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1.

Suono e rumore
Cos il suono? Una risposta potrebbe essere una sensazione percepita dallorecchio, ma la risposta non ci accontenta perch sappiamo che trascuriamo il fatto che a volte il suono pu essere fastidioso e a volte pu essere gradevole. Dunque si pu fare una distinzione preliminare che tenga conto del fatto che, dentro la parola suono, vi deve stare una sorgente, per esempio una corda pizzicata, ed un ricevitore che pu essere un orecchio umano. Se si vuole indagare il suono utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalla fisica, si possono capire ed approfondire alcuni aspetti intorno a questo argomento. Tanto per incominciare conviene dare una definizione in modo da chiarire quale sia il contributo che pu dare la fisica in quanto disciplina cos (apparentemente) distante dalla musica. La fisica studia la natura e cerca di interpretarla, decodificandola in linguaggio matematico. Lo studio di un fenomeno naturale (un fenomeno fisico) porta quasi sempre alla sintesi del fenomeno stesso in una formula matematica. Per giungere a questo risultato, lo sperimentatore utilizza degli strumenti di vario genere, dai pi semplici (fettuccia metrica, cronometro, bilancia... ) ai pi complessi come loscilloscopio. Questo strumento permette di visualizzare certi tipi di segnali che giungono al suo ingresso.
oscilloscopio segnale

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Visualizzazione del segnale in ingresso

Quando si parla di musica si pensa ad un suono strutturato in modo tale che risulti piacevole allorecchio. In ogni caso indispensabile che vi sia una sorgente sonora, per esempio la corda di una chitarra, ed un ricevitore, che pu essere lorecchio che ascolta. Se invece dellorecchio si utilizza un oscilloscopio, ci si rende subito conto che il suono produce una figura complessa. Qui di seguito la figura generata da una corda di chitarra.

Conviene allora partire dallanalisi di un suono molto semplice, come quello che produce un diapason 1 . Questa volta la figura mostrata dalloscilloscopio chiara: unonda che si ripete uguale a se stessa (cosa evidente, tuttavia, anche con la corda di chitarra).
1

Pare che linventore del diapason sia stato John Shore (1662-1752). Per legge di Stato (pubblicazione Gazz. Uffi. N. 109 del 12/05/1989 Art.1) la frequenza fissata a 440 Hz alla temperatura di 20 gradi centigradi.
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Si pu anche notare, inoltre, che maggiore lintensit con cui si percuote il diapason e maggiore lampiezza delle onde.

Cosa succede, invece, se non controlliamo in alcun modo la sorgente? In altri termini, se loscilloscopio libero di ascoltare tutto ci che lo circonda (persone che parlano, automobili in strada che suonano, eccetera) la figura ha una qualche somiglianza con la figura generata dal suono di un diapason?

La risposta no. Non possibile individuare alcuna periodicit e dunque ragionevole attribuire al suono di questo tipo lattributo di rumore.

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2. Onde

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2.1 Un modello fisico-matematico


Lapproccio scientifico al suono ci fornisce alcuni strumenti di indagine veramente utili per capire il mondo che ci circonda. Per esempio, per la fisica, lo studio di un fenomeno complesso pu venire effettuato cercando di semplificarlo analizzando un modello di riferimento. Lidea questa. Se riesco a individuare unanalogia del fenomeno che sto studiando, non unanalogia qualsiasi ma unanalogia di cui conosco molti aspetti, allora posso approfondire e studiare quella per capire meglio il fenomeno fisico in esame. Per esempio: lo studio dei gas del comportamento dei gas stato approfondito e molti aspetti dei gas sono stati chiariti tramite il modello corpuscolare cio pensando al comportamento di un numero molto grande di corpuscoli (simili a biglie rigide) che si muovono in maniera casuale. chiaro, le biglie non sono molecole, ma se si fa lipotesi che le molecole si comportino come le biglie, allora, poich pi facile studiare il moto delle biglie, allora si utilizzano queste per esaminare fenomeni fisici attinenti ai gas. La domanda allora diventa: possiamo invocare un modello per lo studio del suono? Un indizio per la ricerca del modello matematico-fisico ci viene fornito dalla caratteristica principale della forma visualizzata sulloscilloscopio quando esso investito da un suono: la periodicit. In questo senso tutti i fenomeni che sono periodici possono risultare utili. Per esempio un pendolo di data lunghezza pu essere utilizzato per produrre una figura davvero simile a quella vista sulloscilloscopio. Infatti se disponiamo una striscia di carta di lunghezza indefinita sullo sfondo di un pendolo al quale stata applicata una penna che sfiora la carta, su questa rimarr impressa la memoria del movimento oscillatorio del pendolo. Pi facile e migliore come modello il cosiddetto oscillatore armonico costituito da un pesetto fissato allestremo libero di una molla disposta verticalmente. Come per il pendolo ma con la striscia di carta orientata orizzontalmente, si ottiene leffetto voluto. Non ci sono dubbi in merito allattribuzione della parola onda alla figura cos generata. Tuttavia, proprio lutilizzo di una molla, ci suggerisce che, disponendo una molla di una certa lunghezza orizzontalmente, possibile, muovendo un estremo libero trasversalmente, produrre un impulso che, partendo dalla mano, si propaga sulla molla percorrendola tutta.

