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Verdi di Milano
Dipartimento di Musica con Nuove Tecnologie
Scuola di Musica Elettronica
Acustica e psicoacustica
Bibliografia:
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Acustica degli ambienti chiusi
Nella sua propagazione, un’onda sonora ha diverse possibilità di interazione con gli
oggetti che incontra. Queste possibilità dipendono notevolmente dal rapporto tra
lunghezza d’onda e dimensioni dell’oggetto. Le possibilità sono le seguenti:
- rifrazione o trasmissione
- assorbimento
Acustica degli ambienti chiusi
riflessione
La riflessione è il fenomeno per cui un'onda, che si propaga lungo l'interfaccia tra
differenti mezzi, cambia di direzione a causa di un impatto con un materiale
riflettente.
E’ il caso che si verifica quando l’oggetto ha dimensioni notevolmente più grandi
della lunghezza d’onda:
d >> λ
In questo caso valgono i principi dell’ottica
geometrica e l’onda viene riflessa
specularmente. Questo implica che gli angoli
di incidenza e di riflessione sono uguali:
θ1 = θ2
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Acustica degli ambienti chiusi
diffusione
Affinchè avvenga la riflessione è necessario eliminare tutte le irregolarità della
superficie le cui dimensioni siano paragonabili alla lunghezza d’onda, altrimenti si
verificherà il fenomeno della riflessione diffusa o diffusione:
Nel caso della luce questa è dell’ordine dei 0,4 a 0,7 μm; si ha riflessione diffusa in
materiali quali carta legno, pareti. Per il suono si va, nel range dell’udibile, all’incirca
da 1,7 cm a 17 m. Pertanto il comportamento di riflessione di un suono dipende
fortemente dalla sua frequenza.
Acustica degli ambienti chiusi
rifrazione
La rifrazione è il fenomeno per cui l’onda subisce una deviazione della propria
direzione di propagazione quando passa da un mezzo ad un altro nel quale la sua
velocità di propagazione
cambia. La figura
mostra due mezzi
con indice di
rifrazione n1 (a
sinistra) e n2 (a
destra) in contatto tra
loro attraverso una
superficie, che viene
chiamata interfaccia
(linea verticale in
figura). Nel caso
n2>n1, la luce ha una
velocità più bassa nel
secondo mezzo.
propagation.html
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Acustica degli ambienti chiusi
rifrazione
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Acustica degli ambienti chiusi
rifrazione
La legge di Snell descrive quanto i raggi sono deviati quando passano da un mezzo
ad un altro. Se il raggio proviene da una regione con indice di rifrazione n1 ed entra
in un mezzo ad
indice n2 gli angoli di
incidenza θ 1 e di
rifrazione θ 1 sono
l e g a t i
dall'espressione:
sin θ1 v1 n2
= =
sin θ2 v 2 n1
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Acustica degli ambienti chiusi
diffrazione
La diffrazione è un fenomeno
complesso e caratteristico
delle onde. Possiamo pensarlo
come l’interferenza di diversi
punti dell’onda tra di loro,
quando l’onda incontra un
ostacolo o una fenditura che
ha dimensioni simili alla
lunghezza d’onda. È come se
l'onda si "rompesse" (da cui il
nome del fenomeno dal latino
"diffractus") e si ricomponesse
con forma e caratteristiche
diverse al di là dell'ostacolo o
della fenditura.
Simulazione della diffrazione di un'onda piana attraverso una fenditura di ampiezza pari a quattro volte la
lunghezza d'onda.
http://fisicaondemusica.unimore.it/Diffrazione.html
Acustica degli ambienti chiusi
diffrazione
Nel 1678 lo scienzato olandese Christian
Huygens formulò una regola "euristica" che
permetteva di interpretare i fenomeni luminosi
come fenomeni ondulatori. In aperto contrasto
con la teoria corpuscolare della luce di
Newton, Huygens derivò dal proprio principio
un'interpretazione ondulatoria coerente di tutti
i fenomeni concernenti la luce allora noti.
Schema della diffrazione a due fenditure presentato da Thomas Young alla Royal Society nel 1803.
Acustica degli ambienti chiusi
diffrazione
Acustica degli ambienti chiusi
diffrazione
Diffrazione.ppt
Acustica degli ambienti chiusi
diffrazione
Nel caso delle onde sonore la situazione è analoga.
Nel primo caso in cui d ≃ λ i punti della fenditura diventano le nuove sorgenti
puntiformi che si compongono segondo il principio di Huygens. Nel secondo caso in
cui d >> λ l’onda interagisce debolmente con l’ostacolo e si verifica la formazione di
una zona d’ombra dove i raggi sonori non sono propagati.
