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Conservatorio di Musica G.

Verdi di Milano
Dipartimento di Musica con Nuove Tecnologie
Scuola di Musica Elettronica

Acustica e psicoacustica

Acustica degli ambienti

a.a. 2015 -16


Settore artistico-disciplinare COME/03
Docente: Angelo Conto | angeloconto@gmail.com
Conservatorio di Musica Ghedini di Cuneo | Scuola di Musica Elettronica!
!

Bibliografia:

Handbook Springer of Acoustics - Thomas D. Rossing (Ed.)


Master Handbook of Acoustics - F. Alton Everest, Ken C. Pohlmann, Fifth Edition Mc Graw Hill
Acoustic Absorbers and Diffusers - Theory, design and application, Second edition, Trevor J. Cox and Peter D’Antonio,
by Taylor & Francis
Recording Studio Design, Second Edition, Philip Newell, Focal Press
Room Acoustics - Fifth Edition, Heinrich Kuttruff, Spon Press
Angelo Farina – dispense del Corso di Fisica Tecnica - http://pcfarina.eng.unipr.it
University of New South Wales; Department of Music Acoustics: http://www.phys.unsw.edu.au/music/
Dr. Dan Russell, Grad. Prog. Acoustics, Penn State, http://www.acs.psu.edu/drussell/
La scienza del suono – Zanichelli
Cingolani S., Spagnolo R. - Acustica Musicale e Architettonica - Ed. Utet Università
A. Frova - Fisica nella musica - ed. Zanichelli
“Fisica Onde Musica” http://fisicaondemusica.unimore.it
http://www.concerthalls.org

Immagini, animazioni e video:


Joe Wolf - licensed under a Creative Commons Attribution-Noncommercial-No Derivative Works 2.5 Australia License
Dr. Dan Russell, Grad. Prog. Acoustics, Penn State, http://www.acs.psu.edu/drussell/
Joe Wolf - licensed under a Creative Commons Attribution-Noncommercial-No Derivative Works 2.5 Australia License
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Acustica degli ambienti chiusi

Nella sua propagazione, un’onda sonora ha diverse possibilità di interazione con gli
oggetti che incontra. Queste possibilità dipendono notevolmente dal rapporto tra
lunghezza d’onda e dimensioni dell’oggetto. Le possibilità sono le seguenti:

-  riflessione / diffrazione / diffusione

-  rifrazione o trasmissione
-  assorbimento
Acustica degli ambienti chiusi
riflessione

La riflessione è il fenomeno per cui un'onda, che si propaga lungo l'interfaccia tra
differenti mezzi, cambia di direzione a causa di un impatto con un materiale
riflettente.
E’ il caso che si verifica quando l’oggetto ha dimensioni notevolmente più grandi
della lunghezza d’onda:


d >> λ
In questo caso valgono i principi dell’ottica
geometrica e l’onda viene riflessa
specularmente. Questo implica che gli angoli
di incidenza e di riflessione sono uguali:

θ1 = θ2

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Acustica degli ambienti chiusi
diffusione
Affinchè avvenga la riflessione è necessario eliminare tutte le irregolarità della
superficie le cui dimensioni siano paragonabili alla lunghezza d’onda, altrimenti si
verificherà il fenomeno della riflessione diffusa o diffusione:

Nel caso della luce questa è dell’ordine dei 0,4 a 0,7 μm; si ha riflessione diffusa in
materiali quali carta legno, pareti. Per il suono si va, nel range dell’udibile, all’incirca
da 1,7 cm a 17 m. Pertanto il comportamento di riflessione di un suono dipende
fortemente dalla sua frequenza.
Acustica degli ambienti chiusi
rifrazione

La rifrazione è il fenomeno per cui l’onda subisce una deviazione della propria
direzione di propagazione quando passa da un mezzo ad un altro nel quale la sua
velocità di propagazione
cambia. La figura
mostra due mezzi
con indice di
rifrazione n1 (a
sinistra) e n2 (a
destra) in contatto tra
loro attraverso una
superficie, che viene
chiamata interfaccia
(linea verticale in
figura). Nel caso
n2>n1, la luce ha una
velocità più bassa nel
secondo mezzo.

propagation.html
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Acustica degli ambienti chiusi
rifrazione

Il raggio luminoso PO proveniente dal mezzo di sinistra colpisce l'interfaccia nel


punto O. A partire da tale punto O tracciamo una retta perpendicolare all'interfaccia
stessa, che viene
chiamata nor male
all'interfaccia (linea
orizzontale in figura).
L'angolo tra la
normale e il raggio
luminoso PO viene
chiamato angolo
d'incidenza, θ 1 . Il
raggio attraversa
l'interfaccia e
prosegue nel mezzo
di destra, indicato
come OQ. L'angolo
che tale raggio
(rifratto) forma con la
normale si chiama
angolo di rifrazione,
θ 2.