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Dalla successione di fotografie 2 si nota che limpulso si propaga da destra a sinistra mantenendo la forma iniziale. Fra laltro si osserva che londa (limpulso donda) si muove con una velocit che dipende dal mezzo, che torna indietro capovolta dopo che ha raggiunto laltro estremo e che lampiezza tanto maggiore quanta pi energia viene associato allimpulso. Se ora, invece di generare un solo impulso, ne generiamo tanti con regolarit, lungo tutta la lunghezza dellonda si genera unonda del tutto simile a quelle viste sulloscilloscopio. Chiameremo queste onde stazionarie. possibile associare a tutti i tipi di onde stazionarie grandezze fisiche misurabile stante la loro regolarit ben definita. Dunque si parler di lunghezza donda come della distanza tra due punti equivalenti, per esempio due picchi. Parleremo di periodo T come del tempo necessario affinch si ripresenti un picco donda e parleremo di frequenza f come del numero di onde in una unit di tempo. Se la lunghezza donda si esprime in metri (m) ed il periodo in secondi (s), la frequenza si esprime in hertz (Hz). Inoltre, poich un oggetto che percorre un certo spostamento spaziale in un certo intervallo temporale si dice che viaggia ad una velocit data tra lo spazio ed il tempo, cos, la velocit dellonda data dal rapporto tra la sua lunghezza donda e d il suo periodo ovvero dal prodotto tra la sua lunghezza donda e la sua frequenza. In simboli.

v=

= f

Si noti come la frequenza sia data dalla relazione f = 1 T .

Le foto sono tratte dal PSSC- Zanichelli

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Infine si parla di ampiezza A come della misura della distanza verticale tra un minimo ed un massimo. Adesso si pu approfondire lo studio sulle onde. Per esempio si osserva che londa non trasporta materia, ma energia, informazione.

Se due fronti donda si incontrano provenendo da direzioni opposte, le creste e le gole si sovrappongono seguendo una semplice somma algebrica delle ampiezze (fenomeno della sovrapposizione).

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Quando limpulso colpisce un ostacolo esso viene riflesso capovolto (fenomeno della riflessione).

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Quando un impulso passa da una molla con bassa densit ad una con una densit maggiore, limpulso viene parzialmente trasmesso e parzialmente riflesso ( fenomeno della rifrazione). Le onde fin qui osservate sono state prodotte in una dimensione, cio esse possono propagarsi solo lungo una direzione e da destra a sinistra o viceversa. Vi la possibilit di studiare le onde anche in due dimensioni utilizzando, per scopi didattici, unapparecchiatura che prende il nome il nome di ondoscopio. Con esso, si possono produrre onde a fronte circolare: questa situazione ricorda ci che si ottiene lasciando cadere un sasso verticalmente un sasso sulla superficie dellacqua: cerchi che si propagano in due direzioni.

Oppure si possono produrre onde a fronti paralleli, come quelli che giungono sulla riva del mare.

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possibile osservare il fenomeno della riflessione sia con la prima sia con la seconda configurazione:

Per quanto riguarda la rifrazione, occorre prima individuare la lunghezza donda, per esempio nel caso delle onde piane parallele.

In seguito si fanno viaggiare le onde in due regioni dellondoscopio in cui le profondit dellacqua sono diverse. La profondit variabile simula la densit variabile.

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Si pu osservare che, se langolo di incidenza tra la direzione del moto delle onde e la direzione del limite tra le due profondit di 90, allora la direzione di propagazione nel secondo mezzo non cambia e cambia, invece, la lunghezza donda. Se langolo diverso da 90, allora si osserva anche una variazione nella propagazione dellonda.

Si pu inoltre osservare la sovrapposizione delle onde generate da due fonti indipendenti ma sincronizzate. Il fenomeno che si produce si chiama interferenza e deriva dal fatto che, a causa di cammini diversi percorsi dalle onde prodotte, esse si sovrappongono con una differenza di fase di una lunghezza donda, oppure no.

In aggiunta a questi fenomeni, se ne aggiunge un ultimo, estremamente interessante. La diffrazione, una sorta di aggiramento dellostacolo che effettua londa quando essa investe una fenditura delle dimensione della lunghezza donda incidente.

