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“TOR VERGATA”
Parte prima 3
Parte seconda 7
Parte terza 9
Il modernismo
2
PARTE PRIMA
L’Inghilterra diventa presto uno stato potente ed un importante punto di riferimento per
la società europea.
1534: Scisma Anglicano (separazione dalla Chiesa di Roma da parte di Enrico VIII Tudor).
nazione.
Il re diventa sia Capo dello Stato che Capo della Chiesa Inglese.
Edmund Spenser nella Fairie Queene esalterà la regina Elisabetta come fosse una dea.
1553-1558: sale al trono Maria, sorella di Elisabetta I, nota come Bloody Mary (Maria la
Sanguinaria).
L’Inghilterra perde Calais, la sua ultima postazione in Francia, a causa di un suo tragico
errore (1558).
Figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena, considerata un’usurpatrice dai cattolici (che non
accettano il matrimonio dei suoi genitori) conquista invece il cuore dei suoi sudditi.
Tenta di conciliare le esigenze sia dei protestanti che dei cattolici; ha il culto del celibato e
La divisione tra la Chiesa di Roma e quella d’Inghilterra influenza tutto il teatro. Ed è per
3
questo che la maggior parte dei testi elisabettiani presenta villains (personaggi negativi) di
(papisti).
Gli anni dal 1590 al 1615 sono quelli della maggior fioritura del teatro elisabettiano.
William Shakespeare scrive tra il 1592/3 e il 1611 (nasce nel 1564 e muore nel 1616). Nel
Elisabetta muore senza eredi e con lei termina la dinastia Tudor. Inizia un periodo di
enorme crisi.
Giacomo I Stuart è scozzese. La monarchia inglese di tipo costituzionale (nata al tempo dei
Di conseguenza si creano una serie di scontri tra sovrano e Parlamento che condurranno in
Nascono una serie di contrasti con il Parlamento (che spesso non viene convocato), dovuti
Il partito dei Puritani (il più vicino alla nascente borghesia) assume un’importanza
fondamentale.
A questo punto il potere è in mano ai Puritani, al capo dei quali è Oliver Cromwell.
Nel 1642 i Puritani impongono la chiusura dei teatri, accusati di istigazione al peccato e di
immoralità. Il teatro sopravvive solo in forma di rappresentazioni nelle case dei nobili ed
in forme miste con musica e canto. Quindi il grande teatro elisabettiano (quello di
Tra il 1649 e il 1658 c’è l’unica repubblica che la storia inglese ricordi, quella cioè
capeggiata da Oliver Cromwell. Cromwell, a sua volta, non è d’accordo con le decisioni
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del Parlamento, lo scioglie e diventa una sorta di dittatore (Lord Protettore). Muore nel
1658 lasciando il potere nelle mani del figlio che, rivelatosi incapace di gestire le redini del
Nel 1660, Carlo II Stuart (figlio di Carlo I), aiutato dalla monarchia francese (la Francia l’ha
Nel 1660 riaprono anche i teatri. Carlo II importa dalla Francia alcune modifiche per
quanto riguarda la loro struttura (teatro con quinte, sipario e scenografia), la composizione
del pubblico (solo aristocratici ed alta borghesia), il contatto meno diretto tra attori e
della società contemporanea e la vita elegante della corte. Dryden (grande autore e critico
neoclassico che scrive intorno al 1680) afferma che nel teatro viene importata la
conversazione elegante della corte e che Shakespeare, Fletcher ed altri autori elisabettiani
non sono raffinati come alcuni autori della Restaurazione perché non hanno il beneficio di
questa.
1685: sale al trono Giacomo II, presto inviso al popolo inglese (in prevalenza anglicano),
malincuore. Giacomo ha due figlie femmine: Maria ed Anna. Al momento della nascita
è la seconda rivoluzione inglese) e tra il 1688 e il 1689 pretende l’ascesa al trono di Maria
(la figlia maggiore di Giacomo) sposata con Guglielmo III d’Orange. Salgono al trono in
maniera congiunta Maria II e Guglielmo. Nel 1689 i due sottoscrivono il Bill of Rights, atto
in cui si dichiara che nessun rappresentante della dinastia Stuart possa più salire al trono.
