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STORIA DEL ROCK: L'HARD-ROCK

Definizione del termine hard-rock


L'hard-rock ("rock duro") è un genere al confine tra la musica rock e quella
blues, creato alla fine degli anni 60 in Inghilterra (e parallelamente, anche se in
modo meno programmatico, in America) e caratterizzato da sonorità
aggressive, ottenute con l'esasperazione degli espedienti e degli strumenti del
rhythm and blues americano della prima metà del Novecento e di quello inglese
dei primi anni 60 che a questo si rifaceva. Formalmente l'hard-rock non è
riconducibile al rock perché non si fa esclusivamente con quelli che saranno gli
strumenti canonici del rock (chitarra, basso, batteria), ma a questi si
aggiungono regolarmente strumenti di chiara derivazione blues: armonica a
bocca e pianoforte/tastiere su tutti. L'hard-rock è hard-blues. L'erroneità della
definizione è dovuta a chi non riuscì a comprendere le essenziali e
caratterizzanti differenze tra rhythm and blues, rock n' roll e rock nella storia
della creazione del terzo, a partire dalla negazione-superamento del primo. Gli
anni in cui l'hard-rock troverà maggior consenso e capacità espressiva saranno i
70.
Contenutisticamente l'hard-rock non è altro che la riproposizione assolutamente
priva di originalità, ma in questo capace di rinsaldare la propria identità, dei tre
concetti programmatici della musica popolare americana degli anni 50: sesso,
droga e rock n'roll (d'altra parte è risaputo che sesso, droga e musica eccitano
le medesime zone cerebrali: evidentemente l'hard-rock ha un potere maggiore
per i cervelli più semplici o meno educati ad altra musica). Anzi, è possibile dire
che saranno tre decenni di hard-rock a fornire all'immaginario collettivo, nella
rilettura di un passato mitologicamente rivissuto, gli standard che avrebbero
caratterizzato gli anni 50 americani.
L'hard-rock è il credo musicale ed esistenziale del guerriero-proletario, che nello
scenario della metropoli industriale rivive i più rozzi, magniloquenti e superficiali
sentimenti ereditati dal più deteriore romanticismo, che con questi stessi aveva
interpretato tutta la storia passata dell'uomo e quella di volta in volta presente
dell'individuo.
L'hard-rock non è né blues (troppo hard) né metal (troppo blues): per questa
sua mediocrità ed immediatezza (nonché prevedibilità), sonora e tematica,
diverrà il più popolare dei generi della musica di consumo, pari solo al pop
stilisticamente inteso, ovvero alla canzone di musica leggera più tradizionale.
Per l'individuo medio la musica leggera (o "popolare" in contrapposizione a
"classica") apparirà dunque nella pressoché esclusiva dicotomia pop/hard-rock.
La "ballata" (spesso acustica), presente in ogni album hard-rock che si rispetti e
impregnata della tematica più melensa e strappalacrime di una qualche
sventura intercorsa tra l'amante e l'amata (lui lascia lei o lei lascia lui, ma il
ricordo rimarrà per sempre), è la reverenza che l'hard-rock (che si
auto-interpreta come musica per maschi) fa al pop (visto come musica per
femmine), con cui va di pari passo; ovvero con cui dialoga: come la ballata
scritta dall'hard-rocker per la propria Lei e che lei dovrà ascoltare.
Maschilista, patriarcale, incolto, feticista, privo di qualsiasi orizzonte che non sia
il ballo e l'orgasmo, l'hard-rock è l'unico sottogenere rock a bandire
programmaticamente la donna dalla sua interpretazione. In trent'anni di
hard-rock non si può in modo rilevante citare un solo gruppo di donne e
neanche una singola cantante in grado di avere una qualche partecipazione di
una minima importanza al genere. Questo non significa che la donna possa
praticare solo il pop: singole musiciste e gruppi di sole donne sono stati

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fondamentali sia per il punk sia per il metal, due generi di gran lunga più
violenti, estremi e potenti dell'hard-rock. La motivazione va trovata nei
contenuti di questo stile: questo stile è la forma canora o espressiva dell'operaio
o dello scaricatore di porto che vuole possedere carnalmente, magari per una
sola notte e magari più brutalmente e bestialmente possibile, una donna i cui
unici valori siano gambe lunghe e sinuose, fondoschiena alto e seno prosperoso.
Un hard-rock al femminile sarebbe una contraddizione in termini: ancora, non
perché vi sia una qualche differenza tra l'attrazione sessuale di un uomo per
una donna o di una donna per un uomo, né perché gli effetti di alcol e droghe
siano diversi per i sessi anziché per gli individui, ma perché lo stile rock in
questione nacque e, storicamente, si mantenne nell'unica direzione uomo-donna
e non viceversa.
Mentre la lunghezza media di un brano rock-classic (alla Velvet Underground
o Creedence Clearwater Revival) può dirsi di 3-4 minuti, quella di un brano
hard-rock si inquadra nei 5-6. È come se con la sua imponenza il brano
hard-rock incorporasse e dosasse a piacere ma con standard ricorrenti un brano
rock lento (o meglio un blues d'inizio Novecento) e un brano di rock sostenuto
(o meglio rock n'roll anni 50). È opportuno intendere anche metaforicamente il
perché della lunghezza di un brano: come i brani punk e ancor più hard-core
durano pochissimo (1-2 minuti) per la legge morale del "Live fast, die young",
così quelli hard-rock durano tantissimo per palesare la lunghezza ideale di vita
dell'hard-rocker il quale vuole avere una vita impervia, sregolata (per
divertimento) ma lunga (ogni forma di apprezzamento del godimento denuncia
un attaccamento al vivere). Il rock sta in mezzo tra il punk e l'hard-rock:
diciamo 20 anni, 40 e 60. Per il metal il discorso è più complesso e dipende
dalle sue sotto-categorie.
Contrariamente a molti gruppi metal e soprattutto punk, la maggior parte delle
formazioni hard-rock, come di quelle pop, hanno vita lunga e lunghissima. Gli
album hard-rock e pop inoltre, contrariamente a quelli metal e punk, non sono
concepiti in modo livellato o democratico, cioè globalmente o
complessivamente, bensì come raccolta di più o meno numerosi singoli da
vendere alle chart. Ciò è una causa indiretta del fatto oggettivo per cui vi sono
ottimi o pessimi album metal o punk, contro di regola mediocri hard-rock o pop.
Mentre un classico hard-rock o pop, abituato com'è a concentrare la sua
attenzione sulla "canzone", riserverà pressoché sempre in un album un brano
decente, può capitare che classici metal o punk facciano album totalmente
insulsi. Perché i primi hanno il parametro della mediocrità, i secondi del
massimo e del minimo.
Non vi è forse nessun classico hard-rock (e pop) con all'attivo uno o due album
fondamentali e poi gli altri così qualitativamente imparagonabili da dimenticare.
Viceversa, moltissimi classici metal e punk lo sono diventati per un solo album.
Ancora: i gruppi hard-rock e pop non hanno una fondamentale evoluzione, né
involuzione: rimangono re del loro limbo; quelli metal e punk hanno (se non si
sciolgono prima) sistematicamente una evoluzione che (purtroppo) si traduce
spesso in involuzione (cioè non si rivelano capaci di scrivere buone canzoni
"soft"). Per pop e hard-rock è opportuno parlare di gruppi classici e non di
album; cosa da rifuggire massimamente per il punk e il metal. Infatti riguardo ai
primi si tratta di un discorso quantitativo, ai secondi qualitativo.