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2.2 Dal modello al fenomeno


Il linguaggio della fisica la matematica. Tuttavia questaspetto non pu impedirci di descrivere realmente come avviene il fenomeno. Anzi, proprio questo lo scopo della fisica. Dunque, possiamo provare a collegare le osservazioni condotte attorno al suono con il modello dellonda, con unosservazione supplementare: il suono si propaga in un mezzo che pu essere laria come lacqua. Anzi per la precisione il suono (si pu verificare) si propaga solo nei mezzi cio gas, liquidi e solidi. Tutti questi mezzi hanno propriet elastiche ben definite. La molla pu ancora essere daiuto. Infatti, se, una volta disposta la molla orizzontalmente, anzich sollevare trasversalmente un estremo libero per produrre unonda, raggruppiamo un certo numero di spire e poi le lasciamo andare, osserviamo che c comunque unoscillazione, ma questa avviene lungo la direzione in cui londa si propaga.
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Possiamo schematizzare le osservazioni dicendo che in natura i suoni possono essere interpretati come onde che si propagano in un mezzo. Le onde possono essere di due tipi: onde trasversali oscillano in direzione perpendicolari alla direzione di propagazione e onde longitudinali che oscillano, viceversa, nella stessa direzione in cui si propagano. Si pu verificare sperimentalmente che le cose stanno cos e si pu anche verificare che solamente nei solidi possono propagarsi onde trasversali. Quindi, per contrasto, le onde sonore che giungono alle nostre orecchie sono onde longitudinali. Il fenomeno, descritto in maniera un po pi estesa di come abbiamo fatto fino adesso, avviene cos. La corda pizzicata oscilla . Su di essa si generano onde stazionarie. La vibrazione della corda genera compressioni dellaria con una frequenza uguale alla frequenza doscillazione della corda. Quando il suono giunge allorecchio esso genera compressioni sul timpano il quale invia segnali al cervello. In assenza di un mezzo che ne consenta la trasmissione, il suono non giunge a nessun ricevitore anche se la sorgente emette vibrazione. Si pu verificare questa circostanza in un laboratorio che sia fornito di campana a vuoto, cio di una campana di vetro entro la quale sia possibile creare il vuoto. Una volta estratta laria dentro la campana se al suo interno vi si trova una sorgente sonora (per esempio un campanello elettrico) si potr constatare che il rumore non si sente. Troviamo utile utilizzare i concetti fornitici dal modello di onda che abbiamo individuato in precedenza. La frequenza legata al suono, nel senso che tanto essa grande e tanto pi il suono acuto. Per la lunghezza donda vale il viceversa. Tanto pi essa grande e tanto pi il suono sar grave. In acustica la frequenza (o il periodo) viene indicata con la parola altezza Lampiezza, come abbiamo visto, una grandezza fisica associata allenergia trasportata ed conseguenza della forza con cui si pizzica la corda, per esempio. In acustica lampiezza viene indicata con la parola intensit.

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2.2.1 Esercizi
1. Determina la frequenza di unonda che abbia periodo di 0.02 s ed il periodo di unonda che abbia frequenza pari a 100 Hz [R. 50 Hz, 0.01 s] 2. Determina la velocit di traslazione di unonda con =1 m e frequenza f=500 Hz [R. 500 m/s] 3. Se si applica ad una corda un impulso continuo con frequenza f=10 Hz che produce unonda stazionaria che si muove alla velocit di 2 m/s, quale lunghezza donda avr? [R. 0.2 m]. 4. Disegna la forma ed il verso di un impulso che deve annullare nel punto P limpulso che viaggia da destra a sinistra disegnato in figura.

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5. Nel grafico rappresentata unonda che si propaga nella direzione x. La direzione z rappresenta lasse lungo la quale si estende lampiezza dellonda. Rappresentare londa che percepisce il punto P nel tempo.
z 2.0

1.5

1.0

0.5

P
2 4 6 8 10 x

6. Calcola la lunghezza donda di un suono che ha la frequenza di 200 Hz e che si propaga nellalluminio. [R. 25.5 m] (Vedi tabella corrispondente alla velocit nel mezzo). 7. Se si percuote con un martello unestremit di una rotaia (acciaio) il suono si propaga nellaria e attraverso la rotaia, ma con velocit diverse. Se una persona posta ad una distanza di 1000 m, quale sar lintervallo di tempo tra la ricezione dei due suoni? [R. 2.83s-2.86s] 8. Due altoparlanti sono separati da una distanza di 4 m. Essi emettono suoni (in fase) di frequenza f= 221 Hz. Sapendo che la velocit del suono nellaria
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di 343 m/s, determinare se, ponendo un ricevitore alla distanza di 10 m direttamente di fronte ad uno di essi, in quel punto si produrr un tipo di interferenza costruttiva o distruttiva [distruttiva] 9. Una corda di lunghezza pari a 2 m vibra con unarmonica di 220 Hz e con immediatamente superiore di 231 Hz. Determina la frequenza fondamentale e la velocit di propagazione nella corda. [11Hz 44m/s] 10. Due impulsi donda si muovono nella stessa direzione ma con versi opposti. Disegna londa risultante in corrispondenza degli istanti 4, 6, 10, 12. (sullasse orizzontale riportato il tempo).
z 2.0 2 ms 1.5 2 ms

1.0

0.5

11.

10

12

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Velocit del suono nei mezzi a temperatura ambiente


Sostanza Acciaio Acetone Acqua a 298 K Acqua a 273.15 K Afnio Alcool etilico Argento Argo a 298 K Aria a 273 K Allumina Alluminio Ammoniaca a 273.15 K Anidride carbonica Antimonio Argento Azoto Bario Berillio Bismuto Boro Boro Carburo Cadmio Calcio Carbonio grafite Cerio Cloro Cromo Cobalto Disprosio Elio Erbio Ferro Gadolinio Gallio Germanio Glicerina Gomma butilica Granito a 293 K Grasso animale Idrogeno a 273 K
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Velocit del suono (m/s) 5000 - 5900 1570 1430 4000 3000 1200 3600 319 330 9800 5100 415 259 3420 2600 334 1620 12800 1790 16200 11000 2300 3800 18350 2100 206 5940 4720 2720 965 2830 5000 2680 2740 5400 1900 1800 6000 1450 1286

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2.3 Limiti di udibilit


I suoni prodotti, dunque, sono distinguibili per almeno due aspetti: laltezza (cio la frequenza) e lintensit (cio lampiezza, lenergia con cui si percuote, per esempio, un tamburo o si pizzica una corda). Lorecchio umano riesce a percepire suoni le cui frequenze vanno da circa 16 Hz a circa 12000 Hz a cui corrispondono, nellaria, lunghezze donda di circa 21 m e 20 mm. Queste dimensioni sono importanti ai fini della progettazione di strutture adatte ad accogliere, per esempio, le orchestre.