Quindi si conclude la vicenda Stuart nella storia della corona inglese. In Inghilterra (già
dal 1400 monarchia costituzionale), cresce l’importanza del Parlamento. Alla morte di
Guglielmo d’Orange (1702) e di Maria, sale al trono la sorella di Maria, Anne. Nel 1707
5
Anne crea l’unione tra la Corona di Scozia e la Corona di Inghilterra. In seguito (dopo il
regno di Anne) e tranne che nel caso della regina Vittoria, la figura del sovrano cessa di
essere fondamentale e viene messa in ombra dai primi ministri e dai ministri degli esteri
Nel ‘700, aumenta l’importanza del Parlamento e nascono i partiti: Tory (conservatore) e
Whig (liberale). I Tories rappresentano l’aristocrazia e l’alta borghesia e gli Whigs la media
borghesia cittadina.
(Labour Party) mentre il partito conservatore rimarrà tale. Il successore di Anne sarà
quest’ultimo. Giorgio I e Giorgio II di Hannover non godono della simpatia del popolo,
progressivo distacco tra la Corona ed il popolo). Giorgio III invece si dimostra attento alle
Nel 1776 scoppia la Guerra di Indipendenza Americana e nel 1783 le colonie americane
indubbiamente una sconfitta per il regno di Giorgio III. A Giorgio III succederà Giorgio
IV.
favorevole, poi nel momento in cui diviene violenta la cultura inglese decide di rinnegarla.
6
PARTE SECONDA
Nei primi decenni del ‘700 si afferma la classe borghese che diviene la più influente
fine del ‘500. Dal ‘600 in poi l’aristocrazia inizia a perdere il potere economico. Gli ‘uomini
nuovi’ (cioè coloro che basano la propria fortuna non sulla proprietà di terre e sui latifondi
ma sul commercio e sui possedimenti coloniali) sono sempre più ricchi ed influenti.
Quindi nel ‘600 la borghesia è già una forza considerevole ma è a partire dai primi anni del
Il novel (il genere letterario che più chiaramente esprime la classe borghese in piena
ascesa) nasce proprio in questo periodo. Anche per quanto riguarda la Rivoluzione
all’Impero) e in parte da varie problematiche e lotte sociali. La classe operaia inglese vive
in condizioni disumane e l’inurbamento, cioè il passaggio dalle campagne alle città per
la disperazione dei quartieri inglesi più poveri e malsani (i cosiddetti slums) anche se da
Nel 1832 viene promulgato il primo Reform Bill che tenterà (riuscendoci solo in
parte) di allargare il suffragio (diritto di voto). Per molti decenni dell’800 il diritto di voto è
1 P. Bertinetti, Storia della letteratura inglese, Torino: Einaudi, 2000, pag. 68.
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riservato esclusivamente ai ricchi ed al sesso maschile (le donne potranno votare solo nel
Carlo Pagetti2 cita il cartismo (che propone il suffragio universale, la segretezza del
la Fabian Society (1884) partito politico di sinistra a cui appartiene il grande drammaturgo
Trionfa l’Impero inglese e nel 1876 Vittoria viene proclamata Imperatrice delle
Indie.
tecnica.
Il 1870 (anno della guerra franco-prussiana) viene citato da Pagetti come ‘terzo
spartiacque’.
Il 1870 è caratterizzato anche dal primo Education Act, legge che estende l’obbligo
cui l’atteggiamento dello scrittore nei confronti di chi legge sarà totalmente diverso.
Vengono scritti perciò sia testi di notevoli difficoltà a livello di stile e di contenuto, diretti
ad un pubblico fine ed erudito, sia testi di facile consumo, best-sellers diretti al pubblico
Il Decadentismo, quindi, sancirà una sorta di frattura tra l’autore colto ed il suo
2
Cfr. P. Bertinetti, op. cit., pag. 71.
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Parte terza
Il novel nasce all’inizio del ‘700. Lo si può definire romanzo realistico, differenziandolo dal
romance.
Robinson Crusoe (autore: Daniel Defoe), considerato in qualche misura il primo romanzo
moderno.
cavallereschi e quant’altro.
1726: viene pubblicato Gulliver’s Travels, di Jonathan Swift, che non è un novel vero e
Henry Fielding nel 1749 pubblica il Tom Jones. Questo libro descrive le peripezie di un
trovatello che alla fine scopre di essere il figlio adottivo di Mr. Allworthy, un ricco
filantropo.
Allworthy (degno assai) è un nome simbolico. Qui l’autore mantiene viva la tradizione
teatrale seicentesca inglese di attribuire ad alcuni personaggi nomi significativi del loro
atteggiamento mentale.
