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Liceo Scientifico G. Berto Laboratorio di fisica- A.S.

2021/2022

Mercatante Pasquale, Karl 4AOSA 01-03-2021

L’ottica: rifrazione, diffrazione e riflessione


Lo scopo della relazione è l’analisi dell’esperienza in laboratorio, relativamente a quanto studiato sull’ottica
geometrica, soffermandoci prettamente sui fenomeni di diffrazione, riflessione e rifrazione.

L’esperimento, come anzidetto, si basa sulla presenza di tre fenomeni dell’ottica geometrica:

 La riflessione avviene quando un raggio di luce incide su una superficie


riflettente: l'angolo di incidenza è uguale all'angolo di riflessione, così come la
lunghezza d’onda λ resta invariata.

 La rifrazione si riferisce invece a fenomeni in cui un raggio di luce, a partire dal


mezzo di propagazione, subisce una deviazione rispetto alla direzione iniziale,
cambiando velocità di propagazione e lunghezza d’onda λ.

 La diffrazione si riferisce infine a fenomeni in cui l’onda incontra un ostacolo con λ simile: un
esempio è, come visto in laboratorio, la luce che attraversa delle fenditure.

Durante l’esperimento sono stati utilizzati diversi strumenti, dove ognuno di essi mostrava una
conseguenza diversa nella propagazione del fascio di fotoni.

Il primo analizzato è un triangolo isoscele, realizzato in plexiglass, dotato di alta rifrazione: nel caso in cui
l’oggetto triangolare abbia formato un angolo acuto (la lunghezza del cateto è di 1 cm), è possibile
osservare i fenomeni della rifrazione e della diffrazione, indice della presenza di una lunghezza d’onda
differente del mezzo utilizzato; nel caso in cui il mezzo sia invece perpendicolare alla propagazione della
luce, il raggio stesso non avrà alcuna modifica nella sua propagazione: è evidente come aumentando
l’angolo di incidenza aumenta anche lo spettro del visibile, che è compreso tra 400 e 700 nm di frequenza.

Il secondo oggetto preso in esame ha un comportamento completamente diverso: si


tratta di un ellissoide, con forma biconvessa, con asse maggiore di 15 cm e asse
minore di 7 cm: il risultato sarà una focale positiva, in quanto si verifica la
convergenza tramite rifrazione dei raggi a partire dal momento in cui il fascio di
fotoni entra a contatto con l’oggetto stesso: dopo una rifrazione, dovuta alla
differenza di λ, i raggi convergeranno in un punto detto fuoco o punto focale,
parallelo all’asse ottico. Avviene poi una diffrazione, con una propagazione del fascio
quasi opposta rispetto alla precedente convergenza, anch’essa dovuta alla leggera
differenza di lunghezza d’onda e velocità di propagazione.

Il terzo elemento utilizzato è una semicirconferenza, definibile lente concava: si nota la riflessione, che per
le caratteristiche dell’oggetto è presente, ma è minima, mentre avviene in modo evidente una rifrazione e
quindi una convergenza, dovuta appunto alla lunghezza d’onda λ differente, che fa sì che i raggi si uniscano
nel punto focale (cambia anche la velocità di propagazione, ma non la frequenza).

Infine, si è analizzato il comportamento della propagazione della luce attraverso una chiusura dotata di
fessure, o fenditure, la cui ampiezza è di 0.3 cm: la diffrazione è il fenomeno principale, poiché i raggi
luminosi deviano dopo aver incontrato l’ostacolo, creando delle strisce luminose oltre la fenditura stessa;
così facendo, i fotoni a contatto con la fenditura vengono leggermente deviati , dando origine alla
diffrazione che fa propagare il fascio in modo meno netto rispetto alla situazione precedente al contatto
con l’ostacolo.

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