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Capitolo 4
Vincenzo Pannarale
Conservatorio di Musica “N. Piccinni” - Bari
N.B. All’interno del file sono presenti file audio e
video. Si consiglia, pertanto, di studiare le
diapositive nella modalità “Presentazione” di
Power Point.
I parafonisti
Nel IX secolo la polifonia entra nella storia, allorché il
risuonare simultaneo di suoni e linee vocali, diviene oggetto
dell'ars, della dottrina fondata teoreticamente con l'occhio
alla prassi.
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Musica enchiriadis
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Entrambe le voci potevano anche essere
raddoppiate, con l'ausilio di voci bianche o
strumenti, conferendo ancora più solennità a
questa prima forma di polifonia, riservata alle
festività più importanti.
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In questo esempio, il canto Angelus ad pastores ait è
eseguito prima monodicamente, poi in organum parallelo in
diapente, cioè con la vox organalis una quinta sotto alla
principale, e successivamente raddoppiato all'ottava, tutte
possibilità contemplate dal trattato. Si tratta di una pratica
d'improvvisazione che non richiedeva alcun supporto scritto.
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In successivi modelli polifonici la vox organalis
comincia e termina all'unisono con la vox principalis
(occursus).
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Nel Tropario di Winchester (XI sec.) sono
presenti organa a 2 voci con moto contrario fra le
parti, ma la notazione è adiastematica e quindi
difficilmente interpretabile.
Il moto contrario lascia pensare ad una prassi
probabilmente ancora improvvisata, ma con
regole che si stavano facendo via via più
raffinate.
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Nel Trattato di Milano (Ad organum faciendum) della
seconda metà del sec. XI si ritrovano 3 importanti
caratteristiche, che definiscono la nuova tecnica del
discantus:
• il movimento contrario delle parti;
• la vox organalis sopra alla vox principalis;
• più di una nota di contrappunto contro una del canto
principale.
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La scuola di Notre Dame
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Come nei codici precedenti, anche nella Scuola
di Notre Dame viene praticato tanto lo stile
sillabico quanto quello melismatico.
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➢
Notazione del conductus, forma di polifonia in
stile sillabico e omoritmico;
➢
Notazione per organum duplum nella quale,
sulle note lunghe del tenor, il duplum intona
melismi di varia ampiezza. E' una forma
polifonica nello stile di S. Marziale, nella quale si
distinse Leoninus;
➢
Notazione modale, nella quale ad una nota del
tenor si contrappongono nel duplum (nel triplum
e nel quadruplum) gruppi di sole 2 o 3 note. In
questa forma (discantus) si distinse Perotinus;
➢
Notazione del mottetto antico, uno stile misto
con condotta melismatica per le voci superiori e
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notazione
Conservatorio di Musicasillabica
“N. Piccinni” - Bari per il tenor.
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Nel brano precedente:
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La notazione modale e i modi ritmici
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Secondo Apel il tactus era all'epoca
rappresentato dalla longa, il che ci porta alla
seguente trascrizione dei modi ritmici, in un
rapporto 1:16 con i valori moderni.
➢
Primo modo (alternanza di longa e breve):
➢
Secondo modo (alternanza di breve e longa)
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➢
Terzo modo (apparentemente sembrerebbe dato
dall'alternanza di una longa e due brevi):
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Quarto modo (è una sorta di inversione del terzo
➢
modo):
➢
Sesto modo (successione di brevi raggruppate a
tre a tre):
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Note singole
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Ligaturae
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In generale ogni voce rimaneva nello stesso modo, fino
a che non si trovava un piccolo trattino verticale
chiamato divisio modi.
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La conjunctura era una ligatura seguita da una
serie di piccole note romboidali, indicanti valori
più brevi del normale.
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Aspetti armonici
Negli organa e nei mottetti della prima metà del sec. XIII, la
caratteristica più saliente nello svolgimento delle parti è che
ciascuna voce ha una propria condotta indipendente,
scarsamente legata al complesso delle altre. All'inizio del
componimento, il duplum è posto quasi invariabilmente una
quinta sopra il tenor, e il triplum un'ottava sopra il tenor; il
quadruplum, quando c'è, ha più spesso la fisionomia di parte
di raddoppio, anziché di voce indipendente. Le 3 voci
superiori procedono con ampia libertà reciproca, non
evitando certo gli urti di seconda e di settima, sotto forma di
appoggiature dissonanti, e accogliendo sempre più
frequentemente le consonanze di terza. Appena la simmetria
del discorso musicale lo consente, il compositore
ricostituisce, fra le 3 o le 4 voci, la consonanza di quarta,
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quinta ediottava.