Or Virtue Rewarded è una semplice domestica che riesce a farsi sposare dal suo padrone
Nel ‘700, oltre al novel, c’è un altro genere letterario di successo, ovvero il romanzo
epistolare, le cui vicende vengono riferite attraverso una serie di lettere che si immaginano
Sterne con questa tecnica anticipa Joyce. Il discorso di Sterne si basa sulla filosofia del suo
procede per digressioni. Un critico afferma che Sterne, rimandando in questo testo gli
avvenimenti pratici della vita, cerca in qualche modo di ingannare la morte. Non è dunque
1760: nasce il romanzo gotico, che continua fino ai primi anni dell’800. Il primo testo gotico
Alla fine del ‘700, Jane Austen pubblica una sorta di parodia del romanzo gotico, dal titolo
Northanger Abbey. Jane Austen scrive tra il 1795/96 e il 1816/17 e sembra ignorare
completamente il fatto di essere in piena Età Napoleonica. In realtà la Austen realizza una
Per definire il romanzo, come abbiamo detto, in inglese esistono due termini, romance e
novel. La definizione di novel esiste dall’inizio del ‘700, ed indica generalmente un romanzo
a base realistica. Tende cioè a riprodurre, più o meno fedelmente, le caratteristiche della
vita quotidiana.
Il romance, che deriva dalle Chansons de Geste, contiene invece una discreta quantità di
elementi fantastici e non nasce nel ‘700 ma è molto precedente. Il romance si può riferire
Nel concetto di realismo, è incluso il tentativo di mimesi (imitazione assoluta). Il novel è una
forma mimetica che tende a riprodurre la realtà con la maggior fedeltà possibile.
10
Caratteristiche del romance:
riflessione psicologica); un romanzo che possiede entrambi gli elementi è Treasure Island.
soprattutto dallo spettro. (Ci sono tuttavia autori che definiscono i loro testi novels, quando
tenuta poco in considerazione. Alcuni esempi di romances: Alice in Wonderland (Alice nel
Jane Eyre ha le caratteristiche sia del romance che del novel (novel = maturazione
Rochester).
Molti autori modernisti rifiutano il discorso ottocentesco per dare spazio alle novità.
Il saggio Mimesis di Erich Auerbach propone una tesi fondamentale: cioè come l’attenzione
degli autori modernisti (e del novecento in generale) si sposti dalla biografia esteriore (che
interiore.
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Il romanzo novecentesco descrive non tanto le azioni quanto i pensieri, i turbamenti, i
del personaggio, partendo dalla sua nascita, dalla sua genealogia, tenendo conto della sua
Quindi è un romanzo di crescita del personaggio sia dal punto di vista fisico, che mentale
Erich Auerbach, quindi, fornisce a noi studenti una chiave di lettura fondamentale che
però non dev’essere fraintesa arrivando a discorsi semplicistici, come per esempio: ‘I
(riferendosi in modo specifico a tre autori importanti del periodo: Herbert George Wells,
Quasi tutti i romanzi ottocenteschi hanno in comune la struttura del narratore onnisciente,
I romanzi novecenteschi invece sono scritti con una forma molto diversa e sono
IL MODERNISMO
Nasce intorno agli anni 1885/90 e si conclude intorno agli anni ’30 del ‘900. I principali
• Henry James
• Joseph Conrad
• Virginia Woolf
• James Joyce.
Nella poesia:
12
• T. S. Eliot (Thomas Stearns Eliot).
• Ulysses (1922).
Anche la Waste Land (La Terra Desolata) di Eliot viene pubblicata nel 1922.
Ulysses di Joyce e la Waste Land di Eliot sono considerati i monumenti del modernismo.
Ulysses ha tre protagonisti: Leopold Bloom, sua moglie Molly e Stephen Dedalus
(protagonista anche del A Portrait of the Artist as a Young Man). Il testo è incentrato sul
racconto di una giornata di questi personaggi dove si rispecchia anche la città di Dublino.
quella che può caratterizzare un romanzo ottocentesco, che, partendo dalla nascita del
personaggio, prosegue con la sua crescita fisica e psicologica e si conclude con un evento
modo lineare disegnando una lunga parabola (ad esempio David Copperfield) e tende a
Il romanzo modernista, al contrario, coglie una sezione estremamente limitata della vita
del personaggio, in certi casi una giornata, ed attraverso questa giornata fa confluire tutto
il resto. Molti critici affermano che un testo ottocentesco costruisce in estensione mentre un
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testo modernista costruisce in profondità.
