essere
riassestate come auditorium o sale da concerto. Questi sono solo alcuni esempi che mostrano come
sia complessa la casistica in questo ambito, quindi la valutazione dei parametri va fatta caso per
caso.

9
27.11.01 14:30 - 16:30
Un esempio eclatante di queste considerazione il grafico che mostra "l'area" sonora adibita a
parlato a musica in cui si vede come cambia il livello di pressione in base alla frequenza

Fig.6 Aree sonore
A Gttigen, per esempio, la definizione il parametro che viene maggiormente preso in
considerazione e in secondo luogo c' il coefficente binaurale; a Dresden si valuta di pi la
chiarezza, mentre a Berlino ha maggior importanza il fattore G. Ovviamente gli altri parametri
vengono valutati anch'essi, ma quelli appena detti sono quelli a cui si pone maggior attenzione.
A Berlino e Dresden, poi, alti valori della definizione e valori di chiarezza oltre una certa soglia
sono preferiti mentre a Gttigen si usano criteri quasi opposti. Infatti in base agli utilizzi e alla
filosofia di pensiero dei progettisti, i criteri con cui si scelgono i valori dei parametri cambiano, di
conseguenza nonostante alcuni standard non esistono progetti ottimali di sale adibite a determinati
utilizzi acustici.
Sono gi stati menzionati i valori ottimali dei paramteri descritti in funzione degli usi, parlato o
musica. Di seguito riporto una tabella che mostra i valori misurati di riverbero in alcuni luoghi
d'incontro di importanza mondiale, fra cui auditorium e teatri.


10
27.11.01 14:30 - 16:30
E' anche riportata una tabella che mostra i tempi di riverbero di sale da concerto, con spettatori, a
diverse frequenze.




Fig.7 misure effettuate durante l'esecuzione al teatro di Berlino

Qui di seguito sono riportati le aree di riverbero ottimale per sale adibite rispettivamente a parlato e
musica.







11
27.11.01 14:30 - 16:30


Infine riporto i valori misurati in alcune chiese con i tempi di riverbero consigliati



1
Filippo Magrini mat.132081 Lezione del 27/11/2000 ore 16.30-18.30

Tecniche avanzate di misura della risposta allimpulso
Universit degli Studi di Parma
Corso di Fisica Tecnica

Nella analisi di un campo acustico possiamo ragionevolmente ipotizzare che il nostro sistema, considerato da quando il
segnale generato dalluscita della scheda audio del computer a quando, tramite un microfono, rientra nella scheda
stessa, sia un sistema lineare tempo invariante.


x(t) y(t)

ingresso uscita



Il sistema stato schematizzato con il concetto di black box.
h la risposta allimpulso del sistema.
x e y sono rispettivamente il segnale di ingresso e uscita.
Ricordiamo che un sistema si dice lineare se luscita una funzione lineare dellentrata, ovvero se vale il principio di
sovrapponibilit degli effetti . Il principio di sovrapponibilit degli effetti si pu esprimere cos: dati due ingressi
generici A e B e le loro relative uscite C e D, ottenute applicando singolarmente gli ingressi, applicando nel sistema
lingresso A+B si ottiene luscita C+D.
Secondo questa ipotesi la risposta allimpulso univocamente determinata dal legame matematico che lega lingresso
con luscita di un sistema lineare tempo invariante.
Questo legame matematico rappresentato dal cosiddetto teorema della convoluzione.

( 1 )


Quando passiamo da un sistema continuo con segnali analogici a un sistema discreto con segnali campionati, come
accade in un computer, lintegrale diventa una sommatoria.
Abbiamo quindi che il tempo corrente i volte lintervallo di campionamento .

( 2 )


Lintervallo di campionamento quello imposto dalla scheda audio.
Il segnale campionato in uscita risulta:


( 3 )


Dove N il numero di campioni che rappresenta la risposta allimpulso.
Passiamo ora dal dominio del tempo al dominio della frequenza eseguendo la Fast Fourier Transform (FFT):

h
d t x t h t h t x t y

= =
0
) ( ) ( ) ( ) ( ) (

=
= =
1
0
) ( ) ( ) ( ) ( ) (
N
J
j i x j h i h i x i y
= i t
2


x FFT X()

y FFT Y()

h FFT H()

X() e Y() sono gli spettri rispettivamente del segnale dingresso e del segnale di uscita.
H() la funzione di trasferimento di un sistema lineare tempo invariante.
Possiamo ora riscrivere il teorema della convoluzione nel dominio della frequenza.

( 4 )

Loperatore convoluzione nel dominio delle frequenze si traduce in una banale moltiplicazione.
In generale la convoluzione nel tempo pu essere espressa in questo modo:

y() = IFFT [ FFT (x) FFT (y) ] ( 5 )

Dove IFFT la trasformata di Fourier inversa (Inverse Fast Fourier Transform).
Conoscendo x (segnale che genero) e y (segnale che misuro) voglio ottenere h.
Nel dominio della frequenza:


( 6 )


Nel dominio del tempo :


( 7 )


Quanto enunciato finora costituisce la base metodologica per la misura della risposta allimpulso con la tecnica
elettroacustica. Questi principi funzionano con ogni tipo di segnale, purch esso abbia uno spettro che copra tutte le
frequenze (rumore bianco, rumore rosa, una sinusoide sweepata, o anche musica o parlato).

Tuttavia, tanto pi i segnali hanno poca variabilit nellutilizzo delle varie frequenze, tanto pi lungo deve essere il
campione da analizzare. Questo il caso, in particolare, di musica e parlato.

Lutilizzo di segnali quali il rumore bianco, che ha la stessa energia ad ogni frequenza, mi consente di minimizzare i
tempi di misura.

In ogni caso esiste, comunque, un tempo di misura minimo. Infatti, per ricostruire correttamente la risposta allimpulso
di un sistema, devo utilizzare segnali la cui rappresentazione in frequenza sia la trasformata di un numero di punti
maggiori di N. Siccome nel fare la FFT la trasformazione deve essere fatta con un multiplo di 2, se io ho una risposta
allimpulso di un certo numero di punti (ad esempio 96000), ho bisogno del primo multiplo di 2 successivo ( 131072 ).
Inoltre devo fare la misura di un tempo minimo che costituito da un periodo del segnale pi lungo della risposta
allimpulso. Se cos non faccio mi espongo al fenomeno del time aliasing, a causa del quale la coda del segnale non
misurata mi si sovrappone alla parte iniziale.

Gli analizzatori FFT, tuttavia, sono in grado di fare una trasformata FFT al massimo dellordine di poche migliaia di
punti (negli strumenti pi potenti Nmax dellordine di 4096 punti). Sono quindi inutilizzabili, per quanto
precedentemente detto, per la misura acustica di una sala. Fino a qualche tempo fa questo era un ostacolo
insormontabile, in quanto la potenza di calcolo necessaria a fare un FFT con N = 131072 richiedeva giorni di calcolo.

) ( ) ( ) ( H X Y =
) (
) (
) (

X
Y
H =

=
) (
) (
) (
X FFT
Y FFT
IFFT h
3

Tecnica MLS (Maximum Length Sequence)

Per ovviare a questo problema il matematico tedesco Alrutz invent la tecnica MLS .
Essa consiste nellutilizzo di un segnale binario generato con un operatore logico chiamato shift register (registro di
scorrimento).A ogni passo di campionamento ogni cella (che contiene uno 0 o un 1) comunica il proprio valore alla
cella alla sua destra, il valore dellultima cella esce, e lingresso viene rialimentato con un operatore logico XOR, posto
fra unopportuna cella intermedia e luscita.


Fig.1 - Shift register a 4 bit







Fig. 1 - Shift register a 4 bit, i numeri scorrono a destra ad ogni passo.


Il segnale di uscita assomiglia ad unonda quadra in cui varia la lunghezza del tratto su e del tratto gi, e allascolto
sembra il rumore bianco.

Unimportantissima propriet del segnale MLS di massima lunghezza che se lo si autocorrela si ottiene una di
Dirac, quindi un impulso ideale.











Fig. 2 La funzione di Dirac



Questa propriet ci consente di non utilizzare lalgoritmo della FFT, in quanto sufficiente generare il segnale di tipo
MLS x dingresso, campionare il segnale y di uscita e crosscorrelare x con y.
La crosscorrelazione nel tempo produce la risposta allimpulso h.
Infatti:
y = x h , ( x h ) crosscorrelato (x) = [ (x) crosscorrelato (x)] h = h ( 8 )

Lesecuzione della crosscorrelazione viene eseguita ottimamente tramite la Fast Hadamard Transform (FHT),
corrispettivo della FFT applicata a segnali binari.

Il grande vantaggio della FHT rispetto alla FFT quello di richiedere tempi di calcolo molto inferiori.
Facendo la FHT del segnale y, cio del risultato della misura, si ottiene h nel dominio del tempo senza passare dal
dominio della frequenza.

Tramite questa tecnica si poteva misurare la risposta allimpulso di sistemi con un numero N di campioni grande.

4
Tipicamente, allepoca (87-88) Nmax era 65536 (massimo dato di memoria che si potesse allocare come singolo
vettore in un sistema a 16 bit). Considerando che un tempo di riverbero di 1,5 secondi corrisponde a circa 60000 punti
campionati a 44100 Hz , se lambiente non troppo riverberante la tecnica si rivela soddisfacente.
In caso contrario, se lambiente mi richiede di misurare tempi di riverbero pi lunghi, posso ridurre la frequenza di
campionamento. Con lo stesso sistema dellesempio precedente, a 22 kHz, ho un tempo di misura di 3 secondi.
Allepoca la tecnica MLS veniva realizzata con uno shift register hardware, cio la scheda Melissa.


Esperienza 1:


Andiamo ora a fare una misura sul segnale MLS usando un microfono Soundfield.






Fig. 3 Microfono Soundfield con relativa interfaccia.

Si tratta di un microfono a 4 capsule, montate ai 4 vertici di un tetraedro, e 4 canali: uno (w) contiene il segnale di
pressione, gli altri tre (x,y,z) contengono le 3 componenti cartesiane della velocit.

Il microfono per la pressione (w) omnidirezionale, i tre per la velocit (x,y,z), orientati secondo gli assi cartesiani,
sono a 8.









Fig.4 microfono omnidirezionale (sinistra), e a 8 (destra)

Generiamo il segnale MLS a 16 bit (anche se sarebbe sufficiente 1 bit solo, essendo un segnale binario) a 48 kHz.
Ripetiamo il segnale 8 volte per migliorare il rapporto sgnale rumore.


5


Fig. 5 - Segnale MLS ripetuto 8 volte.


Fig. 6 - Segnale di risposta registrato con il microfono.

Otteniamo cos la risposta allimpulso.



Fig. 6 - Risposta della stanza ottenuta con MLS.







Fig. 7 Risposta della stanza ottenuta con MLS


Per ogni canale possibile vedere il suono diretto e ciascuna delle singole riflessioni.

Tecnica della sinusoide sweepata:

6
Lalternativa al segnale MLS costituita dal segnale sinusoidale sweepato, quindi un segnale la cui frequenza varia
progressivamente nel tempo.

Anzich utilizzare la trasformata di Hadamard (applicabile solamente a segnali binari), la sinusoide sweepata sfrutta la
trasformata di Fourier. Lutilizzo di questa tecnica stato reso possibile solo di recente grazie allaumentodella potenza
dei sistemi di calcolo avvenuta negli ultimi 2 anni.

In realt la tecnica di misura del segnale sweepato veniva usata gi 11 anni prima, in quanto era stata sviluppata una
tecnica chiamata Time Delay Spectrometry (TDS), utilizzata anche per misure di tipo radio trasmittente.


Nella TDS si usa una sinusoide sweepata linearmente, quindi la frequenza varia da un valore f1 a un valore f2 in modo
lineare nel tempo.




f

f2



f1




Fig. 8 - sinusoide sweepata linearmente nel tempo () da una frequenza f1 iniziale a una frequenza f2 finale

Dal punto di vista spettrale possiamo dire che lo spettro di una sinusoide sweepata linearmente uno spettro bianco,
infatti il segnale ha la stessa energia in ogni intervallo di numero di Hertz costante.

Tradizionalmente, la misura della sweepata si svolgeva facendo passare il segnale ripreso dal microfono attraverso un
filtro inseguitore. Esso non era altro che un filtro passa-banda molto stretto (lascia passare una gamma di frequenze
molto ristretta). Il filtro veniva fatto variare nel tempo, spazzolando tutto il campo delle frequenze ricoperto dalla
sinusoide.

Se filtro e sinusoide sono sincronizzati rilevo londa diretta. Se invece faccio passare il filtro inseguitore con ritardi via
via crescenti, rilevo il suono riverberato. cos possibile costruire una rappresentazione tempo-frequenza riconducibile
ad una risposta allimpulso.

Recentemente si per passati a una soluzione molto pi agevole per trovare la risposta allimpulso h.
Essa consiste nella convoluzione del segnale di uscita y con un opportuno filtro inverso x tale che:

y x = x h x = h ( 8 )

Questo vero se : x x = 1 ( di Dirac)
Ovviamente, il segnale x che ci occorre la sweepata stessa x rovesciata sullasse dei tempi.







7

f

f2
x

x
f1




Fig. 9 Andamento del segnale x e del filtro inverso x nel dominio del tempo



Difetto della sinusoide sweepata linearmente quello di avere molta energia alle alte frequenze rispetto alle basse.
Il nostro obiettivo, al contrario, quello di avere pi informazioni alle basse frequenze, dove, normalmente si hanno i
maggiori problemi.

Per avere pi risoluzione alle basse frequenze utilizziamo una sinusoide sweepata in modo lineare rispetto ad una scala
dei tempi logaritmica, ovvero in cui la frequenza varia in modo esponenziale rispetto a una scala dei tempi lineare. In
questo caso lenergia del segnale di ingresso x cala di 3 db/ottava.

Svantaggio di questa soluzione che per deconvolvere la risposta allimpulso non pi possibile usare, come filtro
inverso, limmagine speculare dellingresso x rovesciata sullasse dei tempi. Questo dovuto al fatto che, calando sia il
segnale y = x h che il segnale x di 3 db/ottava, la loro convoluzione mi d una risposta allimpulso che
filtrata con un filtro passa-basso di 6 db/ottava, quindi assolutamente inattendibile.

La soluzione corretta consiste nel convolvere il segnale misurato y, con un filtro inverso x, costituito dal segnale x
rovesciato sullasse dei tempi, pre-equalizzato in modo da crescere di 6 db/ottava, per compensare la caduta della
risposta allimpulso.



Esperienza 2:

Generiamo per tre volte una sinusoide alla frequenza di campionamento di 48 kHz, mono, a 32 bit, sweepata in modo
esponenziale, da 50 Hz a 20 kHz.




Fig 6 Sequenza di tre sweep vista con Cool Edit spectral view





Fig. 10 - Sequenza di tre sweep esponenziali vista con Cool Edit
8


Misuriamo il segnale di uscita con un microfono.






Fig. 11 - Misura alla sequenza di tre sweep.

Ora bisogna convolvere con lo sweep inverso, che il plug-in di generazione dello sweep ha gi posto nella clipboard.






Fig. 12 - Sweep inverso visto con Cool Edit
Otteniamo cos la risposta allimpulso della stanza.







Fig. 13 - Risposta della stanza ottenuta da sweep e mediata.
9



Thomas Ranigler - matricola 131013 - Lezione del 27/11/2001 - ore 16:30-18:30
-1-
Tecniche di misura avanzate della risposta allimpulso
Le tecniche di misura di risposta allimpulso avanzate, che affronteremo da qui
in avanti, si basano su misurazioni elettroacustiche. Vedremo e analizzeremo la
generazione di un segnale di eccitazione artificiale (prodotto nel nostro caso dal
computer), immesso nellambiente circostante (laula) da un impianto di
riproduzione e la deconvoluzione della risposta allimpulso a partire dalla risposta
dellambiente alleccitazione misurata attraverso un microfono. Prima di procedere
in questo senso per utile riprendere la teoria dei sistemi lineari tempo invarianti
(abbreviazione SLI).
Convoluzione analogica e digitale
Dal punto di vista matematico, un sistema una trasformazione che ad un
segnale dingresso x(t) fa corrispondere un ben determinato ed unico segnale duscita
y(t).