Storia e sociologia dell'hard-rock


Per tutta la prima metà del XX secolo la musica popolare sarà riformata e
sconvolta quasi esclusivamente dalla popolazione nera degli Stati Uniti
meridionali: il rhythm and blues nacque verso la metà degli anni 40 in California
dall'influsso del jazz (sorto a inizio '900) e della musica gospel (canti evangelici
popolari ottocenteschi), basandosi sulle strutture armoniche dei blues (forma di
canto popolare caratterizzata da ritmo lento e argomento malinconico nata tra
la fine dell'800 e l'inizio del '900 ). Tale genere di musica popolare si diffuse
rapidamente negli Stati Uniti, rimanendo per definizione la "musica dei neri",
finché non verrà da questi stessi tradotto per l'uso e consumo dei bianchi: ecco
il rock n' roll americano degli anni 50.
In Inghilterra negli anni 50, all'infuori del folk e della canzone "leggera" (poi,
anche per l'influsso dell'ermeneutica artistica di Andy Warhol, definita "pop", ma
che allora si identificava con la canzone pop-olare tout court), non c'era niente.
A Londra (eccezion fatta per il jazz) solo all'inizio degli anni 60, mentre gruppi
vocalici come i Beatles continuavano a fossilizzare le masse nel mezzo secolo di
musica popolare europea appena passato (che poi altro non era che la più o
meno attualizzazione della canzone europea tradizionale presente da secoli), fu

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presa in considerazione l'idea di appropriarsi del rivoluzionario patrimonio


musicale afro-americano.
Rolling Stones, Animals, Kinks, Yardbirds, Them, Who, mentre in America
dopo la sfuriata elettrica del rock n' roll si indugiava nel blues-folk acustico del
Greenwich Village di New York dove Dylan iniziava a farla da padrone, quasi
saltando i rockeggianti anni 50, si riallacciarono al rhythm and blues americano
dei 40 o interpretarono con le forme di questi i primi.
Il 1964 è l'anno del debutto discografico dei principali gruppi rhythm and blues
inglesi che proponevano loro interpretazioni (cover) del grande patrimonio
afro-americano. Avendo ognuno di questi seminali gruppi una personalità
abbastanza ben delineata, è possibile, a posteriori, vedere in nuce nelle loro
prove quelli che poi saranno alcuni degli esiti compiuti del rock (del quale
l'America, assieme alla chitarra elettrica, si riapproprierà la maternità dal 67 in
poi). Dalle roboanti sezioni ritmiche di Kinks e Who prenderà le mosse il
garage-rock prima e il punk dopo; sugli assoli quasi in free-form di Eric Clapton,
Jimmy Page e Jeff Beck (chitarristi degli Yardbirds) si baseranno i tanti
guitar-virtuoso dell'hard-rock anni 70 e non solo (la chitarra elettrica e il suo
granitico riff con relativo assolo è l'essenza stessa dell'hard-rock). I Rolling
Stones, tuttavia, hanno proposto il rhythm and blues più segnatamente
ispiratore dell'hard-rock (che può definirsi anche come quel genere nato
dall'esasperazione, banalizzazione, volgarizzazione della musica, degli
atteggiamenti e della visione del mondo dei Rolling Stones, vera stante
l'identità Rolling Stones-rhythm and blues).
Intanto i Cream (di cui Clapton era entrato a far parte) avevano operato la
prima traslazione dal rhythm and blues ad "altro", quell'"altro" che di lì a poco si
sarebbe chiamato hard-rock: i londinesi Cream stabilirono, primi nella storia
della musica popolare, la poi classica formazione a tre (chitarra, basso, batteria:
al canto uno dei tre strumentisti o un quarto elemento specificatamente
addetto), allungarono la durata della canzone rhythm and blues (da 2-3 minuti
a 4-5 o più), iniziarono a scrivere sistematicamente canzoni di proprio pugno,
rallentarono, diluendolo, il ritmo dei brani, concedendo così a ogni singolo
strumento il proprio spazio di evidenza (il famoso assolo), spazio in cui
primeggerà la chitarra (radicalmente blues) di Clapton; il canto si alzò di tono
ricercando qua e là l'acuto (saranno tutte peculiarità dell'hard-rock).
Nel 1966 a Londra esce "Fresh Cream"; in America: oltre ai primi singoli di
Hendrix, "Blonde On Blonde" di Dylan, "Freak Out" di Zappa, "The
Psychedelic Sound Of" dei 13th Floor Elevators, "Pet Sounds" dei Beach
Boys, "Fifth Domension" dei Byrds, l'omonimo dei Buffalo Springfield.
Ebbene, nessuno di questi album potrà dirsi fondamentale per l'hard-rock, ma
nell'insieme i lavori sia inglesi sia americani andranno a costituire una
sedimentazione a partire dalla quale, di lì a poco, l'hard-rock troverà la propria
forma.
Con lo scandire dell'undicesimo (in quattro anni) album dei Rolling Stones,
dopo gli atteggiamenti tutto sesso, droga e rock n' roll di Jagger, dopo
l'equazione uomo-chitarra impersonificata da Richards, nel 1968 a Hertford in
Inghilterra, i Deep Purple di Ritchie Blackmore compirono per la prima volta
(con l'album "Shades of Deep Purple") il passaggio dal rhythm and blues
all'hard rock. Nel 1967 a New York i Velvet Underground avevano
istituzionalizzato la forma, l'arte e i contenuti della canzone rock; a Los Angeles
i Jefferson Airplane avevano portato a maturazione l'acid-rock; a Londra i
Pink Floyd dettavano le leggi del rock-psichedelico; mentre Hendrix portava
alla estreme conseguenze tecnico-formali (e quasi esclusivamente sul lato
"chitarristico") il rhythm and blues.
L'hard-rock si configura come una musica violenta, pesante, essenziale e gretta.
Molto più lenta del rock n' roll, molto meno percussiva del rhythm and blues,
guadagna in potenza ciò che perde in velocità e ossessività. La chitarra è più
che mai lo strumento protagonista e da essa l'attenzione è distolta solo per il
falsetto del cantante che (adottando e semplificando inasprendoli espedienti
soul e rhythm and blues) diventa l'altro polo d'attenzione per un pubblico
richiamato in manifestazioni dal vivo in luoghi molto più grandi dei tradizionali
club; poi, qua e là, un assolo di batteria o basso. Il rhythm and blues è negato
nei limiti in cui se ne alterano tempi, cadenze e timbriche; presente invece nel
permanere di quella fusione godereccia e deflagrante col tutto così caratteristica
del blues.
I temi sono quelli del rock n' roll prima e dei Rolling Stones poi: donne e sesso
su tutto. I Rolling Stones, in particolare, sono fondamentali per quell'approccio
alla musica e alla vita "negativo", "ribelle" nel senso più fine a se stesso del
termine, balordo, teppistico, provocatorio, edonistico. Anche per il genere che i

