fisiche dei fenomeni acustici. Questo capitolo presenterà brevemente le nozioni fisiche fondamentali legate
all'acustica, in modo da facilitare la comprensione delle sezioni che seguiranno.
Si consideri un qualunque mezzo fisico. Si supponga che, per un qualunque processo, una particella del
mezzo cominci ad oscillare attorno alla sua posizione di riposo. Questo movimento viene trasmesso alle
particelle adiacenti e, conseguentemente, all'intero mezzo. Il suono, o vibrazione acustica, è dato dal
movimento delle particelle di un mezzo elastico attorno alla loro posizione di equilibrio. Il suono
udibile può essere definito in due modi:
1) una perturbazione acustica che causa una risposta udibile,
2) la risposta soggettiva determinata da una perturbazione acustica.
Questo capitolo è impostato sulla base della prima definizione, mentre il capitolo dal titolo «Il rumore e
l'uomo» si baserà sulla seconda.
la potenza emessa,
il diagramma della direttività, o dell'emissione, nello spazio attorno la sorgente.
Una sorgente che ha le stesse caratteristiche di emissione in tutte le direzioni è detta omnidirezionale. Ogni
altro tipo di sorgente sarà quindi direzionale.
Quest'ultimo meccanismo è legato alla velocità delle fluttuazioni. Inoltre, queste due modalità sono legate
l'una con l'altra.
Un suono può provenire anche da una eccitazione di tipo più complesso come, ad esempio, nel caso del
rumore da rotolamento generato dalla scabrosità dell'interfaccia ruota-rotaia o pneumatico-asfalto.
Livello di potenza della sorgente sonora
Una sorgente sonora è caratterizzata dalla potenza che essa emette in condizioni di campo libero (cioè
lontana da ogni tipo di ostacolo), indipendentemente dalla sua collocazione spaziale.
Per definizione, la potenza sonora è una misura dell'emissione energetica totale nell'unità di tempo di una
sorgente sonora.
Al fine di esprimere questa grandezza in dB, il livello di potenza sonora solitamente indicato con SWL o Lw, è
definito come:
dove W0 è la potenza acustica di riferimento.
In qualunque tipo di ambiente, la potenza sonora è una grandezza che rimane costante. Ciò non avviene per
la pressione acustica la quale dipende fortemente dalle condizioni dell'ambiente circostante.
La quantità di energia sonora che attraversa un elemento di superficie dS decresce all'aumentare della
distanza dalla sorgente, mentre l'integrale dell'energia fatto sull'intera superficie è un quantità che rimane
costante con la distanza.
Potenza di riferimento
Per una superficie di area unitaria Wo = W e la pressione è uguale a 20 mPa (che è la pressione acustica di
riferimento).
Livello di pressione sonora di una sorgente omnidirezionale
Prendendo in considerazione una sorgente omnidirezionale e una propagazione in campo libero, l'intensità
acustica I in tutti i punti posti ad una distanza r dalla sorgente è uguale alla potenza della sorgente divisa per
la superficie della sfera
Poiché la pressione rms è data dall'espressione p2 = ZI (dove Z è l'impedenza del mezzo di propagazione), il
livello in dB decresce all'aumentare della distanza r dalla sorgente:
Si faccia attenzione a non confondere Lp con Lw : Lp dipende dall'ambiente e dalla distanza tra la sorgente
e il ricettore, mentre Lw è una caratteristica della sorgente sonora.
Attenuazione sferica:
L'attenuazione sferica rappresenta un modello valido solo nel caso in cui il ricettore si trova abbastanza
lontano dalla sorgente (cioè se la distanza dalla sorgente è grande rispetto alle sue dimensioni). In campo
vicino, la situazione è molto più complessa.
La voce umana Per la voce umana media, Lw = 72 dB. Il valore calcolato di Lp è di 59 dB a 1 metro dalla
sorgente.
A causa della direttività del parlato, il livello di pressione sonora effettivamente misurato è tipicamente di
circa 65 dB.
Una sorgente può essere descritta per mezzo del suo diagramma di direttività (o direttivo).
Fattore e indice di direttività (spesso indicato con Q) è il rapporto tra l'intensità emessa nella direzione di
propagazione considerata e quella che sarebbe emessa, nella stessa direzione, da una sorgente
omnidirezionale con uguale potenza sonora.
Una sorgente emisferica posta su un piano orizzontale simile ad uno schermo perfettamente riflettente,
si può considerare che abbia un coefficiente di direttività 2. Infatti l'energia che attraversa una superficie
elementare è raddoppiata. l'energia emessa in totale dalla sorgente è la stessa.
Le sorgenti ideali
L'uso di modelli di sorgenti elementari o semplici aiuta la comprensione dei fenomeni più complessi e
consente di costruire modelli per la risoluzione di problemi particolari.
Esistono due tipi di sorgenti semplici ideali e puramente teoriche:
la sfera pulsante, che emette onde sferiche;
la sfera oscillante (o dipolo), che è composta da 2 sfere pulsanti posizionate a distanza di una frazione di
lunghezza d'onda e pulsanti in opposizione di fase.