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I manoscritti
I manoscritti più importanti nei quali è conservato
il Magnus Liber Organi, cioè il repertorio di Notre
Dame sono:
- Egerton 2615 (ca. 1240, con il Viderunt Omnes
e il Ludus Danielis);
- Wolfenbuttel 1;
- Wolfenbuttel 2 (fine XIII sec., contiene il
Viderunt Omnes e il Sederunt Principes di
Perotinus);
- Codice Fiorentino (fine XIII sec.).
➔
La presenza della cauda distingue, ora, la longa
dalla brevis;
➔
Il formato a libro di coro
➔
Vengono introdotto la semibrevis e la duplex
longa
➔
Al posto della divisio modi vengono introdotte
pause di varia forma
➔
Introduzione dei concetti di proprietas e perfectio
per le ligaturae.
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La maggior indipendenza ritmica e testuale fra le
voci porta all'adozione del formato a libro di coro,
che permette a 3 gruppi di cantori di leggere
contemporaneamente dalla stessa pagina. Le
parti arrivano contemporaneamente alla fine della
pagina.
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Nuove figure musicali
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Regole per le successioni di figure semplici
➔
Vengono chiarite ancora meglio le varie
successioni di figure semplici;
➔
Il rapporto fra B e S è, ora, lo stesso già stabilito
fra L e B (vedi 2 diapositive prima);
➔
Vengono specificate meglio la forma e le regole
d'interpretazione delle varie ligaturae.
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I valori delle pause nella notazione franconiana
sono i seguenti:
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Regole per le ligaturae
Vengono impiegati i due concetti di proprietas (fa
riferimento alla prima figura della ligatura) e di
perfectio (si riferisce all’ultima figura).
• Se la prima figura non ha la coda nella ligatura
ascendente, o ha la coda nella legatura
discendente, si definisce cum proprietate, e
vale una B (brevis), altrimenti è sine proprietate
e vale una L (longa).
• Se l’ultima figura ha la coda a destra nella
legatura ascendente, o è quadrata nella
legatura discendente, si definisce cum
perfectione, e vale una L (longa), altrimenti è
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• Se le code sono dirette verso l’alto la ligatura è
detta cum opposita proprietate e è formata da
SS = 2 semibrevi
In figura, nell’ordine:
• ligatura cum proprietate
et cum perfectione = BL;
• ligatura sine proprietate
et cum perfectione = LL;
• ligatura cum proprietate
et sine perfectione = BB;
• ligatura sine proprietate
et sine perfectione = LB;
• ligatura cum opposita
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Le varie tipologie di ligaturae ternarie
La notazione delle altezze
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La notazione petroniana
➢
Petrus de Cruce introduce il punctum divisionis ,
che permette l’utilizzo di lunghe serie di S, fino a
9 di seguito, sempre equivalenti
complessivamente ad una B, superando la
limitatezza ritmica della notazione franconiana,
relativamente ai valori più brevi.
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Ne risulta un canto a tratti “picchiettato”, quasi
parlato, e che consente la massima libertà di
raggruppamento delle successioni di S, come nel
mottetto Aucun ont trouvé chant, dal profilo
ritmico estremamente vario, per l’epoca:
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Bibliografia
D. MOLININI Suono Segno Suono ed. Florestano
W. APEL The notation of polifonic music ed. The Medieval
Academy of America
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Domande
1. Attraverso quali passi gli iniziali modelli di polifonia
estemporanea del Musica Enchiriadis si trasformano in
una prassi compositiva vera e propria?
2. Quale “conquista” sul piano della notazione, rende
storicamente importante la Schola di Notre Dame di
Parigi?
3. Che cosa sono i modi ritmici e quali valori possono
assumere la longa e la brevis?
4. Quali sono i principi che, nella notazione franconiana,
regolano le successioni di figure singole?
5. Descrivi i 5 tipi di ligaturae in base ai principi di proprietas
e perfectio.
6. Qual è l’utilità del punctus divisionis di Petrus de Cruce e
di quale segno introdotto nella musica strumentale del
Vincenzo Pannarale
Cinquecento
Conservatorio è considerato
di Musica “N. Piccinni” - Bari l’antenato storico?