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Rolling Stones praticavano (e che mai sarà l'hard-rock), questi risultavano


tuttavia molto più eleganti e affascinanti nell'esecuzione di brani con contenuti
magari identici a quelli che poi saranno canonici per l'hard-rock. L'hard-rock
predica non il male di vivere, ma il vivere male: perché così, a suo dire, c'è più
gusto. La frangia di consensi che una musica predicante non l'autodistruzione
ma il piacere fisico e l'edonismo come supremo valore, il divertimento, lo sballo,
il menefreghismo di tutto tranne che del riempimento della propria pancia,
troverà sarà enorme (sopratutto tra le persone meno istruite). L'hard-rock è un
continuo dedicarsi alla superficialità, all'apparenza; più che al simbolico, al
fanatico o feticistico. Dio, che di solito non viene negato, serve come garante
dell'esistenza di un qualcuno del quale esser perennemente e incoscientemente
figliol prodighi.
L'hard-rock è la negazione del pensiero non in quanto tale ma in quanto cultura:
basta non studiare, non applicarsi, non lavorare, non durare fatica, basta
ballare, avere amici, essere al centro della moda, fare sesso industrialmente,
per essere a posto e sentirsi al centro di un mondo che definire da cartoni
animati è prenderlo fin troppo seriamente. In trent'anni, l'hard-rock non si
discosterà da questi principi; definendosi anzi in tanto in quanto rispettoso di
questi. L'hard-rock è la musica per credenti, credenti nel bene (identificato col
godere), nella doverosità di raggiungerlo e di calpestare tutto ciò che si
interpone tra noi e questo raggiungimento.
L'hard-rock è la musica che esprime lo spirito né dell'adolescente né del
giovane, ma del diciottenne che ha appena ottenuto l'auto e non vede l'ora di
sfracellarsi in un muro senza farsi male e per solo gusto di divertimento o
tendenza. L'hard-rock è la musica del gioco e si tradisce quando in modo
inevitabilmente impacciato e incredibile si prende sul serio. Priva di qualsiasi
contenuto, di qualsiasi profondità, di qualsiasi capacità interpretativa o
problematica, confinata in una mediocrità piano-forte, antitesi di punk e metal
(che anzi si definiscono proprio per negare, su opposti fronti, l'hard-rock),
l'hard-rock rappresenta (un'ottava più in alto) la cultura e i valori del pop meno
alternativo: o, all'interno della stessa famiglia (eminentemente pop), l'asse
maschile e patrileneare.
L'hard-rock è l'unica musica riuscita nell'esaltazione programmatica della fisicità
e delle prestazioni fisiche. Muscoli, organi sessuali e sensuali, capelli: tutto deve
essere forte, grosso, evidente. L'unica ragione è quella dei ragazzi, intesi come
giovani e come maschi; se il resto (la società, la natura, le donne) non
corrisponde o non dà ragione ai ragazzi, va distrutto, ignorato.
Morte, ricordo, politica, lavoro, amicizia, droga: tutti temi toccati (e roteanti
immancabilmente intorno al perno rappresentato dal sesso), ma nel modo più
ingenuo, superficiale ed esteriore possibile: come orpelli o diversivo tra un
orgasmo e l'altro; come professori, più o meno noiosi, che devono esserci per
accogliere tutto ciò che non rientra nelle mire del rocker ossimoricamente mito e
celebrità a se stesso.
Troppo spesso si è definito l'hard-rock (oltre che il rock) più per via negativa
che positiva: cioè dicendo più cosa non è anziché cosa è; se un brano non può
considerarsi né punk né metal né progressive né nessun altro dei sottogeneri
del rock, allora è hard-rock. In questo modo le canzoni più tese e violente di
tanti musicisti hanno finito per essere intese come hard-rock: ecco quindi un
Neil Young hard-rock, un Bruce Springsteen hard-rock, un Frank Zappa
hard-rock, una Patti Smith hard-rock ecc. Sul fronte opposto, quando un
gruppo metal o punk scende a sonorità più mediocri o meno estreme, viene
riportato all'hard-rock, termine usato per Motorhead, Manowar, Cheap Trick
e tanti altri. Senza voler entrare nel merito del caso specifico, è evidente che
per come si è venuto qui definendo il termine hard-rock tali esempi non sono
pertinenti né formalmente riportabili al puro hard-rock, inteso come stile di
musica e vita interpretato fondamentalmente da gruppi di giovani ribelli
invaghiti del mito del sesso e dello stile-di-tendenza (la loro), con capelli lunghi
e vestiti eccentrici, spesso di pelle e comunque rozzi. Gruppi con formazione a
quattro o a cinque (spesso con l'aggiunta di un tastierista), dove chitarrista e
cantante dialogano in una continua simulazione (con tanto di gemiti vocali e
slide chitarristici) dell'eccitazione sessuale.
Per una parte consistente della popolazione mondiale under-40 trovare un
sostegno al fatto che centro dell'universo può dirsi l'organo sessuale femminile,
e massima aspirazione e realizzazione l'ottenimento di questo corredato da una
cornice di macchine sportive e festini di vario genere, si è rivelato un
calamitante e rassicurante sfogo esistenziale. In questo, il miraggio del lusso e
dei soldi, tanto più infantile quanto contrastante con abiti e look spesso
trasandati, chiarisce come una religione che promette il paradiso con la sola

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soddisfazione materiale possa avere un numero di seguaci forse ineguagliato. In