Nel caso di sorgenti più complesse basti considerare che si può sempre individuare, attorno ad una
sorgente, una superficie di uguale livello di pressione sonora, ma ciò introduce un indice di direttività che
dipende dalla frequenza e dalla direzione.
La sfera pulsante
La sfera pulsante è un modello molto semplice: è una sorgente omnidirezionale che emette onde sferiche.
Una sorgente sferica elementare infinitamente piccola, chiamata monopolo ha il raggio che varia in modo
sinusoidale al variare del tempo.
All'interfaccia tra la sorgente e il mezzo di propagazione, si mantiene il contatto tra le particelle di aria e
quelle della sfera e non c'è discontinuità di velocità alla superficie della sfera.
Una sorgente di questo tipo si chiama anche dipolo. Un dipolo può essere pensato come formato da due
monopoli posti infinitamente vicini tra di loro. Pertanto questa sorgente non è omnidirezionale - l'intensità di
emissione è maggiore lungo l'asse passante dal centro delle due sfere.
L'espressione della pressione acustica prodotta da un monopolo (che è inversamente proporzionale alla
distanza dal centro della sorgente) dovrà quindi essere moltiplicata per un fattore di direttività uguale a 3
cos²).
Sorgenti lineari
Una sorgente lineare è un cilindro pulsante che genera onde che hanno la forma di cilindri concentrici
attorno ad un asse che è rappresentato dalla sorgente stessa.
Questo tipo di sorgente può essere considerata come una successione di un numero infinito di monopoli
posti infinitamente vicini l'uno con l'altro. La sorgente lineare può quindi essere usata per modellizzare una
serie di sorgenti poste in successione. Per esempio, un flusso intenso di traffico stradale può essere
considerato come una sorgente lineare, mentre i treni possono essere considerati come sorgenti lineari
mobili.
Sorgente immagine
In uno spazio semi-infinito, un'onda emessa da una sorgente S e riflessa da una parete, sembra provenire
da S’, la sorgente immagine di S.
Per analogia con l'ottica, si può immaginare che siano presenti due sorgenti distinte: quella reale S e quella
virtuale S’, simmetrica a S rispetto al piano della parete.
Se la sorgente è situata vicino a due pareti perpendicolari riflettenti possono essere identificate 3 sorgenti
virtuali. È possibile incrementare la potenza apparente di una sorgente ponendola vicino ad una superficie
riflettente.
Amplificazione di potenza
Se si pone una radio di fronte ad una parete perfettamente riflettente, sarà come se la potenza acustica
venisse raddoppiata - la pressione acustica nella posizione dell'ascoltatore sarà quindi aumentata di 3 dB.
Nel caso in cui vi siano degli ostacoli vicino ad una sorgente sonora, la potenza sonora emessa aumenta. Si
considerino infatti i seguenti esempi:
una sorgente posta su una superficie piana, ha una direttività uguale a 2 ed il suo livello di potenza sonora
aumenta di 3dB;
una sorgente posta nei pressi dello spigolo di due piani perpendicolari, ha una direttività uguale a 4 e il livello
aumenta di 6 dB;
una sorgente posta nell'angelo formato da tre piani perpendicolari, ha una direttività uguale a 8 e il livello
aumenta di 9dB.
Le fluttuazioni di pressione
Nei fluidi, lo spostamento delle particelle indotto dal segnale sonoro è associato a una piccola variazione di
pressione.
In aria, le fluttuazioni di pressione avvengono attorno al valore stazionario della pressione atmosferica.
L'ampiezza di queste fluttuazioni è molto piccola paragonata a quella della pressione ambientale. Anche per
suoni molto forti, le fluttuazioni di pressione indotte hanno un'ampiezza talmente piccola da non poter essere
rivelata con un barometro. Così come per osservare un oggetto molto piccolo è necessario utilizzare un
microscopio, per osservare delle fluttuazioni così piccole sarebbe necessario disporre di uno strumento
opportuno. Un «microscopio» siffatto esiste ed è chiamato microfono. Questo strumento è capace, una volta
collegato ad un oscilloscopio, di rendere osservabili le variazioni di pressione nel tempo anche nel caso di
suoni molto deboli.
le particelle oscillano attorno ad una posizione di equilibrio e questo spostamento non è da collegare
direttamente con il fenomeno della propagazione delle onde sonore.
Frequenza ed Ampiezza
Un tono puro è caratterizzato da:
it suo periodo, cioè la durata di un andamento sinusoidale completo;
la sua frequenza, cioè il numero di andamenti sinusoidali al secondo (che è uguale all'inverso del periodo).
L'unità di misura della frequenza è l'Hertz (Hz) che ha dimensioni s-1);
la sua ampiezza (o valore di picco), cioè il valore massimo assunto nel tempo dal modulo della pressione
acustica;
il suo valore efficace (o valore quadratico medio rms), che è uguale, almeno nel caso particolare di un tono
puro, al valore dell'ampiezza diviso per
Se p(t) indica la pressione acustica istantanea in un punto determinato dello spazio:
dove :
pmax è il valore massimo della pressione acustica (ampiezza),
è la frequenza angolare del segnale.
è chiamata la fase del segnale acustico.
Qual è la frequenza di un segnale periodico che ha un periodo di 10 millisecondi (ms)?