Il teorema della convoluzione afferma che la risposta h(t) di un segnale
univocamente determinata dalla relazione matematica che lega il segnale dingresso
x(t) al segnale duscita y(t).
d t x t h t h t x t y

= =
0
) ( ) ( ) ( ) ( ) ( (1)
La formula (1) esprime la cosiddetta convoluzione analogica, nella quale il
simbolo viene identificato come loperatore di convoluzione.
Quando passiamo da un sistema continuo ad un sistema discreto costituito da
segnali campionati (come ad esempio allinterno di un computer) abbiamo che il
tempo corrente dato dalla relazione
= i t (2)
Campionare un segnale x(t) significa estrarre dal segnale stesso i valori che
esso assume ad istanti temporali equispaziati, cio multipli di un intervallo detto
appunto periodo di campionamento (nellesempio di un computer, esso
caratteristico della scheda audio).
Il segnale campionato in uscita allora dato da
Figura 1 Schema di un sistema monodimensionale a tempo
continuo
h(t)
x(t) y(t)
Lezione del 27/11/2001 - ore 16:30-18:30

-2-

=
= =
1
0
) ( ) ( ) ( ) ( ) (
N
J
j i x j h i h i x i y (3)
In questa relazione, che rappresenta la cosiddetta convoluzione digitale o
discreta, N indica il numero di campioni che rappresentano la risposta allimpulso.
Dopo aver analizzato la convoluzione nel dominio del tempo affrontiamo ora
quella nel dominio della frequenza.
Lalgoritmo di FFT
Risulta a questo punto opportuno introdurre il concetto di FFT (Fast Fourier
Transform), un algoritmo veloce di calcolo della trasformata discreta di un segnale,
che riduce la complessit computazionale dellalgoritmo stesso e che, a parit di
frequenza di clock dellelaboratore, permette lutilizzo di frequenze di
campionamento elevate.
Lalgoritmo di FFT fu pubblicato nel 1965 da Cooley e Tukey; a questa data si
fa risalire la nascita della moderna elaborazione numerica dei segnali.
Attraverso la FFT, infatti, possono essere effettuate in maniera efficiente alcune
operazioni fondamentali di analisi ed elaborazione dei segnali (analisi spettrale e
filtraggio). Tali operazioni non furono realizzabili in pratica fino al momento
dellintroduzione dellalgoritmo veloce, vista la ridotta velocit dei componenti
elettronici e quindi dei calcolatori dellepoca.
Se applico ora lanalisi di Fourier ai segnali x ed y ed alla risposta impulsiva h
ottengo
) ( X FFT x
) ( Y FFT y
) ( H FFT h
dove X(), Y() ed H() sono le trasformate di Fourier nel dominio della
frequenza.
Da queste considerazioni si ottiene pertanto limportante relazione
) ( ) ( ) ( H X Y = (4)
La convoluzione nel tempo pu essere implementata attraverso linversa della
FFT
[ ] ) ( ) ( ) ( h FFT x FFT IFFT t y = (5)
Supponiamo adesso di voler determinare la risposta allimpulso di un ambiente
(ad esempio laula), una volta generato il segnale x (attraverso il computer) e
conosciuto e misurato (attraverso un microfono) il segnale y.
Dalla (4) nel dominio della frequenza ricavo
Lezione del 27/11/2001 - ore 16:30-18:30

-3-
) (
) (
) (

X
Y
H = (6)
e facendo lanalogo di quello che avevamo fatto nella (5) otteniamo

=
) (
) (
) (
X FFT
Y FFT
IFFT h (7)
Questa relazione valida indipendentemente dal tipo di segnale introdotto in
ingresso (es. rumore bianco, rumore rosa, sinusoide sweepata, musica...), purch lo
spettro di energia del segnale x stesso copra tutte le frequenze, altrimenti in certi casi
potrei trovarmi uno 0 al denominatore nella (7).
dunque opportuno scegliere un segnale che vari su tutto lasse delle frequenze,
in modo che le sue statistiche non siano cos sballate da far aumentare
notevolmente il tempo necessario per la misura del segnale stesso.
Time aliasing

Figura 2 Segnale analogico a banda limitata

Figura 3 Sovrapposizione delle repliche dovuta al fenomeno di aliasing
Lezione del 27/11/2001 - ore 16:30-18:30

-4-

Figura 4 Sequenza non soggetta al fenomeno di aliasing
Preso un segnale x(t) a banda limitata come lo spettro mostrato in Figura 2
possiamo vedere leffetto provocato dalla scelta di due differenti frequenze di
campionamento f
c
. Nella Figura 3 la frequenza di campionamento tale che le varie
repliche della trasformata di x(t) centrate sui multipli della f
c
e derivanti dalla
periodicizzazione dello spettro vengono a sovrapporsi. Nella Figura 4, invece, la
frequenza di campionamento sufficientemente alta e non si ha sovrapposizione. Nel
primo caso, dunque, le varie repliche dello spettro interferiscono sommandosi alla
replica base e producendo un errore di aliasing, che porta ad una distorsione del
segnale.
La maggioranza degli analizzatori FFT svolgono lalgoritmo con un massimo di
4096 punti (o campioni) e poich il tempo di realizzazione cresce con N
2
, per un
numero elevato di campioni lFFT diventa molto pesante.
Il segnale MLS
Un matematico tedesco, Alrutz, ovvi a questo inconveniente sviluppando una
nuova tecnica detta MLS (Maximum Length Sequence), una sequenza binaria,
costituita cio da due soli valori estremi della forma donda (Figura 5).

Figura 5 Valori estremi della forma donda di un segnale MLS
Lezione del 27/11/2001 - ore 16:30-18:30

-5-
Questo segnale ha uno spettro piatto in banda della frequenza e suona come un
rumore bianco (Figura 6); esso viene generato con un operatore logico chiamato
SHIFT REGISTER (registro di scorrimento), costituito da un certo numero di celle,
inizializzate ciascuna con un valore opportuno, che pu essere 0 oppure1. Ad ogni
passo ogni campione viene comunicato alla cella successiva; alla fine esce un valore
e lingresso viene rialimentato con un operatore logico (che pu essere AND oppure
OR) fra una opportuna cella intermedia e luscita.

Figura 6 Rumore bianco analizzato con Cool Edit 2000
Una particolarit del segnale MLS che correlandolo con se stesso (quella che
matematicamente si chiama autocorrelazione) il risultato un impulso ideale o di
Dirac.
) ( ) ( ) ( = x x (8)
dove indica loperatore di crosscorrelazione (ed in questo caso specifico di
autocorrelazione).


La tecnica di misura della risposta allimpulso h con lMLS non richiede
lutilizzo dellalgoritmo di FFT; infatti, la crosscorrelazione eseguita nel tempo tra il
segnale MLS generato (x) ed il campione in uscita (y) produce la risposta cercata (h).

Figura 7 Rappresentazione della funzione delta di Dirac


Lezione del 27/11/2001 - ore 16:30-18:30

-6-
[ ] [ ] ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( h x x x h x (9)
e grazie alla (8) otteniamo
) ( ) ( ) ( h h = (10)
Loperazione di crosscorrelazione viene risolta in maniera ottimale con
lalgoritmo detto FAST HADAMARD TRANSFORM (algoritmo equivalente
allFFT ma specifico per il segnale binario preso in considerazione).
Descrizione dellesperimento
Prima di vedere alcuni dei risultati conseguiti attraverso lesperienza svolta a
lezione, analizziamo la Figura 8, che riproduce uno schema semplificato di un
sistema di registrazione di un segnale acustico su Compact-Disc (CD).

Figura 8 Schema di un sistema di registrazione su CD Audio
Il segnale utile che deve essere registrato la variazione di pressione acustica
p(t) prodotta dalla sorgente del segnale stesso (in questo caso il pianoforte). Tale
segnale viene convertito in una debole tensione elettrica v(t) dal microfono, che
svolge la funzione di trasduttore, cio di dispositivo che cambia la natura del segnale
mantenendone inalterata la forma. La tensione prodotta dal microfono deve essere
amplificata prima di poter essere ulteriormente elaborata, ottenendo cos la nuova
tensione x(t).
Tutti i segnali considerati finora sono analogici; poich, per, si desidera
registrare il segnale con componenti e circuiti digitali, la forma donda x(t) viene
allora campionata, ottenendo la sequenza x[n] dei valori di x(t) considerati ai multipli
di un opportuno periodo di campionamento T : x[n] = x(nT).
Lezione del 27/11/2001 - ore 16:30-18:30

-7-
Il segnale stato adesso ridotto a tempo discreto, ma i vari campioni di x[n]
assumono ancora infiniti valori nellinsieme dei reali. Si deve quindi procedere ad
unulteriore codifica di questi valori reali attraverso lalfabeto binario tipico dei
circuiti digitali, per ottenere il segnale digitale binario y[n]. Nellesempio della
registrazione su CD, il campionamento del segnale avviene alla cadenza
standardizzata di 44100 campioni/secondo e la codifica binaria dei valori reali del
segnale campionato in virgola fissa su 16 bit.
Lunione delle operazioni di campionamento e codifica prende il nome di
conversione analogico/digitale e viene realizzata da appositi circuiti elettronici detti
appunto convertitori A/D. Il segnale digitale binario y[n] viene quindi registrato sul
CD dal cosiddetto masterizzatore; i valori delle cifre binarie di y[n] che si
susseguono nel tempo vengono registrati sotto forma di areole riflettenti o assorbenti
la luce (a seconda del valore 0 o 1) lungo un solco a spirale che si svolge dal
centro verso la periferia del CD stesso. Questo segnale sar poi riletto dal laser
dellapparecchio lettore, riconvertito in segnale analogico, amplificato e inviato ad
un altoparlante per ricostruire con la massima fedelt il segnale-messaggio originario
p(t).
Passiamo ora ad analizzare lesperienza svolta in aula. Come detto in
precedenza, nello svolgimento di questa abbiamo utilizzato un sistema di
registrazione ed elaborazione, un impianto di riproduzione ed un microfono
SOUNDFIELD. Questultimo costituito da 4 capsule microfoniche montate
idealmente ai quattro vertici di un tetraedro ed il segnale che esce dal microfono ha 4
canali: il segnale di pressione sonora w e le tre componenti cartesiane della velocit
x, y e z.

Figura 9 Il microfono Sounfield
Come segnali di eccitazione in ingresso si sono utilizzati il segnale MLS e lo
SWEEP. Lo SWEEP, che pu essere di due tipi, lineare o logaritmico, un segnale
composto da un tono puro la cui frequenza aumenta nel tempo con un determinato
andamento (Figura 10 e Figura 11).
Lezione del 27/11/2001 - ore 16:30-18:30

-8-

Figura 10 Analisi di uno SWEEP lineare

Figura 11 - Analisi di uno SWEEP logaritmico
Verso la met degli anni 80 una nuova tecnica soppiant la vecchia teoria MLS
e venne in seguito identificata con la sigla TDS (Time Delay Spectrometry); questa
venne da subito utilizzata in misure di tipo ottico e nella propagazione delle onde
radio. Nella TDS si usa una sinusoide con sweepaggio lineare, la cui frequenza varia
linearmente nel tempo da un valore f
1
iniziale ad un valore f
2
finale; lo spettro di un
segnale sweepato linearmente uguale a quello di un rumore bianco.
La misura tradizionale TDS veniva fatta mediante il segnale proveniente dal
microfono che a sua volta veniva messo in ingresso ad un filtro inseguitore (filtro
passa-banda, che lascia passare un campo di frequenze molto stretto): se i segnali
dentrata e duscita erano sincronizzati, allora il segnale che emergeva dal filtro era il
suono diretto.
Lezione del 27/11/2001 - ore 16:30-18:30

-9-
Recentemente si giunti ad una soluzione pi semplice per determinare la
risposta allimpulso h(t). Riprendendo il sistema di partenza di Figura 1 (con in
ingresso uno SWEEP lineare), esiste, allora, un filtro inverso x'(t) tale che
) ( ) ( ) ( t x t h t x (11)
produce la risposta h(t) cercata. Ci vero se vale la relazione
) ( 1 ) ( ) ( t t x t x = = (12)
Da quanto detto in precedenza, il filtro inverso cercato non altro che la
sweepata lineare stessa rovesciata sullasse dei tempi.

Figura 12 Rappresentazione grafica di un filtro in diretta e del suo
corrispondente in inversa

f
filtro in diretta
filtro in inversa
f
2

f
1

Sonia Raboni matr. 082716 Lezione del 03/12/01 ora 14:30-16:30
- 1 -
Isolamento acustico, legge di massa
Argomenti trattati:
Coefficienti di riflessione, assorbimento e trasmissione
Materiali fonoassorbenti e fonoisolanti
Problemi di disturbo
Materiali fonoassorbenti
Materiali porosi
Risuonatori acustici
Risuonatori di Helmholtz
Pannelli perforati
Pannelli vibranti
Potere fonoisolante
Legge di massa
Deviazioni dalla legge di massa
Esercizio


Introduzione
Quando impossibile per ragioni economiche ridurre alla sorgente il rumore
fino ad un livello accettabile, si ricorre allisolamento acustico. Lisolamento si pu
ottenere sfruttando o lassorbimento acustico o la riduzione della trasmissione
acustica.
importante determinare il comportamento sotto il profilo acustico dei materiali
normalmente impiegati nelledilizia; pi in particolare quelli preposti alla
realizzazione di pareti esterne, pareti divisorie, finestrature, porte, soffitti, ecc. In
questo modo si pu valutare lentit del livello sonoro che si produce in ambiente
come conseguenza di fonti di rumore esterne alledificio o situate in locali prossimi a
quello in esame.
Analogamente, in base al tipo di attivit prevista in un dato ambiente ed ai
relativi requisiti acustici, si pu risalire alle caratteristiche acustiche dei materiali da
impiegare al fine di isolare lambiente contro le previste fonti di rumore esterno.

Coefficienti di riflessione, assorbimento e trasmissione
In generale, quando unonda sonora investe una parete, si suddivide in tre
componenti:
Onda riflessa
Onda assorbita
Onda trasmessa
Indicando con: I
r
, I
a
e I
t
le intensit sonore delle tre componenti e con I
i
quella
dellonda incidente, deve valere la seguente relazione:
( ) 1
t a r i
I I I I + + =
Dividendo per I
i
entrambi i membri dellequazione di bilancio (1) si trova:
( ) 2 1 = + +
i
t
i
a
i
r
I
I
I
I
I
I

Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 2 -
Definendo:
materiale del E RIFLESSION DI TE COEFFICIEN
I
I
r
i
r
=
materiale del TO ASSORBIMEN DI TE COEFFICIEN
I
I
a
i
a
=
materiale del NE TRASMISSIO DI TE COEFFICIEN
I
I
t
i
t
=
la (2) si pu riscrivere:
( ) 3 1 = + + t a r
Sino ad ora abbiamo chiamato: COEFFICIENTE DI ASSORBIMENTO
ACUSTICO, indicandolo con , il rapporto tra lintensit dellonda incidente e
quella dellonda NON RIFLESSA dalla parete, ovvero: ( ) 4 t a + =
Osserviamo per che non un indice del vero assorbimento acustico da parte
dellostacolo investito dallonda sonora, una finestra aperta avrebbe infatti
1 = , poich lenergia riflessa nulla, ma anche lenergia assorbita dalla
finestra (nel senso esatto del termine) nulla, tutta lenergia attraversa infatti
lapertura ed esce dalledificio! Dora in poi chiameremo quindi : Coefficiente
di assorbimento acustico apparente, per distinguerlo da a che invece il vero
e proprio Coefficiente di assorbimento acustico.
Quindi lequazione di bilancio pu essere infine scritta come:
( ) 5 1 = + r .
parete
Onda riflessa
Onda incidente
Onda trasmessa
Onda
assorbita
Fig.1:Rappresentazione grafica della suddivisione di unonda sonora incidente
che colpisce una parete.

Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 3 -
Materiali fonoassorbenti e fonoisolanti
Diciamo fonoassorbente un materiale con elevato coefficiente ; di solito ci
dovuto al fatto che una parte dell'energia incidente viene convertita in calore, ma pu
anche essere dovuto al fatto che viene favorita la trasmissione attraverso il materiale
stesso. In modo analogo, diciamo fonoisolante un materiale con basso coefficiente t.
Per esempio, una tenda appesa in mezzo a una stanza altamente fonoassorbente ma
poco fonoisolante, perch l'energia incidente viene in parte convertita in calore per
attrito passando attraverso il tessuto ed in gran parte viene trasmessa atraverso la
tenda. Un muro massiccio con intonaco liscio molto fonoisolante ma poco
fonoassorbente, perch quasi tutta l'energia incidente viene riflessa. Il fenomeno
funzione della frequenza. Prima di esaminare pi nel dettaglio questi materiali
vediamo in quali casi vengono impiegati.
Problemi di disturbo
Esistono essenzialmente due casi di disturbo sonoro:
1) Sorgente nella STESSA STANZA del ricevitore

ricevente
sorgente

Fig. 2: Il rumore emesso dalla sorgente investe direttamente o indirettamente il
ricevitore, che posto nella medesima stanza.

In tal caso, per abbassare il livello di rumore al ricevitore, si impiegano materiali
FONOASSORBENTI, i quali, diminuendo lintensit dellonda riflessa,
diminuiscono il riverbero sonoro.