più, astutamente, e forse anche un po' coscienziosamente, l'hard-rocker non si
lascia sfuggire il momento programmaticamente struggente e di riflessione, il
momento che vorrebbe sembrare serio e profondo quando il più delle volte
riesce melenso e insignificante: la ballata d'amore. Milioni di dischi hard-rock
saranno acquistati per le loro ballate (e quasi tutti i gruppi hard-rock celebri lo
diverranno per queste), con il talora pressoché totale disinteresse del resto.
Nello stesso anno dell'esordio dei Deep Purple (il famoso '68 di cui l'hard-rock
non rappresentò certo la colonna sonora), in Inghilterra uno degli ex-chitarristi
degli Yardbirds, Jeff Beck, dette (proseguendo ed estremizzando in chiave
hard il discorso già iniziato col gruppo di partenza) alla luce l'album "Truth",
fondamentale (soprattutto come scuola tecnica, oltre che di riff, cioè di
composizione) per tutti i chitarristi hard-rock avvenire. Parallelamente, in
California, a San Francisco, i Blue Cheer dettero il primo album hard-rock
americano: "Vincebus Eruptum"; ma furono, in America, almeno per il
momento, un caso abbastanza isolato; inoltre le loro sonorità influenzeranno
piuttosto i futuri garage-rock e metal anziché l'hard-rock strettamente inteso.
Il 1969 è l'anno del boom dell'hard-rock (anche se a livello di popolarità
mediatica si dovrà aspettare almeno la stagione successiva) che vede anche il
suo primo frazionarsi: in Inghilterra i Led Zeppelin con l'omonimo debutto
segnano tutto quello che sarà il loro successivo percorso (fruttuoso, nel loro
genere, fino al settimo album del 1976): fusion di blues e folk caricati di una
durezza e asprezza che con le ricorsive cadute in piano e lento rende questi
tanto più enfatici ed evidenti. Sebbene Plant con il suo falsetto eccessivo e
assordante, orgasmico e appassionato, segni il passo per le successive e più
magniloquenti ugole hard-rock; sebbene Page (che aveva lasciato per formare i
Led Zeppelin gli Yardbirds, così scioltisi) sia fondamentale per insegnare il
blues ai futuri chitarristi hard-rock, tuttavia, proprio per questo, i Led Zeppelin
rimarranno eccessivamente relegati al marchio di fabbrica Yardbirds tanto da
poter essere considerati hard-rock solo a tratti.
I Deep Purple, piuttosto, inventarono l'hard-rock in quanto si affrancarono a
priori dai modi blues e con la chitarra di Blackmore offrirono il primo esempio di
chitarrismo hard-rock (lontano da Clapton, Page e Beck, pur usando talora gli
espedienti di tutti loro): riff grezzi e possenti, ruvidi, ben delineati, granitici:
proprio il contrario della suadenza (anche ad alti volumi, come quelli di Page) e
dell'effetto-liquido del rhythm and blues. Non osannare, come regolarmente e
incondizionatamente viene fatto, i Led Zeppelin, non significa essere contro di
loro; nel contesto di una storia dell'hard-rock significa semplicemente e
oggettivamente che il gruppo in questione non è stato fondamentale per il
genere come altri (vedi Deep Purple); a prescindere dalla qualità dei brani, chi
stima i Led Zeppelin deve essere consapevole di apprezzare più il folk-blues
che l'hard-rock, perché quello (sebbene in modo più o meno esagitato) i Led
Zeppelin facevano; proprio quello che invece i Deep Purple (aprendo così la
strada alla rivoluzionaria temperie metal) cercavano di non fare o di superare
con l'esacerbazione della potenza e della semplicità di riff e accordi, con la
violenza del suono fino a toccare il rumore fine a se stesso.
L'America nello stesso '69 cercò di recuperare il tempo perduto. I Santana, con
l'omonimo debutto (e con l'omonimo guitar-hero), si offrirono (pur provenendo
da San Francisco) come i cantori di un'ideale America Latina, dai toni fin troppo
sensuali e compiaciuti, pur, nel loro genere, originali essendo pressoché gli unici
a trattare le atmosfere languide, decadenti delle ex-colonie spagnole e
portoghesi in campo hard-rock (come venti anni dopo lo saranno i Sepultura in
quello metal). In trent'anni di carriera i Santana (poi Santana e basta) dopo
l'immediato successo iniziale (il secondo e più famoso album, del 1970,
"Abraxas" contiene i loro maggiori successi) sforneranno, tra vertiginosi alti
(come gli inaspettati, pur se telecomandati, recentissimi) e bassi (come tutti gli
anni 80), un'interminabile sequela di album, dimostrando tuttavia sempre di
non saper scrivere canzoni, anche se di poterne interpretare egregiamente di
già scritte (una su tutte: "Black Magic Woman", la porteranno alla celebrità nel
modo più sublime).
Sempre nel '69 gli Mc5 da Detroit si presentarono come un qualcosa che non si
era mai visto prima: troppo violenti, troppo arrabbiati, troppo eccessivi. Il live
"Kick Out The Jams" (con il capolavoro psichedelico "Starship") consacra il
loro hard-rock precursore di garage e punk e per questo eresia all'interno del
genere (nessuno, vista anche la particolarità delle performance, li seguirà in
toto pur seguendoli quasi tutti su particolari aspetti). Nella stessa città, Alice
Cooper dava avvio con "Pretties For You" alla sua saga-glam tanto melodica
quanto violenta e nichilista. Si trattava della prima applicazione di tecniche

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hard-rock per esprimere altro da quello che il genere avrebbe imposto.


L'hard-rock diventa un mezzo e non un fine negli innumerevoli album di Cooper
(attivo ancor oggi ma seminale con le sue prime otto realizzazioni, anni
1969-1975). L'hard-rock esprime con uno stabile sottofondo satirico,
cabarettistico e demodé (scherzando col fuoco o ridendo con accanto la morte)
le alienazioni e contraddizioni più lancinanti e importanti dell'individuo che vive
nella metropoli industriale.
Con gli anni 70, l'hard-rock diviene adulto e dà tutto ciò che è in grado di dare. I
Deep Purple, forti di un nuovo cantante, Ian Gillan, che detterà le leggi per
tutti coloro che vorranno dedicarsi al genere, sfoderano le pietre miliari del
genere ("In Rock", "Fireball", "Machine Head"), raggiungendo, grazie a una
sezione ritmica formidabile, quasi i limiti dell'heavy-metal. Intanto, tutta una
serie di altri gruppi si dedicano a interpretare originalmente il pentagramma
hard-rock.
Nel 1970 esordiscono i texani ZZ Top ("ZZ Top first album"), che si servono
dell'hard-rock per cantare al mondo le perversioni e stranezze possibili o
immaginabili in una terra corrosa dal deserto, dall'aridità e dal caldo. In
Inghilterra nello stesso anno l'hard-rock da una parte si avvicina a inflazionarsi
con epigoni del genere troppo fini a se stessi, come gli Uriah Heep (e
l'omonimo disco d'esordio), dall'altra si rinnova incredibilmente e forse come
mai più gli accadrà con i Black Sabbath e la loro prima pubblicazione, vero e
proprio ponte tra il passato mondo hard-rock e il futuro metal, nonché fulmine a
ciel sereno di perversione, negatività, satanismo, misantropia, tenebrosità come
nessuno aveva mai fatto prima e pochi, con la medesima efficacia, riusciranno a
far dopo. Inoltre il canto di Osbourne e la chitarra "doom" di Iommi (basandosi
nei loro migliori risultati sulla lentezza e pesantezza, anziché sulla velocità e
acutezza, con un processo che esaspera il medesimo già operato a sua volta
dall'hard-rock classico nei confronti del rhythm and blue e del rock n' roll) sono
quasi l'antitesi pur "dall'interno" dell'hard-rock.
Come era nata la leggenda dello scontro Beatles-Rolling Stones, ora nasce
quella della rivalità Led Zeppelin-Black Sabbath (i Deep Purple, per
completare la imponente triade inglese, tra il grande pubblico erano visti come
un compromesso tra i due). In realtà, come tra i primi così tra i secondi non
c'era quasi nulla in comune (si contraddistinguevano anzi per una reciproca
inconciliabilità quale quella male-bene, bianco-nero), eccezion fatta la celebrità:
come i Beatles, così i Led Zeppelin persistevano in un mondo già
artisticamente defunto (la canzone popolare i primi, il blues-folk i secondi);
come i Rolling Stones, così i Black Sabbath interpretavano o annunciavano
grandi e assolute novità (il rhythm and blues i primi il metal i secondi).
Notando la singolarità (logicamente deducibile però, vista la facile fruibilità da
parte del pubblico di tale musica per di più abbastanza facilmente realizzabile
nonché quasi sempre uguale a se stessa o al massimo variazione sui medesimi
e pochi temi) del fatto che pochi sotto-generi rock siano stati longevi come
l'hard-rock e come, forse di conseguenza, la maggior parte dei gruppi
hard-rock, specie i classici, abbiano avuto un'esistenza lunghissima, certi quanto
quella del rock stesso, si giunge al 1971. Esordiscono in Inghilterra con gli
omonimi albums Budgie e U.F.O.. I primi tanto misconosciuti quanto di
superba qualità daranno vita ad una saga che li vedrà protagonisti in almeno
cinque album (1971-1975) forti, con canzoni che dovrebbero essere
memorabili, di un hard-rock roboante quanto il garage-rock e preludente
l'heavy metal (difatti metal+punk) anche nella sua dimensione più epica e
fantastica. I secondi (tecnicamente molto influenzati dai compatrioti Yardbirds)
prenderanno dal progressive-rock (oltre che le struggenti e ridondanti melodie)
la mania di avere per soggetto gli spazi stellari e le immaginose, enigmatiche e
infantili storie che questi possono evocare.
A testimonianza del diffondersi planetario del gusto hard-rock, a Dublino
esordiscono (sempre nel 1971) i Thin Lizzy con hard-folk-blues tanto
trascinanti e moderni (su tutte spicca la lezione di Hendrix) quanto legati alle
origini più remote e sentite della propria terra (si veda il loro riarrangiamento
dello splendido e bohemienne brano tradizionale che li renderà celebri:
"Whiskey in the jar") di cui, assieme a Van Morrison, costituiscono i primi
portabandiera musicali.
Nel 1972 in America gli Elf del cantante-prodigio Ronnie James Dio e i Blue
Oyster Cult - i primi abbastanza mediocremente, i secondi con una eccellenza
che consentirà loro di sfornare capolavori sino al 1988 - ripartono dalle inquiete
fantasie di U.F.O. e Alice Cooper per un'originale interpretazione degli stilemi
hard-rock. I Blue Oyster Cult, in particolare, offrono un tono cupo, dark e
occulto precedentemente sentito solo nei Black Sabbath, sposandolo con