Si ricordi che la frequenza è l'inverso del periodo. Con un periodo di 10 ms (cioè di 10-2 s) il segnale è
ripetuto per 100 volte in un secondo per cui la sua frequenza è di 100 Hz.
Heinrich HERTZ fu un fisico tedesco famoso per le sue ricerche sull'elettromagnetismo.
Frequenza
La frequenza determina quella che comunemente viene chiamata l'intonazione o l'altezza di un suono e di
esso ne descrive le componenti gravi (toni bassi) e acute (toni alti).
Più la frequenza è elevata più il suono è acuto mentre più la frequenza è piccola più il suono è grave.
L'orecchio umano non è in grado di udire tutte le frequenze: le frequenze udibili da un individuo sano e
giovane sono comprese tra 20 e 20 000 Hz.
Un suono di frequenza inferiore a 20 Hz è detto infrasuono, mentre un suono di frequenza maggiore di
20.000 Hz è chiamato ultrasuono.
Gli ultrasuoni sono ben conosciuti e sono utilizzati, per esempio, nell'acustica subacquea o per la verifica
non distruttiva di materiali (usando un processo simile a quello utilizzato dai delfini per rilevare un ostacolo!).
I suoni armonici
La forma d'onda di un suono armonico è composta dalla sovrapposizione (cioè dalla somma algebrica)
delle forme d'onda di un tono puro chiamato armonica fondamentale, e di quelle di altri toni puri correlati ad
esso armonicamente, cioè che hanno frequenza multipla dell'armonica fondamentale
gli strumenti musicali come i legni (flauto, clarinetto, oboe, ecc.), gli archi (violino, violoncello, contrabbasso,
ecc.) e gli ottoni (tromba, sassofono, corno, ecc.) producono suoni armonici. Per questa ragione, questi
suoni sono spesso chiamati suoni "musicali".
Tra tutte le frequenze di tono puro riportate qui di seguito e componenti un suono musicale, quale
corrisponde alla frequenza fondamentale del segnale? E qual'è quella non armonica?
300 Hz, 600 Hz, 900 Hz, 2400 Hz, 4200 Hz, 5000 Hz, 6000 Hz.
La frequenza fondamentale è 300 Hz poiché è la più bassa. La frequenza da scartare è 5000 Hz, perché non
è un multiplo di 300 e quindi è "non armonica" all'insieme delle altre frequenze.
Suoni casuali
Le forme d'onda dei suoni reali non sono semplici come quelle dei toni puri o dei suoni armonici. In un
segnale di questo tipo non è quasi mai possibile riconoscere alcun andamento di carattere periodico. Non è
quindi possibile valutare il comportamento futuro del segnale semplicemente basandosi sul suo andamento
temporale precedente. In questi casi si dice che la forma d'onda è random (casuale). I suoni random sono
chiamati rumore poiché sono spesso più fastidiosi dei suoni periodici o quasi periodici.
La lunghezza d'onda
Può essere dimostrato che un suono con una determinata periodicità temporale è anche periodico
spazialmente. Il periodo temporale T associato ad una langhezza d'onda {bmc 120700.bmp} nella direzione
di propagazione. La lunghezza d'onda è uno dei più importanti parametri dell'Acustica Applicata e deve
essere preso in considerazione per molte applicazioni. Il grafico mostra come variano, nell'ambito delle
frequenze dei suoni udibili, i valori della lunghezza d'onda in funzione della frequenza. Si può addirittura
pensare di associare all'uomo una frequenza audio caratteristica. Si consideri infatti che una statura media di
1,7 m corrisponde alla lunghezza d'onda di un suono con frequenza di 200 Hz (assumendo una velocità del
suono di 340 m/s).
Il periodo temporale T e la lunghezza d'onda spaziale l sono legati tra loro dalla formula:
{bml 120710.bmp}
dove f è la frequenza e c è la velocità del suono nel mezzo considerato.
La prima identità mostra che la lunghezza d'onda è la distanza percorsa da un'onda sonora nel tempo T.
Le dimensioni di un dispositivo acustico (ad esempio un altoparlante) dovrebbero essere comparabili alla
lunghezza d'onda del segnale utilizzato. Questo è molto importante soprattutto per alcune applicazioni.
L'intervallo delle frequenze udibili è 20 - 20.000 Hz che corrisponde ad un intervallo di lunghezze d'onda
compreso tra 17 m e 17 mm in aria e 75 m e 75 mm in acqua.
L'interferenza
In ogni punto dello spazio la pressione acustica totale prodotta da due o più sorgenti è la somma algebrica
delle pressioni prodotte da ogni sorgente.
La somma di toni puri aventi lo stessa frequenza dà origine al fenomeno dell'interferenza. Il suono
risultante può avere un'ampiezza maggiore di quello delle singole sorgenti (in questo caso si ha
un'interferenza costruttiva) o un'ampiezza inferiore (e si ha un'interferenza distruttiva) e ciò dipende dal
ritardo temporale (o di fase) esistente tra le varie forme d'onda.
Descrivere un suono implica la necessità di quantificare un certo numero di parametri come l'ampiezza, la
frequenza, ecc.