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Lintensit una misura dellenergia trasportata dal suono, energia che, per quando riguarda le onde longitudinali, genera variazioni di pressione nellaria e successivamente sulla membrana del timpano. Generalmente il decibel (dB) lunit di misura che permette di indicare questa caratteristica del suono.

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dB(SPL) Sound Pressure Level 194 180 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 10 0

Sorgente

Limite fisico di pressione sonora (pari a 1 atmosfera) Record Mondiale SPL, Motore di un missile a 30 m Motore Renault F1 2004 (R24) V10, 3000cc, 18000 g/min, 800cv Motore di un jet a 30 m Colpo di fucile a 1 m Soglia del dolore Concerto Rock Motosega a 1 metro Martello pneumatico a 2 m; Discoteca Camion pesante a 1 m Aspirapolvere a 1 m Traffico intenso a 5 m; radio ad alto volume Ufficio rumoroso, radio Ambiente domestico; teatro a 10 m Quartiere abitato di notte Sussurri a 5 m Respiro umano a 3 m Soglia dell'udibile (uomo con udito sano)

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3. La forma donda emessa degli strumenti


Se adesso torniamo ad analizzare il suono emesso da una sorgente controllata, per esempio da una chitarra, utilizzando loscilloscopio, ci rendiamo conto che la figura generata complessa pur essendo periodica. Anzi possiamo fare di meglio e cio confrontare il la emesso da strumenti diversi. Ci accorgeremmo che sono tutti diverso luno dallaltro. La figura periodica corrispondente al suono emesso da uno strumento si chiama timbro. Il timbro una caratteristica intrinseca di ogni strumento. Ci poniamo allora una lecita domanda. possibile descrivere quella figura sfruttando le informazioni che abbiamo acquisito fin qui? La risposta positiva. Dobbiamo tuttavia invocare uninformazione supplementare o, meglio, un teorema matematico noto come teorema di Fourier. Prima per occorre parlare delle onde stazionarie.

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3.1 Le onde stazionarie


Vincolando una corda o una molla di lunghezza L tra due estremi A, B

possibile, generando impulsi con una frequenza fissata, produrre su di essa onde sempre nelle medesime posizioni. Nel seguente esempio, una onda oscilla sopra (cresta in alto chiara) e sotto (ventre in basso scuro) con una certa frequenza.

La lunghezza L contiene mezza lunghezza donda. Dunque la corda pizzicata nel mezzo oscilla tra i nodi A e B. Vale, evidentemente, la relazione = 2L . Questo tipo di oscillazione, il pi semplice possibile, si chiama modo fondamentale o anche prima armonica. Aumentando lenergia di oscillazione associata alla molla o alla corda, tuttavia possibile produrre unonda stazionaria con un numero maggiore di nodi. Il caso appena pi complesso il seguente.
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Unintera lunghezza donda fra gli estremi A e B. La legge = 2L , deve essere modificata in = L , poich nellintera lunghezza della corda vi proprio una lunghezza donda. Questa la seconda armonica. Dunque si pu continuare a cambiare la frequenza in maniera opportuna, ed ottenere via via armoniche superiori. Ecco la terza.

In questultimo caso troviamo una lunghezza donda e mezzo nella lunghezza della corda. In pratica, per andare da unarmonica alla successiva, occorre aggiungere mezza lunghezza donda. Quindi possiamo scrivere una legge generale che lega la lunghezza donda alla lunghezza della corda. Essa 2L n = n dove n il numero di ventri (o di creste) presenti e n la lunghezza donda per larmonica di ordine n. Si pu controllare che anche la relazione v fn = n 2L la quale esprime il legame tra la velocit dellonda in quella corda, la sua lunghezza e la frequenza di oscillazione relativa allarmonica di ordine n. Solitamente le frequenze multiple le une delle altre si chiamano ottave. Quindi, per esempio, se prendiamo come riferimento una coda con una certa lunghezza L che vibra con una frequenza fondamentale pari a 500 Hz, una sua ottava superiore sar corrispondente ad una vibrazione avente una frequenza di 1000 Hz. Dalle formule precedenti, si pu vedere che possibile aumentare la frequenza, anche diminuendo la lunghezza della corda. In particolare, per passare dalla frequenza fondamentale allottava successiva sar sufficiente dimezzare la lunghezza della corda. Se si fissa la corda ad un estremo, anzich a due, si ottiene unonda stazionaria in cui londa, quando giunge al suo estremo libero non si capovolge, ma si inverte di fase quando ripassa per il punto fisso. Si osserva che, a parit di lunghezza, quando un estremo libero
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larmonica fondamentale ha una lunghezza donda pari alla met della lunghezza donda generata nel caso di unonda stazionaria con due estremi fissi.

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Inoltre, poich dove c lestremo libero c sempre un antinodo, si deduce che larmonica successiva contiene tre quarti di lunghezza donda e poi cinque quarti e cos via.

In questo caso, quindi, varr: 4L m = m dove m il numero di nodi ed un numero dispari. Vale naturalmente anche lanaloga formula per la frequenza: v fm = m 4L Questo tipo di fenomenologia si pu ottenere anche con una colonna daria contenuta in un cilindro chiuso da unestremit.