(egli ripensa alla morte del figlio, al padre suicida ed a sua moglie). Leopold costruisce una
rete di fenomeni che esulano dalla realtà (la giornata) ma che la proiettano nel futuro e la
Dedalus, agli zingari che vede mentre passeggia sulla spiaggia nel III capitolo ed alla
riflessione sulla loro origine) c’è l’inclusione dell’esperienza e del ricordo. Nel
fatto concreto, minimo, spesso limitato nel tempo, per espandersi nella memoria. Senza
personaggi.
Il testo, ad esempio To the Lighthouse di Virginia Woolf, è costruito in base a questo tipo di
procedura: i fatti fisici (anche minimali) sono occasione, a volte addirittura pretesto, del
mimeticamente di rendere sulla pagina il movimento della loro mente. Il nostro pensiero
non è difatti legato alla linearità, alla razionalità, ma è nebuloso e magmatico. Molti
delle frasi (soprattutto Joyce), con lo scopo di rendere il discorso della scrittura simile al
vero procedimento mentale. Quindi cercano di riprodurre sulla pagina la complessità del
• Mrs Ramsay
• Lily Briscoe (figura autoriale, che rappresenta in qualche misura il punto di vista dello
scrittore).
2. C’è un breve capitolo intitolato: Time Passes, in cui tutti i fatti importanti esteriori
vengono messi tra parentesi quadre. È interessante notare come venga sminuita e
descritta in poche fredde righe la morte di Mrs Ramsay (la protagonista) e come invece
il gesto del calzerotto fatto a maglia acquisti un valore incredibile. A questo semplice
atto ed ai pensieri scaturiti dalla mente di Mrs Ramsay sono dedicate addirittura
quindici
e più pagine (questa parte del romanzo è stata analizzata da Erich Auerbach nel saggio
Mimesis).
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LA PERCEZIONE DEL REALE NEGLI SCRITTORI MODERNISTI
Nei primi anni del Novecento si verifica tutta una serie di fenomeni, dalla nascita
passaggio dalla possibilità di interpretare il reale in modo lineare (come nella visione
corrispondenza tra quello che è in superficie e quello che è nel profondo. Questi fenomeni
fanno sì che si spezzi la sensazione che la realtà sia conoscibile e modificabile in modo
secondo Freud, quanto la modalità razionale non riesca a comprendere tutto l’esistente. La
scienza, inoltre, soprattutto dopo Einstein, sostiene la non esaustività della geometria
euclidea; esistono molti piani di realtà rispetto a quelli che percepiamo immediatamente.
Altro polo importante, anche se minore rispetto agli altri, è la filosofia di Bergson,
fondamentale per Proust, un tipo di filosofia che privilegia l’intuizione. Questo pensiero
sottolinea come la comprensione della realtà possa avvenire attraverso l’intuizione, e come
incompleta.
difficoltà di conoscere, e di mostrare, attraverso l’ottica dei personaggi, una visione della
To the Lighthouse, per esempio, è un testo in cui ogni pagina è elaborata per
vede gli altri personaggi attraverso un filtro prodotto dalla propria psiche e quasi in ogni
Questo è un discorso che era incominciato già con Henry James, il quale ha
suoi romanzi attraverso i punti di vista dei suoi personaggi: punti di vista che sono diversi
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fra loro e spesso contrastanti, per dimostrare attraverso questi la inspiegabilità del reale,
costruendo un mosaico a cui ogni personaggio contribuisce con la sua visione della realtà.
E’ come se nei testi degli autori modernisti avessimo delle sezioni del mondo reale,
percepite dai vari personaggi, che non conoscono la realtà degli altri e indagano su di essa.
“MODERN FICTION”
Il saggio del 1919 “Modern Fiction” della Woolf è stato interpretato come il
manifesto del modernismo (anche se ne erano stati prodotti altri su questa linea).
Virginia Woolf sostiene appassionatamente quanto sia necessario produrre testi che
mostrino il nostro mondo nella sua complessità, attraverso un tipo di scrittura che indaghi
gli aspetti della realtà profonda (ad esempio “the dark places of psychology”, come scrive
l’autrice) e che dia atto di questo nuovo bisogno, della sensazione che la realtà da
descrivere sia una realtà della mente, una realtà frantumata, imprendibile: la realtà del
pensiero umano, del dubbio, della psiche, dei movimenti nascosti dell’animo umano.