L'ampio intervallo di valori assunti dalle grandezze acustiche giustifica l'uso di quantità logaritmiche che
corrispondono al logaritmo del rapporto tra quantità aventi la stessa dimensione.
Il logaritmo
Una scala logaritmica consente la compressione di un intervallo di valori che altrimenti sarebbe troppo ampio
per essere rappresentato su di una scala lineare. Per analogia, si potrebbe pensare ad una bilancia che sia
in grado di pesare tanto un insetto quanto una balena!
SPL =
Nell'espressione precedente, la pressione acustica di riferimento Pref vale, in aria, 20 µPa (micropascal).
In aria, in assenza di riflessioni, i livelli LI e Lp sono molto simili e, nella pratica, possono essere considerati
uguali. Un livello negativo significa che I e p assumono valori inferiori ai loro rispettivi valori di riferimento. Un
livello di 0 dB indica che l'intensità e la pressione sono uguali ai loro rispettivi valori di riferimento.
in cui si è fatto uso della seguente proprietà dei logaritmi:
Questo valore corrisponde approssimativamente alla soglia di udibilità dell'orecchio umano a 1000 Hz. In
acqua, la pressione acustica di riferimento è uguale a 0,1 Pa (= 1 mbar).
Combinazioni di livelli di pressione sonora
Nel caso in cui si combinano rumori di tipo casuale, il livello di pressione sonora totale risulta dalla somma
algebrica delle energie acustiche delle singole sorgenti. Si faccia attenzione, quindi, che è sbagliato
sommare tra loro i vari livelli di pressione sonora! Si ricordi, infatti, che il logaritmo di una somma non è
uguale alla somma dei logaritmi (quest'ultima sarebbe uguale al logaritmo del prodotto!).
Si considerino le pressioni acustiche p1 e p2 . Per definizione si ha:
{bml 130401.bmp}
Si ponga ora p2 uguale alla somma delle pressioni al quadrato: p2 = p12 + p22 ;
quindi, il livello di pressione sonora totale è dato da:
{bmc 130403.bmp} (NB)
{bml 130404.bmp}
Le scale musicali
In una scala cromatica un'ottava è suddivisa in 12 piccoli intervalli. Ognuno di questi intervalli, chiamati
semitoni, corrisponde ad un rapporto di frequenza
Alla fine del secolo XIX, la musica occidentale cominciò a basarsi su questa scala piuttosto che sulle più
comuni scale diatoniche (che sono una sequenza ripetuta di semitoni e toni interi con 7 toni per ottava)
grazie all'uso di alterazioni chiamate diesis e bemolle.
La scala diatonica (una combinazione di toni e semitoni) è il punto di partenza per la costruzione delle scale
maggiori e minori che hanno dominato e continuano a dominare la musica occidentale dalla fine del secolo
XVI in poi. Queste scale suonano diverse tra loro poiché gli intervalli di semitono all’interno di esse sono
posti in modo differente.
Le differenti scale riprodotte sono suonate un'ottava più bassa di quelle indicata.
do 3 : 261.62 Hz. = Do centrale
diesis do 3 : 277.1 Hz
re 3 : 293.66 Hz
bemolle mi 3 : 311.12 Hz
mi 3 : 329.62 Hz
fa 3 : 349.22 Hz
diesis fa 3 : 367 Hz
sol 3 : 392 Hz
diesis sol 3 : 415.3 Hz
la 3 : 440 Hz
bemolle si 3 : 446.16 Hz
si 3 : 493.88 Hz
do 4 : 523.25 Hz
Analisi spettrale
Si è visto come un suono armonico sia composto da una armonica fondamentale e da una serie di
armoniche secondarie. Per descrivere completamente un tale suono, è necessario specificare il livello e la
frequenza di ogni componente.
La tecnica usata per determinare questi valori è chiamata analisi spettrale è può essere effettuata per
mezzo di calcoli o misure.
Fourier ideò un metodo analitico per la scomposizione di un suono periodico in modo da permettere la sua
rappresentazione mediante una serie, la serie di Fourier appunto. Questo metodo è chiamato analisi di
Fourier.
In generale, può essere dimostrato che tutti i suoni possono essere scomposti mediante una combinazione
di toni puri (armoniche) considera come se fosse periodico con un periodo infinitamente ampio, e può quindi
essere descritto come una somma infinita di componenti le cui frequenze sono strettamente vicine. Per
ottenere tale scomposizione si utilizzano le trasformate di Fourier.
Gli studi matematici di Fourier (1768-1830) hanno consentito lo sviluppo di molte discipline scientifiche,
soprattutto nell'elaborazione di segnali.
Lo spettro
Uno spettro sonoro, che è composto di toni puri, contiene in se tutti i dati sui livelli e le frequenze delle sue
componenti. Usualmente si rappresenta sotto forma di grafico. Uno spettro si ottiene per mezzo dell'analisi
spettrale, per esempio utilizzando il metodo di Fourier.
Perché lo spettro di un tono puro è composto soltanto da una singola componente?
Qual è la forma tipica dello spettro di un suono armonico?