Acustica degli ambienti chiusi
diffrazione
Un altro interessante caso di diffrazione si ha quando si pone una barriera sottile lungo
la propagazione dell’onda. Anche qui si ottengono effetti diversi al variare della
frequenza dell’onda. Nel caso d ≃ λ il bordo diviene a sua volta sorgente di un’onda
cilindrica e il livello sonoro che verrebbe avvertito da un ricevitore posizionato oltre la
barriera sarebbe dato dall’interazione dell’onda diretta con l’onda rifratta.
Alle frequenze per le quali d >> λ invece si viene a creare una zona d’ombra in
prossimità della barriera (che potrebbe essere ad esempio un muro) mentre lontano
dall’ostacolo l’onda rimane praticamente imperturbata.
Acustica degli ambienti chiusi
diffrazione
Qui vediamo l’interazione di un’onda con una fenditura al variare della larghezza della
fenditura:
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi
Il raggio sonoro che incide contro una parete la sua energia si divide tra le tre
componenti dell’onda: riflessa, assorbita, trasmessa:
Er+Ea+Et = E
Dividendo per l’energia totale E otteniamo:
Er Ea Et
+ + =1
E E E
Che riscriviamo nel modo seguente:
€ r+a+t=1
Ai fini dello studio del campo sonoro interno i due coefficienti di assorbimento e
trasmissione vengono unificati in un coefficiente unico di assorbimento
α=a+t
Quindi
a+t+r=1 ⇒ r=1-α
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi
α1S1 + α 2 S2 + ...+ α n Sn
α=
S
Immaginiamo di essere in una stanza nella quale viene accesa una sorgente sonora che
irradia in tutte le direzioni.
L’ascoltatore, dopo un tempo pari a v/d verrà raggiunto dal suono che percorre il
percorso più breve, ovvero il suono diretto
A seguire, le onde che hanno effettuato una riflessione alle pareti o al pavimento, poi
due, ecc, le quali vengono denominate prime riflessioni
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi
Una possibile descrizione fa uso delle sorgenti immagini, ovvero di sorgenti virtuali che si
immagina che potrebbero generare i vari suoni riflessi. Ovviamente ad ogni riflessione il
numero di sorgenti immagini aumenta:
S
d
R
Pavimento
d1
S1
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi
Si può dimostrare che l’aumento della densità di sorgenti immagini è proporzionale a r2.
Nel caso di ambiente perfettamente riflettente, questo andamento compensa
esattamente la divergenza sferica del campo acustico, per cui il livello è costante.
S1
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi
Analizziamo più in dettagli ciò che succede
nel regime stazionario. Se disegnamo su di
un grafico l’andamento temporale del
livello di pressione sonora otteniamo un
andamento di questo tipo:
- all’accensione della sorgente, dopo il
tempo necessario al primo raggio per
raggiungere l’ascoltatore (t’) il valore è B.
Inizia il transitorio d’attacco
- al giungere della prima riflessione (t’’)
l’energia aumenta di un valore inferiore al
primo per via delle perdite per
assorbimento
- si ripete similmente per le riflessioni
successive, finchè si raggiunge una
situazione di equilibrio tra l’energia fornita
dalla sorgente e l’energia assorbita dalle
pareti. E’ lo stato stazionario
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi
- quando si spegne la sorgente l’energia
rimane costante per il tempo t’ necessario
all’onda per percorrere la distanza
sorgente-ascoltatore, poi diminuisce per
l’assorbimento dalle pareti analogamente
alla salita fino ad estinguersi. E’ il
decadimento.
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi
Acustica degli ambienti chiusi
acustica degli ambienti chiusi
La situazione reale è più complessa in quanto:
λ = 0,34 m ≃ 0,3 m
! 1 4 $
LP = LW +10 log # + & Soffitto
" 4π d 2 α S %
S
d
R
Pavimento
d1
S1
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Nel grafico è riportato l’andamento del livello sonoro in dB in funzione della distanza dalla
sorgente. La somma dei contributi, diretto e riverberante, tende invece a stabilizzarsi,
all’aumentare della distanza dalla sorgente, ad un livello che dipende dalla superficie
complessiva dell’ambiente e dal suo coefficiente di assorbimento medio.
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Nel caso di sorgenti direzionali, la formula precedente va ancora modificata per tenere
conto della direzionalità:
! Q 4 $
LP = LW +10 log # 2
+ &
" 4π d α S %
La distanza dalla sorgente alla quale il livello del campo diretto e del campo riverberante
hanno lo stesso valore, è la distanza critica:
QSα
DC =
16π
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Il Tempo di Riverbero T60 o RT60 o RT è stato definito da Sabine alla fine del 1800
come il tempo nel quale la densità di energia sonora diminuisce di 60 dB.