La cosa che noi cerchiamo, scrive la Woolf, si chiami spirito o verità, è qualcosa di
enorme, è l’interiorità, l’essenza delle cose. Questa cosa, che è la cosa essenziale, si è
puramente esteriore.
La Woolf ritiene che sia necessario far cadere l’accento prevalentemente sulla
circoscritto”, e registrare il pensiero nel modo in cui opera, per quanto sconnesso e
incoerente possa apparire, raccogliendo ogni cosa che accade e che incide sulla coscienza.
La Woolf scrive realizzando una divisione provocatoria fra autori che definisce
“materialisti” (come Arnold Bennett, John Galsworthy e H.G. Wells), che tendono a
che sono interessati al mondo esterno, ma che cercano di cogliere soprattutto quel
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qualcosa di ineffabile (il pensiero, la memoria), che per la Woolf è quella cosa
profondo interesse per ogni aspetto della vita, inclusa la carnalità e la sensualità) cerca di
rilevare a tutti i costi lo scintillio della fiamma interiore che manda i suoi messaggi al
cervello, e trascura con coraggio totale qualunque cosa gli sembri secondaria, sia che si
indicatori”, che per generazioni sono serviti a sostenere l’immaginazione del lettore,
Woolf non ci sono limiti all’orizzonte dell’autore; nulla, “nessun metodo o esperimento è
Una materia che sia esclusivamente adatta al romanzo non esiste, “ogni cosa è
materia adatta al romanzo, ogni sensazione, ogni pensiero, ogni qualità del cervello e dello
spirito”. L’arte del romanzo deve diventare viva ed essere viva in mezzo a noi; occorre
“romperla, piegarla, maltrattarla, oltre che onorarla ed amarla, perché così la sua
IL DISCORSO DELL’EPIFANIA
sensazione che possa esserci una pura tensione all’incorporeo, al mentale, ma non è così.
La Woolf più di altri ha un interesse per il pensiero, mentre Joyce ha un interesse concreto
per la carnalità e la fisicità. Il pensiero è uno dei temi del testo, ma non prescinde e non si
Negli scritti della Woolf la presenza del reale è resa attraverso un’impressione di
tipo pittorico e questo si vede in particolare nell’uso dei colori e di termini come visione,
significatività assoluta.
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Questo tipo di procedimento è quello che Joyce codifica come epifania. L’epifania è
sua essenza, tutt’altro che astratta. La significatività degli oggetti è una cosa di cui ci
rendiamo conto in stati particolari del nostro animo: come quando siamo innamorati, si è
detto a lezione per darci una chiave per capire il fenomeno. Quando si guarda un
sentimento che stiamo provando a sua volta incide sulla nostra visione della realtà. C’è
osservate prima. Le sensazioni forti non sono connesse all’importanza dell’oggetto, non
necessariamente alla sua bellezza, ma sono connesse al fatto che noi percepiamo
rappresentazione, che non avviene quasi mai in modo tranquillo e tradizionale. Davanti
TO THE LIGHTHOUSE
alla vita dell’autrice. Modelli delle figure dei protagonisti sono la madre e il padre
Mrs Ramsay ha un contraltare da un lato nelle figlie, che progettano una vita
diversa da quella di lei, e soprattutto nel personaggio di Lily Briscoe, che rappresenta
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problematica di una figura femminile, che cerca di realizzarsi attraverso la sua opera e in
qualche modo teme di dover combattere contro la non realizzazione in altri campi, e
questa figura materna, positiva, che riesce a creare ricchezza nei personaggi che la
circondano.
fascinoso e ricco come quello della madre; dall’altro il desiderio della propria
Woolf vuole darci il senso della difficoltà della comprensione della realtà attraverso
cose, di un pensiero con l’altro, del pensiero con il paesaggio, dell’uomo con il paesaggio.
Tra l’altro questi impeti e queste emozioni appartengono alla stessa Woolf. La
scrittrice aveva una personalità molto forte, aveva una malattia nervosa molto grave, che
poi la portò al suicidio, aveva momenti di follia, una sensibilità esasperata, che le
figura maschile.