Un tono puro è composto da una singola frequenza per definizione. Pertanto il suo spettro contiene soltanto
una riga. Un suono armonico è composto da un certo numero di toni puri correlati tra loro. Il suo spettro è
quindi composto da una serie di righe corrispondenti alla somma dei toni puri.
Scala di frequenza
Uno spettro sonoro è composto da un ampio numero di frequenze, ognuna con il proprio livello associato.
Nella pratica, la scala di frequenza viene scomposta in bande (o intervalli) di ottava o di un terzo di ottava
per semplificare l'analisi spettrale. La più ampia banda utilizzata è quella di ottava, che ha il valore della
frequenza limite superiore che è esattamente il doppio del valore della frequenza limite inferiore.
Frequenze normalizzate
In acustica applicata sono utilizzate delle frequenze normalizzate allo scopo di facilitare il confronto tra
misure fatte con strumenti diversi. Queste frequenze sono definite prendendo intervalli successivi posti
superiormente o inferiormente alla frequenza di riferimento (1000 Hz).
Ogni banda di frequenza normalizzata è individuata dal suo centro di frequenza e dalla larghezza di banda.
La International Standards Organization (ISO) ha definito tre diverse larghezze di banda da preferire rispetto
ad altre e cioè quello di ottava, di un terzo d'ottava e di mezza ottava. Per ragioni di praticità i valori delle
frequenze centrali sono spesso arrotondati a numeri interi.
Filtri
Un filtro è un dispositivo elettrico (o digitale) che è sintonizzato su una particolare frequenza, ha un limite
superiore e uno inferiore di frequenza (indicati rispettivamente con f+ e f-) e consente la trasmissione delle
sole componenti di un segnale che sono comprese nell'intervallo di frequenza delimitato da questi due valori.
Tutte le altre frequenze componenti del segnale die partenza sono da esso filtrate ed attenuate. Un filtro
potrebbe essere definito come una finestra nel dominio delle frequenze. L'intervallo di frequenze compreso
tra f- e f+ è chiamato banda passante.
Quando viene fatta l'analisi spettrale di un segnale per mezzo di bande di frequenza, il segnale viene perciò
filtrato.
Un filtro reale non è mai ideale: non è mai perfettamente chiuso alle frequenze fuori della sua banda.
Filtri normalizzati
I filtri più utilizzati in acustica sono quelli in banda d'ottava e di un terzo d'ottava che, naturalmente,
hanno una banda passante, rispettivamente, di un'ottava e di un terzo d'ottava.
La frequenza centrale di un filtro è la media geometrica delle due frequenze limite della banda
passante. Per un filtro in banda d'ottava, la frequenza centrale è quindi distante un mezzo d'ottava da
ognuna delle due frequenze limite e per un filtro in banda di un terzo d'ottava è distante un sesto
d'ottava.
Analizzatori in frequenza
Un analizzatore in frequenza è un dispositivo con incorporato dei filtri in banda d'ottava o di un terzo
d'ottava con la frequenza centrale fissata in base alle raccomandazioni ISO. Ad ogni banda di frequenza è
associato un filtro.
Spettri normalizzati
L'analisi spettrale fatta con un analizzatore di spettro fornisce spettri normalizzati in ottave o in terzi di
ottava.
Questo tipo di analisi non fornisce però la stessa quantità di informazioni ricavabili mediante l'analisi di
Fourier. È comunque un'analisi sufficientemente dettagliata per affrontare la maggior parte delle applicazioni
pratiche.
Analizzatore digitale
Un analizzatore digitale impiega sempre un microfono analogico e un preamplificatore, ma in questo caso il
segnale in uscita è convertito in forma digitale. Tutte le operazioni analitiche sono effettuate in modo digitale.
Esistono analizzatori di Fourier potenti quanto un'insieme di filtri a banda stretta con frequenze centrali
spaziate in modo costante. Solitamente viene utilizzato un algoritmo chiamato FFT (Fast Fourier Transform).
Sono inoltre disponibili dei filtri standard digitali sia in banda d'ottava che di terzi di ottava.
Segnali di prova
In acustica applicata si utilizzano spesso dei segnali di prova come:
TONI PURI;
RUMORE BIANCO, rumore casuale che ha livello costante lungo tutto lo spettro delle frequenze.
Conseguentemente a questa definizione il suo livello di banda aumenta di 3 dB per ogni ottava successiva;
RUMORE ROSA, segnale di rumore il cui livello spettrale decresce di 3 dB per ogni ottava successiva, per
cui il suo livello di banda rimane costante per ogni ottava lungo lo spettro di frequenze;
RUMORE DA TRAFFICO STRADALE NORMALIZZATO, segnale con livello di banda che rappresenta
quello tipico del rumore da traffico stradale;
BANDE DI RUMORE BIANCO O ROSA, di differenti larghezze.
Il rumore rosa viene utilizzato come segnale di riferimento per misure di rumori che si propagano per via
aerea in ambienti chiusi.
Lo spettro del rumore da traffico stradale è una funzione del flusso e della velocità dei veicoli e delle
caratteristiche del fondo stradale. Comunque è stato definito uno spettro di rumore da traffico stradale
normalizzato per rendere possibile il confronto tra differenti misure. Si faccia attenzione però che, per
esempio, lo spettro di rumore da traffico stradale normalizzato in Francia è differente da quello utilizzato in
Germania e non devono quindi essere confusi.