2) Sorgente e ricevitore in due STANZE DIVERSE
La trasmissione del rumore entro gli edifici presenta una natura duplice: per via
aerea (entrando attraverso aperture e fessure, porte o finestre poco ermetiche, prese
daria e condotti di scarico daria), quando il mezzo principale di trasmissione
costituito dallaria e per via strutturale (attraverso pareti, pavimenti, soffitti, colonne,
travi, tubazioni, condotti ed altre strutture solide), in tal caso il rumore pu
raggiungere punti remoti delledificio sotto forma di vibrazioni attraverso le
strutture; da queste poi restituito allambiente dove le condizioni risultano pi
favorevoli.
Nel primo caso, vedi Fig.3, si cerca di contenere il livello di rumore usando
opportuni criteri di progettazione della struttura (ad esempio facendo particolare
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 4 -
attenzione agli impianti di areazione) ed impiegando materiali acustici per ledilizia,
stavolta FONOISOLANTI.
Nel secondo caso, vedi Fig.4, si punta, invece, essenzialmente sulluso di materiali
FONOISOLANTI.
Parete
interna
condotti
finestra
porta
ricevente
sorgente
TRASMISSIONE
PER VIA AEREA
Fig. 3: Il rumore prodotto dalla sorgente viene trasmesso per VIA AEREA e
raggiunge il ricevitore in una diversa stanza delledificio.

ricevente
sorgente
PROPAGAZIONE
PER VIA
STRUTTURALE
(CALPESTIO)

Fig. 4: Il rumore prodotto dalla sorgente viene trasmesso per VIA STRUTTURALE,
ovvero tramite vibrazioni dei corpi elastici, e raggiunge il ricevitore in una diversa
stanza delledificio.
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 5 -
Materiali porosi
In tali materiali le onde sonore che si producono allesterno mettono in
vibrazione le particelle daria entro il materiale. Lattrito delle molecole daria con i
pori e le fibre del materiale stesso produce la dissipazione dellenergia sonora e la
sua trasformazione in calore. In pratica allinterno dei materiali si sviluppa una certa
resistenza di flusso nei confronti dell'aria contenuta, in presenza di energia sonora
dallesterno.
importante chiarire che non necessariamente laria esterna (dellambiente) a
dover entrare nel materiale affinch si produca lassorbimento dellenergia sonora.
sufficiente che venga messa in vibrazione quella gi contenuta nel materiale. Questo
spiega come leffetto fonoassorbente si produca anche quando il materiale protetto
da un film plastico impermeabile di massa trascurabile (mylar). Il film segue le
variazioni della pressione sonora allesterno e le restituisce allaria entro il materiale,
dove si effettua successivamente la dissipazione dellenergia.
Questi materiali fonoassorbenti si possono dividere in base alla composizione tra
materiali a struttura fibrosa (fibre minerali, fibre di vetro, di cellulosa, ecc.) e i
materiali plastici espansi (poliuretano). Questi ultimi devono per presentare
strutture a celle aperte per risultare efficaci. I materiali con strutture a celle chiuse
impediscono il movimento dellaria al loro interno e non consentono la dissipazione
dellenergia sonora da cui sono investiti.
Le prestazioni intrinseche dei materiali vengono influenzate in misura
apprezzabile da alcune condizioni per cos dire esterne:
1. Spessore del materiale;
2. Sistema di applicazione: presenza di uneventuale intercapedine (e sua
profondit) tra il pannello e la parete;
3. Sistema di sospensione del pannello alla parete;
4. Tipo di rivestimento o protezione superficiale (del pannello).

utile esaminare singolarmente gli effetti di tali condizioni.
Lo spessore del materiale determina la lunghezza donda alla quale avviene il
massimo assorbimento dellenergia sonora. In teoria, il massimo assorbimento si
verifica per una lunghezza donda che circa quattro volte lo spessore del materiale
fonoassorbente messo in opera. Ad esempio, per un tono a 63 Hz (a cui corrisponde
una lunghezza donda di circa 5,4m), il massimo assorbimento sar dato da un
materiale con spessore teorico di circa 1,35m. Analogamente, per un tono a 4000Hz
(lunghezza di circa 0,085m) il massimo assorbimento si otterr con uno spessore di
soli 0,02m. chiaro dunque che un aumento dello spessore del materiale produce un
aumento dellassorbimento soprattutto alle frequenze al di sotto di 1000Hz.
Lintercapedine daria tra il pannello fonoassorbente e la parete di fondo
costituisce in pratica un aumento dello spessore del pannello medesimo. Ai fini
dellassorbimento delle basse frequenze si considera la profondit totale tra la
superficie esterna del pannello e la superficie della parete. Vedi Fig. 5.
La presenza di una intercapedine daria pu quindi migliorare sensibilmente
lassorbimento alle basse frequenze di uno stesso materiale. Quanto maggiore
dunque risulta la profondit complessiva pannello-intercapedine, tanto migliore sar
lassorbimento alle basse frequenze.
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 6 -
Materiale
fonoassorbente
Profondit
utile
Spessore
soffitto


Fig.5: Spessore reale e profondit utile per lattenuazione dei toni a bassa
frequenza da parte di materiali fonoassorbenti.

Il sistema di sospensione del materiale assorbente influenza sensibilmente le
prestazioni finali. Pertanto nel confrontare le caratteristiche di assorbimento di
materiali diversi necessario sempre verificare che esse siano riferite alle medesime
condizioni di prova.
In pratica esistono tre diversi metodi di applicazioni ai quali si fa riferimento:
1. Materiale applicato direttamente sulla parete;
2. Materiale montato su travetti distanziatori lasciando unintercapedine daria
di 2,5cm rispetto alla parete;
3. Materiale sospeso (applicazione a soffitto) lasciando una intercapedine daria
di 40cm.
I tre sistemi di applicazione sono schematizzati in Fig.6.
Le prestazioni dei tre sistemi, a parit di altre condizioni, si discostano
sensibilmente per le frequenze al di sotto dei 500Hz. Esiste una notevole
differenza nel coefficiente di assorbimento acustico a favore della soluzione di
montaggio (c) rispetto a tutte le altre. Al di sopra dei 1000Hz invece non si
producono differenze significative.

Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 7 -
Materiale
fonoassorbente
parete
(a)
2,5cm
Materiale
fonoassorbente
parete
(b)
40cm
Materiale
fonoassorbente
soffitto
(c)

Fig.6- Metodi di applicazione dei materiali fonoassorbenti su pareti e soffitti. Le
prestazioni dei materiali vengono generalmente riferite ad uno o pi di questi
sistemi di montaggio.
(a) applicazione del materiale a contatto diretto della parete; (b) materiale
montato su travetti con profondit di 2,5cm; (c) materiale sospeso a soffitto con
intercapedine daria di 40cm.









Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 8 -




Il tipo di protezione superficiale dei materiali fonoassorbenti costituisce un
altro fattore che influenza la resa finale. Raramente possibile esporre il
materiale senza una qualche forma di protezione superficiale, per motivi estetici,
di pulizia, igiene e per evitare che depositi di polvere ne alterino nel tempo le
caratteristiche. Spesso si applicano lamiere sottili perforate, in acciaio o
alluminio, o pannelli in materiale fibroso a bassa densit anch'essi forati.
Il materiale fonoassorbente viene posto dietro il pannello di protezione, ma
leggermente staccato dalla superficie, mediante distanziatori. Questi elementi di
protezione riducono le caratteristiche di assorbimento acustico alle frequenze
superiori a 1000Hz. Infatti, a tali frequenze, i toni presentano ridotte lunghezze
donda che vengono in buona parte riflesse se incontrano le superfici continue,
non perforate, dei pannelli.
Invece, per i toni a bassa frequenza, le corrispondenti elevate lunghezze donda
subiscono diffrazione da parte delle superfici riflettenti, riescono ad aggirarle e
accedono attraverso i fori allinterno del materiale fonoassorbente.
Luso di superfici perforate di protezione riduce dunque la caratteristica di
assorbimento del materiale acustico alle alte frequenze.
Oltre che con pannelli rigidi la protezione superficiale di materiali a struttura
fibrosa viene effettuata spesso mediante limpiego di film plastici, di tessuti in
fibra di vetro, ecc. Tali soluzioni sono generalmente utilizzate per i pannelli
destinati ai controsoffitti. Questo tipo di protezione non introduce modifiche di
rilievo alle caratteristiche del materiale.


Risuonatori assorbenti
noto che soffiando dellaria attraverso il collo di una bottiglia vuota si pu
udire un suono, la bottiglia agisce da risuonatore.
Ci sono prove che suggeriscono che vasi ceramici e giare con aperture in aria
furono costruite, sotto i posti a sedere, negli antichi anfiteatri Greci ed in alcune
pareti di chiese medievali, per scopi acustici.
Pi tardi i risuonatori semplici furono chiamati: RISUONATORI DI
HELMHOLTZ, dal nome dello studioso che per primo ne descrisse le
caratteristiche.
Tali strutture sono costituite da un volume, contenente aria, connesso alla stanza
attraverso un collo ristretto ed unapertura (vedi Fig.7). Lenergia del suono
incidente fa vibrare laria contenuta nel collo del risuonatore e, a causa del suo
volume compresso, si comporta come una massa collegata ad una molla (laria
nella camera principale). Come per qualsiasi sistema massa-molla, esiste una
frequenza di risonanza alla quale si ha la vibrazione massima.
Se la frequenza del suono incidente coincide con questultima, il trasferimento di
energia sar massimo, e quindi anche lassorbimento, a causa delle perdite per
attrito.
I risuonatori di Helmholtz sono particolarmente efficienti solo su uno stretto
intervallo di frequenze, normalmente basse (vedi Fig.8).
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 9 -
Area del
foro, A
Lunghezza
del collo, l
Volume della
cavit, V
collo raggio, r
Cavit
retrostante

Fig.7: Struttura di un risuonatore di Helmholtz.

La frequenza di risonanza approssimativa, per un risuonatore con apertura
circolare, data da:
| | ( ) 6
' 2
0
Hz
V l
S c
f


dove:
c = velocit del suono in aria, in
s
m

S = area superficiale del collo, in
2
m
l = lunghezza efficace del collo =
|
.
|

\
|
+
2
r
l

, in m
r = raggio dellapertura, in m
V = volume dellaria contenuta nella camera, in
3
m .

Lassorbimento massimo di un singolo risuonatore non smorzato dipende dalla
sua frequenza di risonanza e pu essere stimato con la seguente formula:
( ) 7 159 , 0
2
0
|
|
.
|

\
|
=
f
c
A
dove:
A = area di assorbimento equivalente totale, in
2
m
c = velocit del suono nellaria, in
s
m

f
0
= frequenza di risonanza, in Hz.

Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 10 -
Se richiesto di allargare la risposta di questo tipo di risuonatore, si pu porre
un materiale poroso nella cavit risonante, il cui effetto quello di rallentare per
attrito il movimento dellaria allinterno della cavit stessa, questo aumenter lo
spettro di assorbimento, ma contemporaneamente ridurr lefficacia del
risuonatore alla frequenza di risonanza (ovvero laltezza del picco di
assorbimento).

f
0
1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
125
250 500 1k 2k
Frequenza, Hz
C
o
e
f
f
i
c
i
e
n
t
e

d
i

a
s
s
o
r
b
i
m
e
n
t
o

Fig.8: Caratteristica di assorbimento sonoro di un risuonatore di Helmholtz.

Pannelli assorbenti perforati

I risuonatori di Helmholtz sono costosi da realizzare ed efficaci solo su strette
bande di frequenza. Un meccanismo simile di assorbimento si ottiene con pannelli
perforati, montati ad una certa distanza da una superficie rigida (vedi Fig.9); i fori
nel pannello agiscono come una serie di colli che dividono la stessa camera.
Laria contenuta in queste aperture, analogamente al risuonatore di Helmholtz, si
comporta come una serie di masse connesse ad ununica molla (laria compresa nello
spazio tra il pannello perforato e la superficie rigida posteriore), vi sar dunque una
frequenza di risonanza alla quale lassorbimento dellonda sonora massimo. Come
per il risuonatore singolo, possibile prevedere la frequenza di risonanza di detta
struttura mediante la formula empirica:
| | ( ) 8
' 2
0
Hz
l d
P c
f

=



Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 11 -
dove:
c = velocit del suono in aria, in
s
m

P = rapporto di perforazione =
(

pannello intero dell area


fori dei globale area
'

d = distanza del pannello dalla parete rigida, in m
l = lunghezza efficace del collo = |
.
|

\
|
+
2
r
l

, in m
r = raggio dei fori, in m.
Materiale poroso
Spazio daria
Superficie rigida
Pannello
perforato
Suono
incidente
Suono
riflesso

Fig. 9: Struttura di un sistema di isolamento a pannelli perforati assorbenti.


Volendo ottenere un assorbimento pi regolarmente distribuito su una banda di
frequenze pi ampia, occorre praticare dei fori di diverso diametro, ovvero spaziarli
disuniformemente in modo da variare il volume della cavit. Questultimo effetto
pu anche essere ottenuto mantenendo inalterata la foratura e variando lo spazio
vuoto dietro il pannello con una delle disposizioni indicate, a titolo di esempio, in
Fig.10-(a) e (b).
Normalmente, la cavit tra pannello e parete viene riempita, parzialmente o
totalmente, di materiale assorbente, al fine di ottenere un valore opportuno per lo
smorzamento.
Nella pratica tali strutture vengono utilizzate nel campo delle medie frequenze, tra
circa 500 e 1500Hz.
In Fig.11 riportata la curva di assorbimento di una struttura costituita da
pannelli spessi 10mm, con foratura disuniforme, montati con intercapedine daria di
6cm riempita di lana di vetro.
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 12 -
(a) (b)
Fig.10-(a) e (b): Disposizione di risuonatori multipli accordati su frequenze diverse.

1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
100 1k 10k
Frequenza, Hz
C
o
e
f
f
i
c
i
e
n
t
e

d
i

a
s
s
o
r
b
i
m
e
n
t
o


Fig. 11: Curva di assorbimento di pannelli disuniformemente forati.

Pannelli vibranti

Se un materiale ermetico, relativamente sottile, viene fissato ad una certa
distanza da una superficie rigida, esso si comporter come un sistema massa-molla e
mostrer risonanze caratteristiche (frequenze preferenziali di vibrazione).
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 13 -
Quando unonda sonora colpisce questi pannelli, tender a forzare il sistema in
vibrazione; se la frequenza del suono incidente corrisponde ad una delle frequenze di
risonanza del sistema, il trasferimento di energia che ha luogo massimo.
Poich i pannelli sottili hanno uninerzia e sono inoltre smorzati dal fissaggio
alle estremit, parte dellenergia sonora che li investe viene convertita in energia
meccanica e quindi assorbita.
Daltra parte, essendo il pannello stesso posto in vibrazione, esso irradier
nuovamente energia nella stanza, la sua efficienza come materiale fonoassorbente
quindi limitata.
I pannelli assorbenti di uso comune tendono ad essere pi efficaci alle basse
frequenze, con un picco di assorbimento massimo alla frequenza di risonanza; in
generale, allaumentare della densit superficiale del pannello e/o della profondit
dellintercapedine daria tra pannello e superficie rigida, la frequenza di
assorbimento massimo diminuisce, essa segue infatti la relazione:

( ) 9
60
0
d
f



dove:
la densit superficiale del materiale, espressa in
2
m
Kg
;
d la profondit dellintercapedine daria.

Se viene richiesto un allargamento dellintervallo effettivo di frequenze
assorbite, necessario inserire nellintercapedine daria un materiale assorbente
poroso.
In Fig.11 e 12 sono mostrate: la struttura di un sistema di isolamento a pannelli
vibranti e landamento tipico del coefficiente di assorbimento, in funzione della
frequenza dellonda incidente.

Massa
(pannello)
Molla
(aria)
Superficie
rigida
Intercapedine
daria
Pannello
vibrante
Onda
incidente
Onda
riflessa
Fig.11: struttura di un pannello vibrante.
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 14 -
1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
100 1k 10k
Frequenza, Hz
C
o
e
f
f
i
c
i
e
n
t
e

d
i

a
s
s
o
r
b
i
m
e
n
t
o

Fig.12: Curva di assorbimento tipica di una struttura a pannello

Per i pannelli aventi dimensioni e peso usualmente adottati nella pratica, la frequenza
di risonanza cade entro un intervallo compreso allincirca tra 50 e 300Hz.

Potere fonoisolante
Consideriamo una parete di un certo spessore e supponiamo che su di essa incida
un suono con un livello di intensit pari, ad esempio, a 70dB. Il suono emergente
dallaltra faccia della parete avr, dipendentemente dalla natura e dallo spessore della
struttura, un livello relativamente inferiore, supponiamo 40dB. Ci significa che una
parte dellenergia incidente stata dissipata allinterno della parete. Se ora
aumentiamo di 10dB il livello del suono incidente, della stessa quantit aumenter
anche il livello del suono emergente. La differenza tra questi due livelli (suono
entrante e suono uscente) quindi una costante e costituisce una caratteristica della
parete. Tale caratteristica viene definita attenuazione di parete o potere fonoisolante
R e rappresenta il rapporto, espresso in dB, tra lenergia totale incidente I
i
e la
frazione di essa che riesce ad attraversare la parete stessa.
Ricordando la definizione di coefficiente di trasmissione, il potere fonoisolante
R risulta quindi correlato a t dalla relazione:
( ) 10
1
log 10 dB
t
R
|
.
|

\
|
=

R direttamente misurabile in una camera riverberante, comunque opportuno
poter prevedere questo valore (prima della messa in opera dei materiali) per la
progettazione di un ambiente con caratteristiche acustiche predefinite. Una delle
espressioni usate per stimare R la Legge di massa, ovvero:
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 15 -

( ) ( ) | | 11 5 , 42 log 20 log 20 dB f R + =

Espressione ottenuta mediante passaggi teorici che ben si accorda con i risultati
sperimentali.
Come si vede, R risulta proporzionale sia al logaritmo della massa superficiale, sia al
logaritmo della frequenza; pertanto, un raddoppio della frequenza o della massa porta
ad un aumento di 6dB del potere fonoisolante.
Questo risultato valido nel caso di onde sonore piane incidenti normalmente sulla
parete divisoria. Nella pratica per maggiormente utile poter prevedere il
comportamento di una parete nel caso di suono mediamente diffuso o perfettamente
diffuso, questo poich il suono giunge di norma sulla parete da tutte le direzioni,
ossia sotto tutti gli angoli di incidenza. Si impiegano allora altre due relazioni per il
calcolo di R, ovvero:

per suono perfettamente diffuso
( ) | | 12 15 23 , 0 log 10 dB R se R R R
pd
> =

per suono mediamente diffuso
| | 13 5dB R R
md
=

Tutte le espressioni viste per il calcolo di R valgono per pareti non porose, omogenee
ed isotrope.
Deviazioni dalla legge di massa
In accordo con la teoria, lattenuazione di una parete omogenea dovrebbe aumentare
di 6dB per ogni raddoppio della frequenza; tuttavia, da misure sperimentali, si
osserva che questo risultato teorico valido solo entro un certo campo di frequenze
intermedie (regione III), come mostrato in Fig.13.
Effetto
di
rigidit
Coincidenza
Risonanze
Pendenza:
6dB/ottava
Legge di
massa
(IV) (II) (I)
f
c
f
0
Frequenza (Hz)
R
(III) (V)

Fig.13: Curva rappresentativa dellandamento del potere fonoisolante, in funzione
della frequenza, per una parete omogenea singola.

Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 16 -
Le deviazioni dalla legge di massa, chiaramente visibili nelle regioni (I), (II), (IV) e
(V), relative alle frequenze molto basse e molto alte, sono dovute ad effetti
particolari, che sono di seguito brevemente illustrati.

Effetto di rigidit
Questo effetto si manifesta nel caso di pareti sottili molto rigide e di peso
trascurabile. In tali condizioni, il potere fonoisolante segue landamento della linea
indicata in Fig.13 (regione (I)), ossia cresce al diminuire della frequenza. Tale
fenomeno si verifica nel caso delle pareti (o pavimenti) reali per valori della
frequenza inferiori ad una frequenza fondamentale naturale f
0
, compresa
normalmente entro lintervallo 1020Hz. Per tale motivo questo effetto, dal punto di
vista dellattenuazione del suono, non ha importanza pratica.

Effetto di risonanza
Si consideri una parete piana incastrata ai bordi, eccitando in un modo qualunque tale
parete, essa entra in vibrazione ad una frequenza particolare, detta frequenza
fondamentale naturale, che dipende sia dalla massa sia dalla rigidit flessionale della
struttura. Gli effetti di queste due grandezze agiscono in direzioni opposte, nel senso
che la frequenza fondamentale decresce allaumentare della massa e cresce al
crescere della rigidit flessionale. La frequenza f
0
per la quale leffetto della massa e
leffetto della rigidit flessionale assumono la stessa importanza, annullandosi quindi
reciprocamente, rappresenta la frequenza di risonanza.
A parit di ogni altra condizione, la frequenza fondamentale cresce
proporzionalmente con lo spessore (rigidit) e inversamente al peso per unit di
superficie (massa). La f
0
ha generalmente valori compresi tra 1 e 100Hz.
Quando la frequenza del suono incidente uguale a quella di risonanza della parete,
questultima entra in vibrazione con oscillazioni di ampiezza maggiore che alle altre
frequenze. In tali condizioni, la parete diventa sostanzialmente trasparente al suono
ed il suo potere fonoisolante, di conseguenza, raggiunge un valore minimo. La
frequenza f
0
rappresenta la prima (e la pi importante) di una serie di frequenze
proprie di risonanza dovute, come noto, a ciascuno dei modi naturali di vibrazione
di cui dotata ogni piastra vibrante. In corrispondenza a ciascuna di tali frequenze, f
n

il potere fonoisolante passa per dei minimi, ossia, come nel caso della frequenza
fondamentale, la parete diviene pressoch trasparente al suono. Questa situazione
rappresentata nella regione (II) di Fig.13 dalle successive alternanze che
caratterizzano il primo tratto della retta che esprime la legge di massa.

Effetto di coincidenza
Questeffetto mostrato nella zona (IV) di Fig.13; ci che accade che in una
parete, opportunamente eccitata da unonda sonora incidente, si formano onde
flessionali, la cui velocit non costante, ma proporzionale alla radice quadrata
della frequenza.
Quando londa generata (flessionale) ha velocit pari alla velocit del suono nel
particolare materiale che forma la parete, questultima risulta trasparente allonda
incidente. Questa situazione illustrata in Fig.14, in cui i parametri indicati sono tali
da verificare la relazione:
| | 14

sen
a
f
=
Tale fenomeno si verifica ad una particolare frequenza, detta appunto Frequenza di
coincidenza f
c
. Per i materiali impiegati nelledilizia il valore di f
c
pu variare entro
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 17 -
un intervallo assai ampio di valori (da alcune decine ad alcune migliaia di Hz),
dipendentemente dallo spessore della parete, dalla natura e dalle caratteristiche del
materiale. Tale frequenza pu essere calcolata con la relazione:
( )
| | 15
1 3
2 2
E s
c
f
c

=

dove:
c = velocit del suono in aria, m/s
= densit del materiale, kg/m
3

2
= coefficiente di Poisson (adimensionale)
E = Modulo di elasticit del materiale (Modulo di Young), N/m
2

S = spessore della parete, m

Nellintorno di questo valore, leffetto di coincidenza si manifesta con una perdita
del potere fonoisolante fino a 1520dB rispetto al valore teorico prevedibile con la
legge di massa.



a
n

f

i


Fig.14: Effetto di coincidenza.


Nella zona (V) difficile stabilire cosa accade, dipende dal tipo di materiale scelto;
tipicamente, per tutto il restante intervallo di frequenze, si osserva che il potere
fonoisolante si mantiene circa 510dB al di sotto del valore previsto dalla legge di
massa.

Quanto detto sin ora vale per PARETI OMOGENEE; in caso di pareti formate da
materiali diversi e possibile ottenere le stesse prestazioni in termini di potere
fonoisolante usando strutture a minore spessore; quindi, a parit di peso, miglioro
lisolamento acustico. Pareti siffatte prendono il nome di PARETI DOPPIE.
Osserviamo infine che anche se lisolamento delle pareti viene realizzato in modo
esemplare, porte e finestre mal progettate nel locale possono invalidarne la funzione;
ovvero: gli elementi dal potere fonoisolante della struttura minore condizionano
pesantemente il potere isolante complessivo, questultimo infatti dato da:
Lezione del 5/10/98 8:30-10:30
- 18 -
|
|
.
|

\
|
=

i
R
i m
i
S
S
R
10
10
1
log 10
dove:
S = Superficie totale
S
i
= Superficie i-esima che compone la superficie totale
R
i
= Potere fonoisolante della superficie i-esima.

Applichiamo subito questo concetto nel seguente esercizio.

ESERCIZIO
Consideriamo una parete di superficie totale pari a 17m
2
(S
T
); essa composta
per 15m
2
(S
d
) di materiale omogeneo, di densit e spessore d, e per 2m
2
(S
f
) da una
finestra, con potere fonoisolante R.
Determinare il potere fonoisolante globale per unonda incidente diffusa, alla
frequenza di 1kHz.

DATI:
2
17m S
T
=
2
15m S
d
=
3
1500
m
kg
=
m d 2 , 0 =
2
2m S
f
=
) ( 30 diffusa incidenza dB R =
S
T
S
f
S
d

SOLUZIONE:
Calcoliamo il potere fonoisolante della parete: R
d
, per determinarlo necessario
calcolare innanzitutto la densit superficiale :
2
300 2 , 0 1500
m
kg
d = = =
Utilizzando la legge di massa, ipotizzando che non ci siano aperture nella parete,
come scatole per gli interruttori elettrici, si ricava direttamente il valore di Rd:

dB f R
d
67 5 , 42 ) 10 log( 20 ) 300 log( 20 5 , 42 ) log( 20 ) log( 20
3
= + = + =

Il potere fonoisolante della finestra: R
f
gi un dato del problema e non
necessita dunque di calcoli, quindi possibile calcolare il potere fonoisolante globale
come:
( ) dB S
S
R
i
R
i
T
m
i
2 , 39 10 2 10 15
17
1
log 10 10
1
log 10
3 7 , 6
10
=
(

+ =
(
(

|
|
.
|

\
|
=



Che il risultato da noi cercato.
Dario Fertonani matr. 130886 Lezione del 3/12/01 ora 16.30-18.30
- 1 -
MISURE ACUSTICHE E RELATIVE NORMATIVE




Argomenti trattati:

Introduzione al problema dellisolamento acustico
Normative di riferimento
Vie di propagazione acustica
Isolamento acustico per via aerea
Isolamento acustico del calpestio
Isolamento acustico di facciata
Esercizi esemplificativi sulle misure acustiche




Introduzione al problema dellisolamento acustico

Sin dallet classica, in particolare dal periodo di maggiore splendore della
civilt greca, la progettazione di strutture edili non pu prescindere da unattenta
analisi acustica. Questo fatto, di per s evidente quando la progettazione riguarda
edifici come teatri o cinema, facilmente riscontrabile anche in fase di progetto di
strutture apparentemente meno legate al settore acustico, come ad esempio gli
appartamenti residenziali.
Lo sviluppo dellacustica negli ultimi decenni stato notevole e di pari passo si
sono sviluppate normative riguardanti diversi tipi di misure acustiche. Ci si reso
necessario in quanto la crescita del livello sonoro, anche nelle zone urbane, ha subito
una crescita esponenziale.
In questa sede verr trattato il problema dellisolamento acustico: saranno
presentate le convenzioni per la misura dei diversi parametri riguardanti la normativa
ad esso relativa, con laggiunta di vari esempi e di commenti sulle differenti
legislazioni degli stati europei. Lo scopo generale quello di minimizzare il livello
sonoro negli ambienti limitrofi a sorgenti sonore indesiderate.




Normative di riferimento

Sono di seguito elencate le normative cui faremo riferimento nel corso della
trattazione, con a fianco un breve cenno agli argomenti cui si riferiscono:

Legge 447 (Legge quadro sullacustica)
EN 20717 (Isolamento acustico degli edifici)
EN 12354 (Prestazioni acustiche dei componenti)
EN 20140 (Misure in opera e in laboratorio)
EN 3022 (Prove di laboratorio)
Lezione del 3/12/01 ora 16.30-18.30
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DPCM 14.11.97 (Limiti per le sorgenti sonore)
DPCM 5.12.97 (Requisiti acustici passivi)
Circolare 3150 del Ministero dei LLPP del 1967 (Requisiti acustici per le
scuole)

La Legge 447 affida la compilazione delle normative tecniche allUNI, il quale
prende riferimento delle indicazioni ISO. Altri Paesi europei si basano sulle direttive
ISO e questo permette una maggiore uniformit legislativa sul territorio continentale,
con conseguenti vantaggi per le imprese costruttive, rispetto alle enormi differenze
che caratterizzavano le diverse legislazioni statali fino a pochi decenni fa.

Analizziamo in questa sede le norme UNI EN 20140, UNI EN ISO 140 e il
DPCM 5.12.97, dove gli edifici vengono divisi a seconda della loro funzione in
diverse categorie e, per ciascuna di esse, sono fissati i requisiti acustici passivi. Ecco
la tabella di riferimento:

Categoria A edifici adibiti a residenza o assimilabili;
Categoria B edifici adibiti ad uffici ed assimilabili;
Categoria C edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attivit assimilabili;
Categoria D edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili;
Categoria E edifici adibiti ad attivit scolastiche a tutti i livelli e assimilabili;
Categoria F edifici adibiti ad attivit ricreative o di culto o assimilabili;
Categoria G edifici adibiti ad attivit commerciali o assimilabili.

Tabella A: classificazione degli ambienti abitativi


Di seguito presentiamo la tabella relativa ai requisiti acustici fissati dal decreto
legge per le categorie sopra definite. Si possono facilmente notare due carenze di
queste direttive: non in alcun modo specificato se i requisiti indicati riguardano
anche gli edifici gi esistenti, inoltre non viene fatta alcuna distinzione, allinterno
della stessa categoria, tra edifici situati in zone differenti, con il risultato che alcuni
limiti sono troppo restrittivi ed altri insufficienti.

Parametri Categoria
delledificio R
w
(*) D
2m,nT,w
L
n,w
L
ASmax
L
Aeq
1. D 55 45 58 35 25
2. A, C 50 40 63 35 35
3. E 50 48 58 35 25
4. B, F, G 50 42 55 35 35

(*) Valori di R
w
riferiti a elementi di separazione tra due distinte unit immobiliari

Tabella B: requisiti acustici passivi

Per aiutare nella comprensione della Tabella B, i parametri che vi compaiono
saranno definiti e commentati nei paragrafi successivi di questa relazione.

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Vie di propagazione acustica

Qualunque tipo di suono pu essere trasmesso attraverso le pareti, il soffitto o il
pavimento di un edificio, percorrendo cammini aerei oppure cammini strutturali.
Convenzionalmente si distinguono le vie di propagazione sonora tra via aerea e via
strutturale.
Questa distinzione non deve trarre in inganno: la propagazione avviene in
entrambi i casi attraverso strutture solide, ma la struttura sollecitata da onde sonore
nel primo caso, mentre sottoposta a forze applicate direttamente nel secondo. Ad
esempio: le voci avvertite tra due stanze vicine sono trasmesse per via aerea; i passi
del piano superiore sono trasmessi per via strutturale (sollecitazione del solaio).
Si parla invece di propagazione per via diretta quando londa di pressione
sonora non incontra strutture in ostacolo alla propria propagazione.


Figura 1: Propagazione sonora diretta, aerea, strutturale




Isolamento acustico per via aerea

Una parete che separa due ambienti non impedisce la trasmissione dellonda di
pressione sonora: quando essa viene investita dallonda comincia a vibrare e proprio
tale campo di vibrazione provoca la diffusione del suono oltre la parete.
Per minimizzare il pi possibile questo fenomeno necessario limitare le
possibilit di vibrazione della parete, il che implica uno studio accurato delle
caratteristiche elastiche e dissipative dei materiali di costruzione. Unanalisi di
questo tipo non pu prescindere dalle misure in laboratorio per determinare le
propriet isolanti dei materiali, per stabilire dati di progetto o di specifica, per
verificare la rispondenza dei materiali da costruzione alle normative in vigore.

Le camere di prova del laboratorio vengono costruite con lintento di evitare
ogni possibile fuga sonora, in modo che durante il test tutta lenergia pervenga nella
camera ricevente esclusivamente attraverso la parete di prova. In genere la sorgente
sonora emette rumore in banda larga, filtrato in terzi dottava. Il rumore rosa si
addice a tale operazione in quanto lenergia trasmessa rimane costante, a patto di
filtrare in terzi dottava. Si veda la Figura 2 per una schematizzazione del processo di
test in laboratorio.

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Figura 2: Test della parete separatrice entro una camera di prova

Il potere fonoisolante R di una parete definito come dieci volte il logaritmo in
base dieci del rapporto tra la potenza sonora W
1
incidente sulla parete e la potenza
sonora W
2
trasmessa dalla parete al locale adiacente:
) ( log 10
2
1
dB
W
W
R =
(1)
oppure:
) (
1
log 10 dB
t
R =
(2)
ricordando che t indica il coefficiente di trasmissione sonora della parete.
Il potere fonoisolante dipende dalla frequenza f del suono e viene pertanto
misurato ottava per ottava. Il valore di R varia anche in funzione dalla densit
superficiale della parete, ovvero in funzione della massa per unit di superficie del
divisorio.

Figura 3

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La Figura 3 fornisce unidea qualitativa di come il potere fonoisolante dipenda
dalla frequenza f del suono, nel caso di una parete solida omogenea. Si notino i due
tratti rettilinei: il primo dovuto alla rigidit; nel secondo vale la legge di massa e R
cresce di 6 dB per ottava.
Una definizione del potere fonoisolante alternativa alla (1) contenuta
allinterno della UNI EN 130-3 e permette una misura in laboratorio pi semplice
rispetto alla definizione originaria. La prova viene effettuata (Figura 2) separando
due locali col provino da testare e ponendo una sorgente sonora in uno di essi,
nellipotesi che lunica parete che lasci passare energia sonora sia quella di prova. La
definizione proposta nella normativa la seguente:
) ( log 10
2
2 1
dB
A
S
L L R + =
(3)
essendo L
1
e L
2
i livelli di pressione sonora rispettivamente nella camera di
emissione ed in quella ricevente, essendo S la superficie della parete di prova ed
essendo A
2
lassorbimento della camera ricevente.
Lultimo termine presente nella (3) un fattore correttivo che tiene conto
dellassorbimento di energia sonora da parte delle pareti della camera ricevente. La
misura diretta del valore di A
2
non semplice, ma possibile ricavarlo dalla
seguente relazione:
) ( 16 . 0
2
2
2
s
A
V
T
R
=
(4)
dove V
2
il volume della camera ricevente e T
R2
il suo tempo di riverberazione.

Non sempre possibile effettuare in laboratorio le misure delle grandezze
riguardanti lisolamento sonoro di una parete. Capita spesso, ad esempio, di dovere
testare una parete di una costruzione gi terminata, per verificare che rispetti le
normative in vigore. In questi casi le misure realizzate vengono dette misure in
campo o misure in situ.
Le grandezze ottenute con queste misure in opera sono indicate con un apice,
come si pu facilmente vedere nelle definizioni che seguono.