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Acustica degli ambienti chiusi
rifrazione

La legge di Snell descrive quanto i raggi sono deviati quando passano da un mezzo
ad un altro. Se il raggio proviene da una regione con indice di rifrazione n1 ed entra
in un mezzo ad
indice n2 gli angoli di
incidenza θ 1 e di
rifrazione θ 1 sono
l e g a t i
dall'espressione:
sin θ1 v1 n2
= =
sin θ2 v 2 n1

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Acustica degli ambienti chiusi
diffrazione

La diffrazione è un fenomeno
complesso e caratteristico
delle onde. Possiamo pensarlo
come l’interferenza di diversi
punti dell’onda tra di loro,
quando l’onda incontra un
ostacolo o una fenditura che
ha dimensioni simili alla
lunghezza d’onda. È come se
l'onda si "rompesse" (da cui il
nome del fenomeno dal latino
"diffractus") e si ricomponesse
con forma e caratteristiche
diverse al di là dell'ostacolo o
della fenditura.

Simulazione della diffrazione di un'onda piana attraverso una fenditura di ampiezza pari a quattro volte la
lunghezza d'onda.

http://fisicaondemusica.unimore.it/Diffrazione.html
Acustica degli ambienti chiusi
diffrazione
Nel 1678 lo scienzato olandese Christian
Huygens formulò una regola "euristica" che
permetteva di interpretare i fenomeni luminosi
come fenomeni ondulatori. In aperto contrasto
con la teoria corpuscolare della luce di
Newton, Huygens derivò dal proprio principio
un'interpretazione ondulatoria coerente di tutti
i fenomeni concernenti la luce allora noti.

In sintesi il principio afferma che: ”tutti i punti


di un fronte F(t) possono essere considerati
sorgenti puntiformi di onde sferiche secondarie
aventi la stessa frequenza dell'onda principale.
Dopo un tempo Δt la nuova posizione del
fronte F(t + Δt) sarà la superficie di inviluppo di
queste onde secondarie”.
Acustica degli ambienti chiusi
diffrazione

Nato per interpretare i fenomeni luminosi il


principio di Huygens fornisce in realtà un
potente mezzo per prevedere il
comportamento di qualsiasi fenomeno
ondulatorio ed è fondamentale per spiegare i
fenomeni di diffrazione.
Acustica degli ambienti chiusi
diffrazione

Schema della diffrazione a due fenditure presentato da Thomas Young alla Royal Society nel 1803.
Acustica degli ambienti chiusi
diffrazione
Acustica degli ambienti chiusi
diffrazione

Il risultato, nel caso di diffrazione di luce attraverso una fenditura, è il seguente:

Diffrazione.ppt
Acustica degli ambienti chiusi
diffrazione
Nel caso delle onde sonore la situazione è analoga.

Nel primo caso in cui d ≃ λ i punti della fenditura diventano le nuove sorgenti
puntiformi che si compongono segondo il principio di Huygens. Nel secondo caso in
cui d >> λ l’onda interagisce debolmente con l’ostacolo e si verifica la formazione di
una zona d’ombra dove i raggi sonori non sono propagati.
Acustica degli ambienti chiusi
diffrazione
Un altro interessante caso di diffrazione si ha quando si pone una barriera sottile lungo
la propagazione dell’onda. Anche qui si ottengono effetti diversi al variare della
frequenza dell’onda. Nel caso d ≃ λ il bordo diviene a sua volta sorgente di un’onda
cilindrica e il livello sonoro che verrebbe avvertito da un ricevitore posizionato oltre la
barriera sarebbe dato dall’interazione dell’onda diretta con l’onda rifratta.
Alle frequenze per le quali d >> λ invece si viene a creare una zona d’ombra in
prossimità della barriera (che potrebbe essere ad esempio un muro) mentre lontano
dall’ostacolo l’onda rimane praticamente imperturbata.
Acustica degli ambienti chiusi
diffrazione

Qui vediamo l’interazione di un’onda con una fenditura al variare della larghezza della
fenditura:
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi

Il raggio sonoro che incide contro una parete la sua energia si divide tra le tre
componenti dell’onda: riflessa, assorbita, trasmessa:

Er+Ea+Et = E
Dividendo per l’energia totale E otteniamo:

Er Ea Et
+ + =1
E E E
Che riscriviamo nel modo seguente:

€ r+a+t=1
Ai fini dello studio del campo sonoro interno i due coefficienti di assorbimento e
trasmissione vengono unificati in un coefficiente unico di assorbimento

α=a+t
Quindi

a+t+r=1 ⇒ r=1-α
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi

Dal momento che i coefficienti di assorbimento in una stanza sono normalmente


diversi per le pareti, conviene definire un coefficiente di assorbimento medio:

α1S1 + α 2 S2 + ...+ α n Sn
α=
S

dove α1 ,α2 ,… , αn sono i coefficienti di assorbimento acustico delle corrispondenti


superfici S1 ,S2 ,…€, Sn

I coefficienti di assorbimento sono sempre funzioni della frequenza.