3.2 La risonanza
Quando una sorgente emette un suono, questo, tramite il mezzo nel quale emesso, investe un gran numero di oggetti, i quali sono a loro volta sottoposti alla vibrazione trasportata dal suono. Dunque il suono funge da agente sugli oggetti cos come, per esempio, la mano ha percosso la superficie di un tamburo. Lunica differenza che il suono agisce attivamente solo su quegli oggetti che possono vibrare con quella frequenza. Dunque se si fa suonare un diapason nelle vicinanze di un altro diapason uguale ad esso, questultimo, dopo essere stato investito dallonda sonora emessa dal primo, emetter anchesso con la medesima frequenza. Dunque possibile far suonare un diapason anche senza toccarlo fisicamente. Questo fenomeno noto come risonanza ed implica la vibrazione indotta da una medesima frequenza.
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3.3 Il teorema di Fourier


Nella prima figura mostrato il timbro di un La emesso da un pianoforte (440 Hz tra 0,1000 s e 0,1080 s) e nella seconda figura lo stesso La, cio la stessa frequenza, ma emessa da un violino. Dunque anche se viene emessa la stessa nota, la figura, pur avendo la stessa periodicit, diverso nella forma. Il timbro di un violino non uguale al timbro di un pianoforte. Lorecchio riesce a percepire la differenza.

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possibile interpretare pi in profondit il concetto di timbro, se si utilizza una scoperta matematica effettuata da Jean Baptiste Joseph Fourier nel 1822. Egli dimostr che unonda periodica si pu esprimere come una somma di onde sinusoidali periodiche semplici (come quella prodotta dal diapason) di frequenza diversa. Nella figura seguente sono mostrate due onde sinusoidali aventi le frequenze una il doppio dellaltra.

Nella successiva mostrata la loro somma. Come si vede il risultato ancora unonda che ha una forma diversa rispetto alle singole onde.

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Nella figura successiva stata aggiunta ancora unonda di frequenza diversa, ma con la stessa ampiezza. Queste due onde hanno la stessa frequenza ma forme diverse. Se esse rappresentassero due suoni, diremmo che, sono due suoni aventi la stessa altezza ma timbri diversi.

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4 Lanalisi del suono


4.1 Audacity
Audacity un editor musicale, un software che consente di gestire i suoni digitalizzati, cio caricarli, modificarli, salvarli. un software free e si pu scaricare dal sito http://audacity.sourceforge.net/ . Linterfaccia grafica si presenta come segue.

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Per adesso ci disinteressiamo sul concetto di digitalizzazione del suono, un aspetto di cui ci occuperemo in seguito. Vediamo alcune funzioni basilari. Supponiamo di voler editare un suono campione identificato nel file suono_uno contenuto in una cartella. Laspetto, dopo il caricamento , sar il seguente.

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possibile analizzare il suono agendo su Visualizza-Zoom avanti, oppure sullicona . In questo modo si esalta la risoluzione temporale, cio lasse orizzontale.

Se invece si agisce con lo zoom sulla barra verticale adiacente (da 1,0 a 1,0) si esalta lampiezza del segnale, cio lasse verticale.

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Nel caso in cui il segnale sia periodico possibile determinarne la frequenza. Per farlo sufficiente regolare lasse orizzontale sulla misura di secondi Visualizza Imposta il formato della selezione secondi. Si seleziona col mouse la zona di interesse.

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In basso, sulla barra orizzontale, compariranno le indicazioni relative alla selezione: listante iniziale della selezione, listante finale della selezione e, tra parentesi, lintervallo.

Se, come in questo caso stato selezionato un solo periodo, allora linverso di questo 1 = 48,5Hz . numero la frequenza del suono. Nellesempio la frequenza 0, 020637

4.2 Suoni puri e complessi


Un suono un fenomeno connesso con la vibrazione del mezzo causato da una perturbazione o da una serie di perturbazioni. Questo ci che emerso dai paragrafi precedenti. Vediamo ora di comprendere il significato di questaffermazione effettuando lanalisi dei suoni, tenendo conto che per altezza si intende la frequenza del suono misurata in Hz, per intensit si intende lenergia associata al suono, misurata in Db. In questi termini il seguente segnale sonoro:

Lo cataloghiamo come rumore, in quanto non possibile individuare una periodicit. Viceversa, il successivo un suono. infatti evidente una periodicit.

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A loro volta i suoni possono essere distinti in suoni puri e suoni complessi (come il precedente). I suoni puri sono suoni caratterizzati da una figura semplice, tipicamente una sinusoidale, come la seguente.

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In generale in natura i suoni sono complessi. I suoni puri, detti anche toni, sono prodotti sono artificialmente, come per esempio da un diapason. Va anche detto che in natura non esistono neppure suoni realmente periodici. Ancora una volta sono gli strumenti musicale a produrre suoni con una persistenza di periodicit piuttosto elevata.