Il potere fonoisolante apparente R definito come dieci volte il logaritmo in
base dieci del rapporto tra la potenza sonora W
1
incidente sulla parete di prova e la
potenza sonora trasmessa alla camera ricevente, data dalla somma di W
2
(potenza
trasmessa dalla parete di prova) e W
3
(potenza trasmessa da altri elementi):
) ( log 10 '
3 2
1
dB
W W
W
R
+
=
(5)

La gi citata UNI EN 130-3 propone per la misura di R la stessa formula (2)
usata per R, non essendo ovviamente possibile con misure in opera distinguere la
potenza sonora trasmessa dalla parete di prova dalla potenza sonora trasmessa da
elementi secondari della struttura.
Il valore del potere fonoisolante apparente dipende strettamente dalla frequenza
del suono ed pertanto misurato ottava per ottava. Per ovviare a questo
inconveniente e giungere ad un indice convenzionale si introduce, come vedremo
poco pi avanti, la frequenza di 500Hz come frequenza di riferimento per le misure
di questo tipo. Il valore di R dipende anche della densit superficiale della parete di
prova.
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Altre definizioni sono presenti nella UNI EN 20140-4 e riguardano lisolamento
acustico D:
) (
2 1
dB L L D =
(6)
Il valore di D pu essere normalizzato in due modi diversi, facendo riferimento
al tempo di riverbero T della camera ricevente:
) (
5 . 0
log 10
2 1
dB
T
L L D
nT
+ =
(7)
oppure al suo isolamento acustico A:
) (
10
log 10
2 1
dB
A
L L D
n
=
(8)
Le espressioni (7) e (8) delle differenze standardizzate dei livelli sonori
vengono utilizzate soprattutto in locali di dimensioni elevate, mentre per stanze pi
piccole si preferisce fare riferimento al potere fonoisolante apparente, in genere pi
restrittivo.


Per avere a disposizione un valore di R indipendente dalla frequenza del suono il
DPCM 5.12.97 definisce lindice del potere fonoisolante R
w
. Le modalit per
calcolarlo sono contenute nella norma UNI 8270, che fa riferimento ai valori della
curva normalizzata ISO 717-1 che presenta frequenze in intervalli di terzi dottava da
100Hz a 3150Hz.

R (dB) 33 36 39 42 45 48 51 52
Frequenza
(Hz)
100 125 160 200 250 315 400 500
R (dB) 53 54 55 56 56 56 56 56
Frequenza
(Hz)
630 800 1000 1250 1600 2000 2500 3150

Tabella C: curva ISO 717-1

Si supponga di avere misurato un valore di R per un totale di N frequenze
contenute nellintervallo tra 100Hz e 3150Hz. Si considerino le n frequenze per le
quali il valore sperimentale del potere fonoisolante minore di quello ISO e si
sommino tali scostamenti positivi tra il valore teorico e quello in opera. Si consideri
la disuguaglianza:
2
) (
1

N
R R
n
sper rif
(9)
Nel caso in cui la (9) non sia verificata necessario traslare di un dB verso il
basso la curva di riferimento e riprovare a verificare la (9). Si prosegue con questo
procedimento ricorsivo finch la (9) verificata; a questo punto si pone per
convenzione il valore di R
w
pari al valore di R corrispondente alla frequenza di
500Hz sulla curva ISO traslata sino a verificare la (9).


Lezione del 3/12/01 ora 16.30-18.30
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Presentiamo di seguito una tabella sullindice del potere fonoisolante per i
materiali di uso pi comune nelledilizia moderna:

R (in dB) alle frequenze (Hz)
Tipo di divisorio
125 250 500 1000 2000 4000
R
w

Parete di mattoni piena intonacata
(s=12 cm, p=220 kg/m
2
)
34 35 40 50 55 57 45
Parete di mattoni piena intonacata
(s=24 cm, p=440 kg/m
2
)
40 44 50 56 57 57 54
Parete di mattoni forati
(s=28 cm)
37 43 52 60 64 65 57
Parete in calcestruzzo intonacata
(s=18 cm, p=440 kg/m
2
)
40 42 50 58 66 68 54
Parete in calcestruzzo (2 strati di 5 cm,
separati da intercapedine di 2,5 cm)
37 40 44 50 56 62 49
Parete in calcestruzzo (2 strati di 7,5 cm,
separati da intercapedine di 7,5 cm)
37 40 50 54 56 63 52
Divisorio in gesso-perlite (s=5 cm, p=49
kg/m
2
)
26 28 30 31 42 47 33
Divisorio in gesso-perlite (s=6,3 cm,
p=107 kg/m
2
)
31 30 29 35 45 52 34
Tramezzo mobile 15 22 26 27 33 35 29
Tramezzo mobile munito di pannelli
vetrati (cristallo 7-9 mm di spessore)
17 20 25 24 28 28 26
Tramezzo mobile munito di pannelli
vetrati con doppio cristallo (2 lastre
uguali distanti 1 cm)
17 20 23 33 33 33 25
Tramezzo mobile munito di pannelli
vetrati con doppio cristallo (2 lastre di
diverso spessore distanti 4 cm)
22 27 30 30 36 38 32
Doppia finestra 16 24 36 50 54 58 36

Tabella D

Sulla base dello studio dei vari parametri introdotti in questo paragrafo,
possiamo trarre alcune conclusioni circa le migliori pareti in fatto di isolamento
acustico. Attualmente il potere fonoisolante migliore, in rapporto alla complessit
realizzativa, garantito dalle pareti doppie. Queste sono costituite da due tramezzi
non rigidamente connessi, separati da unintercapedine che, per evitare fenomeni di
risonanza, pu essere vuota oppure riempita con materiale fonoassorbente, quale ad
esempio la lana di roccia o il polistirolo. La somma del potere fonoisolante dei
singoli tramezzi d unottima approssimazione del potere fonoisolante complessivo
della parete doppia.


Figura 4: Sezione di una parete doppia con tramezzi separati da lana di roccia
Lezione del 3/12/01 ora 16.30-18.30
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Isolamento acustico del calpestio

In questo paragrafo studieremo le propriet fonoisolanti di un divisorio
orizzontale, spesso detto anche solaio. La nostra analisi si disinteressa del rumore
prodotto in aria nellambiente superiore e si sposta sul rumore che, generato dal
calpestio sulla superficie divisoria, si trasmette al piano inferiore.
A tale scopo, nella stanza superiore non viene posto un altoparlante ma una
macchina apposita che solleciti il solaio. Le caratteristiche tecniche della macchina
per calpestio sono definite dalla legge in maniera tale che questa produca un rumore
standardizzato. La macchina (Figura 5) costituita da cinque martelli cilindrici
dacciaio, pesanti 500g ciascuno, posti in linea, con distanza interasse di 100 mm. I
martelli vengono fatti cadere da unaltezza di 40 mm con cadenza casuale, al ritmo
medio di dieci colpi al secondo. Al piano sottostante il livello di pressione sonora
misurato con una rete di microfoni, in modo da avere un valore medio. Infine il
segnale viene filtrato in bande di terzi dottava e memorizzato.


Figura 5: Macchina per calpestio

La norma UNI EN ISO 140-6 si riferisce alle misure in laboratorio e definisce il
livello di pressione sonora da impatto normalizzato L
n
di un pavimento di 10 m
2
senza trasmissioni laterali:
) (
10
log 10
2
2
dB
A
L L
n
+ =
(10)
essendo L
2
il livello di pressione sonora nel locale al piano inferiore ed essendo A
2

lassorbimento dello stesso locale, che si pu calcolare mediante la (4) noti il volume
V
2
e il tempo di riverbero T
R2
.


Figura 6: Macchina per calpestio sul solaio e microfoni al piano inferiore
Lezione del 3/12/01 ora 16.30-18.30
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La norma UNI EN ISO 140-7 si riferisce alle misure in situ e definisce il livello
di pressione sonora da impatto normalizzato L
n
nello stesso modo in cui la (10)
definisce L
n
.
La stessa norma definisce anche il livello di pressione sonora da impatto
standardizzato L
nT
, sfruttando come fattore correttivo il tempo di riverbero T
R2
:
) (
5 . 0
log 10 '
2
2
dB
T
L L
R
nT
=
(11)
Ovviamente i livelli definiti da (10) e (11) dipendono strettamente dalla
frequenza del suono e, per avere a disposizione un indice di riferimento indipendente
dalla frequenza, la norma UNI 8270 introduce lindice di valutazione L
n,w
,
analogamente a quanto fatto per il potere fonoisolante. Si utilizza la curva
normalizzata ISO 717-2 (Tabella E), traslandola verso lalto di un dB, fino a quando
la somma delle differenze positive tra la curva sperimentale e la curva ISO minore
di 32 (con le frequenze in terzi di ottava). L
n,w
definito dal valore della curva di
riferimento assunto alla frequenza di 500Hz.

L
n
(dB)

46 46 46 46 46 46 45 44
Frequenza
(Hz)
100 125 160 200 250 315 400 500
L
n
(dB)

43 42 41 38 35 32 29 26
Frequenza
(Hz)
630 800 1000 1250 1600 2000 2500 3150

Tabella E: curva ISO 717-2




Isolamento acustico di facciata

Fino ad ora ci siamo occupati dellisolamento acustico tra due locali separati da
una parete o da un solaio, mentre in questo paragrafo ci dedicheremo allanalisi
dellisolamento acustico di facciata, ovvero alla misura dei parametri di energia
sonora trasmessa allinterno di un edificio dallambiente esterno.
Il DPCM 5.12.97 indica come riferimento per lisolamento acustico di facciata la
norma UNI 107008-2 e specifica le modalit di misura dellisolamento acustico di
facciata standardizzato D
2m,nT
. Per il suo calcolo va considerata la differenza tra il
livello di pressione sonora esterno (L
1,2m
), misurato a 2 metri dalla facciata, e il
livello medio nellambiente ricevente (L
2
), che si calcola a partire dai livelli misurati
con la formula:
) ( 10
1
log 10
1
10
2
dB
n
L
n
i
L
i

=
=
(12)
Le misure dei livelli L
i
che compaiono nella (12) vanno effettuate n volte per
ciascuna banda di terzi dottava, con n numero intero superiore a un decimo del
volume dellambiente, con valore minimo uguale a 5. A questo punto si normalizza
con il tempo di riverberazione dellambiente ricevente (T) e si ottiene D
2m,nT
:
) (
5 , 0
log 10
2 2 , 1 , 2
dB
T
L L D
m nT m
+ =
(13)
Lezione del 3/12/01 ora 16.30-18.30
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E importante ricordare che come sorgente sonora esterna, qualora non siano
sufficienti gli abituali rumori dambiente, si usa impiegare un altoparlante
dodecaedrico con incidenza a 45, posto a cinque metri dalla facciata, che costituisce
una valida simulazione di una fonte omnidirezionale.



Figura 7

Nel campo dellisolamento acustico da facciata, le differenze nelle normative dei
vari paesi europei sono notevoli. Germania e Austria, per specificare i valori
discriminanti per la prestazione acustica di una facciata, utilizzano un parametro che
dato dalla media pesata del potere fonoisolante dei vari componenti della facciata.
Tale parametro

confrontabile con D
2m,nT
a meno di termini correttivi che tengono
conto delle dimensioni dellambiente interno, della forma della facciata e della
trasmissione sonora laterale. Danimarca e Svezia impongono solo valori massimi per
il livello sonoro allinterno delledificio, mentre la Francia utilizza un parametro
equivalente al nostro.




Esercizi esemplificativi sulle misure acustiche

Vista la particolarit delle normative trattate nei paragrafi precedenti,
vivamente consigliata la lettura degli esercizi esemplificativi proposti di seguito, allo
scopo di prendere confidenza con questo argomento ostico e poco intuitivo.
Gli esercizi sono risolti e commentati, facendo preciso riferimento alle
definizioni ed alle relazioni presentate in precedenza, che vengono richiamate
sfruttando la numerazione progressiva delle formule.
Per rendere maggiormente interattiva la risoluzione di alcuni esercizi, vengono
messi a disposizione fogli di calcolo che minimizzano i tempi degli algoritmi
ricorsivi.

Sono proposti esercizi sui seguenti argomenti:
Livello sonoro
Potere fonoisolante
Tempo di riverbero
Indici di valutazione
Algoritmi ricorsivi
Lezione del 3/12/01 ora 16.30-18.30
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ESERCIZIO 1: Determinazione del potere fonoisolante


Determinare il potere fonoisolante della parete che separa le due stanze in Figura
8, conoscendo la superficie S
P
del provino, il volume V
2
e il tempo di riverbero T
R2

della Stanza2. Si sa inoltre che la misura effettuata a 500 Hz e sono noti i livelli
sonori L
1
e L
2
rilevati nelle due stanze.



Figura 8


DATI:
L
1
= 80 dB, L
2
= 55 dB, T
R2
= 2.5s, S
P
= 10m
2
, V
2
= 50m
3


SOLUZIONE:
Ricordiamo lespressione generale (3) del potere fonoisolante:

) ( log 10
2
2 1
dB
A
S
L L R
P
+ =
(3)

Tutte le grandezze che compaiono in tale relazione sono a noi note, ad eccezione
della superficie A
2.
Possiamo ricavare A
2
sfruttando la relazione (4) che la lega al
tempo di riverbero e al volume della stanza:

2 2 2
2
2
2
2 . 3
5 . 2
50
16 . 0 16 . 0 m m m
T
V
A
R
= = =

(14)

A questo punto abbiamo tutti i dati necessari per giungere al risultato finale:

dB R 9 . 29
2 . 3
10
log 10 55 80 = + =

(15)

Lezione del 3/12/01 ora 16.30-18.30
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ESERCIZIO 2: Determinazione del livello sonoro

Nella Stanza1 presente una sorgente sonora. Siano V
1
e V
2
i volumi delle due
stanze, sia S
P
la superficie del provino, siano T
R1
e T
R2
i tempi di riverbero
caratteristici dei due ambienti, sia t il coefficiente di trasmissione del divisorio e sia
W lintensit sonora della sorgente.



Figura 9

DATI:
V
1
= 50m
3
, V
2
=60m
3
, S
P
=10m
2
,

T
R1
=1.6s, T
R2
= 2s, t= 0.01, W=1w

SOLUZIONE:
Da (3) si ricava direttamente:
) ( log 10
2
1 2
dB
A
S
R L L
P
+ =
(16)
Dallequazione del campo riverberante ottengo:
) (
4
log 10
1
1
dB
A
L L
W
+ =
(17)
Per definizione si ha:
) (
10
log 10
12
dB
W
L
W

=
(18)

Posso inoltre ricavare A
1
e A
2
mediante la relazione (4) tra tempo di riverbero e
volume. Per ottenere il potere fonoisolante devo ricordare la (2).

A questo punto ho a disposizione tutti i dati per giungere al risultato finale:
+ +

+ =

01 . 0 log 10
50 16 . 0
6 , 1 4
log 10
10
1
log 10
12
2
L
dB 2 . 102
60 16 . 0
2 10
log 10 =

+
(19)
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- 13 -
ESERCIZIO 3: Determinazione di D
n,w


In base ai dati in tabella si chiede di determinare D
n,w
sapendo che il volume
della Stanza2 V
2
=50m
3
.

Frequenza (Hz) 125 250 500 1000 2000
L
1
(dB) 80 85 87 88 88
L
2
(dB) 50 45 38 30 35
T
R2
(dB) 1 0.8 0.6 0.4 0.3
Curva ISO (dB) 36 45 52 55 56

Tabella F

SOLUZIONE:
Per ottenere i valori di D
n
possiamo sfruttare le seguente relazione:
10
log 10
2 1
A
L L D
n
=
(20)
Conoscendo il tempo di riverbero, possibile calcolare A alle diverse frequenze
mediante (4).

In questo modo ottengo:

Frequenza (Hz) 125 250 500 1000 2000
D
n
(dB) 31 40 47.8 55 48.7

Tabella G

A questo punto devo considerare le frequenze in cui il valore di riferimento ISO
supera il valore sperimentale, sommare i valori di tali scostamenti e dividere la loro
somma per 5. Ottengo:
3 . 4
5
3 . 7 2 . 4 5 5
=
+ + +
(21)


Essendo 4.3 maggiore di 2, devo continuare a traslare di un dB verso il basso la
curva ISO, finch il procedimento appena illustrato porta ad un risultato minore di 2.
A questo punto si assume come valore di D
n,w
il valore della curva traslata relativo
alla frequenza di 500Hz.

Come si pu facilmente verificare con lausilio del seguente foglio di calcolo, il
risultato del problema D
n,w
=49dB. Il foglio di calcolo permette di inserire da
tastiera il valore della traslazione verso il basso della curva ISO e calcola gli
scostamenti dalla curva sperimentale. Lindice di valutazione tanto pi accurato
quanto pi la somma degli scostamenti positivi prossima a 10.
Ecco lausiliare foglio di calcolo:


problema3.xls

Lezione del 3/12/01 ora 16.30-18.30
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ESERCIZIO 4: Determinazione di L
n,w


Vengono date per 5 frequenze la curva sperimentale L
n
e la curva di riferimento
ISO. Si chiede di calcolare il valore di L
n,w
.

Frequenza (Hz) 125 250 500 1000 2000
L
n
(dB) 50 52 53 52 43
Curva ISO (dB) 67 67 65 62 49

Tabella H
SOLUZIONE:

Dobbiamo considerare le frequenze in cui il valore sperimentale supera il valore di
riferimento ISO, sommare i valori di tali scostamenti e dividere la somma per 5.