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arrangiamenti (soprattutto per merito delle tastiere) stranianti e metafisici, in


un continuo richiamo al conflitto onirico-reale, in quella terra di nessuno che è
l'inconscio, più che individuale addirittura "sociale", dei bassifondi della
metropoli moderna.
Sempre nel 1972, gli Scorpions dalla Germania (dei loro due chitarristi, i
fratelli Shenker, uno, Michael, militerà anche negli U.F.O.) si presentano come
la prima hard-rock band dell'Europa continentale, contribuendo a far dilagare il
genere (nel corso della loro lunghissima storia alterneranno prove estreme, al
limite dell'heavy-metal, a prove quasi del tutto acustiche o decisamente pop,
quelle, da "Still loving you" a "Wind of change", che tutto il mondo conosce).
Col 1973 si presentano al mondo due delle più celebri formazioni hard-rock di
sempre: una americana e l'altra inglese, una ortodossa fino all'ossimoro e l'altra
pronta a perdersi nei generi più disparati, una influenzata da Rolling Stones e
Led Zeppelin, l'altra dal glam e dal progressive, una scabra e primitiva e l'altra
programmaticamente sinfonica, una perennemente dal vivo e l'altra quasi
perennemente in studio: gli Aerosmith e i Queen, limiti e pregi dei quali sono
pressoché quelli dell'hard-rock tutto. Non è che Aerosmith e Queen facciano
musica poco originale e ingenua, spesso ridondante e fine a se stessa, talora
meschina e troppo palesemente commercializzabile: il fatto è che l'hard-rock è
questo ("It's only rock n' roll" direbbero i Rolling Stones).
Nel 1974 in Inghilterra è la volta di Judas Priest che, con "Rocka Rolla", prima
di diventare (nel 1976) tra i pochi, veri, fondatori del metal anni 80,
ripropongono gli stilemi dell'hard-rock più di scuola (dimostrando cionondimeno
come il metal sia più una negazione o superamento dell'hard-rock anziché un
suo naturale continuum) e dei Bad Company (del cantante del gruppo
blues-revival per eccellenza: i Free), che tra Cream (blues) e Yardbirds
(guitar-virtuoso) presentano uno degli hard-rock più "English" in circolazione.
In America (da New York) i Kiss, facendo punto e a capo da dove era giunto
Alice Cooper, enfatizzano la dimensione più ludica e glam di questi da un lato e
riducono quella più intrinsecamente tragica e maledetta dall'altro: tra il 1974 e il
1978 (10 album in 5 anni), regaleranno classici a ripetizione (da "I Was Made
For Lovin' You" in poi), incarnando un fiero spirito (e suono) rock n' roll,
enfatizzato in pirotecnici spettacoli dal vivo che li hanno fatti tra i maestri
dell'"arena-rock". I Kiss hanno l'edonismo, l'esuberanza, la rozzezza,
l'ignoranza e la pletorica degli Aerosmith, con l'aggiunta di un retrogusto
d'amaro, di fantasioso e di mefistofelico (di Black Sabbath insomma) ignaro ai
primi. Le maschere e i look da travestimento di cui (con Alice Cooper tra i pochi
in ciò) si servono nascondono una tragica ironia.
Un posto a sé nella storia dell'hard-rock dal '74 in poi (data del loro debutto) se
lo costruiscono (anche geograficamente) i canadesi Rush: ispirandosi a U.F.O. e
Blue Oyster Cult, fondono hard-rock e progressive, ricreando atmosfere
eteree, cosmiche e apocalittiche; sempre però con una classe aliena
all'hard-rock di consumo. Episodicamente (come nel capolavoro del 1976
"2112") raggiungono una potenza tale di suono da farli considerare a pieno
titolo i padri di una certa fronda (la "progressiva" appunto) dell'heavy-metal.
Con una formazione a tre più unica che rara nella temperie hard-rock, i
componenti dei Rush vantano una competenza tecnica conservatoriale e
classica; in particolare, la voce del cantante sembra quella di un bambino
capace di raggiungere le vette timbriche di Plant o Gillan.
A metà anni 70 l'hard-rock inizia a tirare la corda, in una chiusura su se stesso
che (non fosse intervenuta la rivoluzione metal) rischiava di strozzarlo per
eccessiva sterilità. Tuttavia, proprio in quel '75 se non ovviano completamente
alla crisi, almeno portano una vitale ondata di freschezza due fenomeni. Il primo
è quello del "guitar-hero". Basandosi essenzialmente sull'esempio di Jeff Beck,
chitarristi iper-tecnici si prendono tutta l'attenzione dei riflettori, che
normalmente dovevano spartire con proporzioni anche maggiori del cinquanta
per cento con i cantanti, e si lanciano in esibizioni (preferibilmente dal vivo)
dove ritorna il concetto free-form del rock acido e psichedelico, anche se in
funzione più di "ammirazione" che di fusione orgiastica e orgasmica. Da Detroit,
Ted Nudgent, con il suo omonimo debutto, dà il via al movimento.
Come magia, e siamo arrivati alla seconda novità del '75, dall'Australia (ecco
che l'hard-rock è giunto davvero a coprire tutto il mondo...) irrompono quattro
giovanissimi e sbandati "rhythm and blues-men". Gli AC/DC con "High Voltage"
rifondano l'hard-rock ripartendo direttamente da zero: dal rhythm and blues più
elementare e primitivo degli Animals, iniettandolo di potenti riff garage-rock o
rock n' roll, ossessivamente ripetuti in brani costruiti su quattro accordi e retti
dal rapporto orgasmico tra le chitarre-slide di Angus e Malcolm Young e la voce
ruvida, da shouter nero (tipo James Brown) di Bon Scott. Così eccessivamente

