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ITALIA

ALFABETO

1606 Girolamo Montesardo – “Nuova inventione d'intavolatura per sonare li


balletti sopra la chitarra spagniuola senza numeri, e note; per mezzo della
quale da sé stesso ogn'uno senza maestro potrà imparare” - Firenze

Probabilmente si tratta della prima apparizione del repertorio per la


chitarra a 5 ordini. Si tratta di tavole di accordi senza melodia, per cui i
brani possono essere suonati sia come soli che come parti ritmiche di
ensemble.
La nuova invenzione probabilmente non è l’alfabeto stesso, in quanto era
già in uso da 20 anno circa, ma la notazione ritmica per gli accordi.
Quest’ultima consiste in una linea orizzontale, sopra e sotto la quale sono
stampate le lettere dell’alfabeto (sia maiuscole che minuscole). Una
lettera sotto indica un accordo da suonare con un colpo verso il basso,
una lettera sopra la linea un colpo verso l’alto. Una lettera maiuscola vale
approssimativamente il doppio di una minuscola, ma non ci sono
indicazioni metriche né linee di battuta, il che rende il tutto di difficile
interpretazione, soprattutto per l’esecutore moderno che non ha
familiarità con le danze e i grounds dell’epoca.

Riguardo all’accordatura, Montesardo dice di accordare il 5° coro ad un’altezza conveniente, poi


accordare gli altri con i conseguenti intervalli, ma non da altezze precise. Per 4° e 5° coro preferisce
l’accordatura ottavata tra i due cori (“cordone” e “canto”), utilizzando quindi un bordone. Da notare che
di solito si usa il termine “con bordone” quando è presente anche l’ottava bassa, come se quella
standard fosse quella interamente rientrante.

1608 Foriano Pico – “Nuova scelta di sonate per la chitarra spagnola” (in realtà la datazione corretta
sembrerebbe essere 1698 o 1628) - Napoli
Sistema di accordi trasponibili, per cui l’accordo H (Si-b maggiore in 1a posizione), con H5 diventa Re
maggiore in 5a posizione: maggiore facilità di memorizzazione e di notazione dei diversi accordi in varie
posizioni. Inoltre, permette al compositore di creare una melodia sulla prima corda utilizzando le diverse
posizioni sul manico.

1620 Giovanni Ambrosio Colonna – “Intavolatura di chitarra alla spagnuola ...” - Milano
Passacaglie I – IV – V in tutte le tonalità (lettere)
“Regola per incordare le Chitarre per sonare di concerto” – 3 tipi di chitarre, con accordature
distanti una quinta tra la più piccola e la più grande, e la media un tono sopra la più grande (es. se la
media è in MI, la più grande è in RE e la più piccola è in LA).
1620 Benedetto Sanseverino – “Intavolatura Facile…” – Milano
Importante per tre motivi: inserisce i simboli metrici, le linee di battuta e insieme alle lettere
dell’alfabeto usa vere e proprie note, con le loro gambette, come nella notazione mensurale.
Accordatura: come Montesardo, parla di bordoni sul 4° e 5° coro, ma inserisce anche una tavola in
cui usa altezze precise. Nel suo caso, la prima corda corrisponde ad un RE, quindi la sua chitarra era
accordata un tono sotto rispetto ad una moderna chitarra classica (escludendo la 6a corda,
ovviamente)

1627 Fabrizio Costanzo – Napoli


Collezioni principalmente per quartetto di chitarre: 30 quartetti, 4 duetti e 16 soli.
I quartetti sono stampati in formato da tavolo, per cui due chitarre sono stampate per ciascun lato
e i 4 chitarristi potevano suonare comodamente seduti nello stesso luogo. Usa chitarre di 4 altezze:
le 3 usate già da G. A. Colonna ed una 4a intermedia tra la media e la più acuta. Usa diverse lettere
per ciascuna chitarra, per cui ogni chitarrista suona gli stessi accordi ma con accordature e posizioni
diverse

1643 Antonio Carbonchi – “Le dodici chitarra…” – Firenze


72 brani, 40 soli mentre i 32 brani cameristici sono scritti per 12 chitarre diverse, una per ogni
semitono cromatico!

1646 Carlo Calvi's publication - “Intavolatura di chitarra e chitarriglia ...” – Bologna


Per “chitarriglia” sembra intendersi uno strumento più piccolo della più grande “chitarra”. Tuttavia,
alcuni manoscritti riportano un’accordatura in MI per tale strumento, il che lo renderebbe
praticamente uguale ad una chitarra di media grandezza. Tale somiglianza è confermata da Calvi,
che ad un certo punto afferma: “Le seguente Suonate possono servire anche per la Chitarriglia, ma
sono veramente per la Chitarra”. Usa anche accordi dissonanti, inseriti nell’ “alfabeto falso”.

Tutti questi libri comprendono uno stesso repertorio fisso di danze e passacaglie in versioni semplici ed
elaborate in varie tonalità. Tuttavia, ogni libro aggiunge sempre qualcosa di nuovo: un dettaglio sulla
tecnica, accordatura, interpretazione, nuovi brani e informazioni sui loro autori. Gli ultimi libri con alfabeti
furono stampati fino al Settecento inoltrato (1737!), il che ci fa capire quanto fossero popolari.
INTAVOLATURA MISTA

Per intavolatura “mista” si intende un tipo di intavolatura che unisce le lettere dell’alfabeto (per gli accordi) e
l’intavolatura per i passaggi di scale e/o contrappuntistici. Questi due stili verranno definiti da Gaspar Sanz nella
seconda metà del ‘600 come lo stile rasgueado e punteado.

ca. 1630 Giovanni Paolo Foscarini – “Il primo, secondo, e terzo libro della chitarra spagnola”
cui si aggiungono un “quarto libro” (ca. 1632) e un “quinto libro” (ca. 1640).
Soprannominato “Il Furioso” o “L’Academico Caliginoso”, ad ogni libro raggiunge un livello
di maturità superiore. È il primo esempio di brani scritti nella nuova intavolatura mista (libro
2o). Contiene passacaglie, follie, capricci in forma libera e una varietà di danze, oltre il
repertorio base di brani basati su ostinato. Usa accordi dissonanti (“alfabeto dissonante”)

1639 Francesco Corbetta – “De gli scherzi armonici” – Bologna (primo libro)
Principalmente alfabeto, 8 brani in intavolatura mista
“Varii capricii per la ghittara spagnuola” – Milano, 1643 (dedicato a Carlo Gonzaga II, duca
di Mantova e Monferrato, forse nella speranza di essere chiamato a corte come musicista e
insegnante).
Soprannominato “Il Capricioso”, membro degli Accademici Erranti di Brescia, anch’egli
come Foscarini fa un uso di accordi dissonanti con armonie inaspettate nelle passacaglie,
seguite da 8 suite formate ciascuna da un almanda, una corrente e una sarabanda. Una di
queste è scritta in scordatura, per cui non sono presenti le lettere dell’alfabeto.
“Varii scherzi di sonate per la chitarra spagnola” (Bruxelles, 1648) – anche qui suite, di cui la
5a è in scordatura (Prelud, Gigue, Passachalo)

Il libro, come uso comune, finisce con delle istruzioni per suonare il basso continuo
1640 Angelo Michele Bartolotti – “Libro primo di chitarra spagnola” – Firenze
Abilità artistica e creatività mai vista in precedenza in un’opera prima: presenta una serie di
passacaglie che finiscono nella tonalità nella quale comincia la successiva

Valdambrini

Giovan Battista Granata

Ludovico Roncalli

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