4.2.1 Esercizi 3
Es.1.1) possibile determinare laltezza di questo suono?___________ Perch? __________________________________________________________________________ Es 1.2) possibile determinare laltezza di questo suono?___________ Perch? _______________________________________ possibile definire la frequenza? ___________________________ Es. 1.3) Di che tipo di suono si tratta?____________________________ Determina la frequenza ____________ Es. 1.4) Di che tipo di suono si tratta?____________________________ Determina la frequenza ____________ Es. 1.5-1.9) Determina le frequenze dei questi suoni: 1.5__________ 1.6 ____________ 1.7__________ 1.8 _____________ 1.9 ___________ Es. 1.10) Determina le frequenze delle note (tutti do del pianoforte) ____________________________________________________________________ Chiamando Do4 il Do centrale (quello dellintervallo che contiene il La da 440 Hz), Do5 quello successivo, Do3 quello precedente, determina i seguenti rapporti in altezza: Do4 Do4 Do4 Do4 Do4 Do4 Do4 = __ = __ = __ = __ = __ = __ = __ Do3 Do2 Do1 Do5 Do6 Do7 Do8 Es. 1.11) Determina le frequenze delle note che vanno dal Do4 (il primo a sinistra) al Si4 (lultimo a destra) _________________________________________________________________
3

Gli esempi cui si fa riferimento sono i suoni forniti a lezione.

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Determina il rapporto te______________________________

tra

coppie

consecutive

di

no-

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4.3 Il timbro
Si gi detto che due suoni possono risultare avere la stessa frequenza ma ad essi possono corrispondere forme donda diverse. Questo fa s che sia possibile distinguere un la2 di una chitarra:

da un la2 prodotto elettronicamente:

possibile comprendere la forma dellonda affidandosi al teorema di Fouruer gi citato, il quale garantisce che un segnale periodico complesso pu essere ottenuto dalla sovrapposizione di segnali puri. In acustica questo corrisponde al fatto che, per esempio una corda pizzicata, vibra con la sua armonica fondamentale pi una gran numero di armoniche secondarie. Supponiamo una frequenza fondamentale e due sue armoniche successive: 100Hz, 200Hz e 300Hz. possibile rendersi conte delleffetto combinato dato dalla sovrapposizione dei tre suoni, utilizzando Audacity. Lopzione Genera-tono, consente, appunto, di generare un tono puro. Comparir la seguente maschera:

La quale permette di scegliere il tipo di onda, la frequenza, lampiezza e la durata del suono. quindi possibile generare tre toni nella stessa pagina. Poich la maggior parte dellenergia viene emessa in corrispondenza dellarmonica fondamentale, possibile produrre toni, appunto con ampiezze diverse. Se si selezionano le tre sinusoidi e si agisce su ProgettoPagina 25

Mix veloce, alle tre sinusoidi sar sostituita un unica traccia che rappresenta la sovrapposizione delle tre. Si noter che la frequenza della traccia, cio del suono prodotto, sar uguale alla frequenza fondamentale, per questo detta portante.

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5 La digitalizzazione del suono


Il suono recepito in modo continuo, il timpano traduce il suono in sensazione sonora reagendo ad ogni minima variazione della vibrazione dellaria. Pi in generale un trasduttore trasforma il suono in sensazione sonora, cio funge da tramite. Per esempio un altoparlante trasforma una variazione di potenziale in vibrazione continua della membrana di cui esso dotato. Questo tipo di trasformazione del segnale si dice analogica, proprio perch esso viene tradotto punto per punto senza neanche un salto. Questo tipo di gestione del suono non compatibile con la tecnologia informatica. La ragione semplice. Poich la trasformazione del segnale effettuata punto per punto, occorre-

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trasduttore suono suono

rebbe associare un numero per ogni variazione, il che risulterebbe scomodo per non dire impossibile. La soluzione consiste nella digitalizzazione. Questa consiste in un processo tramite il quale il segnale viene spezzettato per essere poi convertito in bit. Il trasduttore un ADC (Analog to Digital Converter) che opera questa trasformazione. trasduttore suono ADC suono computer

LADC effettua un campionamento del segnale con una frequenza fissata. Cio preleva un pezzetto di segnale ogni intervallo di tempo predefinito e gli assegna un valore numerico, in questo modo il segnale viene traformato da continuo a discreto, cio a gradini.

Dunque il campionamento (SR, sample rate) il processo tramite il quale dal segnale vengono prelevati pezzetti ad intervalli regolari di tempo, mentre la quantizzazione il processo tramite il quale ad ogni campione viene assegnato un valore numerico, cio un valore in
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bit. Per esempio pu essere usata una quantizzazione a 16 bit. In questo caso il numero massimo che possibile attribuire ad un gradino 16 bit. La giusta frequenza di campionamento garantita dal teorema di Nyquist (1928), il quale afferma che f campionamento = 2 f suono da digitalizzare . Quindi, se si vuole digitalizzare un suono la cui frequenza 1000 Hz, allora devono essere prelevati campioni di segnale con una frequenza di 2000 Hz. Nella pratica si lavora in senso inverso, poich il suono che si ascolta complesso. Si decide quale deve essere la frequenza di campionamento riferita alla massima frequenza campionabile del suono. Quindi, in riferimento allesempio, si fissa prima la frequenza di 2000 Hz e quindi si campiona il suono, che pu anche essere di frequenza inferiore a 1000 Hz. Le frequenze superiori, cio quelle maggiori di 1000 Hz, vengono filtrate da opportuni software. In pratica il taglio necessario per evitare il cosiddetto aliasing (o foldover) cio un fenomeno connesso con lintroduzione nella digitalizzazione di frequenze inesistenti nel segnale originale. La quantizzazione del segnale non pu essere perfetta. Per quanto la distribuzione di bit sia fine, la trasformazione da analogico a digitale lascia sempre gradini non esprimibili in numeri interi (bit). Questo produce armoniche inesistenti nel segnale ricostruito. La soluzione una correzione chiamata diethering, la quale consiste sostanzialmente nellintroduzione di un rumore bianco alla fonte. Esso casuale e ci consente di agire in maniera efficace su quei valori spuri del segnale generati da una quantizzazione errata.