I valori di seguito sono riferiti alla banda di frequenza centrata su f=1024 Hz
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi
- Cemento grezzo colato 0,02
- Intonaci interni su muro 0,04
- Intonaco di gesso 0,03
- Marinette di cemento per pavimento 0,015
- Marmo per zoccoli e pavimenti 0,012
- Travertino 0,04
- Vetro 0,025
- Acqua (sup. libera) 0,015
- Legno verniciato 0,03
- Pavimenti di legno 0,09
- Tappeti di gomma su pavimenti di cemento 0,12
- Tappeti pesanti foderati 0,3
- Tendaggi di cotone in contatto con la parete, 300 gr./mq., non drappeggiati 0,17
- Tendaggi di cotone in contatto con la parete, 420 gr./mq., non drappeggiati 0,22
- Tendaggi di cotone in contatto con la parete, 540 gr./mq., non drappeggiati 0,45
- Poltrone di teatro imbottite 0,30
- Sedie in legno non imbottite 0,04
- Uomo senza cappotto 0,51
- Uomo con cappotto 0,58
- Donna senza cappotto 0,33
- Donna con cappotto 0,54
- Parete in foglio di comuni forati su una faccia vista con fori del diametro di 10 mm. per 1%
della superficie complessiva 0,20
- Solaio tipo SAP 16 cm. a travetti prefabbricati con elementi riempiti con feltro di vetro del
peso specifico di 60 Kg./mc. forato con fori del diametro di 10 mm. per l'1% della superficie
complessiva 0,22
- Intonaco poroso costituito da un impasto di pomice, vermiculite e un legante, trattato a
spazzola chiodata, spessore mm. 18 0,18
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi

Immaginiamo di essere in una stanza nella quale viene accesa una sorgente sonora che
irradia in tutte le direzioni.

L’ascoltatore, dopo un tempo pari a v/d verrà raggiunto dal suono che percorre il
percorso più breve, ovvero il suono diretto
A seguire, le onde che hanno effettuato una riflessione alle pareti o al pavimento, poi
due, ecc, le quali vengono denominate prime riflessioni
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi

Una possibile descrizione fa uso delle sorgenti immagini, ovvero di sorgenti virtuali che si
immagina che potrebbero generare i vari suoni riflessi. Ovviamente ad ogni riflessione il
numero di sorgenti immagini aumenta:

al primo ordine sono 6 (una per S2


ogni parete)
al secondo ordine 30 (6 x 5: ogni d2
sorgente ne genera una sulle 5
pareti libere)
Soffitto
al terzo ordine 150

S
d
R
Pavimento
d1

S1
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi

Si può dimostrare che l’aumento della densità di sorgenti immagini è proporzionale a r2.
Nel caso di ambiente perfettamente riflettente, questo andamento compensa
esattamente la divergenza sferica del campo acustico, per cui il livello è costante.

Se ciascuna parete è caratterizzata S2


da un coefficiente di assorbimento
αn , ad ogni riflessione l’onda d2
cederà parte della sua energia per
assorbimento della parete.

In regime stazionario (con una Soffitto


sorgente che immette energia
costantemente) l’espressione del
campo riverberante è:
S
! 4 $ d
R
LP = LW +10 log # &
" αS % Pavimento
d1

S1
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi
Analizziamo più in dettagli ciò che succede
nel regime stazionario. Se disegnamo su di
un grafico l’andamento temporale del
livello di pressione sonora otteniamo un
andamento di questo tipo:
-  all’accensione della sorgente, dopo il
tempo necessario al primo raggio per
raggiungere l’ascoltatore (t’) il valore è B.
Inizia il transitorio d’attacco
-  al giungere della prima riflessione (t’’)
l’energia aumenta di un valore inferiore al
primo per via delle perdite per
assorbimento
-  si ripete similmente per le riflessioni
successive, finchè si raggiunge una
situazione di equilibrio tra l’energia fornita
dalla sorgente e l’energia assorbita dalle
pareti. E’ lo stato stazionario
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi
-  quando si spegne la sorgente l’energia
rimane costante per il tempo t’ necessario
all’onda per percorrere la distanza
sorgente-ascoltatore, poi diminuisce per
l’assorbimento dalle pareti analogamente
alla salita fino ad estinguersi. E’ il
decadimento.
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi
La situazione reale è più complessa in quanto:

-  le pareti non sono perfettamente assorbenti o riflettenti ma si verificano dei


fenomeni di diffusione dovuti principalmente alle irregolarità della superficie. A
seconda della lunghezza d’onda i comportamenti sono diversi:

-  se la lunghezza d’onda è grande rispetto alle


dimensioni delle irregolarità si verifica
riflessione speculare
Es: dimensione media delle irregolarità = 30
cm
Un suono la cui frequenza è f = 100 Hz ha
lunghezza d’onda pari a
λ=3,4 m >> 0,3 m