Egli propose una formula che permette di determinare il T60 a partire dalle
caratteristiche della stanza:
V V
T60 = 0,16 = 0,16
α1S1 + α 2 S2 + ...+ α n Sn Sα
€ α1S1 + α 2 S2 + ...+ α n Sn
α=
S1 + S2 + ...+ Sn
http://www.amfgrafenau.de/nachhallrechner.php?lang=en
€
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
La derivazione di questa equazione è di tipo statistico, ed è valida secondo le
ipotesi:
o deve essere possibile definire il libero cammino medio delle onde sonore,
ovvero il tempo medio in cui un’onda viaggia liberamente, tra due interazioni
successive alle pareti
Questo implica che la stanza deve avere forma abbastanza regolare e
caratteristiche uniformi (sia per le dimensioni che per i coefficienti αi)
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Il tempo di riverberazione è un parametro che influisce enormemente sulla qualità acustica
dell’ambiente. Infatti se consideriamo due segnali in successione rapida, se il tempo di
riverbero è alto può succedere che il transitorio di estinzione del primo segnale
interferisca con il transitorio iniziale del suono seguente causando problemi nella
percezione e nella intelleggibilità.
t
D
D1 D1+D2
D2
t
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
I valori ideali del T60 dipendono dal tipo di utilizzo della sala:
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Secondo alcuni studi, il tempo di riverberazione ottimale per musica e parlato a 500
Hz può essere calcolato mediante le seguenti formule empiriche:
musica T60 = 0,13 V
€ T60 = K n V
Sull’andamento ottimale nella frequenza i pareri non sono univoci; alcuni studiosi
ritengono la soluzione migliore sia l’uniformità mentre altri consigliano di ricavare i
valori del T60 graficamente:
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Tott = K n V
V= 8 x 6 x 3 = 144 m3
Acustica_spazi
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Supponiamo che i risultati della misura siano i seguenti:
Acustica_spazi
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
vogliamo conoscere le unità assorbenti dell’ambiente attuale:
V 144
A500 Hz = Sα = 0,16 = 0,16 = 16,11m 2
T60 1, 43
ripetendo il calcolo per le altre frequenze si trovano i valori:
Acustica_spazi
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Le unità assorbenti relative al tempo ottimale sono date da:
V 144
A500 Hz = Sα = 0,16 = 0,16 = 26, 48m 2
T60 0, 87
ripetendo il calcolo per le altre frequenze si trovano i valori:
unità
unità
T60 ottimale T60 ottimale T60 ottimale αmedio assorbenti
frequenza T60 misurato assorbenti
musica parlato medio misurato equivalenti
ottimali (m2)
(m2)
Acustica_spazi
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Le differenze di superficie assorbente sono:
Acustica_spazi
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Scegliendo un materiale assorbente possiamo calcolare le superfici necessarie:
A500 Hz 10, 37
A500 Hz = Sα = 10, 37m 2 ⇒ S = = = 16, 72m 2
α 0, 62
Acustica_spazi
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Ripetendo alle altre frequenze:
f=125 Hz 1,49 1,04 1,27 2,03 0,06 11,35 0,10 18,20 6,85 5,52
f=250 Hz 1,30 0,91 1,11 1,51 0,08 15,26 0,12 20,81 5,55 9,70
f=500 Hz 1,02 0,72 0,87 1,43 0,09 16,11 0,15 26,48 10,37 10,37
f=1000 Hz 0,93 0,65 0,79 1,33 0,10 17,32 0,16 29,13 11,80 8,36
f=2000 Hz 0,84 0,59 0,71 1,23 0,10 18,73 0,18 32,36 13,63 10,37
f=4000 Hz 0,80 0,56 0,68 1,40 0,09 16,46 0,19 33,87 17,41 12,87
Acustica_spazi
Acustica degli ambienti chiusi
Riverberazione
Andiamo poi a verificare il calcolo del T60 con la correzione:
V 144
T60 = 0,16 = 0,16 = 0, 87s
A500 Hz 26, 48
unità unità
unità differenza
T60 T60 T60 assorbent assorbent T60
T60 αmedio αmedio assorbent unità scarto
frequenza ottimale ottimale ottimale i i correzion
misurato misurato ottimale i ottimali assorbent T60
musica parlato medio equivalen correzion e
2 (m2) i (m2)
ti (m ) e
f=125 Hz 1,49 1,04 1,27 2,03 0,06 11,35 0,10 18,20 6,85 5,52 1,37 -0,10
f=250 Hz 1,30 0,91 1,11 1,51 0,08 15,26 0,12 20,81 5,55 9,70 0,92 0,18