In ambiente esterno, ognuno avrà notato che il livello di rumore di una sorgente sonora (ad esempio una
motocicletta) decresce man mano che questa si allontana. Questa è una buona osservazione!!
Il primo problema da trattare quando ci si occupa della propogazione del suono è quello di calcolare le
variazioni di livello sonoro in funzione della distanza percorsa dalle onde e degli ostacoli incontrati lungo il
cammino di propagazione.
In questo capitolo sarà trattata la propagazione del suono in campo libero, con e senza ostacoli acustici.
Metodi
Per descrivere la propagazione del suono vengono utilizzati vari metodi, che sono spesso indicati col nome
di Acustica Ondulatoria, Acustica Statistica e Acustica Geometrica.
Lo scopo dell'Acustica Ondulatoria è di trovare le soluzioni delle equazioni che descrivono la propagazione
delle onde.
L'Acustica Statistica è basata su alcune assunzioni. La più importante è quella di considerare che il campo
acustico sia uniforme nella regione di propagazione.
L'Acustica Geometrica si basa sugli stessi metodi e gli stessi presupposti utilizzati in ottica geometrica.
La scelta di uno dei tre metodi in particolare è un compromesso tra la facilità d’uso e l'accuratezza richiesti
per una data applicazione.
I "raggi sonori"
L'acustica geometrica è il metodo più semplice da seguire: lo studio della propagazione si semplifica
considerevolmente se si assume che i raggi sonori si comportano come raggi luminosi. Al punto che in
Acustica geometrica possono essere utilizzate anche le leggi di Snell e Cartesio che sono utilizzate
nell'ambito dell'ottica geometrica.
Il fronte d'onda
Un fronte d'onda è una ipotetica superficie nello spazio, in corrispondenza della quale tutte le varie
grandezze acustiche assumono lo stesso valore in un dato istante di tempo (cioè la pressione acustica è la
stessa su tutta la superficie, l'intensità acustica è la stessa su tutta la superficie, e così via). La lunghezza
d'onda diventa quindi la distanza che separa due fronti d'onda consecutivi in cui le grandezze acustiche
assumono valori uguali.
La propagazione delle onde sonore non è un argomento molto semplice. Al fine di evitare un'analisi
complessa, le onde sono state classificate idealmente in vari modi. Si parlerà dunque di onde piane, sferiche
e cilindriche. Le pagine seguenti illustreranno singolarmente ognuno di questi modi di classificare le onde.
La propagazione delle onde acustiche, in generale, è molto più complessa di quanto non sembri utilizzando
la loro descrizione nel modo idealizzato. Le approssimazioni di onde piane, sferiche o cilindriche sono valide
solo in casi molto specifici. In questi casi però, esse sono adeguate per la descrizione dei fenomeni fisici e
permettono l'impiego di tecniche di calcolo standard.
Le onde piane
Le onde piane hanno fronti d'onda perpendicolari alla direzione di propagazione. L'ampiezza delle onda
piane non varia nel corso della propagazione.
Le onde piane si possono incontrare in dispositivi dove la propagazione è unidimensionale (ad esempio:
nelle canne degli strumenti musicali; nei canali o nei condotti, per frequenze inferiori ad una determinata
frequenza limite, che è funzione della sezione trasversale del condotto).
Per un'onda piana, al variare del tempo t e della distanza x la pressione acustica p varia nel modo seguente:
dove A è l'ampiezza dell'onda.
In molte situazioni, un'onda piana è utilizzata in sostituzione di un'onda più complessa in modo da
semplificare i calcoli.
Decadimento del livello al variare della distanza
Le leggi di decadimento descrivono come variano i livelli di intensità e pressione sonora al variare della
distanza tra la sorgente e il ricettore.
Solitamente, la pendenza di una curva di decadimento è specificata in dB per ottava (cioè per ogni
raddoppio della distanza).
Questo metodo corrisponde a quello utilizzare le ottave definite per gli intervalli di frequenza (si ricordi che
una ottava è un intervallo il cui estremo superiore è il doppio di quello inferiore).
La forma delle curve di decadimento dipende dal tipo di onda (cioè dalla forma del fronte d'onda). Saranno
usate spesso i termini attenuazione o divergenza geometrica per indicare la variazione dei fronti d'onda.
Per un'onda piana la superficie del fronte d'onda è indipendente dalla distanza della sorgente, quindi non
esiste divergenza geometrica.
Le onde sferiche
Quando i fronti d'onda sono assimilabili a delle sfere concentriche, ci si trova in presenza di onde sferiche.
Le onde sferiche sono generate da sorgenti puntiformi.
Nei casi pratici, se il ricettore è sufficientemente lontano da una sorgente (cioè se è posto ad una distanza
maggiore delle dimensioni della sorgente e della lunghezza d'onda del segnale emesso) si può assumere
che i fronti d'onda del segnale sonoro siano sferici.
Per un'onda sferica la pressione acustica p è una funzione del tempo e della distanza r tra la sorgente e il
ricettore:
Si confronti questa formula matematica con quella corrispondente delle onde piane.