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primitivi, scabri e minimalisti, gli AC/DC, da sembrare all'inizio quasi uno


scherzo: in 20 anni di carriera non faranno altro che riproporre gli stessi temi
(quelli dell'hard-rock più banale, sesso, droga, anche se con un atteggiamento
da bullo di periferia e nichilistico-autodistruttivo quasi punk, antitetico cioè
all'hard-rock) e con gli stessi espedienti (un rhythm and blues delle caverne).
Diverranno, tuttavia, celeberrimi presso il pubblico e anticiperanno il look punk
con le loro pose da balordi irrecuperabili e autocompiaciuti e allo stesso tempo
infantili e trasandatissimi (i fratelli Young si presentavano con pantaloncini corti
coprenti appena le cosce, giacca e cravatta, come per manifestare, anche
nell'abbigliamento, il rozzo e maleducato anti-estetismo programmatico e
compiaciuto del proprio sound (Bon Scott, la prima illustre vittima
dell'hard-rock, morì soffocato dal proprio vomito in seguito a un'ubriacatura nel
1980). Inoltre, almeno nell'immaginario collettivo, la rumorosità del loro suono
sarà antesignano di certe forme di metal. Gli AC/DC, il gruppo più importante
per l'hard-rock dopo i Deep Purple (di cui idealmente si pongono come
progenitori stilistici, non facendo, in una estrema ricerca di semplicità e
ancestralità sonora, nemmeno uso delle sfruttatissime, dagli altri gruppi,
tastiere) dimostrano che cosa significa hard-rock e lo fanno eseguendo
(fondamentalmente) garage-blues primigenio. Dimostrazione che l'hard-rock più
ortodosso è un sottogenere del rhythm and blues, piuttosto che del rock (non si
dica a questo punto che i Led Zeppelin sono i più hard-rock di tutti perché
costoro fanno a molte riprese vero e proprio folk-blues...).
Nel 1975 esce anche il primo album di quello che doveva essere il gruppo
hard-rock più importante di tutti (con Dio alla voce e Blackmore alla chitarra):
ma il "Ritchie Blackmore's Rainbow" avvia la saga di un combo, i Rainbow, che
finirà per rinnegare l'hard-rock in favore di un genere molto diverso che da lì a
qualche tempo (negli anni 80) verrà delineandosi senza più remore o àncore
come metal.
La crisi dell'hard-rock, ritardata ma non annullata nel '75, esplode l'anno dopo,
anche se il pubblico e la critica la interpretano come l'apoteosi del genere. Nel
'76 esce infatti l'omonimo album (dall'omonima città) dei Boston: una sequela
raccapricciante di luoghi comuni, riff sentiti e risentiti, melensaggini decennali,
ballate delle più sciocche, testi dei più stupidi e insulsi; il tutto coronato da uno
smalto commerciale impressionante quanto sfacciato. Sembra di sentire i Deep
Purple versione per femminucce scimunite, frivole e grettissime; oppure siamo
a metà tra Queen e Aerosmith, con il peggio del peggio di entrambi. Ai ciechi
maniaci del genere questa summa del retorico più retorico dell'hard-rock
sembrerà forse un capolavoro (e in un certo senso lo è: in quello che di meno
artistico od originale non si può fare: ma neanche di più calligraficamente
debitore della storia); in realtà, se non fosse stato per la studiata radiofonicità di
brani come "More Than A Feeling", anziché da milioni di acquirenti questo lavoro
non sarebbe stato preso in considerazione più di chi andasse in giro a dire
(vantandosene per di più) di aver inventato l'acqua calda. Nel medesimo anno
le Runaways sul versante più garage e heavy, le Heart su quello più folk e
sentimentale dimostrano che o l'hard-rock è al maschile o non è, propriamente,
hard-rock.
Nel 1977, l'anno del punk, la soap-opera sinfonica di Steinman e Meat Loaf
(dal Texas), "But Out Of Hell", appare come il porto sicuro (ma di noia) per tutti
coloro che non hanno accolto il verbo punk. Una sapiente e calcolata
enciclopedia di hard-rock e cabaret anni 50, sia nei contenuti (la vita di sesso e
melodrammatica e rozza meditazione dell'hard-rocker) che nelle forme, che
ostenta un'ingenuità così messa in mostra da denunciare uno sfondo, per
quanto a suo modo e per quanto nascosto dentro una imponente architettura
orchestrale, decadente e malinconico. Come tutti i progetti fatti a tavolino, che
con più o meno onestà sono calibrati per divulgare alle masse le ormai ovvietà
collaudate dei fenomeni culturali, raggiungerà decine di milioni di persone.
Nel 1978, con la crisi del genere e con l'imminente capitolazione (almeno per il
momento) degli Aerosmith, dalla California i Van Halen gettano nuova
benzina su di un fuoco quasi soffocato: ripercorrono e riaffermano tutte le
arci-note verità del genere, ma lo fanno con sincerità e convinzione, tanto da
spopolare in tutto il mondo. Ancora un chitarrista e un cantante tecnicissimi, e
rhythm and blues e sex-symbol, ancora riff immediati e coinvolgenti e "classici"
(i migliori della loro carriera in "Ain't Talking' 'Bout Love"), ancora un esplicito
omaggio alla tradizione (vedi la cover dai Kinks del manifesto del lontanissimo
'64 "You Really Got Me"), ancora irriducibili richiami al sesso e alla droga,
ancora il momento "romantico" (l'hit "Jump" da "1984"). La chitarra
velocissima, classica (nei riff) e innovativa (nell'esecuzione e nella tecnica, con
un continuo confronto con Hendrix) allo stesso tempo, di Edward Van Halen,