L’autrice vuole farci percepire anche qualcosa che abitualmente non appare in un
James adora la madre ed ha un rapporto conflittuale con il padre, con reazioni violente
Il padre rappresenta per il figlio un’immagine di uomo inflessibile, che non cede al
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ATTENZIONE
Non sono state prodotte dispense sulla lettura in dettaglio di To the Lighthouse. Per
• Il saggio di Auerbach, che distingue fra biografia esteriore, più frequente nei testi
ottocenteschi, e biografia interiore; riflettere sul fatto che l’analisi psicologica non è
autoriali, come in To the Lighthouse Lily Briscoe, la cui vita è impegnata a realizzare
nel quadro “la sua visione” (vedi le parole conclusive del testo, “I’ve had my
astratto” di Kandinskij è stato dipinto nel 1910). Vedere bene, nel testo, il momento
in cui Lily parla con Mr Bankes dicendo che una madre e un figlio possono essere
• Vedere bene anche la divisione in tre parti del testo, e notare come la seconda, Time
• Oltre alla famosa scena del “calzerotto marrone”, riflettere bene sulla lunghissima
molto breve) dall’altro? Qual è il rapporto fra Lily Briscoe e Mr Tansley? Perché Mrs
Ramsey tiene tanto a che Lily Briscoe parli con Mr Tansley? Cosa sta cercando di
realizzare?
• Riflettere sulla definizione che Mrs Ramsey fa di quel momento felice, realizzato
nella piccola artisticità della sua vita, quando parla di un momento che rimane “like
21
a ruby”: perché questo paragone? “Il rubino”, denso e prezioso, si oppone al fluire
• Parte III: controllare, leggendo bene il testo, se tra James e il padre esista un
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A PORTRAIT OF THE ARTIST AS A YOUNG MAN
Cap. IV: il finale, le ultime 6 pagine circa da “But he, apart from them and in
silence, remembered in what dread he stood of the mystery of his own body.
Collins lost her drawers; … Yours?” 7 pagine circa fino a “Ireland is the old sow that eats her
farrow.”
Circa 18 pagine dopo, prima dell’inno “Our broken cries and mournful lays…”, notare
la frase “A priest of the eternal imagination, transmuting the daily bread of experience into
E infine le ultime 16-17 pagine del testo, a partire dal dialogo: “– Cranly, I had an
unpleasant quarrel this evening.” fino all’ultima pagina (“Old father, old artificer, stand
23
L’opera viene considerata una sorta di autobiografia: ci sono fortissimi elementi
della vita di Joyce, sebbene la corrispondenza tra autore e personaggio non vada
Stephen Hero è la prima versione abbozzata del testo; con il tempo viene elaborata la
stesura definitiva.
Il Portrait fa parte di una specie di trilogia, composta appunto da Stephen Hero, dal
Portrait stesso e dallo Ulysses; qui saranno presenti il giovane Stephen, Leopold Bloom e
personaggi sono raccontati in modo diverso da come avveniva nelle tradizioni letterarie
Il protagonista del Portrait, il giovane Stephen, racconta dell’Irlanda e del suo futuro
esilio verso l’Europa. C’è però una sorta di filtro ironico di Joyce (quando per esempio fa
parlare Stephen della sua “cruel loveless lust”). L’autore racconta le vicende della sua vita
Dublino era senza dubbio molto diversa da oggi; era ancora abbastanza provinciale,
c’era poco contatto con il resto d’Europa. Il cattolicesimo era estremamente repressivo. La
costante e ambivalente di odio e amore è presente anche nei Dubliners, opera nella quale
Joyce afferma di voler descrivere “quella città che è una paralisi chiamata Dublino”. Sente
dell’artista va chiaramente riferita all’Irlanda del tempo; il paese era sempre stato oppresso
dall’Inghilterra. L’indipendenza viene raggiunta soltanto nel 1922, dopo carestie, lotte e
profonde sofferenze che hanno messo a dura prova il paese e i suoi abitanti.
protestante. All’interno del Portrait, ad esempio, ci sono chiari rimandi a Parnell, abile
politico irlandese che ottenne dall’Inghilterra una serie di importanti risultati politici.
