Sei sulla pagina 1di 17

Storia delle forme e dei repertori

Lezione 1 del 08/02/2023

Definizioni di:
- forma (in particolare differenziando forma concreta e forma astratta ed elencando i 6
elementi che compongono l’atto di formare musica)
- genere
- stile
- fugato
- imitazione
- canone
- linearità e bilinearità
- basso ostinato
- basso continuo
- accumulazione
- contrappunto (5 specie di contrappunto di Fux)

Ascolti:
- Arnold Schoenberg, valzer op.23
- Wolfgang Amadeus Mozart k.309 n.7 (con analisi dei profili testurali)

Teorie di musicologi presi in considerazione:


- Hugo Riemann, teoria dell’armonia funzionale in riferimento al repertorio
classico-romantico
- Heinrich Schenker

Bibliografia da consultare:
- Malenco, le forme musicali
- Deumm
- Grove
- Garzantina Musica
- Surian
- Carrozzo Cimagalli
- Nielsen
SISTEMA MODALE STO. FORME I 22/02/2023

Quando si parla di modalità, ci si può riferire a tre differenti contesti storici: quello relativo
all'antica Grecia, quello inerente al canto gregoriano medioevale e quello concernente l'utilizzo
della modalità come sistema di riferimento alternativo a quello tonale nel panorama musicale
novecentesco.

Grecia antica → i modi o νομοί (nomoi) avevano una funzione di orientamento per gli intervalli
del canto e per il discorso che basava una melodia sul modo.
Non abbiamo testimonianze dirette della musica ellenica se non l'Inno Delfico ad Apollo, insieme
al frammento dell'Oreste di Euripide e alla Stele di Sicilo.

I nomi dei modi avevano origine geografica e si riferivano al luogo della Grecia in cui erano
utilizzati.

Lidio dal do
Frigio dal re
Dorico dal mi
Ipolidio dal fa
Ipofrigio dal sol
Ipodorico dal la
Misolidio dal si

Valenza etica e rituale dei modi → A seconda del modo utilizzato, c'era una funzione regolante i
comportamenti. Per i Greci la musica era un qualcosa multidisciplinare e multisfaccettato.

Organizzazione discendente dei modi, costituiti da un doppio tetracordo.

Pitagora → mito del fabbro. Secondo il mito, mentre passeggiava per Crotone, il filosofo fu attirato
dal suono proveniente da una bottega di un fabbro. Ciò che lo attrasse era che l'altezza dei suoni
prodotti fosse differente.
Altezze differenti sono correlate alla differente forza impressa e alla lunghezza del corpo risonante.

Il monocordo pitagoreo → corda fissata e stimolata in diversi punti. Alla stimolazione in punti
differenti segue un risultato differente. Base della fisica moderna sulla lunghezza della corda.
Quantifichiamo questo in hertz. Strumenti a fiato non sono indenni da questo. La colonna d'aria ha
le stesse proprietà della corda.

Modi gregoriani → ὀκτώηχος (octoechos) gregoriano medioevale. Nel 1547, Heinrich Loriti
(1488-1563), meglio noto con il nome di Glareano, nel suo trattato Dodekachordon mette ordine
tra i modi e ne stabilisce 12.

Nel Medioevo cosa accade? C'è stata una contaminazione tra l'antica e la nuova teoria musicale.
La cultura, compresa quella musicale, era appannaggio delle personalità legate all'ambiente
ecclesiastico o universitario.
Ma, al contempo, la musica sacra aveva il suo contraltare nella cosiddetta musica profana, in
quanto non investita dalla dimensione sacra, per dirla con Émile Durkheim (1858-1917).

C'era chi lasciava la via ecclesiastica. Molte persone avevano una doppia vita: o come San
Francesco (1881/1882-1226), che rinnega le sue origini e mette a disposizione degli altri i suoi averi
e saperi o come i clerici vagantes, studenti girovaghi che avevano gli ordini minori e per questo
godevano di privilegi ecclesiastici.

Ai clerici vagantes è correlata e, probabilmente, dovuta la produzione dei Carmina Burana.


Il codice della musica colta, sacra, veniva usato per fini umanistici, satirici.
Gli stilemi dei carmina burana medioevali erano gli stessi della coeva musica colta. musica
parallela.