Pertanto quest’onda sarà riflessa come se le


irregolarità non ci fossero.
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi

-  se la lunghezza d’onda è dello stesso ordine


delle dimensioni delle irregolarità si verificano
fenomeni di diffrazione, con il risultato di
diffusione dell’onda sonora
Es: dimensione media delle irregolarità = 30
cm
Un suono la cui frequenza è f = 1000 Hz ha
lunghezza d’onda pari a

λ = 0,34 m ≃ 0,3 m

Pertanto quest’onda sarà diffusa


Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi

- se la lunghezza d’onda è più piccola delle


dimensioni delle irregolarità si verifica la
riflessione speculare su ogni singola superficie
che forma l’irregolarità

Es: dimensione media delle irregolarità = 30


cm
Un suono la cui frequenza è f = 10000 Hz ha
lunghezza d’onda pari a
λ=0,034 m << 0,3 m

Pertanto quest’onda sarà diffusa in maniera


irregolare in ogni direzione
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione

Chiaramente il campo che realmente si manifesta in un ambiente chiuso non è costante;


come è esperienza comune avvicinandosi alla sorgente il livello aumenta.

E’ necessario quindi valutare S2


entrambe le componenti di campo
diretto e diffuso, tramite la formula d2
del campo semi-riverberante:

! 1 4 $
LP = LW +10 log # + & Soffitto
" 4π d 2 α S %

S
d
R
Pavimento
d1

S1
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Nel grafico è riportato l’andamento del livello sonoro in dB in funzione della distanza dalla
sorgente. La somma dei contributi, diretto e riverberante, tende invece a stabilizzarsi,
all’aumentare della distanza dalla sorgente, ad un livello che dipende dalla superficie
complessiva dell’ambiente e dal suo coefficiente di assorbimento medio.
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Nel caso di sorgenti direzionali, la formula precedente va ancora modificata per tenere
conto della direzionalità:

! Q 4 $
LP = LW +10 log # 2
+ &
" 4π d α S %
La distanza dalla sorgente alla quale il livello del campo diretto e del campo riverberante
hanno lo stesso valore, è la distanza critica:

QSα
DC =
16π
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione

Il Tempo di Riverbero T60 o RT60 o RT è stato definito da Sabine alla fine del 1800
come il tempo nel quale la densità di energia sonora diminuisce di 60 dB.
Egli propose una formula che permette di determinare il T60 a partire dalle
caratteristiche della stanza:
V V
T60 = 0,16 = 0,16
α1S1 + α 2 S2 + ...+ α n Sn Sα

dove α1 ,α2 ,… , αn sono i coefficienti di assorbimento acustico delle corrispondenti


superfici S1 ,S2 ,… , Sn

Il denominatore α1S1 + α 2 S2 +... + α n Sn


rappresenta l’area equivalente di assorbimento, misurata in Sabin. Una stanza con
un’area equivalente pari a N Sabin può essere pensata come una stanza
perfettamente riflettente con un’area pari a N di finestre aperte.

Un Sabine equivale quindi ad un m2 di superficie aperta.


Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione

La formula di Sabine è utilizzata in casi in cui

o  il campo sonoro è diffuso

o  la stanza ha forma regolare e caratteristiche uniformi (sia per le dimensioni che


per i coefficienti αi)

o  basso assorbimento α < 0,2 ÷ 0,3

o  la sorgente è in posizione baricentrica


Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione

Un problema della formula di Sabine è che in una stanza perfettemante assorbente


il T60 non vale zero ma
V
T60 = 0,16
S

Una formula alternativa dovuta a Norris ed Eyring è la seguente:



V
T60 = 0,16
−S ln(1 − α )

dove α è il coefficiente di assorbimento medio dato da:


€ α1S1 + α 2 S2 + ...+ α n Sn
α=
S1 + S2 + ...+ Sn

http://www.amfgrafenau.de/nachhallrechner.php?lang=en

Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
La derivazione di questa equazione è di tipo statistico, ed è valida secondo le
ipotesi:

o  campo diffuso; quindi le onde sonore hanno uguale probabilità di raggiungere


tutte le superfici e per ogni angolo di incidenza

o  deve essere possibile definire il libero cammino medio delle onde sonore,
ovvero il tempo medio in cui un’onda viaggia liberamente, tra due interazioni
successive alle pareti
Questo implica che la stanza deve avere forma abbastanza regolare e
caratteristiche uniformi (sia per le dimensioni che per i coefficienti αi)
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Il tempo di riverberazione è un parametro che influisce enormemente sulla qualità acustica
dell’ambiente. Infatti se consideriamo due segnali in successione rapida, se il tempo di
riverbero è alto può succedere che il transitorio di estinzione del primo segnale
interferisca con il transitorio iniziale del suono seguente causando problemi nella
percezione e nella intelleggibilità.

t
D

D1 D1+D2

D2

t
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
I valori ideali del T60 dipendono dal tipo di utilizzo della sala:
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione