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sarà per il pubblico la più celebre in campo hard-rock, assieme a quelle di Page,
Blackmore, Perry e Slash (di gran lunga il più scarso del lotto).
Sulla stessa linea dei Van Halen, ma con un tono meno sincero e più vegliardo
(e anche più lento, più blues, più pomposo e meno divertente), i Whitesnake
di David Coverdale (ex-cantante dei Deep Purple del periodo post-Gillan, dal
'74 al '77).
Un primo bilancio dopo dieci anni di esistenza dell'hard-rock (1968-1978)
dimostra come a livello ideologico e sociale sia questo stato un movimento
squisitamente ludico e al di là di tutte le problematiche riguardanti in senso
pregnante sia l'individuo che la società. Prova ne è l'indifferenza che l'hard-rock
riserverà al punk: la verità potrebbe addirittura essere che il punk, il movimento
"esistenziale" per eccellenza, sia sorto come reazione alla ingenuità,
all'infantilismo, all'epicureismo, al maschilismo, al borghesismo dell'hard-rock e
dell'individuo medio da esso rappresentato.
I testi hard-rock non dicono niente, niente che non sia di quanto più ovvio,
scontato, pletorico, abusato, si possa immaginare. E questo non perché chi li
scrive sia necessariamente uno stupido: bensì perché la comunicazione di un
messaggio particolare, significativo, pregnante, non pertiene al genere in
questione, che vuole soltanto soddisfare l'aspetto sensuale e voluttuoso e non
quello interiore e problematico della persona. Mentre il motto dell'hard-rock è
"Let's Go!", quello del punk (e dell'heavy-metal) è "No!".
Nel 1979 si affaccia con un hard-rock abbastanza scontato ma una potenza e
foga una spanna sopra tutti gli altri il secondo importante gruppo tedesco: gli
Accept. Nella loro carriera fatta di ottime e articolate (nonché violentissime)
composizioni, giungeranno (nel 1982) a inventare il power-metal. Gli Accept
costituiscono, pur nel rispetto dell'ortodossia hard-rock, un caso abbastanza
singolare di perfetto bilanciamento tra rock e metal, impatto e armonia,
semplicità e profondità. Il grande pubblico (specie europeo) li ignorerà quasi
totalmente.
Lo scoccare degli anni 80 segnò anche per l'hard-rock uno spartiacque. Come
accade sempre per ogni cambio di decade, nell'inevitabile continuità, ci sono
comunque cambiamenti di gusto, fruizione e ideologia che fanno vittime illustri,
condannate a scomparire o a rinnovarsi per tornare successivamente o con la
prossima moda più gloriose di prima (d'altra parte non è che il 1980 fu l'anno
dell'apocalisse; già i tre anni precedenti avevano portato grandi cambiamenti:
furono quest'ultimi casomai a essere avvertiti in ritardo da chi ne pagò le
conseguenze). Deep Purple, Led Zeppelin, Santana e Aerosmith, da tempo
in crisi, dichiarano ufficialmente bancarotta; Alice Cooper e Queen cambiano
genere: il primo con il dark e il synth-pop fallirà commercialmente e
artisticamente, i secondi con la dance e la world music continueranno a
vendere, mantenendosi, artisticamente, nella stessa ambiguità limbica che li ha
sempre contraddistinti.
Teoricamente, con gli anni 80 e con l'avvento del metal, l'hard-rock sarebbe
dovuto scomparire; tuttavia le frange di pubblico stregate da ingenue e teatrali
composizioni strutturate secondo i binomi piano-forte, veloce-lento,
elettrico-acustico, erano e rimarranno le prevalenti, come sempre accade alle
vie di mezzo, compromessi di né carne né pesce.
Oggettivamente presente la nuovissima scala di tonalità del metal, l'hard-rock
(e il "suono" di tutti i sottogeneri rock) se ne servirà ora per aumentare la
propria intensità media di suono, ora per abbassarla, allargando il diaframma
tra piano e forte sia all'interno di composizioni del medesimo gruppo, sia tra
composizioni di gruppi più pop e gruppi più heavy. Uno sfondo oscuro e
artificiale condirà poi il tutto, come è d'obbligo per il periodo in questione,
impregnato di dark fin nelle barbe.
Nel 1980 esordisce in Inghilterra (con "On Through The Night") uno dei meno
originali, più mediocri e tuttavia o proprio per questo più celebri e straricchi
gruppi hard-rock: i Def Leppard. Negli anni, tra ballate strappalacrime e assoli
chitarristici struggenti, con vocalizzi retrò e costipati, passeranno le decine di
milioni di copie vendute di dischi, consolidando (se ce ne fosse mai stato
bisogno) la figura dell'hard-rocker (il macho iper-dotato, alla moda perché
demodé, ostentatamente maledetto e tanto incolto e ignorante in assoluto
quanto poeta e artista per la povera gente) già inflazionata nel decennio
precedente da Aerosmith e Van Halen. A onor del vero, va detto che i Def
Leppard aggiunsero di nuovo a questo standard la "dimensione anni Ottanta" e
riaffermarono lo stesso con una sincerità d'intenti e convinzioni che li accomuna
ai "maestri" americani appena citati. Potrebbe essere anche un estremo
demerito: non solo questi ragazzi facevano, dicevano, pensavano, credevano le
stesse cose fritte e rifritte da tempo immemorabile, ma lo facevano anche con

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l'ingenuità e sincerità della prima volta. D'altro canto può anche trattarsi che
l'hard-rock esprima una verità così universale (quella dell'operaio-galeotto, del
rozzo-romantico, del drogato-epicureo) che nel suo ripercussivo riaffermarsi non
fa che sostenere, così, la vita in generale. Eccettuati i Def Leppard, per tutti gli
anni 80 l'Inghilterra sarà sterile di hard-rocker.
Nello stesso 1980, le Girlschool (con "Demolition") in Inghilterra ripercorrono i
fasti delle Runaways, mentre a New York i Plasmatics della strega-punk
nonché unica, vera donna-metal Wendy Williams, si meritano un posto a parte
nella storia per un metal-garage dai contenuti esistenzialisti, nichilisti e
irriducibili del punk. I Plasmatics negano, amaramente deridendolo, l'hard-rock
dall'interno dello stesso.
Nel 1981 (con "Too Fast For Love") a Los Angeles i Motley Crue riscrivono le
leggi del genere. Impersonificano e interpretano tutti gli stilemi e i suoni
dell'hard-rock, ma lo fanno con un piglio decisamente estremo (sia sul piano che
sul forte) e negativo-punk, alieno al genere. In Inghilterra (che non si libererà
mai dal blues) ciò sarebbe stato impossibile. Per la prima volta i pezzi sono
esplicitamente offensivi contro tutto e tutti, non più maschilisti, ma misogini e
misantropi. Vengono eseguiti, in pratica, da quattro fotomodelli depravati e
ingestibili che fanno della provocazione e dell'oltraggio un mestiere: questi sono
inoltre ottimi strumentisti e compositori; almeno fino al 1989 pubblicheranno
brani su brani tanto violenti quanto epidermicamente trascinanti. È hard-rock
puro, quello dei Motley Crue: musica semplice, senza pretese se non il
divertimento e lo svago, senza altri scopi nella vita che il sesso, l'alcol e la vita
balorda: ma per una volta è musica eseguita senza sentimenti melensi
(nonostante certe ballate), senza annoiare, senza avere precedenti immediati e
lasciando da parte il blues: è rock n' roll (vero). Venderanno (soprattutto in
America) milioni di dischi.
Nel 1982 vengono a battesimo (con "Under The Blade") i newyorkesi Twisted
Sister, tra glam, metal e hard-rock. Fra i più originali (e divertenti) del genere,
ora auto-ironici, ora disperati, ora Black Sabbath, ora Jerry Lee Lewis, daranno
il capolavoro "Stay Ungry" (1984).
Nel 1983 i floridiani Savatage (con "Sirens"), tra riff speed-metal e sciorinate
pop, daranno avvio a una lunga carriera tutta romanticismo tanto terra terra
quanto sincero e a loro congeniale, culminante nella rock-opera "Streets"
(1991), per complessità, qualità di singoli brani, per la catarsi, ingenua
commozione, eticità che esprime, nel genere ineguagliata. Gli W.A.S.P. (dell'ex
batterista dei New York Dolls, ora al basso e alla voce, Blackie Lawless),
invece, sulle orme dei Motley Crue e dei Plasmatics giungeranno, a forza di
pessimismo, nichilismo, sadismo, alla negazione del genere: il loro primo titolo è
"Animal (Fuck Like A Beast)". Per avere un'idea dell'impatto di questo gruppo, si
consideri che Marilyn Manson ne è un ideale discendente.
Il 1984 vede l'astro nascente Bon Jovi, alfiere, dal New Jersey, dell'hard-rock
più adolescenziale, romantico, sensuale e femminile: sulla scia di Aerosmith e
Def Leppard (soprattutto), il gruppo spopolerà con le sue ballate più di tanti
gruppi pop. Innegabile gli è comunque una capacità per la composizione di
forme-canzoni molto tradizionali e molto americane, richiamanti le geometrie
squadrate e i toni "operai" (nonché la "bassa-cultura") di Bruce Springsteen.
Nella seconda metà degli anni 80, sul fronte hard-rock si avranno tre fenomeni,
che denunciano tutti la fine del genere: l'hard-rock "alternativo" (e
programmaticamente "crossover") rappresentato dai Faith No More (o almeno
alcuni lavori di) che esordiscono nel 1985 e dai Jane's Addiction ("Nothing
Shocking", 1988: con il capolavoro edipico e post-moderno insieme "Ted, Just
Admit It ."); l'hard-rock "fallimentare", rappresentato da gruppi kitsch non in
grado, pur provandoci, di passare per alternativi: è il caso dell'inascoltabile glam
dei Poison e del funk fine a se stesso degli Extreme (mentre i Bad English si
meritano la palma di più grande pop-metal-band di tutti i tempi: ovvero di
peggior gruppo di sempre, almeno nel panorama hard-rock); l'hard-rock
"d'ultima stagione", dovuto solo alla caparbietà e alla rabbia esplosiva
dell'ultimo mito hard-rock e l'ultimo complesso in grado di interpretare non
goffamente e non sterilmente, il genere: i losangeliani Guns n' Roses (che
ripartono dove l'hard-rock si era fermato: prima del punk e del metal, e lo
riportano nel post-punk e post-metal).
A inizio anni 90 risuscitano (sull'onda della negazione dell'"anni-80 sound")
vecchie mummie come gli Aerosmith, che ripropongono alle numerosissime e
profumatamente paganti nuove leve la loro unica bibbia anni 70. I Pearl Jam di
"Ten" (1991) sono una questione sui generis, invece, in quanto prima di passare
al grunge (componenti del quale avevano già contribuito a inventare) fanno un
album che è programmaticamente una fuga negli anni 70 (dominati