5.1 La compressione
Supponiamo che si utilizzi un campionamento di 44100 utilizzi una quantizzazione a 16 campioni (44.1 kHz), che si s

bit byte (2 ), che si voglia digitalizzare un suono campione campione per 1 minuto e che si utilizzino due canali (stereo). Allora: 44100 campioni bit 16 60s 2 = 84Mbit = 10Mbye . s campione

Quindi un solo minuto di registrazione implica molto spazio, per non parlare della velocit di trasferimento dellinformazione via internet. Ecco qual lorigine dellesigenza di comprimere il file. In linea di principio si pu pensare che la compressione sia un sistema tramite il quale un simbolo ripetuto tante volte viene scritto una sola volta. Per esempio la successione AAAAAAAAAAA, pu essere scritta come 11A, con grande risparmio di spazio. Esistono molti metodi per comprimere il suono. Uno dei pi noti lo standard MPEG (Motion Picture Coding Experts Group). Questo, nato nel 1992, uno standard che consente di comprimere un segnale sia video sia audio. Per quanto riguarda laudio, esso codificato con un bit-rate di 300 kbps (300000 bit per secondo). La conseguenza che un file di 10 Mbyte trasferito o scaricato in circa 5 minuti.

6 La sintesi digitale del suono


6.1 La musica elettronica
La musica elettronica nasce nel dopoguerra quando lavvento dellelettronica prende piede. Fino agli anni sessanta era praticata da pochi sperimentatori anche per la complessit
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inerente le tecnologie e per i costi elevati. A partire dagli anni ottanta, lutilizzo di computer ha semplificato tutte le procedure portando la musica elettronica alla portata di tutti. La musica colta contemporanea ha avuto molti esponenti che si sono cimentati con la musica elettronica (Luciano Berio, Edgar Varse, John Cage, eccetera). Il computer consente di gestire la sintesi digitale diretta. Tramite lutilizzo di opportuni software, possibile creare suoni e creare musiche.

6.2 CSOUND
CSOUND un software open source, cio il cui codice sorgente aperto e, dunque, modificabile da chiunque. stato realizzato da Barry Vercoe presso il MIT (Masacchusetts Institute of Technology). Nella versione qui utilizzata (Csoun5gui 4 ) , la successione logica rappresentata dalla seguente catena:
file Csound

computer

file audio

scheda audio

amplificatore

casse

Il file Csound composto da due parti che in alcune versioni di Csound sono fisicamente separate, cio due file separati: orchestra e partitura.

6.3 CSOUND (ORCHESTRA)


In questa parte di programma, (o in questo file) vengono impostate tutte le caratteristiche degli strumenti, la vera e propria orchestra. Inoltre vengono impostate anche le caratteristiche comuni a tutti gli strumenti tenendo conto della digitalizzazione del segnale. Dunque lorchestra composta da due parti: header e strumenti. Lo header deve sempre contenere quattro informazioni: sr sample rate (frequenza di campionamento). kr control rate (frequenza di controllo). ksmps rapporto intero fra sr e kr. nchnls numbers of channel (numero di canali,1= mono, 2=stereo). La parte strumenti consente di definire le caratteristiche di tutti gli strumenti che si vuole utilizzare. La modalit deve seguire sempre la seguente logica e sintassi:
instr 1

... ... ...


endin

Lo header e la parte relativa agli strumenti, vanno inseriti tra i TAG <CsInstruments> e </CsInstruments>. buona norma, in fase di programmazione, inserire i commenti. Questi permettono di leggere il contenuto della programmazione anche dopo molto tempo che il file stato usato. I commenti non vengono considerati in fase di compilazione del programma e si inseriscono nelleditor ponendo un punto e virgola allinizio della riga.

http://csound.sourceforge.net/

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Nellesempio si pu vedere che la frequenza di campionamento stata fissata a 44.1 kHz, un solo canale. Lo strumento 1 definito dalla variabile (nome scelto dallutente, deve incominciare con la lettera a) ax1. La parola oscil un codice operativo (opcode) che in questo caso utilizza un oscillatore che lavora con unampiezza di 20000, una frequenza di 540, ed assegnata alla funzione 1 (definita nella partitura). Lopcode out consente di assegnare alla scheda audio il suono associato alla variabile ax1.

6.4 CSOUND (partitura)


La partitura (score) suddivisa in due parti: le funzioni che definiscono le forme donda che si desidera utilizzare e le note le quali vengono definite tramite la funzione e ne viene specificata la durata desecuzione. La funzione definita tramite parametri che ne specificano: listante di creazione della funzione, il numero di punti che vengono utilizzati per creare londa (maggiore il numero migliore la definizione), il tipo di onda e le armoniche di un certo ordine. Per esempio.

stata definita la funzione f1 che viene creata allistante zero 5 (cio appena il programma viene lanciato), costruita utilizzando 4096 punti 6 , viene utilizzata (10) una forma donda riconosciuta come sinusoide (GEN10=sinusoide, GEN02=impulsi, eccetera 7 ). Infine si sceglie la prima armonica (1). Se si aggiungesse un altro uno dopo lultimo, verrebbe generata una sinusoide contenente la sovrapposizione dellarmonica fondamentale e dalla seconda armonica. Utilizzando Audacity si pu controllare ci che avviene. Le note sono definite tramite dei parametri chiamati anche p-parameters. Il primo parametro (p1) specifica quale, degli strumenti creati, deve essere suonato. Il secondo parametro (p2) indica listante in cui lo strumento deve suonare. Il terzo parametro (p3) indica la durata della nota in secondi.