f=500 Hz 1,02 0,72 0,87 1,43 0,09 16,11 0,15 26,48 10,37 10,37 0,87 0,00
f=1000
0,93 0,65 0,79 1,33 0,10 17,32 0,16 29,13 11,80 8,36 0,90 -0,11
Hz
f=2000
0,84 0,59 0,71 1,23 0,10 18,73 0,18 32,36 13,63 10,37 0,79 -0,08
Hz
f=4000
0,80 0,56 0,68 1,40 0,09 16,46 0,19 33,87 17,41 12,87 0,79 -0,11
Hz
Acustica_spazi
Acustica degli ambienti chiusi
effetto Haas
Esempi: Haas
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0
ISO 354
Acoustics - Measurement of sound absorption in a reverberation room
ISO 3382
Measurement of the reverberation time of rooms with reference to other acoustical
parameters
V
dmin = 2
cT
V = volume [m3]
c = velocità del suono [m/s]
T = tempo di riverbero stimato [s]
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0
o impulso
o sweep sinusoidale
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – rumore stazionario
Consiste in:
Dal grafico del livello si rileva il tempo necessario all’ambiente per far sì che il livello
si attenui di 60 dB. Siccome questo non è sovente praticabile per la presenza di
rumori di fondo o limiti nella strumentazione, si misura il tempo di decadimento
relativo a 20 o 30 dB e si estrapola il T60.
3.5 s 5s 6s
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – rumore stazionario
Caratteristiche:
o data la natura casuale del segnale di rumore, il calcolo del tempo di riverbero
deve essere effettuando la media su un numero adeguato di misurazioni (circa
10)
Viene quindi registrata la risposta all’impulso del sistema, ovvero l’andamento del
livello SPL quando in ingresso viene fornito un impulso.
Sfruttando il Teorema della Convoluzione. l’integrale nel dominio del tempo diventa un
semplice prodotto nel dominio delle frequenze:
F (f ✻g ) = X( ω ) ・ H( ω ) = Y( ω )
ed è quindi il prodotto delle trasformate.
Y( ω ) = X( ω ) ・ H( ω )
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Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – tecniche impulsive
La misura tramite impulso è equivalente alla misura tramite rumore interrotto anche
se l’approccio è diverso. In questo caso infatti non si raggiunge la densità di
energia sonora di regime in tutto l’ambiente ma si hanno solo informazioni sulla
risposta dell’ambiente ad un certo impulso emesso da una sorgente in una certa
posizione.
Il metodo sine sweep è il più moderno, e forse quello che fornisce i risultati
migliori.
Si utilizza un segnale sinusoidale la cui frequenza varia nel tempo nel range
interesse di studio. La variazione può essere lineare:
# ω 2 − ω1 t 2 &
x (t ) = sin %ω1 ⋅ t + ⋅ (
$ T 2'
oppure esponenziale, in cui la crescita è più lenta alle basse frequenze e più veloce
alle alte:
) ,
+ " t ⋅ln"$ ω2 %' %.
ω ⋅ T $ T # ω1 & '.
x(t) = sin + 1 ⋅ e −1
+ "ω % $ '.
2
+ ln $ ' # &.
* # ω1 & -
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – sine sweep
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – sine sweep
sweep lineare
tratto da: dispense del Corso di Fisica Tecnica – Prof. Angelo Farina - http://pcfarina.eng.unipr.it
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – sine sweep
sweep logaritmico
tratto da: dispense del Corso di Fisica Tecnica – Prof. Angelo Farina - http://pcfarina.eng.unipr.it
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – sine sweep
L’idea è:
scegliere un segnale in ingresso tale che nella convoluzione con un opportuno filtro
inverso dia la Delta di Dirac (sweep):
tratto da: dispense del Corso di Fisica Tecnica – Prof. Angelo Farina - http://pcfarina.eng.unipr.it
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – sine sweep
tratto da: dispense del Corso di Fisica Tecnica – Prof. Angelo Farina - http://pcfarina.eng.unipr.it
Acustica degli ambienti chiusi
misura del T 6 0 – sine sweep
o le distorsioni prodotte dalla non linearità del sistema si collocano prima della
risposta all’impulso e possono quindi essere facilmente eliminate come si vede
in figura:
tratto da: dispense del Corso di Fisica Tecnica – Prof. Angelo Farina - http://pcfarina.eng.unipr.it