Nel 1937 il compositore tedesco Carl Orff (1895-1982) ha ripreso, musicandoli appositamente,
alcuni testi dei carmina burana medioevali per tentare di costruire una cultura tedesca medioevale
che esulasse dalle altre tradizioni.

Trovatori e trovieri → erano persone nobili, di alta cultura che padroneggiavano cultura e lettere,
avevano contatti con chiesa ed elites. Si esibivano sotto mentite spoglie in quanto spesso erano alte
personalità legate all'ambiente di corte. Tema amoroso o agreste.
Tali figure erano diffuse in tutta Europa, basti pensare ai Minnesänger tedeschi, ai cantori delle
Cantigas di Santa Maria in Spagna o ai cantori italiani.

Ambiente clericale si appropria dei modi greci → essi potevano mantenere la stessa
nomenclatura dei modi Greci o essere chiamati con nomi latini.

Protus, Deuterus, Tritus, Tetrardus → 4 modi per designarne 8, perché vi erano 4 modi autentici e 4
plagali. In entrambe le tipologie nessun suono aveva la funzione della moderna tonica.

Ogni modo autentico aveva un corrispettivo modo plagale, che si trovava una quarta sotto di esso.
È per questo che il relativo modo plagale di uno autentico reca, nel nome, il prefisso greco ὑπό
(ipo), che significa sotto.

I modo Protus → Dorico (autentico) e Ipodorico (plagale).


II modo Deuterus → Frigio (autentico) e Ipofrigio (plagale).
III modo Tritus → Lidio (autentico) e Ipolidio (plagale).
IV modo Tetrardus → Misolidio (autentico) e Ipomisolidio (plagale).

Quella che potrebbe essere identificata come tonica viene chiamata finalis.
Quella che potrebbe essere identificata come dominante è definita repercussio.

Modi gregoriani funzionano per quarte.

Cosa cambia tra autentico e plagale? L'ambitus, cioè il registro.


Differenza tra autentico e plagale non è la qualità, è solo una questione di registro.
Ambitus = range di suoni.

Esempi di musica modale nel corso della storia della musica occidentale:
• Canto gregoriano
• Periodo classico:
1. Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) → Sonata per pianoforte op. 11, III movimento
Rondò alla turca. Cita la scala armonica per far riferimento ad un modo antico.
2. Ludwig Van Beethoven (1770-1827) → Quartetto per archi n. 15 in la- op. 132, III
movimento in modo lidio.
• Novecento:
1. Giacomo Puccini (1858-1924) → All'interno delle sue opere Turandot e Madama
Butterfly, restituisce il sapore di esotico proprio della modalità, esattamente come aveva
fatto Mozart con il suo Rondò, senza riscontri filologici ma come citazione-richiamo
musicale.
2. Claude Debussy (1862-1918)→ utilizza processi basati esplicitamente sulla modalità:
modalità diatonica eptafonica, pentafonismo diatonico anemifonico ed esatonalismo
(scala esatonale per toni interi). Assenza di rapporti tensivi. Il compositore aveva subito
il fascino delle orchestre di Gamelan giavanesi.
3. Maurice Ravel (1875-1937)→ Brano per pianoforte Jeau d'eaux op. 30, tonalità
fluttuante, modalità.
4. Béla Bartók (1881-1945) → utilizzo del sistema pentafonico. Mikrokosmos n. 32 in
modo dorico. Etnomusicologo, ma anche conoscitore del contrappunto.
5. Igor' Fëdorovič Stravinskij (1882-1971)→ Opera-oratorio Oedipus Rex. Utilizza i modi
clerici ed il modo optatonico, una alternanza di toni e semitoni che fu adoperata da tutto
il Gruppo dei 5.
6. Alban Berg (1885-1935) → Seconda scuola di Vienna che non fa capo alla modalità, ma,
in un primo momento, alla pantonalità e poi alla dodecafonia.
7. Olivier Messiaen (1908-1992)→ modi a trasposizione limitata. Si usa la enarmonia
come limite delle trasposizioni.
8. Serialismo → prende le mosse dalla dodecafonia. Impostazione della serie su parametri
di riferimento. Musica stokastica di Iannis Xenakis (1922-2001).