Secondo alcuni studi, il tempo di riverberazione ottimale per musica e parlato a 500
Hz può essere calcolato mediante le seguenti formule empiriche:
musica T60 = 0,13 V

parlato T60 = 0,5 +10 −4 V



Che possono essere riassunte nella seguente:

€ T60 = K n V

con K=0,5 ; n=8 per la musica


K=0,35 ; n=8 per il parlato

Sull’andamento ottimale nella frequenza i pareri non sono univoci; alcuni studiosi
ritengono la soluzione migliore sia l’uniformità mentre altri consigliano di ricavare i
valori del T60 graficamente:
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione

Andamento ottimale del T60 con la frequenza


Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
In una stanza di dimensioni: 8 x 6 x 3 m vogliamo determinare la quantità di
materiale fonoassorbente necessario ad ottenere il tempo di riverbero ottimale che
abbiamo scelto.

Il T60 ottimale a 1000 Hz è dato da:

Tott = K n V

K=0,5 ; n=8 per la musica

K=0,35 ; n=8 per il parlato

Nel nostro caso:

V= 8 x 6 x 3 = 144 m3

Tott = K n V = 0, 5 8 144 = 0, 93s

parlato : Tott = K n V = 0, 35 8 144 = 0, 65s


Acustica_spazi
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Applichiamo la correzione grafica ed otteniamo i valori per le altre frequenze:
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione

T60 ottimale T60 ottimale T60 ottimale


frequenza
musica parlato medio

f=125 Hz 1,49 1,04 1,27

f=250 Hz 1,30 0,91 1,11

f=500 Hz 1,02 0,72 0,87

f=1000 Hz 0,93 0,65 0,79

f=2000 Hz 0,84 0,59 0,71

f=4000 Hz 0,80 0,56 0,68

Acustica_spazi
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Supponiamo che i risultati della misura siano i seguenti:

T60 ottimale T60 ottimale T60 ottimale


frequenza T60 misurato
musica parlato medio

f=125 Hz 1,49 1,04 1,27 2,03

f=250 Hz 1,30 0,91 1,11 1,51

f=500 Hz 1,02 0,72 0,87 1,43

f=1000 Hz 0,93 0,65 0,79 1,33

f=2000 Hz 0,84 0,59 0,71 1,23

f=4000 Hz 0,80 0,56 0,68 1,40

Acustica_spazi
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
vogliamo conoscere le unità assorbenti dell’ambiente attuale:

V 144
A500 Hz = Sα = 0,16 = 0,16 = 16,11m 2
T60 1, 43
ripetendo il calcolo per le altre frequenze si trovano i valori:

T60 ottimale T60 ottimale T60 ottimale unità assorbenti


frequenza T60 misurato αmedio misurato
musica parlato medio equivalenti (m2)

f=125 Hz 1,49 1,04 1,27 2,03 0,06 11,35

f=250 Hz 1,30 0,91 1,11 1,51 0,08 15,26

f=500 Hz 1,02 0,72 0,87 1,43 0,09 16,11

f=1000 Hz 0,93 0,65 0,79 1,33 0,10 17,32

f=2000 Hz 0,84 0,59 0,71 1,23 0,10 18,73

f=4000 Hz 0,80 0,56 0,68 1,40 0,09 16,46

Acustica_spazi
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Le unità assorbenti relative al tempo ottimale sono date da:

V 144
A500 Hz = Sα = 0,16 = 0,16 = 26, 48m 2
T60 0, 87
ripetendo il calcolo per le altre frequenze si trovano i valori:
unità
unità
T60 ottimale T60 ottimale T60 ottimale αmedio assorbenti
frequenza T60 misurato assorbenti
musica parlato medio misurato equivalenti
ottimali (m2)
(m2)

f=125 Hz 1,49 1,04 1,27 2,03 0,06 11,35 18,20

f=250 Hz 1,30 0,91 1,11 1,51 0,08 15,26 20,81

f=500 Hz 1,02 0,72 0,87 1,43 0,09 16,11 26,48

f=1000 Hz 0,93 0,65 0,79 1,33 0,10 17,32 29,13

f=2000 Hz 0,84 0,59 0,71 1,23 0,10 18,73 32,36

f=4000 Hz 0,80 0,56 0,68 1,40 0,09 16,46 33,87

Acustica_spazi
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Le differenze di superficie assorbente sono:

unità unità differenza


T60 ottimale T60 ottimale T60 ottimale αmedio assorbenti assorbenti unità
frequenza T60 misurato
musica parlato medio misurato equivalenti ottimali assorbenti
(m2) (m2) (m2)

f=125 Hz 1,49 1,04 1,27 2,03 0,06 11,35 18,20 6,85

f=250 Hz 1,30 0,91 1,11 1,51 0,08 15,26 20,81 5,55

f=500 Hz 1,02 0,72 0,87 1,43 0,09 16,11 26,48 10,37

f=1000 Hz 0,93 0,65 0,79 1,33 0,10 17,32 29,13 11,80

f=2000 Hz 0,84 0,59 0,71 1,23 0,10 18,73 32,36 13,63

f=4000 Hz 0,80 0,56 0,68 1,40 0,09 16,46 33,87 17,41

Dalle quali si ricavano le superfici e i coefficienti di


assorbimento adatti per la correzione.