Una sorgente di onde sferiche posta a contatto con il suolo produce dei fronti d'onda semisferici.
Le onde cilindriche
I fronti d'onda delle onde cilindriche sono cilindri coassiali.
Questo tipo di onde è generato da sorgenti lineari o da elementi rotanti di forma allungata.
Un buon esempio di onde cilinddriche, o meglio onde semi-cilindriche, è il rumore emesso in direzione
perpendicolare ad una autostrada con le corsie trafficate da veicoli molto vicini tra loro. In questo caso,
infatti, la sovrapposizione delle onde sferiche emesse da ogni veicolo produce un fronte d'onda cilindrico. Le
onde cilindriche sono spesso generate da cavità cilindriche come ad esempio tubi o condotti.
Per le onde cilindriche, la pressione acustica p è una funzione del tempo t e della distanza r tra la sorgente e
il ricettore:
dove A è l'ampiezza dell'onda. Si confronti questa formula matematica con quelle corrispondente nelle
sezioni precedenti.
Curve di decadimento per le onde cilindriche
In modo simile a quanto visto per le onde sferiche, si può dimostrare che il livello di pressione sonora per
fronti d'onda cilindrici decresce di 3 dB per ogni raddoppio della distanza.
Come esempio pratico, ascoltiamo il livello di rumore emesso da un treno in aria libera in vari punti:
Forma e dimensione della sorgente
Nella vita reale i problemi sono più complessi poiché la forma delle onde emesse cambia con la distanza tra
sorgente e ricettore, a seconda della configurazione geometrica della superficie della sorgente.
Per esempio, la forma di un'onda emessa da una sorgente rettangolare cambia con la distanza nei seguenti
modi:
nelle zone prossime alla sorgente si hanno delle onde piane, purché il punto di osservazione non sia posto
troppo vicino ai bordi della sorgente,
allontanandosi dalla sorgente, da un certo punto in poi dello spazio il fronte d'onda si può considerare
cilindrico,
in punti sufficientemente lontani dalla sorgente le onde diventano sferiche,
per una distanza ancora maggiore, praticamente infinita, l'onda può essere considerata piana, anche se le
sue caratteristiche di attenuazione rimangono quelle di un'onda sferica.
È sempre possibile, sebbene a volte abbastanza difficile, conoscere la legge con la quale l'ampiezza del
segnale sonoro emesso decresce in funzione della distanza dalla sorgente.
Le distanze sorgente-ricettore vanno sempre rapportate alla lunghezza d'onda del segnale, così come
specificato nel paragrafo «I segnali acustici». È per questo che vengono utilizzati termini come «molto
vicino» o «sufficientemente lontano». Ciò riflette la relatività legata alla misura delle distanze. Nella pratica,
per confronti di tipo qualitativo, le distanze vengono espresse in frazioni di lunghezza d'onda.
Gli ostacoli
Gli ostacoli (come ad esempio il terreno, gli edifici, una foresta, ecc.) possono produrre vari effetti sulla
propagazione di un suono. Tali effetti possono essere classificati come fenomeni di:
RIFLESSIONE,
DIFFRAZIONE,
RIFRAZIONE,
Questi fenomeni sono descritti nel seguito di questo capitolo.
Il fenomeno della diffusione è una combinazione di diffrazione e rifrazione.
Riflessione
Se le dimensioni di un ostacolo sono maggiori della lunghezza d'onda del segnale, la riflessione del suono
può essere trattata allo stesso modo della riflessione della luce.
Nel caso di riflessioni su di una superficie piana, esiste un raggio sonoro incidente, uno riflesso e uno rifratto
(cioè trasmesso all'interno dell'ostacolo). Le leggi di Cartesio e di Snell possono quindi essere utilizzate.
Queste leggi sono particolarmente utilizzate per lo studio della propagazione del suono nell'Acustica
Architettonica. Qui saranno esposti esempi di Acustica Geometrica cioè in approssimazione ottica.
Riflessioni del terreno
Nei casi in cui sia la sorgente che il ricettore non sono molto lontani dal suolo, al ricettore arrivano tanto il
suono diretto quanto quello riflesso. Ciò produce delle interferenze tra questi due segnali sonori. Nel punto
di riflessione si verifica, un'inversione di fase del segnale, che dipende dalle proprietà dell'interfaccia aria-
suolo, in modo tale che le onde sonore diretta e riflessa arrivano al ricettore pressoché in opposizione di
fase, mentre le loro ampiezze si mantengono uguali. In questo caso, la pressione acustica si annulla quasi
totalmente nei punti in cui le onde si incontrano e l'interferenza è detta distruttiva.
Una conseguenza di quanto appena esposto è che, ad una certa distanza dalla sorgente, appare una zona
d'ombra acustica. Questa dipende dall'altezza dal suolo, dalle caratteristiche del terreno e dalla frequenza
dell'emissione sonora. Questo fenomeno è stato verificato sperimentalmente: quando ci si pone in prossimità
del suolo e a qualche decina di metri dalla sorgente, la pressione acustica decresce piu rapidamente di
quanto previsto con la divergenza geometrica.
la fase di un tono puro caratterizza l'ampiezza del segnale in un determinato istante t.