Il sistema tonale ha avuto una vita piena tra '600 e metà '800. Il tardo Beethoven, Franz Schubert
(1797-1828) e Johannes Brahms (1833-1897) mettono in crisi il sistema tonale.

Nel Novecento la tonalità rappresenta esclusivamente un sistema di confronto e non il sistema


unico di riferimento per la musica.
01/03/2022
Musica, An ca Grecia e Modalità
Esitevano nell’an ca grecia due pensieri sulla funzione e ca della musica.

 Platone: la musica ha una funzione e ca allopa ca, s mola sensazioni in manieraopposta a ciò che
viene eseguito.
 Aristotele: la musica, ed in par colarmodo la tragedia, svolge una funzione catar ca (di
purificazione) in maniera omeopa ca. Tramite la dire a rappresentazione di comportamen non
e ci si raggiungeva appunto la purificazione

Tu avia di queste no zie si hanno solo fon scri e di cara ere pre amente e co-filosofico e non di
cara ere musicale. Questo perchè la musica era puramente orale ed era considerata unicamente come
ornamento ed este smo per poemi, tragedie o opere le erarie.

La tregedia greca: spirito Apollineo e spirto Dionisiaco

La tragedia è considerata uno dei più celebri ed importan lasci della cultura greca an ca. Essa si rifà alla
dicotomia tra spirito Apollineo e spirito Dionisiaco, rispe vamente associa al Dio Apollo (dio del sole, della
luce, del buon vivivere e della razionalita) e al Dio Dioniso (dio di influenza orientale, simbolo
dell’esagerazione)

Tali spiri convivevano nell’an ca società greca, pur essendoci una predominanza di quello apolinneo nella
vita quo diana.
Durante la rappresentazione della tragedia, si aveva un risveglio ed una predominanza quasi totale dello
spirto e dei bisogni dionisiaci da parte degli spe atori, i quali raggiungevano uno stato di estasi come se il
dio stesso si impadronisse dei loro corpi. Da questa esperienza si raggiungeva la catarsi e quindi la
purificazione del proprio spirito.

APPROFONIMENTO: Mito della nascita della cetra e dell’aulos.


 Cetra: Mito della tartaruga. Ermes, dio dei ladri, ruba ad Apollo un gregge di vacche. Dopo il furto si imba e in una
tartaruga ed inizia a giocarci. Volutamente la uccide e la svuota, a acca delle lamelle al guscio vuoto e magicamente esce
un suono bellissimo (le lamelle sono le 7 corde). Ermes regala il guscio ad Apollo che lo perdona per il furto e così nasce il
binomio Apollo-Cetra
 Aulos: Per ragioni legate a compe zioni di bellezza femminile, Atena trasforma una donna in medusa. La dea rimane
colpita dall’urlo di medusa e costruisce uno strumento, a doppia ancia e con una o più canne, che ha un suono che
assomiglia a quell’urlo. Atena si vanta di riuscire a riprodurre gli urli di medusa mantendo il proprio aspe o umano ma,
spaventata dal proprio aspe o mentre suona questo strumento lo ge a via. Marsia lo trova inizia ad u lizzarlo, non
sentendosi bru o come invece Atena si sen va. Fiducioso delle proprio abilità, vuole sfidare Apollo e la sua cetra ad una
gara musicale. Vincerà poi Apollo, grazie alla possibilità di poter cantare e suonare contemporaneamente.. Uccide quindi
uccide Marsia, lo fa a brandelli e appende i brandelli. Tali brandelli con il vento fanno rumore

Questa este ca musicale, basata sulla contrapposizione tra apollineo e dionisiaco, verrà ripresa a tra fino
al roman cismo, dove prenderà piede il conce o di doppio. Esploderà poi nel 900, dove si me erà
esistenzialmente in discussione lo spirito apollineo.

Un esempio par colare di questa este ca è l’opera di Robert Schumann (1810-1846), il quale, per rimarcare
la coesistenza di ques spiri , firmava le sue opere con nomi diversi. Con il nome Eusebio egli stesso si
associava allo spirito Apollineo, mentre con il nome Florestano a quello Dionisiaco.