Acustica_spazi
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Scegliendo un materiale assorbente possiamo calcolare le superfici necessarie:

Materiale 125 Hz 250 Hz 500 Hz 1000 Hz 2000 Hz 4000 Hz

KNAUF Organic montiert auf


T24 oder T35 (1) 0,33 0,58 0,62 0,5 0,62 0,77

A500 Hz 10, 37
A500 Hz = Sα = 10, 37m 2 ⇒ S = = = 16, 72m 2
α 0, 62

Acustica_spazi
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Ripetendo alle altre frequenze:

unità unità differenza


T60 T60 T60 unità
T60 αmedio assorbenti αmedio assorbenti unità
frequenza ottimale ottimale ottimale assorbenti
misurato misurato equivalent ottimale ottimali assorbenti
musica parlato medio correzione
i (m2) (m2) (m2)

f=125 Hz 1,49 1,04 1,27 2,03 0,06 11,35 0,10 18,20 6,85 5,52

f=250 Hz 1,30 0,91 1,11 1,51 0,08 15,26 0,12 20,81 5,55 9,70

f=500 Hz 1,02 0,72 0,87 1,43 0,09 16,11 0,15 26,48 10,37 10,37

f=1000 Hz 0,93 0,65 0,79 1,33 0,10 17,32 0,16 29,13 11,80 8,36

f=2000 Hz 0,84 0,59 0,71 1,23 0,10 18,73 0,18 32,36 13,63 10,37

f=4000 Hz 0,80 0,56 0,68 1,40 0,09 16,46 0,19 33,87 17,41 12,87

Acustica_spazi
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Andiamo poi a verificare il calcolo del T60 con la correzione:

V 144
T60 = 0,16 = 0,16 = 0, 87s
A500 Hz 26, 48
unità unità
unità differenza
T60 T60 T60 assorbent assorbent T60
T60 αmedio αmedio assorbent unità scarto
frequenza ottimale ottimale ottimale i i correzion
misurato misurato ottimale i ottimali assorbent T60
musica parlato medio equivalen correzion e
2 (m2) i (m2)
ti (m ) e

f=125 Hz 1,49 1,04 1,27 2,03 0,06 11,35 0,10 18,20 6,85 5,52 1,37 -0,10

f=250 Hz 1,30 0,91 1,11 1,51 0,08 15,26 0,12 20,81 5,55 9,70 0,92 0,18

f=500 Hz 1,02 0,72 0,87 1,43 0,09 16,11 0,15 26,48 10,37 10,37 0,87 0,00

f=1000
0,93 0,65 0,79 1,33 0,10 17,32 0,16 29,13 11,80 8,36 0,90 -0,11
Hz

f=2000
0,84 0,59 0,71 1,23 0,10 18,73 0,18 32,36 13,63 10,37 0,79 -0,08
Hz

f=4000
0,80 0,56 0,68 1,40 0,09 16,46 0,19 33,87 17,41 12,87 0,79 -0,11
Hz

Acustica_spazi
Acustica degli ambienti chiusi
effetto Haas

La percezione della direzione di incidenza del suono in un ambiente chiuso è


determinata dal primo suono che arriva all’ascoltatore, ovvero dal suono diretto.
Le riflessioni che arrivano entro i primi 35 ms vengono interpretate dal nostro
sistema nervoso come un tutt’uno con il suono diretto, per un effetto che prende il
nome da uno degli studiosi più importanti in questo campo, Helmut Haas.
Dai suoi studi fu possibile dedurre che il cervello identifica come sorgente quella
fisicamente più vicina (il suono diretto) anche in presenza di sorgenti più intense ma
più lontane (che arrivano in ritardo). Per questo motivo l’effetto Haas è detto
effetto precedenza.

Il suoi esperimenti furono condotti in


condizioni anecoiche e in una stanza il
cui T60 era di 1,6 s. Il segnale (una
registrazione di parlato era emessa da
due sorgenti ad una angolazione di
o
45 ad una distanza di 3 m
dall’ascoltatore.
Acustica degli ambienti chiusi
effetto Haas
Le conseguenze degli studi di Haas e dei successivi sono così riassunte:

o  il suono diretto determina la posizione della sorgente


Nelle frequenze medio-basse (fino a circa 1000 Hz, stimando 25 cm per la
semicirconferenza del cranio, siamo nella condizione λ>d), l’onda aggira il cranio.
Se la sorgente non è in posizione centrale alle due orecchie arriva un suono sfasato
fino ad 1 ms. E’ il meccanismo di discriminazione spaziali dominante a bassa
frequenza: ITD = Interaural Time Delay).
Acustica degli ambienti chiusi
effetto Haas

o  le riflessioni che giungono entro i primi millisecondi definiscono la dimensione


della sorgente: l’orecchio non percepisce due sorgenti distinte ma una unica
sorgente più estesa.