5 6

Se si indicasse 5, al posto di 0, la funzione sarebbe creata cinque secondi dopo il lancio del programma. Il numero di punti va da un minimo 20 ad un massimo di 224. 7 Esistono tabelle di riferimento. Solitamente si usa GEN10.
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In questesempio viene suonato lo strumento i1 appena viene lanciato il programma (0) e per due secondi (2). Si noti che la partitura scritta fra i <TAG>: <CsScore> </CsScore>. Il programma completo il seguente.

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Si pu suonare la nota in tempi diversi

Se si vuole cambiare il timbro durante lesecuzione, occorre cambiare la funzione. Nellesempio seguente, dopo quattro secondi si suona la stessa nota ma con cinque armoniche.

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Le armoniche possono avere pesi diversi.

Se si vuole suonare unaltra nota, prima occorre definire un altro strumento. La nota richiamer quello strumento. Ricordare che il numero della nota corrisponde al numero dello strumento.

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6.5 CSOUND (glissando)


Una volta chiarita la funzione dellopcode oscil per il quale al primo parametro associata lampiezza del suono e al secondo parametro la frequenza, rendendo questultimo valore variabile, si ha la possibilit di creare un glissando, ovverosia un suono che passa con continuit e con la stessa intensit, da una frequenza bassa ad una alta (glissando in crescendo) oppure da una frequenza alta ad una bassa (glissando in calando). Si inserisce per questo scopo una variabile al posto del parametro deputato allo scopo di fissare la frequenza. Questa variabile definita da una variabile di controllo (deve quindi iniziare con la lettera k) ed associata allopcode line che accetta tre parametri: la frequenza iniziale, la durata del passaggio dalla frequenza iniziale alla frequenza finale e la frequenza finale. Qui di seguito nella variabile audio a1 definito uno strumento il quale suona con unampiezza p4 (vedi partitura) e con un glissando (kglis) che va da 220 Hz a 440 Hz in p3 (vedi partitura) secondi.

6.6 CSOUND (inviluppo in ampiezza)


In maniera del tutto analoga a quanto detto nel paragrafo precedente pu essere applicato allampiezza per ottenere una variazione continua di intensit sonora. Nellesempio seguente
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nella variabile audio a1 viene definito uno strumento che emette la frequenza di 220 Hz e che passa da unintensit di 0 ad unintensit di 10000 in un tempo di p3 secondi.

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Si pu anche richiedere una variazione in frequenza (kglis) o in ampiezza (kenv) o entrambi, su uno stesso segmento di retta, cio pi di una variazione. Va precisato che il codice kenv arbitrario. Ci che conta che esso inizi con la lettera k, in questo caso essa viene chiamata variabile di controllo.

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evidente che quando si scrive una partitura pu risultare pi naturale esprimere le note tramite parametri pi facilmente memorizzabili piuttosto che ricordarsi le frequenze associate. Esiste in Csound la possibilit di usufruire di una codifica che viene incontro a questultima esigenza, la codifica nota come octave-point-pitch-class, nella quale il Do centrale del pianoforte (DO3) espresso tramite il numero 8.00 ed ogni nota successiva, quindi ogni semitono successivo, aggiunge un decimale. Quindi il DO3# associato a 8.01, il RE3 a 8.02 e cos via fino al SI a cui si fa corrispondere 8.11. Il DO dellottava successiva associato a 9.00. Listruzione che consente di attuare questa codifica ivariabile=cpscph(codice). Qui di seguito un esempio sullutilizzo di questo opcode il quale viene utilizzando tramite un parametro P5.

possibile codificare anche lampiezza del suono. Listruzione, analogamente, ivariabile=ampdb(codice). Lampiezza codificata in decibel e parte da un valore minimo di 0 dB e arriva ad un massimo di 90 dB. Nel seguente esempio una codifica della frequenza e dellampiezza

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6.7 CSOUND (sintesi additiva) possibile intervenire sul timbro aggiungendo opportunamente armoniche alla funzione. Se per esempio si vuole ottenere unonda triangolare, basta sovrapporre armoniche in modo tale che il peso dellarmonica di ordine n sia 1/n.

f1 0 4096 10 5 3.3 2,5 2 1.6 1.4 1.25 1.1 1 Questo modo di intervenire sul timbro di tipo fisso, ovvero si sommano frequenze aventi tutte le stesse ampiezze Il suono prodotto da uno strumento contraddistinto da un timbro racchiuso in un inviluppo che ha forma entro cui si trova confinata londa del suono e dipende dal fatto che un suono cresce in ampiezza fino ad un valore massimo, per un certo tempo rimane costante ed infine si Decadimento Costanza Estinzione Attacco

va esaurendo. possibile riprodurre un unviluppo sommando armoniche con ampiezze variabili nel tempo come nellesempio seguente. Le variabili di controllo kampiezza definiscono unampezza variabile. Questi valori sono inseriti nella variabile audio a1 alla quale vengono sommate altre variabili che definiscono altre frequenza.

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