L'effetto è più o meno marcato relativamente alla natura del suolo (l'umidità, la presenza di neve, ecc.)
Diffrazione
Quando le dimensioni della barriera sono dello stesso ordine di grandezza o più piccole della lunghezza
d'onda, l'Acustica Geometrica non può essere applicata.
Si osserveranno quindi fenomeni di diffrazione i bordi dell'ostacolo si comportano come delle sorgenti
virtuali. In questi casi è come se il suono evitasse l'ostacolo.
Le barriere acustiche
La diffrazione è la ragione per cui una barriera acustica, o schermo acustico non è mai così efficiente quanto
ci si aspetterebbe (le leggi dell'Acustica Geometrica prevederebbero una completa ombra acustica al di là di
una barriera acustica).
In pratica, il problema da affrontare per un consulente acustico è quello di determinare le dimensioni e la
posizione di una barriera al fine di ottenere una determinata riduzione del rumore.
Nei casi comuni si utilizza una formula empirica ricavata da Maekawa, ma è solo un' approssimazione che
fornisce gli ordini di grandezza corretti.
Una barriera acustica è poco efficiente nell'attenuazione di rumore di lunghezza d'onda elevata (cioè rumori
a bassa frequenza): per esempio, il rumore proveniente da un mezzo pesante sarà meno attenuato rispetto
al rumore emesso da una normale automobile.
Una barriera acustica non è efficiente se è situata troppo lontano dalla sorgente, pertanto dovrebbe essere
posta il più vicino possibile al punto di emissione. Inoltre, dovrebbe essere preso in considerazione anche lo
spettro in frequenza del segnale di rumore da attenuare, poiché il percorso delle onde acustiche dipende
dalla loro frequenza
La formula di Maekawa è valida per frequenze attorno a 500 Hz e prende in considerazione solo i bordi dello
schermo. I risultati ottenuti sono, in genere, leggermente differenti dalla realtà poiché l'effetto del suolo, molto
importante per questo tipo di applicazioni, viene completamente trascurato.
Si tenga presente inoltre che lo spettro del rumore che raggiunge le barriera potrebbe essere modificato dal
fondo stradale il quale è più o meno riflettente a seconda della frequenza del segnale. Ciò potrebbe produrre
un ulteriore peggioramento dell'efficienza delle barriere.
Rifrazione
Il fenomeno della rifrazione può essere illustrato come un cambiamento di direzione nel percorso di un
raggio sonoro quando questo attraversa la superficie di separazione tra due mezzi di propagazione differenti.
Per esempio, nella propagazione dei suoni in esterno, è necessario, tra le altre cosa, prendere in
considerazione il cambiamento della temperatura dell'aria con l'altezza dal suolo. Non si dimentichi infatti
che la velocità del suono dipende dalla temperatura. Quando si verifica il fenomeno della rifrazione i raggi
sonori non sono più delle linee rette, ma si curvano.
La diffrazione dei raggi sonori può creare zone d'ombra o, al contrario, zone in cui il suono viene
concentrato (cioè zone in cui il livello sonoro è più intenso rispetto alle zone circostanti).
Andrebbero presi in considerazione anche altri parametri, tra i quali i più importanti sono il gradiente del
vento (velocità e direzione) e l'effetto del suolo.
A seconda del segno del gradiente di temperatura, i raggi curvano in alto o in basso verso strati in cui la
velocità del suono è più bassa
Perdita di energia
Oltre alla divergenza geometrica delle onde, esistono altre cause che producono l'attenuazione di un
rumore. perdite di energia in aria è obstacoli.
L'assorbimento del suono in aria è dovuto all'attrito e alle reazioni termiche irreversibili, ma anche a
fenomeni molecolari.
Il coefficiente di assobimento atmosferico dipende dalla temperatura, dall'umidità relativa e dalla pressione
atmosferica.
Per ampie distanze, e fintanto che i fattori di attenuazione si mantengono sempre maggiori alle alte
frequenze, la componente ad alta frequenza di uno spettro sonoro decresce più rapidamente.
Vediamo sotto un esempio pratico. Ascoltate ancora gli esempi sonori di un'orchestra sinfonica cliccando nel
paragrafo "decadimento di livello delle onde sferiche". Quindi ascoltate l'esempio di seguito. Viene simulata,
in aggiunta a quella dovuta alla divergenza geometrica, anche l'attenuazione dell'assorbimento atmosferico.
perdite di energia in aria - dipendono dalla frequenza e sono caratterizzate da un fattore di attenuazione
espresso in decibel per 100 metri (il fattore di attenuazione cresce con la frequenza di un suono).
ostacoli - includono gli effetti della vegetazione. Si faccia attenzione però che una barriera fatta di molti alberi
(per esempio), produce un'attenuazione sensibile solo se è sufficientemente larga (tipicamente si ha una
riduzione di 1 dB ogni 10 m di spessore). L'effetto di tali barriere è spesso di origine solo psicologica.
rilassamento delle molecole di ossigeno e azoto.
Le perdite dovute all'assorbimento atmosferico sono, comunque, molto meno importanti rispetto a quelle
dovute ai gradienti di temperatura e di velocità del vento.