Nel nostro caso, a tutte le frequenze i valori ISO superano quelli sperimentali:
dobbiamo pertanto continuare a traslare di un dB verso il basso la curva di
riferimento, finch il procedimento appena illustrato porta ad un valore il pi
possibile prossimo a 2. A questo punto si assume come valore di L
n,w
il valore della
curva traslata relativo alla frequenza di 500Hz.

Come ausilio ai calcoli utile il seguente foglio di calcolo:

problema4.xls


Il foglio di calcolo permette di variare la traslazione verso il basso della curva ISO e
calcola gli scostamenti dalla curva sperimentale. Nella cella Indice di valutazione
possibile trovare il risultato del problema. Esso tanto pi accurato quanto pi la
somma degli scostamenti positivi prossima a 10. Nel nostro caso risulta:
L
n,w
=52dB

30
35
40
45
50
55
60
65
70
0 500 1000 1500 2000 2500
Frequenza (Hz)
I
n
d
i
c
i

(
d
B
)
L'n (dB)
Curva ISO (dB)
Figura 10
Claudio Iori matr. 141456 Lezione del 3/12/2001 ora 16:30-18:30
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Misure acustiche ,legislazione ed esercizi esemplificativi

Argomenti trattati
-Legislazione e normative di riferimento
-Isolamento acustico :
- Per via aerea
- Del calpestio
- Di facciata
-Esercizi commentati sugli argomenti trattati
-Link a siti che trattano gli argomenti visti
Introduzione
In queste pagine verr trattato il problema dellisolamento acustico.Sebbene
lisolamento e lacustica in generale siano stati oggetto di studio anche
nellantichit(i greci hanno raggiunto mirabili risultati),solo negli ultimi anni questa
scienza ha subito una vera e propria impennata dovuta al bisogno di isolare gli edifici
dai rumori sempre pi vari e molesti.Parallelamente a questa necessit scatenante si
avuto (e si sta avendo) un deciso miglioramento della tecnologia e si anche venuta
a creare una classe di tecnici e di professionisti che fino a trentanni fa non
esisteva.Ci fa si che lacustica e le strategie per risolvere i problemi ad essa
connessi(come lisolamento) siano in continua evoluzione.
Parallelamente si venuta a creare anche una serie di leggi che ne
regolamentano le applicazioni.Purtroppo per,accade spesso che, in virt della
relativa giovinezza di questa scienza e della grande competenza tecnica richiesta per
comprenderne anche gli sviluppi che paiono pi elementari,il legislatore non sia in
grado di trovare risposte soddisfacenti.Si possono perci a volte trovare alcune
differenze tra i vari stati o addirittura contraddizioni interne tra le normative vigenti
di uno stesso stato.

Normative di riferimento
Le principali norme vigenti nel nostro paese sono riportate di seguito

Legge 447 : Legge quadro sullacustica
EN 20140 :Misure in opera e in laboratorio
EN 3022 :Prove di laboratorio
EN 12354 :Prestazioni acustiche dei componenti
EN 20717 :Isolamento acustico degli edifici
DPCM 14.11.97 :Limiti per le sorgenti sonore
DPCM 5.12.97 :Requisiti acustici passivi degli edifici
Circolare 3150 del Ministero dei LLPP del 1967: Requisiti acustici per le
scuole


La legge 447 affida la stesura delle normative tecniche allUNI ,che a sua volta
alle indicazioni dellISO. Siccome altri paesi europei si basano sullISO si ha una
certa uniformit tra molti paesi europei ;uniformit che prima non era presente(basti
vedere le date dei DPCM).
Lezione del 3/12/2001 16:30-18:30
- 2 -
La nostra legislazione in materia classifica i vari ambienti abitativi e per ogni
categoria riporta i valori massimi dei parametri consentiti dalla legge.

Categoria A
edifici adibiti a residenza o assimilabili;
Categoria B
edifici adibiti ad uffici ed assimilabili;
Categoria C
edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attivit assimilabili;
Categoria D
edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili;
Categoria E
edifici adibiti ad attivit scolastiche a tutti i livelli e assimilabili;
Categoria F
edifici adibiti ad attivit ricreative o di culto o assimilabili;
Categoria G
edifici adibiti ad attivit commerciali o assimilabili.

TABELLA 1: Classificazione degli edifici


Parametri Categorie di
cui alla Tab. A
R
w

(*)
D
2m,nT,w
L
n,w
L
ASmax
L
Aeq
1. D 55 45 58 35 25
2. A, C 50 40 63 35 35
3. E 50 48 58 35 25
4. B, F, G 50 42 55 35 35

(*) Valori di R
w
riferiti a elementi di separazione tra due distinte unit
immobiliari

TABELLA 2:parametri relativi ad ogni categoria

UNI 10708-
1
31/12/1997 Acustica. Misurazione dellisolamento acustico in edifici
e di elementi di edificio. Misurazioni in opera dellisolamento
acustico per via aerea tra ambienti. (Codice ICS: 91.120.20)
UNI 10708-
3
31/12/1997 Acustica. Misurazione dellisolamento acustico in edifici
e in elementi di edificio. Misurazioni in opera
dellisolamento dal rumore di calpestio di solai. (Codice ICS:
91.060.30 91.120.20)
UNI 10844 30/11/1999 Acustica - Determinazione della capacit di
fonoassorbimento degli ambienti chiusi (Codice ICS:
17.140.01 91.120.20)
UNI 8270-6
ISO 140
31/01/1988 Acustica. Misura dell' isolamento acustico in edifici ed
elementi di edificio. Misura in laboratorio dell' isolamento dai
rumori di calpestio di solai. (Codice ICS: 91.120.20)
UNI EN
20140-10
31/07/1993 Acustica. Misura dell'isolamento acustico in edifici e di
elementi di edificio. Misura in laboratorio dell'isolamento
acustico per via aerea di piccoli elementi di edificio. (Codice
ICS: 91.120.20)
UNI EN
20140-2
31/03/1994 Acustica. Misura dell'isolamento acustico di edifici e di
elementi di edificio. Determinazione, verifica e applicazione
della precisione dei dati. (Codice ICS: 17.140.01 91.120.20)
UNI EN
20140-9
31/01/1998 Acustica. Misurazione dell'isolamento acustico in edifici
e in elementi di edificio. Misurazione in laboratorio
dell'isolamento acustico per via aerea da ambiente a
ambiente coperti dallo stesso controsoffitto. (Codice ICS:
91.120.20)

Lezione del 3/12/2001 16:30-18:30
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TABELLA 3- principali norme riguardanti gli edifici


VIE DI PROPAGAZIONE DEL SUONO
Il suono si pu propagare in svariati modi e le classificazioni possono essere
molteplici a seconda delle esigenze e dei parametri che si considerano.Siccome noi ci
occupiamo prevalentemente di edifici diremo che il suono si pu propagare per via
diretta ,via aerea ,via strutturale.
Si dice propagazione diretta quando il suono non incontra nessun ostacolo
davanti a s,cio quando londa sonora si pu propagare liberamente(per esempio
due persone che parlano nella stessa stanza).Si parla di propagazione per via aerea
quando il mezzo di propagazione del suono laria,ma vi sono ostacoli tra la
sorgente e la destinazione.Nella fattispecie se lostacolo per esempio una parete
dell edificio si usa la parola aerea poich la parete sollecitata da onde sonore(per
esempio quando si ode la voce di una persona provenire da unaltra stanza).
Si parla invece di propagazione strutturale quando il suono prodotto
direttamente applicando forze meccaniche alla struttura dell edificio.


Figura 1: vie di propagazione del suono

PROPAGAZIONE PER VIA AEREA

Quando siamo in una stanza ci accorgiamo che anche se la porta chiusa una
parte dei rumori provenienti dallesterno pu essere comunque udita.Questo avviene
poich le onde sonore che provengono dall esterno mettono in vibrazione la
Lezione del 3/12/2001 16:30-18:30
- 4 -
parete,che quindi trasmette a sua volta il suono(sebbene attutito).Per fare in modo
che i suoni provenienti da altre stanze non siano troppo forti e non rechino quindi
disturbo si cercano di impiegare materiali con determinate caratteristiche elastiche e
dissipative in modo da ridurre lampiezza delle vibrazioni sonore.Bisogna quindi
testare i vari materiali per misurare le propriet sopra accennate e per poterle
sfruttare al meglio.
I test sui materiali vengono svolti in laboratorio nelle cosiddette camere di
prova.




Figura 2: La camera di prova




Come si pu vedere dalla figura qui sopra una camera di prova ha una struttura
molto semplice:due stanze divise da una parete costruita con il materiale che si vuole
testare.In una stanza si trova la sorgente del suono(camera di emissione),mentre
nellaltra(camera ricevente) c unapparecchiatura preposta alla ricezione del
suono.Naturalmente queste camere sono progettate e costruite in modo tale da avere
delle pareti che abbiano caratteristiche fortemente isolanti,cosicch le sorgenti
esterne di rumore non contaminino il suono emesso dalla camera di emissione e non
disturbino lapparecchiatura ricevente posta nellaltra stanza.Il procedimento consiste
nel misurare la pressione sonora(o un qualsiasi altro parametro che si vuole
analizzare) in ognuna delle due stanze.Confrontando i risultati ottenuti impiegando
diversi materiali per la parete in comune si possono trarre delle utili conclusioni da
adoperare in fase sperimentale o addirittura di progetto.
Per una trattazione pi rigorosa si veda la norma UNI EN 20140-10 le cui
coordinate principali sono riportate nella tabella tre.

Il potere fonoisolante di una parete uno dei parametri pi importanti
riguardanti lisolamento aereo.Esso definito come dieci volte il logaritmo in base
dieci del rapporto tra la potenza sonora W
1
incidente sulla parete e la potenza sonora
W
2
trasmessa dalla parete al locale adiacente:
Lezione del 3/12/2001 16:30-18:30
- 5 -
) ( log 10
2
1
dB
W
W
R =
(1)
oppure:
) (
1
log 10 dB
t
R =
(2)
con t che corrisponde al coefficiente di trasmissione sonora della parete.
Si ha inoltre che il potere fonoisolante dipende dalla frequenza f del suono e perci
viene misurato di ottava in ottava.R varia anche in funzione della densit della
parete.Se per esempio abbiamo una parete omogenea possiamo tracciare un
grafico(ottenuto sperimentalmente)che ci mostra come varia il potere fonoisolante in
funzione della frequenza.

regione III regione II regione I
le
g
g
e
d
e
lla
m
a
s
s
a

6
d
B
/
o
tt
a
v
a

f0 fc
piccolo smorzamento
medio smorzamento
grande smorzamento
frequenza (Hz)
p
o
t
e
r
e

f
o
n
o
i
s
o
l
a
n
t
e

(
d
B
)



Figura 3:Dipendenza del potere fonoisolante dalla frequenza








Esiste anche unaltra definizione di R contenuta nella norma UNI EN 130-
3.Lesperienza si basa sul disegno della camera di prova riportato sopra e la
definizione contenuta allinterno della normativa

dB
A
S
L L R
2
2 1 log 10 + =
(3)


S= area del di visorio
A
2
= assorbimento camera ricevente
Lezione del 3/12/2001 16:30-18:30
- 6 -
L
1
= pressione sonora camera di emissione
L
2
= pressione sonora camera ricevente

Il termine con il logaritmo un fattore correttivo che tiene conto dellassorbimento
A
2
della camera ricevente.La misurazione di A
2
non affatto facile e si pu ottenere
sperimentalmente dalla formula
) ( 16 . 0
2
2
2
s
A
V
T
R
=
(4)
dove T
R2
il tempo di riverberazione e V
2
il volume della camera ricevente .

Spesso accade che si debbano eseguire misure su edifici gi esistenti o su costruzioni
inserite in un contesto ambientale che non pu in alcun modo essere riprodotto in
laboratorio.Questo tipo di misurazioni sono dette misure in situ e vengono eseguite
con apparecchiature pi maneggevoli e meno costose di quelle presenti nei centri
specializzati.Tutti i parametri le cui misure sono state acquisite sul campo sono
indicati con un apice. Perci il potere fonoisolante diventa R ed uguale a:

dB
W W
W
R ) log( 10 '
3 2
1
+
=
(5)

W
1
= potenza sonora incidente su parete di prova,
W
2
= potenza sonora trasmessa attraverso la parete di prova,
W
3
= potenza sonora trasmessa da elementi laterali o da altri componenti.

Si noti come in questo caso venga aggiunto il parametro W
3
per tenere conto
dellimpossibilit di avere un buon isolamento da fonti esterne.
Parallelamente alle misure in laboratorio anche in questo caso esiste esiste una
definizione alternativa:



dB
A
S
L L R
2
2 1 log 10 ' + =
(6)

Come abbiamo gi visto per il potere fonoisolante dipende strettamente dalla
frequenza.Per questo motivo si definisce come frequenza standard quella di 500 Hz.
Un metodo usato spesso per trovare un valore di R che dipenda il meno possibile
dalla frequenza quello suggerito dalla norma UNI 8270,in cui si fa riferimento alla
curva normalizzata ISO 717-1 che contiene le frequenze in intervalli di terzi dottava
da 100Hz a 3150Hz. La norma suggerisce di costruire una tabella in cui ad ogni
frequenza(distanziata luna dallaltra come detto di un terzo d ottava) corrisponde un
valore di R.A questo punto si considerano le frequenze in cui R minore di quello
ISO e si sommano le differenze(positive) tra il valore teorico e quello in
opera.Ottenuto tale valore bisogna vedere se soddisfatta la diuguaglianza

2
) (
1

=
N
R R
n
i
i sper rif
(7)
Lezione del 3/12/2001 16:30-18:30
- 7 -
Se questa non verificata bisogna traslare verso il basso la curva normalizzata ISO
717-1 di un decibel e ripetere il procedimento fino ad avere la disuguaglianza
verificata. A questo punto il valore cercato corrisponde a R a 500Hz.


Oltre al potere fonoisolante compaiono nelle norme ISO altre definizioni come
lisolamento acustico lisolamento acustico D:


) (
2 1
dB L L D =
(8)

Come per il potere fonoassorbente anche in questo caso si pu normalizzare la
grandezza in questione sia rispetto al tempo di riverbero T della camera ricevente:


) (
5 . 0
log 10
2 1
dB
T
L L D
nT
+ =
(9)
sia rispetto allisolamento acustico A:

) (
10
log 10
2 1
dB
A
L L D
n
=
(10)
In genere si utilizza D per le grandi stanze ed R per le pi piccole.

ISOLAMENTO ACUSTICO DI FACCIATA

Vediamo ora un altro aspetto dellisolamento che riguarda le tecniche di misurazione
impiegate per saggiare le pareti degli edifici quando il suono viene
dallesterno.Questo tipo di isolamento prende il nome di isolamento di facciata.In tali
casi il DPCM 5.12.97 indica come riferimento norma UNI 107008-2 e precisa le
modalit di misura dellisolamento acustico di facciata standardizzato D
2m,nT

definito da :

dB
T
L L D m nT m )
5 . 0
log( 10 2 2 , 1 , 2 + =
(11)
in cui L
1,2m
il livello di pressione sonora esterno misurata a due metri dalla facciata
e L
2
definito dalla formula:


) ( 10
1
log 10
1
10
2
dB
n
L
n
i
L
i

=
=
(12)


Le misure dei livelli L
i
devono essere eseguite in numero di n per ogni banda di terzi
dottava; n il numero intero immediatamente superiore ad un decimo del volume
dellambiente.Il valore minimo di n deve comunque essere 5.

Lezione del 3/12/2001 16:30-18:30
- 8 -


Figura 4:misura di isolamento di facciata

In ambito europeo i parametri cambiano anche se in virt del discorso fatto in
precedenza si pu affermare che vi una certa uniformit.Per approfondire
differenze e analogie con gli altri paesi europei si raccomanda di collegarsi ai siti
indicati nell ultima pagina.




ISOLAMENTO ACUSTICO DAL CALPESTIO

Il terzo tipo disolamento di cui parleremo quello riguardante la trasmissione del
suono per via strutturale.Sono esempi di una tale propagazione il rumore di passi
oppure di un oggetto che cade provenienti da una stanza situata al piano superiore
rispetto allascoltatore.Ci occuperemo quindi non di trasmissione attraverso pareti
verticali ma attraverso pareti orizzontali:i cosiddetti solai.
In tali casi nella camera ricevente non viene pi posto un altoparlante ma una
apposita apparecchiatura chiamata macchina del calpestio ,le cui caratteristiche
sono definite dalle norme sullacustica e il cui rumore prodotto quindi standard.La
macchina costituita da cinque martelli cilindrici dacciaio allineati, pesanti 500g
ciascuno. I martelli vengono fatti cadere da unaltezza di 40 mm al ritmo di dieci
colpi al secondo. Al piano di sotto il livello di pressione sonora misurato con dei
microfoni, in modo da avere un valore medio. Infine si filtra il segnale in bande di
terzi dottava e lo si memorizza.La figura sottostante mostra la suddetta macchina.
Lezione del 3/12/2001 16:30-18:30
- 9 -

Figura 5: macchina del calpestio


Per quanto riguarda la misurazione in laboratorio ci si attiene alla norma UNI
EN ISO 140-6 che definisce il livello di pressione sonora da impatto
normalizzato L
n
di un pavimento di 10 m
2
senza trasmissioni laterali come
dB
A
L Ln
10
log 10
2
2 + =
(13)
dove L
2
il livello di pressione sonora nel locale al piano inferiore e A
2

lassorbimento dello stesso locale, che si pu calcolare con la (4) conoscendo il
volume V
2
e il tempo di riverbero T
R
.
La figura sottostante mostra le principali coordinate dellesperienza in laboratorio.