o  le riflessioni che giungono entro i successivi 35-50 ms vengono utilizzate, con la


memoria, per valutare la posizione e per migliorare l’intelligibilità,

o  quelle da 50 a 80 ms sono utilizzate per valutare la dimensione dell’ambiente.

o  oltre 80 ms si iniziano a percepire echi separati

o  oltre i 100 ms di ritardo si percepisce un eco distinto

Grazie a questi meccanismi percettivi riusciamo a sentire, decodificare e localizzare i


suoni negli ambienti chiusi.

Esempi: Haas
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0

La misura del T60 è trattata dalle due norme ISO:

ISO 354
Acoustics - Measurement of sound absorption in a reverberation room

ISO 3382
Measurement of the reverberation time of rooms with reference to other acoustical
parameters

Sorgente sonora: omnidirezionale

Posizioni microfoni: tali da garantire adeguata copertura dell’ambiente.


Devono essere posizionati ad almeno 1 m da pareti riflettenti

Distanza minima sorgente - microfono:

V
dmin = 2
cT
V = volume [m3]
c = velocità del suono [m/s]
T = tempo di riverbero stimato [s]
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0

La misura può essere effettuate con diversi tipi di metodologie:

o  rumore stazionario interrotto

o  impulso

o  sweep sinusoidale
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – rumore stazionario

E’ la tecnica più antica, che ricalca concettualmente il procedimento di formazione


delle riflessioni che danno luogo alla riverberazione.

Consiste in:

o  fornire una sorgente di rumore stazionario (tipicamente rumore rosa) in modo


che si instauri la condizione di regime

o  misurare il livello corrispondente e tracciarlo graficamente

o  interrompere bruscamente la sorgente


Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – rumore stazionario

Dal grafico del livello si rileva il tempo necessario all’ambiente per far sì che il livello
si attenui di 60 dB. Siccome questo non è sovente praticabile per la presenza di
rumori di fondo o limiti nella strumentazione, si misura il tempo di decadimento
relativo a 20 o 30 dB e si estrapola il T60.

Nel primo caso si misura il tempo di decadimento da -5 dB a -25 dB, estrapolato a


60 dB, e viene indicato come T20 mentre nel secondo caso si misura il tempo di
decadimento da -5 dB a -35 dB, sempre estrapolato a 60 dB, e viene indicato come
T30 .
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – rumore stazionario

EDT: interpolazione [0 , –10 dB]

T15: interpolazione [-5 , –20 dB]

T30: interpolazione [-5 , –35 dB]

estrapolazione del tempo


corrisp. a
–60 dB tramite
prolungamento lineare

3.5 s 5s 6s
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – rumore stazionario

Caratteristiche:

o  buon rapporto segnale – rumore

o  attrezzatura ingombrante (amplificatore di potenza, cassa acustica dodecaedrica,


del treppiede e delle eventuali batterie)

o  data la natura casuale del segnale di rumore, il calcolo del tempo di riverbero
deve essere effettuando la media su un numero adeguato di misurazioni (circa
10)

Se il decadimento ha smorzamenti uguali per tutti i modi a tutte le frequenze non ci


sono differenze mentre se alcuni modi hanno smorzamenti diversi (ovvero alcune
superfici hanno coefficienti di assorbimento molto diversi), metodi diversi non
daranno lo stesso risultato, per via di decadimenti multipli.
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – tecniche impulsive

Un metodo alternativo è l’utilizzo di un impulso come segnale di eccitazione.

In questo caso si sfruttano le proprietà matematiche della funzione Delta di Dirac, in


particolare la sua caratteristica di avere spettro uniforme su tutte le frequenze.

Viene quindi registrata la risposta all’impulso del sistema, ovvero l’andamento del
livello SPL quando in ingresso viene fornito un impulso.

Naturalmente è impossibile ottenere fisicamente una funzione Delta ideale, e i


mezzi che si utilizzano tipicamente sono: pistola, clappatore, scoppio di palloncini,
impulso emesso da un altoparlante.