ASCOLTO: Eusebio, da Carnaval op 9 Schumann


Florestano, da Carnaval op 9 Schumann
Il tempo musicale
Imberty afferma che non esiste nessun’altra arte che è legata al tempo e alla temporalità come la musica.
Risulta infa evidente e tangibile la sua completa immanenza: essa scompare sempre dopo l’ascolto.

Sono però dis nguibili due pologie di tempo:

 Tempo ogge vo: durata effe va di un’esecuzione musicale


 Tempo sogge vo: durata personale di un’esecuzione

Riguardo a questa duplice esistenza temporale, lo scenziato Kramer, oltre ad analizzare questa differenza, ha
anche esaminato ciò che la musica ha di proprio all’interno di una percezione musicale, elencando gli
elemen che fanno scandire, dal punto di vista sogge vo, lo scorrere del tempo.

a. Linearità e direzionalità: si può predire lo svoglimento musicale tramite parametri cara eris ci
musicali, come ad esempio risoluzioni e progressioni (nella musica tonale)
b. Linearità ma non direzionalità: accade nel 900 dove non si ha tonalità. Si ha nelle orecchie qualcosa
di familiare ma non ha la direzione giusta che uno si aspe a
c. Mul direzionalità: Il tempo ha una certa linearità ma direzioni mul ple, come nella musica di
Stravinsky
d. Scomparsa della linearità: si parla di tempo istantaneo, moment form, senza pretesa di un con nuo
o addiri ura una dimensione totalmente ver cale considerata come presente eterno.

ASCOLTO: Clapping Music, Steve Reich

Metro musicale: definizione, nascita e sviluppo


Definizione: secondo la concezione derivante dalla musica colta occidentale, è una stru ura basata sulla
ricorrenza di elemen accentua vi, e sta alla base base dei valori ritmici.

Definizione 2: Secondo una diversa corrente di pensiero, il Metro è considerato come la risultante dei valori
ritmici. (Ciò significa che vengono antecedentemente organizza tu gli accen esisten e poi u lizza
colle vamente)

Nascita: La nascita del metro risale al 1200 per opera sia della scuola di Solesme che della scuola di Notre
Dame di Parigi. Queste due scuole avevano due concezioni opposte di metro, dalle quali noi ricaviamo le
due difinizioni sopra riportate

Scuola di Solesme: il metro è la risultanza degli accen . Il sistema è di po metrico accentua vo e segue il
“ritmo delle parole” sfru ando le cara eris che del canto gregoriano.

Scuola di Notre Dame: Il metro si basa sul conce o di musica mensurabile e sulle proporzioni tra modus,
tempus e prola o

Sviluppo: Fino alla fine del medioevo e anche per buona parte del Rinascimento, si ebbe una coesistenza di
ques due conce di Metro. Tu avia, con la nascita della musica polifonica e sopra u o della musica
profana da ballo, si presentò la necessità di avere una certa rigità del metro stesso. Di conseguenza, ci si
allontanò dal conce o metrico-sillabico fru o dei pensieri della scuola di Solesme, e si organizzò il metro
secondo una rigida logica ritmica, come teorizzato nella scuola di Notre Dame.
In questo periodo il filosofo Cartesio coniò il termine Ba uta.

LESTER, ACCENT E STRESSED (?)


REPORT LEZIONE 8/3/23

La melodia, dal greco melos, canto.

È una sequenza di altezze che si succedono nel tempo secondo specifici rapporti attrattivi che mutano in
base alle tipologie intervallari di volta in volta utilizzate.

Distinzione di due tipologie di intervalli, quelli che danno senso di moto (V ascendente; II ascendente; III
ascendente; semitono discendente) e quelli che danno un senso di stasi (V discendente; II discendente; III
discendente; semitono ascendente), gli altri intervalli vengono considerati derivati.

Rapporto tra parola e musica

Nel canto gregoriano la funzione principale era capire le parole, quindi la melodia ha pochi spostamenti e
viene utilizzato un canto sillabico, l’unica eccezione a questo sono i melismi.
Con l’Ars nova e i maestri francofiamminghi la parola perde importanza e si inzia ad usare la polifonia, le
voci si compensano e si perde la necessità di rendere riconoscibile la parola.
In Germania, con il protestantesimo, la musica in sè diventa forma di preghiera al di fuori della parola.
Negli altri paesi latini, invece, la chiesa attraverso la musica sacra spinge per la chiarezza e l’importanza
della parola.
La musica profana va nella direzione opposta alla parola, testi anche nonsense.