Figura 6: Testaggio di un solaio






Per quanto concerne le misure in situ ci si appoggia alla norma UNI EN ISO 140-
7.Essa definisce il livello di pressione sonora da impatto normalizzato L
n
con
trasmissioni laterali come
Lezione del 3/12/2001 16:30-18:30
- 10 -
dB
A
L L n
10
log 10 '
2
2 + =
(14)
e definisce anche il livello di pressione sonora da impatto standardizzato L
nT
come
dB
T
L L nT
5 . 0
log 10 '
2
2 =
(15)
in cui T
2
il tempo di riverberazione della camera ricevente.
Anche in questo caso necessario compiere una operazione analoga a quella del
potere fonoassorbente.Per determinare lindice di valutazione L
n,w
, si utilizza la
curva normalizzata ISO 717-2 che va traslata verso il basso fino a quando la somma
delle differenze positive tra la curva sperimentale e la curva ISO il pi vicino
possibile al valore 2*n(dove n il numero delle frequenze ,che sono espresse in terzi
di ottava); quando sono verificate le condizioni sopracitate L
n,w
dato dal valore
della curva di riferimento a 500Hz(per maggiore chiarezza si veda lesercizio Nr 4).



L
n
(dB)

46 46 46 46 46 46 45 44
Frequenza
(Hz)
100 125 160 200 250 315 400 500
L
n
(dB)

43 42 41 38 35 32 29 26
Frequenza
(Hz)
630 800 1000 1250 1600 2000 2500 3150

Tabella della curva ISO 717-2







ESERCIZI SVOLTI SULLISOLAMENTO

ESERCIZIO 1 :POTERE FONOISOLANTE IN LABORATORIO

Trovare il potere fonoisolante della parete che separa le due stanze in figura,
conoscendo la superficie S
P
del provino, il volume V
2
e il tempo di riverbero T
R2

della Stanza2. Si sa inoltre che la misura effettuata a 500 Hz e sono noti i livelli
sonori L
1
e L
2
rilevati nelle due stanze.



Lezione del 3/12/2001 16:30-18:30
- 11 -



Figura 7:Situazione descritta nel problema 1




DATI:
L
1
= 80 dB, L
2
= 55 dB, S
P
= 10m
2
, V
2
= 50m
3
,T
R2
= 2.5s,


SOLUZIONE: dalla (3),cio


) ( log 10
2
2 1
dB
A
S
L L R
P
+ =

si pu ottenere il parametro richiesto.Conosciamo gi L
1
ed L
2
poich ce li fornisce
il problema.Bisogna solamente ricavare A
2
che si trova impiegando la (4),cio



2 2 2
2
2
2
2 . 3
5 . 2
50
16 . 0 16 . 0 m m m
T
V
A
R
= = =

Il risultato finale quindi dato da



dB R 9 . 29
2 . 3
10
log 10 55 80 = + =

ESERCIZIO 2:LIVELLO SONORO DELLA CAMERA RICEVENTE

Nella Stanza1 presente una sorgente sonora. Siano V
1
e V
2
i volumi delle due
stanze, sia S
P
la superficie del provino, siano T
R1
e T
R2
i tempi di riverbero
caratteristici dei due ambienti, sia t il coefficiente di trasmissione del divisorio e sia
W lintensit sonora della sorgente

Lezione del 3/12/2001 16:30-18:30
- 12 -


Figura 8:Situazione descritta nel problema 2



DATI:
V
1
= 50m
3
, V
2
=60m
3
,

T
R1
=1.6s, T
R2
= 2s, t= 0.01, W=1w , S
P
=10m
2


SOLUZIONE:
Dalla (3) posso ricavare immediatamente L
2
:

) ( log 10
2
1 2
dB
A
S
R L L
P
+ =

mentre L
1
la ottengo da

) (
4
log 10
1
1
dB
A
L L
W
+ =

dove quest ultima lequazione del campo riverberante.
Inoltre si ha che per definizione

) (
10
log 10
12
dB
W
L
W

=

Posso altres ricavare R dalla(2) e A
1
e A
2
mediante la (4).
A questo punto il risultato finale dato da


dB
L
2 . 102
60 * 16 . 0
2 * 10
log 10
) 01 . 0 log( 10
50 * 16 . 0
6 . 1 * 4
log 10
10
1
log 10
12
2
= +
+ + + =




ESERCIZIO 3: Determinazione di D
n,w
In base ai dati forniti sotto si chiede di determinare D
n,w
sapendo che il volume della
Stanza2 uguale a 50m
3
.

Frequenza 125 250 500 1000 2000
Lezione del 3/12/2001 16:30-18:30
- 13 -
(Hz)
L
1
(dB) 80 85 87 88 88
L
2
(dB) 50 45 38 30 35
T
R2
(dB) 1 0.8 0.6 0.4 0.3
Curva rif (dB) 36 45 52 55 56


SOLUZIONE:

Per ottenere D
n
posso utilizzare la seguente formula:
10
log 10
2 1
A
L L D
n
=

Con il tempo di riverbero, posso anche trovare A alle diverse frequenze con la
(4).

In questo modo ottengo:

Frequenza
(Hz)
125 250 500 1000 2000
D
n
(dB) 31 40 47.8 55 48.7

Ora devo devo sommare gli scostamenti positivi che si hanno tra la curva ISO e
valori sperimentali e dividere per il numero delle prove,cio 5.Allora si ha

3 . 4
5
3 . 7 2 . 4 5 5
=
+ + +




Essendo 4.3 maggiore di 2, devo continuare a traslare di un dB verso il basso la
curva ISO, finch il procedimento appena illustrato porta ad un risultato minore di 2.
A questo punto si assume come valore di D
n,w
il valore della curva traslata relativo
alla frequenza di 500Hz.Procedendo per prove successive come appena spiegato si
ottiene quindi che alla quarta prova la media risulta essere 1,9.Perci il valore
cercato (52-3)dB,cio 49dB.(Si noti che sottraggo 3 poich alla prima prova la
curva non va traslata.

Lezione del 3/12/2001 16:30-18:30
- 14 -
grafico esercizio 3
0
10
20
30
40
50
60
125 250 500 1000 2000
frequenze Hz
v
a
l
o
r
i

i
n

d
B
misure
ISO



ESERCIZIO 4: Determinazione di L
n,w


Questa volta ho per 5 frequenze diverse la curva sperimentale L
n
e la curva di
riferimento ISO. Voglio calcolare il valore di L
n,w
.

Frequenza(Hz) 125 250 500 1000 2000
L
n
(dB) 50 52 53 52 43
CurvaISO (dB) 67 67 65 62 49

SOLUZIONE:
In questo caso bisogna vedere quando i valori sperimentali superano la curva ISO e
fare in modo che la somma degli scostamenti positivi(dove la curva ISO il
sottraendo) sia prossima il pi possibile a 2*n dove n il numero delle frequenze
date nel problema.Procedendo per tentativi,abbassando di volta in volta la curva ISO
di un decibel ,al tredicesimo abbassamento si ottiene che la somma degli scostamenti
11,cio il valore pi prossimo possibile a 2*n=2*5=10.Il valore cercato dato
quindi da( 65-13)dB=52dB.

Lezione del 3/12/2001 16:30-18:30
- 15 -
grafico esercizio 4
0
20
40
60
80
1
2
5
2
5
0
5
0
0
1
0
0
0
2
0
0
0
frequenza Hz
d
B
ISO
misure

LINK UTILI
La maggior parte delle informazioni presenti in questa tesina sono disponibili su
internet ai seguenti indirizzi(soprattutto per quanto riguarda la parte sulle normative):
-www.anima-it.com
-www.anit.it
-www.assoacustici,it
-www.associazioneairs.it
-www.euroacustici.org
I precedenti siti elencati sono anche molto utili per chi volesse approfondire gli
argomenti trattati e lacustica in generale.

NOTA:Il grafico Nr 3 tratto dalla tesina di Bellanova Rosario,anno accademico
2000\2001.

Marco Grazzani matr. 132621 Lezione del 3/12/01 ora 16:30-18:30
- 1 -
Misure acustiche nelledilizia

Argomenti trattati:
Normativa di riferimento
Isolamento acustico per via aerea
Isolamento acustico di facciata
Isolamento acustico del suono dimpatto
Isolamento dal rumore prodotto dagli impianti tecnologici
Esercizi sullisolamento

Introduzione

Linfluenza dellacustica sulla progettazione degli edifici pu essere osservata
attraverso i secoli, dagli antichi Greci nei loro teatri allaria aperta fino ai giorni
nostri, negli edifici in cui trascorriamo buona parte del nostro tempo per lavorare e
durante il tempo libero o in casa.
La grande differenza rispetto allambiente in cui vivevano gli antichi Greci,
che noi oggi siamo esposti ad un numero sempre crescente di rumori provenienti dal
vicinato, dalle industrie, dal traffico.
Esiste una divisione naturale nel campo dellacustica architettonica: una parte si
occupa della distribuzione sonora, della riproduzione sonora, dei tempi ottimali di
riverbero allinterno di un ambiente e cos via, laltra parte interviene tra una stanza e
lambiente esterno, che pu essere rappresentato da un altro locale o dallesterno
delledificio stesso, e riguarda lisolamento sonoro tra due ambienti, trasmissioni di
varia natura, come calpestio, installazioni rumorose, traffico cittadino, ecc.

Normativa di riferimento

EN 20717 Isolamento acustico degli edifici
EN 12354 Stima delle prestazioni acustiche dei componenti
EN 20140 Misure in opera e in laboratorio
EN 3022 Prove di laboratorio sulle apparecchiature
Legge 447 Legge quadro sullacustica
DPCM 14.11.97 Limite per le sorgenti sonore
DPCM 5.12.97 Requisiti acustici passivi degli edifici
Circolare 3150 del Ministero dei LLPP del 1967 sui requisiti acustici per le
scuole

La legge quadro 447 prevede lemanazione di diversi decreti e affida allUNI la
compilazione delle necessarie norme tecniche. LUNI recepisce tali norme dal CEN
che a sua volta le recepisce dallISO, cos in tutti i Paesi le regole sono pressoch
identiche, quindi pi comprensibili, inoltre le imprese sono pi agevolate nel lavoro.
In particolare cinteressano le norme UNI EN 20140 e UNI EN ISO 140 e il
DPCM 5.12.97 che individua diverse tipologie di edifici e ne fissa, per ciascuna, i
requisiti acustici passivi. Ci sono alcune osservazioni riguardanti il decreto: i livelli
per ogni categoria sono fissati indipendentemente dalla zona in cui ledificio
situato; in tal modo la stessa specifica pu essere troppo restrittiva o insufficiente,
Lezione del 3/12/01 ora 16:30-18:30
- 2 -
inoltre i livelli disolamento prescritti per alcuni edifici sono molto meno severi dei
livelli prescritti per gli impianti. Infine non chiarito lambito di applicazione e
quindi potrebbe ritenersi esteso anche a edifici gi esistenti.

Categoria A: edifici adibiti a residenza o assimilabili;
Categoria B: edifici adibiti ad uffici ed assimilabili;
Categoria C: edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attivit assimilabili;
Categoria D: edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili;
Categoria E: edifici adibiti ad attivit scolastiche a tutti i livelli e assimilabili;
Categoria F: edifici adibiti ad attivit ricreative o di culto o assimilabili;
Categoria G: edifici adibiti ad attivit commerciali o assimilabili.
Tabella A
Classificazione ambienti abitativi

Parametri Categorie di
cui alla Tab. A
R
w
(*) D
2m,nT,w
L
n,w
L
ASmax
L
Aeq
1. D 55 45 58 35 25
2. A, C 50 40 63 35 35
3. E 50 48 58 35 25
4. B, F, G 50 42 55 35 35
Tabella B
Requisiti acustici passivi degli edifici, dei loro componenti e degli impianti
tecnologici
(*) Valori di R
w
riferiti a elementi di separazione tra due distinte unit immobiliari.

Un qualsiasi suono, di origine interna o esterna ad un edificio si trasmette
attraverso le pareti, il soffitto o il pavimento percorrendo sia cammini aerei che
strutturali. E usuale distinguere il suono, che generato in un ambiente si propaga in
un altro, in suono generato per via aerea o per via strutturale. Entrambi
coinvolgono la propagazione attraverso strutture solide solo che nel primo tipo la
struttura eccitata da onde sonore, nel secondo tipo da forze applicate direttamente.
Ad esempio le voci avvertite in una stanza vicina sono suoni generati per via aerea, i
passi al piano superiore sono generati per via strutturale.


Figura 1
Modi di trasmissione del suono tra due stanze:
per via diretta;
fuga acustica;
per vie strutturali.
Lezione del 3/12/01 ora 16:30-18:30
- 3 -

Isolamento acustico per via aerea

Una parete che separa due ambienti, quando investita da onde sonore, forzata
a vibrare e il campo di vibrazione che consegue il diretto responsabile della
propagazione del suono nei locali adiacenti. Per limitare i danni bisogna ridurre
lampiezza delle vibrazioni, e qui entrano in gioco le propriet dinamiche della
struttura, quelle elastiche, quelle inerziali e quelle dissipative.


Figura 2

Misure in laboratorio: le misure in laboratorio (fig. 2) vengono effettuate per
determinare le propriet isolanti dei materiali o per indagini tendenti a stabilire dati
di progetto o di specifica. Possono anche servire a stabilire la rispondenza dei
materiali da costruzione alle normative internazionali o locali.
Le camere di prova del laboratorio vengono costruite prestando la massima
attenzione ad evitare ogni possibile fuga, in modo che durante il test tutta lenergia
pervenga nella camera ricevente esclusivamente attraverso la parete di prova.
Solitamente la fonte di suono emette rumore in banda larga filtrato in terzi dottava,
ad esempio il rumore rosa si addice a tale operazione perch usando i filtri in terzi
dottava lenergia trasmessa rimane costante. La misura della pressione sonora
effettuata sia nella camera ricevente sia in quella emittente tramite fonometri a valle
dei quali avviene la registrazione dei livelli dei segnali.

Il potere fonoisolante R definito come dieci volte il logaritmo in base dieci
del rapporto tra potenza sonora incidente W
1
sulla parete e potenza sonora W
2

trasmessa dal provino alla stanza adiacente
dB
W
W
R
2
1
log 10 =
(1)

Il potere fonoisolante dipende dalla frequenza f del suono, infatti misurato
ottava per ottava, e anche dalla densit superficiale del divisorio cio dalla massa
per unit di superficie. Per una parete solida omogenea, la curva del potere
Lezione del 3/12/01 ora 16:30-18:30
- 4 -
fonoisolante in funzione della frequenza, pu essere divisa in diverse regioni secondo
linfluenza delle caratteristiche specifiche della parete sulla riduzione sonora come in
fig. 3.
regione III regione II regione I
le
g
g
e
d
e
lla
m
a
s
s
a

6
d
B
/o
tta
v
a

f0 fc
piccolo smorzamento
medio smorzamento
grande smorzamento
frequenza (Hz)
p
o
t
e
r
e

f
o
n
o
i
s
o
l
a
n
t
e

(
d
B
)


Figura 3
Regione I: tratto discendente rigidit, tratto oscillante fenomeno della
risonanza;
Regione II: R descritto dalla legge di massa e aumenta di 6 dB per ogni ottava;
Regione III: fenomeno della coincidenza.

Unaltra definizione della stessa grandezza R si trova nel testo della norma UNI
EN 140-3, che derivata dalla (1) sotto le condizioni di diffusione dei campi sonori
nelle due stanze e dirraggiamento del suono nella camera ricevente solo da parte del
provino; solitamente questa condizione ottenuta tramite giunti elastici che isolano il
provino dal resto del laboratorio. Il parametro R misurato dalla differenza dei
livelli sonori nelle due stanze, ricevente ed emittente, tenendo conto dellassor-
bimento della camera ricevente.
dB
A
S
L L R
2
2 1 log 10 + =
(2)

L
1
= livello pressione sonora camera di emissione
L
2
= livello pressione sonora camera ricevente
S= area della parete di divisione
A
2
= assorbimento camera ricevente

Il fattore di correzione per misure in laboratorio include la superficie del
campione in prova S e lassorbimento della camera ricevente A
2
in m
2
, che pu
essere determinato dal volume e dal tempo di riverberazione della camera con la
seguente formula per poi essere sostituito nella (2).

s
A
V
TR
2
2
16 . 0 2 =
(3)

Lezione del 3/12/01 ora 16:30-18:30
- 5 -
Misure in campo: tipo di misure effettuate per verificare che una costruzione o
elementi di essa siano stati messi in opera in modo tale da rispettare le normative
oppure per ricorrere a contromisure se un ambiente poco usufruibile o se provoca
disagio allutente a causa di parametri acustici sballati. Le misurazioni sono eseguite
come quelle in laboratorio con apparecchiature molto pi maneggevoli e meno
ingombranti per motivi di praticit.
Per le misure in situ si utilizza R potere fonoisolante apparente, lapice
significa che una grandezza usata nelle misure in opera. R come R dipende molto
dalla frequenza e dalla massa per unit di superficie ed cos definito:

dB
W W
W
R ) log( 10 '
3 2
1
+
=
(4)

W
1
= potenza sonora incidente su parete di prova,
W
2
= potenza sonora trasmessa attraverso la parete di prova,
W
3
= potenza sonora trasmessa da elementi laterali o da altri componenti.