I colpi di pistola presentano un transitorio sufficientemente breve (1-3 ms) mentre


nel dominio delle frequenze risultano leggermente deboli al di sotto dei 100 Hz e al
di sopra dei 5000 Hz.
Lo scoppio dei palloncini, particolarmente quelli di elevate dimensioni, risulta
adatto per lo studio delle basse frequenze.
L’impulso emesso da un altoparlante risulta essere invece meno breve e non
possiede una potenza confrontabile con quella del colpo di pistola.
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – tecniche impulsive

Nota la risposta all’impulso è possibile


conoscere la risposta del sistema a
qualunque segnale di ingresso: infatti la
grandezza di uscita sarà il risultato della
sovrapposizione di infinite risposte impulsive,
ognuna relativa ad un diverso valore
dell’ingresso:

y(t) = ∫ x(τ )h(t − τ )d τ
−∞

Questo integrale è l’operatore di


convoluzione, e viene indicato in questo
modo:

y (t) = x (t)⨂h (t)

La funzione di trasferimento H(ω) tra due


punti in una stanza è la trasformata di Fourier
della risposta all’impulso.
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – tecniche impulsive

Sfruttando il Teorema della Convoluzione. l’integrale nel dominio del tempo diventa un
semplice prodotto nel dominio delle frequenze:

dati due segnali x e h

date le loro trasformate di Fourier X( ω ), H( ω )



la trasformata della loro convoluzione è:

F (f ✻g ) = X( ω ) ・ H( ω ) = Y( ω )


ed è quindi il prodotto delle trasformate.

Pertanto possiamo conoscere la trasformata di Fourier di un qualunque segnale di


ingresso moltiplicando tra loro le trasformate della risposta all’impulso (funzione di
trasferimento H( ω ):

Y( ω ) = X( ω ) ・ H( ω )

65
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – tecniche impulsive

La misura tramite impulso è equivalente alla misura tramite rumore interrotto anche
se l’approccio è diverso. In questo caso infatti non si raggiunge la densità di
energia sonora di regime in tutto l’ambiente ma si hanno solo informazioni sulla
risposta dell’ambiente ad un certo impulso emesso da una sorgente in una certa
posizione.

I tempi di riverberazione misurati con questa tecnica sono leggermente inferiori a


quelli prodotti dal decadimento da rumore stazionario.
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – tecniche impulsive

Una volta ottenuta la risposta all’impulso, dall’ecogramma (il quadrato della


risposta all’impulso) si effettua l’integrazione all’indietro detta Integrale di
Schroeder, il quale mostrò la relazione tra il decadimento del campo riverberante
e l’integrale della risposta all’impulso.

In caso di decadimento non esponenziale si riscontrano delle differenze fra i due


metodi. Secondo Schroeder è proprio il valore misurato dalla risposta all’impulso
integrata ad essere meglio correlato con la percezione del campo riverberante.
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – tecniche impulsive

Caratteristiche delle tecniche impulsive:

o  basso rapporto segnale – rumore (possibili problemi in presenza di rumore di


fondo elevato oppure in ambienti molto grandi). Calcolando il T60 tramite
interpolazione i risultati sono comunque buoni.

o  ripetibilità non ottimale

o  facilità di trasporto dell’attrezzatura


Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – sine sweep

Il metodo sine sweep è il più moderno, e forse quello che fornisce i risultati
migliori.

Si utilizza un segnale sinusoidale la cui frequenza varia nel tempo nel range
interesse di studio. La variazione può essere lineare:
# ω 2 − ω1 t 2 &
x (t ) = sin %ω1 ⋅ t + ⋅ (
$ T 2'

oppure esponenziale, in cui la crescita è più lenta alle basse frequenze e più veloce
alle alte:

) ,
+ " t ⋅ln"$ ω2 %' %.
ω ⋅ T $ T # ω1 & '.
x(t) = sin + 1 ⋅ e −1
+ "ω % $ '.
2
+ ln $ ' # &.
* # ω1 & -
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – sine sweep
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – sine sweep

sweep lineare

tratto da: dispense del Corso di Fisica Tecnica – Prof. Angelo Farina - http://pcfarina.eng.unipr.it
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – sine sweep

sweep logaritmico

tratto da: dispense del Corso di Fisica Tecnica – Prof. Angelo Farina - http://pcfarina.eng.unipr.it
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – sine sweep

L’idea è:

scegliere un segnale in ingresso tale che nella convoluzione con un opportuno filtro
inverso dia la Delta di Dirac (sweep):

x(t) ⊗ f (t) ⇒ δ (t)

registrare la risposta al segnale di ingresso

y (t) = x (t)⨂h (t)

applicare il filtro inverso alla risposta y (t), ottenendo la risposta all’impulso:

h(t) = y(t) ⊗ f (t)

Il filtro inverso di uno sweep è lo sweep stesso invertito temporalmente.


Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – sine sweep

filtro inverso lineare

tratto da: dispense del Corso di Fisica Tecnica – Prof. Angelo Farina - http://pcfarina.eng.unipr.it
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – sine sweep

filtro inverso logaritmico

tratto da: dispense del Corso di Fisica Tecnica – Prof. Angelo Farina - http://pcfarina.eng.unipr.it
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – sine sweep

Caratteristiche della tecnica sweep:

o  le distorsioni prodotte dalla non linearità del sistema si collocano prima della
risposta all’impulso e possono quindi essere facilmente eliminate come si vede
in figura:

o  buon rapporto S/N della misura

tratto da: dispense del Corso di Fisica Tecnica – Prof. Angelo Farina - http://pcfarina.eng.unipr.it

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