Nel periodo barocco nase la nuova musica, che consiste nella monodia accompagnata, qui la parola
riassume importaza sopra alla musica, c’è la necessità di comprendere le parole perché si raccontano
storie, nasce il recitar cantando e la drammaturgia musicale che diventerà l’opera musicale (prima opera in
musica, “Euridice” di Peri e Caccini).

Monteverdi, nel 1605, descrive la prima pratica e la seconda pratica nella prefazione al quinto libro dei
madrigali.
Nella prima pratica la musica era padrona della parola, mentre nella seconda pratica la poesia diventa
padrona della musica, qui la musica ha il compito di muovere gli affetti.

Ascolto di “Rappresentazione di anima et di corpo” di Emilio de’ Cavalieri, qui la parola è padrona, monodia
accompagnata con basso continuo, economia nei salti, bilenearità e declamazione sillabica, la melodia
ripete spesso lo stesso suono e vengono utilizzati dei madrigalismi.
Lo stesso modo di trattare la melodia viene riportato anche nelle forme strumentali (ascolto del secondo
movimento della settima sinfonia di Beethoven).

Altri modi di trattare la melodia

Linea monodirezionale ascendente o discendente,


movimento a onda,
con slancio iniziale partendo con un intervallo di moto.
La melodia non si può definire senza un ritmo, dal punto di vista formale la melodia si organizzaa in motivi,
frasi, temi e forma.

Il motivo è l’elemento musicale minimo, basilare e riconoscibile


La frase è la risultante di un motivo, si esaurisce e si conclude
Entrambi possono essere temi, ovvero elementi importanti che si ripropongono durante il brano, esempio
della forma sonata e della fuga.

Due tipologie di frasi, Period e Sentence


Nel Period si presuppone una ripetizione, solitamente l’antecedente passa dalla tonica alla dominante e il
conseguente dalla dominante alla tonica riprendendo l’antecedente.
Mentre la Sentence ha più possibilità, il conseguente può non riprendere la domanda e si possono utilizzare
nuovi elementi, la sentence è più aperta e energica.

Visione del video su Period e Sentence: https://m.youtube.com/watch?v=_TTNr9oAtlg


Report (15/03)

A Papa Gregorio Magno viene attribuito il riordino del rito cristiano. Le fonti storiche affermano
che questo processo è durato a lungo, anche dopo la fine del suo papato.
Prima del IX secolo abbiamo vari riti. Nel 313 con Costantino si ha la libertà di culto per i
cristiani ( Editto di Milano). Nel 380 con l’Editto di Teodosio, il cristianesimo divenne la sola
religione accettata nell’Impero. I vari tipi di rito che troviamo sono: Romano, Aquileiano,
Ambrosiano e Beneventano in Italia, Gallicano, Celtico, Ispanico/Mozarabico in Europa.
Questi vennero successivamente accorpati in un unico rito detto Gregoriano. La teoria di
questa monodia viene dal greco (i modi gregoriani simili a quelli greci).

Il repertorio: canti liturgici ( messa e liturgia delle ore).


Abbiamo 4 tipi di composizioni:
- strofiche: ripete la stessa melodia su strofe diverse;
- salmodiche: origine ebraica, intonazione per quarti di tono. Perfetta comprensibilità
della parola, la musica si adatta ad essa;
- recitativi liturgici: monodici, dialogici;
- commatiche: derivano da testi non strofici. Elaborazione continua di un testo. Possono
essere su melodie: originali, già conosciute, centori (insieme di tanti pezzi).
Fanno riferimento a tre stili:
- sillabico: una sillaba per suono;
- melismatico: più suoni per una sillaba;
- neumatico: una via di mezzo tra sillabico e melismatico.