In ipotesi di diffusione dei campi sonori la norma UNI EN 140-3 definisce la
stessa grandezza come:
dB
A
S
L L R
2
2 1 log 10 ' + =
(5)
nel potere fonoisolante apparente la potenza sonora trasmessa nellambiente
ricevente correlata alla potenza sonora incidente sul provino come nella (2),
indipendentemente dalle condizioni effettive di trasmissione.
Unaltra definizione comunemente usata la Differenza standardizzata dei
livelli D
nT
che prevede di riferire il tempo di riverberazione della camera ricevente al
livello standard di 0.5s.
dB
T
L L DnT
5 . 0
log 10
2
2 1 + =
(6)

T
2
= tempo di riverbero nella camera ricevente.

Se il tempo di riverbero in una stanza ammobiliata si mantiene su valori di circa
mezzo secondo, D
nT
corrisponde abbastanza bene alleffettivo isolamento sonoro
sperimentato in soggiorni o camere da letto. R tiene conto delle dimensioni della
stanza, pertanto in quelle piccole come i bagni pi facile da ottenere rispetto a D
nT
.
Per grandi stanze R il pi restrittivo tra i due.
Pu tornare utile avere un unico valore, al posto di R, che descriva il potere
fonoisolante di un divisorio indipendentemente dalla frequenza; per questo stato
introdotto lindice del potere fonoisolante R
w
che troviamo nel DPCM 5.12.97. Le
regole per il calcolo dellindice si trovano nella norma UNI 8270. Si utilizza la curva
normalizzata ISO 717-1, le cui frequenze vanno da 100Hz a 3150Hz in intervalli di
terzi di ottava; nelle basse frequenze la pendenza di 3dB per ottava che passa a 1dB
per ottava alle medie e si annulla alle alte. Per passare da R a R
w
occorre pesare i
livelli sperimentali con la curva ISO, traslandola verso il basso dB per dB, fino a
quando la somma delle differenze positive tra curva ISO e dati sperimentali non
inferiore a 32 (con dati espressi in terzi di ottava) e quindi si legge il valore
corrispondente a 500Hz, della curva di riferimento, che R
w.
Lezione del 3/12/01 ora 16:30-18:30
- 6 -
Algebricamente:
2
) (
1

=
N
R R
n
i
i sper rif
(7)
N= numero di valori,
n= numero di punti in cui la curva normalizzata sopra a quella sperimentale.
Per ottenere lindice devo diminuire unit per unit n, cio traslare in basso la curva
normalizzata, finch la disuguaglianza non verificata.

Per concludere opportuno fare una distinzione tra potere fonoisolante e
fonoassorbimento poich molte volte si pensa che un buon materiale fonoassorbente
impedisca al suono di attraversarlo; se prendiamo una stanza con pareti fatte da
semplici mattoni forati e tappezzata con moquette e suoniamo musica ad alto
volume, il suono sar chiaramente avvertibile al di fuori del locale, anche se questo
poco riverberante; se ora suoniamo la stessa musica allo stesso volume in una stanza
con dei muri molto massicci (p.es. = 600 Kg/m
2
) lisolamento sar ottimo malgrado
la stanza sia molto riverberante. Questo perch il potere fonoisolante, nella regione II
di fig. 3, fortemente dipendente dalla legge di massa. Questultima ci dice che al
raddoppio della massa di un divisorio singolo R aumenta di 3 dB, da ci si capisce
che tali pareti non sono dei buoni isolanti a meno di usare materiali molto pesanti che
per caricano parecchio le strutture e inoltre risultano poco pratici per esempio nelle
frequenti ridisposizioni dei locali di un ufficio. Quindi per avere un buon isolamento
acustico si utilizzano pareti doppie (fig. 4), costituite da due tramezzi non
rigidamente connessi separati da unintercapedine che pu essere vuota o riempita
con materiale fonoassorbente, p.es. lana di roccia, per evitare fenomeni di risonanza.
Da risultati sperimentali il potere fonoisolante R delle doppie pareti tende alla
somma dei poteri fonoisolanti dei singoli tramezzi.


Figura 4
Modelli di parete doppia con differenti densit superficiali di massa
Lezione del 3/12/01 ora 16:30-18:30
- 7 -

Isolamento acustico di facciata

Il DPCM 5.12.97 stabilisce che le prestazioni disolamento acustico delle
facciate vengano rilevate in opera secondo la norma UNI 107008-2 misurando
lisolamento acustico di facciata standardizzato D
2m,nT
definito da:

dB
T
L L D m nT m )
5 . 0
log( 10 2 2 , 1 , 2 + =
(8)

L
1,2m
= livello esterno di pressione sonora rilevato a 2 metri dalla facciata, prodotto
dal rumore del traffico o da un altoparlante con incidenza 45,
L
2
= livello di pressione sonora medio nellambiente ricevente, valutato a partire
dai livelli misurati nello stesso ambiente mediante la seguente formula:

dB
L
n
L
n
i
i
) 10
1
log( 10
1
10
2

=
=
(9)

le misure dei livelli L
i
devono essere eseguite in numero di n per ciascuna banda di
terzi dottava; n il numero immediatamente superiore ad un decimo del volume
dellambiente; in ogni caso il valore limite di n 5.
T= tempo di riverberazione dello stesso ambiente ricevente.


Figura 5

Facendo un confronto con gli altri Paesi europei si nota che i parametri usati
sono differenti; ad esempio Germania e Austria utilizzano il potere fonoisolante
risultante R
res
per specificare il valore limite per la prestazione acustica della
facciata che ottenuto dalla media pesata del potere fonoisolante dei vari
componenti della facciata. R
res
confrontabile con D
2m,nT
a meno di termini
correttivi che tengono conto delle dimensioni dellambiente interno, della forma della
facciata e della trasmissione sonora laterale. Danimarca e Svezia impongono solo
valori limite per il livello sonoro allinterno; la Francia utilizza un parametro simile
al nostro. La normativa italiana non prevede una divisione in fasce acustiche del
Lezione del 3/12/01 ora 16:30-18:30
- 8 -
territorio, ad esempio gli stessi valori devono essere rispettati da una scuola
allinterno di un parco e da una vicino alla stazione.
Per ottenere l indice di valutazione per lisolamento di facciata D
2m,nT,w

occorre conoscere il potere fonoisolante dei diversi elementi che compongono la
facciata; le procedure di calcolo per ottenere lisolamento acustico delle diverse
strutture sono contenute in un apposito progetto di norma UNI 8270.

PAESE GRANDEZZA
SORGENTE
DISTURBANTE
VALORE LIMITE
Livello sonoro
allesterno (dB (A))

Diurno Notturno

<55 <45 33 dB
56-65 46-55 38 dB
66-70 56-60 43 dB
71-75 61-65 48 dB
76-80 66-70 53 dB
81-85 71-75 58 dB
Austria R
res,w

>85 >75 63 dB
Livello sonoro
allesterno (dB (A))

<55 30 dB
56-60 30 dB
61-65 35 dB
66-70 40 dB
71-75 45 dB
76-80 50 dB
Germania R
res,w

>80 Da luogo a luogo
In presenza di strade o
ferrovie
>30-45 dB(A)
Francia D
nAT
Aeroporti >35 dB(A)
Italia D
2m,nT,w
Non specificato 40 dB
Strade <30 dB
Danimarca L
A,eq,24h
Ferrovie <30 dB
Svezia L
A,eq,24h
Strade <30 dB
Tabella C
Valori limite per ledilizia residenziale definiti da diversi documenti normativi di
Paesi europei con riferimento alle grandezze di colonna 2.

Isolamento acustico del suono dimpatto

Un rumore di passi su un pavimento o sulle scale spesso maggiormente udibile
in altre stanze che non in quella dove prodotto, perch le vibrazioni prodotte sulle
strutture del fabbricato si propagano per via solida a tutto ledificio praticamente
Lezione del 3/12/01 ora 16:30-18:30
- 9 -
senza alcuno smorzamento. Il sistema per ridurre il rumore generato dal calpestio
consiste nel realizzare pavimenti flottanti al fine di evitare ponti acustici o pi
semplicemente porre tappeti o moquette sui pavimenti. Anche per il calpestio il
livello di rumore si misura in laboratorio e in situ. Quando si vogliono determinare le
propriet fonoisolanti di un pavimento si pone una macchina normalizzata da
calpestio (fig. 6) su di esso, che costituita da 5 martelli in linea del peso di 0.5 Kg
che cadono da unaltezza di 40 mm con ritmo di percussione medio di 10 colpi al
secondo; al piano sottostante si misura il livello di pressione sonora con una rete di
microfoni in modo da avere un valore medio, poi il segnale filtrato in bande di terzi
dottava e memorizzato.


Figura 6


Misure in laboratorio: la norma UNI EN ISO 140-6 definisce il livello di
pressione sonora da impatto normalizzato L
n
di un pavimento di 10 m
2
senza
trasmissioni laterali come
dB
A
L Ln
10
log 10
2
2 + =
(10)
L
2
= livello di pressione sonora nella camera ricevente (piano sottostante)
A
2
= assorbimento camera ricevente, che pu essere ricavato conoscendo il tempo di
riverbero e il volume da (3)
s
A
V
TR
2
16 . 0 =


Lezione del 3/12/01 ora 16:30-18:30
- 10 -

Figura 7
Misure in campo: la norma UNI EN ISO 140-7 definisce il livello di pressione
sonora da impatto normalizzato L
n
con trasmissioni laterali come
dB
A
L L n
10
log 10 '
2
2 + =
(11)
e definisce anche il livello di pressione sonora da impatto standardizzato L
nT
come
dB
T
L L nT
5 . 0
log 10 '
2
2 =
(12)
T
2
= tempo di riverberazione della camera ricevente.

Per determinare lindice di valutazione L
n,w
, secondo la norma UNI 8270, la
procedura simile a quella vista in precedenza per lindice di valutazione del potere
fonoisolante. Si utilizza la curva normalizzata ISO 717-2, che ha un andamento
complementare alla 717-1, e che va traslata verso lalto fino a quando la somma
delle differenze positive tra la curva sperimentale e la curva ISO minore di 32 (con
le frequenze in terzi di ottava); a questo punto L
n,w
dato dal valore della curva di
riferimento a 500Hz.

Isolamento dal rumore prodotto dagli impianti tecnologici

Della stessa natura dei rumori di percussione sono quelli generati da macchine in
movimento (ascensori, impianti di riscaldamento e di condizionamento) o da
impianti fissi (scarichi idraulici, bagni, ecc.). La struttura dei tubi ed il loro rigido
ancoraggio alle pareti sono un sistema atto a vibrare e a trasmettere alle altre strutture
le oscillazioni che si originano in un punto qualsiasi dellimpianto.
Per ovviare a questi problemi sono stati studiati giunti elastici con collare in
gomma (figura 8) a cui collegare le tubature e, in fase di progetto, calcolare le giuste
sezioni dei tubi e la velocit dei fluidi che vi scorrono dentro.

Lezione del 3/12/01 ora 16:30-18:30
- 11 -

Figura 8
Collegamenti antivibranti per tubazioni.

Bisogna per anche intervenire sugli impianti in movimento, separando le superfici
di appoggio di caldaie o motori con opportuni strati antivibranti in gomma (silent
block) che smorzano le vibrazioni che altrimenti si propagherebbero nelledificio.

Il DPCM 5.12.97 d le seguenti definizioni

L
ASmax
= livello massimo di pressione sonora, ponderata A con costante di tempo
slow,
L
Aeq
= livello continuo equivalente di pressione sonora, ponderata A,

e valori limite di entrambe:

L
ASmax
= 35 dB(A) con costante di tempo slow per i servizi a funzionamento
discontinuo,
L
Aeq
= 25 dB(A) per i servizi a funzionamento continuo,

la misura va eseguita nellambiente con livello di rumore pi elevato con
laccortezza che tale ambiente sia diverso da quello in cui la sorgente, perch i
limiti imposti non sono riferiti agli impianti ma al rumore che propagano in un
edificio.

Lezione del 3/12/01 ora 16:30-18:30
- 12 -
Esercizi sullisolamento

Esercizio 1- Determinazione del potere fonoisolante di una parete in laboratorio

Stanza 1
S
p
Stanza 2

Figura 9
La sorgente sonora sia nella stanza 1, sia S
p
la superficie del provino, siano V
2
il
volume e T
R2
il tempo di riverbero della camera ricevente 2. La misura effettuata
solo a 500Hz.

Dati:
L
1
= 80 dB, L
2
= 55 dB, T
R2
= 2.5s, S
p
= 10m
2
, V
2
= 50m
3
.
Soluzione:
Utilizzando la definizione di R (formula (2)) e la (3) ottengo:
dB R
m
T
V
A
dB
A
S
L L R
R
p
9 . 29
50 * 16 . 0
5 . 2 * 10
log 10 55 80
5 . 2
50
16 . 0 16 . 0
log 10
2
2
2
2
2
2 1
= + =
= =
+ =


Esercizio 2- Determinazione del livello L
2
della camera ricevente

Stanza 1
S
p
Stanza 2

Figura 10
La sorgente sonora sia nella stanza 1, sia S
p
la superficie del provino, siano V
1
e
V
2
i volumi, T
R1
e T
R2
i tempi di riverbero rispettivamente delle camere sorgente 1 e
ricevente 2, sia t il coefficiente di trasmissione del divisorio, sia L
w
il livello di
intensit sonora e W lintensit sonora.

Dati:
V
1
= 50m
3
, V2=60m
3
,

T
R1
=1.6s, T
R2
= 2s, t= 0.01, W= 1w.
Lezione del 3/12/01 ora 16:30-18:30
- 13 -
Soluzione:
dalla formula (2) ottengo
dB
A
S
R L L
p
2
1 2 log 10 + =

L
1
ottenibile dallequazione del campo riverberante (13),

dB
S
L L
N
i
i i
W reg

=
+ =
1
4
log 10

(13)

sostituendo alla sommatoria lassorbimento della camera A
1
dato da (3), in (13)
ottengo L
1
, mentre L
w
, come da definizione di livello,

dB
W
Lw )
10
log( 10
12
=
(14)
mentre R lo ricavo da t

dB
t
R
1
log 10 =
(15)

Sfruttando ancora (3) per determinare A
2
e (2) per L
2
trovo:

dB
L
2 . 102
60 * 16 . 0
2 * 10
log 10
) 01 . 0 log( 10
50 * 16 . 0
6 . 1 * 4
log 10
10
1
log 10
12
2
= +
+ + + =



Esercizio 3- Determinazione di D
nw


Vengono forniti L
1
, L
2
e T
R2
per cinque frequenze e la curva di riferimento, sia
V=50m
3
il volume del locale.

Frequenza Hz 125 250 500 1000 2000
L
1
dB 80 85 87 88 88
L
2
dB 50 45 38 30 35
T
R2
s 1 0.8 0.6 0.4 0.3
Curva rif. dB 36 45 52 55 56
Tabella D Dati del problema

Soluzione:
Per ricavare D
n
alle cinque frequenze

utilizzo (16) e (3) per ottenere A
dB
A
L L Dn
10
log 10 2 1 =
(16)
Lezione del 3/12/01 ora 16:30-18:30
- 14 -
31
40
47,8
55
48,7
36
45
52
55
56
30
35
40
45
50
55
60
1
2
5
2
5
0
5
0
0
1
0
0
0
2
0
0
0
Frequenze Hz
d
B
Dn Curva rif

Figura 11
Con il seguente foglio excel viene calcolato D
nw
per prove successive, cio fino
a quando la somma degli scostamenti positivi (differenza tra curva di rif. e dati)
maggiore di 10 essendo N=5. Il calcolo fa riferimento alla formula (7) e alla
procedura presente nel paragrafo relativo al rumore per via aerea. Il risultato D
nw
=
49 dB.

Dnw


Esercizio 4- Determinazione di L
nw


Vengono forniti L
n
per cinque frequenze assieme alla curva di riferimento.

Frequenze Hz 125 250 500 1000 2000
L
n
dB 50 52 53 52 43
Curva rif. dB 67 67 65 62 53
Tabella E- Dati del problema.

Lezione del 3/12/01 ora 16:30-18:30
- 15 -
50
52
53
52
43
67 67
65
62
53
40
45
50
55
60
65
70
1
2
5
2
5
0
5
0
0
1
0
0
0
2
0
0
0
Frequenza Hz
d
B
Ln Curva rif.

Figura 12

Con il seguente foglio excel viene calcolato L
nw
per prove successive, cio fino
a quando la somma degli scostamenti positivi (differenza tra dati e curva di rif.)
maggiore di 10 essendo N=5. Il calcolo fa riferimento alla formula (7) e alla
procedura descritta nel paragrafo relativo al rumore da calpestio. Il risultato L
nw
=
51 dB.

L'nw

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