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dall'hard-rock) e in particolare un omaggio quasi continuo al Neil Young


elettrico.
Dopo trent'anni arriva (proficuamente, benché a livello mondiale il rock in
queste stagioni sia già ampiamente morto) anche in Italia l'hard-rock: danno
una summa di hard-rock mediterraneo i Litfiba del live "Colpo Di Coda" (1994),
offrendo, tra l'altro i migliori (o meno peggiori) testi hard-rock che si siano mai
sentiti. Una struggente, adolescenziale, atmosferica poeticità, gravida di suoni
tanto solari quanto potenti e immediati.

Tommaso Franci

Discografia hard-rock consigliata


La seguente griglia è concepita nel rispetto dei dettami del presente lavoro che crede nell'erroneità di individuare album
hard-rock fondamentali, essendo questo, assieme al pop, l'unico sotto-genere rock (ed eccolo il retaggio del rock n' roll da
un parte e della canzone di musica leggera tradizionale dall'altra: il rock vero e proprio sarà invece negazione di tutto ciò in
quanto consacrazione dell'opera-album), che si basi più sulle canzoni singole che sull'insieme dell'opera. E canzoni di un
livello approssimativamente ragguagliabile i classici del genere le hanno fatte pressoché per tutta la loro carriera. Da qui la
scelta di indicare l'album di debutto di ogni gruppo corredato dalla datazione dell'arco di tempo in cui il gruppo in questione
è stato attivo. Risulterà in modo più evidente l'influsso "quantitativo" dei classici sugli altri, assieme alla loro importanza
storica collegata alla precocità della loro opera. (L'unica eccezione è rappresentata dai Litfiba che, in quanto italiani, fanno
parte della storia del rock, musica anglofona, solo in senso lato: inoltre nella prima parte della loro carriera suonavano
dark-new-wave).

Album Artista Anno Periodo Paese Motivazione


d'attività
Rolling Stones Rolling Stones 1964 1963-. Inghilterra (Londra) L'influsso
sull'hard-rock del
gruppo non-rock più
importante per la
storia del rock
Shades Of Deep Deep Purple 1968 1968-. Inghilterra (Hertford) 1° album hard-rock
Purple
Truth Jeff Beck 1968 1968-. Inghilterra 1° album
guitar-virtuoso
Vincebus Blue Cheer 1968 1967-1972 America (San 1° album hard-rock
Eruptum Francisco) americano
I Led Zeppelin 1969 1968-80 Inghilterra (Londra) Folk-blues
influenzante
generazioni di
hard-rocker
Santana Santana 1969 1966-. America (San Uso di espedienti
Francisco) hard-rock per
contenuti non propri
del genere come la
dimensione
latino-americana
Pretties For You Alice Cooper 1969 1969-. America (Detroit) Hard-rock
"tematizzato" e
usato come
strumento per
contenuti
autodistruttivi e
autoironici
Black Sabbath Black Sabbath 1970 1969-. Inghilterra Negazione
(Birmingham) dell'hard-rock
dall'interno: basi
tematiche del metal
Budgie Budgie 1971 1968-82 Inghilterra (Cardiff) Massimo esempio di
hard-rock/
proto-metal
Lonesome Crow Scorpions 1972 1969-. Germania (Hannover) 1° esempio di
hard-rock europeo
continentale
Blue Oyster Cult Blue Oyster 1972 1967-. America (Long Island) L'hard-rock più
Cult sperimentale e
atmosferico di
semrpe
Aerosmith Aerosmith 1973 1970-. America (Boston) Punto fermo per
l'istituzionalizzazione
dell'hard-rock
Kiss Kiss 1974 1973-. America (New York) Il rock n' roll come
mezzo al
post-hard-rock
High Voltage AC/DC 1975 1973-. Australia (Sydney) Rifondazione
dell'hard-rock

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Van Halen Van Halen 1978 1974-. America (Pasadena) Consolidamento dei
dettami hard-rock
con rinnovamento di
tecniche
chitarristiche
Too Fast For Motley Crue 1981 1981-. America (Los Angeles) L'opera più
Love rappresentativa
dell'hard-rock
sintetizzando la
componente
"ottimista" e
"pessimista" del
genere
Under The Blade Twisted Sister 1982 1973-87 America (New York) Un pugno di brani
formidabili tra
satanismo (metal) e
circo (rock n' roll)
Appetite For Guns N'Roses 1987 1985-. America (Los Angeles) Terza ed ultima
Destruction rifondazione del
genere
Nothing Jane's 1988 1984-91 America (Los Angeles) Il più consapevole e
Shocking Addiction sperimentale
post-hard-rock
Colpo di Coda Litfiba 1994 1980-. Italia (Firenze) Miglior esempio di
hard-rock
mediterraneo

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