La messa è divisa in due categorie:


- proprium: ha parti più mobili. È formato dall’introito ( salmodia antifonica), graduale (
viene da “grades” ed è una salmodia che accompagna i fedeli), hallelujah (parola di
origine ebraica, si distingue per lo stile melismatico), tractus (sostituiva l’hallelujah
durante la quaresima), la comunio ( canto salmodico antifonico, canto di movimento).
- ordinarium: è formato dal Kyrie ( di origine greca, è un canto tripartito, neumatico e
melismatico), gloria ( è un canto che viene descritto come “dossologia maggiore”, stile
sillabico e possiamo avere parti responsoriali e antifoniche), sanctus ( canto di origine
ebraica, si basa sulla ripetizione), Agnus Dei, Credo ( è uno dei più antichi).

Nella liturgia delle ore gli stili sono identici. Questa liturgia è scandita in: mattutino ( alle 2:00),
laudes (alle 5:00) e vespri ( alle 17:00). Si svolgeva principalmente nei monasteri.

Le Sequenze e i Tropi si ritrovano in tutti i tipi di canto.


Tropo viene da “tropar” che significa abbellire. Si inserivano parole nuove per ricordare i
melismi. Queste poi diventarono un testo a parte. Con il Concilio di Trento vennero aboliti.
Le Sequenze hanno lo stesso meccanismo dei Tropi solo che sono più complicate. Infatti,
abbiamo l’inserimento di testi e melismi. Anche queste diventarono testi indipendenti che
furono poi aboliti dal Concilio di Trento. Solo 5 si salvarono, ossia: “Lauda Sion”, “Veni Sancte
Spiritus”, “Victimae Paschali Laudes”, “Stabat Mater”, “Dies Irae”.
22/03
CANTO GREGORIANO

Il gregoriano è il corpus di brani ed è la prima idea di repertori nella storia della musica.
Fino al 9°secolo l'Europa è formata da diversi riti,successivamente con lo stringimento del
Grande Impero romano abbiamo notevoli cambiamenti.
Il rito religioso è un grande strumento di potere, si cerca di accorpare il rito galliano con
quello vetero romano mandando nelle varie chiese delle persone con il compito di insegnare
il rito religioso, ma con risultati disastrosi.
Dal 590 al 604, Gregorio Magno era molto stimato ma non molto esposto, in lui si vede
l'autorevolezza per cercare di unificare i riti. Alla nascita del canto gregoriano è associata
una leggenda: si dice che Gregorio Magno abbia ricevuto i canti dallo Spirito Santo nella
forma di una colomba che si sedette sulla sua spalla e cantò al suo orecchio.
Da qui in avanti la musica comincia ad essere scritta.

● ASCOLTO: Deus, Deus Meus

Nell’800 appaiono i primi riferimenti scritti, vengono messi segni di riposo sul testo, man
mano che si va avanti avremo dei segni più precisi.
L'amplificazione orizzontale le avremo da subito, quello verticale di natura polifonica più
avanti.

I modi vengono organizzati così: (hanno pensato di mettere nomi greci)


Dalla pratica della diafonia si sdoppiano le voci una quarta e una quinta sopra.

Da qui facilmente si vede un'altra tecnica che si concretizza, è anche una forma quella del
Discantus.
Organizzazione degli intervalli per moto contrario , in questo caso possiamo pensare che
queste note lunghe possono essere “riempite” da qualcosa, ci può essere un'esecuzione
lineare oppure possono essere riempite, la voce che articolata è la organalis . Gli organum
diventano sempre più articolati fino a che non si arriva al discantus.

Organum melismatico:i sono delle parole messe sotto ai chirie, questo tropo consisteva in
parole messe sotto al melisma del chirie. Per ricordare questi melismi mettevano le parole
sul melisma. In questo caso questo tema del tropo è finito sotto un altro melisma ha preso la
funzione di base a un altro melisma. Il primo autore è Leonino, prima era tutto nell'anonimato
ecclesiastico. Con leonino si ha l'autorialità.
La monodia rimane fondamentalmente per la musica cortese, trobadorica e non è distante
dalla musica sacra, si pratica in ambienti ricchi. La zona più fiorente è la Francia del sud
dove troviamo i trovatori. Poi si espande in tutta Europa come in Germania, poi anche in
Spagna.
I trovatori e trovieri sono dei letterati che cantano e suonano, fanno poesia, sono
possibilmente colta una figura riconosciuta.
Abbiamo poca musica più che altro testi e testimonianze.
Da questa forma trobadorica ritroviamo delle forme come il rondò.

Potrebbero piacerti anche