Parnell s’innamora di una donna sposata con cui ha una relazione. Viene scoperto e
sconfessato dalla Chiesa, che incita gli irlandesi a non seguirlo più. Nel paese si creano così
due partiti: coloro che continuano a sostenerlo e coloro che lo rinnegano. Il padre di
Dedalus) contro. Ed è proprio riferendosi a questa circostanza che Stephen, da adulto, dirà
manca tutto quello che può essere distacco. Il romanziere modernista finge di star dentro
la storia, quello vittoriano in qualche modo si pone al di sopra, propone una morale,
elabora giudizi sui valori. Nell’opera di Joyce non si allontana la materia della narrazione
per sottoporla a giudizio: questo aspetto rimane implicito. L’opera, quindi, ha inizio con
un bambino che parla. Proseguendo nella lettura del testo, si nota che il bambino cresce, e
parallelamente si modifica il registro linguistico. Stephen entra a far parte di una scuola di
Viene detto: “It was the last tram”3. È un riferimento importante perché da qui parte la
storia d’amore mentale di Stephen con Emma, che condurrà alla fine del testo verso una
normalità amichevole. Quando Stephen ripensa a lei dieci anni dopo, inizia con le stesse
parole.
Verso la fine del IV capitolo c’è un altro momento importante: Stephen, come Joyce,
è un ottimo studente aristocratico che non si fonde molto con gli altri. In seguito alla sua
crisi e ai terribili sensi di colpa, Stephen, dopo aver ascoltato le parole di un predicatore, si
3James Joyce, A Portrait of the Artist as a Young Man (1914-15), in The Egoist, London: Penguin Classics, 2000,
p.72.
25
pente per aver peccato. Il giovane si immedesima così bene nel suo ruolo che gli chiedono
inserisce nel personaggio di Stephen la propria spiritualità per costruire la sua estetica; usa
la ricchezza religiosa per creare il suo modo di fare scrittura: è quello che nel testo definirà
“Applied Aquinas” . Nel IV capitolo, Stephen valuta se fare il sacerdote ma capisce che non
è la sua strada. Egli infatti rimane sempre “apart in every order”. Rifiuta la scuole, gli ordini,
è un individualista:
he was destined to learn his own wisdom apart from others or to learn the
wisdom of others himself, wandering among the snares of the world.4
In seguito Stephen si libera dalle sue paure e comincia ad avvicinarsi alla sua
autentica vocazione. Vede una ragazza sulla spiaggia di Howth (“a strange and beautiful
sea-bird”),5 che sta camminando sul bagnasciuga; ma non c’è tensione sessuale, il
He would create proudly out of the freedom and power of his soul, as the
great artificer whose name he bore, a living thing, new and soaring and
beautiful, impalpable, imperishable.6
Si tratta di quella che Joyce definisce un’epifania. L’epifania è per lui qualcosa di molto
particolare, in cui i termini religiosi vengono utilizzati per esprimere la sua poetica. Si
tratta di manifestazioni del divino, momenti in cui la realtà contingente appare in tutta la
sua significatività.
Queste sono le parole con le quali lo stesso Joyce definisce l’epifania in Stephen Hero:
4 Ibidem, p. 175
5 Ibidem, p.185
6 Ibidem, p. 184
26
epiphanies with extreme care, seeing that they themselves are the most
delicate and evanescent of moments.7
unirsi alla Chiesa di chi combatte per l’Irlanda. Decide che la sua strada è quella di essere
riesce a trasformare il corpo reale della vita quotidiana in una sorta di metodo, di tecnica
per la sua estetica. Lo scrittore utilizza continuamente simboli e metafore di tipo religioso
Verso la fine del testo c’è un dialogo tra Stephen e il suo amico Cranly. È qui che
Stephen decide di abbandonare Dublino, di lasciare quelle che vede come catene e di
andare verso la sua vocazione, quella del poeta. Stephen afferma: “I will not serve”9. È la
traduzione inglese di “Non serviam”. Cranly gli fa notare che già qualcun altro aveva
Stephen rifiuta di conformarsi alla religione del suo paese e all’impegno del
patriottismo:
I will not serve that in which I no longer believe whether it call itself my
home, my fatherland or my church: and I will try to express myself in
some mode of life as freely as I can and as wholly as I can, using for my
defence the only arms I allow myself to use - silence, exile, and cunning.10
Si prepara alla partenza, all’esilio volontario. Ha scelto l’arte come impegno totale.
7James Joyce, Stephen Hero, 1944, London: England, Jonathan Cape Limited, 1961, p.186
8 Ibidem, p. 240
9 Ibidem, p. 260
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